Lezioni Didattica delle lingue moderne LL – 12 CFU – corso annuale ORARIO lunedì 12-14 aula C martedì 12-14 aula B Elisabetta Bonvino • [email protected] • Pagina personale dipartimento di Lingue, letterature e culture straniere • http://lingueletteratureculturestraniere.uniro ma3.it/docente/ebonvino/ • Ricevimento: martedì dalle 10 alle 11,30 • Stanza 3.03 edificio Via Ostiense Obiettivi del corso a) imparare a gestire in modo consapevole un corso di lingua straniera in tutte le sue varie dimensioni b) acquisire un atteggiamento costantemente critico c) imparare a mettere in atto vere e proprie ricerche sulla didattica delle lingue d) riflettere criticamente sulle proprie credenze sull'insegnamento e l'acquisizione di una lingua straniera, nonché sulle proprie esperienze in quanto apprendenti di lingue straniere e) consolidare la propria autonomia per imparare nuove lingue straniere Contenuti della prima parte del corso • Introduzione alla Didattica delle lingue • Acquisizione e apprendimento di una lingua • Elementi di linguistica educativa • • • • • Fonetica e fonologia Grammatica Lessico Pragmatica Sviluppo delle abilità linguistiche – Ascolto e lettura • I linguaggi specialistici e i testi • Plurilinguismo e intercomprensione • Il metodo EuRom5 Contenuti della seconda parte del corso • La didattica della L2: Approcci, metodi e tecniche • L’accertamento delle competenze • La formazione dell’insegnante di lingua • Gli approcci plurali e l’intercomprensione • Il Quadro comune europeo di riferimento MATERIALI DIDATTICI • Cristina Bosisio e Marini Chini (a cura di) (2014), Fondamenti di Glottodidattica. Apprendere e insegnare le lingue oggi, Roma, Carocci. • Elisabetta Bonvino, Elisa Fiorenza, Salvador Pippa (2011) “EuRom5, una metodologia per l'intercomprensione. Strategie, aspetti linguistici e applicazioni pratiche”. In Maddalena De Carlo (a cura di) Intercomprensione e educazione al plurilinguismo. Porto S. Elpidio: Wizarts editore: 162-182. • Elisabetta Bonvino (in stampa) "Intercomprehension in Europe: its history, projects and developments" In Roberto Dolci & Athony Tamburri (eds.) (2014), Intercomprehension and Multilingualism: an asset for Italian Language in the USA. New York: John D. Calandra Institute Transaction. (SEGUE =>) MATERIALI DIDATTICI 2 • Consiglio d’Europa, 2002, quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, la Nuova Italia – le Monnier, capitoli 1-4. • Elisabetta Bonvino, 2008, valutazione e misurazione dell’apprendimento linguistico. • Candelier M. et al. CARAP – Un quadro di riferimento per gli approcci plurali alle lingue e culture. Council of europe – italiano linguadue http://www.ecml.at/tabid/277/PublicationID/8 2/Default.aspx Didattica delle lingue (da Freddi anni 1970) Apprendente Lingua Insegnante Pag. 34 Chini &Bosisio 2014 (tratto da Balboni 2012) Chi Come Persona che acquisisce insegnamento nuove tecnologie Che cosa 2 Che cosa 1 Facoltà del linguaggio e lingua Educazione Linguistica Uso della lingua GLOTTODIDATTICA • Dimensione interna “teorico descrittiva” – Studi sulle lingue in apprendimento – Interazioni nello spazio didattico – Studi sul bilinguismo e sul plurilinguismo • Dimensione esterna “applicativa” – Approccio, metodo, tecnica – Curriculo, sillabo, unità didattica – Abilità linguistiche – Valutazione delle competenze Interdisciplinarietà interna • Acquisizione linguistica – Facoltà di appropriarsi di una lingua • Ruolo dell’ambiente (contesti e agenti) – Oggetti di natura linguistica – Prospettiva di natura psicolinguistica e sociolinguistica • Bilinguismo • Binomio lingua-cultura Interdisciplinarietà esterna • Es. Verifica e valutazione • Per misurare e quindi valutare le competenze linguistiche servono parametri docimologici, psicopedagogoci, statistici. Didattica delle lingue • Glottodidattica • Scienza (interdisciplinare) dell’educazione (pluri)linguistica Importanza del plurilinguismo • Plurilinguismo e intercultura • Competenza comunicative plurilingue e interculturale • Obiettivi dell’educazione linguistica (secondo il Quadro Comune europeo di riferimento per le lingue) Plurilinguismo vs Multilinguismo • Plurilinguismo • ci si riferisce al repertorio linguistico del singolo individuo, che ingloba la varietà della sua lingua madre e di tutte le altre lingue che questi conosce e delle quali può avere una competenza variabile. Essere plurilingue quindi, significa avere la padronanza di più lingue straniere oltre che della propria lingua madre, con un grado di competenza che può variare a seconda delle circostanze. • Multilinguismo • rimanda alla coesistenza in una determinata zona geografica, più o meno estesa, di più varietà di lingue, siano o meno riconosciute ufficialmente. Quest’area geografica può essere popolata sia da individui monolingui che plurilingui. • Cfr. sito internet www.coe.int Educazione plurilingue • INTEGRAZIONE • Man mano che l’esperienza linguistica di un individuo si estende, queste lingue e queste culture non vengono classificate in compartimenti mentali rigidamente separati; anzi • Conoscenze ed esperienze linguistiche contribuiscono a formare la competenza comunicativa, in cui le lingue stabiliscono rapporti reciproci e interagiscono. Nuova finalità dell’educazione linguistica • Non acquisire padronanza di una o più lingue prese isolatamente => Modello parlante nativo • Sviluppare un repertorio linguistico in cui tutte le capacità linguistiche trovino posto Che cosa significa essere plurilingue? • Essere plurilingui non significa tanto conoscere alla perfezione un elevato numero di lingue, quanto piuttosto creare una competenza d’uso in più lingue a gradi diversi di competenza, sviluppando abilità diverse e per scopi diversi La competenza comunicativa plurilingue • • • • Complessa, plurale e unitaria Conoscenze Contesti diversi (istituzionali e naturali) Dimensione geopolitica e cognitiva Metafora iceberg. Pag.42 • Cummins 1981 • L’educazione al plurilinguismo e all’interculturalità • Nasce come esigenza sociale • Necessità formativa e cognitiva Documenti • Conoscere e usare più lingue è fattore di ricchezza • http://www.accademiadellacrusca.it/sites/ww w.accademiadellacrusca.it/files/page/2013/07 /16/appellodemaurosenzaaderenti.pdf • Le sette tesi per la promozione di politiche linguistiche democratiche Acquisizione e apprendimento • Linguistica acquisizionale: perché importante per la glottodidattica? Terminologia • • • • • • • • Lingua materna (L1) Seconda lingua (o terza, quarta) (L2) Acquisizione vs apprendimento Acquisizione vs sviluppo Lingua target Apprendimento spontaneo vs guidato Apprendimento misto Lingua straniera vs lingua seconda Discussione • Differenze percorso di apprendimento L1 / L2 Acquisizione vs Apprendimento Processi di appropriazione della L • • • • Implicito Inconsapevole Subconscio L1 • (per Krashen anche L2) • • • • Esplicito Consapevole Focalizzato sulla lingua contesti di insegnamento • L2 • Per Krashen L2 Acquisizione L1 /L2 – aspetti comuni • Processi di socializzazione in cui la lingua funge da strumento di comunicazione • Fasi di sviluppo ricorrenti e in parte comuni • Es. negazione • • • I fase - L1 Not a teddy bear / L2 No sleeping II fase - L1 He not bite you / L2 You no swim III fase - L1 I haven’t / L2 You’re not playing • Errori • Marcatezza Acquisizione differenze L1 vs L2 Cronologia - L1 prima L2 dopo • L1 Acquisizione parallela allo sviluppo cognitivo – L2 sviluppo cognitivo già avanzato • L2 in soggetti che conoscono almeno una L1 • età Competenza • Differenze individuali L2 > L1 • Uniformità esito in L1 Uso Identità L1 Acquisizione L2 Apprendimento Percorso di sviluppo • Concorso Acquisizione della seconda lingua • Traiettoria lienare • Labirinto • Tanti percorsi paralleli • Metafora della rete (maglie rigide e maglie larghe) Torniamo indietro alla L1 • 3-10 mesi Fase pre-linguistica (suoni fino a 2 mesi; gioco vocale dai 4-7 mesi; lallazione dai 7 ai 12 mesi) Verso i 9 mesi> comunicazione • 12-20 mesi fase olofrastica – monorematica • 20-24 mesi fase bimembre • Dai 24 mesi sviluppo della grammatica • Dopo i 3 anni coordinazione e subordinazione aumento del vocabolario L’interlingua (Selinker 1972) • La lingua imperfettamente posseduta dall’apprendente • Un sistema a sé stante che risulta dal tentativo di produrre una norma nella lingua target • È la lingua degli apprendenti – È in continua evoluzione – Si sviluppa per stadi • È dinamica e sistematica L’interlingua • Fossilizzazione • Cinque processi: • Transfer linguistico – influenza della L1 • Transfer di insegnamento – applicazione indebita di regole • Strategie di acquisizione (es. omissione o semplificazione) • Strategie di comunicazione (es. chiedere aiuto) • Sovraestenzione di regole (es. prenduto) Fasi di sviluppo lingue seconde • Fase iniziale – Pre-basica – – – – Parole e Formule Risorse non linguistiche Organizzazione nominale Organizzazione pragmatica • Seconda fase – Basica – Presenza forma basica del verbo – Spesso non flessa: organizzazione non finita – Organizzazione pragmatica • Terza fase – Post-basica (intermedie / avanzate/ quasi native) – Tempo verbale finito – Organizzazione sintattica – Categorie lessicali e grammaticali è acquisito Tratti delle fasi di apprendimento CARATTERISTICHE VARIETÀ DI APPRENDIMENTO PRE-BASICA BASICA POST-BASICA Categorie grammaticali Nessuna Predicato e argomenti nomi, verbi Morfologia Nessuna Forma base dei verbi Verbi e nomi flessi Organizzazione dell’enunciato Pragmatica Semanticosintattica Sintattica Dipendenza dal contesto Estrema Minore Bassa • "In tutte le interlingue iniziali compaiono forme di negazione, forme di saluto e di commiato, di ringraziamento e altre espressioni frequenti e comunicativamente rilevanti, di solito apprese con formule non analizzate,e naturalmente nomi di persone e di luogo". • Giacalone Ramat (1993) L'Italiano di stranieri Primi stadi • Formule – Blocchi appresi come unità non analizzate – Non riflettono il livello raggiunto nella produzione creativa • Parole Parole e formule • • • • • • • Per la gestione della conversazione Alto grado di generalità Pronomi personali Formule di cortesia e di saluto Utilità Frequenti nell’input Facilmente pronunciabili Cosa sono le formule? • Si tratta di frasi o parti di frasi non analizzate dal parlante di L2 che vengono memorizzate senza essere scomposte. Vengono prese in blocco. Il loro apprendimento è pura memorizzazione di un flusso fonico non segmentato. • Come si chiama? • I don’t know • how are you? • Auf wiedersehen • Quanto costa? Criteri per individuare formule: • si tratta di produzioni di una complessità strutturale maggiore rispetto a quella delle produzioni medie dell’apprendente • nessuna delle singole parole che le compongono sono usate in altre combinazioni • sono sequenze relativamente fisse • il parlante spesso non sa da quali parole è composta la sequenza Caratteristiche delle “parole” nelle prime fasi di apprendimento • Assegnabilità incerta delle parole ad una classe morfologica • Riduzione morfologica • Forme basiche • Prevalenza delle parole contenuto, piuttosto che di funzione • Eliminazione degli elementi comunicativamente meno importanti • Ordine pragmatico-discorsivo e non sintattico quale classe morfologica • Bicicletta su montagne • Clean floor • Non hai lavora Riduzione morfologica 1. Clean / floor > marca 0 2. Italiano> marca c’è sempre • Hai / bicicletta / lavora 3. Forma basica: scelta dall’apprendente come rappresentante delle altre • • • • Frequenza Facilità articolatoria Lunghezza Tipicità L’interlingua (Selinker 1972) • La lingua imperfettamente posseduta dall’apprendente • Un sistema a sé stante che risulta dal tentativo di produrre una norma nella lingua target • È la lingua degli apprendenti – È in continua evoluzione – Si sviluppa per stadi • È dinamica e sistematica L’interlingua • Fossilizzazione • Cinque processi: • Transfer linguistico – influenza della L1 • Transfer di insegnamento – applicazione indebita di regole • Strategie di acquisizione (es. omissione o semplificazione) • Strategie di comunicazione (es. chiedere aiuto) • Sovraestenzione di regole (es. prenduto) TRANSFER • Influenze di vario genere • Influenza di L1 / altre L2 • Avviene a tutti i livelli FONOLOGIA> LESSICO>SINTASSI>MORFOLOGIA ??? • Transfer positivo • Transfer negativo • L’influenza della L1 aiuta lo sviluppo dell’interlingua • L’influenza della L1 ostacola lo sviluppo dell’interlingua SEQUENZE DI APPRENDIMENTO • Le regolarità con cui si impara una L2. • Per quanto riguarda le parole la variabilità è enorme. • Criteri interni e esterni al lessico. • • • • • • PRIMA SI IMPARANO LE PAROLE formule parole contenuto minori regolarità di sviluppo POI SI SVILUPPA LA GRAMMATICA stadi obbligati Sequenze di apprendimento • Sequenze di apprendimento ben precise indipendenti dalla L1 dei parlanti • Ordine naturale Nei primissimi stadi di apprendimento • Morfologia assente o molto semplice – Verbi alla forma basica – In italiano L2 abbastanza presto • Scarso uso della copula • Uso scarso di articoli e preposizioni • Negazione – No – Posizione preverbale • Ordine delle parole – Focus per ultimo – Elemento che controlla per primo Passato del verbo irregolare: to eat • • • • • 1. forma basica 2. irregolare non analizzata 3. regolare sovraestesa 4. ibrida regolare e irregolare 5. irregolare analizzata eat ate eated ated ate ITALIANO L2: la temporalità I. Non esistono mezzi morfologici per esprimere la temporalità: forma basica del verbo (seconda/terza persona – infinito) – a. b. II. In caso di interazione viene mantenuto il riferimento temporale espresso dal nativo. Uso di avverbi: lessicale e non morfologico Distinzione morfologica tra azioni passate/concluse e azioni presenti/continuate I. II. suffisso –to (N.B. a volte senza ausiliare) Non temporale ma aspettuale (ruolo infinito) ITALIANO L2: la temporalità III. Distinzione tra passato puntuale e passato durativo: a. b. c. IV. Imperfetto: ero/era con funzione di copula (era cattivo), avevo, potevo. Participi passati: finito / fatto. Imperfetto: sfondo/narrativo. Futuro, condizionale e congiuntivo. Distinzione tra fattuale e non-fattuale. ITALIANO L2: la modalità I. Modalità espressa in modo non verbale (gesti, espressioni, intonazione, ecc.). Modalità Lessicale II. I. Epistemica: incertezza I. II. II. Deontica: I. III. Penso, credo, non so Forse, magari, possibile Verbi: volere, dovere, bisogna => infinito Modalità grammaticale I. II. Condizionale:Vorrei / sarebbe (appresi come forme non analizzate) Congiuntivo appare tardi NEGAZIONE in inglese 1. Esterna. No this. Not like it. 2. All’interno dell’enunciato: prima del verbo. They not working. I don’t have a job. 3. Dopo ausiliare e modale. C’è sempre don’t compaiono i primi modali couldn’t 4. Don’t analizzato (>doesn’t/ didn’t) NEGAZIONE in francese • Negazione discontinua Neg+ Aux/mod/v + neg +(v) • je (ne) comprends pas l’italien • Io non capisco mica l’italiano • I stadio – (SN) + NEG + SN Neg = non • Es. non taxis (il n’y a pas de taxis • II stadio – (SN) Neg + verbo • Es. moi je pas ganje trente mille par mois • Es. moi nepas de krir • II stadio – (SN) NEG + Aux/mod/v + neg • Es. la personne ne travalle pas MORFOLOGIA NOMINALE IN ITALIANO • La flessione e categoria di numero precede per correttezza quella di genere » Greenberg (1976) Universale 36 : Se una lingua ha la categoria del genere ha anche la categoria del numero • In effetti il genere viene appreso dopo il numero: » Accordo - Errori tipo: uno casa – la tema Genere in italiano • • • • • • • • • • vento m.venti m. casa f.case f. cortile m.cortili m. estate f.estati f. re m.re m. virtù f.virtù f. dramma m.drammi m. uovo m.uova f. braccio m.bracci m.braccia f. mano f.mani f. Apprendere la morfologia nominale dell’italiano presuppone: • appartenenza di ogni nome dell’italiano a una classe flessiva e a un genere • la necessità (in molti contesti) di far precedere il nome da un articolo • la necessità di accordo di genere e numero alcuni target del nome: articoli e determinanti, aggettivi attributivi e predicativi, participi e pronomi anaforici difficoltà nell’acquisizione del genere: • arbitrarietà dell’assegnazione di genere ai nomi dell’italiano • la scarsa salienza percettiva delle desinenze • morfemi flessivi esprimono le categorie in modo cumulativo • l’omonimia fra alcuni morfi • differenze nella L1 Criteri di assegnazione del genere 1) criteri (morfo)fonologici • Regola di base • nome in –o> maschile • nome in –a> femminile • Attenzione al contenuto 2) criteri semantici • associazione genere / sesso 3) morfologia derivazionale • -tore > maschile • -trice > femminile ITALIANO L2: accordo I. II. III. IV. V. VI. Anaforico: parole apprese come unità. Opposizione lui/ lei. Vedere lui (= uomo). Appreso dove la distinzione è utile. Priorità del genere pronominale Combinazione tra parole: accordo nel sintagma: articolo determinativo: la casa; -a femminile, -o maschile Combinazione tra parole: accordo nel sintagma: articolo indeterminativo: una casa. Accordo aggettivo attributivo: assonanza/rima: acqua calda / grande case Accordo aggettivi predicativi: La casa è piccola Accordo tra nome e participio passato: lei è partita • Questi studi sull’acquisizione servono alla glottodidattica? • Interlingua • Nuova concezione dell’errore • Consapevolezza della complessità e della necessità di percorsi graduati • Metodo per valutare Spunti importanti per la glottodidattica • • • • • Insegnabilità Input, output, feedback e interazione in classe Come trattare gli errori nell’insegnamento Ruolo dell’istruzione Didattica acquisizionale ‘Insegnabilità’ • Se ci sono sequenze comuni di apprendimento • Ad ogni stadio vanno insegnate le strutture ‘imparabili’ • Predisporre sillabi adeguati • Ti insegno quello che sei pronto ad imparare Per l’apprendimento • È stata dimostrata l’importanza del • • • • Input Interazione Feedback sull’output Negoziazioni del significato Gli errori • Mutamento di prospettiva • Essere trascurati • Puntare sull’input corretto • Essere corretti esplicitamente • Focalizzando l’attenzione sulla forma • Essere corretti implicitamente • Riformulando in modo corretto Focus on form • Noticing • Gli approcci didattici possono essere basati sul significato o sulla forma • FoF • FoFs • Sembrerebbe che l’acquisizione sia fortemente condizionata e aiutata da ciò che viene notato nell’input. Form-focused instruction Explicit knowledge INPUT noticing INTAKE Comparing [interacting] IMPLICIT KNOWLEDGE OUTPUT