Osservare la competenza linguistica Dal concetto di interlingua all’analisi degli errori Trento, 20 e 21 marzo 2009 Elena Nuzzo Università di Modena e Reggio Emilia Centro d’Italiano per Stranieri - Università di Bergamo [email protected] Indice 1. Il ruolo degli studi sull‟acquisizione linguistica nell‟insegnamento 2. I meccanismi generali che guidano l‟acquisizione di una L2 3. L‟acquisizione dell‟italiano L2 4. Osservare l‟interlingua attraverso l‟analisi degli errori 1. Il ruolo degli studi sull‟acquisizione linguistica nell‟insegnamento Perché (pre)occuparsi di linguistica acquisizionale? “La linguistica acquisizionale non è una teoria didattica” (Andorno 2005: 101, enfasi mia) “[…] la linguistica acquisizionale è più spesso rivolta allo studio dell‟acquisizione di seconde lingue in contesto prevalentemente naturale” (Andorno 2005: 92, enfasi mia) Perché (pre)occuparsi di linguistica acquisizionale? • Per portare alla consapevolezza dell‟insegnante i percorsi e le strategie che soggiacciono all‟apprendimento dei propri allievi. • Perché l‟insegnante possa sfruttare queste conoscenze come risorse da adoperare nella preparazione del sillabo (cioè del programma), delle metodologie didattiche e delle tecniche di valutazione. Perché (pre)occuparsi di linguistica acquisizionale? “[…] l‟apporto più significativo delle ricerche sull‟acquisizione è quindi la messa a disposizione di elementi di conoscenza su quello che gli insegnanti possono aspettarsi dagli allievi in quanto individui alle prese col compito di comunicare in un‟altra lingua” (Giacalone Ramat 1993: 403, enfasi mia) 2. Quali sono i meccanismi generali che guidano l‟acquisizione di una L2 Cosa facciamo quando impariamo una lingua? calame, to bade ghe? calame, na badi ro calame, to badu gu? calame, na badi ro to badu gu? to bade ghe? ??? • Ricevo input (ascoltando, parlando, leggendo) • Formulo un‟ipotesi di “regola” • Uso la regola e così metto alla prova la mia ipotesi • Se scopro che è sbagliata (perché il mio interlocutore non capisce, mi corregge, riformula quel che ho detto ecc.), la “aggiusto” e la rimetto alla prova • e così via L‟interlingua Durante tutto questo processo non uso la L2, ma una lingua “transitoria” che chiamiamo INTERLINGUA L‟interlingua È una varietà linguistica caratterizzata da sistematicità e funzionalità, proprio come tutte le lingue. Esiste quindi una grammatica dell‟interlingua. olive verde non è un accostamento casuale, ma non risponde neppure a una regola della grammatica italiana risponde a una “regola” della grammatica dell‟interlingua che potrebbe essere: se due parole sono in qualche modo legate l‟una all‟altra, finiscono con la stessa lettera L‟interlingua È un sistema provvisorio e instabile, sempre soggetto a revisione e ristrutturazione da parte del parlante. Le regole grammaticali delle lingue naturali mutano nel corso dei secoli, le regole della grammatica dell‟interlingua possono mutare ogni giorno. Per esempio, oggi chiedo to badu gu? alla mia vicina, ma domani le chiederò to bade ghe?, perché nel frattempo avrò ristrutturato la grammatica della mia interlingua. L‟interlingua • L‟apprendimento consiste quindi in un continuo processo di ristrutturazione del sistema dell‟interlingua. • Questo processo è guidato e influenzato da numerosi fattori, interni ed esterni, che determinano sia regolarità sia variabilità. Fattori che determinano regolarità La lingua-obiettivo La mia interlingua è modellata sulla lingua d‟arrivo: anche se ho ancora una competenza limitatissima, domando alla mia vicina to badu gu? e non ça va? o altro. La ricerca di salienza percettiva Gli elementi linguistici acusticamente più percepibili sono „preferiti‟ da chi impara: la sillaba accentata della parola è recepita e riprodotta più facilmente rispetto alla parte terminale. La ricerca di trasparenza Gli elementi linguistici funzionalmente più chiari sono „preferiti‟ da chi impara. cane > l‟abbinamento forma-funzione è trasparente di > il cane di Mario, il cane di pezza, il cane di Roma… l‟abbinamento forma-funzione non è trasparente i pronomi personali IO, TU, LEI… sono più trasparenti delle desinenze verbali O, -I, -A/-E Tipici fenomeni che derivano dai fattori appena visti Semplificazione • Eliminazione di elementi funzionali: nelle prime fasi l‟apprendente non presta attenzione a elementi puramente grammaticali, che sono poco salienti e poco trasparenti (articoli, ausiliari, pronomi atoni ecc.). Regolarizzazione • Produzione di forme devianti dalla norma della L2 sulla base di regole esemplate sulla varietà nativa ma non correttamente applicate o applicate a forme che nella varietà nativa sono irregolari (andàno per vanno, prendato per preso, la problema per il problema…) Produzioni autonome • Produzione di forme devianti sulla base di regole non esistenti nella varietà nativa ma autonomamente elaborate dall‟apprendente sulla base delle sue ipotesi sull‟organizzazione della lingua obiettivo (ce l’ho due fratelli, sulla base dell‟ipotesi che ‘ce l’avere’ indichi possesso e avere serva come ausiliare) Percorsi regolari • Se una stessa funzione ha più mezzi di espressione in una lingua, vengono usate dapprima le forme lessicali, poi le forme grammaticali libere, poi le forme grammaticali legate, cioè flessione e derivazione (mia famiglia mangia pizza > noi mangia pizza > mangiamo la pizza) Fattori che determinano variabilità La L1 Se nella mia lingua di partenza esiste una distinzione di genere, facilmente ipotizzerò che la differenza d‟uso tra to bade ghe? e to badu gu? sia legata al sesso del destinatario. Se nella mia lingua di partenza esiste una distinzione di età, ma non di genere, più facilmente ipotizzerò che la differenza tra le due domande sia legata all‟età del destinatario. Quindi, se la mia L1 ha più cose in comune con la L2, in linea di massima avrò maggiori probabilità di fare più ipotesi che trovano riscontro nella L2. Altre L2 Se nella mia lingua di partenza non esiste una distinzione di genere, ma io conosco già una L2 nella quale invece esiste, potrò ipotizzare che la differenza d‟uso tra to bade ghe? e to badu gu? sia legata al sesso del destinatario basandomi su quello che so del funzionamento dell‟altra L2. Tipo di esposizione all‟input • Più è ricco e vario l‟input che ho a disposizione, maggiori sono per me le opportunità di formulare ipotesi sul funzionamento della L2. • Più sono frequenti le opportunità di interazione con parlanti della L2, maggiori sono per me le opportunità di mettere alla prova le ipotesi formulate. Caratteristiche individuali • • • • • Motivazione Curiosità Ansia Età … Tipici fenomeni che derivano dai fattori appena visti Tempi diversi • Alcuni apprendenti sono più veloci di altri nell‟acquisizione della L2. Risultati diversi • Alcuni apprendenti raggiungono una competenza linguistica molto vicina a quella dei parlanti nativi, altri no. 3. Come funziona l‟acquisizione dell‟italiano L2 Lo sviluppo dell‟interlingua L‟acquisizione della L2 avviene per stadi successivi, detti anche sequenze di apprendimento. Tutti gli apprendenti percorrono le stesse sequenze, anche se con tempi e risultati differenti. La varietà pre-basica Una lingua senza grammatica > si usano solo parole (o formule), senza caratterizzazione grammaticale maestra pipì! > non sono due nomi, ma due „grumi di significato‟ Le prime parole Sollecitatori d‟attenzione: guarda, maestra, NOMI PROPRI. Regolatori dell‟interazione: aspetta, piano, ancora, sì, no. Dimostrativi: questo, quello. Descrittori: bella, grande, brava, brutto, mio, buono. Le prime parole Formule chiuse: mi chiamo … come stai? mi scusi per piacere quanto costa? cosa vuol dire? che cos’è? come si chiama? non ho capito non lo so Formule semi-aperte: (non) mi piace X posso X? devo fare X voglio X vorrei X La varietà basica Il lessico comincia a essere grammaticalizzato, ma in forme molto semplici > l‟apprendente sceglie per ogni categoria una „forma base‟ che usa in tutti i contesti. Klein W. & Perdue C, The basic variety (Or: couldn’t natural languages be much simpler?), “Second Language Research” 13 (1996) Le varietà post-basiche Le marche grammaticali si diffondono nel lessico in modo graduale e non uniforme > la grammaticalizzazione avviene a macchia di leopardo, non per paradigmi! Alcune sequenze di apprendimento per l‟italiano L2 Tempi e modi del verbo presente/infinito (forma basica) > „passato prossimo‟ > imperfetto > futuro/condizionale > congiuntivo Tempi e modi del verbo Forma basica Passato prossimo Imperfetto Futuro/condizionale Congiuntivo Io mangia, noi mangia, io vuoi, noi vuoi, Luca cadere, domani io andare Io mangiato, Giovanni andato, lei è arrivato, lui ha detto Io ero, Luca aveva, noi sapevamo Io sarò, Marcella verrà, io vorrei, io farei, loro sarebbero Se io fossi, credo che vada, penso che sia Alcune sequenze di apprendimento per l‟italiano L2 Accordo di numero e genere forma basica (senza accordo) > articolo + nome > aggettivo attributivo + nome > aggettivo predicativo + nome > participio passato + soggetto nei tempi composti Accordo di numero e genere forma basica Un libro, tanti libro, la bambino piccoli articoli La bambina, il bambino; una donna, un uomo; la cinema, la problema aggettivo attributivo La bambina piccola, tanti amici italiani aggettivo predicativo; participio passato La bambina è piccola, i miei amici sono italiani; La ragazza è arrivata, gli amici sono partiti Alcune sequenze di apprendimento per l‟italiano L2 Subordinazione esplicita forma basica (giustapposizione senza subordinazione) > causale (perché) > temporale (quando) > relativa (che) > concessiva (anche se)… Subordinazione esplicita forma basica Cina studi Italia lavori causale bambino arrabbiato perché cane rotto vaso temporale quando bambino sveglia rana non c‟è relativa poi aveva la rana che era scappata Quindi… Dobbiamo accostarci alle interlingue con la stessa attenzione e lo stesso rispetto con cui un linguista si accosta a una lingua sconosciuta le analizziamo per cercare di ricostruirne le regole, il senso, la logica. Acquisizione e insegnamento Un approccio acquisizionale all‟insegnamento della L2 significa mettersi dalla parte dell‟apprendente, capire quali ipotesi sta formulando sul funzionamento della lingua, così da poter intervenire efficacemente con l‟insegnamento confermando queste ipotesi, se sono giuste, oppure correggendole, se non lo sono. 4.Osservare l‟interlingua attraverso l‟analisi degli errori Osserviamo l‟interlingua • Quali sono gli aspetti sistematici? • Quali regolarità emergono? • Che cosa sanno fare gli apprendenti? Ma come facciamo? Ci aiutano gli errori Errori e acquisizione Se la natura e la quantità degli errori commessi da uno studente non forniscono una misura diretta della sua conoscenza della lingua, rappresentano probabilmente la più importante fonte di informazione sulla natura della sua conoscenza. (Corder, 1983) Gli errori ci permettono di capire le ipotesi degli apprendenti sul funzionamento della lingua Perché gli apprendenti fanno errori? Le produzioni devianti rispetto alla norma della lingua che si apprende sono il risultato di ipotesi su come la lingua funziona, dei tentativi di produrre frasi secondo le regole della lingua d‟arrivo. Gli errori non sono tutti uguali frase risultato analisi Io arriva ieri errore Forma basica: manca ogni forma di flessione. Io arrivato errore Prima forma di flessione: -to per esprimere passato. Io ho arrivato errore Costruzione del sintagma verbale „aus+V‟; errore lessicale: scelta errata ausiliare. Noi siamo arrivato errore Costruzione del sintagma verbale „aus+V‟; scelta corretta dell‟ausiliare, flesso; errore grammaticale: mancato accordo soggetto participio. Noi abbiamo arrivati errore Accordo soggetto - participio; errore lessicale: scelta errata dell‟ausiliare. Noi siamo arrivati corretto Accordo soggetto - participio con scelta corretta dell‟ausiliare. Contare gli errori una forchetta un libro un ragazzo un sergente una sedia un amico un computer un problema due forchetti due libri due ragazzi due sergenti due sedi due amico due computri due probleme x x x x x Contare gli errori non serve a molto, occorre piuttosto analizzare e capire gli errori