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UNA RETE DI INFORMAZIONE E SOSTEGNO
Afas.it notiziario
di informazione su salute
e servizi a cura dell’Afas.
N°
23
settembre 2012
Afas, da sempre in prima linea per la tutela della salute, per la promozione di corretti stili di vita
e per favorire l’accesso ai servizi sanitari ed il diritto alla salute, ha raccolto con grande entusiasmo l’invito
di A.M.A.T.A. Umbria ad iniziare un percorso ricco di iniziative per far conoscere e approfondire le malattie
cerebrali e le disfunzioni della memoria ma soprattutto per potenziare la rete assistenziale intorno al malato
e sostenere le famiglie nell’affrontare il lungo e difficile percorso della malattia.
L’impatto che queste patologie hanno su chi si prende cura del malato le rendono una delle classi
di patologie a più grave impatto sociale e proprio per questo Afas mette a disposizione la professionalità
e la competenza dei propri Farmacisti e la rete delle tredici Farmacie nel territorio per informare e sostenere
le famiglie e per orientare i cittadini verso i servizi dedicati nel territorio.
Oltre agli strumenti di divulgazione scientifica saranno attivati nell’ultimo trimestre del 2012 e nei primi
sei mesi del 2013 un ciclo di incontri “Farmacia Fuori Orario” con la popolazione e una serie di conferenze
nei centri socio-culturali del Comune di Perugia.
Il Direttore Generale
Egiziano Polenzani
Il Presidente
Giancarlo Bazzucchi
A CHI RIVOLGERSI?
In caso di frequenti episodi di perdita di memoria
i cittadini possono rivolgersi al proprio medico
di famiglia, ai Centri di Salute del territorio,
alla diverse sedi operative dell’associazione
di volontariato A.M.A.T.A Umbria sparse nel territorio
regionale e all’Unità Valutativa Alzheimer dell’Istituto
di Geriatria dell’Ospedale S. Maria della Misericordia
di Perugia.
NEWSLETTER DI INFORMAZIONE A CURA DI:
IN COLLABORAZIONE CON:
A.M.A.T.A. UMBRIA
Associazione Malati Alzheimer
e Telefono Alzheimer Umbria
A.M.A.T.A UMBRIA
Associazione Malati Alzheimer
e Telefono Alzheimer Umbria
T. 075.50.11.256
www.amataumbria.it
UNITÀ VALUTATIVA ALZHEIMER
Ospedale S. Maria della Misericordia
T. 075.578.33.90 / 075.578.34.03
Direttore: Prof. Patrizia Mecocci
CONSULENZA SCIENTIFICA:
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
Sezione di Gerontologia e Geriatria
CON IL PATROCINIO DI:
AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA
FARMACIE AFAS
il nuovo orario
continuato
/ 09.00-24.00
AFAS N.5 09.00-24.00
/
AFAS N.8 09.00-20.30
/
AFAS N.11 09.00-24.00
/
AFAS N.13 09.00-20.30
/
AFAS N.3
P. San Giovanni
1 settimana ogni mese
Madonna Alta
dal lunedì al sabato
Emisfero
dal lunedì al sabato
San Mariano
1 settimana ogni mese
Olmo
dal lunedì al sabato
PROVINCIA DI PERUGIA
LE STAGIONI DELLA MEMORIA
A TUTTI PUÒ CAPITARE DI DIMENTICARE LE CHIAVI DI CASA, IL NOME DI UNA PERSONA
O UN APPUNTAMENTO. SONO NORMALI DISTRAZIONI CAUSATE DALLO STRESS E DAI RITMI
FRENETICI DELLA QUOTIDIANITÀ O SEGNALI DI UN PROBLEMA PIÙ PROFONDO?
PERDITA DI MEMORIA (AMNESIA)
A tutti può capitare di dimenticare le chiavi di casa o un appuntamento: la distrazione, lo stress,
le crisi depressive, l’invecchiamento possono essere causa di questo disturbo.
Segnali da non trascurare ma che non sono comunque un sintomo di un deficit o una demenza
che certo può iniziare con problemi di memoria, ma mai da soli e non di piccola gravità e scarsa frequenza.
Con l’avanzare dell’età (oggi ci si può dire biologicamente anziani dopo i 75 anni di età) si riduce
la memoria deputata all’elaborazione di informazioni personali e di eventi (memoria episodica)
e quella che consente di mantenere in memoria informazioni mentre si svolgono altri compiti
(memoria di lavoro). A ciò consegue una difficoltà, per le persone anziane, nel ricordare il dove
e il quando di certi eventi e una minore efficienza nel portare avanti più compiti contemporaneamente.
Ma questo non ha importanti ripercussioni nella loro vita quotidiana.
RISERVA COGNITIVA E “SUCCESSFUL AGING”
Il 10-15% degli ultranovantenni invecchiano mantenendo
un’integrità cognitiva, che permette loro di avere le stesse
prestazioni di memoria dei soggetti più giovani, vanno incontro
a quello che in letteratura scientifica viene definito “successful
aging”, cioè invecchiamento di successo.
È una caratteristica innata, quindi genetica?
Oppure è una capacità appresa per “allenare” i circuiti cerebrali,
in quanto nel corso della loro vita, i fattori positivi hanno
contribuito alla formazione di una maggiore “riserva cognitiva”:
un insieme di capacità e di strategie che permettono
di fronteggiare i cambiamenti dovuti all’invecchiamento
e/o ad eventuali patologie cerebrali?
Aspettando una risposta dalla Scienza, non trascuriamo
le “10 Regole d’Oro per il cervello (nel riquadro in fondo)”.
COME ALLENARE IL CERVELLO E LA MEMORIA
Ogni giorno il nostro cervello perde tante e tante centinaia
di “neuroni”, così si chiamano le preziose cellule cerebrali.
Ma il nostro cervello è un sistema superpotente
e sottoutilizzato, ha tante potenzialità che noi sfruttiamo solo
in parte ed ha capacità di sviluppare connessioni (“plasticità
neuronale”) che vanno a colmare gli spazi vuoti lasciati dai
neuroni che muoiono, per cui per tanti anni –ovviamente in
assenza di malattie che colpiscano specificamente il cervellopossiamo continuare a “funzionare” cerebralmente bene,
nonostante le perdite quotidiane. Possiamo anche aiutare
questa “plasticità” con interventi specifici quali: mnemotecniche
(da imparare da soli o in gruppo, anche con il moderno aiuto
dei “giochi di memoria elettronici”); esercizi ripetuti di strategie
cognitive compensative anche con l’impiego di ausili esterni
(dall’agenda a sofisticati ausili tecnologici come training
computerizzati, realtà virtuale, sistemi robotici); attività fisica,
attività mentali e attività sociali che sono tra i più importanti
fattori di riserva cognitiva e mantengno il loro benefico effetto
anche nelle decadi di età più avanzata.
LE 10 REGOLE D’ORO PER IL CERVELLO
(AMERICAN ALZHEIMER ASSOCIATION)
1. La testa innanzitutto/ La salute inizia dal cervello; è uno degli organi più vitali del corpo
e ha bisogno di cure e attenzione.
2. Dal cervello al cuore/ Ciò che è buono per il cuore è buono per il cervello; fare qualcosa ogni giorno
per prevenire malattie cardiache, ipertensione, diabete e ictus può ridurre il rischio di Alzheimer.
3. I numeri che contano/ Tenere sotto controllo peso, pressione, colesterolo e glicemia
4. Nutrire il cervello/ Assumere meno grassi e più sostanze antiossidanti.
5. Far lavorare il corpo/ L’attività fisica ossigena il sangue e aiuta le cellule nervose: camminare
30 minuti al giorno tiene attivi mente e corpo.
6. Stimolare la mente/ Mantenere il cervello attivo e impegnato stimola la crescita delle cellule
e delle connessioni nervose: leggere, scrivere, giocare, imparare cose nuove, fare cruciverba.
7. Avere rapporti sociali/ Occupare il tempo libero con attività che richiedono sforzo fisico e mentale,
come socializzare, conversare, fare volontariato, frequentare un club, ritornare sui banchi di scuola.
8. Attenzione ai colpi/ Usare le cinture di sicurezza, stare attenti al rischio di cadute, indossare il casco
quando si va in bicicletta.
9. Essere saggi/ Evitare le cattive abitudini, non fumare, non bere troppo, non fare uso di droghe.
10. Guardare avanti/ Iniziare oggi a preparare il domani.
E SE FOSSE ALZHEIMER?
La perdita di memoria può essere anche la spia iniziale di un problema più serio,
quello di una demenza, che in più del 75% dei casi è una demenza di Alzheimer, dal nome
dello psichiatra tedesco che nel 1906 la descrisse in una
donna di 51 anni (Auguste D.) costretta al ricovero in ospedale
psichiatrico per crisi di gelosia immotivate, paura di essere
I NUMERI DELL’ALZHEIMER
abbandonata, gravi disturbi della memoria e disorientamento sia
nel tempo che nello spazio e che presentava, a carico
1% DELLA POPOLAZIONE
del cervello, una importante atrofia in presenza di particolari
DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI
lesioni (grovigli neurofibrillari e le placche senili) da allora
1 NUOVO CASO OGNI 7 SECONDI
ritenute tipiche della malattia.
NEL MONDO
8.000 MALATI IN UMBRIA
La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza
degenerativa, con esordio tra i 40 e i 90 anni ma con un picco
di incidenza dopo i 65 anni, che compromettendo
la funzionalità del cervello rende, a poco a poco, la persona
che ne è affetta incapace di vivere senza l’aiuto degli altri.
Questa malattia, della quale fino ad oggi non si conosce la causa e, di conseguenza, non esiste cura
per la guarigione, ha importanti ripercussioni sociali, tanto che si dice che “l’Alzheimer fa due malati,
chi ne è affetto e chi lo assiste” ed è per questo che si parla dell’Alzheimer come “malattia familiare”,
per quanto globale è il coinvolgimento dell’intero nucleo familiare.
I 10 CAMPANELLI DI ALLARME DELL’ALZHEIMER
Nel 2005 l’American Alzheimer Association, ha pubblicato i “10 campanelli di allarme della malattia di Alzheimer”,
cioè quelli che rappresentano i segnali premonitori di malattia e che, quando presenti in numero di almeno quattro,
consigliano di rivolgersi allo specialista.
1
VA SPESSO IN CONFUSIONE E HA DEI VUOTI
DI MEMORIA.
È normale scordarsi un appuntamento
ma è preoccupante se le dimenticanze sono frequenti
o si è spesso confusi.
6
HA GROSSI PROBLEMI CON I SOLDI E I CALCOLI.
Il malato di Alzheimer non riesce più a distinguere
tra uno e cento euro. Cancella dalla mente i numeri
e anche una semplice somma lo mette in crisi.
2
NON RIESCE PIÙ A FARE LE COSE DI TUTTI I GIORNI.
Dimenticare una volta la pentola sul gas è distrazione:
ai malati di Alzheimer capita di cucinare un pasto
e scordarsi di servirlo o di averlo preparato.
7
RIPONE GLI OGGETTI NEI POSTI PIÙ STRANI.
Cercare gli occhiali e poi accorgersi di averli in testa
è pura sbadataggine. Chi soffre di Alzheimer ripone
gli oggetti in luoghi strani. Ad esempio il ferro da stiro
in frigorifero o i surgelati in guardaroba.
3
FA FATICA A TROVARE LE PAROLE GIUSTE.
Il malato di Alzheimer non ricorda parole semplici
o le sostituisce con altre illogiche come zuccotto
al posto di cappotto, tabella al posto di tavolo.
8
HA IMPROVVISI E IMMOTIVATI SBALZI D’UMORE.
Capita a tutti di svegliarsi ogni tanto con la luna storta.
Ma nei malati di Alzheimer gli sbalzi d’umore assalgono
ogni giorno, di colpo e senza apparenti motivi.
4
PERDE IL SENSO DELL’ORIENTAMENTO.
Non è preoccupante sbagliare la fermata dell’autobus.
Lo è se si perde la strada di casa o non si capisce
dove ci si trova.
9
5
INDOSSA UN ABITO SOPRA L’ALTRO,
COME SE NON SAPESSE VESTIRSI.
Può succedere a tutti di uscire di casa con il golf
indossato al rovescio. Chi è malato indossa ad esempio
due giacche d’estate o infila l’accappatoio al posto
del cappotto.
NON HA PIÙ IL CARATTERE DI UN TEMPO.
Invecchiando certi difetti si accentuano, meno
frequentemente migliorano. Ma l’Alzheimer può
cambiare completamente il carattere e chi ne soffre
da tranquillo può diventare irascibile e diffidente.
10
HA SEMPRE MENO INTERESSI E SPIRITO
DI INIZIATIVA.
Non si tratta solo di non aver più lo spirito di un tempo,
il malato di Alzheimer perde interesse in quello che fa.
Inizia ad esempio a trascurare la casa.
Consulenza Scientifica: Dr.ssa Annalisa Longo - Dirigente Medico S. C. di Geriatria dell’Azienda Ospedaliera di Perugia e Presidente A.M.A.T.A. Umbria
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e sostenere le famiglie nell’affrontare il lungo e difficile percorso della malattia.
L’impatto che queste patologie hanno su chi si prende cura del malato le rendono una delle classi
di patologie a più grave impatto sociale e proprio per questo Afas mette a disposizione la professionalità
e la competenza dei propri Farmacisti e la rete delle tredici Farmacie nel territorio per informare e sostenere
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sei mesi del 2013 un ciclo di incontri “Farmacia Fuori Orario” con la popolazione e una serie di conferenze
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