Patogenesi

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BATTERIOLOGIA CLINICA
Prof. Giovanni Di Bonaventura
Università «G. d’Annunzio», Chieti
CdS Infermieristica
CdS Assistenza sanitaria
AA 2016-2017
SCHEMA GENERALE
▪ Tassonomia: genere (es. «Staphylococcus») + specie (es. «aureus»)
▪ Caratteristiche microbiologiche: organizzazione, struttura, caratteri
microscopici e biochimici
▪ Epidemiologia: distribuzione e frequenza (patogeno e malattia)
▪ Patogenesi: modalità e meccanismi alla base della malattia
▪ Controllo: sanitario (misure atte a prevenire/circoscrivere l’infezione) e
farmacologico (terapia antibiotica)
▪ Diagnosi: campioni clinici e tecnica
STAFILOCOCCHI
▪ Tassonomia: gen. Staphylococcus; spp: aureus, epidermidis,
saprophyticus, haemolyticus, hominis, capitis, warneri)
Divisi in 2 gruppi: presenza o assenza enzima coagulasi (converte
fibrinogeno in fibrina, inibendo la fagocitosi). S. aureus: coagulasi+;
altri stafilococchi sono coagulasi- (CoNS)
▪ Caratteristiche: Cocchi gram+, disposti a grappoli, catalasi+. S.
aureus, il più virulento: produce emolisine, enterotossine, tossina
esfoliativa, tossina shock tossico, coagulasi, ialuronidasi.
▪ Epidemiologia: patogeni opportunisti, ubiquitari, si ritrovano
principalmente sulle mucose e nelle ghiandole sebacee degli animali
a sangue caldo. Fanno parte della normale flora saprofita della
cute, delle mucose respiratorie e gastroenteriche, da cui possono
invadere i tessuti in seguito a ferite.
STAFILOCOCCHI
▪ Patogenesi: S. aureus causa infezioni cutanee (impetigine,1 acne,
forunculosi, sindrome cute ustionata2), sindrome da shock tossico,
polmoniti, batteriemie, ascessi3, infezioni di ferite chirurgiche,
meningiti, osteomieliti, tossinfezione alimentare.
CoNS (es, S. epidermidis) non sono in genere invasivi. Saprofiti della
cute, causano infezioni spesso associate a “devices” con formazione
di biofilm: cateteri (urinari e venosi), protesi (valvolari, ortopediche),
batteriemie catetere-correlate.
1
2
▪ Controllo: Sanitario (controllo della diffusione delle infezioni in
ospedale e nella manipolazione del cibo). Farmacologico
(penicillina, meticillina, vancomicina o teicoplanina)
▪ Diagnosi: isolamento da tampone, sangue, espettorato, urine
4
3
1
STREPTOCOCCHI
▪ Tassonomia: gen. Streptococcus, Enterococcus; spp.: S. pyogenes,
S. agalactiae, S. pneumoniae, S. mutans, E. faecalis, E. faecium, etc.
2
▪ Caratteristiche: Cocchi gram+, disposti a catenelle1 od a coppie2
(diplococchi, S. pneumoniae). Catalasi-, aerobi-anaerobi
facoltativi. Alcuni commensali, altri patogeni.
Classificati in base a: 1) struttura antigene carboidratico C di
parete cellulare (gruppi di Lancefield, n=18); 2) tipo di emolisi in
agar sangue (α, incompleta; β, completa3; γ, non emolisi)
3
Fattori di virulenza: streptolisine S/O (emolisi)3, ialuronidasi,
streptochinasi, tossina eritrogenica, proteina M (S. pyogenes),
capsula4 (S. pneumoniae).
▪ Epidemiologia: Diffusi in natura. Portatori sani: 5-15% (S.
pyogenes), 10-40% (bambini, S. pneumoniae). S. pyogenes ad
andamento stagionale (picchi in primavera e autunno).
4
STREPTOCOCCHI
▪ Patogenesi: S. pyogenes: faringiti e tonsilliti, infezioni cutanee
(impetigine e erisipela1), infezioni dei tessuti molli (celluliti2, fascite
necrotizzante3), sinusiti, otiti, artriti, osteomieliti, polmoniti. I ceppi
produttori di tossina eritrogenica possono causare scarlattina
(malattia esantematica contagiosa). Sequele non suppurative
successive a faringiti: glomerulonefrite e febbre reumatica acuta.
S. pneumoniae: polmonite batterica comunitaria (principale causa
nell’adulto), sinusiti, otiti, meningiti, batteriemie, fascite necrotizzante.
1
2
S. mutans importante nelle patologie parodontali (carie dentale).
S. agalactiae (gruppo B): infezioni neonatali (durante il passaggio nel
canale del parto o dopo 1 settimana-1 mese), meningiti, batteriemie,
e polmoniti, infezioni urinarie e chirurgiche nell’adulto.
Enterococchi: infezioni urinarie, endocarditi, infezioni ferite
chirurgiche.
3
▪ Controllo: Sanitario (evitare contatto interumano), vaccini
(antipneumococcico, nei bambini ed adulti). Terapeutico (penicillina, altri antibiotici;
enterococchi: penicillina + aminoglicoside oppure vancomicina o teicoplanina)
▪ Diagnosi: isolamento da tampone, sangue, espettorato, urine
NEISSERIE
▪ Tassonomia: gen. Neisseria; spp.: meningitidis, gonhorroeae
▪ Caratteristiche: Cocchi gram-, cellule reniformi che si dispongono in coppie
assumendo un tipico aspetto "a chicco di caffè". Aerobi-anaerobi facoltativi,
immobili, asporigeni, capsulati. Catalasi+, ossidasi+.
Le specie patogene per l'uomo sono Neisseria meningitidis (meningite
cerebrospinale epidemica) e Neisseria gonorrhoeae (blenorragia).
Fattori di virulenza: endotossina (LOS, lipo-oligosaccaride), fimbrie, capsula.
▪ Epidemiologia: commensali di orofaringe, nasofaringe, raramente mucosa
anogenitale.
NEISSERIE
NEISSERIA MENINGITIDIS
▪ Caratteristiche: nella capsula polisaccaridica sono presenti vari
antigeni (gruppi: A, B, C1+, C1-, D, W135, X, Y, Z, Z').
▪ Patogenesi: L’infezione si contrae per inalazione dai portatori,
localizzazione nel naso-faringe, dove il batterio aderisce grazie alle
fimbrie, diffusione al SNC per via ematica.
La capsula ha una importante attività antifagocitaria. Le endotossine
provocano danno vascolare, trombosi, e infiammazioni localizzate e
generalizzate.
Causa infiammazione delle meningi (meningite), encefalo e midollo.
La malattia è caratterizzata da rigidità nucale, cefalea, febbre ed
è spesso fatale. Colpisce bambini e gli adulti sopra i 45.
Altre manifestazioni: coagulazione intravascolare con emorragia
delle ghiandole surrenali (sindrome di Waterhouse-Friderichsen) e
CID (coagulazione intravascolare disseminata); polmonite.
▪ Controllo: Sanitario (vaccino capsulare monovalente o tetravalente).
Terapeutico (penicillina, sulfamidici e rifampicina).
▪ Diagnosi: isolamento + microscopia da liquor e sangue
NEISSERIE
NEISSERIA GONHORROEAE
▪ Epidemiologia: particolarmente fragile al di fuori dell’organismo, è parassita
esclusivo delle specie umana. Causa la gonorrea.
▪ Patogenesi: antigene capsulare K, proteina II (opa, opacity factor) e pili (presenti
solo nei ceppi virulenti) favoriscono l’adesione batterica alla mucosa genitale.
A seguito di rapporto sessuale, il batterio colonizza la mucosa uretrale, raggiunge
il connettivo sub-epiteliale (fagocitato dai neutrofili viene liberato nel lume
uretrale in una secrezione purulenta), il circolo linfatico ed ematico causando
artriti, orchiti, endocarditi e meningiti.
Nell’uomo è raramente asintomatica, caratterizzata da blenorragia, epididimite,
orchite, cistite e prostatite.
Nella donna la sede dell’infezione primaria è rappresentata dalle ghiandole
della cervice uterina e dalle ghiandole di Bartolini, provoca cistite, salpingite
(infiammazione delle tube di Falloppio) e malattia infiammatoria pelvica (PID).
▪ Controllo: penicillina, tetraciclina (se pen-R), chinoloni.
▪ Diagnosi: esame microscopico e colturale su secreto uretrale.
MICOBATTERI
Tassonomia:
- micobatteri tubercolari (Mycobacterium tuberculosis complex): causano
tubercolosi; Mycobacterium tuberculosis (responsabile della tubercolosi
umana), Mycobacterium africanum (correlato alla stessa patologia del M.
tuberculosis, seppure leggermente differente sotto il profilo biochimico ed
isolato con maggiore frequenza in Africa) e Mycobacterium bovis (responsabile
della tubercolosi bovina, zoonosi trasmissibile all'uomo per via alimentare).
- micobatteri non tubercolari, ossia da micobatteri che causano una serie di
patologie diverse dalla tubercolosi nell'ospite umano, ma solo in concomitanza
di particolari condizioni che abbassino le difese immunitarie dell'organismo
colonizzato (opportunisti).
Una classificazione a parte viene fatta per il Mycobacterium leprae, agente
eziologico della lebbra, il quale, pur essendo assimilabile al gruppo dei
micobatteri non tubercolari, presenta caratteristiche cliniche e biologiche
assolutamente peculiari.
MICOBATTERI
Caratteristiche: Immobili, a crescita lenta (fino a 60 giorni).
Producono il cosiddetto “fattore cordale”, composto da trealosio,
che provoca la caratteristica crescita in “cordoni a serpentina”. La
parete cellulare, ricca in lipidi, li rende resistenti all’essiccamento
ed è causa dell’acido-resistenza (si colorano alla colorazione
Ziehl-Nielsen, resistendo alla decolorazione con alcool e acido).
Patogenesi: M. tuberculosis, agente responsabile della tubercolosi
polmonare e extrapolmonare (rene, articolazioni, ossa, intestino,
etc). Infezione trasmessa a seguito di inalazione di aerosol infetti.
Il batterio resiste al killing dei macrofagi e moltiplica al loro
interno. La tubercolosi polmonare è caratterizzata dalla
formazione di lesioni granulomatose croniche (tubercoli), nei quali
si distingue una zona centrale (macrofagi e cellule epitelioidi
contenenti i bacilli tubercolari) ed una zona periferica (linfociti e
fibroblasti). Successivamente si forma la necrosi caseosa. Il
tubercolo caseificato può svuotarsi liberando il contenuto in un
bronco e formare una cavità con disseminazione dei batteri.
Frequente è l’isolamento di micobatteri atipici, non tubercolari,
che causano infezioni simili ma meno gravi.
MICOBATTERI - patogenesi
Trasmissione per via aerea
Infiltrazione di macrofagi
e linfociti T, rilascio di
citochine
formazione
del granuloma, con
comparsa della tipica
necrosi caseosa
Infezione primaria non
controllata
Malattia: la moltiplicazione
batterica richiama cellule
immunitarie, causando
rilascio di citochine e
chemochine, necrosi
caseosa e danno tissutale
Formazione delle caverne
nel parenchima polmonare
(forma di TB polmonare
contagiosa
Infezione latente,
circoscritta lesione nel sito
di infezione primario, detto
complesso prmario,
caratterizzata da intensa
risposta cellulo-mediata
verso antigeni del battere
Riattivazione, replicazione
attiva del battere con
risposta iimune dell’ospite
non controllata che provoca
il danno tessutale
MICOBATTERI
Patogenesi: M. leprae. Causa la lebbra, che si manifesta in 2
forme: 1. tubercoloide; 2. lepromatosa (nodulare), più grave e
colpisce dapprima faccia e arti e successivamente i tessuti profondi
(nervi, sistema linfatico).
Controllo:
▪ Sanitario: vaccino attenuato BCG (Bacillo Calmette-Guerin,
preparato da ceppo virulento di M. bovis). Efficace vs TB
miliare e meningite tubercolare nei bambini; non attiva vs forme
di TB attiva.
▪ Terapeutico (tubercolosi: isonaizide, rifampicina, etambutolo,
pirazinamide, usati spesso in combinazione per alcuni mesi;
lebbra: rifampicina).
▪ Diagnosi: isolamento + microscopia (espettorato, lavaggio
bronco-alveolare), titolazione IFN- (sangue)
ENTEROBACTERIACEAE
▪ Tassonomia: Fam.: Enterobacteriaceae; Gen.: Escherichia,
Salmonella, Sighella, Proteus, Klebsiella, Enterobacter, Citrobacter,
Yersinia, Morganella, Providencia, ecc; Sp.: Escherichia coli, Proteus
mirabilis, Porteus vulgaris, Klebsiella pneumoniae, ecc
▪ Epidemiologia: comprende 40 specie e 150 sottospecie. Causano
il 30 % delle setticemie, il 70% delle infezioni urinarie e molte
infezioni gastro-intestinali. Ubiquitari, fanno parte della normale
flora intestinale. Alcuni sono patogeni franchi, altri opportunisti.
▪ Caratteristiche: bacilli Gram-, immobili o mobili (flagelli e fimbrie).
Anaerobi facoltativi. Fermentano il glucosio, catalasi+ e ossidasi-.
▪ Patogenesi: endotossina (lipide A del LPS), rilasciata dopo la lisi
della cellula batterica; capsula ad attività antifagocitaria. Gli
antigeni K (capsulare) e H (flagellare) proteggono i batteri
dall’effetto citotossico degli anticorpi. Sistema di secrezione tipo III,
mediante cui il batterio entra a contatto con la cellula ospite
iniettandovi i fattori di virulenza. Siderofori per captazione del ferro.
ENTEROBACTERIACEAE
▪ Escherichia coli: specie più comune, è commensale gastrointestinale di
animali e uomini. Può causare gastroenterite, meningite infantile, infezioni
urinarie e setticemia. I ceppi gastroenterici sono suddivisi in 4 sierotipi:
▪ Enterotossici: producono enterotossine che causano la diarrea del viaggiatore; si
trasmettono per via alimentare. La diagnosi si effettua dai campioni fecali
tramite ELISA.
▪ Enteroinvasivi: causano dissenteria con febbre, crampi addominali localizzati
soprattutto nell’intestino crasso. L’infezione alimentare e l’adesione sono codificati
da plasmidi.
▪ Enteropatogeni: causano diarrea acquosa in neonati nei paesi in via di sviluppo.
▪ Enteroemorragico: sierotipo più importante. Produce esotossina shiga-like che
causa diarrea acquosa, poi con sangue con crampi e vomito. La dose infettante è
bassa, la malattia è di breve durata (4-10 giorni), ma può causare morte nel 5%
dei casi e danni permanenti. Spesso non è frequente trovare il batterio nei
campioni fecali.
Salmonella
La maggior parte dei patogeni esaminati deriva dalla salmonella enterica. Dopo il passaggio nello stomaco,
nell’intestino tenue le salmonella invadono le cellule M delle placche di Peyer e gli entrociti. I numerosi ceppi
sono caratterizzati da antigeni O, H e Vi. Molti ceppi sono ubiquitari. Possono causare gastro-enteriti. La
gastroenterite è la forma più comune di salmonellosi, è una malattia localizzata con nausea, vomito, diarrea
non emorragica, febbre e crampi addominali. I sintomi possono persistere per 2-7 giorni fino a remissione
spontanea. Le batteriemie si sviluppano solo nei soggetti fragili. Ci si infetta tramite cibi contaminati o per
contagio interumano con trasmissione diretta oro-fecale. L’incidenza è più elevata nei bambini sotto i 5 anni e
negli adulti sopra i 60 anni, che in genere contraggono l’infezione in estate ed in autunno. La gravità della
malattia è in relazione al sierotipo e al numero di microrganismi ingeriti. Il tifo addominale è causato da S.typhi.
È un patogeno esclusivamente umano. Ha un'incubazione di 7/14 giorni, la febbre nella prima settimana ha un
andamento a sega, poi per una settimana la febbre si mantiene a 39/40 per poi calare progressivamente. Ci
sono sintomi a carico del digerente, del nervoso, del circolatorio, urinario. È utile la terapia antibiotica. Dopo la
guarigione può persistere a lungo. Può avvenire anche una colonizzazione asintomatica che può persistere per
più di un anno, dove il sito anatomico di residenza è la colecisti.
Shigella
Sono state identificate 4 specie (S. dysenteriae, S. flexneri, S. boydii, S. sonnei) e 45 sierotipi in base
all’antigene O. In realtà si è scoperto essere biotici di E.coli, tuttavia per evitare confusione si continua a
mantenere questa distinzione. Patogenesi e immunità: La loro patogenicità è dovuta all’invasione dell’epitelio del
colon. L’adesione dei batteri, l’invasività, la moltiplicazione e la propagazione dell’infezione è dovuta alla
presenza di un grande plasmide, ma è regolata da geni cromosomici. Quindi, la sola presenza del plasmide non
è sufficiente per determinare la patogenicità di questi batteri. Le shigelle sembrano capaci di aderire soltanto alle
cellule M delle placche di Peyer. Le shigelle sopravvivono alla fagocitosi inducendo l’apoptosi.I ceppi di S.
dysenteriae producono la tossina Shiga, che può causare insufficienza renale. S. dysenteriae causa la
dissenteria bacillare. È estremamente infettante. L’incubazione è molto breve, anche di poche ore. Provoca
scariche diarroiche muco-sanguinolente. Può essere trasmessa tramite cibi contaminati e la trasmissione può
essere facilitata dalla presenza di mosche. Resistono alla barriera gastrica e penetrano a livello intestinale.
L’uomo è l’unico serbatoio per Shigella. È una malattia prevalentemente pediatrica.
Yersina
Comprende 3 gruppi: Yersina pestis, Yersina enterocolitica e Yersina pseudotubercolosis.
Yersina pestis causa la peste, una malattia sistemica con elevata mortalità. Sono resistenti al sistema
fagocitario. Y pestis contiene due plasmidi che possiedono i geni di virulenza. Uno codifica la capsula proteica
e l’altro è una proteasi che degrada i fattori del complemento. Le infezioni da Yersina sono zoonosi, l’uomo è
un ospite accidentale e trasmessa dalle pulci. Esiste una peste urbana trasmessa da ratti attraverso le pulci
infette e una peste selvatica trasmessa da conigli, ratti, scogliattoli e gatti domestici. La peste urbana è stata
eliminata dalla maggior parte delle comunità grazie ad un miglioramento dell’igiene e controllando la diffusione
dei ratti, mentre la peste selvatica è difficile da controllare. Le yersine sono altamente infettive, ma la
trasmissione da uomo ad uomo non è comune. Esiste una peste bubbonica (letale, formazione di bubboni,
ulcerazione e suppurazione dei linfonodi); una peste polmonare (rara, contagio attraverso aerosol dei pazienti,
non mediante le pulci, con un tasso di mortalità molto elevato); peste setticemica (non si formano bubboni)
Klesbiella
Le Klesbielle hanno una capsula molto prominente codificata da un plasmide che impedisce la fagocitosi.
K.pneumoniae è l’esponente più importante e può causare la polmonite lobare. E’ un bacillo Gram negativo. E’
un commensale del tratto respiratorio, ma si può ritrovare anche nel tratto fecale ed è ubiquitario in natura. E’
associato ad infezioni opportunistiche e nocosomiali. La polmonite lobare porta alla necrosi degli spazi
alveolari. Spesso è multi-resistente agli antibiotici. Alcune Klesbielle possono causare infezioni genitali che
possono essere scambiate per lesioni sifilitiche.
Proteus
Bacillo Gram negativo, non fermenta il lattosio, ureasi +, è flagellato e questo lo rende molto mobile. È un
commensale del tratto fecale e causa infezioni del tratto urinario. Produce ureasi, che converte urea in
ammoniaca e CO2, aumentando il pH dell’urina. Questo porta alla formazione di calcoli renali e alla
colonizzazione da parte dei batteri. I pili possono dare virulenza.
GENERE: Clostridium SPECIE: C. perfringens, C. tetani, C. botulinum, C. difficile
I Clostridi sono patogeni opportunisti, responsabili di gravi patologie infettive quali la gangrena
gassosa, tetano e botulismo, colite pseudomemranosa, e tossinfezioni alimentari, mediante produzione di
esotossine.
Caratteristiche
Clostridium è un Gram positivo, bastoncellare, anaerobio obbligato, sporigeno. Saprofita della flora
normale umana. Generano energia mediante fermentazione butirrica e per questo motivo producono
odore sgradevole.
C. perfringens è immobile e produce spore larghe rettangolari, non mobili e spesso associate a infezioni
di ferite
C. tetani produce spore terminali, dando una tipica forma a “bacchetta di tamburo”. E’ mobile, possiede
diversi antigeni flagellari, produce un solo tipo antigenico di neurotossina
C. botulinum produce spore ovali, subterminali ed è mobile
C. difficile produce una spora larga, ovale, subterminale e 2 diverse tossine: enterotossina A, che causa
accumulo di fluido nell’intestino, e citotossina B, con effetto citopatico. Produce anche una tossina binaria,
di incerta azione. Importante il ceppo ipervirulento NAP1. E’ normalmente presente nell’intestino, quando
la flora microbica intestinale viene eliminata dagli antibiotici, C difficile può crescere e causare la
malattia.
Patogenesi
C. perfringens. La gangrena gassosa è il risultato di sviluppo di anaerobi nel tessuto, a causa di basso
flusso ematico dovuto a trauma, intervento chirurgico, cc. Questa malattia acuta è spesso fatale. Entro 6
gg dal trauma compare febbre generalizzata, con dolore nell’area interessata. Il rilascio di esotossine
porta a necrosi tessutale con conseguente diffusione dell’infezione. La gangrena gassosa coinvolge
generalmente le estremità muscolari per l’ambiente anerobio.
Continuazione Clostridium
Patogenesi
C. tetani. Agente eziologico del tetano, malattia acuta che si verifica quando le spore penetrano nelle
ferite lacerocontuse e contaminano i tessuti. L’anaerobiosi favorisce la loro germinazione e si ha
produzione di neurotossina responsabile della malattia. La tossina tetanica raggiunge le fibre muscolari
e attraverso le giunzioni neuromuscolari, penetra nei neuroni, quindi nel sistema nervoso centrale. Provoca
paralisi spastica con contrazioni e spasmi muscolari, rigidità addominale. La morte può sopraggiungere
per blocco respiratorio ed asfissia. Si possoo verificare anche danni cardiaci con alto tasso di mortalità.
C. botulinum. Il botulismo è una grave intossicazione alimentare che insorge dopo 12-36 ore dal consumo
di cibo contaminato dalle esotossine botuliniche che, attraverso lo stomaco, diffondono per via ematica e
raggiungono il sistema nervoso, provocando problemi neurologici (visione doppia, salivazione aumentata,
problemi a parlare, a respirare, a ingoiare), portando a paralisi flaccida, con danni respiratori gravi
con alti tassi di mortalità
C. difficile. Causa la colite pseudomembranosa (CP), causata da squilibrio della flora batterica
intestinale (es dopo terapia antibiotica), che permette la colonizzazione el’invasione di ceppi produttori
di enterotossina e citotossina. I sintomi includono dolori addominali, diarrea acquosa e leucocitosi. Le
“pseudomembrane” (costituite da fibrina, muco e leucociti) si evidenziano mediante colonscopia. Tasso di
mortalità alto (circa 20-30%)
Epidemiologia
Ubiquitari nel suolo. L’inadeguato trattamento del cibo conservato può portare a condizioni di
anaerobiosi; le spore non uccise germinano e la cellula produce tossine. I pazienti con CP producono
spore nelle feci e queste rappresentano un importante serbatoio per diffondere l’infezione in ambienti
ospedalieri e non. Le condizioni igienico-sanitarie influiscono sulla suscettibilità all’infezione da C tetani.
Controllo
Sanitario (pulizia delle ferite, sterilizzazione delle suture, adeguato trattamento dei cibi, lavaggio delle mani) e Vaccini
(tossoide dell’ant-tetanica, raccomandati i richiami; trattamento del botulismo con antitossine).
Il genere Haemophilus comprende piccoli batteri Gram-negativi, facenti parte della
famiglia Pasturellaceae, con spiccato pleiomorfismo (forme bacillari, cocco-bacillari o
filamentose) immobili, asporigeni, aerobi-anaerobi facoltativi. Per il loro sviluppo su
terreni di coltura sono necessari due fattori indispensabili chiamati "fattore X" e
"fattore V". Questi fattori sono, rispettivamente, il gruppo EME (necessario alla sintesi
dei citocromi) ed il coenzima NAD e NADP. Gli Emofili sono in grado di sintetizzare
autonomamente questi fattori, presenti normalmente nel sangue fresco.
Per la loro coltivazione si usano quindi terreni arricchiti con sangue, oppure terreni
arricchiti artificialmente con i fattori stessi. Dato che alcuni Emofili richiedono entrambi
i fattori, mentre altri mancano o dell'uno o dell'altro, questa dipendenza viene sfruttata
per una più intensa e precisa identificazione di specie. Alcuni Emofili possiedono
anche attività emolitica.
H. influenzae
è un coccobacillo pleomorfo Gram negativo della famiglia delle Pasteurellaceae. Il suo diametro è di 0.2-2.0
micron, è asporigeno, immobile, aerobio-anaerobio facoltativo, caratterizzato da parassitismo obbligato (deve
colonizzare un organismo vivente, non è un batterio ambientale). H. influenzae di tipo b è il batterio più
importante nella patologia umana.
Fisiologia e struttura
H. influenzae cresce in agar cioccolato, soprattutto in presenza di alcuni fattori di crescita, denominati X
(ematina) e V (NAD). Presenta una capsula polisaccaridica che caratterizza i 7 sierotipi (a, b, c, d, e, e’, f). Si
distinguono 8 biotipi (I-VIII) sulla base di 3 reazioni biochimiche: Produzione d’indolo; Attività dell’ureasi; Attività
dell’ornitina decarbossilasi.
Tra questi deve essere ricordato H. influenzae biogruppo aegyptius, particolarmente virulento e agente
eziologico di congiuntivite purulenta e febbre purpurea brasiliana.
La capsula polisaccaridica di H. influenzae (tipo b) inibisce la fagocitosi mediata dal sistema del complemento.
Notevole importanza assumuno gli anticorpi anti-capsula (anti-poliribitolfosfato, PRP) che si sviluppano nel
soggetto esposto al batterio e al vaccino, poiché sono in grado di garantire protezione duratura. Altri fattori di
virulenza sono i pili e le adesine che promuovono l’attacco alle cellule epiteliali. Il LPS sostiene il quadro
infiammatorio, mentre i glicopeptidi sono in grado di bloccare l'attività delle ciglia delle cellule bronchiali e di
indurre necrosi estesa. Un altro importante fattore di virulenza sono le proteasi, in grado di dissolvere la
matrice extracellulare e promuovere l'invasione tissutale e sistemica.
Patogenesi
I ceppi acapsulati colonizzano normalmente il tratto respiratorio superiore. La colonizzazione può esitare nella
penetrazione del microrganismo nella sottomucosa nasofaringea; tuttavia, raramente può verificarsi l’entrata
nel torrente circolatorio e la distribuzione in altri siti. I quadri più comuni (dovuti a colonizzazione patologia o da
dissusione) sono otite media, sinusite, bronchite e polmonite. I ceppi capsulati, in assenza di anticorpi
opsonizzanti (soggetti non vaccinati o non precedentemente esposti), possono facilmente colonizzare il
torrente ematico e promuovere batteriemia con disseminazione alle meningi (meningite), ai tessuti molli
(celluliti) e all'epiglottide (epiglottiti).
Continuazione H. influenzae
Epidemiologia
Sebbene il 35-85% degli adulti presenta H. influenzae nel tratto respiratorio superiore (nasofaringe,
orofaringe), solo lo 0,4% ha Hib (H. influenzae di tipo b). Il 60-90% dei bambini presenta H. influenzae, ma solo
il 5% ha Hib, percentuale che aumenta nei bambini ricoverati nei centri pediatrici.
Hib è la più comune causa di meningite nei bambini di età fra 2 mesi e 5 anni.
Il picco di meningite è fra 6-8 mesi.
Il picco di epiglottite è intorno ai 9 mesi.
La diffusione avviene da persona a persona: i bambini possono contrarre l'infezione da altri bambini o da adulti
portatori. Se Hib rimane a livello della mucosa nasale o delle alte vie respiratorie, la malattia non si verifica. Se
invece penetra a livello del polmone o nel sangue, si ha malattia.
Profilo clinico
Meningite, in bambini da 6 mesi a 2 anniIl periodo d’incubazione di 1-3 giorni. La meningite è preceduta da una
otite o da una infezione respiratoria, che esita in batteriemia e meningite. I sintomi e segni (classici)
comprendono: cefalea, rigidità nucale, febbre, vomito e coma. La prognosi è infausta in assenza di terapia.
Epiglottite, È caratterizzata da rigonfiamento dei tessuti sopraglottidei. Rappresenta una malattia a rischio di
vita. I soggetti colpiti sono soprattutto bambini dai 6 mesi ai 2 anni. Segni e sintomi sono: faringite, febbre,
difficoltà respiratoria che può rapidamente progredire verso una ostruzione delle vie respiratorie e verso la
morte.
Cellulite, È una malattia pediatrica. I pazienti presentano febbre, sviluppo di macchie rossobluastre sulle
guance e sulla zona periorbitale.
Artrite, Interessa una grande articolazione. Si verifica sia nei bambini di età superiore ai 2 anni che negli adulti.
I soggetti a rischio sono pazienti immunocompromessi o soggetti con lesioni articolari preesistenti.Infezioni
delle vie aeree superiori/inferioriI ceppi acapsulati di H. influenzae sono patogeni opportunisti che possono
causare infezioni respiratorie superiori ed inferiori.
Classici esempi di infezioni delle vie respiratorie superiori sono otiti, sinusiti (acute o croniche).
Nelle vie respiratorie inferiori si possono realizzare broncopolmoniti e polmoniti, soprattutto in pazienti con
malattia polmonare cronica sotto forma di riacutizzazione di bronchite o come polmonite lobare franca
Continuazione H. influenzae
Profilo diagnostico
I campioni biologici elettivi sono distinti in base al quadro patologico:
Meningite: liquido cerebrospinale e sangue
Epiglottite: sangue (tampone da faringe anteriore, colpi di tosse)
Cellulite: sangue, cute
Artrite: sangue, aspirato articolare
Polmonite: sangue, espettorato
Sinusiti: aspirato dai seni nasali
Otite media: aspirato da timpanocentesi
L'esame microscopico mette in evidenza coccobacilli gram negativi e leucociti polimorfonucleati. L'esame colturale si svolge seminando il campione su agar
cioccolato in atmosfera contenente 5% di anidride carbonica. Possono essere svolti test della dipendenza da fattori X e V (vedi sopra). L'identificazione
biochimica può avvenire mediante il riconoscimento di reazioni metaboliche particolari (laborioso) o mediante test immunoenzimatici. La sieroptipizzazione
è utile solo a fini epidemiologici. Può essere anche osservato il fenomeno di satellitismo; Hib cresce su agar sangue come colonie satellite intorno a
Staphylococcus aureus, che rende disponibili i fattori presenti nel sangue che, senza riscaldamento (si tenga presente che agar cioccolato è agar sangue
cotto) non sarebbero disponibili. La ricerca dell’ antigene capsulare in campioni di liquor o urina può essere fatta mediante agglutinazione su particelle di
latex.
Terapia, prevenzione e controllo
Terapia. Infezioni gravi vanno trattate con antibiotici beta-lattamasi resistenti, come cefalosporine
con buona penetrazione nel liquido cefalorachidiano o cloramfenicolo (quest'ultimo deve essere
dosato sotto costante monitorazione, dati i notevoli effetti avversi). Le altre infezioni possono
essere trattate con ampicillina o cefalosporine.
Vaccini. Il vaccino è composto da antigene purificato (PRP capsulare purificato e proteine
carrier). La vaccinazione avviene a 2, 4, 6 mesi e a 12-15 mesi. Per i portatori a rischio di Hib,
può essere utile una chemioprofilassi con rifampicina.
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P. aeruginosa
è un batterio ubiquitario, non fermentante, con semplici richieste nutrizionali, considerato un
patogeno opportunista nell'uomo.
Il nome Pseudomonas significa falsa-unità, dal greco pseudo- (greco: ψευδο, falso) e monas
(dal greco: μονος, singola unità). Curiosamente questo nome non ha motivazioni ragionevoli ed
è frutto della fantasia di alcuni microbiologi che lo battezzarono così all'inizio del XX secolo.
Prima era detto Bacillus pyocyaneus in riferimento al particolare colore blu del pus che si forma
nelle ferite infettate, dovuto alla presenza del pigmento antibiotico piocianina.
Struttura e metabolismo
È un piccolo bacillo di 0.5 - 1.0 µm per 1.5 - 5 µm, gram negativo, aerobio/anaerobio facoltativo
(poiché capace di cedere gli equivalenti riducenti ai nitrati e all'arginina in assenza di ossigeno),
mobile per la presenza di 1-3 flagelli unipolari e asporigeno.
Può essere distinto dagli enterobatteri per la presenza di citocromo ossidasi.
Ai test biochimici risulta essere:
ossidasi positivo;
citrato (test di Simmons) positivo;
arginina diidrolasi positivo;
lisina decarbossilasi negativo;
ornitina decarbossilasi negativo.
Possiede una spessa capsula di un esopolisaccaride mucoide rivestito di alginato.
Inoltre è in grado di produrre diversi pigmenti, tra cui la piocianina (blu), la fluoresceina (gialla) e
la piorubina (rosso mattone).
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Fattori di virulenza
Pseudomonas aeruginosa è un batterio molto virulento ed ubiquitario, ma non riesce a sostenere seri quadri
patologici in soggetti immunocompetenti. A volte tuttavia se infetta il meato urinario può provocare infezioni
estese, che possono causare la morte dei tessuti e il decesso per setticemia.
Adesine, Mediano l'adesione ai tessuti allo stesso modo di Neisseria gonorrhoeae.
Capsula, Composta da alginato, impedisce la fagocitosi e media l'adesione. Inoltre, intrappola gli
aminoglicosidi (tobramicina, gentamicina), impedendogli di raggiungere il citoplasma.
Endotossina, Giustifica i quadri infiammatori tissutali, il richiamo dei polimorfonucleati e lo shock settico che si
registra in corso di batteriemia.
Piocianina, Il pigmento prodotto è fortemente chemiotattico nei confronti degli elementi cellulari del sistema
immune. Inoltre, ha un'azione tossica diretta poiché catalizza la formazione dei radicali liberi dell'ossigeno.
Media il rilascio di IL-8
Esotossina A, Si pensa sia il principale fattore di virulenza di P. Aeruginosa. Ha un'azione simile alla tossina di
Corynebacterium diphtheriae (blocco della sintesi proteica a livello della trascrizione, ADP-ribosilazione di
EF2); tuttavia, possiede un effetto citotossico minore.
Esoenzimi S e T, Il ruolo di questi enzimi non è tuttora chiaro. Vengono introdotti nelle cellule tramite un
sistema di secrezione di tipo 3. L'attività adenosina difostato-ribosiltransferasi, porta ad una riorganizzazione
dell'actina cellulare, con alterazione del citoscheletro, danno tissutale e diffusione del batterio.
Elastasi, Esiste una Las-A (proteasi serinica) e una Las-B (zinco-proteasi). Agiscono sinergicamente
distruggendo i tessuti contenenti elastina e collagene. Inoltre sono in grado di degradare gli anticorpi e i fattori
del sistema del complemento.
Proteasi alcalina, Secreto in abbondanza, questo enzima è in grado di distrugge i tessuti e di inattivare IFN-γ
e TNFα.
Fosfolipasi C, Agendo sulle membrane biologiche, danneggia i tessuti e stimola la risposta infiammatoria.
Ramnolipide, Questo composto è importante nei quadri di infezione dell'apparato respiratorio in quanto
inibisce la motilità ciliare dell’epitelio bronchiale e stimola la risposta infiammatoria.
Resistenza agli antibiotici , P. aeruginosa, produce una β-lattamasi in grado di inattivare le penicilline e le
cefalosporine. Inoltre è in grado di resistere all'azione dei diversi antibiotici, alterando la permeabilità
(mutazioni del gene) dei canali di membrana.
Epidemiologia
Microrganismo ubiquitario (suolo, acqua, ambiente ospedaliero).
Utilizza materiale organico come fonte di carbonio;
può crescere in un range di temperatura tra 4 e 42 °C;
è resistente a molti disinfettanti ed antibiotici;
costituisce il 6% della flora normale in soggetti sani, il 38% in pazienti ospedalizzati e il 78% in
pazienti immunocompromessi.
Può essere trasmesso da portatori persistenti (personale sanitario, pazienti) e dall'ambiente
ospedaliero. In quest'ultimo la persistenza di P. aeruginosa è facilitata da serbatoi come
disinfettanti, apparecchi respiratori e di emodialisi, lavandini, bagni, superfici. Inoltre il
microrganismo è costantemente reintrodotto nell’ambiente con frutta, verdura, piante e tramite
pazienti trasferiti da altri reparti.
Nell’ambiente ospedaliero spesso coesistono importanti fattori di rischio:
Trattamento empirico con antibiotici ad ampio spettro.
Terapia respiratoria.
Prolungata ospedalizzazione.
Funzioni immuni compromesse.
I soggetti a rischio sono immunodepressi, pz con respiratozione assistita, pz dializzati, pz
ustionati, pz con fibrosi cistica, pz diabetici, tossicodipendenti e pz traumatizzati (cornea).
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Profilo clinico
1.Infezioni polmonari
da una tracheobronchite benigna fino ad una broncopolmonite necrotizzante (ruolo importante: Las A e Las
B). La colonizzazione si riscontra in pazienti affetti da fibrosi cistica, si ritrovano i ceppi mucoidi, difficili da
eradicare con terapia antibiotica. Condizioni predisponenti sono: precedente terapia antibiotica ad ampio
spettro che distrugge la normale flora protettiva; l’uso di apparecchiature terapeutiche per le vie respiratorie
(intubazione).
La malattia invasiva in questi pazienti è caratterizzata da una tipica broncopolmonite bilaterale diffusa con la
presenza di microascessi e necrosi del tessuto. Il livello di mortalità è del 70%.
2.Infezioni cutanee
La follicolite è un'infezione della cute e si deve ad immersioni in acque contaminate (bagni turchi,
idromassaggi e piscine). Si riscontra frequentemente dopo depilazione. Danno vascolare localizzato e vasta
necrosi tissutale con conseguente batteriemia in pazienti con gravi ustioni.
3.Infezioni delle vie urinarie
Uretriti e cistiti in pazienti con cateteri urinari a dimora precedentemente trattati con antibiotici a largo spettro.
4.Infezioni dell'orecchio
Otiti esterne: orecchio dei nuotatori ed otite esterna maligna. La prima è un'infezione benigna autolimitante,
mentre la seconda è una gravissima infezione che colpisce soprattutto pazienti anziani e diabetici. Evolve in
quadri di necrosi dei tessuti molli fino alla compromissione delle strutture nervose sottese alla funzione uditiva.
P. aeruginosa è anche responsabile di otiti croniche dell’orecchio medio.
5.Infezioni dell'occhio
Si hanno dopo un trauma della cornea o dopo esposizione ad acqua contaminata. L'infezione può stabilirsi
anche dopo microtraumi dovuti all'utilizzo di lenti a contatto. Questi possono evolvere ad ulcerazioni della
cornea e a quadri più gravi di infezioni oculari.
6.Batteremia
Si riscontrano spesso in pazienti neutropenici, con diabete mellito, ustioni diffuse e patologie ematologiche
maligne. Il quadro clinico è ingravescente e tende allo scompenso e allo shock settico. Inoltre può presentarsi
l'ectima gangrenoso, un quadro emorragico cutaneo tendente alla confluenza. In questa manifestazione hanno
un ruolo importantissimo Las A e Las B, coinvolte nella distruzione dell'endotelio vasale.
7.Endocarditi (Le vegetazioni di P. aeruginose evolvono in quadri di steno-insufficienza della polmonare,
spesso all'uso di droghe per via parenterale.
Profilo diagnostico
Campioni biologici: pus, espettorato, materiale bioptico da ustioni, cheratiti, sangue, ecc.
Esame colturale: Agar alla cetrimide, agar sangue, MacConkey, Pseudosel agar. Incubazione in aerobiosi.
Identificazione: Morfologia delle colonie (a rapida crescita e a bordi diffusi), attività emolitica (spesso
evidente), pigmentazione (verde), odore (dolce, di uva), positività all'ossidasi, negatività alla fermentazione del
lattosio, profili biochimici tipici, antibiotici, tipizzazione fagica, altri pigmenti.
Caratterizzazione molecolare del DNA (PCR).
RNA ribosomiale (scopo epidemiologico).
Prevenzione, trattamento, controllo
La terapia con antibiotici è difficile per 2 motivi:
resistenza a molti antibiotici (beta lattamasi plasmide-dipendente);
i pazienti infettati con difese immunitarie compromesse non sono in grado di rispondere positivamente alla
terapia antibiotica.
Possono essere usate le seguenti combinazioni di antibiotici (infatti la monoterapia è sempre inefficace):
Penicilline, cefalosporine (sp. ceftazidime), carbapenemici
Aminoglicosidi (sp. tobramicina) insieme ai beta lattamici
Cloramfenicolo, fluorochinoloni (sp. ciprofloxacina)
Immunoglobuline iperimmuni e trasfusioni di granulociti possono giovare in infezioni in pazienti
immunocompromessi.
NB: Seguire antibiogramma è sempre necessario.
L'infezione grave da P. aeruginosa è ospedaliera. La prevenzione si deve basare, dunque, su misure igieniche
e comportamentali come il controllo dei macchinari per l'emodialisi e l'uso di materiali sterili associato ad un
corretto lavaggio delle mani.
Si deve tener conto che l'utilizzo di antibiotici ad ampio spettro, oltre ad uccidere la flora commensale
competitiva, seleziona i ceppi di P. aeruginosa a più resistenza. L'utilizzo degli antibiotici deve quindi essere
specifico e mirato.
Brucella
è un genere di batteri attualmente non inserita in alcuna famiglia; in passato veniva ascritto alla
famiglia Brucellaceae, ora abolita.
Etimologia
Deve il nome da David Bruce, medico australiano che per primo isolò e descrisse il batterio.
Descrizione
Le brucelle sono cocco-bacilli gram negativi, acapsulati, asporigeni, immobili, aerobi facoltativi;
inoltre sono ossidasi e catalasi positivi e non fermentano i carboidrati.
Tassonomia
Si conoscono otto specie di Brucella, ciascuna con diverse biovariant:
B. abortus: in precedenza detta bacillo di Bang, causa aborto nei bovini ed è la specie più diffusa
nel mondo a causa della vasta distribuzione dei bovini. Presenta 8 diversi biotipi numerati dall'1
al 9 (manca l'8). Ad eccezione del biotipo 1, diffuso in tutto il mondo, i singoli biotipi non sono
presenti uniformemente: di solito in ogni singolo paese si trovano solo due o tre biotipi.
B. canis: non è distinta in biotipi, causa aborto nelle femmine del cane e infezioni nell'apparato
genitale dei maschi. Può colpire occasionalmente anche l'uomo, ma i pochi casi riferiti si sono
manifestati esclusivamente in persone addette alla cura di animali infetti (veterinari, ecc.).
B. melitensis: sono distinti 3 biotipi di questa specie, numerati dall'1 al 3. Colpisce
prevalentemente i caprini in cui causa aborto. È patogena anche per l'uomo, per il quale
costituisce l'agente eziologico prevalente in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo.
B. suis: se ne distinguono 4 biotipi, contrassegnati dall'1 al 4. Causa aborto nei suini e anche in
alcuni roditori. Nell'Europa occidentale e centrale è abbastanza diffuso il tipo 2.
Caratteristica importante per l'azione patogena è la capacità di resistere alla fagocitosi, questi
batteri sono perciò capaci di sopravvivere all'interno dei macrofagi. Hanno una forma
bastoncellare, e sono generalmente lunghi da 0,8 a 1 micron.
Per la coltura le brucelle hanno bisogno di terreni arricchiti di liquidi organici (sangue, siero), e di
un'atmosfera contenente dal 5 al 10% di anidride carbonica. Le colonie si rendono visibili dopo
3-4 giorni. Tuttavia, prima di essere considerate negative, le colture devono essere incubate per
almeno tre settimane e, in caso di dubbio, vanno ripetute.
Le brucelle sono germi molto delicati e con complesse esigenze nutrizionali: vengono uccise dal
calore (62 °C per mezz'ora o 72 °C per 15 secondi), o dalla luce solare diretta in quattro ore e
mezza. Le normali procedure di pastorizzazione del latte eliminano facilmente il germe. Anche
l'abbassamento del pH non permette alle brucelle di sopravvivere.
Le brucelle sono agenti patogeni sia per l'uomo che per altri mammiferi, in cui causano infezioni
subacute o scarsamente sintomatiche.
Gli animali si infettano principalmente attraverso le secrezioni uterine, ricchissime di germi. Altra
via importante di contagio è il latte: la concentrazione di germi nel latte è relativamente bassa,
ma può aumentare anche di 400 volte nel colostro. Tra gli animali, particolarmente colpiti sono i
caprini, i bovini, ma anche i cani, i cavalli e i roditori. I danni tissutali più gravi si verificano
nell'utero di animali gravidi, provocando spesso l'aborto.
Solo tre brucelle sono patogene per l'uomo: B. melitensis, B. abortus e B. suis; queste
differiscono, dal punto di vista sierologico, per la diversa concentrazione dei dei due principali
determinanti antigenici di membrana: M ed A; il primo è più presente in B. melitensis, mentre il
secondo in B. abortus e B. suis; tuttavia, poiché la correlazione antigenica tra le varie specie è
molto elevata, a livello diagnostico, si utilizzano di solito sospensioni standardizzate di uno stipite
particolare di B. abortus. La malattia che causano è genericamente definita brucellosi
Patologia
La brucellosi (o febbre maltese) è una malattia infettiva a lento decorso, che insorge dopo un
periodo di incubazione di 1-6 settimane. I sintomi caratteristici della malattia sono: febbre
ondulante, splenomegalia e mialgia.
L'uomo può venire in contatto con questi microrganismi tramite l'ingestione di latte non
pastorizzato o, meno frequentemente, di carne infetta (la cottura infatti basta ad eliminare il
germe); oppure attraverso contatto diretto con animali infetti (manovre veterinarie, procedure di
macellazione, ecc). I batteri una volta penetrati nell'organismo passano nel sangue e vanno a
colonizzare il fegato, la milza, i linfonodi, il midollo osseo, organi ricchi di cellule macrofagiche
entro le quali i batteri possono moltiplicarsi. L'immunità cellulo-mediata cerca di confinare
l'infezione causando però in tali organi lesioni necrotiche o dei veri e propri granulomi.
In un terzo dei casi il decorso della malattia si complica con l'insorgenza di artrite settica, che
nell'adulto si localizza più frequentemente a livello dello scheletro assile (sacro-ileite
monolaterale o spondilite), mentre nel bambino si manifesta a carico delle articolazioni
periferiche.
Diagnosi
Tramite il test di laboratorio Reazione di Wright si analizza se l'organismo è venuto in contatto
con le brucelle, ossia si ricercano nel sangue anticorpi specifici diretti contro antigeni della
Brucella.
Dal sangue o da materiale bioptico vengono allestite le colture,prima in terreni liquidi con 10% di
CO2 poi in terreni solidi,evidenziate da test biochimici e test di agglutinazione con sieri specifici.
In alternativa vi sono test ELISA per la ricerca di IgG o IgM specifiche.
Terapia
Si usano combinazioni di tetracicline e rifampicina, la terapia deve essere protratta per sei
settimane o più.
GENERE: Corynebacterium SPECIE: C. diphtheriae, C. ulcerans
Di forma bacilliare clavata (disposti in diverse forme: a palizzata, a lettere cinesi, ecc). Spesso saprofiti
ampiamente diffusi in natura. Producono, come i micobatteri, lunghe catene di acidi grassi, che terminano
con l’acido micolinico.
Caratteristiche
Gram positivi. Presentano una potente tossina (esotossina difterica).
Patogenesi
C. diphtheriae, agente eziologico della difterite. Colonizza le mucose del tratto respiratorio (faringe,
laringe, naso), o distretti, come la cute o la congiuntiva. La lesione è causata dall esotossina difterica, con
potere citotossico che causa la morte delle cellule epiteliali con formazione di essudato fibrinoso e
formazione di placche pseudomembranose di colore biancastro.
Epidemiologia
Si trasmette per contatto interumano, diffusa in tutto il mondo. Occasionali le epidemie. Aumento di
infezioni opportunistiche da corinebatteri per aumento di pazienti immunodepressi.
Controllo
Sanitario (l’uso del vaccino riduce lo stato di portatori); Vaccini (allestito con tossina inattivata mediante
formaldeide alcalina. Talvolta si usano immunoglobuline umane specifiche); Farmaci (penicillina,
eritromicina, chinolonico, vancomicina)
GENERE: Bordetella SPECIE: B. pertussis
Agente eziologico ella pertosse (tosse convulsa).
Coccobacilli Gram negativi, immobili, provvisti di capsula.
Si localizzano nella mucosa tracheobronchiale dove determinano una infiammazione. L’azione patogena prodotta da
una endotossina. Complicazione è la broncopolmonite.
Patogenesi
B. pertussis una volta contratto si porta nelle vie respiratorie dove aderisce alle integrine delle cellule epiteliali ciliate
mediante proteine di adesione, in particolare pertactina e emoagglutinina filamentosa. Può anche aderire ai macrofagi
sfruttando il recettore del complemento CR3, dopodiché viene endocitato da questi senza che si sviluppi il killing
ossidativo conseguente alla fagocitosi di un microbo. Questo batterio sfrutta l'assenza di specie reattive dell'ossigeno e
la protezione dall'immunità umorale per replicarsi all'interno dei macrofagi. B. pertussis è in grado di produrre quattro
tossine oltre a due tipi di lipopolisaccaride, uno con il tipico lipide A e l'altro con il lipide X la cui funzione non è chiara.
La tossina della pertosse, è una classica tossina A-B, porta ad aumento dei livelli di cAMP intracellulare che ha come
conseguenza macroscopica un aumento della secrezione di muco nelle vie respiratorie nonché di altre secrezioni.
La tossina adenilato-ciclasica, è attivata dalla calmodulina intracellulare e determina la trasformazione ATP in cAMP.
Questa tossina inibisce la chemiotassi dei leucociti e la fagocitosi.
La tossina dermonecrotica, è termolabile, causa vasocostrizione periferica con conseguente ischemia localizzata,
diapedesi ed emorragia.
La citotossina tracheale, è un peptidoglicano monomerico presente nella parete cellulare. A basse concentrazioni provoca
ciliostasi, ad alte distruzione dell'epitelio ciliato. La citotossina tracheale interferisce con la sintesi del DNA. È la
principale responsabile della tosse associata alla pertosse in quanto inibisce i meccanismi di clearance respiratoria e
della febbre poiché promuove la secrezione di IL-1
Sono parassiti intracellulari obbligati.
CONTROLLO: Vaccini (vaccino allestito con la tossina); Farmaci (sensibili all’eritromicina e alla tetraciclina
GENERE: Vibrio SPECIE: V. cholerae
Agente eziologico del colera. In passato coinvolto in grandi epidemie. R. Kock nel 1883 scoprì il vibrione
del colera in Egitto.
Gram negativo, bastoncello curvato, mobile, con antigeni O (somatici) e H (flagellari). In base a tali
antigeni si riconoscono diversi sierogruppi.
PATOGENESI:
Produce una potente enterotossina.
EPIDEMIOLOGIA:
La malattia si trasmette per via oro-fecale e a diffusione endemo-epidemica. Si contrae per ingestione di
acqua e alimenti contaminati.
CONTROLLO:
Sanitario (importanti misure igienico-sanitarie); Vaccini (allestito con vibrioni colerici inattivati, che può
provocare però effetti collaterali); Farmaci (tetracicline e sulfamidici).
GENERE: Treponema SPECIE: T. pallidum
Causa la sifilide.
Battere delicato, che richiede temperature tra 30°C e 37°C e ambiente microaerofilo. La cellula
batterica contiene alte concentrazioni di lipidi (cardiolipina, colesterolo), inusuale nei batteri. Le
cardiolipine identificate mediante reazione anticorpale (VDRL) su siero dei pazienti (test aspecifico). Test
specifico di conferma: anticorpi anti-Treponema.
PATOGENESI:
Sifilide primaria (esclusivamente genitale); sifilide secondaria (eruzione cutanea, mani piedi e tronco,
placche ipertrofiche genitali e orali); sifilide terziaria (diffusione in tutto il corpo, fatale, principalmente
sistema nervoso e apparato cardiovascolare).
EPIDEMIOLOGIA:
La malattia si trasmette per contatto sessuale. Generalmente coinfezione con altri patogeni genitali.
CONTROLLO:
Farmaci (Penicillina G).
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