Struttura del virione (HIV) Trasmissione dell`infezione

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Famiglia
Virus ad RNA che si
moltiplicano attraverso
intermediari replicativi
di DNA
Retroviriridae
Struttura del virione (HIV)
Proteine strutturali
NC: nucleocapsidica (RNA-binding) (p7)
CA: del capside (p24)
MA: proteina matrice (p17)
SU: glicoproteina di superficie (gp120)
TM: glicoproteina transmembrana (gp41)
Oncovirus:
potenziale capacità di indurre tumori in vari animali
Proteine enzimatiche
Spumavirus:
PR: proteasi (p11)
RT: trascrittasi inversa (p66/p51)
IN: integrasi (p31)
senza un’apparente azione patogena, caratterizzati da
formazione di effetto schiumoso sulle cellule in vitro
Lentivirus: (HIV1, HIV2)
quadri clinici non neoplastici, lungo tempo di incubazione,
patologie prevalentemente a carico del sistema immune,
nervoso e delle articolazioni
Diametro circa: 100 nm
Sindrome da immunodeficienza acquisita
AIDS
La sindrome fu descritta nel 1981 in omosessuali maschi
(relazioni con molteplici partner)
Focolai di polmonite mortale da Pneumocystis carinii associata
a segni evidenti di compromissione del sistema immunitario
L’AIDS rappresenta la fase finale di
un’infezione lenta e progressiva da virus HIV
Caratterizzato dalla comparsa di una o più affezioni
rivelatrici di una grave carenza delle funzioni immunitarie
Sospetto: Immunodeficienza acquisita dovuta ad un agente
infettante a trasmissione sessuale
• infezioni opportunistiche
• tumori
• fine 1981 casi di tossicodipendenti eterosessuali (droghe per
via endovenosa)
• livelli di cellule CD4+ <200 per mm3 di sangue
• 1982 primi casi in emofilici (trasfusioni del fattore VIII°umano)
• 1983 isolamento del HIV indipendentemente in Francia e
negli USA
Infezioni da protozoi ed elminti
• Polmonite da pneumocystis carinii
Condizioni neurologiche
• Toxoplasmosi viscerale ( polmoniti, infezioni del SNC)
Infezioni micetiche
• Aspergillosi (infezioni disseminate del SNC)
• Candidosi (esofagiti, infezioni bronchiali e polmoniti)
Infezioni batteriche
• Tubercolosi
Infezioni virali
Alcune tra le
manifestazioni più comuni
nei pazienti con AIDS
• Malattie da CMV (polmoniti, encefaliti)
• Malattie da HSV (disseminate, polmoniti, encefaliti, lesioni croniche)
Tumori
• Sarcoma di Kaposi
• Linfomi B e malattie linfoproliferative da EBV
Trasmissione dell’infezione
Encefalopatia da HIV (AIDS dementia complex)
• Strongiloidosi (polmoniti, infezioni disseminate del SNC)
• Micobatteriosi atipiche (forme disseminate)
La maggior parte dei gravissimi sintomi non sono
direttamente dovuti all’agente causale ma alle infezioni
secondarie intercorrenti
• HIV isolato dal sangue, liquido seminale, secrezioni
vaginali, saliva, liquido lacrimale, urina, latte materno,
• Contagio: via sessuale, transplacentare, allattamento,
esposizione parenterale o mucosale a materiale
ematico infetto (uso comune di siringhe)
• Contagio professionale: esposizione parenterale (più
raramente mucosale) accidentale a sangue infetto del
personale sanitario
• Non vi sono rischi di contagio legati alla semplice
convivenza o ad insetti vettori
• Trasfusioni, emoderivati non rappresentano oggi fonti
di trasmissione (controllo donatori)
• Carcinomi squamosi orali, anali e genitali
1
Decorso dell’Infezione da HIV-1
Recettore CD4: linfociti, monociti, macrofagi,
cellule dendritiche, …
Corecettori
Ceppi monocitotropi CCR5
Ceppi linfocitotropi CXCR4
Ceppi dual -tropi entrambi i tipi di corecettori
I linfociti del sangue periferico presentano
entrambi i co-recettori
sintomi associati
all’infezione
primaria
Latenza clinica
malattie
opportunistiche,
tumori
Evasione del sistema immunitario
• Infezione linfociti e macrofagi
• Inattivazione linfociti Th
• Elevata frequenza di errori della DNA
polimerasi RNA dipendente
• Variabilità antigene gp120 (elevata frequenza di
errori durante la RT, pressione selettiva esercitata
dall’immunità)
• Elevato grado glicosilazione gp120
• Down regolazione dell’espressione del
MHC
Inibitore della fusione
Terapia
Inibitori della RT
HAART (highly active antiretroviral therapy): l’uso di tre o più
farmaci appartenenti a differenti classi di inibitori
• nucleosidici
• non nucleosidici
Inibitori della proteasi
Terapia
= T20
Inibitori dell’intergasi (?)
Non è in grado di eliminare il virus dall’organismo
• Ritarda l’evoluzione dell’infezione e della malattia
• anche se con una frequenza minore rispetto alla
monoterapia, porta alla selezione dei ceppi farmaco-resistenti
(necessario un monitoraggio della carica virale (RT-PCR)
1.
Adsorbimento e penetrazione
2.
Uncoating, Retrotrascrizione e Integrazione del genoma provirale
3.
Trascrizione e Traduzione del genoma
4.
Assemblaggio, Gemmazione, Maturazione dei virioni
Terapia di infezioni secondarie: farmaci attivi contro i
singoli agenti superinfettanti
Difficoltà di allestire un vaccino: la grande variabilità
antigene del virus
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Diagnosi di infezione
Indiretta:
ELISA (screening)
Western blot (test di conferma)
Diretta
Ricerca del virus
- p24
- acido nucleico (RNA e DNA)
Monitoraggio dell’infezione e della terapia:
- misura della viremia (PCR quantitativa)
- misura di cellule CD4
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