Università degli Studi di Bergamo — Facoltà di Ingegneria Matematica I — Appello del 2 Luglio 2007 – Tema A Matr. Cognome e Nome 1.1. Disegnare un grafico approssimativo della funzione f (x) = ln |x − 2|. Indicare sul grafico dove si annulla la funzione e i suoi limiti ai bordi dell’insieme di definizione. Non è necessario e non è richiesto lo studio della funzione. Svolgimento: ln |x − 2| 2 x=2 Si tratta di una semplice modifica del grafico della funzione ln x. È il traslato di tale grafico di 2 verso destra e l’aggiunta del suo simmetrico rispetto all’asse x = 2. Il dominio di definizione è R\{2} con limite +∞ a +∞ e −∞ e con limite −∞ a 2. La funzione si annulla per x = 1 e x = 3. 0 -2 -4 -6 -8 -6 -4 -2 0 2 4 1.2. Calcolare la derivata della seguente funzione x−2 f (x) = xe x2 −1 Svolgimento: (x2 − 1) − (x − 2).2x xx−2 · e 2 −1 (x2 − 1)2 x−2 −1 + 4x − x2 xx−2 = e x2 −1 + x · · e 2 −1 (x2 − 1)2 x−2 1 − 4x + x2 = 1−x· e x2 −1 2 2 (x − 1) 2 2 (x − 1) − x(1 − 4x + x2 ) xx−2 = e 2 −1 (x2 − 1)2 x4 − x3 + 2x2 − x + 1 xx−2 = e 2 −1 (x2 − 1)2 x−2 f 0 (x) = e x2 −1 + x · 1.3. Calcolare il seguente integrale Z π x cos x dx 0 Svolgimento: Si può usare l’integrazione per parti, integrando il coseno e derivando x: Z π Z π π x cos x dx = x sin x 0 − sin x dx 0 0 π = 0 − 0 + cos x 0 = −1 − 1 = −2 1 6 8 10 1.4. Risolvere il seguente problema di Cauchy ( y0 = 2x(1 − y 2 ) y(0) = 1 Svolgimento: Si tratta di un’equazione differenziale a variabili separabili. Le soluzioni costanti sono quelle per cui y = ±1. In particolare, siccome il dato iniziale è y(0) = 1, la soluzione del problema di Cauchy è la soluzione costante y = 1. 1.5. Stabilire il carattere della serie +∞ X (−1)n √ n+ n n=1 Svolgimento: Si tratta di una serie a termini alterni: n+1√n è positivo per ogni n ma (−1)n cambia segno (è positivo, uguale a 1 per n pari e negativo, uguale a −1 per n dispari). √ √ Le due successioni n e n sono crescenti, quindi n + n è crescente e quindi n+1√n è una successione decrescente. Il limite di questa successione è 0 (perché è il rapporto di una successione costante per una successione che tende all’infinito). Dal criterio di Leibniz vediamo che la serie è convergente. 1.6. Risolvere la seguente disequazione: √ x−26x+3 Svolgimento: Le soluzioni della disequazione devono verificare x > 2, se no la radice quadrata non è definita. Per x > 2 il termine x + 3 è certamente positivo. Possiamo elevare al quadrato ottenendo x − 2 6 (x + 3)2 = x2 + 6x + 9 ⇐⇒ 0 6 x2 + 5x + 11. Il discriminante del polinomio è ∆ = 25 − 44 = −19 < 0, quindi l’ultima disuguaglianza è sempre verificata. L’insieme delle soluzioni è {x|x > 2} = [2; +∞). 2 2.1. Studiare la funzione f (x) = ln(5e2x − 4ex − 1) − 2x e tracciarne un grafico qualitativo Dominio, segno, eventuali simmetrie, limiti ai bordi del dominio ed eventuali asintoti: La funzione è definita per ogni x tale che 5e2x − 4ex − 1 = 5(ex )2 − 4ex − 1 > 0. Il trinomio 5t2 − 4t − 1 è positivo per t < − 51 e t > 1 e quindi (siccome t = ex > 0), la funzione è definita per x > 0. La funzione non presenta simmetrie. 2x x −1 = ln(5 − 4e−x − e−2x ) Siccome limx→0 5e2x − 4ex − 1 = 0, limx→0+ f (x) = −∞. Osserviamo che f (x) = ln 5e −4e e2x e quindi limx→+∞ f (x) = ln 5. Abbiamo quindi un asintoto verticale in x = 0 e uno orizontale verso +∞. La funzione è √ positiva quando 5 − 4ex − e−2x > 1, √ cioè quando e−2x + 4ex √ − 4 < 0. Il trinomio t2 + 4t − 4 si√annulla −x per x > − ln(2 2 − 2). in t = −2 ± 2 2. Quindi f è negativa per e > 2 2 − 2, cioè x < − ln(2 2 − 2) e positiva √ √ √ √ 1+ 2 1 (Oss: − ln(2 2 − 2) = − ln( 2 − 1) − ln 2 = ln √2−1 − ln 2 = ln( 2 + 1) − ln 2 = ln 2 > 0). Derivata prima: 10e2x − 4ex 10e2x − 4ex − 10e2x + 8ex + 2 − 2 = 5e2x − 4ex − 1 5e2x − 4ex − 1 4ex + 2 2ex + 1 = 2x = 2 2x 5e − 4ex − 1 5e − 4ex − 1 Crescere e decrescere, massimi, minimi: Il numeratore di f 0 (x) è ovviamente positivo, abbiamo già visto che il denominatore è positivo sull’insieme di definizione di f , quindi f 0 (x) è positiva sull’insieme di definizione di f e quindi f è strettamente crescente. Non si sono quindi né massimi né minimi, né locali né globali. f 0 (x) = Derivata seconda: 10e3x − 8e2x − 2ex − 20e3x + 8e2x − 10e2x + 4ex 2ex (5e2x − 4ex − 1) − (2ex + 1)(10e2x − 4ex ) =2 2x x 2 (5e − 4e − 1) (5e2x − 4ex − 1)2 −10e3x − 10e2x + 2ex 5e2x + 5ex − 1 =2 = −4ex 2x x 2 (5e − 4e − 1) (5e2x − 4ex − 1)2 f 00 (x) = 2 Concavità e convessità: Le radici di 5t2 + 5t − 1 sono quindi ∀x > 0, f 00 (x) < 0. La funzione è concava. √ −5 ± 3 5 e per t = ex > 1, abbiamo 5t2 + 5t − 1 > 0 e 10 Grafico: 2 ln(5e2x − 4ex − 1) − 2x 1.5 1 0.5 0 -0.5 -1 -1.5 -2 -1 0 1 2 3 3 4 5 2.2. Stabilire per quali valori dei parametri reali a e b è possibile applicare nell’intervallo [−1, 1] il teorema di Lagrange alla funzione ( (x − 1)(x + a) per x 6 0 f (x) = ln(1+bx) per x > 0 x Svolgimento: Per poter applicare il teorema di Lagrange, la funzione f deve essere continua su [−1, 1] e derivabile su (−1, 1). Per x < 0 la funzione è ovviamente continua e derivabile. Per x > 0 è continua e derivabile, purché 1 + bx sia positivo sur tutto l’intervallo considerato; perché questa condizione sia verificata sull’intervallo (0; 1], dobbiamo avere b > −1. Il problema sta in 0: secondo i valori di a o di b, la funzione potrebbe essere discontinua o non derivabile. Per x < 0, abbiamo f (x) = (x − 1)(x + a), quindi f 0 (x) = x + a + x − 1 = 2x + a − 1. Quindi lim f (x) = −a x→0− Per x > 0, abbiamo f (x) = lim f 0 (x) = a − 1 = f 0 (0− ). x→0− ln(1 + bx) , quindi x lim f (x) = lim x→0+ x→0+ ln(1 + bx) ln(1 + bx) = lim b = b.1 = b. + x bx x→0 Invece ln(1+bx) x f (x) − f (0) f (0 ) = lim+ = lim+ x x→0 x→0 0 + −b x = lim+ x→0 ln(1 + bx) − bx x2 (bx)2 2 + (bx)2 ε(x) − bx b2 b2 = lim+ − + b2 ε(x) = − . 2 x 2 2 x→0 x→0 √ 2 Quindi dobbiamo avere −a = b e a − 1 = − b2 , cioè a2 + 2a − 2 = 0 che ammette a = −1 ± 2 e b = −a. Nei due casi √ √ √ √ b > −1 quindi ci sono due soluzioni: a = −1 + 2, b = 1 − 2 e a = −1 − 2, b = 1 + 2. = lim+ bx − 2.3. Risolvere il seguente problema di Cauchy: ( y 0 − y cot x = 2x sin x y( π2 ) = 1 Svolgimento: Si tratta di un’equazione differenziale lineare. Cominciamo dal risolvere l’equazione omogenea corx rispondente, cioè y 0 − y cot x = 0 o y 0 = y cos sin x . Questa equazione è un’equazione a variabili separabili, la cui unica soluzione costante è y = 0. Per y 6= 0, abbiamo y0 cos x = y sin x ⇐⇒ dy cos x dx = y sin x e quindi ln |y| = ln | sin x| + C con C ∈ R. Quindi |y| = eC | sin x|, cioè y = K sin x con K = ±eC (K = eC se y e sin x hanno lo stesso segno e K = −eC se y e sin x hanno segni opposti). Si ritrova la soluzione costante per K = 0. Per risolvere l’equazione completa, usiamo il metodo della variazione della costante arbitraria. Cerchiamo una funzione (derivabile) k tale che y = k(x) sin x sia soluzione dell’equazione differenziale. Allora y 0 = k 0 (x) sin x + k(x) cos x e quindi y 0 − y cot x = k 0 (x) sin x + k(x) cos(x) − k(x) cos x = k 0 (x) sin x. La funzione k deve quindi verificare k 0 (x) = 2x, cioè k(x) = x2 + C, con C ∈ R. Le soluzioni dell’equazione differenziale sono quindi della forma y(x) = (x2 + C) sin x, con C ∈ R. Nel nostro caso in 2 x = π2 abbiamo y = 1 e quindi C = 1 − π4 . Soluzione: y = x2 + 1 − π2 4 sin x. 4 Università degli Studi di Bergamo — Facoltà di Ingegneria Matematica I — Appello del 2 Luglio 2007 – Tema B Matr. Cognome e Nome p 1.1. Disegnare un grafico approssimativo della funzione f (x) = |x + 1|. Indicare sul grafico dove si annulla la funzione e i valori massimi e minimi che raggiunge. Non è necessario e non è richiesto lo studio della funzione. Svolgimento: 2 p |x + 1| x = −1 1.5 Si tratta di una semplice modifica √ del grafico della funzione x. È il traslato di tale grafico di 1 verso 1 sinistra e l’aggiunta del simmetrico di tale grafico rispetto alla retta x = −1. 0.5 La funzione si annulla per x = −1 e tende a +∞ a +∞ e −∞. 0 -0.5 -3 -2.5 -2 f (x) = -1.5 -1 -0.5 1.2. Calcolare la derivata della seguente funzione 1 ln x−1 x+1 Svolgimento: x+1−(x−1) (x+1)2 f 0 (x) = − ln x−1 x+1 x+1 · x−1 2 2 (x+1)(x−1) = − 2 ln x−1 x+1 2 =− (x2 − 1) ln 1.3. Calcolare il seguente integrale Z 0 Svolgimento: Z 0 π 4 sin x dx = cos2 x Z 0 π 4 x−1 x+1 π 4 2 = 2 (1 − x2 ) ln x−1 x+1 2 sin x dx cos2 x π4 1 1 √ − sin x 1 − dx = = 1 − = 2 − 1. 2 √ cos x cos x 0 1 2 1 0 0.5 1 1.4. Risolvere il seguente problema di Cauchy ( y0 = tan y y(1) = π Svolgimento: Si tratta di un’equazione a variabili separabili. Le soluzioni costanti sono della forma y = kπ, con k ∈ Z. La soluzione del problema di Cauchy è quindi y(x) = π. +∞ 2 X n +1 n! n=1 Svolgimento: Si tratta di una serie a termini positivi. Possiamo usare il criterio del rapporto: 1.5. Stabilire il carattere della serie (n+1)2 +1 (n+1)! n2 +1 n! = 1 + n2 + n22 n! 1 n2 + 2n + 2 1 (n + 1)2 + 1 · = · = · 2 2 n +1 (n + 1)! n+1 n +1 n+1 1 + n12 Siccome il limite è 0 < 1, la serie converge. 1.6. Risolvere la seguente disequazione: √ x+2>x−2 Svolgimento: Le soluzioni della disequazione devono verificare x > −2, se no la radice quadrata non è definita. Se −2 6 x 6 2, x − 2 6 0 e quindi la disequazione è verificata. Se x > 2, abbiamo x − 2 > 0 quindi la disequazione è verificata se e solo se x + 2√> (x − 2)2 = √ x2 − 4x + 4, cioè se e 5− 17 5+ solo se x2 − 5x + 2 6 0. L’equazione x2 − 5x + 2 = 0 ha due soluzioni: x1 = 2 e x2 = 2 17 . Abbiamo quindi √ x2 − 5x + 2 6 0 per x1 6 x 6 x2 . Siccome 16 < 17, 4 < 17 e quindi x1 < 21 e x2 > 92 . Quindi abbiamo x > 2 e x2 − 5x + 2 6 0 per 2 < x 6 x2 . h √ √ i L’insieme delle soluzioni è {x| − 2 6 x 6 5+2 17 } = −2; 5+2 17 . 2 2.1. Studiare la funzione √ f (x) = x 3 x − 2 e tracciarne un grafico qualitativo Dominio, segno, eventuali simmetrie, limiti ai bordi del dominio ed eventuali asintoti: La funzione è definita su tutto R, non ha simmetrie e il limite a ±∞ è +∞. La funzione si annulla per x = 0 e x = 2, ha il segno di x(x − 2) e quindi è positiva su (−∞; 0) ∪ (2; +∞) e negativa su (0; 2). √ 3 x − 2 per cui il limite di f (x) Abbiamo f (x) x = x a ±∞ è infinito e quindi non ci sono asintoti. √ Derivata prima: In x = 2 la funzione è asintotica a 2 3 x − 2 e quindi non è derivabile. Per x 6= 2, abbiamo √ 3 3(x − 2) + x 1 x p = p 3 2 3 (x − 2) 3 3 (x − 2)2 4x − 6 2(2x − 3) = p = p 3 3 (x − 2)2 3 3 (x − 2)2 f 0 (x) = x−2+ Crescere e decrescere, massimi, minimi: La derivata di f ha il segno di 2x − 3, quindi è negativa per x < 32 e positiva per x > 23 . Quindi f è decrescente su (−∞; 32 ) e crescente su ( 32 ; +∞). In x = 32 , f raggiunge un minimo 3 uguale a − 2 √ 3 . 2 Derivata seconda: Per x 6= 2, p 2 3 (x − 2)2 − (2x − 3) 23 · 2 p f 00 (x) = · 3 3 (x − 2)4 = p 3 3 (x − 2)2 − (2x − 3) · 4 p = · 3 9 (x − 2)4 x−3 1 1 1 (x−2) 3 (x−2) 3 1 4 3(x − 2) − (2x − 3) 4 p = · p · 3 5 9 9 3 (x − 2)5 (x − 2) Concavità e convessità: La derivata seconda di f ha il segno di (x − 2)(x − 3), quindi è positiva per x < 2 e x > 3 e negativa per 2 < x < 3. La funzione è quindi convessa per x < 2 e x > 3 e concava per 2 < x < 3. (Il cambiamento di concavità in x = 2 si fa tramite una tangente verticale). Grafico: 6 √ x3x−2 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -2 -1 0 1 2 3 3 4 2.2. Stabilire per quali valori dei parametri reali a e b è possibile applicare nell’intervallo [−1, 1] il teorema di Lagrange alla funzione ( (x + 21 )(x + a) per x 6 0 f (x) = ln(1+bx) per x > 0 x Svolgimento: Per poter applicare il teorema di Lagrange, la funzione f deve essere continua su [−1, 1] e derivabile su (−1, 1). Per x < 0 la funzione è ovviamente continua e derivabile. Per x > 0 è continua e derivabile, purché 1 + bx sia positivo sur tutto l’intervallo considerato; perché questa condizione sia verificata sull’intervallo (0; 1], dobbiamo avere b > −1. Il problema sta in 0: secondo i valori di a o di b, la funzione potrebbe essere discontinua o non derivabile. Per x < 0, abbiamo f (x) = (x + 21 )(x + a), quindi f 0 (x) = x + a + x + 12 = 2x + a + 21 . Quindi a 2 lim f (x) = x→0− Per x > 0, abbiamo f (x) = lim f 0 (x) = a + x→0− 1 = f 0 (0− ). 2 ln(1 + bx) , quindi x lim f (x) = lim x→0+ x→0+ ln(1 + bx) ln(1 + bx) = lim b = b.1 = b. x bx x→0+ Invece f 0 (0+ ) = lim x→0+ f (x) − f (0) = lim x x→0+ (bx)2 2 ln(1+bx) x x −b = lim x→0+ ln(1 + bx) − bx x2 2 + (bx) ε(x) − bx b2 b2 2 = lim − + b ε(x) = − . x2 2 2 x→0 x→0+ √ 2 Dobbiamo quindi avere a2 = b e a + 12 = − b2 , quindi a2 + 8a + 4 = 0, cioè a = −4 ± 2 3. Nei due casi b > −1, quindi √ √ √ √ le soluzioni sono a = −4 − 2 3, b = 2 + 3 e a = −4 + 2 3, b = 2 − 3. = lim+ bx − 2.3. Risolvere il seguente problema di Cauchy: ( y 0 − y tan x = 2x cos x y(0) = 1 Svolgimento: Si tratta di un’equazione differenziale lineare. Cominciamo dal risolvere l’equazione omogenea corsin x rispondente, cioè y 0 − y tan x = 0 o y 0 = y cos x . Questa equazione è un’equazione a variabili separabili, la cui unica soluzione costante è y = 0. Per y 6= 0, abbiamo sin x y0 = y cos x ⇐⇒ dy sin x dx = y cos x C e K C C e quindi ln |y| = − ln | cos x| + C con C ∈ R. Quindi |y| = | cos x| , cioè y = cos x con K = ±e (K = e se y e cos x hanno lo stesso segno e K = −eC se y e cos x hanno segni opposti). Si ritrova la soluzione costante per K = 0. Per risolvere l’equazione completa, usiamo il metodo della variazione della costante arbitraria. Cerchiamo una funzione k(x) k0 (x) k(x) sin x 0 (derivabile) k tale che y = cos e quindi y 0 − x sia soluzione dell’equazione differenziale. Allora y = cos x + cos2 x 0 0 k(x) sin x k(x) sin x k (x) 0 2 y tan x = kcos(x) x + cos2 x − cos2 x = cos x . La funzione k deve quindi verificare k (x) = 2x cos x = x(cos 2x + 1), cioè 2 k(x) = x2 sin 2x + cos 2x + x2 + C, con C ∈ R. Le soluzioni dell’equazione differenziale sono quindi della forma y(x) = caso in x = 0 abbiamo y = 1 e quindi C = −1. Soluzione: y(x) = x 2 sin 2x + cos 2x + cos x x2 2 −1 . 4 x 2 2 sin 2x+cos 2x+ x2 +C , cos x con C ∈ R. Nel nostro Università degli Studi di Bergamo — Facoltà di Ingegneria Matematica I — Appello del 2 Luglio 2007 – Tema C Matr. Cognome e Nome 1 1.1. Disegnare un grafico approssimativo della funzione f (x) = (x + 1) 3 . Indicare sul grafico dove si annulla la funzione e i suoi limiti ai bordi dell’insieme di definizione. Non è necessario e non è richiesto lo studio della funzione. Svolgimento: 1.5 1 (x + 1) 3 x = −1 1 Si tratta di una semplice modifica √ del grafico della funzione 3 x. È 0.5 la traslazione di 1 verso sinistra di tale grafico. Il dominio di definizione è R e 0 la funzione ammette limite +∞ a +∞ e −∞ a −∞. -0.5 La funzione si annulla in x = −1 (e ha una tangente verticale in tal punto). -1 -1.5 -3 -2.5 -2 -1.5 -1 -0.5 0 1.2. Calcolare la derivata della seguente funzione f (x) = arccos x2 + x x−1 2 √ √ +x Svolgimento: Per xx−1 < 1 (cioè, in pratica, per −1 − 2 < x < −1 + 2) (2x+1)(x−1)−(x2 +x) (x−1)2 0 f (x) = − r 1− x2 +x x−1 2 =− (2x + 1)(x − 1) − (x2 + x) 2x2 + x − 2x − 1 − x2 − x √ p =− |x − 1| x2 − 2x + 1 − x4 − 2x3 − x2 |x − 1| (x − 1)2 − (x2 + x)2 =− x2 − 2x − 1 √ |x − 1| −x4 − 2x3 − 2x + 1 1.3. Calcolare il seguente integrale Z 0 1 1 dx ex + 1 Svolgimento: Z 0 1 Z 1 1 1 e−x dx = dx = − ln(1 + e−x ) 0 x −x e +1 0 1+e = − ln(1 + e−1 ) + ln(1 + 1) = ln 2 − ln(1 + e−1 ) 1 0.5 1 1.4. Risolvere il seguente problema di Cauchy ( y0 = (y + 1)2 cos x y(0) = −1 Svolgimento: Si tratta di un’equazione a variabili separabili. L’unica soluzione costante è y = −1. La soluzione del problema di Cauchy è quindi y(x) = −1. +∞ X 2n + 1 3n+1 − n n=1 Svolgimento: Si tratta di una serie a termini positivi. Il termine generale è asintotico a n 2n 1 2 . = 3n+1 3 3 n Siccome 23 < 1, la serie di termine generale 23 è una serie geometrica convergente, quindi la serie di termine generale 1.5. Stabilire il carattere della serie 1 3 2 3 n converge e quindi, dal criterio del confonto asintotico, la serie proposta è convergente. 1.6. Risolvere la seguente disequazione: √ 2x + 3 6 x + 1 Svolgimento: Le soluzioni della disequazione devono verificare x > − 23 , se no la radice quadrata non è definita. Per x < −1 abbiamo x + 1 < 0 e quindi la disequazione non è verificata. Per x > −1 i due termini della disequazione sono non negativi e √ quindi essa√è verificata se e solo se 2x + 3 6 (x + 1)2 = 2 2 x + 2x + √1 cioè se e solo se x > 2. Questo e verificato per x 6 2 e x > 2, ma siccome siamo nel caso x > −1, solo per x > 2. √ √ L’insieme delle soluzioni è quindi: x|x > 2 = 2; +∞ . 2 2.1. Studiare la funzione r f (x) = −(x + 9) 1+ 2 x e tracciarne un grafico qualitativo Dominio, segno, eventuali simmetrie, limiti ai bordi del dominio ed eventuali asintoti: Il domionio di f è costituio dagli x tali che x 6= 0 e 1 + x2 > 0. Siccome 1 + x2 = x+2 x ha il segno di x(x + 2), il dominio di f è (−∞; −2] ∪ (0; +∞). Non ci sono simmetrie. Siccome limx→±∞ 1 + x2 = 1, f (x) ∼ −x per x → ±∞ e quindi il limite di f a ±∞ è ∓∞. q q q 1 − 1 − x2 2 2 q = −1 e f (x) + x = 1 − x − 9 = Abbiamo limx→±∞ f (x) 1 + 1 + x − 9 1 + x2 = − √2 2 − x x x 1+ 1+ x 2 1+ 1+ x q 9 1 + x2 e quindi limx→±∞ f (x) + x = −10. C’è quindi la retta y = −x − 10 come asintoto diagonale a ±∞. Derivata prima: r − x22 2 x+9 2 x+9 f (x) = − 1 + − =− 1+ + q ·q x 2 x x2 1 + 2 1 + x2 x x + 9 − x2 1 + x2 −x2 − x + 9 x2 + x − 9 x2 + x − 9 q q = = =− q = −√ x4 + 2x3 x2 1 + x2 x2 1 + x2 x2 1 + x2 r 0 Crescere e decrescere, massimi, minimi: La derivata di f ha il segno opposto di x2 + x − 9. Il trinomio x2 + x − 9 √ √ √ −1± 37 −1− 37 −1+ 37 si annulla per x = . Siccome x1 = < −2 e x2 = > 0, la funzione è decrescente su (−∞; x1 ), 2 2 2 crescente su (x1 ; −2) e (0; x2 ) e decrescente su (x2 ; +∞). Derivata seconda: 00 f (x) = − =− =− √ 2x3 +3x2 (2x + 1) x4 + 2x3 − (x2 + x − 9) √ x4 +2x3 x4 + 2x3 =− (2x + 1)x3 (x + 2) − (x2 + x − 9)x2 (2x + 3) 3 (x4 + 2x3 ) 2 (2x + 1)(x4 + 2x3 ) − (x2 + x − 9)(2x3 + 3x2 ) =− 3 (x4 + 2x3 ) 2 x2 (2x + 1)(x2 + 2x) − (x2 + x − 9)(2x + 3) 3 (x4 + 2x3 ) 2 x2 2x3 + 4x2 + x2 + 2x − (2x3 + 3x2 + 2x2 + 3x − 18x − 27) (x4 + 2x3 ) 3 2 =− x2 (27 + 17x) 3 (x4 + 2x3 ) 2 Concavità e convessità: Il segno di f 00 (x) è l’opposto di quello di 17x + 27. È quindi positiva per x <> −2 e negativa per x > 0. La funzione è quindi convessa per x > −2 e concava per x > 0. Grafico: 10 q −(x + 9) 1 + x2 y = −x − 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -20 -10 0 10 3 20 30 2.2. Stabilire per quali valori dei parametri reali a e b è possibile applicare nell’intervallo [−1, 1] il teorema di Lagrange alla funzione (x + 1)(x + a) per x > 0 f (x) = ebx − 1 per x < 0 x Svolgimento: Per poter applicare il teorema di Lagrange, la funzione f deve essere continua su [−1, 1] e derivabile su (−1, 1). Per x < 0 la funzione è ovviamente continua e derivabile. Per x > 0 è continua e derivabile, purché 1 + bx sia positivo sur tutto l’intervallo considerato; perché questa condizione sia verificata sull’intervallo (0; 1], dobbiamo avere b > −1. Il problema sta in 0: secondo i valori di a o di b, la funzione potrebbe essere discontinua o non derivabile. Per x > 0, abbiamo f (x) = (x − 1)(x + a), quindi f 0 (x) = x + a + x − 1 = 2x + a − 1. Quindi lim f (x) = −a x→0− Per x < 0, abbiamo f (x) = lim f 0 (x) = a − 1 = f 0 (0− ). x→0− ebx − 1 , quindi x lim f (x) = lim x→0+ x→0+ ebx − 1 ebx − 1 = lim b = b.1 = b. x bx x→0+ Invece f (x) − f (0) f (0 ) = lim = lim x x→0+ x→0+ 0 + (bx)2 2 ebx −1 x x −b = lim x→0+ ebx − 1 − bx x2 2 + (bx) ε(x) − bx b2 b2 = lim+ − + b2 ε(x) = − . 2 x 2 2 x→0 x→0 √ 2 Quindi dobbiamo avere −a = b e a − 1 = − b2 , cioè a2 + 2a − 2 = 0 che ammette a = −1 ± 2 e b = −a. Nei due casi √ √ √ √ b > −1 quindi ci sono due soluzioni: a = −1 + 2, b = 1 − 2 e a = −1 − 2, b = 1 + 2. = lim+ bx − 2.3. Risolvere il seguente problema di Cauchy: y 0 − 1 y = √ 4x 1−x2 1 − x2 y(0) = 3 Svolgimento: A causa della radice quadrata al denominatore, il valore di x è limitato all’intervallo (−1; 1). Si tratta di un’equazione differenziale lineare. Cominciamo dal risolvere l’equazione omogenea corrispondente, cioè 1 1 0 y 0 − 1−x 2 y = 0 o y = 1−x2 y. Questa equazione è un’equazione a variabili separabili, la cui unica soluzione costante è y = 0. Per y 6= 0, abbiamo y0 1 1 1 1 1 dy 1 1 1 1 = = + ⇐⇒ = + dx y 1 − x2 21−x 21+x y 21−x 21+x r 1+x e quindi ln |y| = − 21 ln |1 − x| + 12 ln |1 + x| + C = ln 1−x + C con C ∈ R. Siccome x ∈ (−1; 1), 1−x 1+x > 0 e quindi q q q 1+x 1+x 1+x + C. Segue |y| = eC 1−x , cioè y = K 1−x con K = ±eC (K = eC se y è positivo e K = −eC se y ln |y| = ln 1−x è negativo). Si ritrova la soluzione costante per K = 0. Per risolvere l’equazione completa, usiamo il metodo della variazione della costante arbitraria. Cerchiamo una funzione r 1 q 1 + x 1−x2 0 1+x 0 q (derivabile) k tale che y = k(x) 1−x sia soluzione dell’equazione differenziale. Allora y = k (x) + k(x) 1−x 1+x 1−x q 1 1+x 4x 4 0 0 e quindi y 0 − 1−x 2 y = k (x) 1−x . La funzione k deve quindi verificare k (x) = 1+x = 4 − 1+x , cioè k(x) = 4x − 4 ln |1 + x| + C = 4x − 4 ln(1 + x) + C, con qC ∈ R. Nel nostro caso in x = 0 abbiamo y = 3 = k(0) Soluzione: y(x) = (4x − ln(1 + x) + 3) q 1+0 1−0 = k(0) e quindi k(0) = 3, che significa C = 3. 1+x 1−x . 4 Università degli Studi di Bergamo — Facoltà di Ingegneria Matematica I — Appello del 2 Luglio 2007 – Tema D Matr. Cognome e Nome 1.1. Disegnare un grafico approssimativo della funzione f (x) = |ex − 1|. Indicare sul grafico dove si annulla la funzione e i suoi limiti ai bordi dell’insieme di definizione. Non è necessario e non è richiesto lo studio della funzione. Svolgimento: 4 |ex − 1| 3.5 Si tratta di una semplice modifica del grafico della funzione ex . È il traslato di tale grafico di 1 verso il basso, e la simmetria della parte sotto l’asse x rispetto a tale asse. La funzione si annulla in x = 0. Il dominio di definizione è R con limite +∞ a +∞ e 1 a −∞. 3 2.5 2 1.5 1 0.5 0 -4 -3 -2 -1 0 1 1.2. Calcolare la derivata della seguente funzione f (x) = tan x+1 x2 − x Svolgimento: x2 − x − (2x − 1)(x + 1) x+1 2 f (x) = 1 + tan (x2 − x)2 x2 − x 2 2 x − x − 2x − 2x + x + 1 x+1 2 = 1 + tan (x2 − x)2 x2 − x 2 −x − 2x + 1 x+1 = 1 + tan2 2 2 (x − x) x2 − x 2 x + 2x − 1 x+1 2 =− 1 + tan (x2 − x)2 x2 − x 0 1.3. Calcolare il seguente integrale Z 1 0 1 dx x2 + 2x + 2 Svolgimento: Z 0 1 1 dx = x2 + 2x + 2 Z 1 0 Z 1 dx (x + 1)2 + 1 2 1 dt 2+1 t 1 2 = arctan t 1 = = arctan 2 − arctan 1 = arctan 2 − 1 π 4 2 3 4 1.4. Risolvere il seguente problema di Cauchy ( y0 = cos2 y sin x y(1) = π 2 Svolgimento: Si tratta di un’equazione a variabili separabili. Le soluzioni costanti sono della forma y = k ∈ Z. Il dato iniziale è di questa forma (con k = 0) quindi la soluzione del problema di Cauchy è y(x) = π 2 + kπ con π . 2 +∞ X (−1)n (n + 1) n n n=1 Svolgimento: La successione (−1) n(n+1) non ha limite (in valore assoluto tende a 1 ma il segno è + per gli n pari e − per gli n dispari). In particolare non tende a 0 e quindi la serie non è convergente. 1.5. Stabilire il carattere della serie 1.6. Risolvere la seguente disequazione: p x2 − 1 > x − 5 Svolgimento: Dobbiamo avere x > 1 o x 6 −1 perché la radice quadrata sia definita. Se x 6 5, x − 5 6 0 e quindi la disequazione è verificata. Se invece x > 5, i due lati della disequazione sono positivi e quindi la disequazione è verificata se e solo se x2 − 1 > (x − 5)2 = x2 − 10x + 25, cioè se e solo se 10x > 24, cioè se e solo se x > 12 5 (quindi sempre perché siamo nel caso x > 5). L’insieme delle soluzioni è {x|x 6 −1 o x > 1} = (−∞; −1] ∪ [1; +∞). 2 2.1. Studiare la funzione √ f (x) = (2 − x) 3 x e tracciarne un grafico qualitativo Dominio, segno, eventuali simmetrie, limiti ai bordi del dominio ed eventuali asintoti: Il dominio di f è tutto R. Il segno di f (x) è quello di x(2 − x), cioè posiva per 0 < x < 2 e negativa per x < 0 o x > 2. Non ci sono simmetrie. √ 2 3 x quindi limx→±∞ f (x) Il limite di f (x) a ±∞ è −∞. Inoltre f (x) x = x −1 x = ±∞ e quindi non ci sono asintoti a ±∞. √ Derivata prima: In x = 0 abbiamo f (x) ∼ 2 3 x e quindi f non è derivabile in 0. Per x 6= 0, abbiamo √ 2−x −3x + 2 − x √ f 0 (x) = − 3 x + √ = 3 3 3 x2 3 x2 2(1 − 2x) √ = 3 3 x2 Crescere e decrescere, massimi, minimi: Il segno di f 0 (x) è quello di 1 − 2x, cioè è positivo per x < 21 e negativo per x > 12 , quindi la funzione è crescente su (−∞; 12 ) e decrescente su ( 12 ; +∞). La funzione raggiunge un massimo in 3 x = 12 , dove prende il valore 2 √ 3 . 2 Derivata seconda: Per x 6= 0 abbiamo √ 3 −2 x2 − 32 · 00 √ f (x) = 2 3 3 x4 1+x = −4 √ 3 9 x5 1−2x 1 x3 = −4 3x + (1 − 2x) √ 3 9 x5 Concavità e convessità: Il segno di f 00 (x) è quello opposto di x(1 + x), quindi è negativo per x < −1 e x > 0 e positivo per −1 < x < 0. La funzione f è quindi concava per x < −1 e x > 0 e convessa per −1 < x < 0. Grafico: 2 √ (2 − x) 3 x 0 -2 -4 -6 -8 -3 -2 -1 0 1 2 3 3 4 5 2.2. Stabilire per quali valori dei parametri reali a e b è possibile applicare nell’intervallo [−1, 1] il teorema di Lagrange alla funzione 1 (x − 2 )(x + a) per x > 0 f (x) = ebx − 1 per x < 0 x Svolgimento: Per poter applicare il teorema di Lagrange, la funzione f deve essere continua su [−1, 1] e derivabile su (−1, 1). Per x < 0 la funzione è ovviamente continua e derivabile. Per x > 0 è continua e derivabile, purché 1 + bx sia positivo sur tutto l’intervallo considerato; perché questa condizione sia verificata sull’intervallo (0; 1], dobbiamo avere b > −1. Il problema sta in 0: secondo i valori di a o di b, la funzione potrebbe essere discontinua o non derivabile. Per x < 0, abbiamo f (x) = (x − 21 )(x + a), quindi f 0 (x) = x + a + x − 12 = 2x + a − 21 . Quindi lim f (x) = − x→0− Per x > 0, abbiamo f (x) = a 2 lim f 0 (x) = a − x→0− 1 = f 0 (0− ). 2 ebx − 1 , quindi x lim+ f (x) = lim+ x→0 x→0 ebx − 1 ebx − 1 = lim+ b = b.1 = b. x bx x→0 Invece f (x) − f (0) f (0 ) = lim+ = lim+ x x→0 x→0 0 + (bx)2 2 ebx −1 x x −b = lim+ x→0 ebx − 1 − bx x2 2 + (bx) ε(x) − bx b2 b2 2 ε(x) = − + b . = lim − x2 2 2 x→0 x→0+ √ √ 2 Dobbiamo quindi avere − a2 = b e a − 21 = − b2 e quindi a2 + 8a − 4 = 0, cioè a = −4 ± 20 = −4 ± 2 5. Le due √ √ √ √ soluzioni sono quindi a = −4 − 2 5, b = 2 + 5 e a = −4 + 2 5, b = 2 − 5. = lim+ bx − 2.3. Risolvere il seguente problema di Cauchy: y 0 − 2x y = 1 1 + x2 y(0) = 3 Svolgimento: Si tratta di un’equazione differenziale lineare. Cominciamo dal risolvere l’equazione omogenea cor2x 2x 0 rispondente, cioè y 0 − 1+x 2 y = 0 o y = 1+x2 y. Questa equazione è un’equazione a variabili separabili, la cui unica soluzione costante è y = 0. Per y 6= 0, abbiamo 2x y0 = y 1 + x2 ⇐⇒ dy 2x dx = y 1 + x2 e quindi ln |y| = ln |1 + x2 | + C = ln(1 + x2 ) + C con C ∈ R. Abbiamo quindi |y| = eC (1 + x2 ), cioè y = K(1 + x2 ) con K = eC se y > 0 e K = −eC se y < 0. Ritroviamo la soluzione costante per K = 0. Per risolvere l’equazione completa, usiamo il metodo della variazione della costante arbitraria. Cerchiamo una funzione (derivabile) k tale che y = k(x)(1 + x2 ) sia soluzione dell’equazione differenziale. Allora y 0 = k 0 (x)(1 + x2 ) + 2xk(x) e 2x 0 2 0 2 0 2 quindi y 0 − 1+x 2 y = k (x)(1+x )+2xk(x)−2xk(x) = k (x)(1+x ). La funzione k deve quindi verificare k (x)(1+x ) = 1, 1 3 cioè k 0 (x) = 1+x 2 ovvero k(x) = arctan x + C, con C ∈ R. Siccome y(0) = 3, abbiamo k(0) = 1+02 = 3 e quindi C = 3. Soluzione: y = (arctan x + 3)(1 + x2 ). 4