| Capitolo 9 | Ottica geometrica | Fisica e... medicina L’occhio umano e i difetti della vista L’occhio è uno strumento meraviglioso, sensibile e versatile, che ci permette di osservare oggetti lontani come le stelle o vicini come il libro che abbiamo in mano. Forse il fatto più straordinario è che l’occhio può svolgere queste funzioni anche se la sua struttura di base è semplicemente una sacca d’acqua sferica del diametro di 2,5 cm. Gli elementi fondamentali di un occhio sono illustrati nella figura. La luce entra nell’occhio attraverso il suo rivestimento esterno trasparente, la cornea, quindi passa attraverso l’umore acqueo, il cristallino regolabile e il gelatinoso umore vitreo, prima di raggiungere la retina, sensibile alla luce, che è situata nella parete posteriore dell’occhio. La retina è ricoperta da milioni di piccole strutture, chiamate bastoncelli e coni, che, quando sono stimolati dalla luce, inviano un impulso elettrico attraverso il nervo ottico fino al cervello. L’impulso nervoso è poi analizzato dal cervello, che interpreta l’immagine capovolta sulla retina come un oggetto diritto. Muscolo ciliare Cornea L’occhio produce un’immagine reale e capovolta sulla retina. Retina Cristallino Umore vitreo Umore acqueo Nervo ottico Schema dell’occhio e formazione dell’immagine sulla retina Le proprietà ottiche dell’occhio La maggior parte della rifrazione necessaria per produrre un’immagine avviene nella cornea, appena la luce entra nell’occhio. La differenza tra gli indici di rifrazione, infatti, è maggiore sulla superficie di separazione aria-cornea rispetto a tutte le altre superfici all’interno dell’occhio. L’indice di rifrazione dell’aria è n = 1,00, mentre quello della cornea è n = 1,38. Quando la luce passa dalla cornea all’umore acqueo, l’indice di rifrazione passa da 1,38 a 1,33. Poi, la luce incontra il cristallino (n = 1,40) e quindi l’umore vitreo (n = 1,34). Il cristallino interviene solo per un quarto della rifrazione totale prodotta dall’occhio, tuttavia il suo contributo è determinante. Modificando la forma del cristallino, attraverso i muscoli ciliari, possiamo variare l’entità della rifrazione prodotta da esso. In particolare, quando osserviamo un oggetto lontano, i muscoli ciliari sono rilassati e il cristallino è relativamente piatto; in questo modo si ha una piccola rifrazione e la lunghezza focale è al suo massimo. Quando invece osserviamo un oggetto vicino, il cristallino deve accorciare la sua distanza focale e determinare una maggiore rifrazione. Il cristallino, tuttavia, non può essere modificato indefinitamente. Esiste un limite per la messa a fuoco di oggetti vicini, determinato dal cosiddetto © Pearson Italia | Capitolo 9 | Ottica geometrica | punto prossimo: un oggetto che si trovi più vicino all’occhio del suo punto prossimo appare sfocato, indipendentemente da quanto ci sforziamo per metterlo a fuoco. Per un giovane, il punto prossimo si trova normalmente a circa 25 cm dall’occhio, ma con il passare degli anni la distanza aumenta: una persona di 40 anni lo può avere a 40 cm e in tarda età lo si può trovare anche a qualche metro. L’allontanamento del punto prossimo, dovuto all’età, è chiamato presbiopia ed è causato dal cristallino, che diventa meno flessibile. Esiste un secondo punto caratteristico, il punto remoto, che individua la più grande distanza dall’occhio alla quale può trovarsi un oggetto ed essere ancora a fuoco. Poiché possiamo mettere a fuoco la luna e le stelle, è evidente che normalmente il punto remoto è all’infinito. I difetti della vista Uno dei più comuni difetti della vista è la miopia. Il punto remoto dell’occhio di una persona miope è posto a una distanza finita e l’occhio totalmente rilassato vede chiaramente solo a questa distanza; una persona miope mette perciò a fuoco solo gli oggetti vicini all’occhio, mentre quelli oltre il punto remoto risultano confusi. Il problema in questo Visione Visione confusa chiara Una persona affetta da ipermetropia può vedere chiaramente oltre una determinata distanza, il suo punto prossimo, ma non riesce a mettere a fuoco gli oggetti più vicini. Fondamentalmente, la visione di un ipermetrope differisce da quella di una persona con una vista normale per il fatto di avere il punto prossimo più lontano degli usuali 25 cm. Di conseguenza, un ipermetrope non riesce a leggere facilmente, poiché un libro dovrebbe essere tenuto a grande distanza per risultare a fuoco. L’ipermetropia può essere causata da un bulbo oculare più corto del normale, oppure da un cristallino che perde elasticità con l’età e non riesce più ad assumere la forma richiesta per mettere a fuoco oggetti vicini. In questo caso i raggi provenienti da un oggetto più vicino del punto prossimo, convergono in un punto oltre la retina. Questo problema può essere corretto utilizzando una lente convergente davanti agli occhi per rinforzare la convergenza insufficiente. Visione Visione confusa chiara Punto remoto Punto prossimo Forma dell’occhio nella miopia Oggetto distante caso è che l’occhio fa convergere la luce a una distanza troppo breve; in altre parole, la distanza focale dell’occhio è inferiore alla distanza cristallino-retina. Per correggere questo difetto si deve porre una lente divergente davanti all’occhio. Immagine formata dalla lente concava Forma dell’occhio nell’ipermetropia Immagine formata da una lente convessa Punto prossimo Punto remoto Oggetto più vicino del punto prossimo Correzione dell’ipermetropia Correzione della miopia La miopia L’ipermetropia © Pearson Italia