Gaetano Avena - Corpo Forestale dello Stato

L’Aroeira bianca: una ornamentale...utile
L’AROEIRA BIANCA: UNA
ORNAMENTALE...UTILE
di Gaetano Avena*
Nel centro di Roma una pianta d’origine brasiliana che in maggio fiorisce ed in piena estate fornisce i propri frutti, non commestibili, ma adatti per numerose utilizzazioni
In the center of Rome a plant of Brazilian origin that in May blooms at the height of summer and supplies the own fruits, not eatable, but adapted for numerous uses
A
Villa Corsini, in un piccolo giardino ubicato sotto il Gianicolo, di
fronte ai locali della foresteria dei Sottoufficiali dell’Esercito e di
palazzo Salviati, subito dopo l’ingresso, a sinistra, al centro di
un’antica fontana ornamentale, riempita di terreno probabilmente all’inizio del secolo scorso, vegeta rigoglioso un magnifico, annoso arbusto
che da più di un decennio si è attratta tutta la mia curiosità per la sua
imponenza e la bellezza delle sue verdi foglie composte, generalmente a
tre punte, a forma di lancia.
Esso vegeta circondato, fortunatamente ad adeguata distanza, da un giovane esemplare di Sequoia (Sequoia sempervirens (Lam.) Endl.), un rigoglioso cespuglio di Oleandro (Nerium oleander L.), un vigoroso Abete
rosso (Picea abies Karsten) ed un attraente esemplare di Sofora (Sophora japonica L.).
Il luogo, peraltro ben curato, è parte dell’antico Orto botanico dell’Università “La Sapienza” di Roma.
La pianta si è sempre accattivata l’ammirazione dei frequentatori del bel
palazzo, già residenza del Sen. Spadolini quando era Presidente del Consiglio dei Ministri, grazie al suo caratteristico portamento, dai rami a
fogliame d’un penetrante verde intenso e riflessi verso il suolo a costituire una folta chioma fino a qualche anno fa modellata ad emisfera. Oggi,
invece, a seguito di errate potature nel tempo, divenuta oblunga con grossi rami prostrati oltrepassanti l’antica vasca e sorretti da esili paletti in
precario equilibrio.
Altri esemplari della specie li ho potuti ammirare: l’uno nel Giardino
coloniale dell’Università degli Studi di Palermo ed un altro, non così rigoglioso, a causa ovviamente del clima, nei giardini reali dei Royal Botanic
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Docente incaricato di dendrometria e dendrologia forestale all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma,
già dirigente superiore del C.F.S.
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Gardens di Kew (Londra) ma con una nomenclatura, che, a dire il vero,
non mi ha mai convinto.
Ed infatti la meticolosità e lo spirito di ricerca mi hanno dato poi ragione. Tant’è che dalle conoscenze dendrologiche e dalle caratteristiche
morfologiche della pianta mi ero fatto un’idea che la sua provenienza
potesse essere il Sud America ma non sapevo da quale Regione. Un’ulteriore visita del maggio scorso a Villa Corsini mi ha finalmente illuminato
nello scrutare attentamente i frutticini in piena formazione, i quali mi
hanno incuriosito sia per la loro tenue trasparenza verde e le striature
interne, perfettamente simmetriche, che per la loro forma a bottoncino.
Tutti gli altri caratteri morfologici mi hanno poi data la certezza che si
tratti di una specie proveniente dal Brasile dal nome volgare locale di
Aroeira branca = A. brava o Aroeirinha = Aroeira do brejo = A. da
capoeira o, ancora, Bugreiro.
Il suo nome scientifico è Lithraea molleoides (Vell.) Engl. = L. aroeirinha
Marchand ex Warm. = Schinus leucocarpus Mart. ex Engl. = Rhus claussenia Turcz. Lithraea dal nome cileno litri o llithi di alcune anacardiacee
affini. Molleoides dal nome peruviano (molle) del Falso pepe (Schinus
molle L.) della stessa famiglia, cui anch’essa appartiene.
Di seguito vengono illustrate le sue peculiarità dendrologiche, fitogeografiche, ecologiche e tecnologiche.
Si tratta di un alberello di altezza da 6 a 12 m con tronco di 30-40 cm di
diametro o, come nel nostro caso, di un grande arbusto, a corteccia dal
ritidoma bruno rossastro e squamoso.
Le foglie, lunghe dai 5-8 cm e larghe 1,5-2,5 cm, sempreverdi, sono imparipennate composte, con un accenno di rachide alata, con 3-7 foglioline, di
cui la terminale più lunga, strettamente ellittico-lanceolate; dalle nervature laterali evidenti e a margine quasi impercettibilmente crenulato. Dalla
pagina superiore di un bel verde intenso e quella inferiore di colore erba.
Le infiorescenze sono a guisa di pannocchie ascellari cimose. I fiori, piccolini, risultano gialli, actinomorfi, diclamidati, con ovario supero e presenza di disco nettarifero. I frutti sono delle drupette sferico-globose.
E’ una specie diffusa in Brasile, in diverse formazioni vegetali, presso
Minas Gerais, San Paolo e Mato Grosso fino al Rio Grande del Sole.
E’ eliofila, pioniera, caratteristica della foresta situata nelle regioni alte,
sia in terreni asciutti che umidi. Ha un’ampia ma irregolare distribuzione, in quanto tipica delle formazioni arbustive.
Nella patria d’origine fiorisce da agosto a settembre, mentre da noi in
aprile-maggio. I frutti maturano a novembre-gennaio. In Italia, invece, in
luglio-agosto. Essi, tuttavia, rimangono sulla pianta per parecchio tempo.
I frutti, ai fini della produzione dei semi, devono essere raccolti quando
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I frutti della pianta Aroeira bianca
sono maturi e messi al sole per facilitarne la loro separazione dall’infruttescenza, avendo, tra l’altro, cura di estrarli a mano dal pericarpo. Essi,
comunque, possono essere utilizzati direttamente per la semina, senza,
cioè, separarne i semi.
La specie è a rapida crescita, potendo raggiungere in appena due anni 3 m.
Il suo legno, a tessitura fine, dall’alburno rosato o verdognolo, è molto
durevole ed ha un notevole peso. Si lascia, tuttavia, lavorare agevolmente e, nella sua zona d’origine, viene utilizzato per costruzioni civili, carpenteria, lavori di tornio e di sostegno; quale legna da ardere e per carbone. I frutti contengono un olio essenziale e la corteccia è tannifera e tintorea. Dai semi si ricava la terebintina, utilizzata per l’acquaragia, e le
foglie sono aromatiche e medicinali. I fiori sono melliferi.
La specie è considerata, tra tutte le Anacardiacee, quella che causa le
maggiori reazioni allergiche, particolarmente in persone sensibili alla
terebintina.
Ha un magnifico effetto ornamentale e può essere impiegata con successo
nella formazione di parchi e giardini. Per le alberature delle strade ed
anche sotto gli elettrodotti in quanto non attira le scariche elettriche.
Per l’esemplare di Villa Corsini occorrono, con urgenza, razionali interventi di dendrochirurgia e di rifacimento dell’attuale impalcatura a sostegno della chioma, previa un’adeguata potatura di mantenimento.
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L’Aroeira bianca
Bibliografia
Giordano G. – I legnami del mondo, Ed. Ceschina, Milano, 1964;
Lorenzi Harri – Árvores brasileiras, Manual de identificação e cultivo de
plantas arbóreas nativas do Brasil, Vol. I, 5^ edizione, Inst. Plantarum
de Estudos da Flora LTDA – Avenida Brasil, 2000; CEP 13.460 -000
Nova Odessa – SP – Brasil;
Mameli Calvino E. – Piante da fiore e ornamentali, etimologia, caratteristiche, curiosità – Ed. Giorgio Mondadori, Segrate (Mi), 1992;
Tomaselli R. – Gli aspetti fondamentali della vegetazione del mondo (ecologia e corologia) – Collana Verde n. 58 – M.A.F., 1977.
Ringraziamenti
Ringrazio l’Avv. Roberto Scardino per avermi fornito, con grande competenza, dovizie di particolari sulla vita della pianta in Brasile, l’amico
Carlo Andriuoli per le splendide foto, non tutte nel testo ma di notevole
pregio, nonché mia figlia Laura per essersi presa cura di tradurre dal
portoghese le caratteristiche bio-ecologiche e dendrologiche della specie.
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