Taxus,Bidention Tripartitae,La Disa o Saracchio,Coronilla Valentina

Taxus
Taxus (Tasso) è un genere della famiglia delle Taxaceae
(Conifere), sottodivisione delle Conipherophitynam, che
comprende specie di alberi e arbusti sempreverdi dai 5 ai 25
m, originarie dell’emisfero boreale.
L’unica specie presente in Italia è Taxus baccata L., specie
prevalentemente sciafila, utilizzata però anche in piena luce
come siepe ornamentale nonostante la sua elevata tossicità.
Bidention Tripartitae
Definizione e descrizione (declaratoria):
Bidention Tripartitae – Comunità terofitiche delle sponde e
dei letti di magra dei fiumi e delle depressioni umide
periodicamente inondate su suoli limosi e argillosi,
eutrofici. Ecologia Comunità vegetali pioniere che si
sviluppano sulle rive argillose e fangoso – limose,
periodicamente inondate e ricche di nutrienti dei fiumi. In
primavera e fino all’inizio dell’estate questi ambienti, a
lungo inondati, appaiono come rive melmose prive di
vegetazione perché le comunità del Bidention tripartitae si
sviluppa no, se le condizioni sono favorevoli, nel periodo
tardo estivo – autunnale. I micro – ambienti che ospitano tale
vegetazione sono soggetti a modificare la loro posizione, nel
corso degli anni, in funzione delle periodiche alluvioni.
Distribuzione in Italia e in Europa Questa alleanza è
distribuita in tutta l’Eurasia e il Nord America. In Italia si
rinviene in quasi tutti i sistemi fluviali non fortemente
alterati o canalizzati. Struttura delle vegetazione e
composizion e floristica L’alleanza Bidention tripartitae
comprende comunità caratterizzate da specie annuali che
raggiungono il loro massimo sviluppo nel periodo tardo estivo
– autunnale, quando raggiungono anche i 50 – 150 cm di altezza
e producono una notevole quantità di biomassa.
La Disa o Saracchio
La disa o saracchio (Ampelodesmos mauritanicus (Poir.) Dur. &
Schinz) è una pianta perenne della famiglia delle Graminacee,
che vive su terreni aridi e sabbiosi, spesso in associazioni
pure (dette ampelodesmeti), tipiche rappresentanti della
prateria mediterranea.
È
una
pianta
erbacea
di
alto
sviluppo
a
portamento
cespuglioso. Presenta foglie resistenti, lunghe fino a 1 m e
larghe circa 7 mm, molto ruvide, con margini in seguito
convoluti. Pannocchia su culmo lungo e robusto, riccamente
ramificata e lievemente unilaterale, con spighette
peduncolate, compresse lateralmente, lunghe 10-15 mm, a 2-5
fiori. Lemma munito di 2 denti all’apice e di resta lunga 1-2
mm, esternamente peloso sulla metà inferiore. Le foglie lunghe
e dure possono essere taglienti per la pelle se si cerca di
tirarle stringendole tra le dita.
Nativa delle regioni a clima mediterraneo, la specie è diffusa
oltre che nell’Africa settentrionale, nelle zone costiere
della Spagna, della Francia, dei Balcani, della Turchia e
dell’Asia minore. In Italia è presente sulle pendici litoranee
aride del centro-sud, e nella zona litoranea della Liguria
(Portofino, Capo Noli, Capo Mele), dove la specie raggiunge il
limite settentrionale della sua diffusione in Italia.
Coronilla Valentina
La Coronilla valentina è una pianta arbustiva appartenente
alla famiglia delle Leguminose coltivata a scopo ornamentale
per la bellezza dei suoi profumatissimi fiori.
Caratteristiche:
La
Coronilla
valentina
è
una
pianta
arbustiva, alta anche più di 2 metri, a portamento rampicante
con steli lunghi ricoperti da fogliame persistente di colore
verde con riflessi bluastri. I fiori riuniti in grappoli di
colore giallo sono intensamente profumati.
Fioritura: Fiorisce da febbraio fino a maggio inoltrato.
Coltivazione Esposizione: preferisce i luoghi luminosi.
Citiso delle Eolie
A differenza delle altre specie del genere Cytisus, di
dimensioni appena arbustive, il C. aeolicus può raggiungere e
superare 8-9 metri di altezza. Le foglie, trifogliate, sono
rette da un picciolo lungo 12–18 mm e si presentano villose su
entrambe le facce. I fiori sono riuniti all’ascella in gruppi
di 5-9 e presentano una corolla gialla. Il frutto è un legume
scuro, glabro, lungo 50–70 mm, acuminato all’apice.
La specie è endemica delle isole di Vulcano, Alicudi e
Stromboli; un tempo era probabilmente diffusa anche nel resto
dell’arcipelago eoliano, come testimoniato dalle foglie
fossili scoperte anni fa nel lago di Timpone Pataso a Lipari.
Prospera su rupi e sabbioni di natura vulcanica ed è presente
anche in contesti antropizzati in forma di siepe o come albero
ornamentale.
Questa specie è stata soggetta ad un uso intensivo da parte
dell’uomo, per ricavarne legna da ardere, pali e attrezzi per
l’agricoltura, o semplicemente eliminata per fare spazio alle
colture. Ha sfiorato l’estinzione e attualmente è inserita tra
le specie “prioritarie” della Direttiva Habitat dell’Unione
Europea (direttiva 92/43/CEE).
Gli esemplari sopravvissuti in habitat rupestre sono davvero
pochissimi. La popolazione più numerosa, con quasi 500
esemplari, è presente sull’isola di Stromboli, mentre
sull’isola di Vulcano la specie è presente, con circa 150
esemplari, per lo più ai margini dei terreni agricoli, dove
viene utilizzata dagli agricoltori locali come siepe o pianta
ornamentale. La popolazione di Alicudi appare molto ridotta
(circa 30 individui).