Rinnovamento della politica di Coesione dell`Ue

Rinnovamento della politica di Coesione dell’Ue: Progressi recenti e sfide di lungo termine
Rinnovamento della politica di Coesione dell’Ue:
Progressi recenti e sfide di lungo termine
Sintesi
Questa relazione è stata preparata per il ventottesimo incontro del Consorzio per
la ricerca della politica regionale EoRPA tenutosi a Ross Priory, Loch Lomondside
dal 7 al 9 ottobre 2007. Da non citare senza permesso.
European Policies Research Centre
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Rinnovamento della politica di Coesione dell’Ue: Progressi recenti e sfide di lungo termine
Durante il periodo 2006-07 la politica di Coesione ha posto l’accento principale sul
completamento, la presentazione, la negoziazione e l’adozione dei Documenti Strategici
Nazionali di Riferimento e dei Programmi Operativi. Tuttavia, nonostante il periodo di
programmazione 2007-13 sia appena iniziato, l’attenzione dei policymaker, sia a livello
comunitario che nazionale, è rivolta sempre più al più lungo termine.
La presente relazione si propone di esaminare il recente rinnovamento della politica di
coesione con riferimento sia ai cambiamenti introdotti per il periodo di programmazione
2007-13, sia alle questioni di più lungo termine sollevate dal riesame del bilancio che si
terrà nel 2008-09. La relazione è suddivisa in tre parti principali: la Sezione 2 valuta i nuovi
quadri di programmazione del 2007-13, analizzando le esperienze degli Stati membri nella
fase di preparazione e negoziazione dei QSNR e relativi PO ed esaminando le variazioni di
spesa conseguenti. La Sezione 3 volge lo sguardo oltre il periodo in corso e considera il
futuro della politica di Coesione nel contesto delle revisioni della politica inaugurate dalla
Commissione. Infine, la Sezione 4 affronta tre serie di questioni concernenti il futuro della
politica di Coesione, vale a dire: quale lezione si trae dalle esperienze passate della
politica di Coesione? Quali obiettivi deve porsi e dove deve intervenire la politica di
Coesione? E ancora, come si deve gestire la politica futura? Queste sono le tre questioni su
cui verte la presente sintesi.
Nel rivolgere lo sguardo alle lezioni del passato, uno dei punti principali del riesame del
bilancio della Commissione europea è vedere “cosa offra il miglior valore aggiunto e i
risultati più efficaci”. Specificamente, la spesa comunitaria “deve essere in grado di
offrire un’utilità a livello europeo che non potrebbe essere offerta dalla spesa locale, né
da quella nazionale”. Sulla politica di coesione del passato sono state condotte numerose
ricerche che consentono di capire il modo in cui questi criteri hanno funzionato nel passato.
La relazione pone in rassegna le numerose ricerche condotte e giunge alla conclusione che i
risultati non sono chiari, poi prosegue prendendo in considerazione il più ampio ‘valore
aggiunto’ della politica associata al modo in cui viene progettata ed implementata, con dei
risultati, ancora una volta, alquanto confusi.
In riferimento agli obiettivi della politica, l’obiettivo dell’Ue di coesione economica e
sociale è stato finora interpretato come la riduzione delle disparità socio-economiche tra le
regioni dell’Ue, in particolare tra le regioni più svantaggiate e la media dell’Ue. Questo
obiettivo è stato promosso su basi di solidarietà ed equità, in particolare per compensare la
distribuzione disuguale dei costi dell’integrazione europea e assegnare le risorse per una
‘più equa’ distribuzione dei benefici. La relazione prende in considerazione le implicazioni
del proseguimento dell’attuale approccio alla designazione (basato, per la Convergenza,
sulla soglia del 75 percento del PIL pro capite della media comunitaria), compreso l’impatto
di tassi di crescita differenziali e di un possibile ulteriore allargamento, nonché vari
possibili adattamenti all’attuale approccio. La relazione riesamina anche la possibilità di
sviluppare un nuovo approccio ‘territoriale’ come preannunciato dal Quarto Rapporto sulla
Coesione.
Infine, la relazione affronta la questione relativa al come gestire la politica di Coesione in
futuro, e conclude che l’approccio generale alla gestione e all’attuazione è prossimo a una
revisione fondamentale come parte del riesame di bilancio. Per esempio, data la grande
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differenziazione regionale all’interno degli Stati membri e la crescente complessità dello
sviluppo locale e regionale, si può sostenere che il ruolo principale della politica di
Coesione deve essere quello di un rafforzamento della capacità dei governi nazionali
affinché possano attuare efficaci politiche regionali nazionali in coerenza sia con gli
obiettivi generali dell’Ue, sia con le questioni legate allo sviluppo transnazionale. Il primo
passo è già stato fatto con l’introduzione dei Documenti Strategici Nazionali di Riferimento,
un ampliamento di questo approccio potrebbe vedere la Commissione recedere
dall’impegno verso singoli programmi operativi nazionali e regionali per concentrarsi in
modo più deciso sul livello strategico al fine di garantire un maggiore impatto delle
politiche regionali nazionali. Un’azione di questo genere ‘libererebbe’ potenzialmente la
Commissione (cioè DG Regio) dal suo attuale ruolo sottodimensionato di negoziazione e
monitoraggio di numerosi programmi attraverso una miriade di priorità (sui quali ha
un’influenza decrescente per il principio di proporzionalità) consentendole di concentrarsi
maggiormente nell’aggiungere ‘valore aggiunto’ alle politiche regionali nazionali,
promuovendo innovazione, sperimentazione e trasferimento di conoscenza.
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