FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 24/06/2015 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 23/06/2015 IlFarmacistaOnline.it 01:30 Epatite C. Come affrontare la sfida della sostenibilità? Il nostro forum in Parlamento. "Rinegoziare i prezzi. L'obiettivo deve essere l'eradicazione. L'Europa batta un colpo" 23/06/2015 IlFarmacistaOnline.it 05:38 Nas. Il Generale dei carabinieri Claudio Vincelli è il nuovo comandante 6 11 SANITÀ NAZIONALE 24/06/2015 Il Sole 24 Ore Cosmetica, l'export traina il fatturato a 9,4 miliardi 13 24/06/2015 Il Sole 24 Ore Medici, ambulatorio e pensione al 50% 14 24/06/2015 La Repubblica - Nazionale E il ministro prescrive la dieta mediterranea 16 24/06/2015 La Repubblica - Nazionale "Basta falsi miti sui piatti proteici" 18 24/06/2015 La Stampa - Nazionale "Inquinamento e virus: cosa c'è dietro i linfonodi" 19 24/06/2015 La Stampa - Nazionale "Il mio test sa prevedere se il tumore tornerà" 20 24/06/2015 La Stampa - Nazionale Perché la Mers asiatica comincia a farci paura 22 24/06/2015 La Stampa - Nazionale "Il superfarmaco contro l'epatite C in India costa 1 dollaro" 23 24/06/2015 Il Messaggero - Nazionale Testosterone illusione di giovinezza 25 24/06/2015 Il Giornale - Nazionale La Carta di Milano e il sacro diritto al cibo 26 24/06/2015 Il Giornale - Nazionale La «cervicale» si fa sentire anche per colpa nostra 27 24/06/2015 Il Giornale - Nazionale Biosimilari, si cambia da una regione all'altra Ecco perché il loro utilizzo è sempre diverso 28 24/06/2015 Il Giornale - Nazionale Dalla razionalizzazione del 118 vantaggi per la rete trapianti 29 24/06/2015 Il Giornale - Nazionale In Italia troppi bambini sovrappeso 30 24/06/2015 Il Fatto Quotidiano Lo sprecone guida la Spa che deve far risparmiare lo Stato 31 24/06/2015 Il Fatto Quotidiano "Polveri nocive nei cantieri Tav" Guariniello apre un'inchiesta 32 24/06/2015 Avvenire - Nazionale EPATITE C Esperto alla Procura di Torino: in India il super-farmaco a 1 euro 33 24/06/2015 Avvenire - Nazionale Dal Gemelli un team di medici per curare i migranti con scabbia 34 24/06/2015 Avvenire - Nazionale Airtum, il registro dei malati di cancro 35 24/06/2015 Il Mattino - Nazionale Testosterone illusione di giovinezza 36 24/06/2015 Donna Moderna IL FARMACO ANTIRIGETTO DOPO IL TRAPIANTO NON È PIÙ GRATUITO 37 24/06/2015 Donna Moderna ADESSO L'ASPIRINA SI COMPRA ON LINE 38 VITA IN FARMACIA 24/06/2015 Corriere della Sera - Milano Nerviano, il cda è già in crisi E Alfieri smonta la riforma 40 24/06/2015 La Repubblica - Bari Sanità, la mappa dell'emergenza: migliaia di buchi 42 24/06/2015 La Repubblica - Milano Il grande risiko degli ospedali * 43 24/06/2015 La Repubblica - Roma Centro, salva l'erboristeria dei pontefici 45 24/06/2015 Il Messaggero - Ostia Due farmacie comunali all'asta per un milione 46 24/06/2015 Il Messaggero - Umbria Afas, oltre un milione di utili "restituiti" al territorio 47 24/06/2015 QN - Il Resto del Carlino - Macerata «Le farmacie hanno fruttato 700mila euro» 48 24/06/2015 Il Gazzettino - Rovigo Comune e Auser a sostegno dei bambini venezuelani 49 24/06/2015 Il Gazzettino - Padova RUBANO L'allarme-appello del dott. Cirilli 50 24/06/2015 QN - Il Giorno - Brianza Il quartiere Ceredo avrà la sua farmacia 51 24/06/2015 Il Secolo XIX - Genova Gaslini, il governo ha nominato Pongiglione presidente 52 24/06/2015 Il Secolo XIX - Genova Farmaci pericolosi, Grasselli incastrato dalle intercettazioni 53 24/06/2015 QN - La Nazione - Umbria Terni Farmacie Ecco le idee per il rilancio 54 PROFESSIONI Il capitolo non contiene articoli PERSONAGGI 24/06/2015 QN - Il Giorno - Brianza Mandelli il più assenteista dei colleghiPiffer e Monteri sempre presenti 56 24/06/2015 Corriere del Mezzogiorno - Bari Tessere false nel Pdl con nomi di cittadini ignari Anche la Lilt parte civile 57 24/06/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Tessere Pdl La Lilt chiede i danni 58 24/06/2015 La Provincia di Varese Mangiare bene e vivere meglio Le ricette ora sono in farmacia 59 IN PRIMO PIANO 2 articoli 23/06/2015 01:30 Sito Web IlFarmacistaOnline.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Epatite C. Come affrontare la sfida della sostenibilità? Il nostro forum in Parlamento. "Rinegoziare i prezzi. L'obiettivo deve essere l'eradicazione. L'Europa batta un colpo" Al centro la scelta della Toscana di fare gare regionali per dare il farmaco a tutti e le polemiche che ne sono derivate. Ma anche la necessità di una nuova politica di negoziazione del prezzo a fronte della necessità di trattare molte più persone delle 50mila previste. Forum con Anna Miotto (PD), Giulia Grillo (M5S), Benedetto Fucci (FI), Marco Rondini (LN), Marisa Nicchi (SEL), Pierpaolo Vargiu (SC) e Fabiola Anitori (AP). 23 GIU - Curare tutti o solo i malati più gravi? La risposta sarebbe scontata se non vi fosse un evidente e complesso problema economico da affrontare. E sì perché i nuovi farmaci che promettono la guarigione completa dal virus dell'epatite C in percentuali ormai vicine al 100% costano cari e per darli a tutti ci vorrebbero senz'altro più risorse di quelle stanziate con il fondo straordinario della legge di stabilità. Il dibattito sul che fare è già partito, soprattutto dopo la decisione della Toscana di intraprendere una strada, per ora solitaria, di indire gare regionali per l'acquisto a prezzi ribassati dei nuovi farmaci per curare tutti i sieropositivi conosciuti. Dopo i botta e risposta tra il presidente Enrico Rossi e il direttore dell'Aifa Luca Pani, ricordiamo la presa di posizione e le proposte dell'ex DG Aifa Nello Martini e lo studio dell'Università Tor Vergata sugli scenari realistici per poter effettivamente eradicare la malattia dall'Italia (vedi lo speciale di Quotdiano Sanità). In questo dibattito si sta inserendo anche il Parlamento sollecitato proprio pochi giorni fa da un'interrogazione al ministro Lorenzin del senatore di Forza Italia e presidente della Fofi Andrea Mandelli sullo stato dell'arte dell'erogazione dei nuovi farmaci nel Paese. Ma in generale il tema non sembra finora aver smosso più di tanto le forze politiche in questo inizio estate. Ci abbiamo pensato noi con questo forum andando a sentire cosa ne pensano Anna Miotto (PD), Giulia Grillo (M5S), Benedetto Fucci (FI), Marco Rondini (LN), Marisa Nicchi (SEL), Pierpaolo Vargiu (SC) e Fabiola Anitori (AP). Ne esce un quadro variegato, ma neanche troppo. In tutti c'è la consapevolezza che serve una svolta nelle politiche fin qui adottate per pensare di poter effettivamente eradicare la malattia. A partire dalla negoziazione del prezzo, cui si unisce la convinzione della necessità di un maggior ruolo dell'Europa nella partita pur coscienti delle difficoltà di arrivare a un piano internazionale comune. Fabiola Anitori (Area Popolare): "Il nodo resta la governance e la capacità delle Regioni di sfruttare le risorse a disposizione" "Vorremmo risolvere il problema subito e per tutti - sottolinea la senatrice in Commissione Igiene e Sanità - ma il nodo è soprattutto di natura economica e genera non indifferenti complicazioni operative. Grazie all'ottimo lavoro del Ministro Lorenzin abbiamo raggiunto l'importante traguardo di mettere a disposizione 1 miliardo, ora spetta all'abilità delle Regioni valorizzare efficacemente le risorse a disposizione. Se per esempio la Toscana riuscirà a curare tutti con i fondi a disposizione, allora ben venga". "La riforma del Titolo V - aggiunge - consente a ogni Regione di muoversi come meglio crede, questo un altro punto essenziale. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, ora il tema è legato soprattutto alla governance. Purtroppo non tutte le amministrazioni regionali sembrano in grado di utilizzare il fondo!. Funzione determinante dovrebbe spettare all'Unione Europea che "non può rappresentare soltanto un agglomerato monetario, ma deve giocare di squadra e intervenire anche in relazione ad argomenti come questo, individuando le procedure di acquisto dei farmaci più convenienti ed efficaci. La struttura comunitaria andrebbe valorizzata in maniera migliore di quanto avviene ora, all'insegna conclude - di uno spirito maggiormente collaborativo". Benedetto Fucci (FI): "Riflettere per realizzare il difficile equilibrio tra sostenibilità e assistenza" Per Benedetto Fucci, capogruppo di Forza Italia nella Commissione Affari Sociale della Camera, il dibattito sui farmaci antiepatite C e sulla decisione Toscana di erogarli a tutti i residenti della regione affetti dal virus, e non solo ai più gravi, "è un dibattito molto intenso che sto seguendo con interesse anche perché su un piano più generale indica quanto in Italia sia complesso il rapporto tra 'centro' e 'periferia', in particolare sul terreno della sanità, che rappresenta la maggiore voce di spesa per le IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 24/06/2015 6 23/06/2015 01:30 Sito Web IlFarmacistaOnline.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato regioni. Su quanto sta accadendo in Toscana, devo dire che prendo in grande considerazione la posizione espressa dal direttore generale di Aifa, Luca Pani. Vi è, infatti, nella decisione annunciata dalla giunta toscana, un rischio legato alla disponibilità del farmaco per la somministrazione in tutta Italia. Al tempo stesso vi è anche un problema di sostenibilità finanziaria considerato che il costo medio di un ciclo di trattamenti contro l'epatite C ammonta a circa 30mila euro. Dico questo, pur essendo all'opposizione rispetto alla parte politica che governa la Toscana, senza alcuna polemica strumentale ma proprio perché, come membro della Commissione Affari Sociali e attuale relatore di un provvedimento sugli indennizzi per gli affetti da talidomide che è da mesi ostacolato dai risvolti legati alla copertura, so bene quanto nei settori di nostra competenza le questioni di bilancio siano fondamentali". Per Fucci "è necessario" cambiare la strategia finora adottata che prevede solo il trattamento per i 50mila malati più gravi di epatite C in favore di un piano nazionale per l'eradicazione totale della malattia. "Mi sembra che il governo in carica su questo punto sia però in ritardo ricordando che è ormai passato un anno da quando il Ministro della Salute annunciò che era ormai in fase di revisione finale un piano nazionale per l'eradicazione delle epatiti virali facendo ricorso proprio ai nuovi, costosissimi medicinali immessi sul mercato. Gli obiettivi allora annunciati - in favore delle 'attività più appropriate finalizzate al raggiungimento progressivo di obiettivi concreti per fornire adeguata assistenza' sono ancora in attesa di piena attuazione". Quanto all'opportunità di rivedere l'attuale procedura di determinazione dei prezzi dei farmaci per questi prodotti, prevedendo una sorta di patto negoziale con le aziende farmaceutiche per un programma di medio-lungo termine che consenta la sostenibilità dell'eradicazione totale, eventualmente anche con un piano di pagamenti in leasing modulato per gli anni necessari all'eradicazione, Fucci ritiene la tematica "di enorme complessità e ritengo faccia riferimento a quanto affermato, in una recente e interessante intervista proprio a Quotidiano Sanità del professor Nello Martini, ex direttore generale di Aifa e prima ancora direttore del Servizio farmaceutico del Ministero della Salute. Il professor Martini ci invita a riflettere su modalità certamente innovative per il nostro Paese che, alla pari delle altre nazioni industrializzate, deve muoversi (come dimostrato anche dal caso Toscana di cui parliamo) tra la sostenibilità delle cure mediche a fronte di farmaci e terapie nuovi e costosissimi e la necessità di garantire assistenza". Secondo Fucci serve il coinvolgimento europeo in un programma dell'Unione per l'eradicazione dell'epatite C. "Penso al caso ancora recente del farmaco 'Sofosbuvir' per l'epatite C dell'americana Gilead. In Italia e negli altri Paesi dell'Unione europea, con conseguenze anche sul piano della sostenibilità economica, vi sono stati tempi e modalità diverse per l'autorizzazione al suo utilizzo e in merito alla sua procedura di rimborsabilità. Certamente bandi comuni tra gli Stati membri per la fornitura di farmaci innovativi sarebbero difficilmente realizzabili; ma una riflessione, nel momento in cui molto si parla di assistenza sanitaria transfrontaliera, è certo d'obbligo sapendo che un tema del genere deve però essere trattato in via principale a Bruxelles". Giulia Grillo (M5S): " La mancanza di trasparenza sulla definizione del prezzo dei farmaci e la loro efficacia non è più tollerabile. Il coinvolgimento dell'UE servirebbe per tutto il mercato degli innovativi" "Intanto ordiniamo i numeri. Grazie ad una recente ricerca dell'Università Tor Vergata, peraltro da voi pubblicata, sappiamo che in Italia le persone che risultano positive al virus dell'epatite C sono 435.000. Ma, almeno altrettante, sono quelle che l'hanno contratto ma non ne sono ancora a conoscenza. Complessivamente quindi la popolazione interessata è di circa un milione. Attualmente, dati AIFA, le persone sottoposte a trattamento sono 10.000 dato ben lontano dai 50.000 previsti". Così il capogruppo del M5S in commissione Affari Sociali alla Camera mette a fuoco la questione per poi rilanciare: "Certamente è utile un piano nazionale per l'eradicazione che tenga conto dei suggerimenti dei clinici che lamentano la mancanza di un modello chiaro riguardo la somministrazione del trattamento ai pazienti elemento emerso nel corso del WEF 2015 che si è tenuto a Milano domenica scorsa". Quanto, invece, alle procedure per la determinazione dei prezzi e ai piani di acquisto per questi nuovi farmaci: "Penso che prima di tutto debba essere approvato il decreto previsto dalla Legge di Stabilità per fare chiarezza sui criteri di riparto del Fondo per i farmaci innovativi. Le regioni, stando alle dichiarazioni del Presidente Chiamparino, hanno manifestato da tempo la richiesta di aprire un tavolo tecnico con AIFA e ministero della Salute ma, IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 24/06/2015 7 23/06/2015 01:30 Sito Web IlFarmacistaOnline.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato inspiegabilmente, ciò non è ancora avvenuto. L'attuale mancanza di trasparenza sulla definizione del prezzo dei farmaci e circa la loro efficacia, basata esclusivamente su dati clinici forniti dalle stesse case farmaceutiche, non è più tollerabile. Ed anche sull'attuale sistema brevettuale ci sono poche luci e molte ombre. I cittadini hanno il diritto di sapere dove vanno a finire i soldi delle loro tasse". Andando più nel dettaglio, riguardo il suggerimento di nuove soluzioni tecniche di negoziazione, anche Grillo sottolinea la validità delle soluzioni proposte a Quotidiano Sanità da Nello Martini. "Direi che la strada indicata dal professor Nello Martini sia una buon base di partenza. Vale a dire: prezzi in base ai pazienti trattati, pagamento condizionato al risultato e pay back per i malati che non guariscono, pagamenti in leasing, registro nazionale per l'appropriatezza prescrittiva. Infine, circa la possibilità di un coinvolgimento europeo in un programma dell'Unione per l'eradicazione dell'epatite C, la capogruppo del M5S in commissione Affari Sociali afferma: "La collaborazione tra gli stati europei, che poi in questo caso si traduce nel coinvolgimento dell'Agenzia Europea dei medicinali (EMA), non dovrebbe riguardare solo l'epatite C, bensì tutto il sistema legato al mercato dei farmaci, soprattutto di quelli innovativi. Farei attenzione però ad affidare ad un unico soggetto la contrattazione dei prezzi. Condivido le riflessioni di Giuseppe Traversa, del Centro nazionale di epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità: sarebbe utile che l'EMA si aprisse a una maggiore trasparenza, pubblicando tutti i dati in suo possesso rispetto alle decisioni prese per l'approvazione dei farmaci, in modo che siano riutilizzabili a livello locale, nonché svolgere un compito utilissimo indicando se il nuovo farmaco sia sovrapponibile o migliore, e di quanto, rispetto ad altri già presenti sul mercato". Anna Miotto (Pd): "Bene la Toscana. Necessario riaprire tavolo negoziazione su prezzi farmaci e realizzare misure idonee per evitare 'cartello' tra aziende produttrici" Per la deputata Pd, componente della commissione Affari Sociali della Camera, il tema dei farmaci innovativi per la cura dell'Epatite C, è stato affrontato nella legge di stabilità 2015 in un momento di particolare difficoltà nel reperire adeguate coperture finanziarie. "Si è così deciso di optare per una certa gradualità. Se, però, si cominciano a registrare difficoltà a livello regionale nell'erogare questi farmaci, a questo punto il tema della gradualità deve essere messo da parte e bisogna ridiscutere tutto. L'accessibilità a questi farmaci va garantita"- Per quanto riguarda le procedure di determinazione dei prezzi: "Ha fatto bene la Toscana, grazie a questa scelta coraggiosa ora si possono accendere i riflettori su questa vicenda". Come noto, l'accordo stipulato tra l'azienda produttrice Gilead e l'Aifa è coperto da una clausola di riservatezza. "L'accordo è stato trovato con una sorta di gradualità al ribasso con prezzi che vanno da 37mila euro a terapia fino ai circa 4mila euro delle ultime dosi. Sulla base di questi numeri, la Regione Toscana ha aperto un bando per l'acquisto dei farmaci ponendo una base di prezzo di 3.300 euro. Si deve inoltre tenere conto che, con questi prezzi, le stesse aziende potrebbero vendere molte più dosi. Ad oggi, infatti, si è deciso di curare solo i 50mila casi più gravi. Ma, con i prezzi più bassi proposti dalla Toscana, se ne potrebbero ovviamente curare molti di più. La prima asta è andata deserta, ed è stato ora indetto un secondo bando. C'è da chiedersi come mai quest'asta sia andata deserta visto che, nel mentre, a produrre questi farmaci per l'Epatite C non c'è più la sola Gilead ma si sono aggiunte altre aziende farmaceutiche. A pensar male si fa peccato ma a volte non si sbaglia". Su questo tema Miotto ha poi incalzato: "Di recente il DG di Gilead ha ricevuto un premio di 280mila dollari per i risultati ottenuti. Prendendo infatti in considerazione il primo trimestre 2014 e il primo trimestre 2015, si può notare il fatturato dell'azienda è passato da 5 mld di dollari a 7,6 mld e il reddito netto da 2,76 mld di dollari a 4,3 mld. Sono cifre astronomiche. Quante volte in questi ricavi è stata 'strapagata' la ricerca effettuata dalla Gilead? Ricordiamo che, per l'acquisto di questi medicinali, si parla di utilizzo di denaro pubblico. Ci vuole più trasparenza se la ricerca dei privati viene poi, di fatto, ripagata dal denaro pubblico. Perché di questo si sta parlando". A questo punto, propone Miotto, "è necessario riaprire un tavolo di negoziazione, visto che la Gilead non è più l'unica azienda produttrice, e creare 'antidoti' per evitare che le aziende produttrici possano fare cartello". Quanto, poi, alla possibilità di prevedere un coinvolgimento europeo in un programma dell'Unione per l'eradicazione dell'epatite C: "Si tratta di una tematica importante. E' un cammino da intraprendere senz'altro. Al momento, però, è un'idea di difficile attuazione. Troppi sistemi sanitari diversi, senza contare che, ad esempio, se la materia non è oggetta di IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 24/06/2015 8 23/06/2015 01:30 Sito Web IlFarmacistaOnline.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato trattato non sarebbe vincolante per i Paesi dell'UE". Marisa Nicchi (Sel): "Bisogna implementare il fondo speciale per l'acquisto di farmaci innovativi previsto dalla legge di stabilità 2015" "Una misura del fenomeno l'ha data lo studio dell'Università di Tor Vergata di Roma, da voi pubblicato, che ha stimato in circa un milione di casi di epatite C, di cui poco meno della metà quelli effettivamente noti al sistema sanitario. Se si vuole affrontare con determinazione l'obiettivo dell'eradicazione di questa patologia con un orizzonte temporale che sia di medio termine (e non di decenni) diventa, tra l'altro, improcrastinabile avviare un vero Progetto di prevenzione con un efficace screening di massa, che consentirebbe realmente di far emergere questa grave patologia". Queste le premesse, indicate dal deputato di Sel in Affari Sociali Marisa Nicchi, per avviare un ragionamento puntuale sul tema. "C'è una priorità per i malati più gravi - sottolinea - che non deve far dimenticare che l'epatite C è una malattia infettiva trasmissibile a elevato impatto sociale, e questo a prescindere dalla gravità epatica. Vanno trovate adeguate risorse finanziarie, implementando il fondo speciale per l'acquisto di farmaci innovativi previsto dalla legge di stabilità 2015. Nel momento che vi sono farmaci disponibili, è infatti indispensabile garantirne l'accesso a tutti. Il diritto alla cura deve essere assicurato a tutti i costi". Riguardo al Fondo speciale per l'acquisto di farmaci innovativi previsto dalla legge di stabilità 2015, secondo Nicchi "vale comunque la pena segnalare che ad oggi il decreto del Ministro della salute che avrebbe dovuto individuare i criteri per l'assegnazione delle risorse a favore delle regioni in proporzione alla spesa sostenuta dalle medesime per l'acquisto dei medicinali innovativi, non è ancora stato emanato". Per il deputato di Sel resta sempre imprescindibile "individuare nuove forme di negoziazione trasparente dei prezzi e di trattative tra Stato e industria farmaceutica". Sotto questo aspetto, ricorda, "è stato importante importante la vicenda della Toscana che ha deliberato la gratuità del farmaco per la cura dell'Epatite C con un impegno economico di circa 60 milioni di euro per il prossimo triennio, avviando una gara di acquisto dei farmaci per abbassarne il prezzo e garantire l'attuazione del piano a costi sostenibili. Accanto a ciò - osserva - andrebbe comunque garantita la massima trasparenza nelle procedure e negli accordi con le ditte farmaceutiche. Ricordiamo che la stessa Aifa ha dichiarato che negli accordi stipulati con le aziende per la definizione del prezzo dei medicinali innovativi, e in particolare ai farmaci per l'epatite C, è stata inserita, su specifica richiesta dell'azienda, una clausola di riservatezza che non consente la pubblicazione degli stessi. E' inaccettabile". Allo stesso tempo, valuta, "andrebbe peraltro verificata l'effettiva quota di fatturato che le aziende farmaceutiche destinano agli investimenti in ricerca e sviluppo dei principi attivi". Per Nicchi, infine, un coinvolgimento sempre maggiore dell'Unione europea "sarebbe auspicabile, tenendo conto dei diversi sistemi farmaceutici così come la diffusione nei vari Paesi dell'epatite C. Un coinvolgimento che permetta di garantire in modo uniforme il diritto alla salute". Marco Rondini (Lega Nord): "Rimodulare di volta in volta procedure dei determinazione dei prezzi dei farmaci per questi prodotti" Per il deputato membro della Commissione Affari Sociali alla Camera l'ideale sarebbe, naturalmente, "riuscire a elaborare un piano nazionale che consenta l'eradicazione totale dell'Epatite C. Tuttavia oggi dobbiamo misurarci con l'enormità dei tagli che nelle ultime legislature hanno sfiancato la sanità. Al netto del quadro economico, sarebbe quindi auspicabile istituire fondi ad hoc che possano sostenere realmente chi ne ha bisogno. Un investimento diretto a curare anche i malati meno gravi comporterebbe in proiezione futura importanti risparmi: un conto è trattare un cronico, un altro curare chi ancora non si trova in una fase acuta della malattia". Rondini ritiene che le procedure dei determinazione dei prezzi dei farmaci per questi prodotti "andrebbero rimodulate di volta in volta, cogliendo così al balzo l'occasione di rinegoziare i costi con le aziende farmaceutiche. Una strada interessante e sicuramente percorribile - suggerisce - sarebbe quella che prevede un piano di pagamenti in leasing calibrato in funzione degli anni necessari all'eradicazione. L'attuale procedure necessita quindi di una revisione, studiando formule diverse che consentano di contrattare i prezzi e di pagare meno i farmaci". Nel complesso sarebbe utile "un maggior coinvolgimento europeo in un programma dell'Unione per l'eradicazione dell'epatite C, tuttavia l'attuale quadro rende questa opzione difficilmente attuabile. L'importante è che un accordo di questo genere non releghi in secondo piano l'obiettivo di costruire un Piano nazionale che resta, sempre e in ogni caso, la priorità assoluta. Una volta raggiunto IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 24/06/2015 9 23/06/2015 01:30 Sito Web IlFarmacistaOnline.it IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 24/06/2015 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato questo risultato - conclude - sarebbe allora opportuno tentare di interagire con le istituzioni comunitarie in modo da varare una strategia comune". Pierpaolo Vargiu (Sc): "Con nuovi farmaci dovrebbero essere trattati tutti i pazienti, ma resta il problema delle risorse. È interesse dell'Europa far fronte comune" Il presidente della commissione Affari Sociali della Camera si dice "convinto" circa il fatto che, con i nuovi farmaci per l'Epatite C, si "dovrebbero trattare tutti quanto prima". "Sono però consapevole che le buone intenzioni hanno poi bisogno di soldi e non di belle parole per essere concretizzate - prosegue -. Il problema vero è dunque dove trovare i soldi. Una vicenda che dimostra in maniera evidente i limiti del nostro sistema sanitario nel coniugare sostenibilità economica e risposta alla domanda di salute degli italiani". Quanto poi all'attuale procedura di determinazione dei prezzi dei farmaci per questi prodotti: "La formula dei prezzi di riferimento ha ampi margini di miglioramento: non possiamo paragonare un farmaco a un lenzuolo o a una garza. Serve grande collaborazione anche da parte delle aziende farmaceutiche che, cito la relazione annuale dell'Antitrust al Parlamento presentata oggi a Montecitorio dal presidente Pitruzzella, operano in un settore di 'speciale attenzione nel quale l'illecito accertato ha avuto gravi ripercussioni sulla spesa sostenuta dal sistema sanitario nazionale e, indirettamente, sulla garanzia di un diritto fondamentale dei cittadini'. E siamo in un settore dove qualsiasi ipotesi di illecito ha disastrose ripercussioni sul livello psicologico di fiducia dei cittadini nel sistema. Insomma abbiamo certamente bisogno di uno sforzo nell'interesse dei pazienti, consapevoli che i tagli alla farmaceutica, come dice anche il presidente Chiamparino, debbano essere contenuti". Infine, sulla possibilità di un coinvolgimento europeo in un programma dell'Unione per l'eradicazione dell'epatite C: "Più in generale l'integrazione sanitaria è una grande sfida che l'Europa deve prima o poi affrontare in profondità. Dopo il recepimento della direttiva sull'assistenza sanitaria transfrontaliera, non viviamo solo in un Paese con 21 sistemi sanitari diversi, ma in un continente dove il cittadino può muoversi per cercare le cure migliori. È interesse dell'Europa fare fronte comune - conclude Vargiu -. E' interesse dell'Italia essere all'avanguardia di questa nuova sfida". Giovanni Rodriquez e Gennaro Barbieri 23/06/2015 05:38 Sito Web IlFarmacistaOnline.it Succede al generale Cosimo Piccinno scomparso una decina di giorni fa. Il Generale Vincelli arriva a Roma dopo aver comandato per quasi tre anni la Legione Carabinieri Puglia dove era giunto nel settembre del 2012. Gli auguri del presidente Mandelli . 23 GIU - "Oggi a Roma, presso il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, alla presenza del Generale di Divisione Marcello Mazzuca, Comandante della Divisione Unità Specializzate Carabinieri, si è insediato il nuovo Comandante, Generale di Brigata Claudio Vincelli". È quanto riporta in una nota il Ministero della Salute. Il Generale Vincelli arriva a Roma dopo aver comandato per quasi tre anni la Legione Carabinieri Puglia dove era giunto nel settembre del 2012. Il nuovo Comandante, dopo aver ricordato l'eccellente lavoro svolto dal suo predecessore Generale di Divisione Cosimo Piccinno, ha saluto il personale del Reparto richiamando i valori della responsabilità e dell'alta professionalità che contraddistingue questa unità ad elevata vocazione specialistica dell'Arma dei Carabinieri. "A nome mio e dei componenti il comitato centrale della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, desidero congratularmi vivamente con la s.v., esprimendo sincero apprezzamento per la nomina ad importante carica. Nel confermare alla s.v. la più completa disponibilità per una concreta collaborazione, formulo sinceri auguri di buon lavoro". Così il presidente della Fofi Andrea Mandelli appena appresa la notizia della nuova nomina. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 24/06/2015 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nas. Il Generale dei carabinieri Claudio Vincelli è il nuovo comandante SANITÀ NAZIONALE 22 articoli 24/06/2015 Pag. 15 diffusione:334076 tiratura:405061 Cosmetica, l'export traina il fatturato a 9,4 miliardi Marika Gervasio Tiene il fatturato della cosmetica italiana, che cresce da oltre dieci anni e nel 2014 ha sfiorato i 9,4 miliardi di euro (+0,8%). La contrazione marginale del consumo interno (-1,4% a 6,018 miliardi) è stata bilanciata dalla significativa performance delle esportazioni, aumentate del 4,9% per un valore di oltre 3,3 miliardi. La bilancia commerciale del settore resta positiva, confermando un valore record prossimo a 1,7 miliardi. I dati sono contenuti nel Beauty Report 2015 di Cosmetica Italia, presentato ieri a Expo in concomitanza con l'assemblea dell'associazione. «Il progetto nasce dall'accorpamento di due tradizionali pubblicazioni che raccontano il settore: Beauty Reporte Rapporto annuale- ha spiegato il presidente di Cosmetica Italia, Fabio Rossello -. La prima, giunta alla sesta edizione con la collaborazione di Ermeneia, è l'appuntamento culturale nato per sostenere la reputazione della cosmetica italiana nei confronti delle istituzioni, dei mediae dell'opinione pubblica attraverso l'analisi dei comportamenti delle imprese, dei consumatorie dei fenomeni di filiera. La seconda propone un'analisi dettagliata delle statistiche annuali ». Ed ecco appunto i dati: considerando la ripartizione del fatturato sul mercato interno, si segnalano gli andamenti positivi di farmacia (+1,1%, a 1,8 miliardi), vendite dirette a domicilio e per corrispondenza (+2,8% a 539 milioni), erboristeria (+2%,a oltre 410 milioni). Prosegue invece negativamente l'andamento della profumeria che registra una flessione strutturale del 2,5% a 2,1 miliardi, ma anche dei canali professionali (estetica -3,6%, con 233 milioni; e acconciatura 3,5% a 570 milioni). SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Assemblee 24/06/2015 Pag. 38 diffusione:334076 tiratura:405061 Medici, ambulatorio e pensione al 50% Coni requisiti per la quiescenza il dottore potrà essere affiancato da un collega più giovane Roberto Turno pMetà stipendio e metà pensione. Potrebbe arrivare presto per medici e pediatri di famiglia la possibilità, se lo vorranno, di diventare pensionati part time. Che per metà percepiranno quanto riconosce in convenzione la Asl, e per l'altra metà si vedranno riconosciuto dall'Enpam, il loro ente di previdenza, un anticipo della prestazione pensionistica. Al tempo stesso, si apriranno le porte ad altrettanti giovani medici senza lavoro che lavoreranno gomitoa gomito col dottore "anziano", nel suo stesso studio, percependo la metà del suo stipendio ex Asl. È una verae propria staffetta generazionale in salsa sanitaria quella che si sta preparando in casa Enpam, che in qualche modo già ha lasciato le prime tracce nella trattativa sull'atto di indirizzo che porterà al rinnovo della convenzione tra i sindacati e le regioni, con i ministeri (Salute, Lavoro ed Economia) di sicuro non semplici spettatori. «Può essere un volano virtuoso, non la soluzione in assoluto. Il medico anziano può lavorare con più tranquillità e insegnare la professione, il giovane impara ma al tempo stesso porta il suo bagaglio di "nativo digitale". E per la medicina del territorio può essere una leva per uscire dal guado», spiega il presidente dell'Enpam, Alberto Oliveti. Che è in corsa per il rinnovo delle cariche di vertice in calendario all'assemblea nazionale di sabato 27 a Roma. Un ente, l'Enpam, che intanto ha chiuso il 2014 con un avanzo di esercizio di 1,2 miliardi e un patrimonio netto cresciuto in5 anni da 10a 16 miliardi, anche a dispetto dei superprelievi statalie delle note, vecchie vicende giudiziarie. La scelta del pensionamento part time sarà tutta del singolo medico di famiglia e pediatra di famiglia in possesso dei requisiti necessari per l'accesso alla pensione (ordinariao anticipata). Il dottore dovrà continuare a fare lo stesso lavoro, con gli stessi assistiti e gli stessi impegni sanciti dalla convenzione con il Ssn. Prenderà metà della pensione maturata in quel momento, che tornerà ad essere piena quando sceglierà di andare definitivamente in quiescenza. Percepirà però solo la metà dell'attuale compenso dalla Asl, che sarà invece erogatoa un giovane medico che ne abbia diritto. La procedura evidentemente andrà chiarita e specificata nei dettagli. Spiega Oliveti:« Il compenso che il medico anziano non avrà più andràa chi ha fatto il tirocinio in medicina generalee che oggi rischia di non trovare più spazi per la collocazione sul lavoro. Troveremo criteri di definizione con un sistema regolamentatoe preciso». Questo il percorso di massima dell'operazione "staffetta generazionale" per medicie pediatri convenzionati. Che all'Enpam si sta pensando di declinare anche per la componente degli specialisti ambulatorali. Un percorso che sembra essere già condiviso nel merito, ma che deve ancora scontare alcuni passaggi essenziali. Sarà ne- cessario l'accordo col ministero della Salute e servirà il via libera del ministero vigilante, il Lavoro, oltre che la valutazione dell'Economia. Poi dovrà esserci l'accordo in Stato-regioni con i governatori. Senza dire che l'Enpam dovrà modificare il suo Regolamento (col visto del ministero del Lavoro). «Se il medico continuaa lavorare- aggiunge Oliveti - non è tecnicamente un pensionato: per questo l'Enpam dovrà modificare i suoi regolamenti per riconoscere una prestazione anticipata pari alla metà della pensione anticipata». L'acronimoè già pronto: nel segno della modernità, si chiamerà App (anticipo della prestazione pensionistica).E anche le prime simulazioni sono pronte:a bocce ferme tra medici e pediatri entro l'anno avrebbero diritto all'App in 7.192. Come dire, 7.192 nuovi posti per i giovani medici a spasso. Sempre che gli anziani siano d'accordoa fare un (quasi) passo di lato. Risorse suddivise 01 L'INIZIATIVA L'ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici (Enpam) sta elaborando un progetto di staffetta generazionale che vedrà coinvolti medici e pediatri di famiglia. Colori i quali avranno i requisiti per la quiescenza ordinaria e anticipata potranno decidere di farsi affiancare da un collega più giovane 02 LA FORMULA Il medico "anziano" percepirà metà stipendio ex Asl e metà della pensione maturata, mentre l'altra metà dello stipendio andrà al collega più giovane che abbia fatto il tirocinio di medicina generale e che oggi rischia di non trovare spazi lavorativi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Previdenza. Enpam prepara un progetto di staffetta generazionale 24/06/2015 Pag. 38 diffusione:334076 tiratura:405061 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La fotografia 1.150.124 Contratti agevolati Secondo la stima dela Fondazone studi studi dei consulenti del lavoro dovrebbero essere quellia tutele crescenti stipulati entro il 31 dicembre del 2015 grazie agli sgravi previsti nella Legge di stabilità. La fotografia offerta per il primo bimestre dell'anno dal ministero del Lavoro parla di 303.124 contratti agevolati stipulati finoa quel momento 87% La quota di stabilizzati Rappresenta la percentuale degli accordi di stabilizzazione rispetto al totale degli oltre 1.150.000 contrattia tutele crescenti previsti dai professionisti per l'anno in corso 4,74 miliardi Costo degli sgravi Si tratta della somma complessiva a carico dello Stato nel caso in cui a fine 2015 venissero in effetti stipulati 1.150.000 contrattia tutele crescenti. Peri consulenti del lavoro la scopertura finanziaria ammonterebbe a 2,94 miliardi 149 mila Posti di lavoro in più Quelli nel primo bimestre 2015 come saldo positivo fra assunzioni e licenziamenti. Di questi, secondoi professionisti, solo 40mila riguarderebbero soggetti disoccupati, mentre il resto sarebbero frutto di conversione da altri contratti 24/06/2015 Pag. 1 diffusione:556325 tiratura:710716 E il ministro prescrive la dieta mediterranea MICHELE BOCCI TRA REGIMI iperproteici che promettono dimagrimento immediato e sirene vegetariane, gli italiani si stanno allontanando dalla propria tradizione alimentare. Per spiegare loro quanto sia importante, il ministero della Salute chiederà aiuto ai medici di famiglia. A PAGINA 23 DAL medico per imparare a seguire la dieta mediterranea. In questi anni, sballottati tra regimi iperproteici che promettono il dimagrimento immediato e sirene vegetariane che assicurano di salvare il pianeta, gli italiani si stanno allontanando dalla propria tradizione alimentare. Per spiegare loro quanto sia importante mantenere gli usi dei nonni, il ministero della Salute chiederà anche l'aiuto dei medici di famiglia, che nei loro ambulatori vedono passare in un anno gran parte dei cittadini italiani. Del resto non è una questione solo culturale ma anche sanitaria. Mangiare meglio vuol dire ammalarsi di meno. E così dopo l'estate i camici bianchi riceveranno un volumetto che spiega i corretti stili nutrizionali per poterli illustrare ai pazienti che hanno smesso di seguirli. L'allarme sulla tendenza ad abbandonare la dieta mediterranea arriva da Aidepi, parte in causa nella questione visto che si tratta della sigla che riunisce anche i produttori di pasta. È vero che da noi, secondo un sondaggio commissionato dall'associazione, Dukan e company non sfondano, però la preoccupazione di chi fornisce la materia prima per il piatto simbolo della cucina italiana è una spia della quale tenere conto. Visto che ci sono filosofie alimentari che escludono categoricamente dalla tavola spaghetti, penne e tagliatelle, le aziende nostrane si spendono per far capire che rinunciare ai carboidrati non fa bene, e ricordano agli italiani come i nutrizionisti sconsigliano i regimi iperproteici. «I nostri concittadini sono confusi da teorie che promettono dimagrimenti a breve termine - dice Paolo Barilla, presidente Aidepi - Si cercano le cose estreme. Ma il nostro organismo non ha bisogno di innovazione bensì di proporzione. E poi si è affascinati della novità dell'ultima dieta, e quella mediterranea non è in grado di dare "big news" ogni giorno perché è tradizionale. Così si tende a scordarla. Ma il segreto è non rinunciare a niente». Zuppe e legumi a volontà, e poi pesce, verdure, pasta, pizza, tanta frutta e poche porzioni a settimana di carni rosse o bianche. Chiunque poteva mandare a memoria la formula eppure molti se la sono scordata. «Uno dei problemi oggi è la quantità. Abbiamo la pancia perché mangiamo troppo, seguiamo il regime alimentare dei nostri nonni ma non facciamo la loro attività fisica - spiega Andrea Ghiselli del Cra, il Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura - La dieta mediterranea ha la grande forza di essere rapportata al fabbisogno. Se ho necessità di 2.000 calorie, mangio 2.000 calorie». E invece le varie diete iperproteiche fanno restare sotto la soglia. «Possono andare bene se le faccio per un breve periodo di tempo e mi aiuto con integratori di fibra e alcune vitamine», dice ancora Ghiselli. Pasticche e tavolette che non servono invece a chi decide di non abbandonare la nostra tradizione alimentare. 72% Gli italiani che considerano la dieta mediterranea quella ideale 17% Quelli che preferiscono la dieta vegetariana o vegana 11% Quelli che considerano valida la dieta iperproteica La dieta preferita 90% Gli italiani che ritengono che la pasta sia buona e faccia bene alla salute, senza eccedere in porzioni e condimenti 53% Dichiarano che la pasta è l'alimento a cui si rinuncia con più difcoltà quando si fa una dieta 45% Dichiarano che il pane è l'alimento a cui si rinuncia con più difcoltà quando si fa una dieta Pasta e pane Le diete low carb 5% Gli italiani che afermano di aver sentito parlare di diete low carb 2% Gli italiani che dichiarano di averne seguita una 30% Le persone tra quelle che le hanno provate che si dichiarano poco o per niente soddisfatte 30% Gli Italiani che sostengono di avere seguito una dieta nel corso della vita 70% Gli italiani secondo i quali una dieta ad alto contenuto di proteine e di grassi e a basso di carboidrati è "un controsenso nel paese della dieta mediterranea" 57% Gli italiani che dicono di non voler prendere mai in considerazione le diete low carb SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA STORIA 24/06/2015 Pag. 1 diffusione:556325 tiratura:710716 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 1 2 3 4 5 6 7 8 9 L'approccio riduzionista è pericoloso Troppi grassi e proteine animali Dimagrimento lampo Provocano chetosi Efetto yo yo Alimentano rischi cardiovascolari e tumori Trascurano vitamine e minerali Mancanza di fbre Controindicate a chi fa sport Perche' secondo gli esperti le diete low carb non vanno bene www.salute.gov.it www.aidepi.it PER SAPERNE DI PIÙ Foto: IL MINISTRO Beatrice Lorenzin, ministro della Salute FONTE: RICERCA DOXA COMMISSIONATA DA AIDEPI, ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI DEL DOLCE E DELLA PASTA ITALIANA 24/06/2015 Pag. 23 diffusione:556325 tiratura:710716 "Basta falsi miti sui piatti proteici" Vogliamo aumentare l'informazione sullaqualità deinostricibi concampagne diretteatutte lefasidellavita (mi.bo.) «VANNO smantellati i falsi miti sulle diete iperproteiche». Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin invita all'ascolto degli esperti di nutrizione e promette di impegnarsi nell'aumentare l'informazione sulle qualità della dieta mediterranea. Le diete senza carboidrati sono sempre di più, c'è il rischio che si perda la consapevolezza della qualità della dieta mediterranea? «Purtroppo sì. Siamo il Paese con la tradizione culinaria migliore ma rischiamo di dissipare il nostro patrimonio. Le diete iperproteiche fanno dimagrire ma provocano uno scompenso generale, come ci dicono i nutrizionisti. Quella mediterranea è bilanciata, ricca di fibre, vitamine, pesce, verdure e legumi». Come pensate di intervenire? «Organizziamo campagne di comunicazione e di sensibilizzazione, che devono riguardare tutte le fasi della vita. Bisogna partire dalla prima infanzia, anzi dalla gravidanza. La salute della madre è importante per quella del bambino, e dipende anche da quello che mangia. Bisogna prevenire il diabete gestazionale e l'obesità infantile, promuovere l'allattamento al seno, cosa che deve essere fatta senza demonizzare chi il latte non ce l'ha». E le scuole? «Lì la situazione è già a posto, perché ci sono linee guida su quale alimentazione seguire. Quasi ovunque si rispettano i principi della dieta mediterranea, c'è da lavorare su alcune eccezioni. La scuola è molto importante, anche per un altro motivo». Quale? «Gli studenti quando tornano a casa possono "insegnare" anche ai genitori l'importanza dello stile alimentare corretto. Dei cibi freschi, della filiera corta. E poi se diamo ai bambini una corretta alimentazione, come ci dicono i medici, quando cresceranno svilupperanno, ad esempio, meno sindromi metaboliche e problemi cardiovascolari, che hanno un impatto altissimo dal punto di vista economico sul sistema sanitario». L'Expo è utile per diffondere queste informazioni? «Stiamo lavorando proprio con le scuole nel Padiglione Italia. A fine ottobre, il 27 e il 28, arriveranno ministri della Salute e rappresentanti di 14 Paesi per una grande conferenza sulla nutrizione. E noi punteremo sulla bontà del nostro modello mediterraneo». IL MINISTRO Beatrice Lorenzin, ministro della Salute SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA/ BEATRICE LORENZIN 24/06/2015 Pag. 27 diffusione:309253 tiratura:418328 "Inquinamento e virus: cosa c'è dietro i linfonodi" FABIO DI TODARO In Italia, ogni anno, le diagnosi superano quota 15 mila. Ma se le prospettive di sopravvivenza sono incoraggianti - guarisce quasi il 90% dei pazienti -, a preoccupare dei linfomi è l'aumento di casi che da 30 anni si sta registrando in Europa. «Oltre alla diffusione di malattie virali, la causa del trend va ricercata nel contatto con diversi inquinanti ambientali», racconta Franco Cavalli, ordinario di oncologia all'Università di Berna e direttore dell'Istituto Oncologico della Svizzera Italiana di Bellinzona. È stato lui a presiedere, la scorsa settimana, l'edizione numero 13 della Conferenza internazionale sul linfoma maligno, svoltasi a Lugano. Professore, oggi ci si ammala davvero di più di linfoma? «Sì. A crescere è soprattutto la casistica dei linfomi non-Hodgkin, che colpiscono principalmente gli adulti. Il rapporto, rispetto al linfoma di Hodgkin, è in Italia quasi uno a sette». Perché per trovare una spiegazione si guarda soprattutto a polveri ed emissioni? «I linfomi altro non sono che dei tumori che colpiscono il sistema linfatico, ovvero la prima barriera difensiva del nostro organismo. La produzione di linfociti, normalmente, è abbastanza lenta. Ma, quando il corpo umano viene esposto a una moltitudine di sostanze estranee, la proliferazione accelera. E sappiamo che, quando la replicazione di una cellula è troppo veloce, il rischio che il processo subisca un deragliamento è più alto». I linfomi, quindi, sono una delle emergenze sanitarie del terzo millennio? «Oggi subiamo molte più sollecitazioni dall'esterno rispetto al passato e contenere l'impatto ambientale delle attività dell'uomo è opportuno, quando possibile. Ma sarebbe riduttivo circoscrivere l'aumento dei casi di linfomi al solo inquinamento. Le stesse responsabilità, per esempio, le hanno alcuni virus». Quale rapporto hanno con i linfomi? «Si parla dei legami tra i virus dell'epatite e il papillomavirus con, rispettivamente, i tumori del fegato e della cervice uterina. Ma il connubio, in realtà, è ancora più stretto nel caso dei linfomi. È la struttura dei virus che li porta a venire a contatto con il Dna delle cellule del sistema linfatico. La conseguenza è una loro alterata proliferazione, terreno fertile per l'insorgenza di un linfoma». SEGUE DA PAGINA 27 Quali sono i virus sotto accusa? «L'aumento dei linfomi è stato esponenziale nello stesso periodo in cui si scopriva l'Aids. Ma con l'introduzione degli antiretrovirali il numero di linfomi non-Hodgkin collegato alla presenza dell'Hiv si è di molto ridotto. Resiste, invece, un'associazione più stretta con i linfomi di Hodgkin: probabilmente perché la causa di questa malattia sta proprio nel virus e non nella depressione del sistema im- munitario da questo provocata. Le attenzioni, comunque, sono puntate anche su altri patogeni: come il virus di Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi, l'Hbv e l'Hcv. Chi sviluppa il tumore e ha già l'epatite C, per esempio, risponde in modo meno soddisfacente alle cure». Parlando invece delle terapie, qual è lo stato dell'arte? «Lo studio del genoma tumorale ha portato due conseguenze: l'identificazione di almeno 30 malattie diverse, tra i linfomi, e la fioritura di nuovi farmaci. Oggi il problema è come scegliere i più promettenti. A Lugano abbiamo presentato i risultati riguardanti la sperimentazione degli "inibitori dei check points" in grado di eliminare questi "posti di controllo" presenti in diversi punti del sistema di difesa immunitario. È così che si può potenziare la risposta dell'organismo contro il linfoma». Come tende a manifestarsi la malattia? «Non potendo quasi mai fare prevenzione, l'ingrossamento dei linfonodi rappresenta il primo segno di un linfoma. Quando perdura da tempo e non trova spiegazione con un'altra infezione, è bene rivolgersi a uno specialista. Febbre e astenia accompagnano spesso la linfoadenopatia in una persona che non sa ancora di avere un linfoma di Hodgkin». Twitter @fabioditodaro Foto: Franco Cavalli È oncologo all'Università di Berna e direttore dell'Istituto Oncologico di Bellinzona SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tutto SCIENZE&salute 24/06/2015 Pag. 27 diffusione:309253 tiratura:418328 "Il mio test sa prevedere se il tumore tornerà" Ricerca dell'Istituto di Candiolo: in futuro terapie più efficaci V ALENTINA A RCOVIO Se c'è un evento che spiazza tanto gli oncologi quanto i malati di cancro è il comportamento spesso imprevedibile della malattia. A volte non si fa in tempo a festeggiare il successo di una terapia che il tumore riappare più forte di prima. In questi casi ciò che ci vorrebbe è una sorta di «sfera di cristallo». O più realisticamente un metodo semplice che offra ai malati e ai medici la possibilità di giocare d'anticipo contro un male capace di usare il tempo a proprio favore. È quello che stanno cercando di sviluppare Alberto Bardelli e il suo team di ricercatori dell'Irccs di Candiolo. In uno studio pubblicato sulla rivista «Nature Medicine» lo scienziato torinese e il suo gruppo presentano un test sperimentale ancora in fase di sviluppo che, utilizzando un prelievo di sangue, aiuta a prevedere se e quando un tumore al colon-retto non risponderà più ai farmaci. Come si possono anticipare le mosse di un tumore? «I tumori solidi rilasciano nel sangue piccole tracce della loro presenza che, tecnicamente, chiamiamo Dna circolante. Nel nostro studio abbiamo descritto un metodo sperimentale che, proprio tramite l'analisi del Dna circolante del tumore, aiuta a stabilire se un tumore al colon-retto svilupperà una resistenza ai farmaci, anticipando quindi la comparsa di recidive». In cosa consiste questo test? «Per il paziente è un semplice esame del sangue. Per noi ricercatori è una "biopsia liquida", ovvero una caccia alle tracce del Dna dei tumori che circola nel sangue e che ci consente di monitorare le spie molecolari responsabili dello sviluppo della resistenza ai farmaci e della ripresa della malattia. Grazie ad una tecnologia chiamata "Next generation sequencing" siamo riusciti ad analizzare per intero 226 geni (vale a dire 600 mila lettere del nostro genoma), che sono le spie più rilevanti nello sviluppo del cancro al colon. Usando il pannello di 226 geni che abbiamo chiamato "Ircc target panel", abbiamo verificato una concordanza significativa tra le alterazioni genetiche osservate nel prelievo di sangue e nel tessuto tumorale dello stesso paziente. Questo ci ha permesso di ricostruire il profilo genomico del tumore in tempi diversi della malattia». Quali potranno essere le applicazioni cliniche? «Questi risultati potrebbero avere implicazioni su tre fronti diversi. Prima di tutto, una volta messo a punto il test, sarà uno strumento utile per capire qual è il gene che conferisce la resistenza al tumore. Di conseguenza potremo in futuro sapere in anticipo, senza quindi aspettare i risultati della Tac, se una terapia sta funzionando o meno e quindi consentire ai medici una diagnosi più tempestiva, sulla quale cui basare una nuova strategia terapeutica. Infine, il nostro lavoro rende più concreta la possibilità di sapere se e quando, dopo un periodo di interruzione, i farmaci a bersaglio molecolare possono tornare a essere efficaci dopo che il tumore ha sviluppato una resistenza». Perché un farmaco che non funzionava più può tornare a essere efficace? «Il meccanismo che abbiamo scoperto è un processo di evoluzione clonale delle cellule che è simile a quanto descritto da Charles Darwin per l'evoluzione e la selezione delle specie. I nostri risultati suggeriscono che i cloni resistenti alla terapia, senza la pressione selettiva dei farmaci che li ha fatti emergere, non si adattano più all'ambiente in cui si trovano. In alcuni casi è dunque possibile riprendere con successo, dopo un certo intervallo di tempo, la cura che era divenuta a un certo punto inefficace». Ma questo vale solo per il tumore al colon? «Per il momento il nostro studio è stato condotto su campioni di sangue di oltre 100 pazienti affetti da tumore del colon. In collaborazione con i colleghi dell'Ospedale di Niguarda di Milano, con i quali abbiamo svolto le ricerche pubblicate sulla rivista "Nature Medicine", stiamo applicando la biopsia liquida anche ad altri tumori. Negli Usa si sta facendo lo stesso sul tumore della mammella e su quello del polmone. Siamo davvero entusiasti dei risultati finora ottenuti, specialmente perché all'inizio di questa avventura il nostro approccio sembrava non funzionare». Poi che cosa è successo per cambiare di nuovo tutto? «È grazie alla perseveranza di una giovane dottoranda, la prima autrice dello studio, Giulia Siravegna, che siamo arrivati a questo punto. E a crederci è stata sia la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, che ci ha messo a disposizione tecnologie di ultima generazione per il sequenziamento del Dna, sia l'Associazione Italiana per la Ricerca sul SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tutto SCIENZE&salute 24/06/2015 Pag. 27 diffusione:309253 tiratura:418328 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cancro che ha finanziato gli esperimenti». Foto: Lo studio di Alberto Bardelli dell'Irccs di Candiolo (nella foto) è apparso su «Nature Medicine»: al centro c'è la caccia alle tracce di Dna tumorale che circola nel sangue 24/06/2015 Pag. 30 diffusione:309253 tiratura:418328 Perché la Mers asiatica comincia a farci paura Arriva un nuovo virus, cosa si deve sapere LORENZA CASTAGNERI Non se lo ricorda quasi nessuno, ma anche in Italia c'è stato un caso diMers, la sindrome respiratoria parente della Sars, individuata dapprima tra Arabia Saudita, Emirati Arabi e Giordania e che da qualche settimana sta spaventando l'Occidente e l'AsiaOrientale. Ospedale Careggi di Firenze, estate del 2013. Furono registrati due casi sospetti e uno accertato. L'ammalato guarì. Forse basterebbe questo episodio a tranquillizzare quanti, dopo Ebola, temono che stia per scoppiare una nuova epidemia globale, nonostante laMers abbia già causato 25 morti in Corea del Sud e un decesso in Germania. «Erano tutte persone dal quadro clinico compromesso, con problemi cardiocircolatori e respiratori. Nel nostro Paese c'è attenzione, ma non preoccupazione: nessun allarme per un possibile contagio», dice Giovanni Rezza. Epidemiologo, è direttore del Dipartimento dimalattie infettive, parassitarie ed immunomediate dell'Istituto superiore di Sanità, che si occupa di monitorare la situazione Mers. «Naturalmente - spiega - dopo il caso toscano abbiamo messo a punto nuovi test diagnostici e il ministero della Salute ha allertato, tramite le Regioni, tutti gli ospedali. La nostra è una rete ampia e che funziona bene». Mers sta per «Middle East respiratory syndrome», sindrome respiratoria del Medio Oriente. È causata da un virus, o meglio un coronavirus, per via della disposizione a raggiera attorno alle cellule, simile a quello che nel 2002 diede origine alla Sars, la polmonite che ha provocato 8 mila contagi e circa 800 morti. L'origine dellaMers non è chiara. L'ipotesi più accreditata è che il virus appartenga ai pipistrelli della frutta e che poi abbia aggredito cammelli e dromedari, arrivando così all'uomo. I sintomi sono febbre, tosse e difficoltà a respirare che, in certi casi, possono trasformarsi in un «distress» respiratorio, un'insufficienza tale da costringere alla terapia intensiva. Situazioni limite. Di solito, una volta fatta la diagnosi, l'ammalato viene posto in isolamento. D'altra parte, una terapia specifica non c'è. Esistono «trattamenti di supporto», come li chiamano gli esperti. «Ma non bisogna avere troppa paura ribadisce Rezza -: i focolai della malattia si sono diffusi tutti in ambiente ospedaliero. Un malato ha contagiato medici e infermieri, che a loro volta hanno diffuso la patologia tra altre persone». Proprio come è successo in Corea del Sud, dove oltre ai decessi ci sono 7 mila persone in quarantena. «Questa non è, almeno per ora, una malattia "di comunità": la trasmissione è piuttosto difficile. Avviene entrando a stretto contatto con chi ne è già affetto: i suoi bacilli si propagano attraverso tosse e starnuti. Una situazione diversa da quella di Ebola, malattia che si è diffusa ben oltre i confini dei reparti di ospedale, almeno nel contesto africano». L'Oms, l'Organizzazione mondiale della Sanità, ha confermato che l'infezione umana da Mers non costituisce un'emergenza di sanità pubblica internazionale. L'istituzione con sede a Losanna, pertanto, non raccomanda di eseguire test ai viaggiatori nei punti di ingresso, né di esercitare restrizioni ai viaggi. Ma l'attenzione resta alta. Il tasso di mortalità legato alla patologia, infatti, ha superato il 36%: dall'aprile 2012 al giugno 2015 sono stati registrati 1321 casi di infezione e 466 decessi. Per guarire conta avere una buona salute di base e affidarsi a centri preparati. Assicura Rezza: «In caso di emergenza l'Italia è pronta a rispondere». Giovanni Rezza Epidemiologo RUOLO : È DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI MALATTIE INFETTIVE, PARASSITARIE E IMMUNOMEDIATE DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Foto: A Seul, Corea del Sud, è scattata l'emergenza Mers SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MEDICINA tutto SCIENZE&salute VIROLOGIA 24/06/2015 Pag. 38 diffusione:309253 tiratura:418328 "Il superfarmaco contro l'epatite C in India costa 1 dollaro" La procura: perché in Italia il prezzo è di 45 mila euro? PAOLA ITALIANO Per l'Ufficio brevetti di Nuova Delhi, il Sofosbuvir, il «superfarmaco» contro l'epatite C, non è sufficientemente innovativo: questo è il motivo per cui ha respinto nei mesi scorsi la richiesta di brevetto della azienda farmaceutica Gilead. E così, in India, il farmaco è stato prodotto come generico abbattendo i costi. Il risultato è che viene venduta al prezzo di un dollaro la stessa compressa che negli Stati Uniti viene venduta a mille dollari, in Italia a 600 euro. È questo uno degli aspetti su cui si sta concentrando l'inchiesta aperta nei mesi scorsi dalla procura di Torino, in seguito alla difficoltà ad accedere alle cure da parte di molti pazienti, nonostante la delibera dell'Aifa, l'Agenzia nazionale per il farmaco, che l'ha inserito nell'elenco delle priorità delle cure gratis. L'indagine Il pm Raffaele Guariniello ipotizza i reati di omicidio colposo, lesioni colpose e omissione di cure per i casi di malati che in Piemonte non hanno avuto accesso alla cura: 24 i decessi su cui si stanno concentrando gli accertamenti per capire se esiste un nesso di causa tra il mancato trattamento e la morte. L'inchiesta è a carico di ignoti: anche perché, in questa fase, l'obiettivo dei magistrati e dei carabinieri del Nas, è soprattutto quello di dare risposte alle innumerevoli domande che il farmaco ha già sollevato in tutto il mondo e quelle nuove che emergono ogni volta che viene ascoltato un nuovo testimone. Circostanza da chiarire, ad esempio, è perché in pochi mesi - dopo l'introduzione del Sofosbuvir (il cui nome commerciale è Savoldi) tra i farmaci rimborsabili dal sistema sanitario nazionale - siano stati immessi sul mercato altri sei farmaci analoghi. A parte l'Harvoni, prodotto dalla Gilead stessa, che risulterebbe più efficace e pure più caro, sono entrati nel regime di rimborsabilità anche medicinali più economici, come il Viekirax e l'Exviera, prodotti dalla Abbvie. Spesso si tratta di farmaci da usare in combinazione: ma anche in questo caso risulterebbero più economici rispetto ai 45 mila euro a trattamento del Sofosbuvir. Il costo della speranza Anche Luca Pani, direttore generale dell'Aifa, ha recentemente sottolineato che «parlare oggi del Sofosbuvir come "il farmaco" per l'Epatite C è già obsoleto», sottolineando che per inquadrare il significato delle nuove terapie dell'epatite C bisogna considerare la progressiva introduzione di più principi terapeutici e la conoscenza della malattia di fegato e dell'impatto che ha su questa l'eradicazione dell'infezione. E questo aspetto porta a un altro punto che sta approfondendo la procura di Torino: quella che viene pagato 45mila euro a trattamento è una speranza, una «presunzione di guarigione», non una certezza. I dati eccezionali dell'efficacia del farmaco, infatti, secondo quanto gli esperti ascoltati da Guariniello hanno riferito, non sono confermati sul lungo termine. L'eradicazione del virus è stata osservata nel periodo del trattamento e in quello successivo: ma questo non significa che non possa rimanere latente e riprendere a replicarsi successivamente La Campagna Indagini e polemiche hanno certamente avuto l'effetto di accendere i riflettori su una malattia diffusa ma di cui si parla poco. Proprio in questi giorni è partita una campagna di informazione supportata dal Ministero della Salute, «Unamalattia con la C» - negli spot in televisione, una bambina parla del padre che è malato ma non deve stare a letto. Una ricerca rivela che 2 italiani su 3 sanno poco o nulla del virus e il 91% non sa che lamalattia si manifesta senza sintomi evidenti. L'accordo Nel settembre 2014 l'Aifa ha chiuso l'accordo con Gilead Sciences, l'azienda farmaceutica che produce il farmaco Sovaldi- Sofosbuvir a 37 mila euro per ciclo terapeutico La denuncia Un'associazione di pazienti denuncia che alle Molinette appena 100 malati hanno iniziato il trattamento e altri 600 sono in lista d'attesa, a fronte di 2 mila casi in Piemonte L'inchiesta Il pm Guariniello apre un'inchiesta sul mancato accesso alla cura: si indaga per lesioni ma anche per omicidio colposo, perché alcuni pazienti in lista d'attesa nel frattempo sono morti I costi L'indagine si concentra anche sui costi del farmaco: i testimoni ascoltati dal pm hanno riportato come in India la cura con lo stesso principio attivo costi solo un dollaro a compressa 6 aziende Sono quelle che hanno immesso sul mercato farmaci contro l'epatite C subito dopo l'arrivo del Sovaldi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'inchiesta penale sull'accesso al Sofosbuvir il caso 24/06/2015 Pag. 38 diffusione:309253 tiratura:418328 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 24 morti Sono i decessi su cui si indaga per appurare l'eventuale nesso con la mancata prescrizione del trattamento 1,5 mln malati Tanti sono quelli affetti da Epatite C in Italia Il 40-50% delle infezioni diventa cronica e una parte degenera in cirrosi Foto: REPORTERS Foto: Guarigione «presunta» Foto: Un teste ascoltato dal pm Guariniello ha riferito che il trattamento con il Sofosbuvir non garantisce l'eradicazione totale del virus nel lungo termine 24/06/2015 Pag. 22 diffusione:210842 tiratura:295190 Testosterone illusione di giovinezza Francesca Filippi IL CASO In una "T" l'ultima ossessione degli uomini, degli ultracinquantenni convinti che, prendendo ormoni, possono ritrovare la muscolatura e la virilità perdute. La "T" sta per testosterone, un ormone del gruppo androgeno che, nei maschi, è deputato allo sviluppo degli organi sessuali e dei caratteri sessuali secondari come la barba, i peli, il timbro della voce e i muscoli. L'ultima moda, arrivata dritta dritta dagli Stati Uniti, è, appunto, quella di assumere testosterone per tornare indietro negli anni. Oltreoceano è boom di integratorielisir venduti anche al supermercato, da noi, invece, la libera vendita è proibita e ci si rivolge al mercato clandestino o on line. Mercato che, negli ultimi due anni, è andato via via crescendo. Forze, desiderio sessuale e linea, anche nell'uomo, subiscono delle variazioni pur non parlando di vera e propria andropausa. A partire dai 40 anni il testosterone subisce un calo dell'1% all'anno circa e può accadere (ma lo deve verificare un'analisi del sangue) che intorno ai 50-60 la quantità di ormone in circolo è così bassa da richiedere un'integrazione. Una condizione che si riscontra nel 10% della popolazione maschile tra i 40 e i 60 e nel 30% di quella tra i 60 e gli 80. «Esistono dei bassi livelli di testosterone - spiega Giorgio Franco presidente della Società italiana di andrologia - che possono essere considerati patologici. Tanto da procurare diversi effetti sull' uomo, da una diminuita forma fisica, a disturbi erettili e cognitivi fino alla depressione e all'osteoporosi - ma si tratta di un numero assai inferiore rispetto a quelli che chiedono di prendere farmaci per tornare come erano vent'anni prima. Il solo basso dosaggio non costringe ad un aiuto con i medicinali. Bisogna visitare il paziente in tutta la sua interezza, da non dimenticare lo stato di salute della prostata. È chiaro che l'età vede calare il livello dell'ormone ma l'eventuale correzione va ponderata sulla base delle condizioni generali. Come ho detto, ci devono essere dei sintomi importanti, non è un elisir di giovinezza per portare indietro l'orologio del tempo». BOOM NEGLI USA Negli Stati Uniti il numero delle prescrizioni di testosterone è cresciuto dieci volte dal 2000 al 2011. Tanto che l'Ente americano di controllo dei farmaci ha lanciato l'allarme per l'infarto e l'ictus. «È una moda iniziata nelle palestre è il commento di Luca Pani direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco, l'Aifa,- e si sta diffondendo anche fuori. Ci sono molti uomini di mezza età che si sono convinti che il testosterone aumenti la virilità e se lo fanno prescrivere ogni sei mesi». IL FALSO OBIETTIVO Ritrovare la virilità e la forza di un tempo: questo chiedono al testosterone gli uomini over 50 «DA PONDERARE L'USO DI FARMACI, NON BLOCCANO IL PASSARE DEL TEMPO» Giorgio Franco Società italiana andrologia 40 l'età in cui il testosterone comincia a calare dell'1% l'anno 5-7 i milligrammi di testosterone prodotti al giorno da un giovane 10% degli uomini tra 40-60 anni avverte sintomi di "climaterio maschile" ATTIVITÀ FISICA Limitare l'abbassamento dell'ormone è possibile attraverso l'attività sportiva, un paio di volte a settimana per non meno di trenta minuti DIMAGRIRE Chi vuole ritornare com'era si metta a dieta: calare 7-8 chili è inversamente proporzionale ad un aumento dell'ormone del 15% CONTROLLI PERIODICI Controllare, dopo i 50, il sistema cardiovascolare ed un'eventuale presenza di osteoporosi (correlati a bassi livelli di testosterone) ` EMOTIVITÀ Tenere sotto controllo le reazioni emotive e l'umore (specie l'aggressività) nel caso si assuma testosterone sotto controllo medico SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gli uomini sempre più ossessionati dal calo dell'ormone, responsabile di molti disturbi 24/06/2015 Pag. 28 diffusione:192677 tiratura:292798 La Carta di Milano e il sacro diritto al cibo Sarà l'eredità culturale dell'evento. Ogni anno sprecati alimenti per 1,3 miliardi di tonnellate Luigi Cucchi La nebbia si è alzata, i timori che hanno preceduto l'inaugurazione di Expo 2015 si sono quasi dissolti. È rimasto l'entusiasmo dei visitatori, sempre più coinvolgente. Il nuovo modello di Esposizione universale non è solo una vetrina delle migliori tecnologie per un futuro sostenibile, ma un evento globale e interattivo con migliaia di appuntamenti culturali e di intrattenimenti. Spettacoli, concerti, convegni, show cooking, laboratori didattici e mostre, hanno fatto da corollario al tema al centro della manifestazione: «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» è il filo logico che attraversa tutti gli eventi organizzati sia all'interno sia all'esterno di Expo, un'occasione per riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo. Da una parte un'umanità che soffre la fame (circa 870 milioni di persone denutrite nel biennio 20102012), dall'altra chi muore per disturbi di salute legati a un'alimentazione scorretta e troppo cibo (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso). Inoltre, ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate. Per questo motivo servono scelte politiche consapevoli, stili di vita sostenibili e un più giusto equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse. Nutrirsi è certamente un atto necessario, fondamentale per la nostra vita e il nostro benessere, ma può essere anche uno dei più gioiosi per l'uomo. Il piacere del palato diventa strumento di conoscenza: i sapori e gli odori delle cucine internazionali raccontano la storia e le culture delle società del Pianeta. L'eredità culturale di Expo è la Carta di Milano. Per la prima volta nella storia delle Esposizioni universali, il grande evento internazionale è stato preceduto da un dibattito nel mondo scientifico, nella società civile e nelle istituzioni sul tema della manifestazionei. Questo intenso e profondo processo ha portato alla definizione della Carta di Milano: un documento partecipato e condiviso che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo. I grandi temi affrontati dalla Carta di Milano sono quattro, tutti inseriti all'interno della cornice del diritto al cibo: 1) quali modelli economici e produttivi possano garantire uno sviluppo sostenibile in ambito economico e sociale; 2) quali, tra i diversi tipi di agricoltura esistenti, riusciranno a produrre una quantità sufficiente di cibo sano senza danneggiare le risorse idriche e la biodiversità; 3) quali siano le migliori pratiche e tecnologie per ridurre le disuguaglianze all'interno delle città, dove si sta concentrando la maggior parte della popolazione umana; 4) come riuscire a considerare il cibo non solo come mera fonte di nutrizione, ma anche come identità socio-culturale. I singoli cittadini, le associazioni e le imprese sottoscrivendo la Carta di Milano si assumono responsabilità precise rispetto alle proprie abitudini, agli obiettivi di azione e sensibilizzazione e chiedono con forza ai governi e alle istituzioni internazionali di adottare regole e politiche a livello nazionale e globale per garantire al Pianeta un futuro più equo e sostenibile. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ESPOSIZIONE UNIVERSALE pagine a cura di Pierluigi Bonora 24/06/2015 Pag. 28 diffusione:192677 tiratura:292798 La «cervicale» si fa sentire anche per colpa nostra Claudia Galmozzi* Una delle esperienze più comuni dopo i 40 anni, insieme al trauma da comparsa delle prime rughe, èe il dolore alla cervicale. In genere, si tratta di contratture muscolari legate alla ridotta attività fisica e alla postura. Esistono poi dolori alla cervicale che non sono dovuti soltanto a contratture muscolari, ma a problemi più complessi: protrusioni o ernie discali sono le più comuni, ma anche infezioni, infiammazioni dei nervi, dei legamenti, di organi interni che possono dar luogo a una sintomatologia dolorosa in quella zona. Spesso, invece, le tensioni muscolari aumentano in corrispondenza di «momenti» difficili psicologicamente, quindi in periodi di stress. Secondo la medicina tradizionale cinese proprio nella regione posteriore del collo si trova la forza muscolare e morale che permette all'uomo di situarsi tra cielo e terra, di rimanere in equilibrio. Se non si ha questa forza possono subentrare i dolori e, esattamente come nel mito di Atlante, sembriamo condannati a portare il cielo sulle spalle. In questo caso, la risoluzione del problema potrebbe richiedere più tempo e più attenzione. In generale, possiamo dire che è importante che i muscoli della colonna vertebrale, la struttura che di fatto ci sostiene, vengano «allenati» per permetterci di compiere tutte le numerose attività che ogni giorno portiamo a termine. Se non li potenziamo è facilissimo che prima o poi si «blocchino». Il potenziamento deve essere fatto con gradualità e costanza. Vengono consigliate, per iniziare, la ginnastica dolce o il nuoto,er esempio, poi si può aumentare l'intesità del carico in base alla forma fisica. Se le contratture si sono già instaurate, massaggi, fisiokinesiterapia, terapie manuali o strumentali quali laserterapia, tecar e onde d'urto aiutano la risoluzione. Attenzione, dunque, se le rughe non si possono prevenire (sfortunatamente...) il dolore alla cervicale talvolta sì, con una sana attività fisica e un po' di attenzione alla nostra postura. *Medico anestesista e algologo SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dolore no grazie/pagine a cura di Pierluigi Bonora 24/06/2015 Pag. 29 diffusione:192677 tiratura:292798 Biosimilari, si cambia da una regione all'altra Ecco perché il loro utilizzo è sempre diverso SCENARIO Per gli esperti è necessario potenziare l'informazione scientifica e oltrepassare le barriere culturali Beatrice Coppola Deficit sanitari e razionalizzazione della spesa impongono maggiore attenzione alle risorse e all'accesso alla cura dei pazienti. In questo scenario si inseriscono i farmaci biosimilari, ossia quei farmaci comparabili in termini di efficacia e sicurezza a un farmaco biotecnologico già in commercio il cui brevetto è scaduto. Sono farmaci disponibili a un costo inferiore rispetto ai farmaci originatori e ciò rende possibile un maggior accesso alle cure per i pazienti. Essi rappresentano un'importante innovazione nel trattamento di numerose patologie, soprattutto in ambito endocrinologico, oncologico e nelle patologie autoimmuni. Disponibili in Italia dal 2007, hanno pero una penetrazione che varia da regione a regione. In particolare, guardando la penetrazione della stessa molecola in tre delle principali regioni al Nord, Centro e Sud Italia, è evidente come questa tipologia di farmaci venga utilizzata in maniera differente a seconda della patologia e della tipologia di pazienti. In Lombardia, a esempio, l'epoetina biosimilare (farmaco per il trattamento dell'anemia causata da insufficienza renale cronica e dell'anemia nei pazienti adulti sottoposti a chemioterapia) raggiunge una quota di mercato del 20,3%, vicina alla media italiana del 24,5%. Osservando, invece, quanto emerso da un recente evento organizzato da Sandoz, leader nel settore della produzione di farmaci generici e biosimilari, nel Lazio la stessa epoetina biosimilare ha una penetrazione del 9,6%. In Sicilia supera, invece, la media italiana con una quota di mercato pari al 33,6% (dati IMS marzo 2015). Tali differenze sono frutto delle molte e irrisolte questioni sul tema dei farmaci biosimilari. Dagli esperti emerge, infatti, la necessità di oltrepassare le barriere culturali e di potenziare l'informazione scientifica, a vantaggio dei pazienti e del Sistema sanitario nazionale. Stanno scadendo i brevetti di molti importanti farmaci biotecnologici, che hanno rappresentato una svolta nella cura di patologie come l'artrite e il cancro. Questo sta aprendo la strada all'ingresso di nuovi farmaci biosimilari, anche in altre aree terapeutiche ad alto costo. Importante, quindi, è agire per una maggiore informazione, per adottare soluzioni in grado di promuovere la penetrazione dei farmaci biosimilari come opportunità per la razionalizzazione della spesa farmaceutica e per il potenziamento dell'accesso alle cure per un numero maggiore di pazienti. Foto: Una ricercatrice al lavoro in laboratorio SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN FARMACIA /SALUTE E BENESSERE/ pagine a cura di Pierluigi Bonora 24/06/2015 Pag. 31 diffusione:192677 tiratura:292798 Dalla razionalizzazione del 118 vantaggi per la rete trapianti Il trasporto di organi, di equipe mediche e talvolta anche di pazienti in attesa di un nuovo cuore è un'attività che richiede rapidità, sicurezza e tracciabilità RACCOMANDAZIONI Da utilizzare contenitori specifici che mantengano le temperature stabili NETWORK Struttura sempre più interconnessa e sinergica sul territorio Riccardo Cervelli Standard e rete: sono le due parole chiave per offrire a tutti i cittadini - attraverso il sistema 118 - le stesse opportunità nel trasporto sanitario, ma sono anche i pre-requisiti per migliorare, non solo la tempestività e la qualità dei soccorsi o dei trasferimenti interospedalieri, ma anche per rendere più efficiente la logistica degli organi destinati ai trapianti. Un'attività che talvolta si accompagna a quella dello spostamento delle persone che devono ricevere nuovi organi. Di questi temi si è discusso alla fine di aprile a un convegno organizzato a Briosco, una cittadina nella provincia di Monza e Brianza. Un evento promosso dall'Associazione di iniziativa parlamentare e legislativa per la salute e la prevenzione con il contributo non condizionante di Avionord, una compagnia aerea milanese qualificata per il trasporto di organi e relative equipe mediche. A discutere intorno al tavolo, c'erano responsabili dei servizi 118 di diverse regioni, medici e politici impegnati in vario modo sui temi della sanità. Da tutti un giudizio positivo su come, nel giro di poco più di due decenni, il 118 si sia trasformato da una somma di sistemi con risorse e procedure disomogenee - perfino tra province di una stessa regione - in un servizio sempre più interconnesso e sinergico su dimensione nazionale. «Un'ulteriore riorganizzazione e un nuovo miglioramento del servizio - ha fatto notare Alberto Zoli, direttore generale Areu (Azienda regionale emergenza urgenza di Regione Lombardia) - ha fatto seguito all'ampliamento all'area sanitaria del numero unico d'emergenza europeo 112». Oggi il 112 può essere utilizzato per qualsiasi richiesta di intervento o informazioni: è l'operatore a indirizzare la chiamata alla forza dell'ordine o al servizio di soccorso più competente: per esempio al 118. Sempre Zoli, infine, ha fatto notare come, nel corso degli anni, il servizio 118 abbia aumentato il proprio ruolo nella rete trapiantologica, spesso coinvolgendo nelle missioni altre forze, come polizia o carabinieri. «Il 118 - ha precisato - è innanzitutto logistica». Rapidità, collaborazione, sicurezza, ma allo stesso tempo anche efficienza, sono qualità che devono connotare il trasporto degli organi, dei tessuti, delle equipe mediche e a volte dei pazienti. «Perché - ha chiesto Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro nazionale trapianti - il trasporto è così importante nell'attività trapiantologica? Perché molto spesso le persone in attesa di organi e i loro donatori si trovano in ospedali, città o addirittura regioni o nazioni diverse. A ciò si aggiunge il fatto che tutto il ciclo espiantotrapianto deve svolgersi nell'arco di 12-24 ore e arriva a coinvolgere fino a 30 o 40 equipe differenti». Una prima razionalizzazione su scala nazionale della logistica trapiantologica è stata realizzata nel 2006. Alla fine dello scorso marzo la Conferenza Stato-Regioni ha aggiornato la normativa «sul coordinamento dei trasporti connessi con le attività trapiantologiche» e definito i requisiti essenziali per l'affidamento del servizio di trasporto aereo di organi. Alcuni criteri da prevedere nei capitolati delle gare d'appalto recepiscono le raccomandazioni dell'Ue per quanto concerne la qualità e la sicurezza del sistema. Tra le esigenze da rispettare figurano l'uso di contenitori specifici per gli organi e i tessuti registrati al ministero della Salute come specifici dispositivi medici, il mantenimento di temperature stabili, la perfusione degli organi con relativo monitoraggio e l'adozione di sistemi tecnologici di tracciabilità delle missioni. Tra gli obiettivi che si potranno conseguire con l'applicazione di queste norme, si segnalano il miglioramento del rapporto tra donatori potenziali e donatori reali, la riduzione del divario tra cittadini in termini di accessibilità alle eccellenze e la diminuzione delle liste d'attesa di trapianto. Foto: Un addetto del 118 mentre trasporta un organo. In alto, un espianto in corso SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NETWORK/SALUTE E BENESSERE/ pagine a cura di Pierluigi Bonora 24/06/2015 Pag. 36 diffusione:192677 tiratura:292798 In Italia troppi bambini sovrappeso In Italia tra i bambini di 9 anni di età quasi uno su tre è sovrappeso: il 20% pesa troppo, il 9,8% è obeso. Lo ha accertato una ricerca del ministero della Salute riferita al 2014, presentata a Expo 2015. «I genitori non devono sottovalutare le piccole discrepanze nel rapporto peso/ altezza dei bambini - ha precisato Donatella Ballardini, specialista in Scienze dell'alimentazione al DCA Gruber Bologna -. L'obesità va prevenuta perché, se si instaura, è poi dura da curare. Uno stato di obesità nel bambino comporta le stesse patologie dell'adulto: rischio diabetico o complicanze respiratorie». A favorire il sovrappeso infantile, secondo la specialista, sono soprattutto alcuni falsi miti sull'alimentazione. Non è vero, a esempio, che un bambino debba mangiare molto, come molte mamme pensano. «Piuttosto, meglio seguire la regola dei 5 pasti al giorno, 5 porzioni di frutta e verdura e 5 colori di vegetali». È utile, inoltre, evitare di sollecitare il bimbo a mangiare in fretta oppure a mangiare tutto. La prima colazione si riconferma importante: chi la fa sembra aver meno problemi di peso in quanto riduce gli stimoli della fame nella giornata». Fondamentale, poi, è l'attività fisica. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ALLARME/SALUTE E BENESSERE/ pagine a cura di Pierluigi Bonora 24/06/2015 Pag. 17 tiratura:100000 Lo sprecone guida la Spa che deve far risparmiare lo Stato » DAVIDE VECCHI Milano Da assessore alla Salute della Regione Toscana alla poltrona di amministratore delegato della Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione italiana che presidia 40 miliardi di euro annui. Un salto notevole quello compiuto da Luigi Marroni lo scorso 12 giugno, chiamato a Roma dal ministero dell ' Economia per volere del premier Matteo Renzi. Un altro toscano importato nei Palazzi della Capitale. L ' ex assessore della giunta di Enrico Rossi non ha però alcuna esperienza di bilanci o spesa pubblica. Ingegnere meccanico, nato nel 1957 a Castelnuovo Berardenga, nel Chianti senese, Marroni ha lavorato nel gruppo Fiat, è stato consigliere di New Holland Italia e presidente del consiglio di sorveglianza di Cnh Austria. Nel febbraio 2004 è entrato nella Asl di Firenze e da allora nella sanità è sempre rimasto, inciampando nella vicenda degli immobili fantasma della Asl toscana. Nel 2009 lo Stato trasferì 8 milioni di euro di finanziamento per realizzare ambulatori ritenuti " immediatamente realizzabi li " così come comunicato dai vertici sanitari regionali. Ma così non era tanto che ancora oggi nulla è stato fatto. In questi sei anni una parte di quei fondi è stata però utilizzata ma non per gli ambulatori, bensì per immobili adibiti ad altra destinazione. Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo d'indagine dalla Procura di Firenze a seguito di diversi esposti presentati da comitati di cittadini rimasti senza ambulatori territoriali. E la nomina di Marroni alla Consip ha riacceso anche l'interesse delle opposizioni politiche in Regione. Anche perché la sua nomina ha stupito tutti: non solo perché inattesa, ma soprattutto per le reali capacità di Marroni a ricoprire un incarico simile. A sollevare dubbi in particolare è Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia che ha ben seguito anche la questione degli immobili fantasma. Donzelli sintetizza così l'ascesa dell'ex assessore: " Ha fatto carriera con lo spreco di soldi pubblici " . La gestione degli immobili Asl, accusa, " è stata cialtrona se non truffaldina " . La commissione regionale d'inchiesta, insediata appositamente la scorsa primavera, ha individuato diverse irregolarità: " Lavori affidati senza appalto, destinazioni d ' uso cambiate in corso, proprietari che in un caso hanno venduto l ' immobile alla Regione un giorno prima di averlo acquistato, dichiarazioni di immediata utilizzabilità affidate quando ancora c ' era soltanto un campo ed era tutto da costruire, appalti assegnati con selezioni pubbliche poco trasparenti " . Le Aziende sanitarie sono una croce per la giunta Rossi: anche il governatore è infatti indagato per un buco da 300 milioni nei conti del presidio di Massa Carrara. Accusato di falso, R o s s i è s t a t o coinvolto dall'ex direttore amministrativo, in primo grado condannato a 5 anni e mezzo per peculato, mentre lo scorso gennaio è stato assolto l ' ex direttore generale. Il presidente della Regione si è sempre difeso sostenendo di essere stato il primo a denunciare tutto portando la documentazione alla magistratura. Gli immobili fantasma e il buco di bilancio della Asl di Massa sarebbero liquidabili come pasticci locali, vicende confinate nelle province toscane, se non fosse che Marroni oggi è a Roma, chiamato a guidare la cassa della pubblica amministrazione italiana, non proprio una Asl di periferia. La Consip, per dare un ' idea, nel 2014 ha presidiato una spesa di 38 miliardi di euro e bandito gare per 13 miliardi 554 milioni in forte aumento rispetto agli anni precedenti: nel 2011 la spesa ammontava a 27, 5 miliardi per 3,7 banditi. Questo perché nell ' aprile 2014 il governo Renzi ha cambiato il quadro normativo affidando alla Consip il ruolo di attore principale del sistema nazionale degli approvvigionamenti. Un bell ' impegno per un ex assessore alla Salute. Chi è Luigi Marroni , ex assessore alla Sanità della giunta Rossi, è l ' ennesimo to s c a n o por tato a Roma da Renzi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Luigi Marroni È il nuovo ad di Consip, la sua gestione della sanità toscana da assessore non è una bella presentazione 24/06/2015 Pag. 19 tiratura:100000 "Polveri nocive nei cantieri Tav" Guariniello apre un'inchiesta » ANDREA GIAMBARTOLOMEI Ci sarebbe un ' indagine della Procura di Torino sulle condizioni di lavoro degli operai del Tav a Chiomonte, in Val di Susa. Emerge dall ' e nnesimo diniego ottenuto da Francesca Frediani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Piemonte. Da marzo la " grillina " sta cercando di capire quali siano i rischi per la salute tutti gli abitanti dell ' area attorno al cantiere dell ' Alta Velocità, ma l ' assessorato alla Sanità e le Asl non le hanno ancora fornito una risposta. Adesso, alle risposte elusive e alle porte in faccia, si aggiunge anche il segreto istruttorio: il sostituto procuratore Raffaele Guariniello indagherebbe sulle condizioni di lavoro nel cantiere. IL TIRA E MOLLA fatto di interrogazioni e moduli per le richieste di documenti comincia il 31 marzo scorso, quando in Consiglio regionale Frediani afferma che nel progetto preliminare della grande opera " Ltf prevede un incremento delle malattie cardiocircolatorie e respiratorie per i soggetti ipersuscettibili, quindi parliamo di bambini e di anziani " . Così ha chiesto all ' as sessore Antonio Saitta " quali provvedimenti siano stati predisposti da Regione e Giunta e quali siano stati i relativi risultati, al fine di tutelare la salute per gli abitanti coinvolti nello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il Tav Torino-Lione " . L ' A SS ESS O R E le ha risposto che due organi delle Asl To 3 sono stati coinvolti nelle valutazioni. Si tratta dello Spresal (Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) e del Sisp (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) che una decina di giorni prima avevano tenuto un incontro nell ' area di lavoro per coordinare le azioni di vigilanza: " Lo Spresal ha attivato un programma di vigilanza e controlli sul cantiere fin dal mese di giugno 2013 " , sosteneva l ' assessore per poi rassicurare la Frediani: " Il programma di controlli sulla sicurezza del cantiere, per l ' ampiezza e la particolarità d el l ' opera, supera notevolmente la frequenza media di controlli previsti di routine negli altri cantieri di lavoro " . Da allora il consigliere ha cercato di ottenere i documenti sulle valutazioni svolte dall ' Asl: " Finora non ho ottenuto nulla - racconta - . La prima volta mi hanno detto che il modulo era sbagliato. La seconda mi hanno risposto che non avevo un interesse diretto, poi gli ho detto che sono un consigliere regionale e di averne diritto e così arriviamo all ' ul tima risposta in cui emerge la presenza del segreto istruttorio su quei documenti " . Alla sua ultima richiesta, datata 8 giugno, l ' Asl To3 le fa sapere che lo Spresal, " sentito il parere dell ' ufficio del dottor Raffaele Guariniello della Procura della Repubblica di Torino, non risultano atti relativi alla vigilanza effettuata nel cantiere Tav di Chiomonte che possano essere dati in visione " perché quegli atti hanno dato origine a notizie di reato e quindi sono coperti da segreto istruttori. " La notizia dell'apertura di un'indagine relativa agli effetti sulla salute prodotti dal cantiere Tav è positiva - dichiara - . Da tempo denunciamo la devastazione ambientale e i possibili effetti negativi sulla salute pubblica e di chi vi lavora " . Foto: L ' op e ra Tecnici al lavoro Ansa SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I documenti L ' indagine si basa su alcuni accertamenti dell ' Asl TORINO 24/06/2015 Pag. 11 diffusione:105812 tiratura:151233 Secondo un esperto internazionale di epatite C sentito dalla procura di Torino, il Sofosbuvir, super-farmaco che cura la malattia e che in Italia costa oltre 40mila euro a trattamento, in India costa appena un euro. Il pm Raffaele Guariniello, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omissione di cure e omicidio colposo relativamente a 24 pazienti morti senza che fosse somministrata alcuna cura, sta proseguendo le indagini per capire le differenze di prezzo del medicinale tra un Paese e l'altro. Sotto la lente del magistrato anche l'improvvisa nascita di farmaci analoghi negli ultimi mesi. Secondo l'esperto, il farmaco offre una «presunzione di guarigione», in quanto non ne sono ancora stati verificati gli effetti a lungo termine. Al momento «non c'è evidenza di eradicazione virale, ma solo della mancanza di replicazione del virus». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato EPATITE C Esperto alla Procura di Torino: in India il super- farmaco a 1 euro 24/06/2015 Pag. 13 diffusione:105812 tiratura:151233 Dal Gemelli un team di medici per curare i migranti con scabbia Assistenza, farmaci ma soprattutto tanta umanità. Con questa "cassetta degli attrezzi" un team di medici del Policlinico Gemelli, sostenuti dalla Direzione generale e dalla Direzione sanitaria dell'ospedale, scende in campo per curare i migranti affetti da scabbia nei campi sosta della Capitale, nei pressi della stazione Tiburtina. Non si è certo davanti a un'epidemia, ma questa banale infezione della pelle - si cura semplicemente con una pomata - è diffusa tra gli stranieri che arrivano nel nostro Paese, per via delle pessime condizioni igieniche in cui vivono durante il viaggio. Perciò la farmacia interna del policlinico universitario ha reso disponibili circa 20 litri di farmaco anti-scabbia, il benzoato di benzene, che basteranno per curare più di mille persone. Quello che allarma l'opinione pubblica è infatti la paura del contagio: in realtà la malattia «non si trasmette con una stretta di mano» spiegano i dermatologi del Gemelli, se non ben curata però «è molto fastidiosa e può complicarsi». Quindi grazie all'ospedale e «all'intervento della Protezione civile proseguono i medici volontari - attualmente la situazione è più sotto controllo». ( A.Guer. ) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SOLIDARIETÀ 24/06/2015 Pag. 20 diffusione:105812 tiratura:151233 Airtum, il registro dei malati di cancro «Nei nostri elaborati pure la sopravvivenza dei malati, ma senza le stuoie anti-radiazioni» Un Registro nazionale di cruciale importanza per sopperire a un'annosa lacuna legislativa. In nessuna struttura ospedaliera italiana, pubblica o privata, c'è infatti l'obbligo di archiviare i dati relativi, nella fattispecie, alla diagnosi e alla cura dei tumori. Se si vuole sorvegliare l'andamento della patologia oncologica occorre quindi che qualcuno si assuma il compito di andare a ricercare le informazioni, le codifichi, le archivi e le renda disponibili per studi e ricerche. È quanto fa dal 1996 l'Airtum Onlus (dal 2006 nuovo nome dell'Airt), l'Associazione italiana registri tumori con 43 registri che seguono circa 28 milioni di italiani, corrispondenti al 47% della popolazione. Nel sito dell'Associazione (www.registritumori.it), spiega il segretario nazionale dell'Airtum, Emanuele Crocetti, «si trovano tutte le informazioni sulle attività dei registri tumori italiani: come funzionano, chi li finanzia, cosa producono, a quali progetti partecipano e come informano i cittadini». Questi dati sono essenziali per la ricerca sulle cause del cancro, per la valutazione dei trattamenti più efficaci, per la progettazione di interventi di prevenzione e per la programmazione delle spese sanitarie. A questo scopo, «l'Airtum - sottolinea Crocetti - elabora le statistiche più aggiornate sulla diffusione dei tumori su base di popolazione in termini di incidenza, prevalenza, sopravvivenza, mortalità e andamenti temporali». Un esempio di questi dati statistici elaborati dall'Airtum era stato riportato da Avvenire lo scorso 1 aprile e riguardava le percentuali di guarigione in oncologia a 5 anni dalla diagnosi tumorale (riferite al 2013) con utilizzo della sola terapia clinica farmacologica prevista dall'ordinamento sanitario nazionale. Risultava una guarigione del 63% tra le donne e del 55% tra gli uomini. Nell'articolo veniva poi riportato un dato fornito dal dottor Nicola Limardo secondo il quale a un campione di 185 malati oncologici (curati con la normale terapia clinica farmacologica prevista dal Ministero della Salute) era stata aggiunta sotto al letto la brevettata stuoia anti-radiazioni Geoprotex. I risultati dichiarati da Limardo relativi al suo campione davano una percentuale di guarigione del 90% tra le donne e dell'85% tra gli uomini. A questo riguardo però, precisa Crocetti, declinando ogni responsabilità da parte dell'Associazione italiana registri tumori, «Airtum non ha alcun rapporto con la ricerca che viene menzionata, né era a conoscenza della stessa prima della pubblicazione dell'articolo su Avvenire ». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità . 24/06/2015 Pag. 14 diffusione:79573 tiratura:108314 Testosterone illusione di giovinezza «DA PONDERARE L'USO DI FARMACI , NON BLOCCANO IL PASSARE DEL TEMPO» BOOM NEGLI USA Giorgio Franco Società italiana andrologia In una "T" l'ultima ossessione degli uomini, degli ultracinquantenni convinti che, prendendo ormoni, possono ritrovare la muscolatura e la virilità perdute. La "T" sta per testosterone, un ormone del gruppo androgeno che, nei maschi, è deputato allo sviluppo degli organi sessuali e dei caratteri sessuali secondari come la barba, i peli, il timbro della voce e i muscoli. L'ultima moda, arrivata dritta dritta dagli Stati Uniti, è, appunto, quella di assumere testosterone per tornare indietro negli anni. Oltreoceano è boom di integratori-elisir venduti anche al supermercato, da noi, invece, la libera vendita è proibita e ci si rivolge al mercato clandestino o on line. Mercato che, negli ultimi due anni, è andato via via crescendo. Forze, desiderio sessuale e linea, anche nell'uomo, subiscono delle variazioni pur non parlando di vera e propria andropausa. A partire dai 40 anni il testosterone subisce un calo dell'1% all'anno circa e può accadere (ma lo deve verificare un'analisi del sangue) che intorno ai 50-60 la quantità di ormone in circolo è così bassa da richiedere un'integrazione. Una condizione che si riscontra nel 10% della popolazione maschile tra i 40 e i 60 e nel 30% di quella tra i 60 e gli 80. «Esistono dei bassi livelli di testosterone - spiega Giorgio Franco presidente della Società italiana di andrologia - che possono essere considerati patologici. Tanto da procurare diversi effetti sull' uomo, da una diminuita forma fisica, a disturbi erettili e cognitivi fino alla depressione e all'osteoporosi - ma si tratta di un numero assai inferiore rispetto a quelli che chiedono di prendere farmaci per tornare come erano IL FALSO OBIETTIVO Ritrovare la virilità e la forza di un tempo: questo chiedono al testosterone gli uomini over 50 vent'anni prima. Il solo basso dosaggio non costringe ad un aiuto con i medicinali. Bisogna visitare il paziente in tutta la sua interezza, da non dimenticare lo stato di salute della prostata. È chiaro che l'età vede calare il livello dell'ormone ma l'eventuale correzione va ponderata sulla base delle condizioni generali. Come ho detto, ci devono essere dei sintomi importanti, non è un elisir di giovinezza per portare indietro l'orologio del tempo». Negli Stati Uniti il numero delle prescrizioni di testosterone è cresciuto dieci volte dal 2000 al 2011. Tanto che l'Ente americano di controllo dei farmaci ha lanciato l'allarme per l'infarto e l'ictus. «È una moda iniziata nelle palestre è il commento di Luca Pani direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco, l'Aifa,- e si sta diffondendo anche fuori. Ci sono molti uomini di mezza età che si sono convinti che il testosterone aumenti la virilità e se lo fanno prescrivere ogni sei mesi». Francesca Filippi 40 5-7 10% l'età in cui il testosterone comincia a calare dell'1% l'anno degli uomini tra 40-60 anni avverte sintomi di "climaterio maschile" i milligrammi di testosterone prodotti al giorno da un giovane ` ` EMOTIVITÀ DIMAGRIRE ATTIVITÀ FISICA CONTROLLI PERIODICI Controllare, dopo i 50, il sistema cardiovascolare ed un'eventuale presenza di osteoporosi (correlati a bassi livelli di testosterone) Limitare l'abbassamento dell'ormone è possibile attraverso l'attività sportiva, un paio di volte a settimana per non meno di trenta minuti Tenere sotto controllo le reazioni emotive e l'umore (specie l'aggressività) nel caso si assuma testosterone sotto controllo medico Chi vuole ritornare com'era si metta a dieta: calare 7-8 chili è inversamente proporzionale ad un aumento dell'ormone del 15% SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gli uomini sempre più ossessionati dal calo dell'ormone, responsabile di molti disturbi 24/06/2015 Pag. 21 N.27 - 30 giugno 2015 diffusione:457978 tiratura:556329 IL FARMACO ANTIRIGETTO DOPO IL TRAPIANTO NON È PIÙ GRATUITO «Mia madre è stata sottoposta a un trapianto di rene e deve prendere un farmaco antirigetto. Da un giorno all'altro il medicinale non è più gratuito e ora è costretta a pagare circa 75 euro di ticket al mese. Per lei è un farmaco salva vita, non aveva diritto all'esenzione totale?». ANTONELLA, CAMPOBASSO Capisco la tua rabbia, cara Antonella. Secondo la stima del Centro nazionale trapianti, nella situazione di tua mamma in Italia ci sono circa 35.000 persone. Cos'è successo? Qualche mese fa è scaduto il brevetto del Neoral, il farmaco che tua madre prendeva per evitare il rigetto del nuovo organo. È stato quindi messo in commercio un generico più economico, il Ciqorin, contenente lo stesso principio attivo. Quando è disponibile il cosiddetto farmaco equivalente, il Sistema sanitario nazionale rimborsa solo quello e chiede ai pazienti che vogliono il medicinale "originale" di accollarsi la differenza di prezzo. Ma, come hanno rilevato alcune associazioni di trapiantati, nel caso degli antirigetto il passaggio al generico è molto delicato e deve essere effettuato sotto la supervisione dello specialista. Il rischio è che con il nuovo medicinale la concentrazione di farmaco nel sangue sia troppo alta, e quindi tossica, o addirittura inefficace. Ora però c'è una buona notizia: l'Aifa, l'Agenzia del Farmaco, ha deciso di non applicare ai pazienti alcuna differenza di prezzo tra il farmaco di marca e il generico almeno fino al 15 ottobre. Così si dà ai medici il tempo necessario per testare il dosaggio con il Ciqorin. Per informazioni si può chiamare l'Aned (Associazione nazionale dializzati e trapiantati) allo 028057927 o visitare il sito www.aned-onlus.it. illustrazione di Daniel James Zender Foto: MARIA ADELE DE FRANCISCI giornalista intervista gli esperti per darti le risposte che cerchi Foto: scrivi a [email protected] Foto: Sul sito www.anedonlus.it trovate informazioni e news per i pazienti trapiantati di rene. Compresi i centri di dialisi nei luoghi di vacanza. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DALLA TUA PARTE FAI VALERE I TUOI DIRITTI CON IL NOSTRO AIUTO 24/06/2015 Pag. 39 N.27 - 30 giugno 2015 diffusione:457978 tiratura:556329 ADESSO L'ASPIRINA SI COMPRA ON LINE S.S. È l'effetto di una Direttiva europea che entra in vigore il 1° luglio. Ecco cosa cambierà. Quali medicine troveremo sul web? «Solo quelle per cui non serve la ricetta» chiarisce Domenico Di Giorgio, dirigente unità anticontraffazione dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco. Per esempio, antipiretici e antidolorifici. E gli antibiotici? «Bisogna sempre andare in negozio, con la prescrizione medica». Da chi le compreremo? «Da tutte le farmacie e parafarmacie che operano già in Italia. Ma serve un'ulteriore autorizzazione dalle Regioni». Tra i requisiti, la sicurezza del trasporto dei farmaci. Possiamo fidarci? Su Internet si vendono spesso farmaci falsi o illegali. «Ma i siti sicuri avranno un logo europeo. Con un link all'elenco delle farmacie autorizzate, gestito dal Ministero della Salute». Info su www.fakeshare.eu/it. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/06/2015 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FATTI VITA IN FARMACIA 13 articoli 24/06/2015 Pag. 2 Ed. Milano diffusione:619980 tiratura:779916 Nerviano, il cda è già in crisi E Alfieri smonta la riforma Il pd Alfieri: a Maroni interessano solo i titoli di giornale, ignorati i cittadini Il modello Non sono affrontate le criticità di uno schema che ha quasi 20 anni ed è stato colpito dalle inchieste Simona Ravizza Sulla scrivania di Alessandro Alfieri, segretario regionale del Partito democratico, ci sono due pile di fogli: «Questa è la delibera uscita dalla giunta di gennaio ed è di 121 articoli - dice indicando un corposo dossier -. Mentre qui c'è il testo approvato lunedì in Commissione ed è appena di 30 articoli. Non è una vera riforma della Sanità, anche se il centrodestra la vuole spacciare per tale. Per tenere insieme la sua traballante maggioranza, il governatore Roberto Maroni accetta un compromesso al ribasso». Alfieri, 43 anni, la stessa città d'origine di Maroni (Varese) e al Pirellone dal 2010, si è sempre contraddistinto per i toni pacati e la capacità di mediazione, ma stavolta è davvero arrabbiato. È nervoso perché il centrodestra si è ricompattato ed è riuscito a sorpresa ad approvare il testo elaborato da Fabio Rizzi (Lega) e Angelo Capelli (Nuovo Centrodestra), tagliando fuori l'opposizione dal dibattito? «Il problema è che Maroni non vuole una vera riforma, ma un titolo di giornale. A qualsiasi costo». Ma la riforma Rizzi-Capelli rivede integralmente il sistema dell'offerta di cure mediche. In nome di una maggiore integrazione tra l'ospedale e il territorio. «Viene rivista la governance del sistema sanitario, ma il cittadino resterà ancora solo nelle scelte. È un'operazione fatta senza coraggio». Sono accuse che vanno motivate. «Per scegliere chi deve guidare gli ospedali e le nuove Asl resta un sistema che premia più la fedeltà politica che il merito. Anche qui le nostre richieste non sono state ascoltate». Ma magari grazie alla nuova riforma il cittadino che esce dall'ospedale avrà più facilità a continuare, se necessarie, le cure sotto casa. «È fumo negli occhi. Le criticità di un modello che risale a quasi vent'anni fa e che è stato travolto dalle inchieste giudiziarie non vengono affrontate. Non ci sono neppure le condizioni per abbattere le liste d'attesa». La riorganizzazione degli ospedali ci sarà? «Assisteremo più che altro all'ennesimo risiko. È sbagliato pensare di riorganizzare la rete di assistenza senza coinvolgere gli amministratori locali. Non vorrei che fosse perché 11 capoluoghi su 12 ora sono in mano al centrosinistra. È un grosso errore. Non viene fatto l'interesse dei cittadini». Per lo meno nasce un'Agenzia dei controlli. «Ma non sarà né libera né indipendente. L'agenzia dei controlli prevista dal testo Rizzi-Capelli non avrà il potere di agire direttamente sugli ospedali e i suoi componenti saranno nominati ancora una volta dalla giunta». E il rapporto tra ospedali pubblici e privati? Sono messi ancora una volta sullo stesso piano in nome della libertà di scelta del cittadino. «Anche qui Maroni non ha avuto coraggio». Cosa manca ancora? «Salute mentale, dipendenze, rapporto tra università e ospedali, cure ai pazienti più fragili, prevenzione. Niente di tutto ciò viene modificato né migliorato». Come vi batterete in aula? «L'opposizione, compresi Movimento 5 Stelle e Lista Ambrosoli, sarà compatta. Non lasceremo nulla di intentato. Vogliamo dare voce a tutti quelli che sono intervenuti in commissione Sanità e non sono stati ascoltati, al contrario di quanto aveva promesso Maroni». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista 24/06/2015 Pag. 2 Ed. Milano diffusione:619980 tiratura:779916 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato @SimonaRavizza © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Critico Il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri, 43 anni, nato a Varese. Al Pirellone dal 2010 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 41 24/06/2015 Pag. 1 Ed. Bari diffusione:556325 tiratura:710716 Negli ultimi anni persi medici e infermieri. "Chiusi 20 ospedali". Polemica per il ricorso al lavoro interinale Parla il presidente di una coop: "Risolviamo le criticità" ANTONELLO CASSANO PIÙ di 20 ospedali chiusi, 2400 posti letto tagliati, dai 3 ai 5mila medici e infermieri persi negli ultimi anni, pari a tutti quelli andati in pensione e non sostituiti a causa del blocco del turn over. Bisogna partire da qui per capire perché in Puglia negli ultimi anni, sistematicamente, all'apertura della stagione estiva, nei reparti degli ospedali si scatena il panico. I medici e gli infermieri che devono necessariamente andare in ferie non possono essere sostituiti per mancanza di personale. Per ovviare a queste carenze nell'agosto scorso la Regione ha ottenuto dal governo l'autorizzazione ad assumere 2563 unità tra medici e infermieri distribuiti in tutte le Asl. Peccato che le procedure concorsuali vadano molto a rilento. I rinforzi ottenuti da Roma si vedono con il contagocce e vengono depotenziati dal flusso di professionisti che vanno ancora in pensione. È per questo che molte Asl, quella brindisina prima di tutte, hanno deciso di non aspettare e hanno firmato convenzioni con cooperative private di medici da cui acquistare pacchetti di prestazioni < PAGINA Mancano soprattutto infermieri. Ne servirebbero diverse centinaia per superare l'estate. Gravi buchi anche fra gli anestesisti: come conferma anche Antonio Amendola, presidente dell'Aaroi Emac Puglia, l'associazione degli anestesisti e rianimatori, ne servirebbero 150 da distribuire in tutti gli ospedali della regione. Stesso discorso dicasi per i medici di pronto soccorso. Partendo da Nord, la mappa delle carenze segnala nell'Asl di Foggia un fabbisogno di una cinquantina di medici e di una decina di tecnici radiologi: «Gli infermieri invece ci sono dice il commissario Vito Piazzolla - il problema è che si trovano in ospedali che sono stati depotenziati. È necessario ridistribuirli per arginare il problema delle vacanze. Qui sul Gargano la presenza dei turisti fa quintuplicare la popolazione di molti paesi». Nella Bat sono in sofferenza i pronto soccorso di Andria e Barletta. Servirebbero 4 o 5 medici in più, ma si punta a non chiudere reparti per l'estate. Carenze molto più pesanti a Bari. Nella più grande Asl della regione servirebbero 10 medici di pronto soccorso, 15 anestesisti e almeno 80 infermieri per affrontare i prossimi due mesi e già si pensa all'accorpamento di reparti «cercando di evitare la chiusura» commenta il dg Vito Montanaro. «Avremmo necessità di recuperare almeno 30 infermieri per far fronte all'emergenza estiva» dice invece da Brindisi il direttore Pasqualone. Per coprire le urgenze servirebbero anche 5 medici di pronto soccorso da distribuire tra il Perrino, Ostuni-Fasano e Francavilla Fontana: «Vogliamo evitare di ricorrere alle coop, ma stiamo mandando un centinaio di telegrammi al giorno per coprire le carenze di infermieri, e non otteniamo risultati. Cercheremo di pescare dalle graduatorie nazionali». Anche a Lecce in questi mesi la popolazione di alcuni paesi si quintuplica per via dell'afflusso di turisti «ma al momento non vogliamo ricorrere alle coop - chiarisce il dg Giovanni Gorgoni - stiamo utilizzando prestazioni aggiuntive, straordinari e integrazioni di personale. Poi procederemo con gli accorpamenti». Qui il ricorso al tempo determinato viaggia già sui 6 milioni di euro oltre i limiti consentiti. Pesanti le carenze nell'Asl di Taranto: «Tutti i reparti sono sotto organico - commenta il dg Stefano Rossi - ci servono un centinaio di infermieri, 30 medici e un centinaio di operatori socio sanitari». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità , la mappa dell'emergenza: migliaia di buchi 24/06/2015 Pag. 7 Ed. Milano diffusione:556325 tiratura:710716 Il grande risiko degli ospedali * A Milano accordo lontano su Policlinico, Pini, Sacco e Cto Resistenze sulle aggregazioni anche in molte province Da risolvere l'autonomia concessa ai presidi universitari senza obblighi di servizi territoriali ALESSANDRA CORICA LE RIUNIONI sono previste fino alla fine della settimana. Con sindaci e consiglieri provenienti da ogni territorio a portare le loro richieste sulla riorganizzazione degli ospedali lombardi. Un risiko che è l'ultimo passaggio della riforma, dopo il primo sì incassato due giorni fa: il piano degli accorpamenti lunedì dovrà essere approvato in commissione Sanità per permettere al testo di passare poi in commissione Bilancio, per valutare i costi - «Una spada di Damocle», dice chi il provvedimento lo conosce bene - e arrivare in Consiglio a metà luglio. Quando il testo potrebbe essere riscritto di nuovo. In base all'intesa finora raggiunta dalla maggioranza, le attuali 15 Asl saranno sostituite dalle Ats, le Agenzie di tutela della salute, con compiti di programmazione e controllo. Le 29 aziende ospedaliere si trasformeranno in Asst, Aziende socio sanitarie territoriali, con in pancia le cure ospedaliere e servizi oggi in capo alle Asl, come i Sert e l'assistenza ai disabili. Ats e Asst dovrebbero essere guidate da una trentina di direttori generali, contro i 45 attuali. Il taglio dei manager, più volte annunciato, sembra però allontanarsi. Visto che tra nuove agenzie e gruppi di studio, il numero delle poltrone sembra destinato a cambiare poco. Sul ridisegno, la partita più complicata riguarda Milano e la città metropolitana. I nodi da sciogliere partono dal Fatebenfratelli. Fortino di Forza Italia che, secondo il disegno abbozzato da Lega e Ncd, doveva essere assorbito dal Policlinico. Un'idea che non piace ai forzisti, e in particolare alla corrente dell'assessore alla Salute Mantovani: gli azzurri vorrebbero che l'ospedale, insieme con il Buzzi e la Macedonio Melloni, diventasse un grande polo pediatrico. Altra ipotesi, sempre sul Fatebene, l'unione con il Sacco. Che però, a sua volta, ha uno status particolare, poiché è sede della università Statale, come il San Paolo. Stesso discorso per l'ospedale Circolo di Varese (università dell'Insubria) e il San Gerardo di Monza (Bicocca). Queste quattro strutture, grazie a un emendamento di Forza Italia, non dovrebbero essere trasformate in Asst e quindi avere anche i servizi territoriali. Come il Niguarda, gli ospedali Civili di Brescia e il Giovanni XXIII di Bergamo, che hanno mille letti e per questo sono esclusi dal passaggio ad Aziende socio sanitarie territoriali. «Ma la questione è: se sette ospedali non verranno trasformati in Asst - ragiona il ciellino Stefano Carugo - , chi si occuperà nelle loro zone delle cure per anziani, cronici e disabili? Per questo, stiamo studiando un modo per far sì che seguano comunque qualche servizio del territorio». Da definire anche il futuro dell'ortopedico Pini. Destinato, in base al piano iniziale che lunedì in commissione non è stato votato, a essere accorpato con il Cto, il centro traumatologico, per creare un polo dell'ortopedia. Se non fosse, però, che il Pini dista appena 500 metri dal Policlinico. Con il quale, da anni, si parla di un accorpamento. Ipotizzato anche dagli stessi tecnici che stanno lavorando alla revisione del piano per costruire, nei prossimi otto anni, il nuovo Policlinico. Ma non solo Milano. Visto che i problemi ci sarebbero anche a Mantova e Cremona, che Carroccio e Ncd volevano riunire in un'unica Ats. Proposta però rimandata al mittente dal territorio. Stessa cosa per l'unione nella stessa Ats di Como e Varese, o di Lodi e Pavia: parte dei forzisti preferirebbe che Lodi venisse inglobata nella città metropolitana. Il rebus, insomma, è ancora tutto da risolvere. E se ieri il governatore Maroni plaudeva all'ok al testo - «Sono molto soddisfatto, abbiamo risolto tutti i problemi» - e invitava le opposizioni a partecipare, dal Pd la bocciatura è netta: «Non possono coinvolgerci nella discussione sugli accorpamenti, poiché hanno problemi tra loro, dopo averci chiuso le porte in faccia sull'approvazione del testo - scandisce il capogruppo Enrico Brambilla - . VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Regione IL RETROSCENA 24/06/2015 Pag. 7 Ed. Milano diffusione:556325 tiratura:710716 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Alla fine, hanno ridotto la riforma alla sola revisione della governance degli ospedali». PALAZZO LOMBARDIA La sede della Regione, a destra la piazzola del soccorso con l'elicottero del Niguarda I CASI FATEBENEFRATELLI Potrebbe diventare un polo pediatrico con il Buzzi e la Macedonio Melloni GAETANO PINI Potrebbe andare col Cto per creare un polo ortopedico o con il Policlinico SACCO È sede della Statale, non diventerà Asst e non avrà ambulatori territoriali www.asl.milano.it www.regione.lombardia.it PER SAPERNE DI PIÙ 24/06/2015 Pag. 9 Ed. Roma diffusione:556325 tiratura:710716 Centro, salva l'erboristeria dei pontefici (mariagiovanna giuliano) LA storica erboristeria pontificia in via di Pozzo delle Cornacchie ha rischiato la chiusura per difficoltà economiche e per la mancanza di "eredi" dell'arte erboristica. A salvare l'attività è stato un gruppo di giovani studenti di farmacia e biologia coordinati da Paolo Ospici, farmacista e docente universitario. Ospici è anche il proprietario dell'antica erboristeria romana dal 1752 in via di Torre Argentina. Ben due secoli di storia sono racchiusi nella erboristeria pontificia. Fondata nel 1780, era un punto di riferimento per coloro che volevano alleviare disturbi o curare malattie con unguenti ed erbe. I locali, caratterizzati da antichi arredi settecenteschi, vantano la tutela del ministero dei Beni Culturali. Gli studenti, impedendo la chiusura dello storico locale capitolino, hanno contribuito a salvare un mestiere antico e nobile , ma soprattutto a conservare un patrimonio di conoscenze sulle proprietà di erbe e piante che rischia di perdersi in un mondo in cui l'uso di farmaci chimici prevale sul consumo di sostanze naturali. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato COMMERCIO 24/06/2015 Pag. 34 Ed. Ostia diffusione:210842 tiratura:295190 Tornano stamattina all'asta le due farmacie comunali di Ardea - una a Nuova Florida, l'altra a Tor San Lorenzo - la cui vendita è stata stabilita dal Consiglio comunale nel novembre del 2013. Per la prima, quella in viale Tor San Lorenzo 139, si parte da una base d'asta di poco superiore a 1,4 milioni di euro, mentre per quella di Nuova Florida, situata in viale Nuova Florida 111. L'importo a base d'asta è di circa 1,2 milioni di euro. Entrambi gli importi sono a ribasso del 10% rispetto al prezzo iniziale, come stabilito dal Consiglio comunale, in seguito ad una prima asta andata deserta, e l'aggiudicazione presuppone la salvaguardia del posto di lavoro dei dipendenti. L'asta per la cessione - separata - delle due farmacie è prevista per le 10 nella sede comunale di via Garibaldi. La scelta di vendere le due farmacie era stata presa in considerazione della concorrenza nel settore portata dall'aumento sul territorio delle farmacie private, contro cui il settore pubblico ha incontrato notevoli difficoltà, come dimostrato dai problemi nell'approvvigionamento dei farmaci che si sono verificati in diversi momenti e che hanno lasciato le due farmacie a corto di medicine per diversi mesi. Giovanni Salsano VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Due farmacie comunali all'asta per un milione 24/06/2015 Pag. 35 Ed. Umbria diffusione:210842 tiratura:295190 IL BILANCIO Un bacino di 900mila clienti, 2,64 mililioni di articoli venduti e oltre 600mila prescrizioni evase. I numeri promuovono l'Azienda speciale delle farmacie (Afas) che ha chiuso l'esercizio 2014 "restituendo" al territorio un milione e 176 mila euro. Una cifra che comprende 154mila euro di utile, i 750mila euro di canone versati al Comune e il valore aggiunto sociale delle farmacie comunali: 353mila euro tra sconti e prestazioni gratuite. Performance che descrivono il nuovo corso di Afas, per la prima volta formalizzato anche in un piano industriale triennale pubblico. «Un modo per prefigurare gli scenari dove l'azienda andrà ad operare - spiega il presidente Virgilio Puletti - alla luce delle mutate condizioni economico-sociali del territorio e delle novità normative del settore. Il Piano non è concentrato solo su aspetti economici e organizzativi, ma anche sulla formazione». Tra gli obiettivi fissati da qui al 2017, il potenziamento del risultato economico, la crescita del numero dei clienti e il reinvestimento in iniziative di carattere sociale. «Afas ha intrapreso un'azione che consente di superare la diatriba pubblico-privato, tra profitto e ruolo sociale», aggiunge il vice presidente Federico Ricci per il quale punti cardine del Piano sono «investimenti nei layout delle farmacie (14 comprese due extra comunali,ndr), controllo di gestione e responsabilizzazione del personale». Dopo l'apertura della parafarmacia all'ospedale, nel triennio la rete sarà potenziata con Sant'Egidio e Collestrada. Si procederà con la razionalizzazione dei costi che ha già prodotto una spendig da 250mila euro mentre la risoluzione della gestione della farmacia di San Mariano e il riassorbimento del personale consentirà di risparmiare sul lavoro straordinario (177mila euro nel 2014). Analisi della customer satisfacion e aggiornamento del personale altri due capisaldi. «Il farmacista Afas non è chiuso dentro quattro mura - osserva Annalisa Mierla, consigliera Afas - ma con gli 87 colleghi si sente parte di una squadra che vuol vincere in saulte e in etica e nella quale il fair play diventa condivisione col cittadino». L'altra sfida è consolidare il ruolo della farmacia come "presidio del Ssn". «Solo riposizionando farmacista e farmacia in un contesto integrato con strutture pubbliche e famiglie - aggiunge il direttore generale Raimondo Cerquiglini - si può costruire un nuovo modello di cure inserito nell'ambito della "farmacia dei servizi" e delle "case della salute"». All'orizzonte anche nuovi servizi, dalle analisi di laboratorio alla telemedicina, dallo sportello di medicina integrata al cup online. Fabio Nucci © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Afas, oltre un milione di utili "restituiti" al territorio 24/06/2015 Pag. 16 Ed. Macerata diffusione:165207 tiratura:206221 «Le farmacie hanno fruttato 700mila euro» MARIO Morgoni interviene sul caso Farmacie Comunali, dopo che Franco Senigagliesi (M5S) ha denunciato un buco di 39mila euro, chiamando in causa il senatore che della società è stato presidente fino al 2014. «La ASPP dal 2006 ad oggi ha dato al Comune oltre 700mila euro. Ha iniziato nel 2006 con una farmacia, quella di Porto Potenza. Oggi le farmacie sono due e, in particolare, quella di Potenza Picena situata in piazza Matteotti svolge anche una importante funzione sociale per le persone residenti nel centro storico e non solo. È vero ammette il senatore che nell'esercizio del 2014 non c'è stato un utile di bilancio, ma le farmacie hanno comunque erogato al comune una cifra di circa 40mila euro. Il resto sono solo chiacchiere volte a sminuire il valore di un gioiello di famiglia prezioso come le farmacie del Comune». Morgoni affronta poi una serie di altri aspetti. «I ricavi 2014 aumentano di 43mila euro sfiorando, i 2,5 milioni di euro di fatturato. Gli acquisti di materie prime diminuiscono di 45mila euro e si registra un margine operativo del 30%. Per quel che riguarda il maggiore costo del personale, Senigagliesi dovrebbe sapere bene che questo non è imputabile alla gestione». Infine Morgoni si chiede «cosa l'amministrazione voglia fare della ASPP e delle farmacie: più volte nei mesi scorsi abbiamo chiesto con quale mandato fosse stato nominato il nuovo cda. Stiamo ancora aspettando una risposta». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POTENZA PICENA MORGONI REPLICA A SENIGAGLIESI: AUMENTATI I RICAVI NEL 2014 24/06/2015 Pag. 50 Ed. Rovigo diffusione:86966 tiratura:114104 Comune e Auser a sostegno dei bambini venezuelani (M.Sca.) Il Comune di Arquà Polesine sta promuovendo la raccolta di presidi medici per bambini del Venezuela. L'iniziativa parte dall'associazione Atmo, tramite il referente in Polesine, Nicola Buson. L'Atmo opera nel campo dell'oncoematologia infantile, attraverso accordi di cooperazione sanitaria internazionale stipulati tra Italia e il Venezuela. Per sostenere l'iniziativa è possibile acquistare in farmacia ad Arquà mascherine, siringhe e altro materiale compreso nell'elenco presente in farmacia. Il materiale acquistato verrà raccolto dai volontari dell'Auser di Arquà, nella propria sede in via Garibaldi (ex biblioteca comunale), ogni martedì dalle 9 alle 11. L'iniziativa terminerà il 30 agosto. Info Nicola Buson (340.2701834). (((scarazzattim))) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ARQUÀ POLESINE 24/06/2015 Pag. 46 Ed. Padova diffusione:86966 tiratura:114104 Medicinali scaduti fuori dalla farmacia «Sono pericolosi, non lasciateli in giro» (Ba.T.) «È almeno da una decina di giorni che il contenitore per la raccolta dei medicinali scaduti si presenta in queste condizioni. Ovviamente non si tratta di rifiuti nostri, noi abbiamo una ditta che si occupa della raccolta e dello smaltimento della farmacia, ma il bidone in questo stato è un pericolo». È il dottor Giovanni Cirilli della farmacia comunale di Sarmeola di Rubano a segnalare l'accumularsi di medicinali davanti all'ingresso della farmacia. «Non so se ci sia stato un problema con la raccolta - ha detto ancora -, ma nel momento in cui il bidone è pieno anche le persone dovrebbero avere l'accortezza di attendere che venga svuotato prima di conferire i propri rifiuti. Ci sono anche medicinali pericolosi che in questo momento sono accessibili a tutti». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RUBANO L'allarme-appello del dott. Cirilli 24/06/2015 Pag. 15 Ed. Brianza diffusione:69063 tiratura:107480 Il quartiere Ceredo avrà la sua farmacia - SEVESO - SE NE PARLA da anni, al Ceredo (confine con Seregno) e finalmente la giunta Caimi ha approvato l'iter per la prima farmacia comunale. Una volta assegnata la gestione, il Comune ne diventerà anche azionasta. E' una notizia che da tempo gira, i giorni scorsi l'amministrazione ha approvato un atto di indirizzo dove viene evidenziato che la gestione della nuova farmacia comunale sarà affidata a un soggetto pubblico con lo schema «in house proving». Quando saranno definiti i criteri per il funzionamento del servizio da parte della Giunta Caimi, verrà selezionata una società esterna, che già gestisce farmacie, a totale capitale pubblico, di aprire il nuovo esercizio medese. Sono anni che i residenti della zona medese chiedono una farmacia e già il 29 giugno del 2006, l'allora Consiglio comunale aveva votato a favore in merito, valutando il possibile insediamento di due farmacie. L'anno successivo era stato trovato il luogo più idone a Ceredo. Ora la delibera della giunta Caimi recita: «L'Amministrazione intende procedere all'apertura della nuova farmacia comunale al fine di incrementare e migliorare i servizi a favore della cittadinanza, con particolare attenzione alla fascia di popolazione anziana. La gestione resterà in mano pubblica tramite l'affidamento a società capitale interamente pubblico, secondo lo schema "in house proving". La concessione durerà per un periodo massimo di 30 anni con la clausola di revisione periodica. I costi di allestimento saranno completamente a carico del gestore». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SEVESO UNA DELIBERA DI GIUNTA DEFINISCE L'ITER PER L'APERTURA DELL'ATTIVITÀ 24/06/2015 Pag. 19 Ed. Genova diffusione:103223 tiratura:127026 Gaslini, il governo ha nominato Pongiglione presidente G. FIL. IL COMMERCIALISTA genovese Pietro Pongiglione sarà il nuovo presidente dell'ospedale Gaslini. Ieri sera è stato ufficialmente nominato dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Presto l'insediamento ufficiale. Pongiglione, 57 anni, che ora è nel consiglio di amministrazione del Galliera, è stato designato dal cardinale Angelo Bagnasco che è presidente della Fondazione Gaslini. Sostituirà il professor Vincenzo Lorenzelli e avrà come direttore generale il riconfermato Paolo Petralia, manager di fiducia dell'arcivescovo. Nel cda del Gaslini ci saranno anche l'ex presidente della Sampdoria Edoardo Garrone, il direttore della Fondazione Ansaldo Mario Orlando, il notaio Andrea Fusaro, titolare della cattedra di Sistemi giuridici comparati a Giurisprudenza e l'avvocato penalista Carlo Golda. Gli altri componenti del cda sono il rettore Paolo Comanducci e Paolo Repetto, indicato dal Comune. Manca il rappresentante della Regione. Foto: Pongiglione VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INCARICO 24/06/2015 Pag. 21 Ed. Genova diffusione:103223 tiratura:127026 Farmaci pericolosi, Grasselli incastrato dalle intercettazioni L'ex rappresentante di medicinali fa scena muta con il gip E nelle telefonate al boss di Caserta parlava in codice TOMMASO FREGATTI È NERVOSO il 23 marzo Lucio Grasselli. Il pacco con i farmaci rubati non è ancora arrivato a Genova. E allora l'ex rappresentante di San Fruttuoso di 75 anni, agli arresti domiciliari con l'accusa di essere il referente ligure di una banda campana che rubava in tutta Italia farmaci antitumorali o salvavita da camion e magazzini per poi rivenderli a grossisti, all'estero o a farmacie compiacenti, chiama con insistenza il boss casertano Ernesto Pensilino. «Quando mi mandi la scatole con le scarpe? Guarda che ne ho bisogno urgente», sottolinea utilizzando il linguaggio in codice per sviare le indagini. Pensilino, anche lui finito luned ì agli arresti, lo tranquillizza: «è quasi tutto pronto». Ma Grasselli non si fida e gli ricorda che «sarebbe già dovuto arrivare qualche giorno fa». I militari della guardia di finanza di Fiumicino registrano tutto e soprattutto iniziano, a partire da questa telefonata, a monitorare con la massima attenzione anche il pensionato genovese. C'è anche un secondo contatto intercettato pochi giorni dopo sempre dalle Fiamme Gialle. Questa volta Grasselli parla, sempre in codice, di «magliette e pantaloni». «Ma quando arrivano? il cliente aspetta». Di l ì a poco la spedizione, via Casoria, parte con il corriere. La scatola con cinquemila farmaci, tra cui quelli per la sclerosi multipla, il tumore allo stomaco o la degenerazione della cornea, arriva nell'abitazione di via Arturo Ferretto. Pronti per essere rivenduti al mercato "nero". Non viene presa alcuna precauzione. Nonostante si tratti di farmaci che necessitano di una conservazione a temperatura prestabilita e nessuna esposizione a fonte di calore. Vengono spediti come fossero pacchi qualunque diventando cos ì pericolosi per la salute dei malati. Grasselli s'incontra con un rappresentante di Novara per piazzare il carico. La cessione avviene nel centro di Genova. La Finanza entra in azione molte ore dopo. Ferma il grossista piemontese all'altezza di Alessandria con il tesoro di farmaci rubati nel bagagliaio. Pochi giorni dopo Lucio Grasselli finisce agli arresti. Luned ì è stato colpito da una nuova misura cautelare. È accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di farmaci. Ieri è stato ascoltato dal gip Alessia Solombrino nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia. Difeso dall'avvocato Vittorio Pendini si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Non ho nulla da dire, sono estraneo ai fatti», ha ribadito al giudice Grasselli. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Farmaci rubati nel mirino VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «MANDAMI LE SCARPE»: COS Ì RICHIEDEVA I PRODOTTI RUBATI 24/06/2015 Pag. 22 Ed. Umbria Terni diffusione:136993 tiratura:176177 Farmacie Ecco le idee per il rilancio PERUGIA LE FARMACIE comunali di Perugia giocano le carta del rilancio. E lo fanno mettendo sul piatto centomila euro prima di tutto. Ma anche formando il personale e offrendo nuovi servizi. E' questo l'ambizioso piano industriale di Afas che è stato presentato ieri mattina nel capoluogo regionale. L'obiettivo è di rendere prima di tutto «razionale e scientifico» il percorso che porta il clienti dagli scaffali fino al banco. Si punterà sull'empatia del personale, come sulla specializzazione di ciascuna delle tredici farmacie. I principali investimenti verranno fatti alla Pallotta (che si specializzerà in cosmetica e prodotti dello sport), San Sisto e Madonna Alta. Ma anche sulle altre verranno fatti investimenti: San Marco (potenziamento del Cup), Emisfero (cibi senza glutine), Olmo (prodotti naturali). Nel 2015 si darà vita ad un'altra indagine di per capire qual è l'opinione dei clienti e ai direttori verrà assegnato un budget annuale da centrare, con controlli effettuati ogni mese per apportare, in caso di scostamenti, tutte le correzioni del caso. Il fatturato dovrebbe passare dai 16,8 milioni del 2015 ai 17,5 del 2017. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/06/2015 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AFAS PERUGIA PERSONAGGI 4 articoli 24/06/2015 Pag. 5 Ed. Brianza diffusione:69063 tiratura:107480 Mandelli il più assenteista dei colleghiPiffer e Monteri sempre presenti di MARTINO AGOSTONI MONZA I DOPPI INCARICHI in politica non si riescono a sostenere come sembra dimostrare la vicenda di Andrea Mandelli che a Roma è senatore ma a Monza è il più assenteista dei consiglieri comunali. Da quando l'ex candidato sindaco di Forza Italia alle comunali del 2012 è stato eletto il 19 marzo 2013 anche a Palazzo Madama è pressoché sparito dal municipio di piazza Trento e Trieste, presenziando solo 12 volte negli ultimi due anni ai lavori del parlamentino monzese che da giugno 2013 a oggi si è riunito invece 121 volte. Assenze che poi risultano ancora più evidenti se confrontate a quelle degli altri 31 colleghi consiglieri comunali monzesi, che invece fanno registrare in generale una presenza in aula regolare e assidua, con anche casi di vera e propria dedizione al posto in aula. E il record con zero assenze negli ultimi due anni va a due consiglieri, il giovane capogruppo di Primavera Monza (ex Cambia Monza) Paolo Piffer e il democratico Franco Monteri, entrambi con 68 presenze sulle 68 sedute svolte nel 2013/2014 e 53 su 53 rispetto al periodo 2014/2015. Ma non distanti sono anche il leghista Simone Villa o il consigliere Pd Carmine Bubba, entrambi con un'assenza sola l'anno scorso e zero quest'anno, oppure l'altro leghista Alberto Mariani che ha fatto un'assenza all'anno. A GIUGNO la presidente del Consiglio comunale Donatella Paciello ha diffuso il report sull'attività svolta dall'organo collegiale della politica cittadina, uno studio che evidenzia una media di presenza dei consiglieri comunali dell'89% nelle 177 sedute tenute nei primi 3 anni di attività, di cui una sola andata deserta. Ne conseguono anche risultati nella produttività con una media di un centinaio di delibere adottate ogni anno, merito anche del nuovo regolamento che ha contingentato i tempi tra la fase cosiddetta «preliminare» di liberi interventi dei consiglieri e quella «deliberativa» che quest'anno è arrivata a occupare il 76% dei tempi di lavoro dell'aula. Sono numeri «a testimonianza di un organo che funziona bene», ha commentato la presidente Paciello, e che nel tempo è riuscito anche a ridurre le sue spese. Ma la democrazia costa e, in media, per riunire il Consiglio comunale si spendono poco più di 2mila euro ogni volta, divisi tra i 74,70 euro lordi corrisposti come gettone di presenza ad ogni consigliere in aula e circa 190 euro di straordinari per il personale comunale di servizio alle sedute. PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/06/2015 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL REPORT L'89% DEI CONSIGLIERI IN 177 SEDUTE DI 3 ANNI , OGNUNA COSTA 2MILA 24/06/2015 Pag. 6 Ed. Bari diffusione:27910 BARI La Lilt, l'associazione impegnata nella prevenzione e nella lotta ai tumori, ha annunciato che si costituirà parte civile nel procedimento penale che vede imputate 10 persone, tra questi il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri, per la vicenda delle presunte tessere false del Pdl intestate a cittadini ignari. La vicenda risale a 3 anni fa, quando ci fu a Bari il congresso cittadino del partito: divenne segretario D'Ambrosio Lettieri. Secondo la Procura, 291 persone furono tesserate a loro insaputa, persino esponenti locali del Pd, prendendo i nominativi dalle liste più svariate: da quelle dei correntisti di una filiale delle Poste, sino agli iscritti alla Lilt. Ieri l'udienza è stata rinviata per difetto di notifiche, ma le difese degli imputati hanno chiesto che il processo venga unificato ad un altro procedimento in corso nel quale sono imputati, con le stesse accuse, tre persone, tra questi sempre il senatore d'Ambrosio Lettieri. (v. dam.) © RIPRODUZIONE RISERVATA PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/06/2015 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tessere false nel Pdl con nomi di cittadini ignari Anche la Lilt parte civile 24/06/2015 Pag. 32 Ed. Bari diffusione:48275 tiratura:63756 Tessere Pdl La Lilt chiede i danni l Si è conclusa con un rinvio la prima udienza del processo riguardante l'indagine-bis sulla presunta falsificazione di 62 tessere per il congresso cittadino del 2012 dell'al lora Partito delle Libertà. Il procedimento coinvolge tra gli altri l'avvocato Francesca Ferri, ex vicesindaco di Valenzano, e il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri (che di questa storia si è sempre proclamato «una vittima») all'e poca dei fatti segretario cittadino del Pdl. In base alla ricostruzione degli inquirenti le tessere vennero rilasciate all'insaputa degli intestatari. I nomi sarebbero stati presi da elenchi di correntisti postali o da iscritti ad altre associazioni. Per una prima parte delle accuse, che ruotano intorno alla figura di un ex vicedirettore di ufficio postale, Dario Papa, il processo è già in corso da alcuni mesi. Il processo bis invece ha mosso i suoi primi passi ieri mattina. I difensori degli indagati hanno chiesto una riunificazione dei due p ro c e d i m e n t i . Ricordiamo che secondo l'accusa portata avanti dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno i nomi dei 62 «tesserati a loro insaputa» sarebbero stati pescati dalle liste degli iscritti alla Lilt, la Lega per la lotta ai tumori guidata da Francesco Schittulli, all'epoca dei fatti presidente della Provincia di Bari. E per questo ieri la Lilt ha chiesto di potersi costituire parte civile nel processo. [l. nat.] PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/06/2015 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PROCESSO ALLA PRIMA UDIENZA 24/06/2015 diffusione:12000 L'iniziativa rientra nella campagna "Sano e Buono" che Federfarma Lombardia ha lanciato, in concomitanza a Expo2015. L'opuscolo, redatto in italiano e in inglese, è stato realizzato in collaborazione con gli chef della Associazione Culinaria "Jeunes Restaurateurs d'Europe" (le ricette sono anche sul sito www.sanoebuono.it). Obiettivo della campagna è quello di coniugare salute e gusto nella cornice della dieta mediterranea, come ha sottolineato Nicola Sorrentino, nutrizionista e Direttore della Columbus Clinic Diet di Milano. «La dieta mediterranea è universalmente riconosciuta come la più appropriata per il benessere psico-fisico dell'individuo e si basa sui pilastri della tradizione alimentare italiana: olio extravergine di oliva, pomodoro, pasta, pesce, vino, frutta secca. È facile da seguire e non è necessario rinunciare ai piaceri del palato». I suoi pilastri, come spiega in SanoeBuono il professor Sorrentino, rendono l'alimentazione un'eccezionale arma di prevenzione. Sull'alimentazione, tema portante di Expo2015, le farmacie hanno sempre avuto un importante ruolo informativo e divulgativo. «La partecipazione al progetto "Sano e Buono" - illustra Annarosa Racca, Presidente di Federfarma - dimostra l'impegno costante delle farmacie ad occuparsi della salute dei pazienti, consigliandoli anche nell'alimentazione e ad aggiornarsi costantemente nel campo della nutrizione e dell'integrazione alimentare». Il messaggio parte proprio dalle farmacie, il più diffuso presidio sanitario per i cittadini e per i turisti in visita all'Expo. Le ricette create appositamente da sei grandi chef italiani, membri dell'associazione Jeunes Restaurateurs d'Europe, coniugano gusto e corretto apporto nutrizionale. Sono appetitose e fanno bene. E sono sempre disponibili anche online su www.sanoebuono.it. Provare per credere. • V. Des. PERSONAGGI - Rassegna Stampa 24/06/2015 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mangiare bene e vivere meglio Le ricette ora sono in farmacia