FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 30/05/2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 30/05/2016 Corriere del Mezzogiorno - Napoli «Gli integratori costituiscono un pericolo soltanto se sono usati in modo improprio» 5 30/05/2016 La Gazzetta di Parma Farmacisti e protezione civile Nasce un gruppo anche a Parma 6 SANITÀ NAZIONALE 30/05/2016 Corriere della Sera - Nazionale Scienziati costretti a fuggire 8 30/05/2016 La Repubblica - Nazionale Flop nuove farmacie e arrivano i colossi 10 30/05/2016 La Repubblica - Nazionale "Hanno illuso migliaia di persone col sogno di mettersi in proprio" 12 30/05/2016 La Repubblica - Affari Finanza "Noi, sentinelle dei bisogni in giro ad ascoltare il Paese" 13 30/05/2016 La Repubblica - Affari Finanza Telemedicina, scatta la corsa alle app la salute digitale vale già venti miliardi 15 30/05/2016 La Repubblica - Affari Finanza L'Italia fanalino di coda in Europa ma quattro referti su 10 sono online Sale l'allarme per l'invecchiamento 17 30/05/2016 La Repubblica - Affari Finanza Farmaci scelti sul web e malati sotto controllo serve la catena magica 19 30/05/2016 La Repubblica - Affari Finanza Sanofi scommette su Scoppito l'impianto con il bollino blu 21 30/05/2016 La Repubblica - Affari Finanza Eli Lilly, la rivoluzione tecnologica "Puntiamo sulle start-up della ricerca" 23 29/05/2016 Avvenire Scadenze brevettali dei farmaci come base dei capitolati di gara 25 29/05/2016 Avvenire Anmar e specialisti: «continuità terapeutica nell'uso dei farmaci» 26 VITA IN FARMACIA 30/05/2016 Il Messaggero - Roma Bambini in festa star per un giorno 28 30/05/2016 QN - Il Giorno - Nazionale Portinaie di quartiere 29 30/05/2016 QN - Il Giorno - Brianza Nasce l'associazione dei titolari di farmacia 30 PROFESSIONI Il capitolo non contiene articoli PERSONAGGI 30/05/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari «Le tasse locali? Aumentate» 32 30/05/2016 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Brindisi Farmacovigilanza slitta il concorso: il caso in Senato 33 IN PRIMO PIANO 2 articoli 30/05/2016 Pag. 12 Ed. Napoli La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Gli integratori costituiscono un pericolo soltanto se sono usati in modo improprio» Intervista con Vincenzo Santagada, presidente dei farmacisti Raimondo Nesti Gli integratori alimentari vengono usati da circa 5 milioni di italiani per mantenersi in salute, dimagrire, per evitare e prevenire patologie di ogni genere o, anche per prevenire malattie gravi come i tumori. «Sono moltissimi - dice il professore Vincenzo Santagada, presidente dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Napoli - e spesso sono usati sproposito. C'è chi vorrebbe risultati miracolosi, abbandonando le cure farmacologiche tradizionali; altri invece optano per il fai da te». Professore, cosa sono questi integratori? «Sono prodotti alimentari che integrano la dieta. Fonti concentrate di sostanze nutritive, quali vitamine e minerali, o di altre sostanze che hanno un effetto nutritivo o fisiologico come aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate». Quindi alimenti, non farmaci? «Per questi prodotti non sono accettabili effetti collaterali e non sono ammesse indicazioni terapeutiche». Quali caratteristiche devono avere per essere sicuri? «Devono essere certificati, ossia privi di sostanze inquinanti e nocive, il cui contenuto deve essere al di sotto della soglia di sicurezza, e devono assicurare l'assunzione di un preciso quantitativo di una determinata sostanza. Spesso è improprio l'uso, per esempio nelle dosi». Esiste qualche normativa in merito? «L'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha avviato un processo per valutare le rivendicazioni di effetti sulla salute vantate da specifici prodotti. L'impiego di vitamine e minerali negli integratori è attualmente disciplinato dal regolamento Ce 1170/2009 del 30 novembre 2009». Gli integratori possono essere pericolosi? «Sì, se consumati in dosaggi e con modalità scorrette. In ogni caso non possono sostituire le cure tradizionali, ad esempio è impensabile curare il cancro con integratori». Integratori a base vegetale possono creare problemi se si assumono farmaci? «È un tema molto discusso. Dalla letteratura scientifica emerge che i farmaci che interagiscono maggiormente con gli estratti erbali sembrano quelli per le patologie del sistema nervoso centrale, poi quelli per il sistema cardiovascolare e i farmaci antinfettivi sistemici. In generale, consiglio di non affidarsi a internet per l'acquisto degli integratori senza un preventivo parere di una persona esperta come può essere oltre che il medico il proprio farmacista, soprattutto quando si sta seguendo una terapia farmacologica». Quali sono gli integratori più utilizzati? « Sicuramente i probiotici e i multivitaminici. Ultimamente vanno di moda integratori specifici per sport di resistenza e forza, come fitness e body building, che usano sostanze come la creatinina, gli amminoacidi o la glutammina. Altra classe molto usata è quella degli integratori antiaging. Ma anche qui, deve essere lo specialista a consigliare, senza dimenticare che uno stile di vita antiaging che si basa principalmente su un'alimentazione corretta». IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/05/2016 5 30/05/2016 Pag. 12 diffusione:30670 tiratura:37995 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ASSOCIAZIONISMO SI E' APPENA COSTITUITO PER GARANTIRE AI CITTADINI UN SERVIZIO IN PIU' Farmacisti e protezione civile Nasce un gruppo anche a Parma In caso di calamità naturale possono garantire la continuità dell ' assistenza Per farne parte occorre partecipare a un corso Vittorio Rotolo II In caso di calamità naturale possono garantire, direttamente sul posto, la continuità dell ' as sistenza farmaceutica, mettendo tutta la propria professionalità e le proprie competenze al servizio dei cittadini. Si è appena costituita anche a Parma l ' Associazione Farmacisti Volontari per la Protezione civile, sulla scia dell ' esempio (seguito già in altre città italiane) di quel primo gruppo di Cuneo che, nel 2009, partì con un camper alla volta dell ' Aquila, nelle ore immediatamente successive al terribile sisma. Attività ed obiettivi dell ' As sociazione Farmacisti Volontari, che al momento conta 11 soci sul nostro territorio, sono stati illustrati per la prima volta durante l ' assemblea dell ' Or dine dei Farmacisti di Parma. «Per diventare volontari occorre naturalmente essere iscritti all ' albo professionale e seguire un corso di preparazione in Protezione civile, indispensabile per l ' acquisizione di quegli strumenti necessari ad affrontare il momento caotico dettato dall ' emergenza» ha spiegato Elena Vidale, presidente dell ' Associazione Farmacisti Volontari sezione di Parma. «In questa prima fase - ha aggiunto - stiamo cercando di reclutare quanti più colleghi possibili e di dotare la colonna mobile della Protezione civile del nostro territorio di un camper farmaceutico, da utilizzare nelle aree di crisi. In quei luoghi - ha concluso la Vidale - il farmacista si occupa della distribuzione delle medicine, della classificazione e dello stoccaggio di quelle donate, di organizzare la dotazione tecnica delle medicherie, operando al fianco degli operatori sanitari presenti». Un ' iniziativa lodevole, che rappresenta una nuova frontiera per i professionisti che operano in questo settore. «Occorre superare la visione del farmacista quale semplice " dispensatore di scatolette " - ha sottolineato Andrea Melegari, presidente dell ' Ordine dei Farmacisti di Parma -: la nostra categoria dispone infatti di un bagaglio di competenze multidisciplinari piuttosto ampio. La sfida futura sarà quella di indirizzare la professione verso un più attento controllo rispetto all ' assunzione dei farmaci, riducendo il rischio di un uso improprio degli stessi da parte dei cittadini». L ' assemblea è stata l ' occasione per consegnare il Codice deontologico ai circa trenta nuovi iscritti. «Nel nostro territorio, dove l ' Ordine dei Farmacisti conta ottocento iscritti, non abbiamo particolari situazioni di criticità per quanto concerne l ' occupa zione - ha rilevato infine Melegari -: il sistema, però, comincia ad accusare qualche scricchiolio, dal momento che la redditività delle farmacie ha subito nell ' ultimo periodo una contrazione. Dobbiamo quindi mantenere alta l ' attenzione». u Foto: Gruppo Alcuni farmacisti con il sindaco Federico Pizzarotti. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/05/2016 6 SANITÀ NAZIONALE 11 articoli 30/05/2016 Pag. 1 diffusione:305863 tiratura:387811 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Giudici e caso Capua Scienziati costretti a fuggire Paolo Mieli Tutto è iniziato in America. Dopo l'11 settembre 2001, gli Stati Uniti si preoccuparono di essere infettati dai terroristi islamici con qualche virus e diedero incarico alla Homeland Security di svolgere indagini accurate sulle aziende che avrebbero potuto rendersi complici di tale misfatto. Nel 2003 ne fu individuata una, Maine Biological Laboratories: rapida e accurata istruttoria, altrettanto veloce processo e nell'agosto di due anni dopo era già pronta una sentenza di condanna. Nelle pieghe dell'investigazione fu messo sotto il riflettore un manager della branca veterinaria del colosso Sanofi, Paolo Candoli, accusato di essersi fatto spedire in Italia un ceppo dell'aviaria. Poche settimane prima che il processo giungesse a conclusione (nel 2005), gli americani inviarono ai nostri Nas i verbali di Candoli perché accertassero se in merito a quella spedizione c'era stato qualcosa di irregolare. E fin qui... I nostri - in principio i Nas poi il magistrato Giancarlo Capaldo - ci misero quasi dieci anni prima che del loro lavoro, compiuto prevalentemente con le intercettazioni, si sapesse qualcosa. E quando nel 2014 se ne ebbe notizia, ciò avvenne all'italiana: qualcuno passò le «carte» all' Espresso che ci costruì sopra un servizio da copertina in cui si denunciava un «traffico internazionale di virus, scambiati da ricercatori senza scrupoli e dirigenti di industrie farmaceutiche, tutti pronti ad accumulare soldi e fama grazie alla paura delle epidemie». I «trafficanti» - spiegava il settimanale che faceva il dover suo dal momento che nessun giornalista avrebbe gettato nel cestino un incartamento così incendiario, per di più vidimato da carabinieri e magistrati sarebbero stati disposti «a pagare decine di migliaia di euro pur di impadronirsi degli agenti patogeni» dal momento che «averli prima permette di sviluppare i vaccini battendo la concorrenza». Si era in presenza, insomma, di un «business delle epidemie» riconducibile a una «cinica strategia commerciale»: gli accusati avrebbero amplificato «il pericolo di diffusione e i rischi, spingendo le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d'urgenza che si trasformano in un affare da centinaia di milioni di euro per le industrie». Tra gli indagati compariva un nome destinato a fare sensazione, quello di Ilaria Capua, accusata di aver commerciato l'«H7N3 Pakistan», un virus che qui da noi avrebbe potuto provocare un'epidemia di volatili nonché una strage di essere umani. Ma chi è Ilaria Capua? È una delle più importanti studiose italiane, nel 2006 aveva individuato un ceppo dell'aviaria e, anziché brevettare quella scoperta, l'aveva resa pubblica. Di più: aveva promosso una campagna internazionale a favore del libero accesso ai dati sulle sequenze genetiche dei virus. Nel 2007, Scientific American l'aveva inserita tra i cinquanta scienziati più importanti del mondo e nel 2008 la rivista americana Seed l'aveva inclusa tra le cinque revolutionary minds . Anche per questo Mario Monti l'aveva voluta con sé in politica e nel 2013 era stata eletta in Parlamento dove l'avevano poi scelta come vicepresidente della commissione Cultura. Un anno dopo, all'improvviso, si ritrovava - assieme al marito, a dirigenti del ministero della Salute e dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie - indagata per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, abuso di ufficio, traffico illecito di virus. Ma soprattutto - e questo riguardava lei sola - veniva accusata di aver posto «le condizioni per il reato di epidemia». Punibile con l'ergastolo. Quando finalmente poté leggere anche lei gli incartamenti che la riguardavano, la Capua pensò che l'iter giudiziario di quella vicenda - ancorché fosse trascorsa un'eternità dall'inizio della stessa: nove anni avrebbe avuto «tempi americani». Ciò che le avrebbe consentito di spiegare ai magistrati qualche dettaglio che era rimasto fuori dalle intercettazioni: che l'«H7N3 Pakistan» si era diffuso - come si poteva evincere dal nome - in Pakistan e non in Italia; che comunque neanche lì si era dato un solo caso in cui quel virus avesse infettato un essere umano; che la «società segreta 444» in cui lei avrebbe occultato i proventi dei SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 8 30/05/2016 Pag. 1 diffusione:305863 tiratura:387811 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato suoi commerci illegali altro non era che «il centro di costo che afferiva al suo laboratorio di Padova»; che le royalties del suo «brevetto milionario» ammontavano a poche migliaia di euro, peraltro ancora nelle casse dell'Istituto. Invece niente, nessuno la chiamò. Nel frattempo, mentre queste ombre sinistre compromettevano la sua possibilità di esercitare sia l'attività scientifica che quella parlamentare, il processo è stato spostato e poi «spacchettato» tra Roma, Pavia, Padova e Verona. Senza che la reputazione di Ilaria Capua potesse trarre beneficio (o essere definitivamente compromessa) dal vaglio delle accuse. E senza che le fosse concessa l'occasione di difendersi. Tutto è cominciato, dicevamo all'inizio, in quell'America che ha risolto il caso in un paio di anni. E tutto paradossalmente si concluderà negli Stati Uniti dove un prestigioso ateneo della Florida ha notato che la Capua era qui da noi, per così dire, inattiva, e - tramite un'organizzazione internazionale - l'ha convocata per affidarle un incarico da full professor , nonché la direzione di un Centro di Eccellenza. Da parte americana nessun problema di visto per una «stragista» passibile di ergastolo sia pure nei presupposti bislacchi che abbiamo brevemente sunteggiato. Negli Stati Uniti, anzi, si accingono ad accogliere la nostra scienziata che oltretutto sarà chiamata a far parte di un programma di reclutamento di altri studiosi internazionali. Ovviamente, prima di trasferirsi in Florida, la Capua si dimetterà dal Parlamento italiano. Cioè di un Paese, il nostro, che - lo ripetiamo ancora una volta - non mostra alcuna sensibilità nei confronti dei metodi e del rigore che si addicono al mondo della scienza. Ma che, complice anche il nostro sistema giudiziario, a questo mondo è adesso in grado di offrire un proprio originale contributo: la creazione della categoria dei «migranti scientifici». © RIPRODUZIONE RISERVATA Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 9 30/05/2016 Pag. 1 diffusione:234691 tiratura:339543 Flop nuove farmacie e arrivano i colossi MICHELE BOCCI IL mercato doveva allargarsi, sbloccando posti di lavoro e aumentando l'offerta per i cittadini, in particolare quelli che vivono nelle zone più isolate. Sono passati più di quattro anni dal giorno dell'annuncio della svolta ma il numero delle farmacie in Italia è rimasto più o meno lo stesso. Così il settore - che si appresta a vivere una nuova rivoluzione se passerà il ddl Concorrenza, in cui si prevede un'apertura al capitale - deve ancora mettere in pratica quella scritta nero su bianco in una norma già approvata. nel marzo 2012. A PAGINA 19 IL mercato doveva allargarsi, sbloccando posti di lavoro e aumentando l'offerta per i cittadini, in particolare quelli che vivono nelle zone più isolate. Sono passati più di quattro anni dal giorno dell'annuncio della svolta, ma il numero delle farmacie in Italia è rimasto più o meno lo stesso. Così il settore - che si appresta a vivere una seconda rivoluzione se passerà il ddl concorrenza, in cui si prevede un'apertura al capitale - deve ancora mettere in pratica la prima, scritta nero su bianco in una norma già approvata. Si tratta del decreto Cresci Italia di Monti sulle liberalizzazioni, convertito in legge nel marzo 2012. Nel testo si sono cambiati i parametri per l'apertura di questi particolari esercizi commerciali. Possono essere uno ogni 3.300 abitanti e non più ogni 4 o 5.000 a seconda di dove si trovano. In più sono state introdotte una serie di eccezioni per permettere nuove aperture, in particolare in stazioni ferroviarie, aeroporti, centri commerciali. Si è stimato quindi di poter aggiungere tra le 2.500 e le 2.800 farmacie alle circa 18.000 già aperte. Per mettere in pratica la riforma erano stati fissati tempi stretti: le sedi dovevano essere assegnate entro aprile 2013, e da quel momento i vincitori dei concorsi avrebbero avuto sei mesi per l'apertura. La storia è andata molto diversamente, assai peggio di quanto previsto. La nuova legge aveva dato una speranza a molti giovani farmacisti e a precari di vario genere, che insieme avrebbero potuto anche creare società per partecipare ai bandi. «Il concorso si prestava a ricorsi già per come è stato impostato, basato solo sui titoli. Le Regioni dovevano coordinarsi con i Comuni per individuare le nuove sedi e ci hanno messo molto più del previsto. Insomma: un disastro». Davide Gulotta è il presidente della Federazione nazionale parafarmacie, organismo che rappresenta tanti farmacisti che hanno partecipato ai bandi. I rallentamenti hanno riguardato vari momenti del percorso che porta all'assegnazione. Intanto, in alcuni casi, Regioni e Comuni ci hanno messo anni, anche perché ci sono stati ricorsi di titolari che contestavano l'individuazione e la posizione delle nuove farmacie. Una volta risolto quel passaggio, restava da fare il concorso e stilare le graduatorie, altro momento problematico. Quando le liste dei vincitori delle Regioni erano pronte, infatti, sono partite decine di ricorsi da parte degli esclusi. In molte zone d'Italia, le graduatorie sono ancora bloccate per questo motivo. Ad oggi, solo poche Regioni sono riuscite a fare il primo "interpello", hanno cioè assegnato le prime sedi ai vincitori. Da lì ad aprire può volerci ancora un po' di tempo, fino a 6 mesi, e oggi non sono più di 300 i nuovi esercizi avviati, in Toscana (circa 50), Piemonte (80), Liguria ed Emilia Romagna perlopiù. «Il sistema sta comunque iniziando a muoversi. Del resto, non possono aprire tutti lo stesso giorno», dice Annarosa Racca di Federfarma. Assai meno ottimista è una farmacista abruzzese che nel 2012 ha fatto domanda per il concorso, ancora fermo nella sua Regione. In una lettera a Repubblica parla di «fase di stallo deprimente. Dopo quattro anni è insostenibile poter ancora fare affidamento sull'eventualità che a breve la situazione si sblocchi». Ma il settore è scosso ormai da tempo da un altro problema. Il ddl concorrenza, approvato alla Camera e ora in discussione nella commissione Industria, commercio e turismo del Senato, prevede tra l'altro di far entrare società di capitali nelle farmacie, che oggi possono essere solo di proprietà di farmacisti. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A 4 ANNI DALLE LIBERALIZZAZIONI 30/05/2016 Pag. 1 diffusione:234691 tiratura:339543 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inoltre, si cancella il tetto massimo di 4 licenze per titolare. Il timore di molti, come Gulotta, è che si creino degli oligopoli. «Se i capitali servono a rinforzare il sistema va bene - dice Racca - Ma bisogna evitare che assumano il controllo, perché la logica commerciale non deve prevalere su quella sanitaria. Auspichiamo che vengano approvatigli emendamenti che prevedono una percentuale massima di farmacie nelle mani del capitale, e quindi delle multinazionali, a livello provinciale, regionale o nazionale ». La scelta delle sedi è andata al rallentatore E ora in molte Regioni le graduatorie sono bloccate dalle proteste degli esclusi I NUMERI / 1 A GESTIONE PRIVATA Oltre il 90% delle farmacie italiane, precisamente 16.560, sono gestite da privati 91% GLI ABITANTI In media c'è una farmacia ogni 3.340 abitanti (dati aggiornati a marzo 2015) 3.340 IL TOTALE NAZIONALE Sono le farmacie in Italia. Ogni Comune ne ha almeno una (dati Federfarma) 18.201 ALL'ESTERO In Spagna c'è una farmacia ogni 2.170 abitanti, in Francia una ogni 2.930 2.170 LE PARAFARMACIE Negozi in cui è possibile acquistare prodotti farmaceutici senza obbligo di prescrizione 4.000 I NUMERI / 2 L'AUMENTO In base alla legge 27/2012 si stima che potranno aprire fino a 2.800 nuove farmacie 2.800 LE INAUGURAZIONI Le farmacie già aperte in base alla legge del 2012 sono finora non più di trecento 300 IL FATTURATO Il mercato dei prodotti venduti in farmacia raggiunge i 25 miliardi all'anno 25,2 mld I MEDICINALI I farmaci incidono complessivamente per 18,5 miliardi sulle vendite in farmacia 18,5 mld GLI INTEGRATORI Altri 2,4 miliardi di ricavi derivano dagli integratori, circa 1,8 miliardi dai cosmetici 2,4 mld www.federfarma.it www.governo.it PER SAPERNE DI PIÙ 30/05/2016 Pag. 19 diffusione:234691 tiratura:339543 "Hanno illuso migliaia di persone col sogno di mettersi in proprio" (mi.bo.) FIRENZE. Il concorso straordinario «era una grande occasione, ma i risultati ancora non si vedono». Silvera Ballerini è presidente di Conasfa, la federazione delle associazioni di farmacisti non titolari. Cosa sta succedendo nelle Regioni? «Nella maggior parte dei casi non sono ancora partite con graduatorie ed interpelli. Poi viaggiano tutte a velocità diverse. Ci sono colleghi che hanno vinto un posto in una Regione lontana dalla loro, dove magari è tutto bloccato a causa dei ricorsi. Non sanno che fare, se andarsene o aspettare che qualcosa si muova vicino a casa». Quanti farmacisti non titolari lavorano in farmacia? «Tra i 5 e i 6 mila. Qualcuno avrebbe potuto diventare finalmente titolare grazie al concorso. Comprare una farmacia costa almeno 500mila euro, ma si può arrivare anche a 2 milioni. Chi non ha disponibilità economiche deve fare i concorsi per forza». Questo come è stato fatto? «A parte i problemi che ci sono nelle Regioni, molte altre cose non funzionano. A suo tempo, fummo interpellati dal ministro Balduzzi per decidere le regole. Ad esempio chiedemmo che la selezione fosse per titoli ed esami, per premiare il merito. E invece viene fatta solo sulla base dei titoli. E i giovani sono penalizzati». Quanto guadagna un farmacista non titolare? «Io ho iniziato nel 1980 e senza straordinari sono a 1.500 euro al mese. Il nostro contratto è fermo da 5 anni e le carenze non sono solo economiche. Mancano scatti di merito e avremmo bisogno di una migliore tutela della malattia». Foto: PRESIDENTE Silvera Ballerini è presidente della Conasfa, la federazione delle associazioni di farmacisti non titolari SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA 30/05/2016 Pag. 41 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 "Noi, sentinelle dei bisogni in giro ad ascoltare il Paese" DAL PUNGOLO SULLE ETICHETTE TRASPARENTI ALLA BATTAGLIA LIBERALIZZAZIONI, DAL SOSTEGNO AI PICCOLI FORNITORI LOCALI ALLE ECCELLENZE VALORIZZATE, FRANCESCO PUGLIESE (AD CONAD) SPIEGA COME IL TOUR SI INTEGRI CON GLI IMPEGNI DELL'AZIENDA (v.d.c.) Milano Una comunità di soci imprenditori, quelli della galassia Conad, che parla la stessa lingua delle centinaia di migliaia di comunità che popolano, da nord a sud, lo stivale. Una sorta di "sentinella" sul territorio in grado di cogliere i primi segnali dei cambiamenti in embrione che arrivano dalla pancia del Paese. Francesco Pugliese, ad di Conad, usa una metafora per rendere bene l'idea del modello di business che da sempre persegue il suo gruppo. «Un modello a base cooperativa e volontaria in cui è ancora la persona il fulcro dello sviluppo, della crescita, sia esso socio, addetto o manager», puntualizza. «I nostri valori non devono stonare da quelli comuni - aggiunge Pugliese - ma essere costantemente in armonia tra loro. Soprattutto quando ci si rivolge ad altre persone, alle istituzioni, alle organizzazioni del territorio cercando con loro una relazione e costruendo occasioni di collaborazione, nel rispetto dei legittimi e reciproci interessi e delle rispettive motivazioni identitarie». Non a caso, è questa la direzione in cui si muove anche l'ultima iniziativa itinerante di Conad, il Grande Viaggio, partito a metà aprile da Lodi con destinazione finale Caserta, il 2 luglio. L'obiettivo dichiarato è di consolidare il rapporto con le rispettive comunità che di volta in volta la "carovana" Conad incontra. E di comunicare a quelle stesse comunità qual è la sensibilità del gruppo su tematiche che stanno a cuore ai cittadini. È il caso dell'etichetta, ad esempio. Un cavallo di battaglia di Pugliese che in questi anni si è speso tanto per difendere in ogni sede la tracciabilità del luogo di produzione dei prodotti che arrivano sullo scaffale. La stessa sensibilità si ritrova anche nella petizione ("Liberalizziamoci") promossa da Conad, insieme alla Federazione nazionale parafarmacie italiane e Altroconsumo, per chiedere al Parlamento che sia consentita la vendita di farmaci non mutuabili con ricetta nelle farmacie. «Sono tutte battaglie - spiega l'ad - che abbiamo portato avanti nell'interesse di molti soggetti: dei cittadini, che potranno così beneficiare di un calo dei prezzi. Dei farmacisti di parafarmacia, che hanno la stessa abilitazione dei colleghi di farmacia. Degli operatori del settore, che dovrebbero poter competere a condizioni eque in un mercato concorrenziale, aperto e dinamico. E nell'interesse del Paese». Ma la lista delle iniziative messe in campo in questi anni dal gruppo di Pugliese sono tante. Soprattutto quelle a sostegno dei tanti piccoli e medi fornitori locali. «Se non li avessimo aiutati - osserva Pugliese - non avrebbero avuto accesso al mercato della grande distribuzione. Così come molte piccole produzioni di eccellenza non sarebbero conosciute anche su mercati esteri, oltre a quello locale. Lo stesso impegno lo stiamo dimostrando nella commercializzazione di prodotti lattierocaseari lavorati esclusivamente con latte 100% italiano». Pugliese insiste sul concetto di salvaguardia delle tradizioni. Quelle stesse tradizioni che si esprimono giorno per giorno in scelte di vita e di comportamenti alimentari. «Conad ne è consapevole ed per questo che promuove i produttori locali, l'occupazione del territorio, riduce l'impatto ambientale dei propri punti vendita. Attività e impegni che devono essere continuativi anche nella dimensione di responsabilità sociale d'impresa e nella condivisione delle richieste che vengono dalle persona, prima ancora che dal cliente». Richieste che Conad vuole toccare con mano attraversando le piazze italiane, il cuore pulsante di ogni comunità, dove ruota la vita di una città o di un paese. «È il nostro modo per costruire un percorso di vicinanza alle persone destinato a durare nel tempo, ad avere continuità. Un impegno da condividere con ogni territorio», sottolinea Pugliese. D'altronde, fa notare l'ad, «la comunità è il luogo in cui i cittadini esprimono i propri valori, ma anche i propri bisogni, proprio perché la comunità è fatta di persone». Nasce da qui l'impegno "sociale" di Conad che «passa attraverso il quotidiano di milioni di cittadini, fatto dal momento della spesa ma anche di quello dell'intrattenimento, dell'incontro, delle riflessioni, dello scambio di idee e naturalmente di emozioni», spiega SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA STRATEGIA 30/05/2016 Pag. 41 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Francesco Pugliese. Che conclude: «Il luogo migliore per farlo è la piazza, nuova e antica agorà dove discutere dei problemi della comunità, creare relazioni interpersonali, esprimere idee, finendo per costruire fiducia nel Paese, facendo sì che esprima tutto il proprio potenziale». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Nella foto qui sopra Francesco Pugliese amm. del. di Conad: "La comunità è il luogo in cui i cittadini esprimono i propri valori, ma anche i propri bisogni. Perché la comunità è fatta di persone" 30/05/2016 Pag. 42 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 SI MOLTIPLICANO I SISTEMI DI CONSULTAZIONE E ANCHE QUELLI RELATIVI ALLA DIAGNOSTICA. SEMBRA SI TRATTI DI UN PROCESSO INARRESTABILE. MA OCCORRE MOLTA PRUDENZA SIA IN TERMINI DI EFFICACIA CHE DI TUTELA DELLA PRIVACY Christian Benna Milano La grande onda sta per arrivare sotto forma di impulsi elettronici. E promette di curare tutti quanti a domicilio, ma ognuno in modo diverso e personalizzato. È quella che startuppari e guru della connettività chiamano the next Big thing, lo tsunami tecnologico che rivoluzionerà medicina e stili di vita. I "clienti" della salute digitale non mancheranno. Nel 2050, nel mondo, due persone su 10 avranno i capelli grigi ; due miliardi di anziani per una popolazione di quasi 10 miliardi e per l'Europa la percentuale salirà al 34%. Di questa marea di arzilli vecchietti, gli over 80 saranno 434 milioni. La vita si allunga e migliorano le condizioni di salute. Ma gli acciacchi aumenteranno. E giocoforza si moltiplicheranno tutte quelle malattie croniche, di lunga durata e piene di complicazioni (dal diabete a quelle respiratorie e cardiache), che già oggi uccidono 53 milioni di persone ogni anno. E se i paesi avanzati non troveranno una risposta al problema demografico segnato dal declino di fertilità, sarà dura, se non impossibile, per i millenial fare fronte ai costi di previdenza e salute di nonni e genitori. Negli anni della grandi crisi economica, dal 2009 al 2013, le spese per farmaceutica (-1,8%) e prevenzione (-0,3%) sono diminuite in tutti i paesi Ocse, per bilanciare quelle in ascesa (+2,3%) destinate all'ospedalizzazione. Eccoci dunque all'alba della salute digitale: riduzione dei giorni di "residenza" nei nosocomi, pazienti curati da remoto, monitoraggio continuo, utilizzo di big data come miniera per analizzare le condizioni cliniche. Oggi il mercato della telemedicina è ancora una nicchia nell'oceano della salute e vale appena 15 miliardi di dollari; anche se, stando agli analisti, dovrebbe raddoppiare il giro d'affari entro il 2020. Va detto che gli esordi, rispetto alle premesse, non sono stati brillanti. Le prime a buttarsi a capofitto sono state le telecom companies, come At&T e Verizon, ma la forza nelle infrastrutture di rete non ha trovato altrettanta capacità nello sviluppo di dispositivi medici convincenti. Inoltre, la nuova corsa all'oro digitale ha fatto emergere difficoltà nel trovare un paradigma condiviso (legislativo, tecnologico, normativa sulla privacy e anche burocratico); tutte barriere che hanno messo in sordina i primi vagiti del settore. Ora le condizioni sembrano volgere al sereno. In primis lo suggerisce la necessità, non più rinviabile, dei governi di tenere a bada la spesa sanitaria. E poi c'è una domanda di salute che sta esplodendo dentro le nostre tasche, misurabile con il termometro infallibile degli smartphone. In circolazione ci sono circa 165 mila applicazioni dedicate al benessere e alla salute. Anche se solo il 5% hanno volumi significativi di utilizzo, secondo Pwc, la domanda di medicina elettronica arriverà presto a 1,5 miliardi di app scaricate per un giro d'affari del mobile health che supererà quota 20 miliardi di euro. Certo, molte di queste app riguardano programmi di fitness e bugiardini farmaceutici e sono lontanissime dalla telemedicina professionale. Ma il dinamismo di offerta di salute digitale e la risposta di pazienti consumatori, non può lasciare inerte la sanità pubblica in bilico tra pericoli e opportunità. Perché il mobile ha già reso digitale il cittadino. Basti pensare ai servizi della catena di farmacie Walgreens, che ha lanciato in America Live Doctor Consultation: per 49 dollari al mese si può consultare un medico da remoto 24 ore su 24. Qualcuno si spinge anche oltre con l'elettroceutica, ovvero come curare con impulsi elettrici invece di pillole. In questo mare di app, collegate ai sensori di braccialetti e dispositivi vari che misurano le funzioni del corpo, alcune sono state ritirate dalle piattaforme mobili perché incapaci di assicurare un servizio medico e scientifico adeguato; mentre altre hanno ricevuto sanzioni in quanto si trattava di vere e proprie truffe, come l'Ancne app che dichiarava di curare i brufoli con appositi filtri per smartphone. Se il mobile health è già realtà, il prossimo passo spetta alla sanità pubblica e privata. In attesa che la legge dia risposte certe, la app economy della salute sta apparecchiando il mercato della SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Telemedicina, scatta la corsa alle app la salute digitale vale già venti miliardi 30/05/2016 Pag. 42 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato futura telemedicina, quando gli strumenti ospedalieri entreranno in casa sotto forma di app e devices. La diffusione della medicina digitale sta muovendo i primi passi con la diffusione di cartelle digitali cliniche. In America, l'amministrazione Obama ha messo sul piatto uno stimolo fiscale da 30 miliardi di dollari per digitalizzare i dati di milioni di pazienti. La rivoluzione elettronica ha ottenuti molti risultati positivi seppure facendo sorgere altrettanti interrogativi. Alcune equipe di medici ricercatori di Stanford, grazie all'analisi di dati di milioni di pazienti affetti da scompensi o cardiaci, ha potuto rintracciare l'origine (l'utilizzo di determinati farmaci) nello sviluppo di alcune complicazioni. Il tema dei big data sta sollevando grandi speranze per la ricerca, e allo stesso tempo dubbi sulla privacy e su chi può avere accesso a questa miniera d'oro. Perché di dati ne avremo tantissimi. E la telemedicina avrà un ruolo cardine di questa rivoluzione. Se la prima e più evidente opportunità è la riduzione dei giorni di ospedalizzazione dei pazienti, pur mantenendo alta la guardia grazie a un monitoraggio costante, la prossima Big Thing sarà la gestione e l'analisi dei dati della salute dei pazienti. Per identificare patologie e magari trovare nuove risposte terapeutiche. Foto: In America, il governo Obama ha messo sul piatto uno stimolo fiscale da 30 miliardi di dollari per digitalizzare i dati di milioni di pazienti. La rivoluzione elettronica ha ottenuti molti risultati positivi 30/05/2016 Pag. 42 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 L'Italia fanalino di coda in Europa ma quattro referti su 10 sono online Sale l'allarme per l'invecchiamento NEL 2015 IL BELPAESE HA INVESTITO 1,3 MILIARDI DI EURO PER I PROCESSI DI E-HEALTH, L'1,2% DEL COSTO COMPLESSIVO DELLA SALUTE PUBBLICA E LA TERZA NAZIONE PIÙ VECCHIA RISCHIA DI PAGARE UN COSTO ALTO Avanti adagio con il dottore elettronico. Ed è già una buona notizia, visto che il governo ha previsto tagli fino al 50% sulla spesa informatica della pubblica amministrazione, una mannaia che rischia di abbattersi in futuro su ospedali e aziende sanitarie. Nel 2015, secondo l'Osservatorio nazionale digitale in Sanità del Politecnico di Milano, l'Italia ha investito 1,3 miliardi di euro per i processi di e-health, l'1,2% del costo complessivo della salute pubblica. Si tratta di una spesa tra le più basse d'Europa, pari a 22 euro per abitante, leggermente in discesa rispetto all'anno precedente, e che riguarda soprattutto la diffusione della cartella clinica elettronica. Nel dettaglio, 930 milioni di euro sono stati investiti dalle strutture sanitarie, 320 milioni dalle Regioni, 70 milioni dai 47mila medici di medicina Generale e 18 milioni direttamente dal Ministero della Salute. Il risultato positivo è che il 40% dei referti è ormai dematerializzato e così il 9% delle cartelle cliniche; il 12% delle prenotazioni arriva via web e online viaggia l'8% dei pagamenti. Ma non c'è da far festa. «I primi risultati della Strategia per la crescita digitale 2014-2020 mostrano come la Sanità digitale in Italia non sia più un miraggio, ma un piano perseguibile che dà frutti concreti - ha affermato Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio innovazione digitale in Sanità. Tuttavia, la velocità di attuazione è ancora modesta e disomogenea, inadeguata rispetto alla portata e all'urgenza delle sfide in gioco. È necessario attuare la Sanità Digitale con una governance partecipata e responsabile ai diversi livelli». La principale voce di investimento nel 2015 è stata quella per la digitalizzazione delle cartelle cliniche, ambito nel quale la spesa è ammontata a 64 milioni. Eppure sono ancora poche le Regioni che hanno attivato il fascicolo sanitario elettrico e i servizi digitali al cittadino: si tratta di Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Sardegna, Valle d'Aosta, provincia autonoma di Trento, mentre in altre 11 è in via di implementazione. C'è più dinamismo dal "basso", dal dialogo quotidiano tra medici di base e cittadini, in cui lo scambio digitale di dati è all'ordine del giorno utilizzando sms, whatsapp e posta elettronica. Buona parte della spesa informatica riguarda processi amministrativi lasciando poco spazio aiservizi innovativi. Le tecnologie digitali di integrazione ospedali - territori valgono appena 20 milioni di euro seppur in aumento del 24% rispetto al 2014. Tra le soluzioni di Telemedicina più utilizzate c'è il Tele-Consulto, messo a disposizione dal 34% delle aziende sanitarie, e poi i progetti di Tele-Salute, avviate nel 14% dei casi. Le barriere alla diffusione di questi strumenti sono di ordine finanziario. Secondo il 68% dei responsabili delle direzioni strategiche delle aziende sanitarie mancano risorse per implementare questi servizi; c'è poi un problema di normative sulle gestione della privacy dei pazienti (54%) e infine la scarsa cultura digitale degli operatori sanitari (34%). Ma l'Italia, il terzo paese più vecchio al mondo, rischia di pagare molto caro il ritardo sull'e-health. Nel 2020, nel nostro paese, gli ultraottanteni saranno 4,5 milioni, il 7% della popolazione, per toccare gli 8 milioni nel 2050, il 13% del totale degli abitanti. Secondo uno studio dell'Osservatorio Netics, l'integrazione tra ospedale e territorio, attraverso la telemedicina, potrebbe essere veicolo di risparmi pari a circa 1,4 miliardi l'anno per il Sistema sanitario Nazionale. Non mancano però i casi eccellenti della sanità elettronica made in Italy: come quello dell'Istituto ortopedico Galeazzi di Milano che grazie all'utilizzo di tag di localizzazione in tempo reale riesce a seguire il paziente e la sua cartella clinica lungo tutto il flusso chirurgico dialogando costantemente con un sistema software al servizio dei medici. Per il Policlinico di Bari la rivoluzione digitale prende piede con l'analisi predittiva di software della business intelligence, in grado di prevedere le potenzialità di rischio per determinati pazienti di sviluppo di malattie renali croniche. Al Laboratorio di analisi Valdés di Cagliari si punta a eliminare i lunghi tempi di SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA SITUAZIONE 30/05/2016 Pag. 42 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato attesa per visite ed esami facendo leva su un programma informatico che consente di prenotare gratuitamente, scegliendo data e ora, l'accettazione tramite il sito istituzionale. (ch.ben.) Foto: La principale voce di investimento nel 2015 è stata quella per la digitalizzazione delle cartelle cliniche 30/05/2016 Pag. 43 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 Farmaci scelti sul web e malati sotto controllo serve la catena magica ALLA BASE DELLE SOLUZIONI SOFTWARE PER LA GESTIONE A DISTANZA POTREBBE ESSERCI LA BLOCKCHAIN IL LIBRO MASTRO CHE USA LA CRITTOGRAFIA PER CERTIFICARE LE TRANSAZIONI DI PAGAMENTO IN BITCOIN Milano Il futuro della telemedicina è indecifrabile. Ed è un bene per la privacy dei pazienti. Perché alla base delle soluzioni software per la gestione a distanza dei pazienti potrebbe esserci la blockchain, quel libro mastro digitale che usa la crittografia per certificare le transazioni di pagamento in bitcoin e che potrebbe trovare maggior fortuna - rispetto alle montane russe della moneta virtuale - se applicata al mondo della salute. Almeno questa è una delle direzioni che ha imboccato il nuovo corso della multinazionale olandese Royal Philips nel campo della sanità 2.0. Ad Amsterdam ha appena aperto i battenti il Blockchain Lab, un centro di ricerca che si occuperà di sperimentazioni sulle catene di blocchi come piattaforme-registro di scambi dei dati nelle operazioni di telemedicina. La sfida è - ovviamente - molto innovativa. E tiene conto dei possibili approcci di Big Data nelle cure da remoto e delle implicazioni legate alla privacy e alla sicurezza delle infrastrutture di rete. Ma lascia scorgere i prossimi capitoli della salute 2.0. I macchinari medici Philips già oggi monitorano 275 milioni di pazienti in tutto il mondo. Un business composto da tanto hardware. Il futuro sarà legato allo sviluppo della connettività e all'insegna di quei software che permetteranno la diffusione della telemedicina come alleggerimento del carico di spesa di ospedali e spese sanitarie, e per promuovere il "continuum of care" , quel monitoraggio costante delle condizione dei pazienti dimessi e dei malati cronici. Per Philips l'healthcare è ormai diventato il core business delle sue attività. La multinazionale olandese ha scorporato la storica divisione Lighting, ora destinata alla Borsa, per il 25% del capitale, permettendo così di concentrarsi sulla parte più redditizia, ma che necessità di maggiori investimenti in ricerca, dedicata alla salute. L'healthcare di Philips, nel 2015, ha registrato un boom di ricavi, in crescita dell'18,8%, per 11,88 miliardi di euro e un Ebitda di 2,4 miliardi. Non tutti segmenti di mercato mostrano segnali positivi, ma si viaggia con tassi di sviluppo a doppia cifra nei sistemi di monitoraggio a distanza e nel personale care. E qui sta una delle scommesse del gruppo olandese che sta operando a tutto campo per creare un ecosistema per la sanità 2.0. Per lo sviluppo della blockchain ha firmato un accordo con Gem Health Network, specializzata nelle infrastrutture di rete condivise; con Hitachi Data Systems ha avviato una partnership per la gestione dei fascicoli clinici digitali, e con Genomic Health è partita una collaborazione sulla diagnostica digitale predittiva. Si tratta di pezzi di quel mosaico che costituiranno l'ospedale digitale del futuro. «La sharing economy sta contribuendo ad alfabetizzare i cittadini anche nel campo della medicina digitale - spiega Andrea Celli, head of Strategy, New business development and Business to government di Philips per Italia, Israele e Grecia - Ma il futuro sta nei servizi professionali della telemedicina. L'invecchiamento della popolazione mondiale ha bisogno di risposte certe da parte dei sistemi sanitari nazionali. Laddove abbiamo avviato programmi di telemedicina abbiamo riscontrato un miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti e un sensibile risparmio per le casse pubbliche». Tra le applicazioni già operative di telemedicina di casa Philips c'è la piattaforma eCareCoordinator che supporta la gestione di grandi numeri di pazienti, fornendo ai medici una panoramica quotidiana delle esigenze di ciascun assistito per intervenire quando, come e se necessario. E poi c'è eCareCompanion che ricopre il ruolo di "portale" per i pazienti, favorendone il coinvolgimento e la gestione autonoma. Si tratta di un'applicazione personalizzata che opera su tablet, permettendo ai pazienti di rispondere a domande sullo stato di salute e inserire le misurazioni richieste, restando sempre in contatto con i team di operatori sanitari. Quanto ai test sul campo già avviati ce ne sono diversi. A cominciare dai paesi anglosassoni dove la rivoluzione digitale comincia a essere parte integrante delle aziende ospedaliere. Basti pensare al caso di Liverpool, nel Regno Unito, dove Philips ha avviato un programma di tele monitoraggio a domicilio, con il supporto di un hub clinico, su 1808 pazienti affetti da SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA TECNOLOGIA 30/05/2016 Pag. 43 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato broncopneumopatia cronica ostruttiva o con scompensi cardiaci o affetti da diabete. I risultati hanno registrato una riduzione dei ricoveri di emergenza e dei costi di assistenza, rispetto a un tradizionale un gruppo di controllo. La riduzione può variare dal 22% al 32% per i pazienti con rischio superiore alla media (25). In Olanda è partito un progetto con oltre 100 pazienti con scompensi cardiaci dove, attraverso il tele monitoraggi, un sistema comprendente messaggi motivazionali, video educativi e questionari di valutazione, si è riusciti ad ottenere un drastico calo, pari al 76%, delle ammissioni ospedaliere, e soprattutto una migliore qualità della vita e un alto grado di conoscenza della malattia. Ora è il turno della Penisola. Dice Andrea Celli: «Anche in Italia partiremo con l'avvio di un progetto dedicato in collaborazione con un partner della sanità privata. L'interesse non manca. Eppure il sistema sanitario nazionale, governato dalla frammentazione, perché in capo alle regioni, non facilita un approccio sistemico su queste opportunità che se adottate su larga scala potrebbero far risparmiare molte risorse alla sanità». Foto: La multinazionale olandese Royal Philips lancia la sfida nel campo della sanità 2.0 Foto: Andrea Celli (Philips) 30/05/2016 Pag. 28 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 LA MULTINAZIONALE HA CONCENTRATO IN ABRUZZO LA PRODUZIONE DEL MAALOX E NE HA CERTIFICATO LE EMISSIONI DI CO2. MA L'INVESTIMENTO HA AUMENTATO L'EFFICIENZA E LA PRODUTTIVITÀ DELLO STABILIMENTO CHE ORA PUÒ ATTRARRE ALTRI PRODOTTI Paola Pilati Roma Produrre per curare la salute degli umani e nello stesso tempo curare l'ambiente. Lo fa la Sanofi, multinazionale francese della farmaceutica, quarta al mondo con 37 miliardi di fatturato totale, seconda in Italia con 1,5 miliardi: a Scoppito, in Abruzzo, impianto appena finito di ingrandire grazie anche a un contributo di Invitalia, è stata ridotta l'impronta di carbonio emessa dal ciclo di lavorazione del Maalox, uno dei blockbuster della casa. Se la preoccupazione dell'effetto serra contagia anche l'industria chimica, qual è la farmaceutica, è il segno che una nuova sensibilità si sta diffondendo (anche grazie agli incentivi che la sostengono): certo, la carbon footprint certificata riguarda solo i 5,4 milioni di astucci di Maalox che vanno al mercato italiano, mentre la produzione abruzzese riguarda tutto il mondo, ma l'intero stabilimento ha il "bollino" per il rispetto dell'ambiente oltre che della sicurezza, e inaugura un'autoproduzione di energia. Come si ottiene la riduzione nell'impronta di carbonio nella produzione di un medicinale? «Va detto che la certificazione si può fare solo per un prodotto specifico e finora è stata fatta solo per beni di largo consumo, quindi questo è il primo caso di un farmaco», precisa Annaletizia Baccante, ingegnere, aquilana di 46 anni e direttore dello stabilimento, «e consiste nel migliorare tutto l'impatto ambientale del ciclo, dall'ingresso della materia prima alla distribuzione commerciale: quindi ridurre gli sprechi, le fermate delle macchine, ottimizzare il materiale di confezionamento, i trasporti finali». Un vantaggio anche per l'azienda, quindi, che riduce i costi di produzione. Ma che ha conseguenze sulla vita dell'intero sito produttivo: «Aumentare l'efficienza permette allo stabilimento di essere attrattivo anche per fare altri prodotti», chiarisce Baccante. Proprio quello che è accaduto a Scoppito, che esiste da quarant'anni, ma che solo con l'ultimo investimento di 26 milioni (di cui 4 messi a fondo perduto da Invitalia), e con uno sguardo all'ambiente, si è garantito lunga vita e occupazione stabile, anche grazie all'arrivo nel 2015 dell'intera produzione del Maalox da un altro sito Sanofi. Nei 78 milioni di fatturato della fabbrica abruzzese, il Maalox conta molto, visto che le sue vendite in Italia arrivano a fatturare 30 milioni l'anno, ma non è il solo prodotto su cui è impegnata la forza lavoro di 290 persone, 90 delle quali ancora abitano gratuitamente nel villaggio che la Sanofi montò in pochi mesi nel 2009 per accogliere i dipendenti colpiti dal terremoto. A Scoppito si produce l'ibuprofene (antipiretico), l'antipertensivo Triatec, l'Amaryl (per i diabetici), il diuretico Lasix. Origgio, un altro dei sei siti italiani di Sanofi, è invece specializzato per la produzione dell'Enterogermina,altro best-seller della casa. Il listino della multinazionale infatti è per il 93% fatto di farmaci da banco, ed è proprio questo che assicura al fatturato una crescita sicura. «Con la nostra divisione di Consumer Healthcare siamo terzi produttori al mondo e quarti in Italia», precisano alla Sanofi. La Consumer Healthcare è quella che riunisce tutti i prodotti per i quali non serve una ricetta: «Include l'automedicazione, cioè i prodotti con la crocetta che ride sulla scatola, gli integratori alimentari, e i dispositivi medici, vale a dire quella classe di prodotti che hanno efficacia sul sintomo, ma non ne curano l'origine», dice Fabio Mazzotta, direttore della Business Unit Consumer Healthcare di Sanofi Italia. Tutti insieme, sono cresciuti del 5% l'anno scorso per un fatturato di 230 milioni, in un mercato che in Italia vale 5,6 miliardi. Per realizzare l'obiettivo, un ruolo strategico lo detengono i farmacisti. «Sono loro a consigliare il farmaco da banco o l'integratore, proprio perché sono senza ricetta», spiega Mazzotta, «per questo noi da tre anni valorizziamo la loro formazione scientifica, e organizziamo dei road show (per esempio per il Maalox e l'Enterogermina) per approfondire tutti gli aspetti connessi al meccanismo di azione dei principi attivi e le loro interazioni». Il perché di questa crescita dell'auto-cura ha a che fare con l'aumento del reddito nei paesi in via di sviluppo, ma per noi che apparteniamo alla porzione sviluppata del mondo, è legata soprattutto a bisogni emotivi come il benessere SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanofi scommette su Scoppito l'impianto con il bollino blu 30/05/2016 Pag. 28 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato personale e la qualità della vita, più in chiave preventiva che curativa. «Ma questa abitudine potrebbe aver un riflesso virtuoso sulla spesa pubblica per la salute», osserva Mazzotta. In che modo? «C'è un tavolo aperto sulla governance della spesa farmaceutica: spesso, per disturbi non cronici, esiste un'alternativa abbordabile in auto medicazione rispetto al farmaco rimborsato. Una revisione in ottica sistemica dei consumi pubblici e privati sulla salute potrebbe liberare consistenti risorse per lo Stato». Detto in altri termini: i medici dovrebbero prescrivere il farmaco da prontuario, e quindi rimborsato, solo ai casi cronici, e spedire negli altri casi il paziente in farmacia a comprare il farmaco da banco. Ma cosa ne diranno le altre big pharma? S DI MEO Foto: La Sanofi ha un fatturato globale di 37 miliardi di euro, 1,5 dei quali realizzati da Sanofi Italia Foto: Fabio Mazzotta direttore della Business Unit Consumer Healthcare di Sanofi Italia 30/05/2016 Pag. 14 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 IL CEO LECHLAITER: "È FINITA L'ERA DEI FARMACI DAL GRANDE E SICURO FATTURATO. ORA ESPLORIAMO LE FRONTIERE DEL NANOTECH E DEL DIGITALE IN MEDICINA". PRONTI AL LANCIO I NUOVI "BIOSIMILARI" E LA CURA DELL'ALZHEIMER Patrizia Feletig Firenze Siamo «nell'età dell'oro delle scoperte terapeutiche». È l'opinione di John Lechleiter, Ceo della Eli Lilly, una delle prime 10 case farmaceutiche globali. Come mai epoca d'oro secondo lei che ci lavora più di 35 anni? «Molto è cambiato. La farmacogenomica per esempio ci permette di definire con precisione il profilo del paziente col massimo beneficio da una nuova molecola. I test diventano più circoscritti, si riducono i tempi di sviluppo clinico, la cura è mirata. Altro aspetto importante: la graduale armonizzazione dei processi di approvazione tra le economie avanzate. Ad esempio: fino a dieci anni fa, per un farmaco prima c'era l'approvazione degli Stati Uniti, poi dell'Unione europea, ma i prodotto poteva rimanere in stallo per anni in Giappone. Ora non è più così e il sistema regolatorio giapponese è cambiato per mettersi al passo con i tempi dell'Occidente». Ma gli otto anni trascorsi al timone della multinazionale nata 140 anni fa, non sono stati per Leichleiter un periodo facile. L'azienda era abituata ai fasti di farmaci di successo come Prozac, Cialis e Cymbalta. Lechleiter, di formazione chimico e dal 1979 in Eli Lilly, ha assunto la leadership in un momento critico con i brevetti di quattro importanti prodotti in scadenza (tra cui l'antidepressivo Cymbalta, il farmaco in assoluto più venduto) e nessuna molecola innovativa vicina al lancio. Riesumando lo spirito pionieristico e la passione per la scoperta che guidarono alla fine del XIX secolo Eli Lilly, un colonello chimico che aveva servito nella Guerra Civile e poi aveva aperto una farmacia a Indianapolis, Lechleiter è riuscito a mediare tra le pressioni degli azionisti e l'impegno nella ricerca. Nel 2015 l'investimento di 5 miliardi in R&D è stato pari a circa un quarto dei ricavi. «Il core business è e deve rimanere la ricerca», spiega Lechleiter, che oggi può con orgoglio sfoggiare il più alto numero di molecole in fase finale di sviluppo da quando la società è stata fondata. «Sette prodotti sono in fase finale di trial e due sotto approvazione della Fda». Cresciuto in un business dove l'innovazione richiede investimenti anche molto superiori al miliardo e ci vogliono non meno di dieci anni per portare nuovi principi attivi in commercio, Lechleiter ha una visione globale dell'attività che lo spinge ad andare al di là del mero dato scientifico. Per esempio alla convergenza fra tecnologie digitali, miniaturizzazione dei sensori e nanotecnologie, il tutto per scovare soluzioni migliorative della vita del paziente. «Collaboriamo con molte start-up nel biomedicale, e con alcune di esse per esempio ora stiamo sperimentando sistemi innovativi non invasivi di monitoraggio dei valori glicemici che permettano al paziente attraverso lo smartphone di gestirsi autonomamente ma sempre sotto controllo medico in remoto». Nel campo della ricerca, la Eli Lilly, spiega il suo Ceo, si sta preparando a un annuncio importante: l'anticorpo monoclonale solanezumab a ottobre conclude la fase III. I risultati dei trial clinici lasciano ben sperare sul rallentamento della perdita delle capacità cognitive delle persone colpite da Alzheimer con questo trattamento che rimuove o riduce il deposito di placche amieloidi sui neuroni. Si stima che nel 2050 solo negli Stati Uniti, in assenza di grandi scoperte, si spenderà un miliardo l'anno per assistere i malati di Alzheimer. Se i test confermeranno i dati raccolti e col semaforo verde della Fda, l'arrivo del prodotto sul mercato nel 2017 «potrebbe rappresentare una grossa svolta nella cura di questa malattia neurodegenerativa». Il farmaco ha richiesto 3 miliardi di investimenti in ricerca ma potrebbe ma potrebbe comportare solo negli Stati Uniti risparmi per oltre 7 miliardi l'anno includendo oltre le spese sanitarie anche quelle sociali. Alla Eli Lilly, che nel 2015 ha fatturato 19,9 miliardi di dollari, ha 2,4 miliardi di utile netto e 41mila dipendenti, spettano alcune delle scoperte più rilevanti della farmacologia moderna. È stata la prima, negli anni '20, a introdurre in commercio l'insulina di derivazione animale per il trattamento dei diabetici altrimenti condannati. Sessant'anni dopo, con la tecnica del Dna ricombinante, lanciò un'insulina sintentica identica a quella prodotta dal corpo umano, il primo farmaco biotecnologico. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Eli Lilly, la rivoluzione tecnologica "Puntiamo sulle start-up della ricerca" 30/05/2016 Pag. 14 N.20 - 30 maggio 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nel 2015 ottiene l'approvazione per il primo biosimilare nel trattamento insulinico. «Il mercato dei generici non rientra nei piani aziendali e questo non è un farmaco generico ma un prodotto complesso, realizzato grazie a tecnologie di biologia molecolare ha la stessa efficacia e sicurezza del farmaco biologico originatore». Sta di fatto che il farmaco, venduto con il marchio Lilly promette un risparmio intorno al 20%. Il diabete, che in 35 anni ha quadruplicato la sua incidenza mondiale, è una delle 4 aree su cui si focalizza lo sforzo aziendale e la sua eccellenza in questo comparto salvavita deve molto alla filiale italiana. «Crediamo nell'Italia, dove negli ultimi anni si è assistito a un nuovo approccio caratterizzato da una percezione positiva del nostro settore - conclude il Ceo - per il suo cruciale contributo alla crescita economica oltre che all'innovazione scientifica e tecnologica». HUMALOG, CIALIS, ALIMTA, ZYPREXA, ERBITUX, CYMBALTA, EFFIENT, S.DI MEO Foto: L'interno di uno stabilimento della Eli Lilly. L'azienda, uno dei più grandi gruppi tecnologici del mondo, ha deciso di puntare sulla cooperazione con piccole realtà ad alta tecnologia per inventarsi un futuro dopo la scadenza dei brevetti Foto: John Lechleiter, Ceo della Eli Lilly (1); Thom Thorp , a capo della divisione Government Affairs di Lilly Europe (2) 29/05/2016 Pag. 24 diffusione:112705 tiratura:144747 Scadenze brevettali dei farmaci come base dei capitolati di gara Sarebbero centinaia i milioni di euro di risparmio potenziale per l'SSN E possibile individuare nuove forme di risparmio per il Ssn, stimabili in alcune centinaia di milioni di euro, sfruttando l'opportunità offerta dalle prossime scadenze brevettuali dei farmaci, attraverso nuove procedure di definizione di capitolati etici e dinamici? La risposta, positiva, è venuta dal convegno 'Scadenze brevettuali: trasparenza ed efficacia per il miglior capitolato di gara a tutela della spesa farmaceutica e dell'accesso al mercato', organizzato a Roma grazie al contributo non condizionato di Mylan. «L'efficienza nell'approvvigionamento dei farmaci appare uno dei modi per liberare risorse utili a sostenere le cure davvero efficaci ed innovative che si affacciano all'orizzonte - ha precisato il Direttore Generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della Salute Marcella Marletta - In questo ambito, i farmaci equivalenti ricoprono un importante ruolo. L'aumento della vendita di tali farmaci registrato negli ultimi mesi è un fattore positivo. Elemento che ci avvicina ai numeri dell'Europa e favorisce un riequilibrio del settore». E poi i numeri: una valutazione del mancato risparmio è stata condotta dal gruppo di ricerca del EEHTA del CEIS dell'Università di RomaTor Vergata coordinato dal professor Francesco S. Mennini su di un campione di 11 molecole e 430 forniture, delle quali 52 rinegoziate, 215 cessate senza essere rinegoziate e 163 con scadenza nel quinquennio 2016-2020 non ancora rinegoziate. «Lo Studio sulla scorta di analisi dirette di capitolati e procedure di gara, con specifico riferimento a modalità operative e gestionali - commenta Mennini - quantifica in Euro 81.393.678,6 il mancato risparmio, dovuto al ritardo o alla mancata rinegoziazione. Tale sarebbe infatti il saving grazie alla riapertura delle procedure di gara, in funzione della scadenza brevettuale di prodotti farmaceutici, inseriti in lotti già aggiudicati, nell'ambito di gare centralizzate a lunga valenza. Lo stesso risparmio sarebbe inequivocabilmente e in maniera costante ottenibile grazie ad una opportuna ridefinizione dei capitolati di gara, strutturati in funzione della valutazione della specifica scadenza brevettuale dei prodotti oggetto della stessa gara». Se, quindi, 81 milioni di risparmio sono attribuibili alla ricontrattazione di sole 9 molecole, l'impatto complessivo potenziale di vantaggio per la sanità pubblica potrebbe essere molto più grande, fino a centinaia di milioni, per mettere a disposizione dei malati i nuovi farmaci innovativi. «Abbiamo elaborato un Executive Summary esaminando tutti gli ultimi passaggi normativi e giurisprudenziali del confronto concorrenziale in ambito farmaceutico spiega l'avvocato Giorgio Calesella, Studio legale Calesella - per garantire la più efficace e completa analisi della 'procedura centralizzata di acquisto' sia metodologicamente che in termini di ottimizzazione delle modalità istruttorie». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pagina a cura di StudioNews - info@studione\vs.eu - Grafica: Milano Graphic Studio Srl Un modo per liberare risorse per cure da vvero efficaci ed inno vat 29/05/2016 Pag. 24 diffusione:112705 tiratura:144747 Anmar e specialisti: «continuità terapeutica nell'uso dei farmaci » La Determina ri. 5/2016 ha posto una discriminante tra categorie di pazienti DI ELISA DE DONNO 1pazienti reumatici, che da anni utilizzano la Ciclosporina e che vorranno continuare l'utilizzo del farmaco brand, saranno costretti a pagare di tasca propria un altìssimo ticket (massimo Euro 67,00 a confezione) o a esporsi agli effetti collaterali di un sovradosaggio farmacologico, come evidenziato dalla stessa AI FA. Tutto ciò senza che la stessa Agenzia abbia tenuto in serio conto che la sostituzione del farmaco brand con l'equivalente comporterà oneri maggiori per le più frequenti visite di controllo e per il dosaggio della ciclosporinemia con conseguente possibile riduzione della compliance e della aderenza terapeutica da parte del paziente». E poi l'affondo vero e proprio: «La Determina n. 5/2016 ha, di fatto, posto una discriminante tra categorie di pazienti». Sono alcuni passaggi della lettera aperta che l'Associazione Nazionale Malati Reumatici ANMAR Onlus ha inviato con il Collegio dei reumatologi ospedalieri (Crei) e dei Professori ordinari di reumatologia (NIHEIJMA) e con la Società Italiana di Reumatologia (SIR) al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla Direzione generale della programmazione sanitaria e a quella dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico, e inoltre al Presidente dell'Agenzia del farmaco (AIFA), Mario Melazzini, al Direttore generale, Luca Pani e al Consiglio di Amministrazione AIFA. La richiesta delle Associazione pazienti ANMAR e gli specialisti reumatologi è che venga concessa la continuità terapeutica con il farmaco brand ai malati reumatici, adottando con chiarezza tutti i provvedimenti ne- » cessari affinché non si creino discriminazioni, tra regione e regione, per i cittadini portatori di patologie croniche o peggio ancora che per condizioni sociali ed economiche, non possano accedere al pagamento della differenza di prezzo imposta. «L'auspicio è che il Ministero e la stessa AIFA non creino discriminazioni sociali ed economiche tra cittadini portatori di patologie croniche afferma Silvia Tonolo, vice presidente di ANMAR - Come associazione nazionale dei malati ci facciamo portavoce presso il Ministero della Salute, della necessità di rivedere la Determina AIFA del 12/01/2016 con la quale l'Agenzia impone la continuità terapeutica, relativamente alla Ciclosporina, per i soli pazienti trapiantati. 1 pazienti reumatici già in terapia con il farmaco brand, sono rimasti esclusi dal beneficio. Ad essi, salvo integrazione economica, è stato riservato unicamente l'utilizzo del farmaco generico, il quale, nello specifico, sottoporrà il paziente agli eventuali effetti collaterali indicati dalla stessa Agenzia, con notevole stress psicofisico. È di tutta evidenza - conclude Tonolo - che la gestione della sostituzione comporterà un monitoraggio più frequente, così come specificato dalla stessa Agenzia, con un costo per il SSN di gran lunga superiore al mantenimento in terapia con il farmaco brand». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/05/2016 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pagina a cura di StudioNews - info@studione\vs.eu - Grafica: Milano Graphic Studio Srl Una lettera al ministro della salute Beatrice Lorenzin e al l'Ai VITA IN FARMACIA 3 articoli 30/05/2016 Pag. 42 Ed. Roma diffusione:113520 tiratura:152577 Bambini in festa star per un giorno Concerti, borse di studio e sfida di barzellette con attori e piccoli pazienti al Gemelli per festeggiare la "Giornata del sollievo" Lucilla Quaglia Fabrizio Frizzi canta al piano "hai un amico in me", colonna sonora di "Toy Story", e poi "Let it be". L'esuberante Paola Saluzzi intrattiene tutti con la sua solita verve. Massimo Wertmuller racconta barzellette. La quindicesima domenica del "Sollievo" catalizza al Policlinico Gemelli tanti volti noti ed è vissuta in contemporanea in numerosi ospedali italiani. Per i malati, una giornata decisamente di festa. Fin dalle prime ore del mattino di ieri tanti amici, soprattutto artisti e volti noti del mondo dello spettacolo, offrono momenti di intrattenimento vario nella hall del Policlinico a degenti, familiari e personale sanitario. Attimi di spensieratezza ma anche di riflessione sui temi dell'affrancamento dal dolore fisico e morale. Grazie al motore della kermesse, la Fondazione Gigi Ghirotti predieduta da Emilio Carelli (che ha promosso l'evento), si avvicendano sulla scena della particolare giornata tanti giovani attori come Giulio Scarpati , Gianluca Sciortino, Gabriele Paolino , Edoardo Purgatori , Federico Russo , Lucrezia di Michele e ancora Domiziana Giovinazzo , Gabriella Barbuti , Fabrizio Giannini , Gabriele Barettin , Cristiana Vaccaro , Lorenzo De Angelis . Momento clou della mattinata la premiazione delle scuole vincitrici della X edizione del Concorso "Un ospedale con più sollievo". Sfilano tanti studenti. Per la Scuola dell'Infanzia: Istituto Comprensivo Statale n.2, San Salvo, Chieti, Sezione E. Per la V classe della scuola primaria: Istituto Comprensivo Mario Giacomelli V sezione B, Senigallia. Per la III classe della scuola secondaria di primo grado - Istituto Comprensivo Statale di Molinella - III sezione E - Bologna. Per la scuola secondaria di secondo grado, Premio Anna Maria Verna all'Istituto d'Istruzione Superiore Sergio Cosmai - IV sezione A, Bisceglie. Per la scuola ospedaliera: Scuola in Ospedale Coniglietti bianchi Istituto Comprensivo Perugia 5 Reparto di Oncoematologia Pediatrica presso Santa Maria della Misericordia. Per l'Università Maria Angela Sagona - Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia - Corso di Laurea in Relazioni e Management Internazionale. I premi, cinque offerti dalla Fondazione Ghirotti e uno dalla Fondazione Alessandra Bisceglia, consistono in sei borse di studio di 500 euro ciascuna. Ad animare la giornata accanto agli artisti, tanti medici, operatori sanitari, studenti e volontari della Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica di Roma e del Policlinico Gemelli. Per il Policlinico sono intervenuti il Preside di Medicina e chirurgia Rocco Bellantone , il direttore sanitario Andrea Cambieri , il direttore dell'UOC di Radioterapia Vincenzo Valentini e Giorgio Meneschincheri , responsabile relazione esterne dell'ospedale. Poi Messa conclusiva. Foto: Accanto, selfie di gruppo con Fabrizio Frizzi e i medici del Policlinico Più a destra, Paola Saluzzi In alto, da sinistra Giorgio Meneschincheri con Sebastiano Somma Al centro, Federico Russo e Lucrezia Di Michele E Giulio Scarpati Foto: (foto DALLA MURA/TOIATI) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/05/2016 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tutta Roma L'EVENTO 30/05/2016 Pag. 2 diffusione:50422 tiratura:72902 di MARIANNA VAZZANA - MILANO - L'ISPIRAZIONE arriva da Parigi, dove un chiosco è stato trasformato nella prima portineria di quartiere sbocciata come un fiore in mezzo alla giungla metropolitana, un luogo in cui trovare aiuto per i piccoli-grandi problemi quotidiani, da un tubo rotto in cucina alle commissioni da sbrigare entro sera. Il sistema è semplice: il portiere di turno trova la persona giusta a cui affidare il lavoro richiesto. Non solo: al chiosco si può chiacchierare, fermarsi anche solo per un saluto o un sorriso. È con questo spirito che tre ragazze hanno deciso di fondare a Milano una portineria di quartiere: un servizio gratuito, basato sulla fiducia reciproca, da offrire all'interno del loro bar di via Troilo, zona Ticinese, chiamato apposta "Portineria 14". Giovedì c'è stato il taglio del nastro con un aperitivo che ha coinvolto decine di abitanti, moltissimi già in contatto grazie alla Social street (la pagina Facebook di Residenti in corso San Gottardo, via Meda e dintorni, con quasi 3.500 iscritti) che ora considerano "casa" off-line questa portineria speciale. I servizi offerti sono stati scritti in bella vista all'ingresso dalle titolari Federica Torri Leone, Emanuela Frau e Francesca Laudisi, supportate da Tina Leone, mamma di Federica ed ex commerciante. «Ritiriamo per voi le chiavi, i pacchi, la posta, le medicine in farmacia, gli acquisti on-line, la spesa». NEL LOCALE c'è un angolo con tante caselle, come quelle che si vedono in una portineria tradizionale, da utilizzare per custodire pacchetti, chiavi, libri e altri piccoli oggetti. Non solo: a poco a poco si realizzerà un elenco con idraulici, elettricisti, imbianchini e altri fornitori, da poter consultare in caso di necessità. Porte aperte: «Potete studiare da noi nel pomeriggio, scambiamo libri». Non manca l'impegno civico: «Teniamo pulito l'ingresso e la piazzetta e curiamo il verde». In cambio si chiede solo «di aiutarci a mantenere pulito non buttando mozziconi, bicchieri e cartacce, di firmare la ricevuta di presa consegna e ritiro, di tenere il vostro cane al guinzaglio quando siete qui». «Trasferiamo nella realtà - commenta Fabio Calarco, fondatore della Social street - le dinamiche che avvengono sul web: spesso c'è chi chiede consigli ai vicini su dove poter riparare il telefono rotto o su come svolgere determinati lavori. Sottolineo che questo servizio si basa sulla fiducia reciproca, da parte di chi chiede e di chi fornisce». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/05/2016 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Portinaie di quartiere 30/05/2016 Pag. 4 Ed. Brianza diffusione:50422 tiratura:72902 Nasce l'associazione dei titolari di farmacia - VIMERCATE - FARMACISTI alle riscossa. Parte da Vimercate l'avventura di Farmaesercenti, la nuova associazione dei titolari di farmacie. È nata, «per rispondere alla crescente precarietà gestionale in cui si trovano oggi varie farmacie», nelle province di Monza e Brianza, Milano e Lodi con l'ambizione di diffondersi su scala nazionale. L'ambizione è di promuovere l'innovazione tecnologica e l'assistenza gestionale delle farmacie che in Lombardia sono circa 3000, 187 in provincia di Monza, poco meno nel Lodigiano, 864 a Milano. Farmesercenti, guidata da Marinella Bianchi, non è un sindacato, ma nasce come libera associazione affiliata a Confesercenti. Costituita il 26 aprile, ha fatto il suo esordio l'altra sera nella sontuosa cascina La Lodovica di Oreno di Vimercate. Al battesimo erano presenti Andrea Painini, presidente di Confesercenti di Milano, Lodi e Monza e Brianza, Angelo Senaldi, deputato Pd membro della Commissione Attività produttive, commercio e turismo ed Enrico Brambilla, capogruppo regionale del Pd. «Nel quadro della riforma sanitaria di Regione Lombardia - ha ricordato Brambilla - il ruolo delle farmacie è di rilevante importanza, quale punto d'accesso capillare ai servizi sanitari». Un compito che, secondo il capogruppo Pd al Pirellone, andrebbe sostenuto: «purtroppo anche nella seconda parte della legge, che arriverà in aula a giugno, il tema è stato rinviato». «Le farmacie rappresentano da sempre la medicina di prima istanza sul territorio, pertanto l'importanza della stessa nella quotidianità delle persone è sotto gli occhi di tutti - ha spiegato Painini - Svolgono un ruolo sociale insostituibile e sono fondamentali per la vita dei quartieri della nostre città». L'iniziativa ha incamerato l'interesse di tanti farmacisti e addetti ai lavori. Antonio Caccamo VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/05/2016 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VIMERCATE PERSONAGGI 2 articoli 30/05/2016 Pag. 31 Ed. Bari diffusione:24180 tiratura:31985 «Le tasse locali? Aumentate» l Il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri (Conservatori e Riformisti) presenta un'interrogazione urgente al Ministro dell'Interno sulla vicenda delle imposte comunali a Grumo: «Altro che imposte comunali invariate è sintetizzato in una nota del parlamentare di centrodestra -, a Grumo si bleffa e non si rispetterebbe la legge. Io ravviso reiterate violazioni dello statuto e del regolamento del Consiglio comunale che avrebbero di fatto impedito ai consiglieri di minoranza di esercitare il diritto/dovere di vigilanza su tutti gli atti portati all'approvazione dell'as semblea, tant'è che il capogruppo di Alternativa Civica per Grumo, Giuseppe Antonelli, ha presentato un esposto al prefetto di Bari - spiega il senatore D'Ambrosio Lettieri - in cui contesta la tardiva consegna di documenti fondamentali e la tardiva convocazione della Commissione bilancio, chiedendo l'annullamento della delibera interessata». Dall'altra parte «le violazioni avrebbero prodotto l'au mento indiretto delle imposte». Di qui l'interrogazione urgente al Ministro dell'interno: «Secondo quanto riportato dagli organi di stampa - vi si legge -, i cittadini di Grumo, a differenza di altri comuni dell'hinterland barese, non avrebbero, rispetto al 2015, nessun costo aggiuntivo per Tari, Tasi, Irpef e Imu nel 2016». D'Ambrosio Lettieri rileva come a lui «risulterebbe, al contrario, che nel corso di detto Consiglio, convocato e tenuto, tra l'altro, in maniera anomala, le imposte locali, pur in assenza di modifiche alle aliquote, siano state, invece, aumentate grazie a un escamotage». E scende nel dettaglio: «In particolare il 25 aprile 2016, giorno festivo, sarebbe stata protocollata la convocazione della seduta della Commissione bilancio, fissata per il 29 aprile, ovvero senza il rispetto dei 5 giorni liberi previsti dal regolamento». Ancora, «la seduta del Consiglio si sarebbe tenuta il giorno successivo, 30 aprile, a meno di 24 ore dalla seduta della Commissione bilancio». Poi «il Consiglio comunale avrebbe, nel corso della medesima seduta, approvato una serie di provvedimenti relativi all'aumento dei valori dei suoli edificabili, dunque della base imponibile, provocando, in tal modo, surrettiziamente e ad aliquote invariate, il conseguente aumento delle imposte». PERSONAGGI - Rassegna Stampa 30/05/2016 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato GRUMO INTERROGAZIONE DEL SEN. D'AMBROSIO LETTIERI AL MINISTRO DELL'INTERNO SULLE IMPOSTE COMUNALI 30/05/2016 Pag. 5 Ed. Brindisi diffusione:11426 tiratura:15055 Farmacovigilanza slitta il concorso: il caso in Senato d Concorso espletato per 24 addetti alla farmacovigilanza, ma le assunzioni non arrivano e il caso Puglia approda in Senato con un'interrogazione urgente del senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri (CoR) al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Ad oggi - riferisce il senatore - risulta che i vincitori dell'avviso pubblico indetto dalla Regione Puglia il 4 febbraio del 2015 e il cui iter si è concluso nel gennaio scorso, attendano ancora di essere convocati per la firma dei contratti e poter, quindi, espletare l'incarico professionale». D'Ambrosio Lettieri chiede, perciò, al ministro Lorenzin, «se risultino i motivi e o le problematiche per le quali la Regione Puglia non ha ancora dato seguito alle assunzioni dei vincitori esperti di farmacovigilanza e se le somme stanziate siano ancora disponibili». PERSONAGGI - Rassegna Stampa 30/05/2016 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERROGAZIONE