Ottobre 2016 PLS Raimondo Germani Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie Fase 4: In Laboratorio – Esperimenti & Dimostrazioni Dimostrazioni Riconoscimento materiale proteico Tecniche di separazione di proteine Proteine come enzimi Le Proteine Il legame ammidico o peptidico si forma per condensazione tra il gruppo amminico NH2 di un amminoacido e quello carbossilico -COOH, di un altro amminoacido con perdita di una molecola di acqua. Legame ammidico Gruppo amminico terminale Gruppo carbossilico terminale Sequenza: struttura primaria Strutture Proteine PRIMARIA SECONDARIA TERZIARIA Collagene Albumina QUATERNARIA Denaturazione Proteine Cambiamenti nelle condizioni sperimentali possono causare uno srotolamento (disorganizzazione spaziale) della proteina e la perdita delle sue funzioni biologiche (denaturazione). – Temperatura – pH (acido, basico) – Solvente – Forza ionica (concentrazione specie ioniche) – Stress meccanico – Additivi di natura non ionica (es. urea) Forma nativa Diverse forme denaturate Dimostrazione Per dimostrare la presenza di proteine in soluzione, si può sfruttare la capacità degli amminoacidi di legarsi ai sali di rame dando origine a complessi intensamente colorati. Materiale occorrente: Soluzione di idrossido di sodio (NaOH), (12%) 12 grammi in 100 ml d’acqua; Soluzione di solfato di rame (CuSO4 5 H2O) (1%), 1 grammo in 100 ml d’acqua; Soluzioni acquose di solfato di ammonio (NH4)2SO4 al 5%, 20% e 40%; Alcune provette o contenitori di vetro similari (termoresistenti); Cilindro da 10 ml; Becco Bunsen, phon o bagno di acqua calda; Tre beakers da 100 ml o tre bicchieri di vetro; Campioni alimentari su cui testare la presenza di proteine: latte, latticini in generale, albume d'uovo, carne, succhi di frutta ecc. ATTENZIONE: NaOH è un prodotto corrosivo evitare di ingerirlo e di metterlo a contatto con gli occhi. Il solfato di rame, come tutti i sali di metalli pesanti, è velenoso. Dimostrazione I Le sostanze contenenti proteine reagiscono, in soluzione o in emulsione basica ed a caldo, con una soluzione basica di ioni Cu 2+ (reattivo di Biuret) dando una colorazione che va dal blu al bluvioletto. La colorazione iniziale del reattivo di Biuret è celeste per la presenza di ioni rameici. In una provetta s’introducono 1-2 ml d’albume d’uovo, quindi si agita omogeneizzando con 5 ml d’acqua distillata. Si aggiungono poi 2 ml circa della soluzione d’idrossido di sodio e 2 ml della soluzione di rame. Mentre si agita la provetta, cambia di colore. In pochi secondi, si osserva il cambiamento del colore della miscela verso un blu-viola; questo indica la formazione di complessi dello ione rameico (Cu2+) con la proteina. NH HN O R O NH HN R HN O 2+ Cu O NH O O R2 R2 NH HN Maggiore è il contenuto proteico più intenso sarà il colore risultante. Dimostrazione I Il colore della soluzione dipende dalla natura del complesso rameico e dal numero di questi complessi. Come materiale proteico si può testare anche il latte. In questo caso dopo del tempo si formerà un precipitato rosso mattone a causa della presenza del lattosio, zucchero riducente che ridurrà il Cu2+ a ossido rameoso CuO insolubile. H O - O L'esperienza può essere eseguita anche con materiali solidi di natura proteica come formaggio, carne macinata o farina di legumi. Introdurre in una provetta 2 ml di soluzione di NaOH e una spatola di formaggio grattugiato. Agitare con una bacchetta e scaldare, quindi aggiungere 2 ml di soluzione di solfato di rame. Anche i questo caso si osserverà una emulsione colorata in blu-viola. HN H 2+ Cu - H NH H O O Alimenti che non contengono proteine, come il succo della frutta o l’olio, non causano alcun cambiamento di colore del reattivo. Dimostrazione II La solubilità delle proteine in acqua è legata ad un fine bilancio tra interazioni elettrostatiche e legami ad idrogeno. Se si altera il grado di solvatazione della proteina questa può separarsi per precipitazione. Le proteine contenute nel bianco di uovo (albumine) possono essere selettivamente precipitate per addizione di un sale quale il solfato di ammonio (NH4)2SO4 a particolari concentrazioni. L’ammonio solfato è un sale altamente solvatato dall’acqua, la sua presenza in soluzione riduce la quantità di acqua disponibile per l’interazione con la proteina. In tre provette si introducono circa 1-2 ml di albume di uovo privo del tuorlo. Alla prima provetta si addizionano 10 ml di una soluzione del sale al 5%, alla seconda 10 ml al 20% e alla terza 10 ml al 40 %. Dimostrazione II Nella prima provetta la concentrazione (5%) è insufficiente a far precipitare le proteine. Aumentando la concentrazione al 20 % alcune proteine incominciano a precipitare e si forma una piccola quantità di sospensione bianca. Ulteriore aumento della quantità di sale, riduce sempre di più l’acqua disponibile alle proteine, determinando la loro separazione per precipitazione. A concentrazione di ammonio solfato ≈ 40 % si manifesta una abbondante precipitazione di materiale. Le proteine separate per precipitazione continuano a mantenere la loro struttura terziaria, non subiscono denaturazione. Il processo di precipitazione è reversibile, infatti, diluendo la soluzione, le albumine insolubilizzate ritornano in soluzione. Test Xantoproteico Il test xantoproteico è un metodo utilizzato per le proteine, che permette di riconoscere qualitativamente la presenza di L - amminoacidi di natura aromatica presenti nella struttura di una proteina. Trattando del materiale proteico con acido nitrico e scaldando, in presenza di amminoacidi a struttura aromatica, si osserva una colorazione gialla della soluzione. Se poi la soluzione viene alcalinizzata il colore della soluzione diviene più intenso tendente all’arancio. In presenza di acido nitrico concentrato e scaldando, l’anello aromatico dell’amminoacido subisce una reazione di nitrazione portando alla formazione di nitroderivati, da qui il colore giallo della soluzione. Si ottengono degli acidi Xantoproteici (Xantho = giallo dal Greco) La reazione è particolarmente sensibile alla presenza di tirosina e anche di triptofano nel materiale proteico, come per esempio l’albume di uovo. La fenilalanina, invece, reagisce molto lentamente Test Xantoproteico Gli -ammino acidi di natura aromatica sono: L-Fenilalanina, L-Tirosina, L-Triptofano. O O - - - O O O + + NH3 O HO L-Fenilalanina + NH3 NH3 NH L-Tirosina L-Triptofano HNO3 O O OH O 2N + NH3 O 2N HO O OH + NH3 Acidi xantoproteici O2N OH + NH NH3 Dimostrazione Materiale occorrente: Ammino acidi: Alanina, Fenilalanina, Tirosina, Triptofano; Acido nitrico (HNO3) 65%; Albume di uovo; Soluzione di NaOH 10%; Bacchette di vetro; Diverse provette con tappo a vite, resistenti al calore; Bunsen, phon o altra fonte di calore; Guanti in lattice. ATTENZIONE: L’acido nitrico concentrato è un acido forte con proprietà ossidanti, la soluzione di soda al 10% è caustica, prestare molta attenzione nel maneggiarli. Dimostrazione In diverse provette inserire 20-40 mg dei vari amminoacidi selezionati ed aggiungere 2 mL di acqua, in una provetta inserire circa 2 mL di albume. Aggiungere, con attenzione, goccia a goccia circa 1 mL acido nitrico, quindi tramite una bacchetta di vetro agitare bene la soluzione. Chiudere le provette e scaldarle per alcuni minuti. Le provette contenenti tirosina, triptofano e albume saranno colorate in giallo. Freddare le provette, e cautamente aggiungere sotto agitazione NaOH al 10%, goccia a goccia, fino a che la soluzione, testata con cartina al tornasole, non è nettamente basica. Si osserverà un aumento dell’intensità del giallo fino a diventare quasi arancione (albume e tirosina). O O 2N O OH O2N NaOH - O + HO NH3 - O NH2 - O O + - O N O - O NH2 Strutture di risonanza con delocalizzazione della carica negativa del fenato Reazione Chimica A + B C + D Le reazioni chimiche richiedono una certa quantità di energia affinché la reazione possa realmente avvenire. L’energia necessaria per far partire la reazione chimica è detta Energia di Attivazione (Ea). Eattivazione Qualsiasi composto in grado di abbassare l’altezza della collina è un catalizzatore in quanto permette alla reazione di raggiungere più rapidamente la posizione dell’equilibrio. Catalizzatori Un catalizzatore è una sostanza in grado di influenzare la velocità di una reazione chimica fornendo alla reazione una via alternativa, a più bassa energia, per passare dai reagenti ai prodotti di reazione. Esistono due tipi di catalisi in funzione della natura del catalizzatore: catalisi omogenea ed eterogenea. Nella catalisi omogenea il catalizzatore si trova nella stessa fase del sistema che catalizza. In quella eterogenea la specie catalitica è presente in una fase diversa. stato di transizione Reazione non catalizzata Reazione catalizzata Energia Reagenti Variazione Energia libera G0 Energie di attivazione dei due processi Prodotti Coordinata di reazione Esistono a loro volta differenti categorie di catalisi in funzione dell’azione del catalizzatore, si possono ricordare ad esempio: la catalisi acido-base, la catalisi micellare, la catalisi enzimatica, la catalisi nucleofila, la catalisi elettrofila ed altre ancora. Tutte queste possono manifestarsi in fase omogenea o eterogenea. Enzimi Gli enzimi sono catalizzatori biologici altamente efficienti e selettivi. Tutti gli enzimi presentano una struttura proteica (eccetto alcuni DNA catalitici). Tutte le reazioni chimiche che avvengono negli organismi viventi sono catalizzate dagli enzimi. La catalisi procede attraverso la formazione di complessi tra l'enzima e i reagenti. La più semplice reazione catalizzata da un enzima può essere così rappresenta da: E + S <====>ES <====>EP <====> E + P Chiave-serratura Adattamento indotto Dimostrazione Alcuni cibi contengono l’enzima catalasi la cui funzione è quella di decomporre l’acqua ossigenata che si può formare all’interno delle cellule. Tale enzima trova diverse applicazioni in tutti quei settori tecnologici dove c’è il bisogno di rimuovere anche piccole tracce di H2O2 dai prodotti. Ad esempio la si impiega nell’industria tessile, in quella casearia, nel settore cosmetico, nella pulizia delle lenti a contatto, ecc.) Introdurre in un beaker basso o in una piastra di Petri dell’acqua ossigenata (va bene anche quella che abbiamo in casa) quindi introdurre una fettina di patata fresca; sulla superficie della fetta incomincerà immediatamente a svilupparsi bollicine di O2. Tanto più è concentrata la soluzione di H2O2 tanto più vistoso sarà lo sviluppo di O2. A questo punto si può evidenziare l’azione denaturante della temperatura sulla catalasi. Se si prende una fettina di una patata lessa, si può osservare che in questo caso non si manifesta nessun sviluppo di O2 sulla superficie della fettina: la temperatura ha denaturato la catalasi. Fettina di patata Dimostrazione Un altro materiale ricchissimo dell’enzima catalasi è il fegato. Se si dispone di un pezzetto di fegato crudo di manzo o di pollo, si può ripetere la stessa procedura. Su una piastra di Petri o su un piattino porre alcuni piccoli pezzi di fegato, quindi tramite un contagocce depositarvi sopra alcune gocce di acqua ossigenata. In questo caso lo sviluppo di ossigeno sarà molto più forte, tutto il pezzettino di fegato si coprirà immediatamente di una spessa schiuma dovuta allo sviluppo di O2. Il maggior sviluppo di ossigeno è dovuto alla maggiore quantità dell’enzima catalasi contenuto nel fegato. Pezzetto di fegato Anche in questo caso si può mettere in evidenza il processo di denaturazione. Se si prende una un pezzettino di fegato cotto (lessato in acqua bollente), si può osservare che in questo caso non si manifesta nessun sviluppo di O2 sulla superficie del pezzetto di fegato: la temperatura ha denaturato la catalasi. Concetti ed Aspetti Correlati α-AMINOACIDI LEGAME AMMIDICO (PEPTIDICO) PROTEINE STRUTTURE DELLE PROTEINE FUNZIONE DELLE PROTEINE GLI ENZIMI LA CATALISI ENZIMATICA LA DENATURAZIONE DELLE PROTEINE CHIMICA DEGLI ALIMENTI