Sotto le stelle del Cinema BOLOGNA DAL 19 GIUGNO AL 30 LUGLIO 2012 Bologna dal 20 giugno al 30 luglio Piazza Maggiore, ore 22.00 Bergman IL SETTIMO SIGILLO (Det sjunde inseglet, Svezia/1956) Regia: Ingmar Bergman. Soggetto e sceneggiatura: Ingmar Bergman, dal suo dramma Pittura su legno. Fotografia: Gunnar Fischer. Montaggio: Lennart Wallén. Musiche: Erik Nordgren, Scenografia: P.A. Lundgren. Costumi: Manne Lindholm. Interpreti e personaggi: Max von Sydow: (Antonius Block), Gunnar Björnstrand (Jöns), Bengt Ekerot (la Morte), Nils Poppe (Jof), Bibi Andersson (Mia), Inga Gill (Lisa), Maud Hansson (la strega), Inga Landgré (Karin), Bertil Anderberg (Raval). Produzione: Allan Ekelund per Svensk Filmindustri (SF). Durata: 96’ Copia proveniente da Svenska Filminstitutet su autorizzazione di Bim Versione originale con sottotitoli italiani Introduce Giacomo Manzoli L’idea di realizzare Il settimo sigillo è scaturita in me dalla visione dei temi trattati negli affreschi e nelle pitture medievali: i buffoni girovaghi, la peste, i flagellanti, la Morte che gioca a scacchi, i roghi delle streghe e le Crociate. Il film non ha però l’ambizione di restituire un’immagine realistica della vita in Svezia durante il Medioevo: è un saggio di poesia moderna, che traduce le esperienze della vita di un uomo moderno, un saggio tuttavia modellato, sia pure molto liberamente, su spunti medievali. […] Il mio intento è stato quello di dipingere come dipingevano i pittori del Medioevo, con lo stesso impegno oggettivo, con la stessa sensibilità e la stessa gioia. I miei personaggi ridono, piangono, urlano, hanno paura, parlano, rispondono, recitano, soffrono, interrogano. Il loro terrore è la Peste, il Giorno del Giudizio, la Stella il cui nome è Assenzio. (Ingmar Bergman) LUNEDì 9 LUGLIO PIAZZA MAGGIORE, ORE 22.00 Il settimo sigillo è sempre stato il mio film preferito, e mi ricordo di averlo visto per la prima volta insieme a pochi altri spettatori nel vecchio New Yorker Theater. Chi avrebbe mai pensato che un soggetto di quel genere potesse essere fonte di un’esperienza così piacevole? Se io dovessi descriverne la storia e tentare di persuadere un amico a vederlo con me, fino a dove potrei spingermi? “Bene”, direi, “si svolge nella Svezia medievale flagellata dalla peste, ed esplora i limiti della fede e della ragione, ispirandosi a concetti della filosofia danese e tedesca”. Ora, questa non è precisamente l’idea che ci si fa del divertimento, eppure il tutto è trattato con tale immaginazione, stile e senso della suspense che davanti a questo film ci si sente come un bambino di fronte a una favola straziante ed avvincente al tempo stesso. (Woody Allen) Il settimo sigillo è un’affascinante danza macabra, un Medioevo immaginato sulla scorta di riferimenti esistenziali e teorici che a noi non appartenevano più e che pian piano hanno cominciato ad appartenerci di nuovo; è una galleria di personaggi che rispondono ognuno in modo diverso alle questioni di fondo di ogni filosofia e di ogni religione, a domande che, a lungo soffocate dall’impellenza di bisogni primari o a lungo mistificate da boriose certezze, l’umanità si è posta da sempre, ma sembravano aver poco corso o poca dignità nella supinità della nostra cultura (della nostra antropologia) ai dogmi e agli opportunismi morali. […] La Danza della Morte afferra e costringe tutti, ma la vita continua, e la speranza, e la disperazione, e le domande. Tutto questo un regista nel mezzo della sua vita e nel pieno del suo vigore creativo ha saputo offrircelo con sapienza di incastri e intuito di narratore provetto, ripercorrendo vecchi temi e modelli con l’agile immediatezza di un cinema fitto d’immagini e di storie, con sagace intuito spettacolare, con corposa evidenza, con accattivante dialettica – ammaliandoci e trascinandoci nella sua danza d’immagini per poter minare certezze e seminar dubbi anche in noi. (Goffredi Fofi)