Lezione Produzione ed Economia Sommersa

• Produzione: flusso di beni e servizi che deriva da ogni
attività esercitata da una u.i. nella quale vi sia impiego di
fattori produttivi e di beni e servizi e realizzata al fine di
soddisfare bisogni individuali e collettivi.
– La produzione include tutti i beni e servizi destinati al
mercato, quelli offerti gratis ed i prodotti usati dai produttori
stessi come consumi o investimenti.
– La produzione include anche i beni che passano da uno
stabilimento all’altro della stessa impresa.
• Beni: oggetti fisici usati per soddisfare un bisogno e su
cui si possono instaurare diritti di proprietà che li
rendano oggetto di scambio.
• Servizi: cambiamento nelle condizioni del consumatore
realizzato dall’unità di produzione su domanda del
consumatore.
• Economia sommersa: nella produzione si
considera anche l’economia sommersa, stimata
attraverso i dati sull’occupazione non regolare e
la c.d. “doppia hp sul nero”.
• La “doppia hp sul nero”:
– I costi non sono mai sotto-dichiarati dalle imprese, il
fatturato sì
– A livello di settore, il lavoratore dipendente non può
guadagnare di più di quello indipendente.
• Non entrano invece nel calcolo della produzione
i servizi domestici e le attività illegali.
• Produzione per la vendita: è valutata a prezzi base; è
la quota maggiore della produzione totale.
• Produzione per uso finale: è il c.d. autoconsumo,
incluso il godimento della casa di proprietà; è valutata
in base al prezzo dei beni simili scambiati sul mercato,
• Produzione non per la vendita: è la produzione
realizzata da AP e ISP; è valutata al costo.
• Come distinguere ciò che è prodotto per il mercato da
ciò che non lo è?
• Si guarda al prezzo di vendita: la produzione è
considerata per il mercato se il prezzo è tale da coprire
non meno del 50% del costo di produzione.
• Due modi di analizzare il sistema produttivo:
– Per unità istituzionali: utile per l’analisi della distribuzione
– Per unità di attività economica (UAE)
• UAE: sono raggrupate in branche e descrivono le
relazioni tecnico-economiche tra processi produttivi.
• Spesso sono multiprodotto, ovvero svolgono un’attività
principale ed una secondaria.
• L’unità analitica omogenea è la UAE uniprodotto.
• Dato che non esiste una branca specifica per i prodotti
non destinati alla vendita, le attività di AP e ISP vanno
ripartite tra tutti i settori.
– In questo modo il conto della produzione per branche tiene
conto del peso del settore pubblico.
• Consumi intermedi: valore dei beni e servizi consumati o trasformati
dai produttori durante il processo produttivo (escluso
l’ammortamento).
– In CI non rientrano i beni capitale: la distinzione è in base alla
“durata” del consumo come input, ovvero per un solo processo o
ripetutamente.
• Consumi finali: beni e servizi sottratti ad ulteriore trasformazione.
• Valore aggiunto: è il valore aggiunto dai fattori di produzione alle
materie prime impiegate. E’ calcolato al costo dei fattori
VA = P – CI
• SIFIM: servizi di intermediazione finanziaria. Creano problemi
contabili perché sono servizi a fronte dei quali non sono richieste
commissioni specifiche.
• Due alternative:
– Ripartire i SIFIM come consumi intermedi e finali tra tutte le u.i.
(metodo del SEC95)
– Approccio aggregato: i SIFIM sono compresi nei CI
• Quindi, per calcolare il PIL a partire dal VA, devo togliere anche i
SIFIM:
PIL = VA – SIFIM + imposte indirette – contributi
• L’evoluzione del VA dipende dalla crescita dei prezzi e da quella
dei volumi. Occorre quindi calcolare il VA a prezzi costanti, cioè
procedere alla deflazione.
• Procedura di doppia deflazione:
– della produzione P
– dei consumi intermedi CI
• Il problema principale della deflazione è: quali indicatori di prezzo
si possono utilizzare per le attività non di mercato (pari a circa il
13% del VA), dove non esistono prezzi significativi?
• Tre metodi: metodo output (= stima della quantità del prodotto);
metodo input (= stima del consumo di input); metodo misto
• PIL: creazione di valore da parte dei settori produttivi
(= somma dei redditi pagati ai fattori produttivi)
• PNL: prodotto nazionale lordo (= totale redditi percepiti
dai residenti nel paese)
PNL = PIL + saldo redditi da lavoro estero
+ saldo redditi da capitale estero
• PNL ≠ RNL, perché RNL comprende anche il valore
delle imposte indirette, al netto dei contributi, pagate al
RdM.
• PNL è la grandezza usata per calcolare, ad esempio, i
contributi UE; il PIL è invece usato per i parametri di
Maastricht e per il riparto dei fondi strutturali UE.