Introduzione alla Meccanica Quantistica 25 Marzo 2011 1) a) Trovare lo stato fondamentale di un oscillatore armonico e l’autovalore relativo, senza risolvere alcuna equazione differenziale, e senza fare uso degli operatori a e ↠, sfruttando il principio di indeterminazione di Heisenberg, il metodo variazionale, il teorema del viriale e il fatto che la gaussiana è la curva a indeterminazione minima: - dimostrare che lo stato a indeterminazione minima è quello a energia minima, e viceversa, e dedurre da ciò l’autovalore relativo; - sapendo che la gaussiana ψ = N exp(−αx2 ) è la funzione a indeterminazione minima, trovare il valore di α per l’oscillatore. b) Determinare l’autofunzione del primo stato eccitato, utilizzando l’operatore di creazione. 2) Sia dato un rotatore spaziale di momento d’inerzia I e dipolo elettrico d parallelo all’asse del rotatore, immerso in un campo elettrico uniforme E , da considerare quale perturbazione. - Trovare autovalori e autostati imperturbati. - Trovare le correzioni all’autovalore fondamentale. 138 SVOLGIMENTI 1) - Per il primo punto, osserviamo che per potenziali pari, detti | n i gli autostati: h n|x|n i = 0 e h n|p|n i = 0 , in quanto gli autostati sono pari o dispari e gli operatori dispari. Pertanto: ∆2n x = h n | x2 | n i − (h n | x | n i)2 = h n | x2 | n i = x2n , e, analogamente: ∆2n p = h n | p2 | n i = p2n . Quindi, il principio di Heisenberg sugli autostati diventa: ∆2n x ∆2n p = x2n p2n ≥ h̄2 /4 . Per quanto riguarda il valore medio dell’energia dell’oscillatore armonico: s q s s 2 p k h̄ 1 p k k k W n = n + x2n = p2n x2n = ∆2n x ∆2n p ≥ = h̄ω = W0 . 2µ 2 µ µ 2 µ 2 Nell’espressione precedente abbiamo sfruttato due proprietà . La prima eguaglianza deriva dalla banale relazione (x−y)2 ≥ 0 , e dal teorema del viriale valido per potenziali omogenei di grado p , per i quali: p h ψ|T |ψ i = h ψ|V |ψ i , 2 che nel caso dell’oscillatore armonico si riduce alla eguaglianza. La successiva eguaglianza deriva da quanto visto prima, e la diseguaglianza finale dal principio di Heisenberg. Segue che l’autovalore minimo si ha solo incorrispondenza con il minimo del principio di indeterminazione, e viceversa. - Applichiamo ora il principio di Riesz, utilizzando ψ come funzione di prova con α parametro variazionale. Da quanto visto prima, il minimo esatto dell’energia corrisponde alla funzione a indeterminazione minima, e dovendo questa essere una gaussiana, il risultato che otteniamo sarà quello esatto, sia per l’autovalore che per il parametro α , cioè per l’autofunzione. Valutiamo quindi i valori di aspettazione sulla funzione di prova data. Z ∞ Z ∞ 1 2 2 x2 = dx exp[−2αx ] x / dx exp[−2αx2 ] = , 4α −∞ −∞ p2 = −h̄ 2 ∞ d2 dx exp[−αx ] exp[−αx2 ] / 2 dx −∞ Z 2 Z ∞ dx exp[−2αx2 ] = h̄2 α . −∞ Da cui segue: Wψ h̄2 k 1 = α+ , 2µ 2 4α e dall’annullamento della derivata dW ψ /dα = 0 si ricava finalmente: √ kµ µω 1 µω 2 α= = , W (α) = h̄ω , ψ0 = N0 exp[− x ]. 2h̄ 2h̄ 2 2h̄ 139 Trovata la funzione d’onda dello stato fondamentale, possiamo agire su di esso con l’operatore di creazione: 1 d µω 2 † ψ1 = â ψ= √ h̄ + µω x N0 exp[− x ]= dx 2h̄ 2µh̄ω r = √ 2µω µω 2 x N0 exp[− x ] = 2α x ψ0 . h̄ 2h̄ Quest’ultima è la usuale espressione del primo stato eccitato. 2) L’Hamiltoniana classica del rotatore è data da: H= M2 , 2I e, assumendo la quantizzazione canonica, l’espressione precedente fornisce anche l’energia quantistica. Le autofunzioni dell’operatore M 2 sono le armoniche sferiche, con gli usuali autovalori: h̄2 l(l + 1) ψlm = R(r)Ylm (θ, φ) Wl = , 2I dove R(r) è un’arbitraria funzione della sola r , che possiamo pensare normalizzata, e gli autovalori, salvo il primo, sono degeneri. Scegliamo l’asse delle z diretto come il campo elettrico, e introduciamo la perturbazione: V 0 = −d · E = −d r · E = −d E cos θ . r Dobbiamo ora calcolare i valori di aspettazione di V 0 sullo stato fondamentale, non degenere. Al primo ordine si ottiene zero, in quanto cos θ è dispari, mentre per il secondo ordine possiamo osservare che: r 0 V = −d E cos θ = −d E 4π Y10 , 3 e quindi che l’unico elemento di matrice diverso da zero è : h Y00 | V 0 | Y10 r 1 i = −d E √ 4π 1 4π h Y10 | Y10 i = −d E √ . 3 3 (0) (0) Questa espressione va quadrata e divisa per W0 − W1 cosı̀ al risultato richiesto: W0 = (0) W0 + W00 + W000 = −2h̄2 /2I = −h̄2 /I , portando d2 E 2 I + ... = W0 = − . 3h̄2 140 00