PK 21/1 i d i t l o v s i i z Eserc atematica... Analisi m area UFDOJDPTDJFOUJöDB a c s a t ...in ale a variabile re li n u i d li a re i n rea s Funzio ità di funzioni u n ti n o c e i it s Lim e reale di una variabilnzioni reali fu s Derivate diabile reale di una vari ioni nz s Studio di fu funzioni reali s Integrali diabile reale di una vari i calcolo combinatorio d s Fondamenti delle probabilità lo e di calco SIMONE EDIZIONI Estratto della pubblicazione Gruppo Editoriale Esselibri - Simone Copyright © 2006 Esselibri S.p.A. Via F. Russo 33/D 80123 Napoli Azienda certificata dal 2003 con sistema qualità ISO 14001 : 2004 Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro, l’editore è a disposizione degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle opportune correzioni nel caso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione degli interessati. Prima edizione: Novembre 2006 PK21/1 ISBN 88-244-7565-5 Ristampe 8 7 6 5 4 3 2 1 2006 2007 2008 2009 Questo volume è stato stampato presso Officina Grafica Iride Via Prov. Arzano-Casandrino, VII trav. 24 - Arzano (NA) Per informazioni, suggerimenti, proposte: [email protected] A cura di: Carla Iodice Grafica e copertina: Gianfranco De Angelis Impaginazione Pasquale Antignano Estratto della pubblicazione Presentazione ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ Il volume presenta più di 200 esercizi svolti e commentati in vista della prova di maturità o dell’esame di Analisi matematica, ed è articolato in 6 capitoli, ciascuno costituito da: — una prima pagina in cui è indicato il percorso di lettura ed è tracciata una mappa concettuale strutturata in modo da mettere in evidenza le interrelazioni tra gli argomenti trattati nel capitolo; — una parte teorica esplicativa dell’argomento in cui sono richiamati i concetti, le regole e i teoremi fondamentali; — esercizi in cui, anche a rischio di sembrare ripetitivi, non si è quasi mai evitata la citazione di argomenti propedeutici di matematica; — un test di verifica finale che, spesso, è rappresentato da esercizi guidati. In tal modo lo studente può apprendere, non solo la tecnica risolutiva dei vari tipi di esercizi, ma anche e soprattutto l’impostazione metodologica da seguire. Particolare attenzione è posta alle derivate e agli integrali di funzioni reali di una variabile reale. Tali capitoli, oltre a contenere i tradizionali esercizi, dedicano alcune pagine alle applicazioni dei concetti del calcolo differenziale e dell’integrazione alla geometria. Si è preferito evitare, inoltre, di inserire le classiche prove assegnate (all’esame di maturità o nelle diverse facoltà), in quanto le stesse si possono trovare risolte su molti siti internet. Estratto della pubblicazione ALFABETO GRECO Α Β Γ Δ Ε Ζ Η Θ α β γ δ ε ζ η θϑ alfa beta gamma delta epsilon zeta eta theta Ι Κ Λ Μ Ν Ξ Ο Π ι κ λ μ ν ξ ο π Ρ Σ Τ Υ Φ Χ Ψ Ω iota kappa lambda mi ni xi òmicron pi ρ σ τ υ ϕφ χ ψ ω rho sigma tau ipsilon phi chi psi òmega INDICE DEI SIMBOLI > < ≥ ≤ ≠ ≅ ± ∞ → ∀ ∈ ∉ ∅ ∪ ∩ ⊂ ⊆ ⊄ ⇒ ⇔ n! log ( ) maggiore minore maggiore o uguale minore o uguale diverso da circa uguale a più o meno infinito tende a per ogni appartiene non appartiene insieme vuoto unione tra insiemi intersezione tra insiemi sottoinsieme proprio sottoinsieme non è sottoinsieme implicazione doppia implicazione n fattoriale logaritmo decimale ln ( e lim ) ( ) logaritmo neperiano numero di Nepero limite f′ x derivata ∫ integrale ∑ sommatoria Π {an } an sen α cosα tan α cotanα Inoltre: ✔ ✌ produttoria successione termine generico della successione seno dell’angolo α coseno dell’angolo α tangente dell’angolo α cotangente dell’angolo α indica un richiamo teorico ad argomenti propedeutici di analisi matematica indica il passaggio o i passaggi risolutivi dell’esercizio. Estratto della pubblicazione 1. Funzioni reali di una variabile reale ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ Di cosa parleremo In questo capitolo introduttivo ci occuperemo di funzioni reali di una variabile reale; precisamente, daremo dei criteri per la determinazione del campo di esistenza delle varie tipologie di funzioni e ci occuperemo di concetti quali simmetria e periodicità. Funzioni ▼ ▼ Algebriche Trascendenti ▼ ▼ ▼ ▼ ▼ Razionali Irrazionali Logaritmiche Esponenziali Goniometriche ▼ ▼ ▼ Fratte Intere Fratte 1. Funzioni reali di una variabile reale ▼ Intere 5 Estratto della pubblicazione 1) Classificazione delle funzioni Siano X e Y due sottoinsiemi dell’insieme R dei numeri reali, per funzione reale di una variabile reale si intende una legge in base alla quale a ogni elemento x ∈ X si associano uno o più elementi y di Y. Se a ogni valore della variabile x (detta variabile indipendente) si fa corrispondere un solo valore della variabile y (detta variabile dipendente), la funzione si dice univoca (o monodroma); in caso contrario, cioè, se ad almeno un valore della x si fanno corrispondere più valori della y, la funzione si dice polivoca (o polidroma). Nel seguito, si farà sempre riferimento alle funzioni univoche. A indicare la legge di corrispondenza da X verso Y descritta da una funzione, si adopera la notazione: y = f(x) dove x e y sono, rispettivamente, le variabili indipendente e dipendente, e f rappresenta la legge di corrispondenza descritta dalla funzione. L’insieme X è detto dominio di definizione (o campo di esistenza) della funzione; l’insieme Y prende il nome di codominio. Nell’ambito delle funzioni univoche, si è soliti dare la seguente classificazione: 1. Funzioni reali di una variabile reale — funzioni algebriche; — funzioni trascendenti. Una funzione si dice algebrica se in essa figurano soltanto operazioni algebriche, cioè, addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione, potenza e radice di monomi e polinomi. Le funzioni non algebriche prendono il nome di trascendenti; a tale insieme appartengono le funzioni logaritmiche, esponenziali e goniometriche. Le funzioni algebriche possono essere: — razionali (intere o fratte); — irrazionali (intere o fratte). Si dicono razionali quelle funzioni algebriche nelle quali non figurano radici di monomi o polinomi; se, viceversa, in una funzione alge- 6 brica figura almeno un’operazione di estrazione di radice di un monomio o polinomio, la funzione si dice irrazionale. L’aggettivo fratta o intera sta a indicare la presenza, o meno, di monomi o polinomi al denominatore di una frazione. Esempi È algebrica razionale intera (o polinomiale) la funzione: y = 2x 3 − 4 x 2 + 3x + 4 ; mentre è algebrica razionale fratta la funzione: y= 1− x 3 ; 4+x2 è algebrica irrazionale intera la funzione: y = 3 4 x 4 − 3x 2 − 2 + 4 x 2 mentre è algebrica irrazionale fratta la funzione: y= x +2 x2 +2 ; infine, è trascendente la funzione: 1⎞ ⎛ y = ln⎜ 2 sen2 x − ⎟ ⎝ 2⎠ 2) Simmetrie e periodicità Una funzione reale di una variabile reale y = f ( x ) è: 1. Funzioni reali di una variabile reale — dispari se è simmetrica rispetto all’origine, cioè se: f ( −x ) = − f (x ) — pari se è simmetrica rispetto all’asse y, cioè se: f ( −x ) = f (x ) 7 Estratto della pubblicazione Una funzione reale di una variabile reale è periodica se esiste T > 0 tale che: f ( x + T ) = f ( x ) per ogni x Le funzioni trascendenti sono periodiche. Il periodo delle funzioni seno, coseno, secante e cosecante è l’intera circonferenza, ossia 2π radianti; il periodo della tangente e della cotangente è metà circonferenza, ossia π radianti. 3) Campo di esistenza Sia data una funzione reale di una variabile reale y = f(x), il campo di esistenza, o dominio, della funzione è l’intervallo dei valori di x per i quali la funzione assume significato. Per determinare il campo di esistenza di una funzione è utile tener conto delle seguenti regole o indicazioni: a) nelle funzioni fratte tutti i denominatori delle frazioni devono essere diversi da 0; b) nelle funzioni irrazionali i radicandi delle radici con indice pari devono essere ≥ 0; c) nelle funzioni trascendenti logaritmiche gli argomenti dei logaritmi devono essere > 0; d) nelle funzioni trascendenti goniometriche si distingue: 1. Funzioni reali di una variabile reale — gli argomenti delle funzioni circolari inverse arcoseno e arcocoseno devono appartenere all’intervallo [-1, 1]; — gli argomenti della funzione tangente devono essere diversi da π , con k ∈N ; 2 — gli argomenti della funzione cotangente devono essere diversi da 2k π con k ∈N . Nell’ambito della determinazione del campo di esistenza di una stessa funzione, è possibile che alcune delle condizioni sopra descritte vadano imposte contemporaneamente; ciò, tradotto in termini algebrici, (2k + 1) 8 Estratto della pubblicazione equivale a risolvere un sistema di disequazioni, ciascuna delle quali corrisponde a una delle condizioni imposte. 4) Funzioni limitate Una funzione y = f(x) definita in un dato intervallo [a, b] si dice ivi limitata, se, per ogni valore di x appartenente al suddetto intervallo, esiste un numero P positivo tale che: f (x ) ≤ P La funzione è: — limitata superiormente se, nell’intervallo [a, b] esiste un punto in cui la funzione assume valore M che è non minore dei valori assunti negli altri punti; — limitata inferiormente se, nell’intervallo [a, b] esiste un punto in cui la funzione assume valore m che è non maggiore dei valori assunti negli altri punti. 5) Funzioni crescenti e decrescenti Sia data una funzione y = f(x), considerati due punti qualsiasi x1 e x2 di un dato intervallo [a, b], essa si dice: crescente se x1 < x2 ⇒ f(x1) ≤ f(x2); costante se x1 < x2 ⇒ f(x1) = f(x2); decrescente se x1 < x2 ⇒ f(x1) ≥ f(x2); strettamente crescente se x1 < x2 ⇒ f(x1) < f(x2 ); strettamente decrescente se x1 < x2 ⇒ f(x1) > f(x2). Si dicono monotòne le funzioni crescenti, decrescenti, non decrescenti o non crescenti, ossia le funzioni che variano sempre in uno stesso verso. 6) Funzioni composte Sia data la funzione: y = f (z) 9 1. Funzioni reali di una variabile reale — — — — — dove z non è variabile indipendente, ma a sua volta funzione z = g(x) della variabile indipendente x, si ha che la funzione: y = f ( g ( x )) si dice funzione composta di f e di g. Esercizio n. 1 Determinare l’espressione analitica della funzione composta f ( g ( x )) delle due funzioni: f ( x ) = x 2 e g ( x ) = sen x Entrambe le funzioni hanno dominio e codominio coincidente con l’insieme dei numeri reali. La funzione composta è la funzione: f ( g ( x )) = ( sen x ) = sen2 x 2 ✌ Esercizio n. 2 Determinare le espressioni analitiche delle funzioni composte f ( g ( x )) e g (f ( x )) delle due funzioni: f ( x ) = x 2 + 1e g ( x ) = e − x Le due funzioni hanno entrambe dominio coincidente con l’insieme dei numeri reali. La funzione composta di f su g è: f ( g ( x )) = (e − x ) + 1= e −2 x + 1 2 La funzione composta di g su f è: 1. Funzioni reali di una variabile reale ✌ ( g (f ( x )) = e − x 2 +1) = e −x 2 −1 7) Funzioni invertibili Sia data una funzione: y = f(x) essa si dice invertibile in un intervallo chiuso [a, b] se a ogni valore della x in [a, b] corrisponde uno e un solo valore di y in [a', b'], dove a' e b' sono il minimo e il massimo della funzione nell’intervallo [a, b], e 10 Estratto della pubblicazione viceversa a ogni valore di y in [a', b'] corrisponde uno e un solo valore di x in [a, b]. La funzione è, pertanto, invertibile nell’intervallo [a, b], se è continua in [a, b] ed è sempre crescente o sempre decrescente in detto intervallo. La funzione inversa si indica in questo modo: x = f –1(y) Negli esercizi che seguono si chiederà di determinare il campo di esistenza della funzione data e/o le coordinate degli eventuali punti di intersezione con gli assi. Queste ultime si determinano risolvendo i due sistemi: ⎪⎧x = 0 ⎪⎧ y = 0 e ⎨ ⎨ ⎪⎩ y = f ( x ) ⎪⎩ y = f ( x ) Un cenno a parte meritano le funzioni iperboliche che, più volte, saranno trattate nel volume. Funzioni iperboliche Le funzioni iperboliche sono così definite: senhx = e x – e –x e x + e –x e x – e –x ; coshx = ; tanhx = x – x 2 2 e +e ricavarsi esplicitando rispetto a y l’equazione: x = e y – e –y ; ricavando ey dalla prece2 dente espressione si ha: 2x = e y – 1 e 2y –1 = y → 2xe y = e 2y –1→ e 2y – 2xe y –1= 0 ey e ponendo ey = z si ottiene l’equazione di secondo grado: z 2 – 2xz –1= 0 → z12, = x ± x 2 + 1 11 1. Funzioni reali di una variabile reale La funzione senh è strettamente crescente e quindi invertibile. La funzione inversa è chiamata settsenh (settore-seno iperbolico), ovvero senh–1 o anche arcsenh. Essa può scartando la radice negativa (z è non negativo): ( ) e y = x + x 2 + 1 → y = senh–1 x = ln x + x 2 + 1 L’insieme di definizione della precedente funzione è tutto l’insieme dei numeri reali R. Allo stesso modo si ricava l’inversa della funzione cosh. Essendo questa strettamente decrescente per valori negativi della variabile, strettamente crescente per valori positivi, non è invertibile. È però invertibile la sua restrizione ai valori positivi della variabile. Ripetendo il procedimento precedente si ricava: ( ) cosh–1 x = ln x + x 2 –1 La funzione cosh –1 o arcosh è definita per x ≥ 1. La funzione tanh è strettamente crescente in tutto R, quindi invertibile. Sempre con procedimento analogo a quello usato per ricavare l’inversa del senh, si ottiene: 1 ⎛ 1+ x ⎞ tanh–1 x = ln⎜ ⎟ 2 ⎝ 1− x ⎠ La funzione è definita per –1 < x < 1. Esercizio n. 1 Determinare il campo di esistenza della funzione: f ( x ) = x − 2 − x 2 − 2x − 3 Si tratta di una funzione irrazionale in cui per il polinomio sotto radice deve essere: x 2 − 2x − 3 ≥ 0 1. Funzioni reali di una variabile reale Risolvendo si ha che la disuguaglianza è verificata per: x ≤ −1 e x ≥ 3 per cui, il campo di esistenza è: ✌ C .E . = ⎤⎦ −∞,−1⎤⎦ ∪ ⎡⎣ 3,+∞ ⎡⎣ 12 Estratto della pubblicazione Esercizio n. 2 Sia data la funzione: f (x ) = x x2 −1 determinarne: — il campo di esistenza; — le coordinate degli eventuali punti di intersezione con gli assi. La funzione è irrazionale fratta. 1. Per quanto concerne il campo di esistenza, deve aversi: x 2 − 1> 0 ⇒ x < −1 ∪ x > 1 quindi: ✌ C. E. = ]– ∞, –1] ∪ [1, + ∞[ 2. Per le intersezioni con gli assi si ha che l’origine è esclusa dal campo di esistenza, quindi la curva non interseca l’asse y; inoltre, il numeratore della funzione si annulla solo per x = 0, punto escluso dal campo di esistenza. ✌ Ne consegue che non vi sono intersezioni con gli assi cartesiani. Esercizio n. 3 Sia data la funzione: f ( x ) = 32 x -1 − 3x determinarne: 1. Funzioni reali di una variabile reale — il campo di esistenza; — le coordinate degli eventuali punti di intersezione con gli assi. Si tratta di una funzione trascendente. 1. Per quanto concerne il campo di esistenza, deve aversi: 32 x − 1 − 3 x ≥ 0 ⇒ 32 x − 1 ≥ 3 x ⇒ 2 x − 1 ≥ x ⇒ x ≥ 1 quindi: ✌ C. E. = [1, + ∞[ 13 Estratto della pubblicazione 2. Per le intersezioni con gli assi si ha che l’origine è esclusa dal campo di esistenza, quindi la curva non interseca l’asse y; per y = 0, si ha: 32 x − 1 − 3 x = 0 ⇒ x = 1 ✌ ne consegue che la curva interseca l’asse x nel punto di coordinate (1; 0). Esercizio n. 4 Sia data la funzione: f (x ) = 1 ex −2 determinarne: — il campo di esistenza; — le coordinate degli eventuali punti di intersezione con gli assi. Si tratta di una funzione trascendente. 1. Per quanto concerne il campo di esistenza, essendo f ( x ) funzione fratta affinché non si annulli il denominatore deve essere: e x − 2 ≠ 0 ⇒ e x ≠ 2 ⇒ x ≠ ln2 In definitiva, si ha: C .E . = R − {ln2} ✌ 2. Per le intersezioni con gli assi si distingue: — Per x = 0 si ha: y= 1. Funzioni reali di una variabile reale ✌ 1 = −1 1− 2 La funzione interseca l’asse delle y nel punto di coordinate (0,-1). — Per y = 0 si ha: 1 ex −2 impossibile. ✌ 14 Non c’è intersezione con l’asse delle x. =0 Test di verifica 1. Stabilire qual è il campo di esistenza della funzione: e x −1 e x +1 x considerando che la funzione e ≠ −1 per ogni x ∈R . f (x ) = ❏ ❏ ❏ ❏ a) ]−∞, −1] ∪ [1, +∞[ b) R c) ]−∞, −1] d) [1,+∞[ 2. Stabilire qual è il campo di esistenza della funzione: f (x ) = x 2 − ❏ ❏ ❏ ❏ 8 x a) ]−∞, 0 ] ∪ [2, +∞[ b) ]−∞, −2 ] ∪ [2, +∞[ c) R d) ]−∞, −2 ] 3. Stabilire qual è il punto di intersezione della funzione di cui al quesito precedente con uno degli assi. ❏ b) (0;2) (0; 0) (2; 0) 1. Funzioni reali di una variabile reale ❏ a) ❏ c) ❏ d) la funzione non presenta intersezioni con gli assi. 15 Estratto della pubblicazione 4. Stabilire qual è il campo di esistenza della funzione: f (x ) = 1 (1− x )(1− 4 x ) 2 ❏ a) ]−∞, −1] ∪ ⎤⎥ − 2 , 2 ⎡⎢ ∪ ]1, +∞[ ❏ b) ]−∞, −1] ∪ ]1, +∞[ 2 1 1 ⎦ ⎣ 1⎤ ⎤1 ⎤ ⎡ ❏ c) ⎥ −∞, − ⎥ ∪ ⎥ , +∞ ⎢ 2 ⎦ ⎦2 ⎦ ⎣ ❏ d) ]−∞, −1] ∪ ⎤⎥ − 2 , 2 ⎤⎥ 1 1 ⎦ ⎦ 5. Stabilire eventuali punti di intersezione della funzione di cui al quesito precedente con uno degli assi. ❏ a) ❏ b) (1; 0) (0; 0) (0;1) ❏ c) ❏ d) la funzione non presenta intersezioni con gli assi. Risposte esatte 1. Funzioni reali di una variabile reale 1) b); 2) a); 3) c); 4) a); 5) c). 16 Estratto della pubblicazione 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ Di cosa parleremo Gli argomenti trattati in questo capitolo sono di fondamentale importanza dal punto di vista teorico. I concetti di limite e di continuità di funzioni reali di variabile reale sono propedeutici a numerosi altri nell’analisi matematica. Lo studente deve riuscire a comprenderli, innanzi tutto, sul piano intuitivo per poter, nel seguito, valersene. Nel trattare i limiti, inevitabile è l’estensione degli stessi alle successioni di numeri reali, per cui alcuni esercizi saranno dedicati ai limiti di successioni. Limiti Limiti fondamentali ▼ Unicità del limite lim f ( x ) = l x →∞ Funzione opposta ▼ ▼ lim f ( x ) = ∞ Confronto ▼ ▼ x →x 0 Permanenza del segno x →∞ Valore assoluto ▼ Limiti di successioni Teoremi ▼ ▼ Operazioni sui limiti Continuità Discontinuità ▼ ▼ ▼ Eliminabile Di prima specie Di seconda specie 17 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale Forme indeterminate ▼ ▼ ▼ lim f ( x ) = ∞ Teoremi Operazioni sui limiti ▼▼ ▼ lim f ( x ) = l x →x 0 ▼ ▼ Definizioni ▼ ▼ 1) Definizione di limite Per definire il concetto di limite dobbiamo dare la seguente definizione. Il punto limite o di accumulazione x0 del campo di esistenza di una funzione è quel punto tale che, in ogni suo intorno, per quanto piccolo, cadono sempre infiniti punti del campo di esistenza; tale punto può anche non appartenere al campo di esistenza considerato. Sia data la funzione f(x) definita nell’insieme X e sia x0 un punto di accumulazione per X; si dice che il limite di f(x) per x che tende a x0 è l e si scrive: lim f (x ) = l x →x 0 se, fissato ad arbitrio un numero ε > 0 esiste un numero δε > 0 tale che se 0 < x − x 0 < δ ε, cioè x 0 − δ ε < x < x 0 + δ ε , allora: f (x ) − l < ε cioè: l – ε < f(x) < l – ε In altri termini: fissato ad arbitrio un intorno J di l, esiste un intorno I di x0 tale che ∀x ∈I – {x0}, f(x) ∈J. 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale La definizione si generalizza facilmente ai casi di x0 e di l infiniti; ad esempio si consideri il limite finito per x tendente ad infinito: lim f (x ) = l x →+∞ ⇔ ∀ε > 0 ∃ K ε > 0 ∀x > K ε , f (x ) − l < ε 2) Teoremi sui limiti Nel calcolo dei limiti di funzioni, è utile tener presente i seguenti teoremi: TEOREMA I (UNICITÀ DEL LIMITE) Se, al tendere di x a x0 ∈R, la funzione y = f(x) tende al limite l ∈R, questo limite è unico. 18 TEOREMA II (PERMANENZA DEL SEGNO) Se, al tendere di x a x0 ∈R, la funzione y = f(x) tende al limite l ≠ 0, esiste un intorno di x0 in cui (escluso al più x0) la funzione assume lo stesso segno del suo limite. Viceversa, se al tendere di x a x0, la funzione y = f(x) tende al limite l e se esiste un intorno di x0 (escluso x0) in cui la funzione assume segno costante, il limite sarà o dello stesso segno della funzione o nullo. TEOREMA III (CONFRONTO O «DEI DUE CARABINIERI») Date le tre funzioni y = f1 (x), y = f 2(x), y = f 3(x) definite, rispettivamente, negli insiemi F1, F2, F3, se è: F = F1 ∩ F2 ∩ F 3 ≠ ∅ (dove ∅ indica l’insieme vuoto) se, inoltre, risulta, per x ∈F: f1 (x) < f 2(x) < f3 (x) e se, infine, indicato con x0 un punto di accumulazione di F, risulta: lim f1 (x ) = lim f 3 (x ) = l x →x 0 x →x 0 sarà anche: lim f 2 (x ) = l TEOREMA IV (FUNZIONE OPPOSTA) Se, al tendere di x a x0 ∈R, la funzione y = f(x) tende al limite l, avremo anche: lim [ − f (x )] = −l x →x 0 TEOREMA V (VALORE ASSOLUTO) Se, al tendere di x a x0 ∈R, la funzione y = f(x) tende al limite l, il valore assoluto della funzione tenderà al valore assoluto del limite, cioè: lim f (x ) = l x →x 0 19 Estratto della pubblicazione 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale x →x 0 3) Operazioni sui limiti e forme indeterminate 1) LIMITE DELLA SOMMA Date le due funzioni y = f(x) e y = g(x) definite rispettivamente negli insiemi A e B, con A ∩ B ≠ ∅, se, indicato con x0 un punto di accumulazione per A ∩ B, risulta: lim f (x ) = l1 x →x 0 e lim g (x ) = l2 x →x 0 allora è anche: lim [ f (x ) + g (x )] = lim f (x ) + lim g (x ) = l1 + l2 x →x 0 x →x 0 x →x 0 In altri termini: il limite della somma di due funzioni è uguale alla somma dei limiti di ciascuna funzione. 2) LIMITE DELLA DIFFERENZA Date le due funzioni y = f(x) e y = g(x) definite rispettivamente negli insiemi A e B, con A ∩ B ≠ ∅, se, indicato con x0 un punto di accumulazione per A ∩ B, risulta: lim f (x ) = l1 x →x 0 e lim g (x ) = l2 x →x 0 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale allora è anche: lim [ f (x ) − g (x )] = lim f (x ) − lim g (x ) = l1 − l2 x →x 0 x →x 0 x →x 0 In altri termini: il limite della differenza di due funzioni è uguale alla differenza dei limiti di ciascuna funzione. 3) LIMITE DEL PRODOTTO Date le due funzioni y = f(x) e y = g(x) definite rispettivamente negli insiemi A e B, con A ∩ B ≠ ∅, se, indicato con x0 un punto di accumulazione per A ∩ B, risulta: lim f (x ) = l1 x →x 0 20 e lim g (x ) = l2 x →x 0 allora è anche: lim [ f (x ) ⋅ g (x )] = lim f (x ) ⋅ lim g (x ) = l1 ⋅ l2 x →x 0 x →x 0 x →x 0 In altri termini: il limite del prodotto di due funzioni è uguale al prodotto dei limiti di ciascuna funzione. 4) LIMITE DELLA FUNZIONE RECIPROCA Data la funzione y = f(x) definita nell’insieme A, se, indicato con x0 un punto di accumulazione per A, risulta: lim f (x ) = l ≠ 0 x →x 0 allora è anche: lim x →x 0 1 1 = f (x ) l In altri termini: il limite del reciproco di una funzione è uguale al reciproco del limite della funzione. Date le due funzioni y = f(x) e y = g(x) definite rispettivamente negli insiemi A e B, con A ∩ B ≠ ∅, se, indicato con x0 un punto di accumulazione per A ∩ B, risulta: lim f (x ) = l1 x →x 0 e lim g (x ) = l2 x →x 0 con l1 e l2 numeri finiti e l2 ≠ 0, allora è anche: lim x →x 0 lim f (x ) l f ( x ) x →x 0 = = 1 g (x ) lim g (x ) l2 x →x 0 In altri termini: il limite del quoziente di due funzioni è uguale al quoziente dei limiti di ciascuna funzione. 21 Estratto della pubblicazione 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale 5) LIMITE DEL QUOZIENTE 6) LIMITE DELLA POTENZA Data la funzione y = f(x) definita nell’insieme A, se, indicato con x0 un punto di accumulazione per A, risulta: lim f (x ) = l x →x 0 allora è anche ∀n ∈N: lim [ f (x )] = l n n x →x 0 In altri termini: il limite della potenza di una funzione è uguale alla potenza del limite della funzione. 7) LIMITE DELLA RADICE Data la funzione y = f(x) definita nell’insieme A, se, indicato con x0 un punto di accumulazione per A, risulta: lim f (x ) = l x →x 0 se x0 è di accumulazione anche per l’insieme di definizione della funzione n f (x ) , con n ∈N, n > 0 allora è anche: lim 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale x →x 0 n f (x ) = n lim f (x ) = n l x →x 0 In altri termini: il limite della radice di una funzione è uguale alla radice del limite della funzione. 8) LIMITE DELLE FUNZIONI COMPOSTE Date le due funzioni y = f(x) e z = g(y) definite rispettivamente negli insiemi X e Y, con f(X) ∩ Y ≠ ∅; sia, inoltre, z = g ( f ( x )) la funzione composta dalle funzioni f e g definita nell’insieme A = f(X) ∩ Y; se, indicato con x0 un punto di accumulazione per A, risulta: a) lim f (x ) = y 0 x →x 0 22 Estratto della pubblicazione g (y ) = l b) ylim → y0 c) f(x) ≠ y0 intorno a x0 (f non assume il valore y0 costantemente intorno a x0) allora è anche: lim g ( f (x )) = lim g ( y ) = l x →x 0 y → y0 In particolare, l’ipotesi c) è senz’altro verificata se la funzione f è monotòna in senso stretto a sinistra e a destra di x0, ipotesi sempre verificata se f è elementare. Tale teorema costituisce una generalizzazione dei precedenti. Nelle ipotesi del teorema, dunque, l’operatore lim può entrare all’interno delle funzioni composte, rendendone più agevole il calcolo del limite. Indicate con f(x) e g(x) due funzioni che soddisfino le ipotesi del teorema 8), vediamo i seguenti notevoli esempi: Esempi II) III) se a ≠ 1, lim loga f ( x ) = loga lim f ( x ) x →x 0 x →x 0 ⎡ ⎤ lim sen ⎡⎣f ( x ) ⎤⎦ = sen ⎢ lim f ( x ) ⎥ ⎣ x →x 0 ⎦ x →x 0 ⎡ lim g ( x ) ⎤ ⎦⎥ lim f ( x )g ( x ) = ⎡ lim f ( x ) ⎤ ⎣⎢x →x 0 ⎣ x →x 0 ⎦ x →x 0 se f(x) e g(x) convergono entrambe in x0, non sono ivi entrambe infinitesime e lim f ( x ) > 0 . x →x 0 I teoremi 1) e 2) si possono estendere, in generale, anche ai casi in cui l1 e l2 non siano entrambi finiti; l’unica eccezione è costituita dal caso in cui il limite risultante si presenti come differenza di due infiniti, cioè nella forma ∞ – ∞, la quale può assumere qualsiasi valore (o, anche, non tendere ad alcun valore) e che, per questo, possiamo definire come prima forma indeterminata. Allo stesso modo, il teorema 3) sul prodotto dei limiti è valido in generale anche nei casi in cui i due limiti l1 e l2 siano infiniti o nulli; l’unica 23 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale I) 2. Limiti e continuità di funzioni reali di una variabile reale eccezione è costituita dal caso in cui il limite risultante si presenti nella forma 0 ⋅ ∞, sulla quale, come per la precedente, nulla si può dire; definiamo tale espressione come seconda forma indeterminata. Se dal teorema 5) si rimuovono le ipotesi di l1 e l2 finiti e l2 ≠ 0, la tesi, con le ovvie estensioni, continua in generale a sussistere, fatta eccezio0 ne per il caso in cui il limite risultante si presenti nella forma , detta 0 ∞ terza forma indeterminata, oppure , detta quarta forma inde∞ terminata, sulle quali nulla si può dire. Anche l’esempio III) si può generalizzare ai casi di limiti infiniti, fatta eccezione per i casi in cui il limite risultante si presenti in una delle seguenti forme, sulle quali nulla si può dire: 00 , detta quinta forma indeterminata, ∞0, detta sesta forma indeterminata, 1∞ , detta settima forma indeterminata. Anche se abbiamo individuato sette forme indeterminate, con opportune semplici manipolazioni algebriche, tali forme possono tutte ri0 ∞ condursi alle due forme indeterminate fondamentali e , utili per 0 ∞ l’applicazione del teorema di L’Hospital, che verrà presentato nello studio delle derivate nel capitolo terzo. Ad esempio, se le funzioni f(x) e g(x) sono entrambe infinite in x0, si effettua la trasformazione: 1 1 − g (x ) f (x ) f (x ) − g (x ) = 1 f (x ) ⋅ g (x ) e, se f(x) è infinita e g(x) infinitesima: f (x ) ⋅ g (x ) = g (x ) 1 f (x ) sicché anche la terza forma indeterminata si riconduce alla seconda. 24 Estratto della pubblicazione