Quelle strane visioni di Alice Quando si parla di mal di testa solitamente si pensa solo al dolore, ma non si deve dimenticare che in molte forme di cefalea vi sono altri sintomi che si associano al dolore. In particolare, l’emicrania con aura è caratterizzata da una serie di fenomeni che sì verificano prima che inizi la cefalea. Ne parliamo con la dottoressa Paola Torelli, del Centro cefalee dell’Università di Parma. L’elemento clinìco che contraddistingue questo particolare tipo di emicrania è l’aura: con questo termine s’intende un disturbo o una serie di disturbi che precedono il dolore e che consistono principalmente in fenomeni visivi ai quali talvolta si aggiungono alterazioni della sensibilità (formicolio) e difficoltà nel parlare. I disturbi visivi dell'aura emicranica sono del tutto tipici, e completamente diversi da quelli che si possono manifestare durante un disturbo della circolazione del cervello (attacco ischemico cerebrale transitorio) o in una crisi epilettica; consistono nella coesistenza di sintomi visivi positivi («macchie chiare») e negativi («macchie scure»). La tipologia dell’aura visiva tende, seppure non obbligatoriamente, ad essere sempre la stessa nello stesso paziente, ma può assumere configurazioni differenti. Spesso le persone hanno difficoltà a rappresentare verbalmente il proprio disturbo ed allora ricorrono a circonlocuzioni esemplificative; tra le più frequenti vi è la difficoltà a continuare a guardare o a leggere, perché l’immagine che si sta osservando è in parte coperta, come inquinata, da punti o piccoli cerchi luminosi e scintillanti (scotomi scintillanti). Quando l’aura visiva consiste in una distorsione delle immagini (si tratta di casi indubbiamente non frequenti), viene definita «sindrome di Alice nel paese delle meraviglie», perché si ritiene che Lewis Carrol abbia creato i personaggi del suo libro ispirandosi alle percezioni visive sperimentate durante gli attacchi di emicrania con aura di cui soffriva. C’è chi suppone che anche le famose visioni della santa Hildegard von Bingen, vissuta nel XII secolo, e che la pittura di Giorgio de Chirico possano essere riconducibili ad aure visive di tipo emicranico. Al termine dell’aura, cioè quando il soggetto torna a vedere bene e scompaiono l’eventuale formicolio ed il disturbo della parola, compare il mal di testa. In alcuni casi, l’aura rimane un sintomo isolato, seguito da una condizione di pieno benessere; si parla in questo caso di aura emicranica senza cefalea. Durante la crisi il paziente avverte una sensazione dì paura, anche se lo stato d’allarme, nel caso dell’attacco di emicrania con aura, è del tutto ingiustificato in quanto si tratta di un disturbo benigno. Gloria Saccani Il Giornale, 23 settembre 2004