Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 02/02/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
02/02/2016 Brand News Today
Le gare in corso e i nuovi incarichi
7
01/02/2016 QS - QuotidianoSanita.it
Mandelli (Fofi): "Farmacia nell'ospedale è un fattore di sicurezza irrinunciabile"
8
SANITÀ NAZIONALE
02/02/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Charme cede le macchine Bellco a Medtronic (Usa)
10
02/02/2016 La Repubblica - Nazionale
"Embrioni umani modificati" L'ultima frontiera della genetica
11
02/02/2016 La Repubblica - Nazionale
Il gene è al lavoro
12
02/02/2016 La Repubblica - Nazionale
Il morbo di Parkinson fermato dalle staminali
13
02/02/2016 La Repubblica - Nazionale
RICETTA ELETTRONICA SERVIRÀ IL DOPPIO DELLA CARTA
15
02/02/2016 La Repubblica - Nazionale
"Sì alla manipolazione degli embrioni umani" Londra, la svolta divide
16
02/02/2016 La Repubblica - Nazionale
Con le forbici sui geni malati ecco il taglia e cuci del Dna
18
02/02/2016 La Stampa - Nazionale
Emergenza planetaria per il virus Zika
20
02/02/2016 Il Messaggero - Nazionale
Embrioni umani, sì alla manipolazione
22
02/02/2016 Il Messaggero - Nazionale
«II virus Zika è un ' emergenza globale»
24
02/02/2016 ItaliaOggi
Invio spese sanitarie, nessun obbligo per le parafarmacie
25
02/02/2016 Avvenire - Nazionale
Per progettare la vita c'è il «copia e incolla»
26
02/02/2016 Il Giornale - Nazionale
Nuove norme sulle sigarette: ecco cosa cambia da oggi
28
02/02/2016 Libero - Nazionale
Alcol e nuove droghe provocano intossicazioni nell'età pediatrica
30
02/02/2016 Dolce Attesa
Poppate in pubblico: si può?
31
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
La relazione tra ospedali e assicurazioni nell'epoca dell'«utente razionale» e del
risk management
33
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Farmaci, impatto innovativi
35
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Prevenzione, strada virtuosa
37
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Comitati etici, troppi vincoli
38
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
730 precompilato, ecco le regole
41
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Quali spese vanno comunicate
44
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Le promesse della cannabis
45
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Al Meyer il gioco è sempre una cosa seria
47
02/02/2016 Osservatore Romano
Cure palliative per un surplus di fraternità
49
02/02/2016 Starbene
MORBO DI CROHN punta sul nuovo FARMACO BIOLOGICO
50
VITA IN FARMACIA
02/02/2016 La Repubblica - Bari
Due candidati amici del presidente: il Tar annulla il concorso
52
02/02/2016 La Repubblica - Firenze
L'assessore Saccardi: "Prevenzione anche per gli over 45"
53
02/02/2016 La Repubblica - Firenze
Il batterio si sposta tra più classi di età niente strumenti per coprire gli anziani
54
02/02/2016 La Stampa - Torino
Le farmacie ospedaliere vincono il ricorso al Tar
56
02/02/2016 La Stampa - Alessandria
Era il decano dei farmacisti Morto a 102 anni a Novi
57
02/02/2016 La Stampa - Biella
A Bioglio il bonus bebè dura cinque anni "Così aiutiamo davvero le nostre
famiglie"
58
02/02/2016 La Stampa - Cuneo
Farmacia comunale alla Stazione Sarà aperta entro la fine del mese
59
02/02/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ferrara
«'Banca del sangue' in carenza di sacche»
60
02/02/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli
Lidia, restano i dubbi dopo l'autopsia Ipotesi: un'overdose di sonniferi
61
02/02/2016 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
«Con la Carta famiglia sconto minimo del 10%»
62
02/02/2016 QN - Il Giorno - Lodi
«La Regione è assente e i Comuni sono costretti a muoversi da soli»
63
02/02/2016 QN - Il Giorno - Legnano
Colpito da bronchite il medico gli prescrive farmaco per le tendiniti
64
02/02/2016 QN - Il Giorno - Brianza
L'ex assessore si dimette per candidarsi alla Multiservizi
65
02/02/2016 QN - Il Giorno - Brianza
Le opportunità della natura all'auditorium
66
02/02/2016 QN - La Nazione - Arezzo
«Prigionieri» a Campo di Marte «Rissa in corso, noi chiusi in auto»
67
02/02/2016 QN - La Nazione - Empoli
Cercasi farmacista Per le domande c'è tempo fino al 12
68
02/02/2016 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Vaccini, due mesi di attesa nei centri Asl I medici di base: « Non bastano le dosi»
69
02/02/2016 QN - La Nazione - Prato
Assalto alla farmacia con una siringa Choc fra i dipendenti
70
02/02/2016 Il Secolo XIX - Genova
Bandito solitario assalta farmacia impugnando cocci di bottiglia
71
02/02/2016 Il Secolo XIX - Basso Piemonte
Addio a Costa, decano dei farmacisti alessandrini
72
02/02/2016 Cronache del Garantista - Nazionale
L'Ordine dei medici «Così è difficile lavorare» E scatta la mobilitazione
73
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Gare, il primato va al Centro Nord
74
02/02/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Terra dei fuochi, fronteggiare il rischio
76
02/02/2016 Starbene
TINTA IN CASA? ECCO COSA DEVI SAPERE
77
02/02/2016 Starbene
BALSAMI LABBRA I 5 SCELTI DA NOI
79
02/02/2016 Starbene
tutto in un cerotto
80
02/02/2016 Starbene
AIUTALI CON I FIORI DI BACH
81
PROFESSIONI
Il capitolo non contiene articoli
PERSONAGGI
02/02/2016 ItaliaOggi
Fassino rispolvera le tecniche di propaganda del Pci
83
02/02/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
Il centrodestra si sfalda anche la Melini in dubbio
84
02/02/2016 Giornale di Monza
Mandelli vicepresidente in Commissione Bilancio
85
IN PRIMO PIANO
2 articoli
02/02/2016
Pag. 1
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NEW BUSINESS
Le gare in corso e i nuovi incarichi
Alle pagg. 14 e 15 CLIENTE INCARICO Aim (Aziende Industriali Municipali Vicenza) creatività progetti di
comunicazione AMT Genova gestione degli spazi pubblicitari Alto Adige Sudtirol creatività e media
Associazione di produttori di Fruits promozione dei marchi di qualita DOP e IGP et Legumes du SudOuest
in Italia, Francia, Germania e Spagna media globale California Prune Board pr e promozioni in Italia
Camera di Commercio di Caltanissetta campagna per promozione turistica Comune di Acireale servizi di pr
per la promozione del 'Distretto del mare' Comune di Bologna concessione spazi pubblicitari per 9 anni
Comune di Palermo comunicazione per il Distretto Turistico Palermo Costa Normanna Consorzio
Parmigiano Reggiano comunicazione per 'Cheese it's Europe' Consorzio del Prosciutto di Parma creatività
e media comunicazione Internazionali di Tennis 2016 Credem creatività Diners Club Italia consultazione
per creatività e media campagna per quotazione media planning per campagna quotazione comunicazione
digital media planning e buying globali Electronic Arts media paneuropeo creatività europea attività sui
social media Fastweb media creatività Fiat Tipo Federazione Ordini Farmacisti Italiani comunicazione e
ufficio stampa Ferrovie dello Stato campagne pubblicitarie commerciali e istituzionali Fondazione Ronald
McDonald comunicazione in Italia General Motors rp globali Groupon media planning in Italia Gruppo FCA
creatività per il lancio di Alfa Romeo Giulia Gruppo Volkswagen strategia di content marketing globale per
Skoda Gruppo Volkswagen media globale Harley-Davidson creatività, digital e media globali media buying
globale comunicazione istituzionale comunicazione digitale Kiabi eventi The Ad Store, All Comunication,
Atc Mars media planning e buying in definizione Mercatone Uno creatività e media in definizione Ministero
Politiche Agricole organizzazione e promozione stand Italia a Seafood 2016 domande entro il 18 febbraio
Paddy Power creatività in Italia Hi!, M&C Saatchi, Auge Parco dei Monti Picentini attività pubblicitarie in
definizione Parmalat creatività per Santal Saatchi&Saatchi e altre sigle Parmalat creatività per Zymil
McCann e Saatchi Poste Italiane creatività ATL (due lotti) domande entro l'8 marzo 2016 P&G creatività
globale di Fairy Publicis e Grey Presidenza del Consiglio dei Ministri campagna integrata per lo School
Bonus in definizione Provincia di Reggio Calabria gestione degli spazi pubblicitari nell'aeroporto in
definizione SABMiller creatività per il lancio globale di una nuova birra in definizione SABMiller media
planning e buying a livello globale Mec, ZenithOptimedia, Initiative, MediaCom Samsung rp in Italia in
definizione Sony Mobile creatività globale in definizione TUI Group creatività paneuropea in definizione
Turismo FVG campagna per promuovere l'offerta turistica in definizione Unibet creatività europea in
definizione
Nuovi incarichi CLIENTE INCARICO AGENZIE Avis Budget Group rp Emea Weber Shandwick brand
identity Wolff Olins Homepal creatività CasiraghiGreco& Mars Italia media Omni@ MEC3 creatività di
Cookies LL&L NaturaLook media Initiative Penny Market media Dentsu Aegis media globale di PlayStation
(Italia compresa) MediaCom media in Europa di Sony Music e Sony Pictures OMD media globale di Sony
Electronics MediaCom
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 02/02/2016
7
01/02/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
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Regioni e Asl
Mandelli ( Fofi ): "Farmacia nell'ospedale è un fattore di sicurezza
irrinunciabile"
01 FEB - "Va salutato come un passaggio importante per tutta la professione la vittoria ottenuta dal SiNaFO
nel suo ricorso al TAR contro la determinazione della Regione Piemonte che, di fatto, apriva la porta a un
futuro di Ospedali privi di farmacia e di farmacisti organici alle strutture" dice il presidente della
Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani, senatore Andrea Mandelli. "Da tempo la Federazione sostiene
che le competenze e il numero dei farmacisti ospedalieri dovrebbero aumentare e che le molte strutture
sanitarie e assistenziali ancora prive della competenza del farmacista, pur impiegando abitualmente
farmaci, dovrebbero essere tenute a ovviare a questa lacuna, grave in primo luogo per la sicurezza del
paziente. Sarebbe stato impensabile, dunque, che si andasse nella direzione opposta, oltretutto in una
Regione - il Piemonte - che è stata sede anche delle sperimentazioni sul ruolo del farmacista di
dipartimento condotte dal Ministero della Salute in collaborazione con SIFO e FOFI" prosegue Andrea
Mandelli." Ci complimentiamo quindi con i colleghi del SiNaFO e ci auguriamo che questa sentenza
costituisca un deterrente efficace per tutti i tentativi di ridurre il ruolo della farmacia ospedaliera". 01
febbraio 2016 © Riproduzione riservata
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 02/02/2016
8
SANITÀ NAZIONALE
25 articoli
02/02/2016
Pag. 29
diffusione:298071
tiratura:412069
Charme cede le macchine Bellco a Medtronic (Usa)
(d.pol.) Le macchine per dialisi della Bellco di Mirandola (Modena) finiscono sotto le insegne Medtronic, il
colosso Usa del settore medicale, noto come l'inventore del pacemaker. L'operazione è firmata da Charme
II, il private equity gestito da Montezemolo & partners, ossia la sgr promossa da Luca e Matteo
Montezemolo, che l'avevano comprata 4 anni fa. Ex partecipata della Snia, sede nella culla del distretto
biomedicale emiliano, la Bellco è la prima azienda privata italiana nelle terapie e sistemi per il trattamento
dell'insufficienza renale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
10
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Biomedicale
02/02/2016
Pag. 1.26
diffusione:289003
tiratura:424634
"Embrioni umani modificati" L'ultima frontiera della genetica
ELENA CATTANEO
CRISPR-CAS9, queste poche lettere hanno aperto un mondo nella storia della ricerca biomedica. Nove
lettere e un numero che rappresentano una rivoluzione. Un metodo che consente di riscrivere,
correggendole, alcune lettere del nostro genoma. Una tecnologia semplice ed economica che apre oggi
possibilità di ricerca enormi e chissà, un domani, se e quali prospettive di intervento medico. « PAGINA
ERA solo questione di tempo, quando si è scienziati e si viene in possesso della chiave in grado di aprire
una porta che si riteneva chiusa è doveroso farlo. Se si tratta di embrioni umani lo si deve fare con tutte le
avvertenze e cautele del caso, secondo procedure e ipotesi scientifiche controllate e validate. In Inghilterra
non si scherza su questi argomenti (e con la loro coerenza) e queste questioni vengono affrontate da
un'autorità specializzata su aspetti di fertilizzazione e embriologia (l'Hfea) che è anche competente a
valutare i presupposti e le condizioni dei singoli progetti di ricerca sul tema. In Inghilterra c'è anche una
legge razionale che consente le ricerche sugli embrioni sovrannumerari, altrimenti buttati, che vengono
invece donati per studiare e capire. Da oggi in Inghilterra c'è anche un'autorizzazione a modificare il Dna di
quegli embrioni sovrannumerari, a patto che questi non vengano impiantati per dare il via a una gravidanza.
In Italia, con la lungimiranza dello struzzo, ci confrontiamo con norme che prevedono il carcere per il
ricercatore che si azzardi a derivare cellule staminali embrionali da embrioni in vitro e sovrannumerari (le
stesse cellule staminali embrionali che la legge ci permette però di importare, per studiare con beneficio per
tutti). Oltremanica si regolano le ipotesi per favorire l'incremento della conoscenza di base, che è premessa
di ogni nuovo trattamento.
In Italia rispondiamo con divieti e tintinnio di manette. Nel merito, i colleghi inglesi del Francis Crick
Institute, svolgeranno un esperimento che dovrebbe coinvolgere, nella fase iniziale, 20-30 embrioni, per
capire quali siano le ragioni per cui ogni 100 ovuli fecondati, meno di 50 raggiungono lo stadio di blastocisti
(strutture di circa 200-300 cellule), mentre solo 13 arrivano al terzo mese. Cioè i colleghi vogliono capire il
perché di questo numero enorme di blastocisti-embrioni che la natura stessa scarta e distrugge. Ebbene,
per capire cosa determina ciò i ricercatori useranno proprio la tecnica Crispr con cui si "disattiverà" un gene
alla volta per capire quali sono quelli fondamentali per lo sviluppo embrionale.
Le finalità sono quelle di capire cosa può portare a miglioramenti nella fecondazione assistita, oltre a farci
capire di più dei primissimi stadi dello sviluppo. Ovviamente un miglioramento della probabilità di successo
delle tecniche di fecondazione, potrebbe voler dire meno cicli di stimolazione ormonale per le donne che vi
si sottopongono, meno sofferenze, meno speranze frustrate e, magari, nuovi nati. Chi ha a cuore la nascita
di bambini, il formarsi di nuove famiglie - qualsiasi esse siano - dovrebbe felicitarsi di queste ricerche. È
giunta l'ora di non dare alcun credito a coloro, anche sedicenti scienziati, che ad ogni piè sospinto gridano
allo scandalo della "scienza irresponsabile" che mirerebbe alla creazione del "bambino perfetto" (ben
sapendo che non è questo l'obiettivo, nemmeno nel caso dello studio inglese), baloccandosi della
distruzione degli embrioni. Farlo significa mentire o manipolare le informazioni veicolate ai cittadini italiani.
Come al solito alcuni lavorano per agitare spauracchi invece di accompagnare la scienza e la società in un
mutuo terreno di comprensione. Una ragione in più per regolare e non vietare qui la buona scienza,
perseguendo invece i ciarlatani non-scienziati che promettono cure miracolose approfittando della
necessità di speranze dei malati ai quattro angoli del globo.
Docente all'Università Statale di Milano e senatore a vita
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
11
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
LONDRA DICE SÌ, GLI SCIENZIATI SI DIVIDONO
02/02/2016
Pag. 37
diffusione:289003
tiratura:424634
Il gene è al lavoro
mariapaola salmi
Parte a breve la sperimentazione di una nuova terapia genica che promette di contrastare le metastasi che
si presentano al fegato in seguito a un tumore del colon retto.
La coordina Giovanni Sitia, responsabile dell'Epatologia sperimentale del San Raffaele di Milano, che ne
ha pubblicato i primi dati sperimentali su Embo Molecular Medicine.
Al centro della terapia sono i macrofagi, cellule del sangue normalmente richiamate nei tumori, che
possono essere utilizzati per veicolare sulle neoplasie dei geni anti-tumorali capaci di combattere le
metastasi epatiche.
Lo studio - fatto in collaborazione con Luca Guidotti e Luigi Naldini, direttore del TIGET ( l'istituto Telethon
per la Terapia Genica del San Raffaele) - illustra una tecnica di trasferimento genico che utilizza dei virus
lenti capaci di portare nelle cellule staminali del sangue un gene che avrà attività anti-tumorale nelle cellule
generate da quelle staminali.
Peculiarità del gene anti-tumorale prescelto dai ricercatori milanesi è la capacità di attivarsi solo nei
macrofagi, le cellule del sistema immunitario che sono richiamate in gran numero in presenza di un tumore.
I macrofagi così ingegnerizzati invadono le metastasi, e iniziano a produrre interferone che nelle zone
neoplastiche svolge la sua azione anti-tumorale.
«Una volta nel fegato l'interferone - spiega Giovanni Sitia - riduce la crescita delle metastasi e la loro
espansione, poiché riesce a favorire la risposta immunitaria contro le metastasi del cancro al colon retto».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
12
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CANCRO/R SALUTE
02/02/2016
Pag. 37
diffusione:289003
tiratura:424634
Il morbo di Parkinson fermato dalle staminali
Già fatto il trapianto nel primo paziente. Ma i benefici arriveranno tra alcuni anni
GIOVANNI SABATO
LA META NON È VICINA, ma la strada per raggiungerla sembra chiara. E la possibilità di curare le malattie
neurodegenerative con le cellule staminali, appare più concreta che mai. In particolare per il Parkinson, che
dipende dalla morte, in un'area profonda del cervello, dei neuroni che producono la dopamina, un
messaggero cerebrale.
Trent'anni fa Anders Björklund, dell'Università di Lunds in Svezia, provò per primo a curarlo trapiantando,
nel cervello dei malati, giovani neuroni presi da feti abortiti. A differenza dei neuroni adulti, questi erano
capaci di integrarsi nel nuovo cervello e rimpiazzare quelli morti. Ma una sperimentazione condotta negli
Stati Uniti diede un esito impietoso. Non solo a due anni dall'intervento i malati non mostravano benefici,
ma alcuni accusavano nuovi gravi disturbi, come scatti incontrollabili degli arti. Così i trapianti furono
fermati. Björklund però non era convinto: «Fra i miei pazienti avevo visto miglioramenti impressionanti.
Qualcuno aveva praticamente smesso di prendere i farmaci, per decenni, fino alla morte». Così si è
rimesso al lavoro, e con lui gli altri maggiori studiosi del settore, riunitisi nel 2006 nel consorzio europeo
Transeuro. Si è visto così che la bocciatura era stata frettolosa: i neuroni trapiantati impiegano anni a
collegarsi bene al resto del cervello, e molti malati hanno iniziato a mostrare benefici dopo 3-5 anni
dall'intervento. A fare la differenza è poi il punto preciso del trapianto: i malati colpiti dai gravi effetti
collaterali erano quelli che avevano ricevuto le cellule in un'area risultata inadatta. Chiariti questi e tanti altri
elementi, si è approntata una nuova sperimentazione finanziata dall'Unione europea. «Siamo partiti a
maggio con il trapianto nel primo paziente», ha spiegato il capofila, Roger Barker dell'Università di
Cambridge. Se anche funzioneranno, però, i neuroni dei feti non saranno la soluzione tanto attesa, perché
non basteranno mai per tutti (per un malato occorrono circa sei feti). Bisognerà allora rivolgersi a un'altra
fonte, virtualmente inesauribile: le cellule staminali embrionali, che possono moltiplicarsi a volontà e
generare potenzialmente qualsiasi tessuto.
Sulla scia del successo di Transeuro, dal 2014 i ricercatori di questa e altre collaborazioni internazionali
che lavorano ai trapianti nel Parkinson si sono uniti nel consorzio G-Force. Fra i partecipanti c'è
Neurostemcellrepair, un gruppo europeo guidato da Elena Cattaneo, che mira appunto a ricavare dalle
staminali i neuroni che producono la dopamina. Anche questa meta pare ormai prossima: a fine 2014 un
team di Neurostemcellrepair ha ottenuto neuroni che, trapiantati nei ratti, si comportano esattamente come
quelli originali. Ci vorrà ancora qualche anno per verificare che soddisfino i rigorosi requisiti per il trapianto
nell'uomo. Ma se tutto va bene, nel 2018 partiranno le sperimentazioni umane. A quel punto si tratterà di
aspettare alcuni anni per vedere se funzionano. E incrociare le dita. La cellula progenitrice si specializza in
un tipo par ticolare di cellula del corpo La cellula staminale si divide in due: una progenitrice (normale),
l'altra staminale (divisione asimmetrica) DA UN NUCLEO INDISTINTO AGLI ORGANI Staminale
Progenitrice Cellula primitiva non specializzata Staminale Normale Specializzata Staminale FONTE
RIELABOR AZIONE DATI RSALUTE INFOGR AFICA PAULA SIMONET TI
COME COLPISCE SEZIONE DEL MESENCEFALO Area motoria Area motoria Ner vi del braccio Ner vi
della gamba Midollo spinale COS'È LA DOPAMINA È un neurotrasmettitore: un messaggero chimico che
ser ve ai neuroni delle diverse aree del cer vello a comunicare fra loro Ordine inviato Sinapsi A Neurone
trasmettitore B Neurone che riceve l'ordine PERCORSO DELLA DOPAMINA BASSI LIVELLI DI
DOPAMINA LIVELLI NORMALI DI DOPAMINA tAl diminuire dei neuroni della sostanza nera, si abbassano
i livelli di dopamina e si altera la trasmissione alle altre zone del cer vello CON PARKINSON eI neuroni
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
13
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R SALUTE/Nuove terapie. Le cellule madri che sono negli embrioni possono moltiplicarsi a volontà e dare
vita a qualunque tessuto. Iniettate nel cervello rigenerano i neuroni. Studi sull'uomo dimostrano che
riescono ad arginare la degenerazione
02/02/2016
Pag. 37
diffusione:289003
tiratura:424634
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
14
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della sostanza nera producono dopamina e la inviano alle zone del cer vello che controllano il movimento rI
neuroni trasmettono la dopamina mediante le sinapsi SINAPSI NORMALE Sostanza nera Zone di
produzione di dopamina www.eurostemcell.org/it www.parkinson-italia.it PER SAPERNE DI PIÙ
02/02/2016
Pag. 39
diffusione:289003
tiratura:424634
RICETTA ELETTRONICA SERVIRÀ IL DOPPIO DELLA CARTA
PAOLO CORNAGLIA FERRARIS
LA RICETTA elettronica (dematerializzata) renderà sincrone le attività di prescrizione del medico e di
erogazione della farmacia. I medici non riceveranno più blocchi di ricette rosse, ma numeri prodotti dal
sistema centrale gestito da Sogei, che verranno assegnati alle Asl. Il medico si connetterà tramite il proprio
Pc al sistema di riferimento e, dopo essersi identificato, effettuerà la prescrizione on line, utilizzando uno
dei numeri assegnatigli dalla Asl, e associando il codice fiscale dell'assistito. Il sistema validerà quel codice
fiscale e tutte le informazioni di esenzione (per reddito e/o patologia). A questo punto, il medico completerà
la ricetta con la prescrizione del farmaco e, con un semplice click, confermerà la generazione della ricetta
elettronica sul server di Sogei. Purtroppo però la carta non sparirà, anzi raddoppierà. Il medico, infatti, deve
stampare e consegnare all'assistito un "promemoria" con numero di ricetta, codice fiscale, esenzioni e
prescrizione, da utilizzare anche in caso di inconvenienti internet. Prima che ciò si diffonda, le ricette rosse
viaggeranno per anni insieme ai pro-memoria e si consumerà il doppio di carta, toner e stampanti. La
"materialità" della ricetta non solo resta, ma raddoppia. I costi, però, non saranno più della Asl ma dei
medici, con piacere di chi vende stampanti e toner. Se le Asl, invece, dotassero i Pc dei medici di lettori
della Carta Sanitaria, sul chip della quale scrivere le prescrizioni, niente più stampanti, carta e toner e il
paziente diventerebbe proprietario e custode dei propri dati. Cosa lo impedisce? [email protected]
MANDATE LE VOSTRE DOMANDE: [email protected] RSalute, via C. Colombo 90, Roma
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
15
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CAMICI & PIGIAMI/R SALUTE
02/02/2016
Pag. 1.10
diffusione:289003
tiratura:424634
"Sì alla manipolazione degli embrioni umani" Londra, la svolta divide
Via libera a team inglese dopo l'esperimento in Cina "Studieremo nuove cure". "Sarà eugenetica" Il team
che ha ottenuto l'autorizzazione: ora lavoreremo per evitare gli aborti e l'infertilità
MARCO CATTANEO
ROMA. Kathy Niakan e i suoi collaboratori del Francis Crick Institute di Londra potranno alterare geni di
embrioni umani per studiare le cause dell'infertilità e dell'aborto spontaneo. Prima al mondo, la Human
Fertilisation and Embryology Authority, l'autorità britannica per l'embriologia e la fecondazione umana, ha
autorizzato i ricercatori a condurre esperimenti di modifica genetica sugli embrioni, dopo aver a lungo
valutato la richiesta della biologa, soppesando le implicazioni etiche di un progetto di ricerca probabilmente
destinato a suscitare polemiche.
Esperta di biologia dello sviluppo, Niakan ha spiegato già nelle scorse settimane che l'obiettivo ultimo di
questi studi è «capire quali siano i geni necessari perché un embrione umano si sviluppi con successo
dando origine a un bambino sano. E la ragione per cui è così importante è che aborti spontanei e infertilità
sono estremamente diffusi, ma non ne capiamo bene i meccanismi». Su 100 uova fecondate, infatti,
appena la metà raggiungono lo stadio di blastocisti, una struttura composta da circa 200-300 cellule, 25 si
impiantano correttamente e 13 superano i tre mesi di sviluppo. Allo stadio di blastocisti, che si raggiunge
intorno a una settimana dalla fecondazione, alcune cellule sono già state indirizzate per svolgere specifici
ruoli: alcune vanno a formare la placenta, altre il sacco vitellino, che svolge le funzioni nutrizionali nelle
prime fasi dello sviluppo, e altre ancora finiranno per dare vita a un bambino.
Per il momento i meccanismi con cui si svolge questo processo non sono chiari, ma si sa che in questa
fase ci sono alcune porzioni del nostro Dna molto attive.
Niakan e colleghi disattiveranno alternativamente geni per capire esattamente quali siano essenziali
durante queste fasi precoci dello sviluppo embrionale. Gli embrioni, provenienti da donazioni, saranno
distrutti dopo una settimana e - secondo le indicazioni della Hfea - non potranno in alcun modo essere
impiantati per far nascere un bambino.
In realtà non è la prima volta che embrioni umani vengono sottoposti a modifiche genetiche.
Già nell'aprile scorso il gruppo di Junjiu Huang all'Università Sun Yat-sen di Guangzhou, in Cina, aveva
pubblicato su Protein & Cell i risultati dei primi esperimenti di manipolazione, eseguiti senza grande
successo nel tentativo di correggere un gene per l'emoglobina per prevenire la talassemia. L'articolo era
stato però respinto sia da Nature che da Science, sulle cui pagine erano apparsi appelli a non perfezionare
la tecnica usata dal team cinese prima che fossero stabiliti confini ben precisi al suo uso, dato il rischio di
eugenetica dietro l'angolo. Quella stessa tecnica, battezzata CRISPR-Cas9, era comunque stata dichiarata
da Science, a dicembre, l'innovazione rivoluzionaria dell'anno. In uso già da qualche tempo, permette di
intervenire sul Dna con il cosiddetto gene editing, una specie di correzione di bozze in cui è possibile
modificare le singole lettere che compongono la sequenza genetica. Ed è la stessa che useranno Niakan e
gli altri scienziati del Francis Crick Institute per intervenire sugli embrioni.
All'entusiasmo di Paul Nurse, direttore del Francis Crick, si è unito un coro di voci favorevoli.
Da George Daley, esperto di cellule staminali a Boston, a Sarah Chan, bioeticista dell'università di
Edimburgo, che vede nella rivoluzionaria decisione della Hfea un ottimo esempio di come si possa «fare
sperimentazione distinguendo tra ricerca e riproduzione». Fuori dal coro, David King, direttore di Human
Genetics Alert, ha invece ribadito che «è il primo passo di un processo che condurrà a bambini
geneticamente modificati, e a un futuro di eugenetica di consumo». I toni sono già alti. E siamo solo
all'inizio.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Il caso
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tiratura:424634
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L'APPUNTAMENTO E L'ITALIA ASPETTA LA DECISIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE Il 22
marzo la Consulta potrebbe sdoganare anche in Italia la ricerca sugli embrioni umani, decidendo su un
ricorso dell'associazione Coscioni contro la legge 40
La tecnica
Gli esperimenti La "guida" fatta di Rna Guida di Rna Enzima che taglia Dna Il gene obiettivo L'Rna si lega
al gene obiettivo L'enzima taglia Il gene tagliato viene sostituito con un gene sintetizzato in laboratorio 1Un
enzima "taglia" il Dna nel punto voluto Per guidarlo verso l'obiettivo viene creata in laboratorio una molecola
di Rna che funge da guida L'Rna si lega al gene da tagliare, poi l'enzima lo taglia nel punto voluto L'inter
vento può terminare con l'eliminazione del gene Oppure un nuovo gene può essere inserito al posto di
quello tagliato Insulina Introducendo il gene che produce insulina in un batterio, alcuni biohacker vogliono
produrre autonomamente la sostanza Formaggio vegano Modifcando il suo Dna, il lievito può produrre
caseina e permettere anche ai vegani di assaporare il formaggio Garofani Un biohacker giapponese sta per
modifcare il Dna di alcuni garofani per ottenere dei colori inediti da esporre nelle fere Piante fosforescenti
Una comunità di biohacker ha ottenuto, grazie al crowdfunding, i soldi per creare una piantina ogm che si
illumina di notte
www.hfea.gov.uk www.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: LA FRONTIERA Ricerca in laboratorio.
Al via in Gran Bretagna i primi esperimenti sul Dna di embrioni umani
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Con le forbici sui geni malati ecco il taglia e cuci del Dna
ELENA DUSI
4IN CHE COSA CONSISTE L'ESPERIMENTO? Nel prendere alcuni embrioni (trenta in una prima fase) e
modificarne il Dna. Gli embrioni usati sono frutto della fecondazione in vitro, ma le coppie non intendono
utilizzarli e hanno firmato un consenso informato per il loro impiego a scopo scientifico. Nel Dna verranno
bloccati alcuni geni fondamentali per regolare lo sviluppo embrionale nei primi giorni di vita.
Disattivando i geni uno alla volta, si vuole capire che ruolo giocano nella prima settimana di formazione di
un individuo. Queste conoscenze potranno forse un giorno aiutare a combattere alcune forme di infertilità o
migliorare l'efficienza della fecondazione assistita.
NASCERANNO BAMBINI OGM? Dagli embrioni usati nell'esperimento non nascerà alcun bambino. Tutti
saranno distrutti al massimo quattordici giorni dopo la fecondazione. La legislazione inglese e le linee guida
di molti altri paesi consentono infatti l'intervento sul Dna di un embrione solo per scopi di ricerca, mai per
avviare una gravidanza. Questo non solo per scopi etici, ma soprattutto perché le tecniche usate oggi per
modificare il genoma non sono ancora sicure al cento per cento.
Oltre ai cambiamenti sui geni voluti, potrebbero causare anche delle modifiche in altri punti casuali del
Dna, con effetti difficili da prevedere. Per questo l'anno scorso, a più riprese, gli stessi scienziati si sono
imposti una moratoria degli interventi sugli embrioni umani a scopo riproduttivo. 5È LA PRIMA VOLTA CHE
VIENE MODIFICATO IL DNA DI UN EMBRIONE UMANO? Ad aprile dell'anno scorso un'équipe cinese
dell'università di Guangzhou (Canton) è intervenuta sul Dna di 86 embrioni umani. Gli embrioni, frutto di
fecondazione assistita, erano stati fecondati da due spermatozoi anziché uno: condizione che li avrebbe
comunque resi incapaci di dar vita a un bambino. L'esperimento - pubblicato sulla rivista Protein & Cell aveva comunque suscitato grande polemica.
Gli scienziati cinesi si erano proposti di correggere un gene che causa la talassemia, ma il loro tasso di
successo era stato piuttosto basso. E molte erano state le mutazioni non volute del Dna. COME SI FA A
CAMBIARE IL DNA DI UN EMBRIONE? Fino a pochi anni fa sarebbe stato complicato.
Oggi invece nei laboratori si è diffusa una nuova tecnica che sta rivoluzionando il settore dell'ingegneria
genetica. La tecnica si chiama "Crispr" e rende molto più rapido, economico e preciso (anche se non
ancora al 100 per cento, come si è visto) l'intervento dell'uomo sul genoma di piante, uomini e animali.
Crispr è stata introdotta nel 2013 e sfrutta un meccanismo che i batteri usano per neutralizzare il genoma
dei virus invasori sminuzzandolo. Guidando le "forbici" di Crispr verso il punto desiderato del Dna, in
laboratorio, è possibile tagliare la doppia elica in modo mirato ed eventualmente sostituire il gene eliminato
con un altro utile, realizzato in laboratorio. PER COSA VIENE USATO OGGI CRISPR? Introdotto nel 2013,
il metodo ha permesso fra l'altro di migliorare i sintomi della distrofia muscolare (topi di laboratorio), curare
una forma di cecità (cellule umane in vitro), creare maiali in parte compatibili per gli xenotrapianti, realizzare
modelli animali di malattie umane (scimmie con l'autismo), rendere le cellule del sistema immunitario
aggressive nei confronti dei tumori, aiutare l'organismo a sconfiggere i virus di epatite o Hiv (test preliminari
non ancora sull'uomo), creare zanzare immuni al parassita della malaria. Un grande successo, ottenuto con
una tecnica simile a Crispr, è stata la guarigione di una bimba inglese malata di leucemia a novembre 2015
QUANTO CRISPR STA CAMBIANDO L'INDUSTRIA FARMACEUTICA? La sta rivoluzionando, almeno
nella sua parte più innovativa e legata alla biotecnologia. Ad agosto dell'anno scorso la Fondazione Bill &
Melinda Gates e Google Ventures hanno investito 120 milioni di dollari in Editas, una società dedicata
all'uso di Crispr per scopi medici.
Anche alcune ditte che producono ogm vegetali stanno lavorando al metodo. I tre scienziati che lo hanno
messo a punto (Jennifer Doudna di Berkeley, Emmanuelle Charpentier oggi al Max Planck di Berlino e
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Domande & risposte
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Feng Zhang del Mit e di Harvard) sono in lite giudiziaria per il brevetto. Difficilmente però gli sfuggirà uno
dei prossimi premi Nobel.
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Emergenza planetaria per il virus Zika
Fabio Di Todaro
A PAGINA 7 Personale del ministero della Salute venezuelano disinfesta dalle zanzare una casa di
Caracas «Il virus Zika è un'emergenza sanitaria internazionale». Sono bastate otto parole a Margaret
Chan, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, per aprire ufficialmente un nuovo fronte
sulla scena della salute pubblica mondiale. Memore delle polemiche seguite al lancio tardivo dell'allarme
per l'epidemia causata dal virus ebola, l'agenzia speciale per la salute delle Nazioni Unite non ha perso
tempo per definire «le complicanze neurologiche dell'infezione un evento straordinario» che richiede «una
risposta coordinata» tra tutte le parti in causa. Anche se «non vi è ragione per porre restrizioni ai viaggi e
agli scambi commerciali». Niente prove A Ginevra erano da poco passate le 19 quando il comitato
internazionale d'emergenza, convocato da Chan nel quartier generale dell'Oms, è uscito allo scoperto. Guai
ad abbassare la guardia nei confronti del virus che, individuato per la prima volta in Uganda nel 1947 e
trasmesso dalla zanzare del genere Aedes (le stesse che veicolano la febbre dengue e la chikung u nya ) ,
s o l t a n t o i n B ra s i l e avrebbe - il condizionale è d'obbligo - provocato l'aumento dei casi di
microcefalia di quasi venti volte. Si tratta di una malformazione neurologica che si manifesta con una
dimensione ridotta della testa di un neonato e con un rischio più alto di vedere lo stesso andare incontro a
una crescita difettosa. Così, per quanto la correlazione tra l'infezione nella gestante e la microcefalia di un
proprio figlio sia «al momento soltanto fortemente sospettata», secondo David Heymann, a capo del
comitato di emergenza, è il caso di «attivare una sorveglianza standardizzata nei confronti delle zanzare e
intensificare la r i ce rc a » a l f i n e d i a r r i va re quanto prima a definire l'entità del legame: al momento
non scientificamente provato. Prudenza, nei giorni scorsi, ha predicato anche la rivista «Nature»,
ipotizzando un aumento dei casi legato all'«effetto consapevolezza» che si registra in questi momenti.
Donne in dolce attesa L'attenzione è dunque puntata sulle donne incinte che vivono nelle aree tropicali e
subtropicali del Pianeta (le zanzare Aedes non vivono in Italia). Il virus Zika, per cui non esistono cure o
vaccini, è infatti rintracciabile in almeno altri venti Paesi, dove però nel frattempo non è stata osservata
un'impennata dei casi di microcefalia tra i nuovi nati. Da qui il messaggio rivolto alle donne del resto del
mondo da Margaret Chan: «Meglio rimandare un viaggio nelle aree in cui è presente il virus, se questa
scelta non intacca gli impegni familiari». Identica la linea sposata nei giorni scorsi dal ministero della Salute
italiano, guidato da Beatrice Lorenzin. Mentre il Centro Nazionale Sangue ha sospeso per 28 giorni le
donazioni per soggetti ritornanti dalle aree interessate dall'epidemia. Allarme Olimpiadi Oltreoceano si
temono oltre 4 milioni di contagi nell'anno appena iniziato, ma i rischi per uomini, bambini e anziani sono
limitati a quelli che accompagnano una normale influenza. Improbabili i contagi da uomo a uomo. L e
preoccupazioni, piuttosto, riguardano i grandi eventi che nei prossimi mesi coinvolgeranno il Brasile: dall ' i
m m i n e n t e Ca r n eva l e a l l e Olimpiadi di agosto. Twitter @fabioditodaro c
Ha detto
Serve uno sforzo internazionale per battere il virus. Ma per ora niente restrizioni nei viaggi Margaret Chan
Direttore generale Oms
La diffusione Messico Panama Bolivia Paraguay Brasile I consigli El Salvador Guatemala Venezuela
Colombia Ecuador Honduras Haiti Porto Rico Barbados Martinica Guadalupa Saint Martin Guyana
Suriname Guyana francese
- LA STAMPA Fonte: Ministero della Salute Per chi visita questi Paesi: Paesi con epidemie a rapida
evoluzione e trasmissione in aumento o diffusa Paesi con trasmissione sporadica adottare le misure per
prevenire le punture di zanzara se donatori di sangue, sospendere le donazioni per 28 giorni dal ritorno
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RIUNIONE STRAORDINARIA DELL'OMS: SI PROPAGA IN MODO ESPLOSIVO. NON ESISTONO
VACCINI E TEST
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evitare viaggi non essenziali in queste zone Donne incinte e soggetti affetti da malattie del sistema
immunitario o croniche:
Foto: JUAN BARRETO/AFP
Foto: La zanzara tigre La Aedes albopictus è il veicolo dei nuovi focolai del virus Zika REUTERS La
campagna Istruzioni anti-contagio sulle scatole di fiammiferi in Perù AFP Disinfestazione A Tegucigalpa, in
Honduras, personale del ministero della Sanità disinfesta un'area dalle zanzare che portano il virus
02/02/2016
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tiratura:185831
Embrioni umani, sì alla manipolazione
•La Gran Bretagna h a autorizzato u n t e a m di scienziati •«Non sarà a fini riproduttivi, studieremo lo
sviluppo umano» a c o n d u r r e u n a serie di esperimenti di modifica genetica In Italia ricorso alla Corte
Costituzionale per abolire il divieto VERRANNO S T U D I A T I I GENI ESSENZIALI PERCHE UN BIMBO
SIA SANO. POLEMICHE SULLE MODIFICHE COMPIUTE SUL DNA
Carla Massi
ROMA Non saranno utilizzati per gravidanze ma solo, assicurano nei laboratori inglesi, per studiare le
prime fasi dello sviluppo umano. La Gran Bretagna ha dato il via libera alla ricerca sugli embrioni umani.
Una modifica genetica vera e propria anche se non destinata alla riproduzione. LA TALASSEMIA Cade
così uno degli ultimi muri etico-scientifici che impediscono ai ricercatori di cambiare i connotati degli
embrioni. E' la prima volta in Europa. L'esperimento era stato fatto in Cina (vennero modificati dei geni
legati alla talassemia) e negli Stati Uniti dove, aggirata una legge federale, e si lavorato su un embrione
considerato inutilizzabile per la fecondazione assistita. L'obiettivo era quello di approfondire lo studio sulle
staminali, venne distrutto. Questa volta, invece, c'è il sì alla manipolazione da parte di un governo, dalla
Human Fertilisation and embryologi authority. Al Francis Crick Institute di Londra da anni seguono il
progetto ma i test dovrebbero iniziare in estate. Il sì, ad un patto: non sarà permesso impiantare gli
embrioni modificati in una donna. Gli esperimenti si concentreranno sui primi sette giorni dopo la
fecondazione. Per rintracciare le cause degli aborti spontanei come di alcuni danni genetici. Dopo la Gran
Bretagna, l'Italia. Ora potrebbe aprirsi anche da noi la possibilità di portare avanti le stesse ricerche. Oggi
non permesse dalla legge 40 sulla fecondazione assistita. Appuntamento il 22 marzo alla Corte
Costituzionale, verrà discusso l'articolo che prevede il divieto di qualsiasi tipo di sperimentazione sugli
embrioni. «Nel nostro Paese - spiega Filomena Gallo avvocato segretario dell'Associazione Luca Coscioni
per la Libertà di ricerca scientifica - si tutelano cellule che non potranno dare luogo a una gravidanza
piuttosto che i diritti di persone che nanna malattie per cui non esiste una cura o coppie che desiderano un
figlio e non riescono ad averlo». Gli embrioni sovrannumerari dichiarati in "stato di abbandono" conservati
nei vari centri di fecondazione assistita italiani sono circa tremila: se cadesse il divieto potrebbero essere
impiegati per la ricerca. Che da noi viene fatta solo con staminali embrionali importate dall'estero, r «Con
questa ricerca - è Kathy Niakan ricercatrice del Francis Crick Institute a parlare - possiamo davvero capire
quali sono i geni necessari perché l'embrione umano si sviluppi in un bambino sano. I problemi di infertilità
e di interruzione di gravidanza spontanea sono molto comuni. Ma ancora non ben compresi». IL DNA Nella
fase iniziale dovrebbero essere utilizzati circa 20-30 embrioni. Su cento ovuli fecondati, fa sapere Kathy
Niakan, meno di 50 raggiungono allo stadio di blastocisti (fase iniziale del processo di embriogenesi)con
200-300 cellule mentre solo 13 arrivano al terzo mese. Proprio per capire il perché di questa selezione
naturale nei laboratori inglesi verrà applicata una tecnica, lavorare sul Dna: viene oscurato un gene alla
volta per individuare quelli assolutamente necessari per lo sviluppo. I "paletti" assicurati dal gruppo del
Francis Crick non convincono una buona parte dei ricercatori-genetisti. «Questo lavoro - sentenzia David
King, direttore dello Human Genetics Alert - consentirà agli scienziati di affinare le tecniche necessarie alla
creazione di neonati modificati geneticamente ». B) RIPRODUZIONE RISERVATA La carta d'identità dei
geni È il gruppo completo dei geni, 20.000-25.000 nell'uomo, in cui è contenuta tutta l'informazione
necessaria agli organismi viventi per svilupparsi ed espletare le funzioni vitali IL GENOMA NUCLEOTIDI
L'acido deossiribonucteico è la struttura fisica a doppia elica presente in tutte le cellule e contiene il
genoma • T Struttura e basi azotate CROMOSOMA Si trova nel nucleo della cellula ed è costituito da DNA
disteso e altamente compatto in cui sono localizzati i geni Le quattro unità fondamentali che compongono il
DNA, formati da una struttura fissa, fosfato e zucchero, e una delle 4 basi azotate Sequenza di nucleotidi
che costituisce l'unità di informazione ereditaria e fornisce alla cellula lo stampo su cui produrre proteine, i
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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L'ESPERIMENTO
02/02/2016
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mattoni dell'organismo fosfato « ^ > •A T zucchero Adenina Timinà base azotata Guanina Citosina
Domande e risposte Perché la sperimentazione? OL'obiettivo è quello di mettere a punto nuove
tecniche per combattere le anomalie genetiche del feto e scoprire le cause che, nei primi tre mesi di
gravidanza, causano aborti spontanei E' per i bimbi in provetta? Questa ricerca potrà portare
miglioramenti nella fecondazione assistita alzando la percentuale delle gravidanze perché dovrebbe
riuscire a far chiarezza sui primi stadi dello sviluppo Quali modifiche dei geni? Al momento i
ricercatori negano di pensare alla manipolazione genetica ma l'evoluzione di questo lavoro
potrebbe portare alla nascita di bambini modificati geneticamente II materiale sarà distrutto? Il
materiale sarà sicuramente conservato sottozero ma con certezza non verrà utilizzato per una
gravidanza assistita. Potrebbe anche essere reso inutilizzabile per un impianto La ricerca con 20-30
embrioni
02/02/2016
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tiratura:185831
«II virus Zika è un ' emergenza globale»
L.Fan.
ROMA II virus Zika è una "Emergenza internazionale di salute pubblica". Come Eboia (dall'agosto 2014) e
la Polio (da maggio dello stesso anno) e com'era stata a suo tempo l'influenza suina. La dichiarazione è
arrivata al termine di una riunione della Commissione istituita dall'Oms, che ha tenuto a precisare che Zika
resta una minaccia molto meno preoccupante delle altre, ma cht la dichiarazione è dovuta solo al legame,
peraltro per ora solo presunto, con la microcefalia. «Gli esperti -^ha spiegato il direttore generale Margaret
Chan a Ginevra - sono stati d'accordo nell'affermare che la relazione causale tra l'infezione da virus Zika in
gravidanza e la microcefalia è fortemente sospetta, anche se non è ancora scientificamente provata». LA
MANCANZA DEL VACCINO «II comitato - ha aggiunto Chan - non ritiene al momento che ci siano le
condizioni per chiedere restrizioni nei viaggi o nei commerci per prevenire la diffusione del virus». Ma c'è di
più. «Lo Zika virus da solo non sarebbe stato definito un'emergenza - ha sottolineato David Heymann, a
capo della commissione - perché perquanto ne sappiamo non causa condizioni cllniche gravi. È solo per
questo possibile legame con la microcefalia che abbiamo deciso di dichiararla emergenza internazionale,
ma non sappiamo quanto ci vorrà per trovare il link». Heymann ha ricordato che al momento per le donne
in gravidanza sono sconsigliati i viaggi nei paesi colpiti. Al momento la strategia che l'Oms metterà in
campo insieme alle istituzioni locali, locali, utilizzando per la prima volta il fondo per le emergenze istituito
dopo l'epidemia di Eboia, consisterà nella distribuzione di materiale protettivo e counseling alle donne in
gravidanza, a una stretta sorveglianza nei paesi colpiti anche per verificare l'effettivo legame tra virus e
microcefalia, e a un impulso alla ricerca per trovare un test rapido e, in un secondo momento, un
vacciVIAGGIno e una cura. La dichiarazione di emergenza internazionale, ha precisato Chan, servirà
proprio ad avere uno sforzo coordinato in queste direzioni. PROVVEDIMENTI E CONSIGLI Intanto in
Brasile, dove c'è stato una seconda donna incinta contagiata a San Paolo, la presidente della Repubblica,
Dilma Rousseff, ha firmato una misura provvisoria che autorizza l'accesso forzoso agli immobili in presenza
di potenziali focolai larvali di "Aedes aegypti", la zanzara responsabile per la trasmissione del virus. In base
al provvedimento - pubblicato ieri sulla locale gazzetta ufficiale - in caso di «imminente pericolo per la
salute pubblica agenti sanitari potranno entrare in edifici pubblici e privati quando abbandonati o in assenza
di persone che possano autorizzarne l'ingresso» II virus zika nella maggiore parte dei casi è asintomatico,
nei restanti casi provoca febbre, dolori dolori reumatici e mal di testa: «Di solito si ha una forma lieve di
malattia, i sintomi compaiono un paio di giorni dopo la puntura di una zanzara infetta. La maggior parte
delle persone con malattia da virus Zika presenta febbricola e rush cutaneo, si possono presentare anche
congiuntiviti, dolori muscolari e articolari, e astenia. I sintomi di solito scompaiono in 2-7 giorni». È quanto
Si legge sul sito del Ministero della Salute, sulla base dell'avviso del Centro Europeo Controllo Malattie
Infettive, per informare i viaggiatori sui possibili sintomi e il contagio del virus zika. Resta quindi di opinione
comune il fatto che, l'unico trattamento possibile per contrastare il contagio, consiste solo nell'alleviare i
sintomi con farmaci per il dolore e la febbre, il riposo e bere tanta acqua: se i sintomi peggiorano,
consultare un medico, prosegue il Ministero. (8 RIPRODUZIONE RISERVAT Bonifica in Sud America
APPELLO DEGÙ ESPERTI DELLA ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELIA SANITÀ DA GINEVRA: MA
PER ORA NESSUNA RESTRIZIONE Al VIAGGIno
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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L'ANNUNCIO
02/02/2016
Pag. 25
diffusione:41112
tiratura:81689
Invio spese sanitarie, nessun obbligo per le parafarmacie
ItaliaOggi pubblica le risposte degli esperti ai quesiti posti dal pubblico in occasione del Videoforum del 21
gennaio sulle novità fiscali e previdenziali del 2016. REGIME DEI MINIMI Un contribuente nel 2015 apre
una partita Iva come contribuente minimo; dopo due giorni la cessa con la stessa data di apertura, poi la
riapre con data antecedente a quella aperta e cessata prima. Può applicare ancora il vecchio regime dei
minimi? In alternativa, può essere considerata una start-up con regime forfettario? Angelo Portelli Risponde
Andrea Bongi Il quesito è piuttosto articolato. Perché possa avvalersi del regime dei minimi, con la seconda
apertura di partita Iva, sarebbe necessario capire la sorte della prima partita Iva aperta. Non ci sono
elementi nel quesito per capire se trattasi di una attività nuova avente i requisiti per essere qualifi cata
come start-up. Se lo fosse già dal 2015 la nuova attività può benefi ciare del regime agevolato con aliquota
del 5%. Resta tuttavia da capire se la partita Iva aperta e poi chiusa sia di fatto un errore e nessuna attività
sia stata svolta su tale posizione o meno. 730 PRECOMPILATO E PARAFARMACIE Le parafarmacie sono
obbligate all'invio telematico, verso l'Agenzia delle entrate, dei dati relativi alle spese sanitarie ai fi ni del
730 precompilato? Studio Biondi & associati Risponde Andrea Bongi Si ritiene che le parafarmacie, non
trattandosi di farmacie, non rientrano in generale nell'obbligo di invio telematico delle spese sanitarie.
Qualora però la parafarmacia fosse accreditata con il servizio sanitario nazionale per altre prestazioni,
limitatamente alle stesse, vige l'obbligo di invio di dati. TESSERA SANITARIA, INVIO DATI DAL
PODOLOGO Vorrei sapere se il podologo libero professionista è obbligato all'invio dei dati al Sistema
tessera sanitaria? La fi gura professionale non è iscritta all'ordine dei medici e odontoiatri e pur rilasciando
prestazioni detraibili come spesa sanitaria, non è un medico e a mio avviso non è obbligato alla
trasmissione. Roberto Masi Risponde Andrea Bongi Tale figura professionale non risulta, al momento, fra
quelle obbligate all'invio dei dati sanitari di cui all'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo n. 175/2014,
ossia: gli iscritti negli albi dei medici chirurghi ed odontoiatri, le farmacie pubbliche e private e le strutture
sanitarie pubbliche e private accreditate per l'erogazione dei servizi sanitari del Ssn e dei Sasn (Servizi
assistenza sanitaria naviganti). In considerazione di ciò non è obbligata all'invio dei dati sanitari 2015.
SPESE SANITARIE La struttura sanitaria convenzionata, come può essere considerato un laboratorio di
analisi, può delegare per l'invio il proprio commercialista in quanto intermediario telematico? Flora Bruno
Risponde Andrea Bongi Secondo quanto previsto nell'articolo 2, comma 3, del decreto ministeriale del 31
luglio 2015 le strutture sanitarie possono trasmettere i dati delle spese sanitarie e dei rimborsi anche
tramite le associazioni di categoria ed i soggetti terzi a tal fi ne designati. Si ritiene quindi che sia possibile
per il laboratorio di analisi convenzionato dare delega alla trasmissione al proprio commercialista seguendo
le usuali procedure previste per la delega a terzi. DATI SANITARI In merito alla comunicazione delle
prestazioni 2015 a carico dei medici, volevo chiedere se tra i soggetti obbligati sono ricompresi i veterinari.
Gino Ciavardelli Risponde Andrea Bongi No. I veterinari non rientrano tra i soggetti individuati dall'articolo
3, comma 3, decreto legislativo 175/2014 e del dm 31 luglio 2015 e quindi non sono obbligati a trasmettere
alcun tipo di dati all'amministrazione fi nanziaria in relazione alle spese mediche o ai rimborsi 2015. 6 continua Le precedenti puntate sono state pubblicate su ItaliaOggi del 26, 27, 28, 29 e 30 gennaio 2016
Foto: Un momento dei lavori
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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VIDEOFORUM ITALIAOGGI/ LE RISPOSTE DEGLI ESPERTI AI QUESITI DEL PUBBLICO
02/02/2016
Pag. 5
diffusione:85021
tiratura:120193
Con l'editing genetico si tagliano parti difettose di codice ma è possibile manipolare
EMANUELA VINAI
Se il Dna è un codice, ovvero una serie d'istruzioni, allora queste possono essere modificate e
riprogrammate. Ed è proprio ciò che gli scienziati descrivono con il termine editing : la possibilità di
modificare e correggere le parole che si trovano all'interno del libretto di istruzioni di ogni organismo
vivente. La tecnica che "riscrive" il Dna di qualsiasi organismo ha un nome che ricorda i cereali in scatola
(CrisprCas9), ma è una scoperta che rivoluziona il mondo scientifico. L'acronimo sta per «Clustered
Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats» (sequenze geniche che si ripetono) cui sono associati
dei geni Cas ( Crispr associated ) che codificano degli enzimi capaci di tagliare il Dna. In altre parole è il
procedimento di ingegneria genetica che permette di tagliare e incollare il Dna in modo specifico: uno
strumento di grande precisione per eliminare tratti di Dna difettosi o indesiderati e sostituirli con tratti integri
o desiderati. Una tecnica che possiede potenzialità e versatilità di cui non si vedono limiti fisici: qualunque
tipo di cellula, vegetale o animale, può essere modificata e la correzione può essere eseguita in qualunque
punto del genoma. E sarà proprio con la Crispr che gli scienziati della Gran Bretagna sperimenteranno sugli
embrioni per "spegnere" un gene alla volta e capire quali sono quelli fondamentali per lo sviluppo. È
ineludibile ora chiedersi quali sono le prospettive, gli utilizzi e i rischi di questa nuovissima tecnologia. «Uno
degli obiettivi è sicuramente quello di curare le malattie genetiche, e una sessione congiunta dell'American
ed European Society of Human Genetics in programma a maggio a Barcellona sarà proprio incentrata sul
gene editing - spiega Domenico Coviello , direttore del Laboratorio di Genetica umana degli ospedali
Galliera di Genova -. Recentemente è stata utilizzata nelle cellule staminali derivate da un paziente con una
patologia genetica che porta alla cecità. I ricercatori statunitensi della Columbia University e dell'Università
dell'Iowa hanno ottenuto le staminali dalla pelle di un paziente e poi hanno corretto la mutazione del gene
che causa la retinite pigmentosa. Il prossimo passo sarà riprogrammare le staminali "corrette" in cellule
della retina e verificare se è possibile trapiantarle nel paziente». Anche nell'agricoltura gli obiettivi non sono
meno ambiziosi, spiega Michele Morgante , ordinario di genetica all'Università di Udine e direttore
scientifico dell'Istituto di genomica applicata: «Grazie all'impiego di enzimi che i batteri usano per difendersi
dai virus, si ottengono nel Dna della pianta mutazioni mirate indistinguibili da quelle che potrebbero
avvenire in natura, ma in tempi molto più brevi». E riuscire a "centrare il bersaglio giusto" con velocità e
precisione è un fattore chiave per il successo della procedura: «Negli ultimi vent'anni la ricerca genomica ci
ha dato la possibilità di identificare con esattezza i geni e anche le basi specifiche di Dna su cui intervenire.
Ora, grazie al genome editing , possiamo modificare le piante per renderle immuni da malattie e parassiti».
Il paradosso è che chiunque può procurarsi il kit commerciale per un "taglia e cuci del Dna", ma questo non
garantisce di ottenere risultati: «È come comprare al supermercato una bella cassetta dei ferri da
meccanico, ma poi bisogna saperla usare - ribadisce Coviello -. Oltre alla competenza specifica del singolo
ricercatore, quello che fa la differenza è l'istituzione in cui lavora. Se Bill Gates e Google Venture,
nell'agosto scorso, hanno finanziato con 120 milioni di dollari una start up specializzata nell'uso di Crispr, e
in questo caso il limite per il ricercatore è solo la fantasia nel proporre applicazioni nei vari settori,
dipenderà dalla volontà della direzione approvare o meno un particolare utilizzo». Le potenzialità infinite
non esimono gli studiosi dal porsi domande e dal sollecitare un uso prudente e regolamentato della tecnica.
Nel caso dell'intervento sugli embrioni umani gli scienziati hanno proposto una moratoria internazionale:
«Nel 2015 il dottor Junjiu Huang, biologo alla Sun Yat-sen University di Guangzhou ha per primo utilizzato
Crispr/Cas9 per modificare il gene della beta talassemia in embrioni destinati comunque a non sopravvivere
a causa di un corredo cromosomico anomalo - racconta Coviello - ma l'esperimento ha allarmato tutta la
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Per progettare la vita c'è il «copia e incolla»
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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comunità scientifica tanto da far chiedere una moratoria sull'utilizzo di questa tecnologia sulle cellule della
linea germinale, cioè in grado di trasmettere le modificazioni delle caratteristiche genetiche alle generazioni
successive». Un allarme rapidamente condiviso: «Nel summit organizzato in dicembre a Washington dalla
National Academy of Sciences degli Stati Uniti, dall'Institute of Medicine, dalla Chinese Academy of
Science e dalla Royal Society of London si è ribadito che è meglio interrompere gli esperimenti su embrioni
e gameti umani fino a quando non ci sarà la certezza che non comportino rischi biologici e che sia chiaro il
tipo di utilizzo con il consenso della società». Va poi chiarita un'importante distinzione: «Da un lato Crispr
potrebbe essere utilizzato nelle fasi più avanzate di gravidanza, quando con la diagnosi prenatale si
evidenzia un difetto genetico che diviene correggibile. Su un altro fronte invece, con la produzione di un
numero elevato di embrioni nella fecondazione artificiale, si potrebbe aprire lo scenario a richieste di
modifiche del Dna per soddisfare desideri personali su specifici geni, con la falsa illusione che questo
possa permettere un miglioramento della specie». Discorso analogo per l'utilizzo in agricoltura, una
tecnologia agli albori che non va demonizzata ma che necessita di regole: «La tecnica ha rischi del tutto
equivalenti alla mutagenesi usata finora, anzi, ora se ci sono mutazioni off target sono subito riconosciute
ed eliminate, ma è comunque importante che non si finisca nel far-west - chiarisce Morgante -. Un gruppo
di ricercatori ha recentemente pubblicato su Nature Genetics un editoriale ragionato in cui si propone un
quadro normativo utile a ridurre al minimo i rischi di questa tecnica, finalizzandola esclusivamente al portare
il miglior beneficio possibile per l'umanità». Nella discussione entra anche la confusione con gli Ogm, che
però sono diversi: «In Europa è prevalsa la tesi per cui è la tecnologia che fa la differenza e non il prodotto,
ma qui non abbiamo inserimento di geni "alieni" nella pianta bensì un taglio di precisione nel Dna a fini
migliorativi». Resta la questione della componente finanziaria, tutt'altro che trascurabile: il ritorno
economico in questo ambito può essere da capogiro. «Sicuramente questa nuova tecnologia apre un
mercato enorme - conferma Coviello -. Per esempio Bayer ha sottoscritto un accordo con la Crispr
Therapeutics per trovare nuove terapie per l'emofilia, le malattie dell'apparato cardiovascolare nei bambini
e la cecità da degenerazione della macula». «I brevetti sui geni esistono da tempo, e contrariamente a
quanto si pensa i maggiori depositari di brevetti in questo campo sono le università e non le multinazionali spiega Morgante - perché molto è frutto della ricerca di base. Senza questa attività fondamentale che ci
dica cosa e dove è ciò che cerchiamo e vogliamo modificare non sarebbe nemmeno possibile utilizzare il
gene editing ».
La tecnica
Ora si possono "correggere" le parole all'interno del libretto di istruzioni di ogni organismo vivente
Le applicazioni
Tutti d'accordo: «CrisprCas9» è un metodo rivoluzionario, ma occorre muoversi con prudenza
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Pag. 1
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Nuove norme sulle sigarette: ecco cosa cambia da oggi
Enza Cusmai
a pagina 11 A molti sarà capitato di vedere un genitore (papà ma anche mamma) fumare alla guida
dell'auto (con i finestrini chiusi) mentre sul sedile posteriore un bambinetto seduto al seggiolino respira
ignaro in una piccola camera a gas. Beh, ora queste scene allucinanti non dovrebbero più ripetersi. Se un
adulto non capisce che il fumo passivo è tossico per un bambino, allora ci pensa una nuova legge ad
affibbiare 500 euro di multa al genitore senza cervello. Si tratta del decreto di recepimento della direttiva Ue
2014/40 sulla lotta al tabagismo che da oggi sarà progressivamente applicato e aggiungerà qualche
tassello in più al dirompente decreto Sirchia che vietò il fumo nei locali pubblici nel lontano 2005. Le novità
del decreto riguardano il commercio e il consumo del tabacco e sono racchiuse in 31 articoli. Alcune
riguardano la salvaguardia della salute di bambini e adolescenti. Ecco le regole. QUANDO IN AUTO NON
SI FUMA Se sono presenti minorenni e di donne in stato di gravidanza nessuno, da oggi, può accendersi
una sigaretta, sia il conducente o i passeggeri di auto, in sosta o in movimento. Inoltre, per contrastare il
fumo tra i giovanissimi, sarà vietato vendere ai minori anche sigarette elettroniche se è presente la nicotina.
E il tabaccaio smemorato rischia grosso: chiunque venda bionde, tabacco o sigarette elettroniche a
minorenni incorre in sanzioni che vanno da un minimo di 500 a un massimo di 3 mila euro. Per i recidivi c'è
fino la revoca della licenza. NUOVE AREE SMOKE FREE Sarà vietato fumare nelle pertinenze esterne
delle strutture universitarie ospedaliere, degli ospedali e Irccs pediatrici (come il Bambin Gesù a Roma o il
Gaslini a Genova) e dei reparti di ginecologia, pediatria e neonatologia di tutti gli ospedali. L'obiettivo è
duplice: combattere i danni da fumo passivo ed evitare di condizionare negativamente lo stile di vita dei
bambini. PACCHETTI CHOC A maggio entrare in tabaccaio sarà come vistare un museo degli orrori. Più
della metà della facciata anteriore e posteriore di ogni pacchetto di sigarette sarà coperto da immagini forti
(persone incoscienti al pronto soccorso, arti del corpo aggredite dalla malattia, cadaveri nella bara) già
adottate da 10 dei 28 Paesi Ue, tra cui Francia, Gran Bretagna e Spagna. A ciò si aggiungerà la solita
l'avvertenza generale «Il fumo uccide - smetti subito» e «Il fumo contiene oltre 70 sostanze cancerogene».
Tra le informazioni aggiuntive, gli interventi per smettere di fumare e il numero del Telefono verde contro il
fumo dell'Istituto superiore di sanità (800.554.088). PUBBLICITÀ LIMITATA IN TV Le nuove regole
dispongono il divieto di pubblicità di liquidi o ricariche per sigarette elettroniche contenenti nicotina
trasmesse all'interno di programmi rivolti ai minori. La norma si applica anche nei 15 minuti precedenti e
successivi alla trasmissione nella fascia oraria dalle 16 alle 19. A ciò si aggiunge anche il divieto di
pubblicità delle e-cig anche sulla stampa e al cinema. VIA I PACCHETTI SLIM Spariranno dalla
circolazione i pacchetti da 10 sigarette: l'unica confezione ammessa alla vendita sarà quella da 20
sigarette, mentre la confezione di tabacco da arrotolare non ne dovrà contenere meno di 30 grammi.
Limitate anche quelle con aromi (come mentolo e vaniglia) ritenute pericolose perché alterano la
percezione della pericolosità delle sigarette. Salute e risparmio - Secondo le stime della Commissione Ue,
questo giro di vite potrebbe determinare un calo del 2% dei consumi in cinque anni: significherebbero circa
2,4 milioni di fumatori in meno nell'Unione europea, con un risparmio annuale in termini di assistenza
sanitaria calcolato in 506 milioni di euro. L'obiettivo è soprattutto quello di ridurre il consumo tra i giovani,
anche perché il 94% dei fumatori comincia prima dei 25 anni e circa il 50% muore prematuramente, 14 anni
prima in media rispetto ai non fumatori. In Italia ci sono poco più di 10 milioni di fumatori, il 60% dei quali
sono uomini. Chi cerca di smettere, nell'80% dei casi fallisce. Secondo il ministero della Sanità il fumo
provoca tra i 70 e gli 83mila morti all'anno, un quarto dei quali riguarda persone tra i 35 e i 65 anni.
MOZZICONI SALATI Da oggi, inoltre, è operativa la norma introdotta dalla legge sulla «green economy»,
che prevede una multa da 30 a 300 euro a chi getta a terra mozziconi di sigaretta, chewing-gum e scontrini.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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STRETTA PER I FUMATORI
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Si riuscirà a cogliere sul fatto i maleducati?
Gli obblighi saranno progressivamente applicati fino a maggio
cosa cambia
65%
10 Avvertenze relative alla salute sui pacchetti, con grandi scritte ma soprattutto una fotografia a colori, che
raffigura gli effetti shock del fumo sulla salute. Inoltre viene riportato il numero verde per smettere di fumare
LE AVVERTENZE DEVONO OCCUPARE ALMENO della superficie del pacchetto Vietato fumare all'aperto
nei pressi di scuole, ospedali, università. Vietato inoltre in macchina, sia per il conducente che per i
passeggeri, se a bordo ci sono minori o donne in gravidanza Stretta sulla vendita ai minori: chiunque
trasgredisce al divieto viene sanzionato con una multa da 500 a 3.000 euro, e gli viene sospesa la licenza
per 15 giorni. In caso di recidiva la multa sale da 1.000 a 8.000 euro, e la licenza viene revocata Vietato
l'inserimento nel tabacco di additivi quali vitamine, caffeina o taurina, e aromi caratterizzanti. 2Sigarette
elettroniche: obbligatoria una notifica al ministero della Salute da parte dei produttori, che contenga l'elenco
di tutti gli ingredienti contenuti nel prodotto, i dati tossicologici, la descrizione del processo di produzione,
ecc. Mentre con le ricariche va allegato un «foglietto illustrativo» con istruzioni per l'uso, elenco dei
componenti, avvertenze sugli effetti nocivi Vietata la vendita dei pacchetti da dieci sigarette
mila
80
L'EGO Nel 2014 si sono registrate scene di fumo nel 44% di tutti i film di Hollywood Numero decessi
all'anno a causa del fumo Il Piano prevede tra gli obiettivi nazionali da conseguire la riduzione della
prevalenza dei fumatori di almeno il 10% entro il 2018 Studi realizzati negli Usa hanno dimostrato che il
37% degli adolescenti cominceranno a fumare perché incitati da quello che hanno visto sul grande schermo
Secondo gli esperti l'esposizione a scene del piccolo e grande schermo dove si fuma ha spronato 6 milioni
di adolescenti americani a fumare nel 2014
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Alcol e nuove droghe provocano intossicazioni nell'età pediatrica
LUCA BERNARDO*
"Intossicazioni acute in età pediatrica: nuove droghe e nuove sostanze tossiche» è il titolo del primo
Convegno presentato all'Ospedale Buzzi del Nuovo Polo Pediatrico ASST Fatebenefratelli Sacco. La
giornata di clinica e ricerca dedicata all'età evolutiva ha visto la partecipazione di diversi specialisti
provenienti non solo dalla Lombardia, ma anche da tutta Italia e la partecipazione di altrettanti
professionisti. L'evento è stato inaugurato dal Direttore Generale dottor Alessandro Visconti, il quale ha
presentato il nuovo sistema socio-sanitario che si interfaccia con il territorio e i suoi cittadini. Una nuova
risposta della sanità Lombarda che si avvicina sempre di più ai soggetti, per rispondere alle loro specifiche
richieste, orientata non solo alle cure, ma anche alla prevenzione. C'è stato, inoltre, il saluto della
dottoressa Ida Salvo, Direttore S.C. Anestesia e Rianimazione, Ospedale dei Bambini V. Buzzi, insieme
alla moderazione del professore ordinario G.V. Zuccotti, dell'Ospedale dei Bambini Buzzi, organizzatori
dell'evento congressuale. Un Convegno rivolto ai bambini e agli adolescenti. Diverse le sessioni che hanno
visto la presenza di un giusto mix di relatori e moderatori che rappresentano già il nostro presente oltre che
una garanzia per l'età evolutiva. La giornata è stata organizzata con il patrocinio della AOPI onlus
(Associazione Ospedali Pediatrici Italiani), della SIIARTI, Sezione Lombardia, della Società Italiana di
Pediatria, della SITOX, della S.A.R.N e P.I. Le sessioni suddivise nell'arco della giornata hanno visto nella
prima parte della mattinata un'area dedicata all'età adolescenziale. Sono stati presentati diversi fenomeni in
adolescenza correlati all'uso e abuso di sostanze tra gli adolescenti. La dott.ssa Francesca Maisano,
psicologa clinica e dell'età evolutiva, ha approfondito la tematica del binge drinking, l'uso di "abbuffata"
alcolica: l'assunzione di un quantitativo eccessivo di alcol, di solito 5/6 drink in un arco temporale ridotto. Un
fenomeno, quello del binge drinking, che può avere effetti nocivi a livello cerebrale. Nell'intervento del dott.
C.A. Locatelli, tossicologo presso l'IRCCS Fondazione Salvatore Naugeri, è stato evidenziato come non
solo ci sia stato un cambiamento nel contenuto delle sostanze illegali, ma quanto sia sempre più facile per
alcuni adolescenti reperire certe sostanze attraverso l'uso di internet,e in particolare nel cosiddetto deep
web il cui controllo spesso sfugge rispetto ai normali motori di ricerca. Il dottor M. Marti del Dipartimento di
Scienze della Vita e Biotecnologie, dell'Università degli studi di Ferrara, ha mostrato alcuni esperimenti sui
topi di alcune nuove sostanze, le smart drugs: effetti nocivi non solo sull'animale, ma anche sull'uomo con
perdita di coscienza, alterazione della stessa fino ad arrivare a un malfunzionamento cardiaco anche grave.
Nella sessione pomeridiana sono stati trattati altri temi di fondamentale importanza come le Intossicazioni
acute gravi da additivi erroneamente utilizzati per la preparazione di alimenti o anche Intossicazioni da
paracetamolo e integratori alimentari/prodotti non medicinali. Gli argomenti trattati sono stati un contributo
importante di aggiornamento ed hanno visto una discussione vivace in un'atmosfera serena ed
estremamente costruttiva e sicuramente hanno lasciato in tutti i partecipanti una traccia scientifica che sarà
di aiuto nel lavoro di tutti i giorni. * Direttore del Dipartimento Materno-Infantile Fatebenefratelli e Oftalmico
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Pillole di salute
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Pag. 76 N.1/2 - gen/feb 2016
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Poppate in pubblico: si può?
NutrirE il ProPrio BEBÈ al SENo È uN MoMENto iNtiMo, uN aSPEtto dElla rElazioNE tra MaMMa E
BaMBiNo da rElEgarE tra lE Mura doMEStiChE?
•Di GIORGIA COZZA
Un gesto naturale Piano piano cominciano a uscire 'allo scoperto', superando il timore di reazioni o giudizi
poco amichevoli: le mamme di oggi stanno riconquistando il diritto di nutrire al seno i loro bebè fuori dalle
mura domestiche. "allattare in pubblico non è ancora la norma, ma sono sempre più numerose le donne
consapevoli di poterlo fare tranquillamente", dice Paola Paschetto, consulente professionale (iBClC) presso
il Centro allattamento Materno di Biella. "Nutrire un bebè è un gesto del tutto naturale". in passato, la
presenza di una madre intenta ad allattare non suscitava particolari reazioni, era la norma e nessuno
metteva in dubbio che fosse 'opportuno': prova ne sono i numerosi quadri che rappresentano la Madonna
nell'atto di porgere il seno al Bambin gesù. Con l'avvento della formula artificiale e della cultura del biberon,
però, generazioni di donne hanno rinunciato a nutrire al seno i loro piccini e si è persa la consuetudine e
tutti i gesti che sono propri dell'allattamento. una consuetudine che oggi la nostra società sta lentamente
cercando di recuperare. "allattare significa nutrire un bambino che in quel momento ha fame o sete e quindi
reclama la poppata", continua la consulente. "È evidente che la mamma ha il diritto ad accogliere e
soddisfare i bisogni del suo piccino senza temere i commenti o il disappunto di quanti la circondano". Fuori
casa: dove e quando uno dei numerosi vantaggi dell'allattamento al seno consiste nella possibilità di nutrire
il bebè ovunque ci si trovi e in qualunque momento. "una passeggiata per le vie della città, una gita fuori
porta, una giornata trascorsa in spiaggia o in alta quota con il proprio bambino: se la madre allatta al seno
non le serve niente, l'alimento è sempre disponibile, già pronto alla temperatura ottimale e l'igiene è
garantita", considera Paola Paschetto. "una comodità che la mamma può apprezzare quotidianamente
anche quando deve svolgere delle commissioni o fare la spesa. allattando si può uscire di casa senza
badare all'orologio e senza fretta, sapendo che quando il bambino avrà fame saremo pronte a soddisfare il
suo bisogno". a questo proposito, sono particolarmente utili gli spazi per le poppate allestiti da negozi,
farmacie e locali pubblici per favorire l'allattamento materno. "in genere, questi negozi sono 'riconoscibili'
grazie a un adesivo, esposto sulla porta o sulle vetrine, che li identifica come 'amici' di mamma e bambino",
spiega la consulente. "la donna può entrare e sostare il tempo necessario per nutrire il proprio piccino
senza obbligo di acquisto. un'area ad hoc, destinata alle neomamme e fornita di poltrona (per la poppata) e
fasciatoio per il cambio del bebè, si può inoltre trovare nella maggior parte dei negozi di prodotti per
l'infanzia. Questi spazi rappresentano una soluzione particolarmente comoda soprattutto nei mesi invernali,
quando non si può sfruttare la panchina del parco giochi, che invece è perfetta per le poppate estive". E se
nella propria città non ci sono locali pubblici o negozi che offrono ospitalità per la poppata? "Se ci si trova
nei pressi di un centro commerciale si possono sfruttare i camerini dei reparti di abbigliamento, oppure si
può fare una sosta in una chiesa", suggerisce Paola Paschetto. "Per chi è in confidenza con un negoziante,
un ristoratore o un farmacista, nulla vieta di chiedere una sedia, in una posizione un po' appartata, per
qualche minuto. altrimenti la mamma potrà approfittare della poppata per bere un tè nel bar o nella
pasticceria più vicina: così, mentre soddisfa il bebè può fare merenda". Un aiuto dal look Ci sono mamme
che allattano serenamente in qualunque situazione e altre che, invece, vogliono sentirsi al riparo da sguardi
indiscreti. "Per garantire la privacy, è sufficiente qualche piccolo accorgimento nel look", consiglia Paola
Paschetto. "la soluzione ideale è sollevare la maglia per offrire il seno al bebè, Consulenza di Paola
Paschetto consulente professionale in allattamento (iBClC) g E se il bimbo • grandicello? In caso di critiche
in questo modo si resta completamente coperte, dalla maglia stessa e dalla testolina del bimbo che sta
poppando. Se la mamma indossa una camicetta può essere d'aiuto portare un foulard o una sciarpa che,
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guida all' allattamento
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Pag. 76 N.1/2 - gen/feb 2016
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tiratura:80000
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avvolti morbidamente intorno al collo, proteggono il décolleté". recentemente sono comparsi sul mercato
anche vari modelli di 'magliette per l'allattamento', ovvero maglie in cotone a manica lunga o corta che
permettono di nutrire comodamente e con discrezione grazie a particolari aperture all'altezza del seno.
infine, per le poppate 'on the road', può essere d'aiuto la fascia porta-bebè, che permette di allattare senza
neppure spostare il bimbo (che nella fascia è già a contatto con la mamma e può accedere facilmente al
seno) e senza che gli altri si accorgano che il piccino sta mangiando. durante l'inverno, il bebè portato nella
fascia può essere sistemato sotto il cappotto: in questo modo, né lei né il bimbo rischiano di prendere
freddo durante la poppata. allattare è un gesto naturale e un diritto di mamma e bambino, ovunque loro si
trovino. Non tutti, però, sono pronti ad accogliere con simpatia questa consuetudine e può accadere che la
neomamma si senta muovere qualche critica più o meno velata. Come reagire, in questi casi? "anche se
sappiamo di essere nel giusto ed eventuali osservazioni ci infastidiscono conviene mantenere la calma e
rispondere con gentilezza", suggerisce Paola Paschetto. "Meglio evitare i toni aggressivi e far notare,
magari con un sorriso, che si sta nutrendo un bimbo che ha fame e quindi ha bisogno del latte della sua
mamma". E se la poppata avviene in un locale pubblico o in un negozio e veniamo criticate o addirittura
invitate ad allontanarci dal personale? "Se a trattarci in questo modo è un dipendente", considera la
consulente, "si potrà segnalare l'accaduto ai proprietari dell'attività. Se invece la critica proviene proprio dai
responsabili dell'esercizio commerciale o del locale non resta che allontanarsi, ma nulla vieta
successivamente di riferire il sopruso ai giornali locali o alle associazioni che si occupano di promuovere
l'allattamento al seno, come la leche league italia. Segnalando questi atteggiamenti scorretti si combattono
i pregiudizi e si favorisce la diffusione di una cultura pro-allattamento". Molte mamme che hanno allattato
serenamente in pubblico nei primi mesi di vita del bebè continuano a farlo senza problemi anche quando il
loro bimbo è diventato più grande. altre, invece, non si sentono più a loro agio o preferiscono evitare di
suscitare i commenti di quanti le circondano. "in questo caso la mamma può mettersi d'accordo con il suo
bambino e spiegargli che lei continuerà a farlo poppare quando sono a casa", dice la consulente, "ma non
quando si trovano fuori, al parco-giochi o in altre situazioni, poiché adesso che è cresciuto la poppata è
diventata una 'cosa privata', soltanto loro. un bimbo tra i diciotto e i ventiquattro mesi comprende le
richieste della mamma ed è in grado di accontentarla o rispettare un patto, l'importante è che lei spieghi
con pazienza e in modo semplice e chiaro che cosa si aspetta da lui, dandogli poi il tempo di abituarsi al
cambiamento e di acquisire la nuova abitudine. Questo naturalmente vale solo per chi preferisce portare
avanti l'allattamento solo nella sfera privata. le mamme che non sentono questo bisogno, potranno andare
avanti ad allattare tranquillamente anche fuori casa!".
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Pag. 2 N.4 - 2 febbraio 2016
La relazione tra ospedali e assicurazioni nell'epoca dell'«utente
razionale» e del risk management
a cura di Cineas
Si evolve lo scenario della sicurezza in ospedale con nuove disposizioni che mettono al centro la gestione
del rischio. La legge di Stabilità 2016 prevede che le strutture sanitarie attivino la funzione di risk
management e il più recente disegno di legge sulla responsabilità professionale del personale sanitario (Ddl
Gelli) introduce alcuni elementi di innovazione. In particolare si tratta di: obbligo di assicurazione per le
strutture ospedaliere; inversione dell'onere della prova in caso di malpractice dal medico al paziente;
obbligo di conciliazione. Questi fattori incideranno sui principali protagonisti della sanità, cioè gli ospedali, le
compagnie di assicurazione e il paziente. Per quanto riguarda i primi, il lavoro del personale sanitario si
svolge in un contesto di crescente conflittualità e diffidenza tra medico e paziente. L'approccio all'errore è
quello di ricerca del colpevole che ha attivato una spirale viziosa di escalation di denunce e di diffusione
della medicina difensiva (che costa allo Stato oltre 10 miliardi di euro). Con l'introduzione dell'hospital risk
management si creano i presupposti per un sistema virtuoso basato sul monitoraggio degli incidenti e dei
near miss in quanto l'ottica non è quella del fallimento (individuale o organizzativo), ma del miglioramento
della sicurezza e, quindi, della qualità delle prestazioni. Gestire i rischi per le strutture sanitarie vuol dire il
controllo continuo delle attività, riducendo gli sprechi e le probabilità di errore (sbagliare diventa più difficile
e le conseguenze dell'errore sono calmierate). In sostanza, ridurre i sinistri e rendere gli ospedali
assicurabili. Per il comparto assicurativo la sanità non è più, da anni, un ambito di business in quanto i
rapporti tecnici hanno evidenziato una sinistralità troppo elevata. Ma lo sviluppo del settore è legato
all'espansione del mercato che nei rami danni non-auto, negli ultimi 10 anni, è rimasto fermo in modo
preoccupante. L'obbligo dell'assicurazione per gli ospedali aprirà nuove opportunità, in quanto, a fronte
dell'imposizione, ci dovrà essere una reciprocità di disponibilità ad assicurare da parte delle compagnie.
Attualmente, non esistendo l'obbligo di assicurazione per gli ospedali, alcune strutture hanno optato per un
regime di "autoassicurazione" in base al quale vengono accantonati dei fondi in vista di eventuali
risarcimenti; tale sistema non garantisce l'utilizzo efficiente delle risorse finaziarie, né la capacità
economica di risarcire il danno se l'incidente si verifica realmente (il regime dell'autoassicurazione non si
basa, infatti, sui princìpi delle riserve matematiche, né viene effettuato un controllo sugli accantonamenti
come accade, invece, quando ad assicurare è una compagnia). E per il futuro la situazione rischia di
aggravarsi pericolosamente (la denuncia del sinistro può avvenire entro 10 anni dal riscontro del danno).
Una volta stabilita l'obbligatorietà, si apre la querelle su quanto costeranno le coperture per gli ospedali e
per i professionisti della sanità (per i quali l'obbligo di stipula esiste già dal 2014). Per il contenimento dei
costi delle polizze, il risk management potrebbe essere la chiave di volta, ovvero l'ospedale che avrà
attivato procedure di risk management permetterà alla compagnia una quantificazione più precisa. In
pratica l'ospedale potrebbe attuare un self assessment sulle procedure di gestione del rischio da cui
deriverà un rating all'assicuratore con l'evidenza dei punti di forza e di debolezza. Tale procedura implica
che le compagnie si avvalgano di professionisti con le competenze necessarie per valutare i rischi specifici
delle strutture sanitarie. Inoltre, l'assicuratore dovrà incentivare le strutture che miglioreranno nel tempo il
proprio profilo di gestione del rischio offrendo degli sconti sulle polizze sottoscritte. In caso di contenzioso,
l'analisi degli avvenimenti e la composizione della controversia dovrebbe essere affidata a un gruppo di
lavoro multidisciplinare che includa la partecipazione del personale sanitario, dei professionisti medico
legali dell'ospedale, rappresentanti del broker e della compagnia. Nel periodo di transizione dall'attuale
situazione a quella prospettata dal Ddl in discussione, ci dovrà essere un impegno da parte del degli organi
di controllo (ad esempio l'Ivass) nel produrre delle schede introduttive delle compagnie estere operanti, in
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CODICE ROSSO
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Italia, in base all'assunto della Libera prestazione di servizio (Lps) con la finalità di rendere trasparente,
all'ospedale che sottoscrive la polizza, con chi dovrà interloquire in caso di eventuale gestione del sinistro.
In questo quadro di relazioni complesse tra medici-ospedali e compagnie, s'inserisce il paziente che, in
realtà, è il vero protagonista del processo di cura. In prospettiva si dovrà passare sempre più dalla figura
tradizionale del "paziente" (connotazione passiva) a un modello in cui il malato sia un "utente razionale"
(connotazione pro-attiva) che partecipa alle decisioni sulla propria salute (informandosi e scegliendo tra i
vari percorsi di cura disponibili). In quest'ottica di presa di coscienza e scelta attiva del malato-utente
razionale si realizza pie- namente la finalità del consenso informato che, attualmente, risulta più una
procedura burocratica, utilizzata dal medico come strumento di difesa. Per concludere, il nuovo scenario di
gestione del rischio potrà, realmente, funzionare e innescare meccanismi virtuosi, solo se si realizzeranno
queste condizioni: 1. edilizia sanitaria funzionale; 2. personale sanitario con elevate competenze - sia dal
punto di vista delle conoscenze tecniche che delle soft skills - con un forte commitment, a tutti i livelli, nella
qualità di vita del paziente; 3. informatizzazione dei processi; 4. apparecchiature biomedicali
all'avanguardia; 5. implementazione di efficaci modelli di risk management con focalizzazione sul
miglioramento continuo. Recenti indagini sulla diffusione delle nuove tecnologie in sanità hanno delineato
prospettive nelle quali, tra 5 anni, 500 milioni di persone in tutto il mondo utilizzeranno sistemi di mobile
health (questa proiezione e la successiva sono tratte da "Medicina e nuove tecnologie: prime riflessioni
sull'impatto" Enpam 2014). In Italia, l'utilizzo delle tecnologie Ict potrebbe portare un risparmio di 4 miliardi
di euro (includendo in questa cifra ad esempio la deospedalizzazione di pazienti cronici grazie
all'assistenza domiciliare, ma anche i risparmi dovuti all'utilizzo della cartella clinica elettronica e alla
dematerializzazione dei referti ecc.). In conclusione, è evidente che il contesto normativo, gli strumenti di
management e le innovazioni tecnologiche ci offrono interessanti scenari di miglioramento delle prestazioni
sanitarie; le decisioni d'investimento che prendiamo oggi saranno determinanti per la qualità del Ssn del
futuro. Adolfo Bertani presidente Cineas
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Farmaci , impatto innovativi
In farmacia consumi in salita - Ims Health: il volano della libera vendita
Rosanna Magnano
Consumi in farmacia in leggero incremento, sulla scia della tendenza generale dell'invecchiamento della
popolazione e della cronicizzazione delle patologie. Un impatto pesante dei costosi medicinali innovativi
introdotti lo scorso anno, soprattutto sulla spesa farmaceutica ospedaliera; esborsi in aumento da parte dei
cittadini. Sono questi i principali trend che emergono dal Rapporto Osmed sull'uso dei farmaci in Italia nei
primi nove mesi del 2015 pubblicato dall'Aifa. «Il consumo dei farmaci in regime di assistenza
convenzionata spiega il Dg Aifa Luca Pani - è sostanzialmente stabile e il lieve incremento è in linea con le
esigenze di cura di una popolazione che tende a invecchiare. Permangono livelli di scarsa aderenza alle
terapie e di inappropriatezza per alcune classi di farmaci (es. ipolipemizzanti, calcio-antagonisti, inibitori di
pompa protonica), e su questo fronte è necessario fare meglio sia per l'efficacia dei trattamenti sia per una
migliore gestione delle risorse». Nei primi nove mesi del 2015 la spesa farmaceutica nazionale totale
(pubblica e privata) è stata pari a 21,3 mld di euro (+7,8% rispetto al 2014), di cui il 76,5% è stato
rimborsato dal Ssn. La spesa farmaceutica territoriale pubblica è a quota 9,7 mld (circa 159 euro pro
capite), con un aumento del +9,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. Un aumento dovuto
«principalmente alla crescita del +37,4% - spiega Aifa - della spesa per medicinali di classe A erogati in
distribuzione diretta e per conto, per l'erogazione attraverso questo canale dei farmaci più costosi». Basti
notare che il Sofosbuvir è infatti il primo dei 30 principi attivi nella classifica della spesa regionale per
medicinali erogati in distribuzione diretta e per conto, con 681 mln di euro. La spesa farmaceutica
convenzionata ha invece registrato un lieve calo (-0,6%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Effetto combinato di un aumento dei medicinali prescritti (+0,5%), di una lieve diminuzione dei prezzi (1,7%) e di uno spostamento dei consumi verso prodotti più costosi. Gli italiani hanno infatti consumato
1.041,1 dosi ogni mille abitanti in regime di assistenza convenzionata con un lieve incremento rispetto
all'anno precedente (+0,5 per cento). In farmacia la categoria di farmaci più consumata è quella per
l'apparato cardiovascolare (41,8 euro pro capite). In ospedale la prima categoria in termini di spesa è quella
dei farmaci antineoplastici e immunomodulatori (sesta in quantità). Categoria che si colloca al primo posto
anche a livello generale, considerando la spesa farmaceutica pubblica totale, con 3,2 mld di euro, seguita
dagli antimicrobici (2,9 mld) che quest'anno superano i farmaci del sistema cardiovascolare (2,7 mld). Sul
capitolo appropriatezza, gli indicatori «hanno mostrato un livello non sempre ottimale dell'aderenza al
trattamento». Per l'ipertensione in particolare, il 58,9% dei pazienti è risultato «aderente». Sugli inibitori
della pompa acida, «sebbene ancora distanti da livelli di appropriatezza accettabili, l'indicatore ha mostrato
nel 2015 un trend verso l'appropriatezza». Meglio sui biosimilari. «Il monitoraggio dell'appropriatezza spiega Aifa - ha evidenziato, inoltre, un andamento temporale crescente dell'uso dei biosimilari nei pazienti
naïve, sebbene ci siano ancora spazi di miglioramento». Intanto, secondo i dati diffusi da Ims Health il
mercato più complessivo in farmacia non conosce crisi e nel 2015 raggiunge i 25,3 mld di euro con una
crescita dell'1,6% rispetto al 2014. A sostenere economicamente il canale è il mercato di libera vendita, che
vale 10,2 miliardi nel canale farmacia (più del 40% del totale) e ha messo a segno un incremento in valore
del 4,1 per cento. I fatturati di parafarmacie e corner della grande distribuzione hanno registrato risultati
meno positivi in valore sul mercato commerciale (0,8% per le parafarmacie e -1,6% i corner Gdo) e negativi
in volumi. Il canale farmacia è l'unico a registrare segno positivo anche sui consumi (+ 1% circa). La
domanda di salute nel nostro Paese è ancora in crescita malgrado la crisi economica. Le specialità con
obbligo di prescrizione, infatti, mantengono sostanzialmente il valore del 2014 (circa 15 miliardi, -0,1%), le
confezioni aumentano leggermente e i farmaci di autocura restano stabili nei consumi registrando un
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REPORT OSMED/ Nei primi nove mesi del 2015 spesi 680 mln solo per il Sofosbuvir
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aumento in valori (+3,4 per cento). Rosanna Magnano Spesa farmaceutica territoriale pubblica: confronto
fra i primi 9 mesi del periodo 2011/15 1+2+3+4 Spesa convenzionata lorda 9.375 8.666 8.540 8.244 8.189
-7,6 -2,5 -2,4 -0,7 1+2 Compartecipazione del cittadino 975 1.052 1.074 1.121 1.136 7,9 2,1 4,4 1,4 1 Ticket
per confezione 401 401 421 411 401 0,0 5,0 -2,4 -2,4 2 Quota prezzo di riferimento 574 651 653 710 735
13,4 0,3 8,7 3,5 3 Sconto (1) 624 584 698 669 654 -6,4 19,5 -4,2 -2,2 4 Spesa convenzionata netta 7.776
7.029 6.678 6.455 6.399 -9,6 -5,0 -3,3 -0,9 5 Distrib. diretta di fascia A (2) 2.124 2.124 2.240 2.422 3.328 0,0
5,5 8,2 37,4 4+5 Spesa territoriale 9.900 9.153 8.918 8.877 9.727 -7,5 -2,6 -0,5 9,6 (1) Comprende lo sconto
per fasce di prezzo posto a carico delle farmacie; l'extrasconto da determinazione Aifa 9 febbraio 2007,
successivamente modificata dalla determinazione Aifa 15 giugno 2012; e lo sconto a carico dell'industria da
determinazione Aifa 30 dicembre 2005. Lo sconto non comprende la determina Aifa del 30 ottobre 2014 (2)
Spesa distribuzione diretta e per conto di fascia A, comprensiva - nel caso di Regioni con dati mancanti - del
valore del 40% della spesa farmaceutica non convenzionata rilevata attraverso il flusso della "Tracciabilità
del farmaco", ai sensi della legge 222/2007. In particolare, è stata applicata tale procedura alla Sardegna
(per il periodo luglio-settembre) e alla Sicilia (per il periodo agosto-settembre); il dato della distribuzione
diretta e per conto non è consolidato e, pertanto, coincide con la stima sviluppata nell'ambito del
monitoraggio periodico della spesa farmaceutica condotto dall'Aifa Fonte: elaborazione OsMed su dati
Nsis, Agenas e Ims health 1 Spesa convenzionata netta 7.776 7.029 6.678 6.455 6.399 -9,6 -5,0 -3,3 -0,9 2
Dist. dir. e per conto fascia A 2.124 2.124 2.240 2.422 3.328 -0,0 5,5 8,2 37,4 1+2 Totale spesa pubblica
9.900 9.153 8.918 8.877 9.727 -7,5 -2,6 -0,5 9,6 3 Compartecipaz. del cittadino 975 1.052 1.074 1.121 1.136
7,9 2,1 4,4 1,4 4 Acquisto privato di fascia A * 810 852 905 902 932 5,2 6,2 -0,3 3,3 5 Classe C con ricetta
2.421 2.275 2.251 2.224 2.242 -6,0 -1,1 -1,2 0,8 6 Automedicazione (Sop e Otc) 1.610 1.608 1.736 1.739
1.812 -0,1 8,0 0,2 4,2 3+4+5+6 Totale spesa privata 5.816 5.787 5.966 5.986 6.122 -0,5 3,1 0,3 2,3 Totale
spesa farmaceutica 15.716 14.940 14.884 14.863 15.849 -4,9 -0,4 -0,1 6,6 Quota a carico Ssn (%) 63,0 61,3
59,9 59,7 61,4 (*) Il dato relativo alla spesa privata di farmaci rimborsabili dal Ssn è ricavato per differenza
tra la spesa totale (stimata da Ims) e la spesa a carico Ssn (ottenuta dai dati OsMed). Fonte: elaborazione
OsMed su dati Ims health (per i dati di spesa privata) Spesa per la farmaceutica territoriale pubblica e
privata: confronto fra i primi 9 mesi 2011/15 Asl, aziende ospedaliere, Ria e penitenziari * Spesa
convenzionata lorda 8.189 38,5 -0,7 Distrib. diretta e per conto di fascia A 3.328 15,6 37,4 Classe A privato
932 4,4 3,3 Classe C con ricetta 2.242 10,5 0,8 Automedicazione (farmacie pubbliche e private) 1.812 8,5
4,2 (*) Al netto della spesa per i farmaci erogati in distribuzione diretta e per conto di fascia A e
dell'ossigeno e degli altri gas medicali Composizione spesa farmaceutica nei primi 9 mesi del 2015
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Prevenzione, strada virtuosa
I paesi Ocse destinano il 6% della spesa, 10 su 36 acquistano i vaccini
AMERICO GICCHETTI *
In un Sistema sanitario efficiente ed eticamente compiuto, la promozione della salute si snoda attraverso
numerose azioni congiunte che superano la mera assistenza sanitaria e riorientano i servizi verso un
approccio proattivo a tutela della salute. In questo scenario ideale, la prevenzione delle patologie, intesa in
senso ampio, rappresenta in assoluto lo strumento più valido per migliorare il controllo che gli individui
hanno sulla propria salute. Nell'era della spending review, gli investimenti in prevenzione costituiscono
senz'altro un impiego virtuoso delle risorse a disposizione ed esistono ampi margini di miglioramento
dell'efficienza complessiva del Sistema sanitario. Sono queste, in estrema sintesi, le conclusioni a cui
perviene il documento "Le risorse per la prevenzione nell'era della spending review", redatto dagli esperti
dell'Altems, l'Alta scuola di Economia e management dei Sistemi sanitari dell'Università Cattolica del Sacro
Cuore di Roma. I Paesi Ocse, anche i più virtuosi, destinano in media il 6% della spesa sanitaria alle attività
di prevenzione e mostrano un'allocazione delle risorse fortemente sbilanciata in favore dell'assistenza
ospedaliera e ambulatoriale. E addirittura, secondo i dati raccolti dall'Oms nel 2013, solo 10 su 36 Paesi
censiti presentano, all'interno del proprio bilancio nazionale, una voce specificamente dedicata all'acquisto
di vaccini per l'immunizzazione di routine, laddove le vaccinazioni si annoverano fra i programmi cruciali da
implementare quando si parla di Prevenzione. Il documento dell'Altems si prefigge di fornire evidenze sulla
costo-efficacia dei programmi di prevenzione finanziati in Italia, con un focus sui programmi di vaccinazione
e di screening, utilizzando tali evidenze per creare uno strumento predittivo per la valutazione dell'efficienza
allocativa della spesa in prevenzione in Italia. I risultati ottenuti dimostrano che gli investimenti in
prevenzione spesso rappresentano un buon value for money e che, nell'ottica di miglioramento
dell'efficienza complessiva del sistema, l'utilizzo di tutta la quota di riparto del Fondo Sanitario nazionale
destinata alla prevenzione, ovvero il 5% del Fsn, se non addirittura un suo innalzamento, dovrebbe essere
considerato come un obiettivo minimo e una priorità dai policy makers. Dal monitoraggio del ministero della
Salute risulta, infatti, che quasi tutte le Regioni non utilizzano interamente il budget destinato alla
Prevenzione, con un travaso verso la spesa ospedaliera che assorbe ancora in Italia una quota superiore a
quanto a essa destinata dal riparto. Ma al di là dei risultati ottenuti in quest'analisi, lo studio ha offerto due
importanti spunti di riflessione dei quali sarà opportuno tener conto in future attività di ricerca. In primo
luogo, sembra che gli interventi di prevenzione siano sottoposti a valutazione economica in maniera molto
più sporadica rispetto agli interventi per la cura delle patologie. In secondo luogo, negli studi sui programmi
di prevenzione - e soprattutto dei programmi di screening - la valutazione economica viene condotta
quando il programma è già stato implementato, mentre nel caso dei trattamenti, e in particolar modo nel
caso dei farmaci, la valutazione economica si basa spesso su dati raccolti nell'ambito di studi registrativi
prima dell'effettiva immissione nella pratica clinica, al fine di fornire una previsione dell'impatto
dell'introduzione della nuova tecnologia sull'efficienza del sistema e di orientare le decisioni di adozione.
Nella valutazione delle stime prodotte, occorrerebbe, pertanto, tener conto delle differenze, seppur
semplificate, fra le cosiddette evidenze di costo/efficacia e le evidenze di costo/efficacia reale.
(http://altems.unicatt.it/altems-il-value-for-money-dei-programmi-di-prevenzionepresentazione). * professore
ordinario di Organizzazione aziendale alla Facoltà di Economia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di
Roma e direttore dell'Altems
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STUDIO ALTEMS/ Nell'era della spending review necessario mirare gli investimenti
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Comitati etici, troppi vincoli
In Europa esperienze diverse: dal centro unico ai 91 italiani in attività
Pietro Serra
C'è stata in questi mesi una certa animazione di commenti sulle attività e sulle funzioni dei Comitati etici,
istituiti in Italia ormai dal 1997 con la precisa «responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e
del benessere delle persone in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela». Si sentì il
bisogno della loro istituzione dapprima a livello clinico, quando ci si accorse che lo sviluppo formidabile
delle scienze di base rendeva possibili delle scelte difficili nell'assistenza a malati complessi (trapianti
d'organo, pazienti con problemi di trattamenti fine-vita, terapia genica ecc.). Divennero poi operativi anche
nel campo della ricerca, dapprima stimolati dalle riviste scientifiche, che con il parere positivo dei Ce
volevano attestare una qualità aggiuntiva della ricerca, poi alla fine regolamentati da leggi che ne
istituzionalizzavano la obbligatorietà. Le due funzioni, quella relativa all'assistenza clinica e quella relativa
alle ricerche, tendono ad essere oggi portate avanti per lo più dallo stesso Comitato. Ciò che è certo è che
ogni ricerca che oggi si svolge in campo biomedico sull'uomo deve avere la preventiva approvazione del
Ce dopo una valutazione del protocollo sperimentale in riferimento a quanto previsto dai Dl da parte
dell'autorità competente, alla dichiarazione di Helsinki nella sua versione più aggiornata, alla convenzione
di Oviedo, alle norme di Buona pratica clinica e alla linee guida della Agenzia europea del Farmaco. Il
carico di lavoro di questi Comitati è cresciuto notevolmente in questi anni e ciò ha causato un loro
significativo aumento con una assai diversa distribuzione fra gli stessi Paesi europei. In alcuni Paesi esiste
un solo Ce; in altri un numero assai elevato. Un ragionevole rapporto sembrerebbe quello di un Ce per ogni
milione di popolazione. In Italia ne esistevano 243 nel 2012; oggi, in una fase d significativo
ridimensionamento, ne dovrebbero esistere 91. Il numero eccessivo di Ce è stato anche responsabile di
una certa disomogeneità di intervento che ha compromesso la fluidità del percorso di approvazione della
sperimentazione dei farmaci. Recentemente Pani, Direttore generale della Aifa, ha richiamato l'attenzione
sulla difformità che c'è in Italia nei tempi di risposta alla richiesta di approvazione del protocollo di Ricerca
(«Il Sole-24 Ore» del 10 maggio). Ciò moltiplica i tempi delle sperimentazioni e rende i costi così elevati che
il nostro Paese finisce con il perdere varie commesse da parte delle case farmaceutiche interessate alla
sperimentazione di nuovi farmaci. Egli sembra accogliere con entusiasmo il nuovo Regolamento (Ue) n.
536/2014 del Parlamento europeo sulla sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano che prevede
entro il 28 maggio 2016, e comunque con varie deroghe sino a oltre il 28 maggio 2019, la istituzione di un
Comitato etico unico per ogni Paese membro e il contestuale smantellamento della rete di Ce esistenti. Un
Centro unico sarebbe più veloce nel disbrigo delle richieste, più omogeneo nei criteri da adottare e più
costante nella operosità. Parlare con una voce unica dà sempre maggiore autorevolezza e forza alle
istituzioni. Sulla centralizzazione dei poteri, tuttavia, non si è tutti d'accordo: secondo Anzani e Pozza («Il
Sole-24 Ore» del 28 giugno 2015) è un peccato dissipare quella pluralità di voci che i vari Ce erano oggi
capaci di esprimere e Mori, Professore ordinario di Bioetica a Torino e Presidente della Consulta di
Bioetica, dice che «Il Comitato Unico è una medicina peggiore del male« («Il Sole-24 Ore» del 19 luglio
2015). Come in tutte le scelte che nelle istituzioni democratiche vengono fatte, ciò che mi pare
assolutamente importante è il rispetto per le varie rappresentanze e competenze con la adeguata scelta dei
membri della eventuale Commissione unica. E questo anche in considerazione del fatto che si tratterebbe
di un lavoro assai impegnativo e che per questo dovrebbe essere ovviamente debitamente remunerato.
Giovanni Corrao, Statistico medico e Epidemiologo clinico dell'Università di Milano, in un articolo comparso
su Sanità24 dell'11 novembre 2015 - Bioetica. Il Comitato che vorrei -, appoggia la soluzione di Pani per un
Comitato unico, ma sottolinea la necessità che i Comitati etici prestino più attenzione alla validità scientifica
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RICERCA/ Dieci proposte per evitare di appesantire l'avvio di un protocollo scientifico
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dei protocolli presentati. Sono giuste le considerazioni che fa, ma forse occorre evitare di dare a questi
termini un'enfasi eccessiva. Ci sono state e ci sono critiche a questa posizione. Ricordo con Corrao quanto
dissero Corbellini e De Luca («Il Sole-24 Ore» del 24 maggio 2015): «... in Italia siamo fermi ai problemi
che uno storico rapporto del Dipartimento della Sanità statunitense, nel 1998, identificava come dovuti al
fatto che i comitati esaminano troppe cose e con troppa poca competenza, e che un analogo rapporto
dell'equivalente dipartimento britannico del 2004 attribuiva al fatto che i CE si impicciano di cose
scientifiche che non sono di loro competenza». In un articolo del Dipartimento della Public Health inglese
(Governance arrangements for research ethics committees. A harmonised edition) viene espressamente
detto che i Ce non sono nell'obbligo di prendere in considerazione la qualità della scienza, in quanto questo
è responsabilità degli sponsor o degli specialisti autori delle rassegne che ai protocolli vengono acclusi.
Addirittura anche la stessa quantificazione del rischio è un onere che spetta agli specialisti in ricerca. Il fatto
è che il Ce è piuttosto diversificato nella sua composizione, e questa diversificazione, che è valida per
alcuni scopi precipui del Ce (la salvaguardia della dignità, dei diritti, della sicurezza, del benessere dei
soggetti che sono oggetto delle ricerche, ecc.) non rappresenta la composizione più idonea per una
valutazione scientifica. I progressi scientifici favoriti dalla ricerca possono coincidere con i benefici nel
singolo caso, ma possono anche divergere. I Ce hanno il preciso obbligo di tutelare il paziente più che la
Scienza in sé. E questo concetto non è nuovo. Come ricordava Anzani (Funzione e responsabilità del
Comitato Etico. Genova Settembre 2014), già Claude Bernard, nel 1865, nella "Introduzione allo studio
della medicina sperimentale" scriveva: «Il principio della moralità medica e chirurgica consiste nel non
effettuare mai sull'uomo un esperimento che possa essere in qualche modo dannoso per lui, anche se il
risultato potrebbe essere altamente vantaggioso per la scienza, ossia per la salute degli altri». Vi sono,
d'altra parte, altre sedi per una più cogente valutazione scientifica: l'Aifa oppure i Comitati di redazione con
la peer review delle varie riviste scientifiche che valutano le ricerche giunte a compimento per la eventuale
pubblicazione . Come membro del CE del Policlinico Umberto I di Roma sono attento, come gli altri membri
del CE, alla valutazione della adeguatezza dell'impegno finanziario, in maniera che non incida su una
adeguata distribuzione delle risorse, alla valutazione della correttezza e completezza nell'acquisizione del
consenso informato, così come alla salvaguardia della dignità e della sicurezza dei pazienti che prendono
parte alla ricerca, ma come clinico, cioè come membro forse più responsabilizzato a dare una valutazione
scientifica del protocollo mi sono chiesto quali siano i punti importanti su cui basarla. Mi limiterei a
raccomandare i seguenti punti: 1. lo studio della letteratura da cui si evinca la validità delle premesse
razionali al protocollo sperimentale in rapporto al determinato tipo di soggetti o di malati considerati; 2. lo
studio della letteratura sulle esperienze già fatte sul preparato o farmaco da usare; 3. la idoneità delle
caratteristiche cliniche dei soggetti inseriti nel protocollo; 4. la idoneità della numerosità del campione a
pervenire agli obbiettivi preposti; 5. la idoneità della metodologia che si vuole impiegare per la
dimostrazione delle ipotesi avanzate; 6. la idoneità dei ricercatori che presentano il protocollo; 7. la
adeguatezza delle strutture in cui si svolgerà lo studio; 8. il rapporto rischio/beneficio e/o costo/beneficio; 9.
la importanza per i lavori tesi alla documentazione non solo di effetti di non inferiorità, bensì di superiorità;
10. la importanza per le indagini a doppio cieco e con l'uso di placebo oppure di terapie collaudate. Non
vorrei che questi intenti fossero enfatizzati o sembrassero eccessivamente impegnativi, perché stante
l'obbligo che ogni ricerca in campo biomedico debba avere la preventiva autorizzazione del Ce, e stante il
desiderio, a volte insopprimibile, di qualche valutatore di apportare suggerimenti e correzioni, non vorrei
che per i ricercatori aumentasse oltre misura il peso delle prove da superare prima di potere avviare una
ricerca. Spesso le migliori modalità nell'operare si aggiustano strada facendo. È così che si acquisisce
l'esperienza più adeguata per la dimostrazione di un'ipotesi; è così che cresce la voglia di migliorare.
Bisogna evitare di appesantire troppo, o addirittura di inibire la fase iniziale di quel percorso, che può
portare la verifica di una semplice curiosità o di un'ipotesi a divenire un fatto scientifico. Pietro Serra
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
professore emerito di Medicina interna; membro del Comitato etico del Policlinico Umberto I, Roma
Foto: L'Europa preme per centralizzare ma non tutti sono d'accordo
Foto: Sono valutati con attenzione anche gli impatti economici
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730 precompilato, ecco le regole
Deadline 9 febbraio per inviare le comunicazioni sulle spese sanitarie
a cura di Paola Ferrari
Per rendere più completo il modello 730 precompilato, entro martedì 9 febbraio 2016, salvo proroghe, i
soggetti obbligati devono inviare al Sistema Tessera sanitaria i dati relativi alle prestazioni erogate nel
2015, ai fini della loro messa a disposizione da parte dell'agenzia delle Entrate. A partire dal 2016, il
Sistema Tessera sanitaria, dal 1° marzo di ciascun anno, metterà a disposizione dell'agenzia delle Entrate i
dati consolidati relativi a: a) spese sanitarie sostenute nel periodo d'imposta precedente; b) rimborsi
effettuati nell'anno precedente per prestazioni non erogate o parzialmente erogate, specificando la data
nella quale sono stati versati i corrispettivi delle prestazioni non fruite. Dunque, il primo invio dei dati entro il
31 gennaio 2016 riguarderà scontrini e fatture dell'intero anno 2015. Chi può trasmettere telematicamente i
dati. I predetti dati possono essere trasmessi: direttamente dai soggetti interessati; attraverso apposita
delega per il tramite delle associazioni di categoria e dai professionisti che si occupano della contabilità
degli stessi. Il Sanitario resta l'unico responsabile dell'invio anche quando fornisce delega. Come precisato
nell'allegato A al citato Dm paragrafo. 4.4, nel caso di documenti fiscali cartacei, i soggetti delegati possono
essere individuati solo nell'ambito di coloro che già trattano per conto del medesimo soggetto delegante lo
stesso documento fiscale per altre finalità previste dalla normativa vigente. Le Asl e/o gli Ordini
professionali non sono indicati tra coloro che possono sostituirsi all'interessato. In questo caso, le
associazioni di categoria o i soggetti che si occupano della contabilità dei soggetti sopra elencati, devono
richiedere al Mef ministero Economia e finanze, una specifica abilitazione per l'invio telematico dei dati per
conto del delegante (articolo 2, comma 4, del Dm 31 luglio 2015). Studi associati. A oggi l'agenzia non ha
dato una risposta precisa in proposito. Secondo le interpretazioni più accreditate l'onere di trasmissione è in
capo al medico responsabile dello studio. Studi medici specialistici privati. Anche i medici specialisti devono
inviare i dati. Cosa deve fare il medico se il contribuente non ha il 730 in quanto presenta la dichiarazione
ordinaria. Deve comunque inviare le fatture. L'agenzia delle Entrate e il contribuente avranno poi l'onere di
valutarne la deducibilità. Come ci si deve comportare se l'acquisto è fatto da persona diversa da quella a
cui è intestata la ricetta. Sul punto è possibile richiamare la circolare dell'agenzia delle Entrate n. 30 del
2008 emessa a chiarimento dell'articolo 1, comma 28, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria
2007). In conseguenza delle modifiche apportate dal richiamato articolo 1 della legge Finanziaria 2007, la
deducibilità o la detraibilità delle spese sanitarie relative all'acquisto di medicinali è subordinata alla
certificazione delle stesse mediante la relativa fattura o lo scontrino fiscale in cui devono essere riportati e
specificati la natura, la qualità e la quantità dei prodotti acquistati, nonché il codice fiscale del destinatario,
ovvero del soggetto che dedurrà o detrarrà la relativa spesa o di altro componente del nucleo familiare che
sia a carico del soggetto medesimo (il cosiddetto "scontrino parlante"). Chi accede ai dati dell'agenzia delle
Entrate. L'agenzia delle Entrate accede ai dati delle spese sanitarie e dei rimborsi avvalendosi di servizi di
cooperazione applicativa esposti dal Sistema Tessera sanitaria. I dati non comprendono le spese sanitarie
e i rimborsi per i quali l'assistito abbia manifestato l'opposizione, per le spese 2015 è possibile, utilizzando
l'apposito modulo scaricabile dal sito dell'agenzia delle entrate. Come dare prova dell'opposizione del
contribuente all'invio. Il Sistema Tessera sanitaria fornisce, per ciascun soggetto, i totali di spesa e i totali
dei rimborsi aggregati in base alle tipologie di spesa, a esclusione delle spese sanitarie e dei rimborsi per i
quali l'assistito abbia manifestato l'opposizione. L'agenzia delle Entrate elabora i dati relativi alle spese
sanitarie e ai rimborsi messi a disposizione dal Sistema Tessera sanitaria con sistemi automatici,
determinando l'importo complessivo delle spese agevolabili ai fini fiscali da utilizzare per la dichiarazione
dei redditi precompilata. I sistemi di elaborazione dell'agenzia delle Entrate li suddividono in: spese
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FISCO/ Istruzioni per l'uso del precompilato: i dati da trasmettere e le varie detrazioni
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automaticamente agevolabili, secondo la legislazione fiscale vigente; spese agevolabili solo a particolari
condizini La posizione del contribuente. In fase di accesso alla dichiarazione precompilata, il contribuente
visualizza nell'elenco delle informazioni attinenti la dichiarazione precompilata i seguenti dati riferibili anche
ai familiari a carico con esclusione di quelli per i quali sia stata manifestata l'opposizione: a) totale delle
spese sanitarie automaticamente agevolabili e dei relativi rimborsi aggregati; b) totale delle spese sanitarie
agevolabili solo in presenza di particolari condizioni e dei relativi rimborsi. Il totale delle spese sanitarie
automaticamente agevolabili viene, inoltre, esposto, secondo la legislazione fiscale vigente, negli appositi
campi della dichiarazione precompilata, al netto delle relative spese rimborsate riferibili al medesimo anno
d'imposta. Se il familiare risulta a carico di più contribuenti, le spese vengono inserite nelle dichiarazioni
precompilate di questi ultimi in proporzione alla percentuale di carico. I rimborsi delle spese sanitarie riferite
ad annualità differenti, dovuti alla mancata erogazione totale o parziale della prestazione sanitaria ed
erogati in un'annualità diversa da quella in cui è stato effettuato il relativo pagamento, sono inseriti nella
dichiarazione precompilata del contribuente nel quadro relativo ai redditi assoggettati a tassazione
separata. Se la spesa sanitaria oggetto del rimborso non è stata portata in detrazione nella dichiarazione
dei redditi relativa all'anno in cui è stata sostenuta, il contribuente può modificare la dichiarazione
precompilata eliminando dai redditi assoggettati a tassazione separata l'importo del relativo rimborso. Le
informazioni sono rese disponibili ai Caf e ai professionisti abilitati, nonché ai sostituti d'imposta,
preventivamente delegati dal contribuente con le modalità di cui al provvedimento del direttore dell'agenzia
delle Entrate del 23 febbraio 2015, e ai dipendenti dell'Agenzia delle entrate incaricati di fornire assistenza
ai contribuenti in relazione alla dichiarazione precompilata. La delega ai professionisti abilitati . Il Caf, il
professionista abilitato e il sostituto d'imposta che presta assistenza fiscale acquisiscono le deleghe per
l'accesso attraverso l'apposito sistema informatico, unitamente a copia di un documento di identità del
delegante, in formato cartaceo ovvero in formato elettronico. La delega può essere sottoscritta
elettronicamente, nel rispetto delle regole tecniche adottate ai sensi dell'articolo 71 del decreto legislativo 7
marzo 2005, n. 82. Se il sostituto d'imposta ha fornito ai contribuenti sostituiti utenza e password personali
per l'accesso al sistema informativo aziendale o a un'area di questo appositamente dedicata, in alternativa
alle modalità indicate al punto 5.1 è possibile per i contribuenti sostituiti conferire la delega utilizzando le
suddette credenziali. La delega per l'accesso ai documenti contiene le seguenti informazioni: a) codice
fiscale e dati anagrafici del contribuente; b) anno d'imposta cui si riferisce la dichiarazione 730
precompilata; c) data di conferimento della delega; d) indicazione che la delega si estende, oltre all'accesso
alla dichiarazione 730 precompilata anche alle informazioni riguardanti l'aspetto in discorso L'eventuale
revoca di una delega fornita dal contribuente è acquisita con le stesse modalità. Nel caso in cui il
contribuente che richiede assistenza fiscale non intenda utilizzare la dichiarazione 730 precompilata, il Caf
o il professionista abilitato acquisisce idonea documentazione da cui si evince la mancata autorizzazione
da parte del contribuente all'accesso alla dichiarazione 730 precompilata. Il sostituto d'imposta, il Caf e il
professionista abilitato conservano le deleghe acquisite, unitamente alle copie dei documenti di identità dei
deleganti, e individuano uno o più responsabili per la gestione delle suddette deleghe. Le deleghe acquisite
direttamente in formato elettronico sono conservate nel rispetto delle regole tecniche di cui all'art. 71 del
decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. Consultazione dei dati di dettaglio da parte del contribuente. Ai fini
dell'eventuale consultazione dei dati delle spese sanitarie indicati nella dichiarazione precompilata, a partire
dal 15 aprile di ciascun anno il contribuente può verificare sul sito dell'agenzia delle Entrate nell'area
autenticata le informazioni di dettaglio relative alle singole spese sanitarie e ai rimborsi, anche con
riferimento a alle spese e ai rimborsi relativi ai familiari a carico, a esclusione delle spese sanitarie e dei
rimborsi per i quali l'assistito abbia manifestato l'opposizione. Le informazioni di dettaglio non possono
essere visualizzate né dai dipendenti dell'Agenzia delle Entrate, in sede di assistenza, né dai soggetti
delegati che accedono alla dichiarazione precompilata. Sanzioni per inadempimenti. L'articolo 23 del Dlgs
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158/2015 ha introdotto la sanzione di 100 euro per ogni comunicazione omessa fino a un massimo di
50.000 euro. La sanzione non si applica se la trasmissione dei dati corretti è effettuata entro i 5 giorni
successivi alla scadenza, ovvero, nei casi di segnalazione da parte dell'Agenzia delle Entrate, entro i 5
giorni successivi alla segnalazione stessa. Se la segnalazione è trasmessa entro 60 giorni dalla scadenza,
la sanzione è ridotta di un terzo con un massimo di 20.000 euro. pagine a cura di Paola Ferrari avvocato
La normativa Con il decreto ministeriale 31 luglio 2015 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 185 dell'11
agosto 2015), sono state fissate le regole che i soggetti obbligati devono seguire per inviare in via
telematica fatture e scontrini per prestazioni sanitarie al Sts - Sistema tessera sanitaria. Nel caso di farmacie
, laboratori di analisi e centri privati le linee essenziali sono desumibili dal provvedimento del 31 luglio 2015
con cui il direttore dell'agenzia delle Entrate ha dettato modalità di trattamento e accesso ai dati (delle
spese sanitarie sostenute privatamente).
I soggetti coinvolti I policlinici universitari Le aziende ospedaliere Le aziende sanitarie locali I presidi di
specialistica ambulatoriale Gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico Le farmacie, pubbliche e
private (scontrini e fatture) Gli iscritti all'Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri Le strutture per
l'erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa, gli altri presidi e strutture
accreditati per l'erogazione dei servizi sanitari
I dati da trasmettere al sistema tessera sanitaria Le strutture sanitarie e i medici (o i loro incaricati)
devono trasmettere in via telematica al Sistema. In particolare i dati di spesa sanitaria, una volta trattati e
predisposti possono essere trasmessi al sistema Ts: 1. direttamente dai soggetti/strutture/ medici tramite i
propri sistemi gestionali; 2. per il tramite dei sistemi regionali, autorizzati ai sensi dell'articolo 4 del presente
decreto; 3. per il tramite di associazioni di categoria e soggetti terzi (soggetti delega- ti), ai sensi dell'articolo
2 del presente decreto. Il sistema Ts riceve i dati in modalità sicura, su rete di comunicazione Spc ovvero,
tramite Internet, mediante protocollo Ssl per garantire la riservatezza dei dati su reti pubbliche. Tutte le
operazioni di trasmissione dei dati sono tracciate dal sistema Ts e registrati in appositi file di log che
vengono conservati per un periodo di 12 mesi. I dati elencati nella circolare dell'agenzia delle Entrate sopra
richiamata: Per ciascuna spesa o rimborso: a) codice fiscale del contribuente o del familiare a carico cui si
riferisce la spesa o il rimborso; b) codice fiscale o partita Iva e cognome e nome o denominazione del
soggetto erogante; c) data del documento fiscale che attesta la spesa; d) tipologia della spesa; e) importo
della spesa o del rimborso; f) data del rimborso.
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A ) Ticket per acquisto di farmaci e per prestazioni fruite nell'ambito del Servizio sanitario nazionale B)
Farmaci: spese relative all'acquisto di farmaci, anche omeopatici C) Dispositivi medici con marcatura Ce:
spese relative all'acquisto o affitto di dispositivi medici con marcatura Ce D) Servizi sanitari erogati dalle
farmacie: ad esempio spese relative a ecocardiogramma, spirometria, holter pressorio e cardiaco, test per
glicemia, colesterolo e trigliceridi o misurazione della pressione sanguigna E) Farmaci per uso veterinario
F) Prestazioni sanitarie: assistenza specialistica ambulatoriale esclusi interventi di chirurgia estetica; visita
medica generica e specialistica o prestazioni diagnostiche e strumentali; prestazione chirurgica a
esclusione della chirurgia estetica; certificazione medica; ricoveri ospedalieri ricollegabili a interventi
chirurgici o a degenza, a esclusione della chirurgia estetica, al netto del comfort G) Spese agevolabili solo a
particolari condizioni: protesi e assistenza integrativa (acquisto o affitto di protesi - che non rientrano tra i
dispositivi medici con marcatura Ce - e assistenza integrativa); cure termali; prestazioni di chirurgia estetica
(ambulatoriale o ospedaliera) H) Altre spese
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Quali spese vanno comunicate
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Le promesse della cannabis
Cannabidiolo utile nelle farmacoresistenze - Studio su Lancet Neurology
La farmacoresistenza è un problema che riguarda circa un terzo dei pazienti che soffrono di epilessia ed è
associato a un aumentato rischio di morbidità e mortalità. Le crisi epilettiche frequenti e prolungate hanno
un effetto particolarmente negativo sul cervello in via di sviluppo e rischiano di compromettere in modo
grave lo sviluppo psicomotorio e comportamentale del bambino, nonché la qualità di vita del bambino e
dell'intera famiglia. Tra i bambini con epilessia farmacoresistente, l'esordio precoce e l'alta frequenza delle
crisi espongono maggiormente a questo rischio e sono associati ad alta frequenza di disturbi neuromotori e
del comportamento, in particolare deficit cognitivi e autismo. Esiste pertanto una evidente necessità di
nuove terapie in grado di ottenere il controllo delle crisi epilettiche particolarmente in età pediatrica. Derivati
della pianta Cannabis Sativa sono stati usati in passato per la cura di diversi disturbi tra i quali l'anoressia e
il dolore. Tuttavia, negli ultime due o tre anni, grazie anche al coinvolgimento dei mezzi di comunicazione,
si è creato un enorme interesse a proposito degli effetti di tali sostanze sul controllo delle crisi epilettiche
particolarmente in età pediatrica. Si è trattato per lo più di riscontri aneddotici, che hanno avuto grande
risonanza, con scarse infomazioni di natura medica, come il tipo di epilessia o il tipo di crisi trattate, e
soprattutto riguardanti l'effetto di prodotti artigianali non purificati contenenti diverse e, in molti casi
addirittura sconosciute, percentuali dei due principali componenti della Cannabis, il tetraidrocannabinolo
(Thc) e il cannabidiolo (Cbd). Diversamente dal Thc, il Cbd non è psicoattivo e fin dagli anni Settanta diversi
studi su animali ne hanno dimostrato l'efficacia come anti-convulsivante. Il nostro studio recentemente
pubblicato sul numero del 23 eicembre 2015 di The Lancet Neurology è il primo al mondo a valutare la
sicurezza, la tollerabilita e l'efficacia del cannabidiolo nel trattamento delle epilessie farmacoresistenti a
esordio in età pediatrica. Lo studio, partito dal Benioff Children's Hospital dell'Università di California San
Francisco, dove il primo paziente è stato trattato nel 2013, ha coinvolto 11 centri negli Stati Uniti. Abbiamo
utilizzato una preparazione farmaceutica composta per il 99 per cento da cannabidiolo, quindi praticamente
priva del componente psicoattivo Thc, somministrata in aggiunta alla terapia in corso che è stata mantenuta
invariata per i primi tre mesi dello studio. In totale sono stati trattati 162 pazienti di età compresa da 1 e 30
anni affetti da diverse forme di epilessia farmacoresostente, inclusi pazienti con sindrome di Dravet, una
rara forma di epilessia genetica che si manifesta in età infantile con crisi frequenti e debilitanti, ritardo
psicomotorio e grave compromissione della qualità di vita. Al termine dei primi tre mesi si trattamento,
abbiamo osservato una riduzione della frequenza delle crisi di almeno il 50% in circa il 40% dei pazienti,
una riduzione del 70% in circa il 20%, e di più del 90% nell'8% dei pazienti. Tuttavia, un'alta percentuale di
pazienti pari a circa l'80% ha riportato effetti collaterali, per lo più lievi o moderati, tra i quali la perdita
dell'appetito, e la diarrea. Tra gli effetti collaterali gravi, è importante sottolineare un incremento delle crisi
fino allo stato di male epilettico, rappresentato da crisi molto ravvicinate o molto prolungate. Nel complesso,
possiamo considerare questi dati incoraggianti e suggestivi di buona efficacia e discreta tollerabilita,
considerato che i nostri pazienti erano affetti da epilessie severe con crisi resistenti a molti, se non tutti i
trattamenti antiepilettici, compresi farmaci e dieta chetogena. Due aspetti limitanti vanno però considerati: il
primo riguarda il fatto che si tratta di risultati a breve termine di studio sull'uso compassionevole del
cannabidiolo, nel quale a tutti pazienti è stato somministrato il farmaco, quindi privo di un gruppo di
controllo; il secondo riguarda la possibilita del cosidetto "effetto placebo", rappresentato dal miglioramento
che si osserva in pazienti ai quali è stato somministrato non il farmaco, bensì una sostanza n eutra, come
l'acqua. In pratica, l'effetto placebo si osserva più frequentemente quando le aspettative dei pazienti sono
molto alte, ci si aspetta che il prodotto funzioni, magari perché è stato presentato dai media come nuovo,
potente, e "miracoloso". Il prossimo importante passo pertanto è rappresentato dai risultati di studi
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GIORNATA INTERNAZIONALE EPILESSIA/ Un nuovo farmaco per i baby pazienti
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randomizzati e controllati tuttora in corso negli Stati Uniti, in grado di valutare con precisione sia l'efficacia
che gli effetti collaterali del cannabidiolo nel trattamento dell'epilessia. Al momento questi studi riguardano
pazienti da due epilessie rare e severe a esordio precoce quali la sindrome di Dravet e la sindrome di
Lennox-Gastaut. Questi studi richiedono tempo e l'attesa è lunga e difficile sia per i nostri piccoli pazienti
che per i loro genitori. Tuttavia, sono assolutamente necessari non solo per i medici, ma anche e
soprattutto per proteggere i pazienti, e in particolare i bambini. Il successo nei singoli casi riportato con
grande enfasi da parte dei media non può essere considerato un dato scientifico e attendibile. Inoltre,
ricordiamo che, come spesso accade, i pazienti che non rispondono non fanno notizia. Come medico credo
che conoscere la composizione del prodotto che si somministra a un paziente sia fondamentale da un
punto di vista terapeutico ed etico. Ho avuto il coraggio di sperimentare un nuovo farmaco, di affrontare le
difficoltà amministrative, di portare avanti uno studio rigoroso con un prodotto farmaceutico, il cui profilo
chimico è conosciuto e la cui composizione è costante in ogni confezione, ma non sarei pronta a trattare un
bambino sperimentando prodotti "a base di", considerati sicuri solo perché naturali e a base di piante,
contenenti con percentuali variabili di Thc e Cbd, mentre sono potenzialmente tossici. Pochi hanno parlato
del risultato di un'analisi condotta dalla Food and drug administration (Fda) e resa pubblica nel maggio
2015: il 33% dei prodotti da banco venduti come preparazioni a base di cannabidiolo, non ne contenevano
affatto. Maria Roberta Cilio professore di Neurologia e pediatria all'Università di California San Francisco
direttore della ricerca in Epilettologia pediatrica Benioff children's hospital San Francisco, California Usa Da
quest'anno, la giornata mondiale dedicata all'epilessia, che in Italia coinvolge circa 500mila persone con
oltre 30mila nuovi caso l'anno, sostituirà la giornata nazionale passando dalla prima domenica di maggio al
secondo lunedì di febbraio. E arriva un nuovo strumento che aiuta a gestire meglio la propria malattia. Si
chiama My Epilepsy Diary e consente di condividere in tempo reale tutte le informazioni con il medico e il
personale sanitario. Il nuovo diario elettronico digitale, totalmente gratuito e utilizzabile su computer, tablet
e smartpho- ne, dà la possibilità di annotare le crisi, le visite mediche e persino il proprio stato d'animo. È
possibile anche ricostruire la propria storia clinica, raccontare la propria vicenda personale e familiare,
inserire video, creare "alerts" per ricordare l'assunzione di medicine, creare e stampare report, tutto in
maniera assolutamente discreta. Il progetto E-Diary è stato concepito dall'organizzazione no-profit Epilepsy
Therapy Project (Etp), sviluppato da Irody, società che opera nel settore dell'informatica con esperienza
nell'elaborazio- ne di tool elettronici per pazienti. «Siamo contenti di poter introdurre questo servizio anche in
Italia, che è stato sperimentato negli Stati Uniti con buoni risultati. - ha dichiarato Roberto Michelucci , past
president Lice e coordinatore del progetto - Se aggiornato con regolarità, My Epilepsy Diary permette al
paziente di aumentare la propria consapevolezza e di gestire meglio la propria malattia, migliorando il
rapporto con il medico. Per informazioni sulla Giornata Internazionale dell'epilessia: www.epilepsy.org www.ibe-epilepsy.org .
Foto: Sperimentazione in undici centri
Foto: In corso altri test randomizzati
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Pag. 14 N.4 - 2 febbraio 2016
Al Meyer il gioco è sempre una cosa seria
Anche il gioco fa parte della cura. È questo l'orientamento che l'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze ha
fatto proprio nel suo rapporto con i piccoli pazienti. Il gioco è una dimensione fondamentale dell'infanzia,
essenziale per la crescita psicofisica del bambino. Attraverso il gioco il bambino apprende, sviluppa abilità,
si relaziona ai coetanei ed elabora le sue esperienze. Il gioco pertanto aiuta ad affrontare la malattia e a
superare la paura e lo stress che il ricovero porta con sé. Un progetto che al Meyer si sostanzia a tutto
campo, a partire dalla Ludoteca visitata ogni anno da diecimila bambini, luogo reale di interazione tra i
bambini, ma anche luogo di stimoli e di suggestioni ricreative e creative pensate per i più piccoli, attraverso
i laboratori realizzati anche con valenze formative. Le attività di gioco vengono sviluppate in base alle
caratteristiche e alle esigenze dei bambini e sono svolte in autonomia, con i genitori o con gli educatori. La
Ludoteca non è però uno spazio chiuso ma si apre, anche con modalità itinerante, e arriva nelle stanze di
degenza di tutti i reparti, così da raggiungere i piccoli pazienti che non possono muoversi. Il gioco diventa
così un'esperienza diffusa in tutto l'ospedale. Un'attività ludica che prende diverse forme come quello della
lettura ad alta voce dello scaffale volante, che tocca vari luoghi dell'ospedale, specie dove il bambino è in
attesa della visita e non si può allontanare. Attività come anche l'ortogiardino che insegna ai bambini a
prendersi cura di sé attraverso l'accudimento di un seme che diventa piantina. Appena fuori dalla Ludoteca,
piccole "isole" ospitano in vasche essenze aromatiche, piante da orto come i pomodori e verdure di
stagione, o fiori coltivati dai piccoli degenti che partecipano ai laboratori. Già dalla primavera nell'orto c'è di
tutto: la vasca degli odori (origano, rosmarino, salvia, timo, maggiorana, lavanda, ruta, menta) adornata con
piante di girasoli. La vasca degli ortaggi (melanzane, peperoni, zucchine). La vasca dei pomodori (ciliegini,
nani, cuori di bue). I semenzai dei radicchi e delle insalate (radicchio rosso, rucola, lattuga, misticanza,
insalata riccia, ravanelli). I bambini imparano a conoscere le piante di stagione, a crescerle, traendone
benefici di tipo emotivo, sociale, affettivo e fisico. Per un bambino ospedalizzato il fatto di poter frequentare
un ambiente tattile e olfattivamente diverso dal proprio ambiente di cura diventa uno stimolo alla guarigione.
Un aumento dell'autostima e l'opportunità di soddisfare le spinte creative e di accudimento spesso
inespresse nello stato di malattia. Inoltre, il poter operare sia in gruppo che singolarmente stimola la
valorizzazione delle proprie risorse e capacità, ottenendo un miglioramento psicofisico. Un approccio che
ritroviamo anche in un altro progetto solo apparentemente differente. Parliamo della Pet therapy di cui
l'Ospedale pediatrico Meyer è stato pioniere. Gli amici a quattro zampe sono alleati preziosi per aiutare i
bambini a superare la paura di alcuni esami o ridurre il trauma di manovre che possono risultare fastidiose.
Tutti i cani che entrano al Meyer sono sottoposti a regolari controlli igienico-sanitari e sono appositamente
scelti per operare in un contesto delicato come quello ospedaliero pediatrico. Ciascun cane è guidato da
conduttori professionisti e regala coccole e tenerezza ai piccoli pazienti, accompagnandoli a fare un veloce
prelievo, una visita o una semplice passeggiata in reparto. Il valore terapeutico della relazione con i nostri
amici animali è stato oramai riconosciuto dal mondo scientifico: la loro presenza permette infatti ai piccoli
ricoverati di migliorare la qualità della vita e le condizioni di salute. Sono questi alcuni degli ingredienti del
programma "Play Therapy", una dimensione di gioco che è diffusa al Meyer. Proprio per sostenere queste
attività dall'8 al 28 febbraio 2016 la Fondazione Meyer promuove la campagna di sensibilizzazione e
raccolta fondi con Sms solidale al 45508. Per ciascun Sms o chiamata da rete fissa allo stesso numero si
possono donare 2 o 5 euro. Attraverso questa iniziativa ognuno può contribuire a tenere vivo e far crescere
un progetto davvero unico e importante per i bambini e per gli adolescenti in cura all'ospedale pediatrico
Meyer di Firenze. Francesca Maffei responsabile Psicologia ospedaliera Aou Meyer
Foto: Attività ludiche parte della cura
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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PEDIATRIA&PSICOLOGIA INFANTILE
02/02/2016
Pag. 14 N.4 - 2 febbraio 2016
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Foto: Dalla pet therapy alle ludoteche
02/02/2016
Pag. 6
tiratura:60000
Cure palliative per un surplus di fraternità
P ARIGI , 1. Le cure palliative sono «un elemento essenziale dell'assistenza sanitaria», come afferma
anche il Consiglio d'Europa. Al riguardo, le persone gravemente sofferenti, che si trovano in uno stato di
estrema vulnerabilità, chiedono un «surplus di fraternità». Per questo «rispondere al loro appello è una
buona opera politica che inscrive la cultura palliativa non solo nel mondo della cura ma anche nella nostra
mentalità, in modo che siamo attenti a prenderci cura gli uni degli altri». È sostanzialmente positivo il
giudizio della Conferenza episcopale francese nei confronti del disegno di legge Claeys-Leonetti (sui nuovi
diritti in favore delle persone in fin di vita), approvato martedì scorso dall'Assemblea nazionale, che prevede
la possibilità di ricorrere a una «sedazione profonda e continua che provoca un'alterazione della coscienza
fino al decesso» per quei pazienti incurabili che ne faranno richiesta. Con un comunicato, il gruppo di lavoro
sul fine vita guidato dall'arcivescovo di Rennes, Pierre d'Ornellas, sottolinea che i parlamentari «hanno
scartato l'idea che una vita possa essere inutile: sì, ogni persona è degna del più grande rispetto fino al
termine della propria vita. E hanno confermato che l'ostinazione irragionevole è vietata: sì, prendersi cura
della persona è più importante del semplice proseguimento di terapie divenute sproporzionate». La nuova
legge, evitando di riaprire il dibattito sull'eutanasia, si è concentrata sull'addormentamento continuativo (fino
alla morte naturale) di quei malati in fase terminale che esprimono espressamente tale volontà. Il gruppo di
lavoro - di cui fanno parte anche alcuni esperti di etica biomedicale - osserva come, durante il dibattito
legislativo, si sia tenuto conto della necessità di sviluppare l'accesso e la formazione alle cure palliative. Il
Governo «ha stabilito un piano triennale a tale scopo» e «una valutazione annuale della politica legata a
queste cure». La nuova legge dunque «si applica secondo gli obiettivi, i principi e le pratiche delle cure
palliative» e «dà dei diritti ai pazienti al fine di rispettare la loro autonomia». L'organismo dell'episcopato
francese mette tuttavia in evidenza come una buona legge, che voglia rispondere all'ambizione di una
migliore qualità del servizio, debba garantire ai pazienti come agli operatori sanitari «un giusto
coinvolgimento nel rapporto di cura». I casi previsti dal provvedimento «sono rari», è scritto nel documento,
tuttavia la legge «non può sostituirsi alla valutazione medica imponendo delle sistematizzazioni che
negherebbero la singolarità di ogni caso». È "l'arte medica" che deve provvedere al «miglior sollievo
possibile della sofferenza» e definire con obiettività quando l'accanimento terapeutico deve essere rifiutato,
«in particolare per i malati incapaci di esprimere la loro volontà». È "l'arte medica" - p ro segue monsignor
d'Ornellas - a discernere «quando l'i n t e r ru z i o n e della nutrizione e dell'idratazione artificiali
corrisponde alla cura migliore da dare», a valutare «quando le direttive anticipate sono o no appropriate».
Attraverso un vero dialogo tra professionisti della sanità, pazienti e loro familiari, «quest'arte consente di
applicarsi alle situazioni più delicate, nel rispetto della deontologia medica». Solo proseguendo una
riflessione concertata e continuativa, relativamente alla loro redazione e messa in pratica, si potrà favorire
l'espansione delle cure palliative: «Sostenendo sempre l'intenzione di alleviare la sofferenza, esse
dissiperanno i timori di derive eutanasiche che, giustamente, sono sorti durante il dibattito», conclude il
gruppo di lavoro sul fine vita, ricordando che questa nuova legge «non è che una tappa», bisognosa di
approfondire la formazione, «che è urgente», di tutti i professionisti del settore.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Comunicato dell'episcopato francese sul disegno di legge
02/02/2016
Pag. 17 N.7 - 8 febbraio 2016
diffusione:97949
tiratura:147890
MORBO DI CROHN punta sul nuovo FARMACO BIOLOGICO
Arriva in primavera la terapia che guarisce un terzo delle persone afflitte dalla malattia. Cura anche chi
soffre di colite ulcerosa. Ecco i suoi segreti
Ida Macchi
A breve avremo un nuovo farmaco per la cura della malattia di Crohn e la colite ulcerosa, due patologie
croniche che hanno come bersaglio l'intestino e che sono in forte aumento (colpiscono circa 200 mila
persone, soprattutto tra i 20 e i 40 anni). Si chiama vedolizumab , e sarà in farmacia fra qualche mese. «È
un medicinale biologico, un anticorpo monoclonale sintetizzato in laboratorio con la tecnica del DNA
ricombinante», spiega Silvio Danese, responsabile del Centro malattie infiammatorie croniche intestinali
dell'istituto Humanitas. «Gli effetti sono rapidi: una sperimentazione su oltre 1000 persone, effettuata a
livello mondiale e i cui risultati sono pubblicati sull'autorevole New England Medical Journal , dimostra che
in oltre un terzo dei pazienti si ha la guarigione di entrambe le malattie». come funziona Sono i globuli
bianchi la chiave di volta della cura. ll principio attivo del nuovo farmaco ne blocca il trasporto verso
l'intestino infiammato . Con la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, infatti, il sistema immunitario recluta un
alto numero di queste sentinelle anti-germi e virus nell'intestino che, però, attaccano "erroneamente" le sue
pareti, come fossero nemici. Risultato: un'infiammazione cronica che produce ulcere. La malattia di Chron
può colpire tutto il tratto digestivo, la colite ulcerosa attacca solo il colon e il retto . Ma la strada terapeutica
è identica: spegnere o ridurre l'infiammazione. «Il farmaco lo fa rilasciando il principio attivo solo nelle parti
infiammate dell'organo, riconoscendo i globuli bianchi all'origine delle due patologie», spiega l'esperto.
vantaggi e svantaggi La terapia non dà effetti collaterali, perché agisce solo sui globuli che lavorano in
modo anomalo. Però le cure non possono essere sospese , una volta raggiunto l'obiettivo. Quando il
farmaco arriverà, sarà a carico del Ssn, ma distribuito solo nelle farmacie degli ospedali.
200
mila
sono gli italiani che hanno la malattia di Chron e la colite ulcerosa
occhio a questi sintomi Saper riconoscere i sintomi delle malattie infiammatorie croniche dell'intestino e
arrivare a una diagnosi precoce è fondamentale, perché se ne limitano i danni. La colite ulcerosa è più
facile da riconoscere perché si manifesta con diarrea e feci con tracce di sangue. La malattia di Crohn è
invece più sfumata, e spesso viene scambiata per il colon irritabile. I suoi sintomi caratteristici: dolori di
pancia, diarrea (a volte alternata a stipsi), calo di peso e, spesso, una febbricola inspiegabile. Quindi è
importante rivolgersi a centri d'eccellenza ospedalieri di gastroenterologia, per far chiarezza e arrivare ad
una diagnosi precisa e veloce, attraverso esami del sangue specifici (emocromo e test che misurano
l'infiammazione, come il dosaggio della proteina C reattiva), esami radiologici mirati all'intestino e, se
necessaria, anche la colonscopia.
Foto: CONSULTA GRATIS IL NOSTRO ESPERTO dott. Silvio Danese gastroenterologo, Istituto
Humanitas Milano. Tel. 02-70300159 17 febbraio ore 16.30-17.30
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Starbene attualità
VITA IN FARMACIA
27 articoli
02/02/2016
Pag. 1 Ed. Bari
diffusione:289003
tiratura:424634
Due candidati amici del presidente: il Tar annulla il concorso
GABRIELLA DE MATTEIS
A PAGINA VII AVINCERE la selezione erano stati due candidati che avevano collaborato con il presidente
della commissione, tanto da essere firmatari di numerose pubblicazioni scientifiche. Ora il concorso per due
posti di associato alla facoltà di farmacia è stato annullato.
I giudici della terza sezione del Tar hanno infatti accolto il ricorso presentato da una candidata che era
stata esclusa e che aveva sottolineato l'esistenza di profili di incompatibilità tra il presidente della
commissione e i vincitori del concorso, tutti e tre legati da «una collaborazione scientifica». Uno dei
candidati che aveva superato la selezione aveva all'attivo 42 pubblicazioni: ben 41 erano firmate anche dal
presidente della commissione. Insieme sono anche titolari di due brevetti. Più o meno simile il caso del
secondo vincitore del concorso che per 51 pubblicazioni su 60 ha potuto beneficiare della collaborazione
del componente della commissione.
La difesa dinanzi al Tar aveva cercato di spiegare come la cause di incompatibilità siano riconducibili a
ragioni di parentela. Di parere contrario i giudici che rilevano come nel «caso in esame ricorra l'ipotesi della
sussistenza di "peculiari rapporti" tra membro della commissione e le parti che hanno vinto la selezione».
Ora il concorso dovrà essere rifatto.
bari.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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UNIVERSITA'
02/02/2016
Pag. 1 Ed. Firenze
diffusione:289003
tiratura:424634
L' assessore Saccardi: "Prevenzione anche per gli over 45"
(mi.bo.)
SERVIZIO A PAGINA III «IL consiglio per chi ha più di 45 anni è di vaccinarsi, se lo fanno nel servizio
pubblico il vaccino lo pagano comunque la metà». L'assessore alla Sanità Stefania Saccardi chiede a tutti i
toscani di farsi iniettare il medicinale che previene l'infezione da meningococco C. Per quelli che hanno
meno di 45 anni il vaccino è gratuito ed offerto dalla Regione, per gli altri no. «Ma lo pagano comunque di
meno e si tratta di uno strumento efficace per interrompere i casi». Il problema è che le Asl, anche sull'onda
della paura suscitata dagli ultimi due casi di sabato e domenica, hanno liste di attesa lunghe, in particolare
per chi non è incluso nella campagna regionale, appunto gli over 45. «Stiamo cercando di accordarci con i
medici di famiglia per coinvolgerli in questa partita, perché anche loro invitino i loro pazienti adulti a
vaccinarsi. Aumenteremo l'offerta».
Ieri in moltissimi hanno cercato un appuntamento per fare il vaccino. Così le liste di attesa si sono subito
impennate. A Firenze la prima disponibilità era tra un mese, a Pistoia tra 20 giorni. Già oggi la Asl dovrebbe
immettere nel sistema nuove sedute di vaccinazione per ridurre le liste. «Il problema è che la domanda ha
un andamento irregolare», spiegano dall'azienda sanitaria. Nei giorni in cui non ci sono casi di solito le
richieste calano, in quelli come ieri invece si impennano. E infatti dalla mattinata al pomeriggio del primo
giorno del mese a Firenze hanno prenotato in 720 (530 attraverso il cup telefonico), cioè anche il 50% in
più rispetto ad alcuni giorni dell'altra settimana. Il 29 gennaio, ad esempio, sono stati 422, e il giorno prima
500. Ed è prevedibile che anche oggi i tentativi di fissare un appuntamento saranno molti.
E' naturale che i cittadini, a parte i più giovani che sono quasi tutti stati raggiunti e invitati attraverso la
scuola in questi mesi, si muovano inseguendo l'emotività, e che quindi l'estate scorsa, quando non ci sono
stati praticamente casi di meningite, in pochissimi siano andati a fare la vaccinazione alla Asl o dai dottori.
Sta alle autorità sanitarie intercettarli e far comprendere che non bisogna aspettare di venire a conoscenza
della morte o della malattia di una persona per telefonare e prenotare. Per riuscirci si è deciso di farsi
aiutare dai medici di famiglia, che fino ad ora non hanno collaborato molto, in particolare a Firenze dove
solo il 45% si sono detti disponibili a vaccinare. (mi.bo.)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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IL CONSIGLIO
02/02/2016
Pag. 2 Ed. Firenze
diffusione:289003
tiratura:424634
Il batterio si sposta tra più classi di età niente strumenti per coprire gli
anziani
Fino ad oggi gli studi fatti sulle cure contro il meningococco C hanno riguardato i bambini Il giallo sanitario
sta tenendo in scacco gli uffici dell'assessorato della Salute
MICHELE BOCCI
Una donna di 65 anni e un ragazzo già vaccinato. I casi delle ultime due persone colpite dal meningococco
C in Toscana trasformano in un rebus la sfida della Regione contro il batterio. E tutto a un tratto si teme che
le armi a disposizione siano spuntate.
Sabato sera si è ammalata, con esiti drammatici, una persona in là con gli anni, come era già avvenuto in
due occasioni a dicembre. E questo malgrado si fosse sempre detto e pensato che la meningite colpisse
sopratutto i giovani, in particolare i bambini. Ma da noi chi ha meno di 10-12 anni è vaccinato quindi il
batterio, quasi sempre un clone del sottotipo St11,ha spostato il suo bacino di portatori sani anche in altre
classi di età. E questa è una cosa che nessuno si aspettava. Soprattutto non ci sono strumenti sicuri per
coprire le persone più anziane, perché non si sa molto sull'uso dei vaccini in quelle età, più che altro
riguardo alla loro efficacia.
E ha a che fare con l'efficacia del vaccino il secondo ingrediente del giallo sanitario che sta tenendo in
scacco gli uffici dell'assessorato. Il giovane ricoverato a Ponte a Niccheri domenica sera lo aveva fatto nel
gennaio del 2008 ma non è bastato ad evitargli la malattia. Il perché lo spiega Chiara Azzari, immunologa e
direttore scientifico del Meyer. «Il vaccino induce gli anticorpi - dice - con il passare del tempo la carica
diminuisce, si tratta di una cosa fisiologica, normale». Questa caratteristica, unita alla natura della
meningite, diventa molto problematica. «Quando abbiamo di fronte un malattia che ha un tempo di
incubazione lungo, come ad esempio l'epatite - dice la professoressa Azzari - il nostro organismo ha modo
di risvegliare il ricordo degli anticorpi contro la patologia e quindi difendersi. Per questo il vaccino contro
l'epatite si può fare una sola volta nella vita. Ma quando invece ad aggredirci è un batterio che in due o tre
ore provoca i primi danni e in sei è in grado di uccidere, non facciamo neanche in tempo a risvegliare gli
anticorpi.
Per questo motivo è importante fare i richiami, come ad esempio avviene per il tetano ma anche per la
meningite, per la quale gli studi dicono che dopo 10 anni bisogna rifare il vaccino». Non è escluso che
nell'ultimo caso il farmaco abbia comunque avuto l'effetto di contrastare almeno un po' la malattia,
attenuandone l'impatto sul paziente il cui sistema sanitario era un po' preparato. «La vaccinazione resta
comunque uno strumento importantissimo», dice la professoressa Azzari.
Fino ad oggi gli studi fatti sul vaccino contro il meningococco C hanno riguardato prevalentemente
bambini. «Questo perché si è sempre pensato che la malattia colpisse soprattutto giovani, fino ai 20 anni di
età. Ma oggi in Toscana abbiamo questo ceppo aggressivo che ha coinvolto anche persone più grandi». E
vaccinare chi ha più di 50 anni è una cosa che non ha mai fatto nessuno al mondo. «Dei settantenni, ad
esempio non sappiamo niente», spiega sempre la professoressa: «E non sto parlando della sicurezza, visto
che su quella non ci sono dubbi». Il problema riguarda la capacità dell'organismo delle persone più anziane
di rispondere. Non si conoscono dunque le capacità di copertura per loro. Anche per questo la Regione per
ora non ha intenzione di estendere le età delle persone coinvolte dalla campagna, che continuano ad
andare dagli 11 ai 20 anni e dai 21 ai 45 anni. Soprattutto nella prima categoria, tra l'altro, i tassi di
copertura sarebbero già piuttosto buoni, in certe zone come quella di Empoli, una delle più colpite
dall'epidemia, si è arrivati al 70%. A Firenze si viaggia intorno al 50% mentre nelle zone di Prato e Pistoia i
numeri sono molto inferiori. Oggi all'assessorato era in programma una riunione sulle altre vaccinazioni
pediatriche ma probabilmente si parlerà ancora della meningite C e dei problemi che rendono quello
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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IL DOSSIER
02/02/2016
Pag. 2 Ed. Firenze
diffusione:289003
tiratura:424634
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Toscano un caso nazionale.
Nella nostra regione, stando all'Istituto superiore di sanità, si sono diagnosticati la metà di tutti i casi della
malattia registrati nel resto del Paese.
Per inseguire l'St11 la Regione avvierà verso metà del mese, con l'aiuto dell'Agenzia regionale di sanità,
uno studio epidemiologico sui casi avvenuti fino ad ora e anche una ricerca dei portatori attraverso prelievi
con il tampone nella gola.
Si cerca di capire in quali zone si trova il batterio, cioè quali sono quelle dove c'è un numero più alto di
portatori sani. Questa attività era stata richiesta all'assessorato dall'Istituto superiore di sanità già ad aprile
ma si era deciso di aspettare.
Probabilmente non sarà decisiva per sconfiggere il batterio, visto che le armi da utilizzare sono sempre le
stesse e cioè il vaccino e gli antibiotici, ma se si fosse partiti prima magari adesso ci sarebbero stati i
risultati e potevano fare comodo.
I PUNTI L'IMPREVISTO Qui chi ha meno di 10-12 anni è vaccinato e il batterio ha spostato il suo bacino di
portatori sani anche in altre classi di età SU FACEBOOK Cristiano Giannessi, di Lucca, un altro dei colpiti
dalla meningite, ha messo su Fb un video: io mi sono salvato, vaccinatevi I RICHIAMI Gli studi fin qui
condotti dicono che dopo 10 anni è consigliabile rifare il richiamo. E la vaccinazione resta l'arma più
efficace
Foto: L'EFFICACIA Dopo dieci anni è opportuno fare il richiamo come già avviene per il tetano
02/02/2016
Pag. 44 Ed. Torino
diffusione:189394
tiratura:278795
Le farmacie ospedaliere vincono il ricorso al Tar
Il Tar ha accolto il ricorso della Sinafo, il sindacato nazionale dei farmacisti, medici, biologi, chimici e fisici
dirigenti del Servizio sanitario nazionale, annullando la determina della Regione sulle esternalizzazioni del
servizio farmaceutico. Il documento era stato siglato nell'ottobre 2013 dalla giunta Cota e avrebbe
permesso a degli appaltatori esterni di gestire funzioni di competenza delle farmacie ospedaliere, come ad
esempio il controllo della disponibilità dei farmaci in magazzino. Pare che l'attuale giunta regionale non farà
ricorso, ma la sentenza include indicazioni per future deliberazioni sullo stesso argomento: la gestione
accentrata dei materiali ospedalieri dovrà «tutelare la natura» delle farmacie ospedaliere. [n. pen.] BY NC
ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Contro le esternalizzazioni
02/02/2016
Pag. 44 Ed. Alessandria
diffusione:189394
tiratura:278795
Era il decano dei farmacisti Morto a 102 anni a Novi
GINO FORTUNATO
Mario Costa, decano dei farmacisti della provincia, si è spento ieri mattina intorno alle 8, a 102 anni, nella
sua abitazione di Palazzo Negrone, in piazza Dellepiane a Novi.
I funerali si celebreranno domani alle 10,30 nella chiesa cittadina della Collegiata. Personaggio molto
conosciuto in città, Mario Costa manteneva ancora con orgoglio il grado di capitano dell'Esercito. Grado
che aveva guadagnato come addetto alla Sanità militare alla fine della seconda guerra mondiale.
All'inizio del conflitto, si arruolò come sottotenente e partecipò alla campagna d'Albania dove prestò
servizio per 2 anni. Rimpatriato, ultimò il servizio all'ospedale militare di Alessandria.
Dal 1951, quando sposò Ada Agnese Sacchi, visse nel signorile palazzo Negrone che fu acquistato dal
nonno materno nel 1911 e in seguito divenne la sede per la vestizione del vescovo, prima della cerimonia
solenne che si celebra alla Collegiata durante la festa patronale di Novi. Titolare della «Scotti»
Sempre all'inizio degli Anni '50 acquistò la farmacia Scotti che all'epoca si trovava in piazza della
Repubblica. Condusse personalmente la farmacia fino alla metà degli anni Ottanta, quando
ultrasettantenne decise di godere della meritata pensione. Tuttavia il Mario Costa è sempre stato una
persona dinamica. Restaurò palazzo Negrone
Si dedicò al restauro della prestigiosa facciata di palazzo Negrone, sotto la guida della Soprintendenza.
Grazie a lui, infatti, tornarono agli antichi splendori i suggestivi affreschi. Dalla gioventù, sino all'età matura,
ha sempre coltivato numerosi interessi, soprattutto sportivi, praticando tennis e vela, ma viene ricordato
anche come acceso sostenitore dell'Alessandria calcio.
Mario Costa era uno dei 18 centenari novesi che vivono in città. Avrebbe compiuto 103 anni l'8 agosto. Le
più longeve cittadine sono due signore di 105 anni. [g. fo.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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DOMANI l'addio a mario costa
02/02/2016
Pag. 41 Ed. Biella
diffusione:189394
tiratura:278795
A Bioglio il bonus bebè dura cinque anni "Così aiutiamo davvero le
nostre famiglie"
A Bioglio arriva il bonus bebè quinquennale. Da quest'anno le famiglie con figli dagli 0 ai 5 anni possono
contare su un contributo annuo del Comune, che va da 250 a 500 euro in base all'Isee, da spendere in
paese. Nel bilancio di previsione 2016, che sarà approvato entro la fine del mese, sono stati stanziati 15
mila euro per questa iniziativa e i bambini che potranno già beneficiarne sono una trentina. «Abbiamo
deciso di abolire il contributo per le giovani coppie perché non c'è più nessuno che si sposa e anche quello
di 103 euro, una tantum, per i neonati che serviva poco alle famiglie - spiega il sindaco Stefano Ceffa -.
Siccome in paese mancano i servizi per la prima infanzia riteniamo più utile aiutare le famiglie nei primi anni
di vita dei figli». Infatti per i bambini delle elementari i libri sono gratis e le tariffe dello scuolabus e della
mensa sono tra le più basse del Biellese, mentre la scuola media di Pettinengo paga l'autobus per i
biogliesi che la frequentano. Per i più piccoli gli aiuti sono pochi. Al bonus bebè «allargato» non hanno
diritto solo i neonati dal 2016 in poi, quindi, ma anche chi ora ha da 1 a 4 anni, fino al raggiungimento dei 5
anni. Economia
Le famiglie potranno spendere il contributo in paese per acquistare farmaci, alimenti o altro, come la legna
da ardere. «Non importa che si tratti di prodotti per i bambini, è un aiuto alle famiglie che hanno figli e quindi
può essere usato anche per scaldare la casa o per fare la spesa per tutti - dice il sindaco -. In questo modo
speriamo di aiutare le famiglie e di incentivare l'arrivo di nuovi bambini, ma anche le attività economiche di
Bioglio, dalla farmacia ai negozi, la cui permanenza in paese è davvero importante per tutti i cittadini». [f.
fos.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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stanziati i contributi
02/02/2016
Pag. 43 Ed. Cuneo
diffusione:189394
tiratura:278795
Farmacia comunale alla Stazione Sarà aperta entro la fine del mese
Il cronoprogramma per il momento è rispettato: entro fine mese dovrebbe essere realizzata la farmacia
comunale nella vecchia sede della stazione ferroviaria.
Febbraio è il termine ultimo stabilito dalla Regione che ha autorizzato l'apertura della nuova farmacia.
«Abbiamo anche scelto i dettagli finali, come la tinteggiatura e l'illuminazione - spiega il sindaco Davide
Sordella -. Siamo, quindi, moderatamente ottimisti».
La farmacia comunale, la terza in città dopo quella in viale Regina Elena e in via Marconi, troverà spazio
nei locali al pian terreno: l'apertura era stata richiesta dai residenti del San Bernardo, che nel borgo non
hanno altre farmacie, per aumentare i servizi nella zona e anche per rivitalizzare l'area da alcuni percepita
poco sicura, nonostante le forze dell'ordine e la polizia municipale abbiano aumentato passaggi e controlli.
Polizia municipale e Arpa
Una volta conclusi i lavori si potrà procedere al secondo lotto: nei locali della vecchia stazione, infatti,
troveranno posto anche la sede della polizia municipale, attualmente nel Borgo Vecchio, gli uffici dell'Arpa e
la sede di alcune associazioni di volontariato che avranno così spazi condivisi che permetteranno di
coordinarsi meglio.
«La farmacia ha la priorità, anche per i tempi contingentati- continua il sindaco-. Per questo vogliamo
concludere questo cantiere prima di aprire il prossimo». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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CANTIERI, LA TERZA IN CITTà
02/02/2016
Pag. 11 Ed. Ferrara
diffusione:113338
tiratura:156629
«'Banca del sangue' in carenza di sacche»
CARO CARLINO, sono un medico il formazione specialistica presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Ferrara, vorrei portare all'attenzione dei lettori un caso che riguarda la sanità ferrarese la quale, come
accade ormai in tutta Italia, è in fase di riorganizzazione secondo i nuovi criteri di area vasta che
coinvolgono le Regioni. Da diversi mesi la Banca del sangue di Ferrara vive una situazione di carenza di
sacche nei suoi depositi, e benché questo dipenda anche dalle normali fluttuazioni dovute alla frequenza
delle donazioni (atto di per se volontario), di recente il problema sembra esser sostenuto anche dal nuovo
modello organizzativo. Ferrara infatti ha una buona rete locale di donatori di sangue con i quali riesce
spesso a coprire le necessità del proprio territorio ma da quando le sacche vengono "centralizzate" a
Bologna per le analisi, capita che non tutte vengano restituite al territorio di origine. Nella pratica clinica
questo si sta traducendo in una maggiore difficoltà a ricevere il sangue considerato necessario per la tutela
della salute dei pazienti ferraresi. Se questo comportamento diventasse una prassi penalizzerebbe una
città virtuosa e autonoma come Ferrara per coprire la carenza di Bologna, che nonostante sia più popolosa,
non dimostra di avere una rete sociale così affiatata. Nicolò Fabbri SEGNALAZIONE Al Sant'Anna trovato il
farmaco mancante CARO CARLINO, venerdì 8 gennaio la farmacia del Sant'Anna di Ferrara è stata
contattata dalla Farmacia interna del Policlinico Gemelli Di Roma che chiedeva la disponibilità di un
farmaco antiaritmico per le emergenze cardiologiche, per una giovane paziente ricoverata nell'Unità di
terapia intensiva coronarica del medesimo policlinico. L'ospedale Gemelli era sprovvisto del farmaco, così
come tutti i policlinici della capitale. L'addetta farmacista del Sant'Anna di Ferrara, dopo aver verificato la
disponibilità interna del suddetto farmaco, lo ha messo a disposizione. Immediatamente si è attivato una
staffetta della polizia che ha ritirato il farmaco facendolo giungere al Policlinico Gemelli. Ministro Lorenzin, è
mai possibile che un ospedale ritenuto eccellente come il Gemelli di Roma, possa aver delle carenze del
genere? Non sarebbe il caso di disporre una inchiesta amministrativa? Antonio De Marco
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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DALLA PARTE DEI CITTADINI
02/02/2016
Pag. 3 Ed. Ascoli
diffusione:113338
tiratura:156629
NESSUN ELEMENTO che possa far pensare ad un omicidio. Le prime indiscrezioni trapelate sull'autopsia
che è stata effettuata ieri sul corpo di Lidia Di Nicola, non sembrano indicare strade alternative a quelle già
ipotizzate finora: un malore o un suicidio. Anche se quest'ultima potrebbe essere quella più concreta. Pare
infatti che la donna avesse ritirato in una farmacia, alcuni giorni prima delle scomparsa, diverse scatole di
farmaci, tra cui molti sonniferi. Un'overdose di questi ultimi potrebbe essere compatibile con la posizione in
cui Lidia è stata trovata: accovacciata su un lato e con una guancia appoggiata al suolo, come se dormisse.
Anche se rimangono diversi interrogativi. Quando avrebbe ingerito i farmaci? Se li avesse ingeriti prima di
iniziare la passeggiata, come può aver attraversato mezza città e poi essere arrivata fino all'estremità di un
colle senza accusare sbandamenti durante il tragitto? Perché nessuno l'ha notata? Gli accertamenti
autoptici sulla donna rinvenuta sabato mattina sul colle dell'Annunziata sono andati avanti per tutto il
pomeriggio, eseguiti dai medici legali Pietro Alessandrini e Sabina Canestrari. Per conoscere ulteriori
dettagli riguardo alle quantità ingerite e all'ora del decesso, bisognerà attendere gli esiti degli esami
tossicologici, che saranno depositati entro sessanta giorni. IL SOSTITUTO procuratore Umberto Monti, che
ha preso parte all'autopsia, aveva già escluso subito dopo il ritrovamento la presenza di segni compatibili
con una morte violenta. Pertanto, la procura ascolana mantiene aperto il fascicolo per «istigazione al
suicidio», un passaggio definito soltanto «tecnico», per poter procedere con accertamenti più approfonditi.
Già oggi in giornata potrebbe essere rilasciato, da parte del magistrato, il nulla osta per la restituzione della
salma ai familiari, che così potranno organizzare i funerali. La donna viveva con il marito, Bruno Aloisi, e il
figlio di 12 anni, con i quali abitava nell'appartamento di via Bellini dalla quale si è allontanata il pomeriggio
del 22 gennaio, dicendo di voler andare a fare una passeggiata. Il fratello vive in Francia, dove anche Lidia
era nata, ma i due non avevano contatti da anni. INTANTO si sta cercando di capire in che modo la donna
abbia raggiunto la cima del colle e quali strade possa aver attraversato. In questo senso, non aiutano le già
poche telecamere cittadine. La procura ha acquisito le registrazioni dei sistemi di videosorveglianza di
alcune ville della zona dell'Annunziata e sta visionando le immagini, ma la gran parte dei dispositivi
sovrascrive il nastro dopo pochi giorni, cancellando le riprese più vecchie. La donna è stata ritrovata dopo
nove giorni: se non è stata portata all'Annunziata da qualcuno poco prima del ritrovamento, le possibilità di
vederla comparire in qualche video sono bassissime. Domenico Cantalamessa
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Lidia, restano i dubbi dopo l'autopsia Ipotesi: un'overdose di sonniferi
02/02/2016
Pag. 9 Ed. Pesaro
diffusione:113338
tiratura:156629
«Con la Carta famiglia sconto minimo del 10%»
«NEL 2015 sono state 360 le famiglie pesaresi che hanno beneficiato di agevolazioni e sconti su prodotti e
servizi previsti dalla Carta Famiglia». L'assessore comunale alla Solidarietà, Sara Mengucci precisa: «E'
una tessera gratuita che, per il terzo anno, rilasciamo dal 1° febbraio a famiglie pesaresi che hanno i
requisiti richiesti dal nostro progetto di solidarietà ormai consolidato: sosteniamo i consumi delle famiglie
numerose con almeno tre figli minori di 26 anni e un Isee non superiore a 25.000 euro, di famiglie con un
figlio disabile minore di 26 anni, o nuclei familiari con un affido e famiglie con almeno un genitore in
condizione di disagio lavorativo, individuate dal servizio Politiche sociali, a seguito dell'ultimo avviso per
l'erogazione dei contributi comunali per lavoratori colpiti da crisi occupazionale. La nuova tessera Carta
Famiglia può essere richiesta al Centro per le famiglie, al piano terra del Comune, con ingresso in via
Rossini, il lunedì e venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e il mercoledì dalle 15 alle 18». «DALLE cure
odontoiatriche agli occhiali, dalla spesa alimentare fino alla cancelleria per la scuola, dall'abbigliamentobiancheria fino ai libri e ai giochi, dai medicinali alle consulenze psicologiche, dai corsi sportivi fino ai
parcheggi: sono 70 gli operatori economici pubblici e privati, questi ultimi dalla grande distribuzione ai
piccoli esercenti, che applicano almeno il 10% di sconto su prodotti e servizi per famiglie che hanno la
nostra Carta Famiglia - precisa Laura Baiocco, coordinatrice del Centro per le famiglie di Pesaro -.
Facciamo un appello a tutti coloro che hanno un'attività economico-commerciale e li invitiamo ad aderire al
progetto Carta Famiglia, telefonando al Centro per le famiglie dal lunedì al venerdì in orario 9-13: gli
operatori economici non dovranno sostenere nessun costo, ma solo impegnarsi a sottoscrivere la
convenzione e applicare lo sconto minimo del 10% alle famiglie pesaresi in possesso della tessera Carta
Famiglia». «LA TESSERA può essere consegnata solo a famiglie residenti nel comune di Pesaro mentre il
Centro per le famiglie è aperto a tutti i cittadini residenti nei Comuni dell'Ambito territoriale sociale n. 1, di
cui Pesaro è capofila _ spiega Rossella Brunelli, responsabile del Centro per le famiglie _ . I nostri servizi
sono su prenotazione e sono gestiti da personale dell'amministrazione insieme alla coopetativa Labirinto.
Tra i servizi più richiesti ci sono la consulenza educativo-pedagogica, l'attività di mediazione familiare per le
famiglie in cui i genitori si stanno separando; la promozione dell'affido familiare». Benedetta Andreoli
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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COMUNE TERZO ANNO DELL'INIZIATIVA PER NUCLEI NUMEROSI
02/02/2016
Pag. 8 Ed. Lodi
diffusione:48518
tiratura:74334
«La Regione è assente e i Comuni sono costretti a muoversi da soli»
AVEVANO delle calzamaglie calate sui volti, uno era armato di pistola. Due rapinatori sono entrati in azione
ieri sera, all'orario di chiusura, alla farmacia Paleari, in via Roma a Vistarino. Minacciata la farmacista con
la pistola, hanno arraffato il contenuto del registratore di cassa, fuggendo con un magro bottino di 300 euro.
Un'azione fulminea, durata pochi istanti. Poi si sono allontanati a piedi. Non è escluso che li attendesse
un'auto, forse anche con un terzo complice, in una via laterale. I carabinieri hanno avviato le indagini.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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IL SINDACO DEPAOLI
02/02/2016
Pag. 5 Ed. Legnano
diffusione:48518
tiratura:74334
Colpito da bronchite il medico gli prescrive farmaco per le tendiniti
- PARABIAGO - VA DAL MEDICO di famiglia per farsi prescrivere un farmaco per curare la bronchite, ma
quando torna a casa dopo essere stato in farmacia si accorge che in realtà, la scatola che ha in mano
serve a curare tendiniti e patologie articolari. È la disavventura capitata a Sergio F., di Parabiago, che ha
speso una ventina di euro per una confezione di «Zachelase» salvo accorgersi un minuto dopo che non gli
sarebbe servito a niente. «Quand'ero in farmacia non ci ho fatto caso all'inizio - racconta - poi però, arrivato
a casa, ho letto a cosa serviva e ho capito che non c'entrava nulla col mio problema. Per fortuna mi è
caduto l'occhio sulle indicazioni». Ma lo stupore dell'uomo non finisce qui. Anzi. Quando telefona al medico
per capire com'è nato il malinteso, il dottore gli ribadisce che ha scritto correttamente quel nome sulla
ricetta, «nonostante io insistessi che Zachelase corrispondeva a un prodotto che non curava bronchiti o
malattie delle vie respiratorie...». Non del tutto soddisfatto, Luciano si rivolge allora all'ex Asl di competenza
(oggi Ats). «Beh, doveva chiedere consiglio al farmacista prima di acquistarlo»: è la risposta del medicodirigente. «Assurdo! Io mi fido della ricetta fatta dal mio medico, perché controllare? Non mi sembra che sia
mio l'errore, ma di chi ha scritto un nome sbagliato».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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IL CASO DISAVVENTURA DI UN PARABIAGHESE
02/02/2016
Pag. 11 Ed. Brianza
diffusione:48518
tiratura:74334
L'ex assessore si dimette per candidarsi alla Multiservizi
- SOLARO - L'EX ASSESSORE Gianfranco Morelli, ha scelto di lasciare il consiglio comunale per
candidarsi alla guida dell'azienda speciale Solaro Multiservizi. Morelli, in consiglio comunale da quasi
vent'anni e con più mandati da assessore, nell'attuale mandato si era classificato primo tra i non eletti della
maggioranza Insieme per Solaro ed era rientrato tra i banchi dell'assemblea civica nel settembre del 2014,
al posto di Alessandro Russo che, subito dopo le elezioni nel maggio dello stesso anno, già nel ruolo
designato di vicesindaco, dovette dimettersi per prendere l'incarico di presidente di Cap Holding. Ora
Morelli si candida come direttore dell'azienda speciale comunale che gestisce le farmacie comunali, la
mensa scolastica e le affissioni. Al suo posto tra i banchi del consiglio siederà Antonella Coloru, che
nell'estate scorsa si è dimessa polemicamente dalle cariche del Pd locale e regionale, mentre
dall'opposizione, l'ex consigliere Filippo Vicino rivendica la «previsione» di questa nuova modifica in
consiglio comunale, effettuata con un anno di anticipo, quando scrisse che proprio Morelli sarebbe stato il
prossimo dimissionario della maggioranza di centrosinistra. Ga.Bass.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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SOLARO .
02/02/2016
Pag. 12 Ed. Brianza
diffusione:48518
tiratura:74334
Bagarre in Consiglio. Se ne va Laura Venturini: l'assessore alle Politiche sociali continuerà a sedere in
Consiglio, ma non farà più parte della Giunta. Lascia per motivi personali e professionali. Il suo sostituto è
l'attuale vicesindaco Enrico Moscatelli Spinelli che,a sua volta lascia l'attuale delega al Bilancio, che finirà
nelle mani del nuovo assessore Gianfranco Borin, amministratore unico uscente della farmacia comunale di
Copreno.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Le opportunità della natura all'auditorium
02/02/2016
Pag. 6 Ed. Arezzo
diffusione:88274
tiratura:127149
di DORY d'ANZEO CHE LA SITUAZIONE a Campo di Marte sia fuori controllo lo sentiamo dire da mesi,
anzi no, da anni. Da quando, era il maggio del 2013, i titolari del centro solare che sorgeva proprio lì
avevano annunciato pubblicamente di aver fatto i bagagli ed essersi trasferiti qualche centinaio di metri più
avanti, in una strada più tranquilla. Da allora le cose, se è possibile, sono peggiorate e a ulteriore riprova
arriva la testimonianza lasciata su Facebook da Francesco Marcantoni, giovane imprenditore aretino.
Marcantoni era in auto assieme alla compagna e alla figlia, una ragazzina di 11 anni. Era domenica sera e
avevano bisogno di una farmacia ma alle 22,30 l'unica aperta è appunto quella di Campo di Marte. Una
volta arrivati, però, la scena che si para davanti agli occhi dei tre è di quelle da far accapponare la pelle:
«Mentre ci avvicinavamo alla farmacia, intorno alla macchina abbiamo iniziato a vedere brutti movimenti.
Volavano schiaffi e cazzotti e si distinguevano i volti coperti di sangue di un gruppetto ben nutrito di ragazzi
e ragazze di colore. D'istinto ho accelerato e tirato lungo, preoccupato perché in macchina c'era una
bambina che è rimasta scioccata dal vedere quel marasma a un centimetro dal vetro. Mi sono fermato
dietro l'A&O e la mia compagna ha chiamato immediatamente il 113, che ci ha rimbalzato sul 112. Abbiamo
fatto presente la situazione e siamo rimasti lì, a debita distanza, perché comunque dovevamo aspettare che
la situazione si calmasse per andare in farmacia. Dopo tre o quattro minuti è arrivata l'ambulanza.
Coraggiosi gli operatori ad avvicinarsi senza il supporto della polizia. Dopo una decina di minuti è arrivata
una pattuglia dei carabinieri e solo a quel punto abbiamo potuto avvicinarci alla farmacia». Uno scenario
non nuovo per gli abitanti della zona e anche per i dipendenti della farmacia che più di una volta, anche
sulle nostre colonne, avevano spiegato che la situazione di quella zona, ex quartiere vip della città, stava
rapidamente precipitando. E per quanto si susseguano i blitz delle forze dell'ordine, Campo di Marte
sembra sempre più in balia di un gruppo di malviventi, pochi dubbi sul fatto che siano legati al mondo della
droga. Come pure ci sono pochi dubbi sul fatto che il senso di insicurezza percepito aumenta
esponenzialmente e che risolvere il problema, ormai, è una priorità.
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«Prigionieri» a Campo di Marte «Rissa in corso, noi chiusi in auto»
02/02/2016
Pag. 7 Ed. Empoli
diffusione:88274
tiratura:127149
Cercasi farmacista Per le domande c'è tempo fino al 12
Farmacie comunali LA Farmacie Comunali Empoli srl ricerca un farmacista da inserire in organico. Chi è
interessato a partecipare alla selezione, può inviare la domanda entro venerdì 12 febbraio alla farmacia
comunale n. 2 in via Sanzio 199. Modulo scaricabile da www.comune.empoli.fi.it
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Farmacie comunali
02/02/2016
Pag. 6 Ed. Pistoia Montecatini
diffusione:88274
tiratura:127149
SONO 16MILA, ad oggi, le dosi di vaccino anti-meningococco C effettuati per tutto il territorio della
provincia di Pistoia, costo un milione e 600mila euro. Ma i tempi di attesa per la somministrazione nei centri
di vaccinazione di Pistoia (sul viale Matteotti, 19) e nella Valdinievole (a Villa Ankuri), sono lunghi: si parla
di due mesi almeno. «Il primo appuntamento disponibile per la Valdinievole - spiega Paola Picciolli,
responsabile facente funzioni della unità di Igiene pubblica e della nutrizione - è il 16 marzo, nella fascia 1120. Stessa situazione nel centro di Igiene pubblica di Pistoia, dove il primo posto libero è il 19 marzo». La
situazione è critica anche sul fronte della distribuzione per i medici di famiglia e pediatri di libera scelta, che
eseguono le sedute in ambulatorio. «Le richieste sono aumentate in maniera esponenziale - fa sapere
Massimo Niccolai, segretario provinciale dei medici di base (Fimmg) - Si viaggia su una media di una
ventina di telefonate al giorno, che noi medici di famiglia riceviamo. La difficoltà non è programmare le
sedute in ambulatorio, ma è fare le scorte nella farmacia del San Jacopo o nella Casa della Salute di viale
Adua. Non ultimo, c'è il problema di garantire la copertura vaccinale per noi medici di famiglia, cosa a cui
finora siamo stati costretti a pensare autonomamente. La scorsa settimana ho inviato una richiesta formale
all'Asl, perché anche noi medici di base veniamo inseriti nel programma di vaccinazione insieme ai medici
ospedalieri. Il nostro rischio di essere contagiati, se si riflette bene, è anche più alto: noi visitiamo il paziente
in casa, quando la situazione non è ancora conclamata». «LA DIFFICOLTÀ nell'approvvigionamento delle
dosi per noi medici di base è un problema che incide fortemente sull'efficacia della stessa campagna di
vaccinazioni - spiega Beppino Montalti, presidente provinciale della Fimmg - Non ha senso diluire la
somministrazione dei vaccini in 3 o 4 mesi. Una cosa, infatti, è prevenire i casi di chi si ammala, altra è
bloccare la circolazione del meningococco. Per ottenere il secondo risultato, bisogna fare una vaccinazione
massiccia. Per fare chiarezza, una persona può avere un'infezione da meningococco e non sviluppare la
meningite. Dipende dalle sue difese immunitarie: se il meningococco trova una persona immunizzata, la
circolazione del batterio diminuisce, oltre a non avere nuovi casi di meningite». Per rispondere a tutte le
richieste dei cittadini, i medici di famiglia si sono organizzati con i medici della continuità assistenziale. Su
Pistoia, la referente per le Aft (aggregazioni funzionali territoriali) è la dottoressa Lara Romagnani. «Il
paziente il cui medico di base non aderisca alla campagna di vaccinazione - spiega Romagnani - può
rivolgersi a noi, in base alle date e alle disponibilità che noi stessi comunichiamo al suo medico. I vaccini
per le Aft di Pistoia vengono effettuati nella Casa della Salute di viale Adua». La vaccinazione, ricorda l'Asl,
è programmata per i ragazzi dagli 11 ai 20 anni e resta gratuita anche nella fascia di età 21- 45 anni, solo
su richiesta degli interessati. I numeri per prenotare l'appuntamento sono: per la zona Valdinevole 0572
942804 - 0572 942823; per la zona Pistoiese 0573 353209 - 0573 353207, per la Montagna pistoiese 0573
634051. Martina Vacca
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Vaccini, due mesi di attesa nei centri Asl I medici di base: « Non bastano
le dosi»
02/02/2016
Pag. 6 Ed. Prato
diffusione:88274
tiratura:127149
E' SOTTO choc una dei due dipendenti della farmacia di piazza Mercatale che sabato sera hanno subito
una rapina. Ad agire, armato di una siringa priva del tappo di protezione, è stato presumibilmente un
tossicodipendente che, arraffate alcune banconote, si è poi dato alla fuga. Le indagini sono condotte dalla
polizia.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Assalto alla farmacia con una siringa Choc fra i dipendenti
02/02/2016
Pag. 21 Ed. Genova
diffusione:50924
tiratura:71724
Bandito solitario assalta farmacia impugnando cocci di bottiglia
A Ponente negli ultimi tre mesi altre otto rapine fotocopia
P. CAL.
TORNA l'incubo delle rapine in farmacia.Un bandito solitario, armato di una bottiglia di vetro rotta, è entrato
in un punto vendita della Valpolcevera e ha minacciato il cassiere facendosi consegnare l'incasso della
giornata. È successo l'altro ieri sera. Subito è partita la caccia all'uomo, dopo l'allarme lanciato dalle vittime
al 112. I carabinieri del nucleo radiomobile hanno passato al setaccio l'intera zona. Il rapinatore è riuscito a
far perdere le proprie tracce, ma i militari hanno trovato i cocci di vetro utilizzati come arma durante il colpo.
Saranno consegnati al reparto investigazioni scientifiche per i rilievi del caso. Gli inquirenti sperano di poter
trovare sui pezzi di cristallo le impronte del ladro. Il che non è cos ì inverosimile: nel raid, come hanno
notato le vittime e altri testimoni oculari, non indossava guanti. Il timore è che si tratti della stessa persona
che nei mesi scorsi, tra ottobre e novembre, ha svaligiato diverse farmacie soprattutto nelle delegazioni del
ponente genovese e della Valpolcevera, a Sampierdarena e Pontedecimo. In quel periodo, gli investigatori
dell'Arma e della polizia si erano concentrati sui video di alcune telecamere di sorveglianza delle zone dove
erano avvenuti i colpi perché il rapinatore, allora, si spostava in motorino. Entrava in azione sempre alla
stessa maniera: con il volto travisato da una sciarpa e con il cappuccio di una giacca calato sulla testa.
Come arma di solito usava un cacciavite. Non è mai stato individuato e finora l'ha fatta franca. Che sia
tornato in azione? Difficile dirlo. Certo è che adesso l'incubo è tornato e cos ì anche la paura dei farmacisti,
una delle categorie di lavoratori più a rischio per quanto riguarda questo tipo di reati.
Foto: Indagano i carabinieri
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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IL COLPO IN VALPOLCEVERA
02/02/2016
Pag. 25 Ed. Basso Piemonte
diffusione:50924
tiratura:71724
Addio a Costa, decano dei farmacisti alessandrini
Aveva 102 anni ed era fra i diciotto centenari di Novi. Storico inquilino di Palazzo Negrone
GINO FORTUNATO
NOVI. Mario Costa, decano dei farmacisti della provincia, si è spento ieri mattina, a 102 anni, nella sua
abitazione di Palazzo Negrone, in piazza Dellepiane a Novi. I funerali si celebreranno domani alle 10,30
nella chiesa cittadina della Collegiata. Personaggio molto conosciuto in città, Mario Costa manteneva
ancora con orgoglio il grado di capitano dell'Esercito. Grado che aveva guadagnato come addetto alla
Sanità militare alla fine della seconda guerra mondiale. All'inizio del conflitto, si arruolò come sottotenente e
partecipò alla campagna d'Albania dove prestò servizio per 2 anni. Rimpatriato, ultimò il servizio
all'ospedale militare di Alessandria. Dal 1951, quando sposò Ada Agnese Sacchi, visse nel signorile
palazzo Negrone che fu acquistato dal nonno materno nel 1911 e in seguito divenne la sede per la
vestizione del vescovo, prima della cerimonia solenne che si celebra alla Collegiata durante la festa
patronale di Novi. Sempre all'inizio degli Anni '50 acquistò la farmacia Scotti che all'epoca si trovava in
piazza della Repubblica. Condusse personalmente la farmacia fino alla metà degli anni Ottanta, quando
ultrasettantenne decise di godere della meritata pensione. Tuttavia Mario Costa è sempre stato una
persona dinamica. Si dedicò al restauro della prestigiosa facciata di palazzo Negrone, sotto la guida della
Soprintendenza. Grazie a lui, infatti, tornarono agli antichi splendori i suggestivi affreschi. Dalla gioventù,
sino all'età matura, ha sempre coltivato numerosi interessi, soprattutto sportivi, praticando tennis e vela, ma
viene ricordato anche come acceso sostenitore dell'Alessandria calcio. Mario Costa era uno dei 18
centenari novesi che vivono in città. Avrebbe compiuto 103 anni l'8 agosto. Le più longeve cittadine sono
due signore di 105 anni.
Foto: Mario Costa era lo storico farmacista alessandrino
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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I FUNERALI SI TERRANNO DOMANI ALLE 10.30 NELLA CHIESA DELLA COLLEGIATA
02/02/2016
Pag. 11
Cronache del Garantista
L'Ordine dei medici «Così è difficile lavorare» E scatta la mobilitazione
L'Ordine dei medici della provincia di Cosenza, guidato dal Presidente Eugenio Corcioni, ha alzato le
barricate, annunciando una mobilitazione per marzo, contro il Decreto 9 dicembre 2015 "Condizioni di
derogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale
erogabili nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale" che, di fatto, non solo pone seri limiti alla prevenzione
sanitaria, quanto sembra ledere il diritto costituzionalmente garantito di tutela della salute dei cittadini. Dopo
la lettera aperta inviata al Ministro della Salute ed al Ministro degli Interni, ieri mattina il presidente Corcioni,
nell'ambito di una conferenza stampa che ha visto protagonisti anche i vertici regionali e provinciali della
Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), è entrato nel merito di un provvedimento
ritenuto «inaccettabile ed intollerabile», attraverso il quale la politica ha scelto di non erogare «prestazioni
anche appropriate», che presenta «oggettive difficoltà interpretative ed applicative» delle norme in esso
contenute, obbligando ad un carico burocratico insostenibile i medici e che avrà ricadute sui loro assistiti.
Sulla base di ciò Corcioni si è rivolto al Presidente della Regione, Mario Oliverio, affinché già domani, in
sede di Conferenza Stato - Regioni, chieda il blocco del decreto fino alla predisposizione di linee guida
uniformi che veda il coinvolgimento dei rappresentanti istituzionali di categoria. A chiamare in causa la
Regione Calabria, è stato anche il vicesegretario regionale della Fimmg, Rosalbino Cerra che ha bollato il
decreto della Lorenzin come una vera e propria «follia burocratica», che modifica sostanzialmente la facoltà
di prescrivere esami diagnostici ( Tac) ed esami di laboratorio. «La Regione - ha affermato Cerra - per
tutelare adeguatamente i cittadini dovrebbe quanto meno sospendere immediatamente la parte burocratica
del provvedimento, in attesa di circolari esplicative del Ministero. Il decreto, infatti, non è tecnicamente
applicabile per come è scritto. Per cui, o si bloccano le prescrizione per alcuni farmaci o, più
intelligentemente, si attende la circolare esplicativa da parte del ministero capace di chiarire la follia
burocratica che è stata scritta». Sulla stessa lunghezza d'onda il dottore Antonio Pio D'Ingianna della
Fimmg Cosenza che ritiene il provvedimento non solo dannoso ma anche inutile a recuperare nuove
risorse finanziarie. «A fronte di circa 100 milioni di euro di risparmio previsti dal ministero - ha affermato - si
avrà un abbattimento dei costi pari a circa uno zero virgola qualche cifra. Ed, invece, abbiamo altre parti
della sanità dove si dovrebbe e si deve assolutamente intervenire ed incidere. Le spese sulle consulenze,
per esempio, che sono incrementate nel 2014 del 2,4% , per non parlare dell'aumento pari a circa il 6% di
spesa per i contenziosi con i fornitori, dovuto ad una burocrazia spesso inefficiente. In ambito calabrese,
poi, negli sperperi abbiamo esempi pratici orrendi a cominciare da una impalcatura intorno all'ospedale di
Castrovillari che ci è costata 3mila euro di fitto al mese per circa 7 anni ». Per tutti, dunque, il decreto è una
bruttura che assesta il colpo mortale ad un sistema sanitario nazionale e regionale già agonizzante. Cinzia
Gardi La conferenza stampa dell'Ordine e della Federazione dei medici di Medicina generale
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
cronache del garantista DECRETO SUGLI ESAMI Il presidente Corcioni e i vertici della federazione dei
camici bianchi dicono no alla norma che limita la facoltà di prescrivere accertamenti diagnostici e di
laboratorio «Provvedimento inaccettabile. Mario Oliverio ci sostenga». Annunciata una protesta per marzo
02/02/2016
Pag. 8 N.4 - 2 febbraio 2016
Gare, il primato va al Centro Nord
Al Sud bando da 13,5 mln ad Andria per l'assistenza domiciliare ai propri pazienti
Laura Savelli
Ancora una volta, il Centro Nord alla conquista della classifica. Si comincia con la Asl del Verbano, Cusio e
Ossola, che guadagna il primo gradino del podio con un bando per l'affidamento del servizio quinquennale
di manutenzione degli immobili e degli impianti appartenenti non solo alla propria Azienda, ma anche alle
Asl di Vercelli, Biella e Novara. In palio, quasi 39 milioni di euro. Sul secondo gradino, sale invece la Ausl di
Teramo, che mette sul piatto circa 30 milioni per i quattro lotti in cui sono stati suddivisi i diversi servizi di
gestione di comunità alloggio, di case famiglia e di comunità terapeutiche, necessari al Dipartimento di
Salute mentale e ai Centri di Sant'Egidio e di Giulianova. Infine, alla sua prima comparsa in classifica, si
aggiudica direttamente il terzo posto: si tratta del Centro regionale "Sant'Alessio - Margherita di Savoia per i
Ciechi" di Roma, impegnato nella selezione di un gestore europeo di fondi immobiliari italiano, che
provveda alla promozione, istituzione, organizzazione, amministrazione e gestione di un fondo di
investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso, per i prossimi venticinque anni. Importo a base d'asta:
poco meno di 28 milioni. Al quarto posto, l'unica occasione da classifica proveniente dal Sud. Con un valore
stimato di circa 13 milioni e mezzo di euro, la Asl di Andria mette in gara il servizio triennale di assistenza
domiciliare integrata ai propri pazienti. Ma, a partire dalla quinta posizione, si torna nuovamente al Nord e,
precisamente, presso l'Ao "Ordine Mauriziano" di Torino, alla ricerca di un prestatore di servizi di noleggio e
lavaggio della biancheria piana e confezionata, occorrente alla propria struttura, oltre che ai diversi presidi
ospedalieri e territoriali delle Aa.Ss.Ll. To 1 e To 5: un contratto di cinque anni, per un corrispettivo
massimo di 10 milioni e 700mila euro. Anche nelle posizioni successive, si resta in zone limitrofe. Al sesto e
al settimo posto, si piazzano l'Istituto nazionale dei tumori di Milano e l'Area centrale regionale di acquisto
ligure: l'uno, con servizio triennale di manutenzione delle apparecchiature biomediche della Fondazione;
l'altra, con una fornitura triennale di materiale di consumo per anestesia e rianimazione, oltre che di cateteri
venosi centrali, occorrenti a tutte le strutture sanitarie della Liguria e della Valle d'Aosta. In questi casi, le
offerte partono da rispettive basi d'asta di 9 milioni e 300mila euro, nel primo caso, e di 8 milioni e 600mila
euro, nel secondo. Mentre, in ottava posizione, si affaccia la Asl di Vercelli, con una domanda di diciassette
lotti di pacemakers, elettrocateteri e accessori, occorrenti all'Ospedale "Maggiore della Carità" di Novara e
a tutte le Aa.Ss.Ll. dell'Area interaziendale di coordinamento n. 3: in palio, un contratto triennale, a fronte di
un corrispettivo massimo di 6 milioni e 700mila euro. A Roma, finiscono infine le ultime due posizioni della
classifica: presso l'Azienda Usl Roma D e presso l'Ospedale "San Giovanni - Addolorata". Nel primo caso,
a base di gara, è posto un servizio di vigilanza per i propri presidi ospedalieri e territoriali; nel secondo
caso, un servizio annuale di supporto assistenziale corrispondente alle mansioni del profilo professionale di
operatore socio-sanitario. Sconti a partire rispettivamente da 6 milioni e mezzo di euro, nella prima gara, e
da poco più di 5 milioni, nella seconda. Laura Savelli La top ten degli ultimi quindici giorni
1€ 38.971.090,00 Termine: 23/02/2016 - h 12 Azienda sanitaria locale Vco di Omegna (Vb) Oggetto:
Servizio quinquennale di manutenzione degli immobili e degli impianti per le Asl Vco, Vc, Bi e No
2€ 29.616.720,00 Termine : 24/03/2016 - h 13 Regione Abruzzo - Azienda Unità sanitaria locale di Teramo
Oggetto: Servizi vari, suddivisi in 4 lotti, afferenti al Dipartimento di Salute mentale
3€ 27.825.000,00 Termine: 15/02/2016 - h 12 Centro regionale "Sant'Alessio - Margherita di Savoia" per i
Ciechi di Roma Oggetto: Selezione di un gestore europeo di fondi immobiliari italiano - o legittimato a
istituire e gestire fondi immobiliari italiani - che provveda alla promozione, istituzione, organizzazione,
amministrazione e gestione di un fondo di investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso, riservato, per
la valorizzazione del patrimonio immobiliare del Centro regionale "Sant'Alessio - Margherita di Savoia" per i
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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APPALTI/ L'Asl Verbano, Cusio e Ossola sul primo gradino con 39 mln per la manutenzione degli immobili
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Pag. 8 N.4 - 2 febbraio 2016
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ciechi per la durata di 300 mesi
4€ 13.437.360,00 Termine: 26/02/2016 - h 12 Azienda sanitaria locale Bt di Andria Oggetto: Servizio
triennale di assistenza domiciliare integrata ai pazienti dell'Asl Bt
5€ 10.739.107,40 Termine: 21/03/2016 - h 12 Azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino Oggetto:
Servizio quinquennale di noleggio e lavaggio di tutta la biancheria piana e confezionata occorrente all'Ao
Ordine Mauriziano di Torino, ai presidi ospedalieri e alle strutture territoriali dell'Asl To 1 e dell'Asl To 5 di
Torino
6€ 9.300.600,00 Termine: 23/02/2016 - h 12 Fondazione Irccs Istituto nazionale dei Tumori di Milano
Oggetto: Servizio triennale di manutenzione delle apparecchiature biomediche della Fondazione
7€ 8.592.872,00 Termine: 15/03/2016 - h 12 Regione Liguria - Ars Liguria Area centrale regionale di acquisto
Oggetto: Fornitura triennale di materiale di consumo per anestesia e rianimazione e cateteri venosi centrali
occorrenti alle Aa.Ss.Ll., agli Ee.Oo. e agli Irccs della Regione Liguria e V. d'Aosta
8€ 6.728.535,00 Termine: 03/03/2016 - h 15 Azienda sanitaria locale Vc Oggetto: Fornitura triennale,
suddivisa in 17 lotti, di pacemakers, elettrocateteri e accessori occorrenti all'Aou "Maggiore della Carità" di
Novara e alle Aa.Ss.Ll. Vc-Bi-Vco-No afferenti all'Area interaziendale di coordinamento n. 3
9€ 6.514.800,00 Termine: 04/03/2016 - h 12 Azienda Usl Roma D Oggetto: Servizio di vigilanza per i presidi
ospedalieri e territoriali dell'Azienda Usl Roma D
€ 5.070.000,00 Termine: 18/03/2016 - h 12 Azienda ospedaliera Complesso ospedaliero "San Giovanni Addolorata" di Roma Oggetto: Servizio annuale di supporto assistenziale corrispondente alle mansioni
proprie del profilo professionale di operatore socio-sanitario (Oss) per l'Ao "San Giovanni - Addolorata"
Su www.sanita.ilsole24ore.com tutti i bandi della Sanità
02/02/2016
Pag. 9 N.4 - 2 febbraio 2016
Terra dei fuochi, fronteggiare il rischio
AGOSTINO Di GIAULA *
Il recente rapporto dell'Istituto superiore di Sanità sulla «Terra dei fuochi» ha confermato la presenza, in
quell'area, di un eccesso di ricoveri, di tumori maligni e di mortalità. Ancora una volta (si era già visto nel
caso di altri siti inquinati), l'aspetto più inquietante è che questi dati interessano in primo luogo l'età
pediatrica. La compromissione della salute dei bambini, ancor più che negli adulti, è una chiara e pesante
conseguenza della mancata applicazione di criteri di prevenzione primaria, con una inevitabile esposizione
a tossici già durante la vita embrio-fetale o, addirittura, prima ancora del concepimento (tossicità su ovuli e
spermatozoi genitoriali). In altri termini, condanne già scritte senza processo e senza possibilità di grazia.
Le malattie e le morti registrate nella terra dei fuochi (come in tutti i Sin italiani) sarebbero state evitabili con
la bonifica di suoli a contaminazione nota da decenni e con misure (sorveglianza, rispetto della legalità,
adozione di corrette pratiche nella gestione dei rifiuti) finalizzate a evitare ulteriore inquinamento. La grave
situazione sanitaria e ambientale della popolazione residente nelle province di Napoli e Caserta non è
infatti una novità. È stata ripetutamente denunciata in rapporti ufficiali dell'Istituto superiore di Sanità a
partire almeno dal 2006, oltre a essere stata oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche. La prima
firmataria di questo ultimo rapporto, Loredana Musmeci, ha dichiarato che i dati «devono essere
approfonditi e sviluppati. È come se avessimo guardato il territorio con un elicottero». Quello che
certamente da quell'elicottero si è visto con chiarezza è l'esistenza di una condizione di deliberata
discriminazione sanitaria e ambientale di lunga durata rispetto ad altre zone d'Italia. Come per altri italiani
attualmente residenti nei Sin (circa sei milioni di persone), qualunque giorno di ritardo nell'applicazione di
misure di prevenzione primaria ha significato e significherà replicazione e amplificazione del danno. A
causa di ben definiti meccanismi di trasmissione trans-generazionale del rischio (soprattutto di tipo
epigenetico), le manifestazioni patologiche dell'inquinamento esistente qui e ora potranno interessare
inevitabilmente almeno due generazioni successive. A questo si aggiunga che gli stessi inquinanti
ambientali responsabili dell'incremento di mortalità e neoplasie generano, sia negli adulti che nei bambini,
un aumento del rischio anche per malattie non neoplastiche ad elevato costo e generanti disabilità
croniche: patologie cardiovascolari, sindrome metabolica, diabete, obesità, patologie neurodegenerative e
ormonali. Nella Terra dei fuochi (come in altre aree contaminante e non bonificate) vige un modello distorto
di sanità pubblica in cui ci si limita a osservare gli effetti sanitari dell'inquinamento in una popolazione
lasciata vivere per decenni in condizioni di rischio, limitandosi a misurare di tanto in tanto il danno e a
fronteggiarlo quotidianamente con mezzi sempre insufficienti. Il tutto con elevatissimi costi (altrimenti
evitabili) non solo economici ma anche sanitari, umani e sociali. La normativa vigente prevede che il Ssn
debba fondarsi su tre colonne: prevenzione, cura e riabilitazione. La demolizione della prima delle tre,
certificata proprio dallo stato di salute nelle aree contaminate del nostro Paese, comporta inevitabilmente il
crollo di un equilibrio che dovrebbe fondarsi sull'etica, prima ancora che su qualunque altro criterio. *
coordinatore Comitato scientifico Isde Italia
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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ECCESSO DI RICOVERI
02/02/2016
Pag. 37 N.7 - 8 febbraio 2016
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TINTA IN CASA? ECCO COSA DEVI SAPERE
Tempi di posa, test di intolleranza, trucchi rubati ai professionisti: così il risultato sarà perfetto
Laura D'Orsi
La tinta fai da te piace sempre di più alle donne italiane. Tra quelle che tingono i capelli, sette su 10 hanno
fatto il colore in casa almeno una volta nella vita e il motivo principale, secondo una recente indagine di
mercato, non è il risparmio: vogliono soprattutto velocizzare i tempi ed essere sempre in ordine. I kit in
commercio, poi, sono pratici e assicurano risultati vicini a quelli professionali, permettendo a ciascuna di
"giocare" con il colore come si fa con il make up. Ma se vuoi ottenere una capigliatura uniforme e brillante
devi seguire, oltre alle indicazioni sulla confezione, anche le dritte che abbiamo raccolto per te. > fai prima
il test di tolleranza I dermatologi segnalano un aumento di sensibilità cutanea nei confronti delle tinte, che si
manifesta con pruriti e rossori. Quando cambi marca, fai il test consigliato per capire se sei intollerante :
metti una goccia di prodotto in una zona nascosta e osserva se vi sono reazioni nel giro di 48 ore. Per
limitare i rischi, è consigliabile orientarsi su aziende note, utilizzare le nuove tinte senza ammoniaca,
rispettare i tempi di posa per evitare il contatto per troppo tempo con la cute e fare il colore quando è
davvero necessario. > applicala subito Prima di procedere con l'applicazione della tinta, fai in modo che sia
pronto tutto il necessario: bagna e tampona i capelli (quando viene richiesto), poi applica un velo di crema
grassa o di vaselina all'attaccatura e sulle orecchie per non macchiare la pelle. Prepara la miscela solo
all'ultimo momento , altrimenti si perde tempo prezioso e questo può compromettere la presa del colore sui
fusti e la tenuta della tinta nel tempo. > tienila di più sulle radici Se hai già fatto altre volte la tinta a casa e
hai notato che le punte prendono più colore del resto, tieni il prodotto nella parte finale delle lunghezze solo
gli ultimi 10 minuti del tempo di posa previsto (in genere 20-30 minuti). Oppure segui il consiglio di
Christophe Robin, colorista per L'Oréal e artefice delle tinte di Claudia Schiffer, Andie Mac Dowell, Céline
Dion: «Nessun colore viene bene se non si ristruttura prima la fibra dei capelli. Qualche giorno prima, fai un
impacco con olio di germe di grano, tenendolo anche tutto il giorno». Così diminuisce la porosità dei fusti,
soprattutto sulle punte, e il risultato è più omogeneo. > scegli la nuance corretta Per un risultato naturale e
armonioso, devi trovare la tonalità giusta. «Di solito si crede di avere un colore più scuro di quello reale»,
dice Christophe Robin. «Per questo è meglio usare una tinta almeno un tono più chiaro di quello che pensi
sia il tuo. Il trucco per non sbagliare è prendere una ciocca interna dalla nuca, appoggiarla su un foglio
bianco e confrontarla con la tabella dei colori riportata sulla confezione, in modo da valutare bene l'effetto
che si può ottenere». Se sei indecisa sulla nuance, sceglila fredda , come un biondo cenere, un rosso
Tiziano o un castano molto scuro se sei un fototipo nordico (bionda e occhi chiari). Oppure calda come
biondo miele, ramato o castano intenso se hai il sottotono neutro o ambrato. > schiarisci, ma non troppo
Con la colorazione a domicilio puoi schiarire i capelli fino a un massimo di due toni, ma anche creare colpi
di sole o l'effetto sfumato: più scuro alle radici e più chiaro sulle punte. Per realizzare questi contrasti
cromatici si utilizzano appositi pettinini che depositano il decolorante sulle zone desiderate. Lascia il
prodotto in posa secondo il tempo indicato sulla confezione . Il processo iniziale di decolorazione passa dal
rossiccio e dal giallognolo: se risciacqui il prodotto-trattamento troppo presto, i capelli potrebbero assumere
delle sfumature rosse o giallastre indesiderate. «In ogni caso, per cambiamenti radicali è meglio affidarsi
sempre alle mani di un professionista», raccomanda il colorista Christophe Robin. > fai scaricare l'henné
L'henné riveste i capelli di una cuticola quasi impermeabile che li protegge e li rende più spessi. Ecco
perché la tinta successiva può far fatica a prendere o, peggio ancora, virare su sfumature verdastre (nel
caso dell'henné rosso). Solo se hai usato un prodotto puro al 100%, senza aggiunta di picramati, il rischio
di viraggio del colore non c'è , ma devi esserne sicura. Il consiglio è quello di aspettare un paio di mesi
dall'ultimo henné prima di applicare un colorante sintetico. > taglia i tempi di posa Se sei di corsa ma non
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STARBENE BELLEZZA
02/02/2016
Pag. 37 N.7 - 8 febbraio 2016
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vuoi uscire di casa con i capelli in disordine, puoi ridurre i tempi di posa di dieci minuti se copri l'impacco
con pellicola trasparente e un asciugamano caldo . Così si sollevano le squame che rivestono i fusti e il
colore penetra prima. Questo trucco funziona anche se vuoi ottenere una colorazione più intensa,
rispettando i tempi di posa previsti. > copri la ricrescita Per minimizzare la ricrescita ed evitare di fare
troppo spesso la tinta, utilizza trattamenti specifici che mascherano lo stacco . Contengono pigmenti che si
depositano sui fusti senza alterarne la struttura chimica. Vanno via con lo shampoo, ma puoi applicarli tutte
le volte che vuoi. Se devi coprire i primi capelli bianchi, invece, puoi fare una tinta semipermanente o tono
su tono che deposita i pigmenti sulla superficie dei fusti. Sono più delicate di quelle permanenti e durano
circa 6-8 settimane. Il colore viene eliminato progressivamente, shampoo dopo shampoo. > dopo usa
prodotti specifici I capelli colorati hanno bisogno di trattamenti speciali, perché tendono a essere più aridi, a
sbiadirsi e a perdere lucentezza. Quando li lavi, scegli uno shampoo più delicato e nutriente. E fallo seguire
da una crema o una maschera specifiche con concentrati di vitamine, estratti naturali e oli vegetali , che
riparano la fibra capillare, mantenendo brillante il colore.
il ritocco in 2 minuti Sei perfetta in 120 secondi, anche se il risultato durerà soltanto fino al prossimo
shampoo: è quanto promette (e mantiene) 2 Minute Touch-up di Alterna Stylist (in 4 colori, 30 ml, 31,50 €,
nei saloni). Si applica sulla ricrescita (con capelli puliti e asciutti) usando l'apposito pennello, si lascia
asciugare bene, quindi si spazzola la chioma per un risultato più naturale. Se hai i capelli molto secchi,
metti prima un po' di olio trattante.
scelti da Starbene
1 tono su tono In gel, con balsamo alle proteine della seta. ColorPRO di EuPhidra , disponibile in 16 colori,
9,80 €. In farmacia. 2 con olio di argan Evita l'inaridimento dei capelli: Belle Color di Garnier , in 25 tinte,
6,99 €. Nei super. 3 per colpi di sole Si applica con l'apposita spazzola per riflessi caldi e naturali.
Préférance I Colpi di Sole di L'Oréal Paris , in 3 varianti, 9,90 €. In profumeria. 4 antiage Con sostanze che
aiutano a prolungare la vita dei capelli. Bioscalin® Nutri Color di Giuliani , in 18 nuance, 13,60 €. In
farmacia. 5 vegetale Con fitosteroli e proteine derivate dalle piante. Shine On di BioNike , disponibile in 16
colori, 16 €. In farmacia.
Foto: Tanti consigli per la bellezza dei capelli su starbene.it/bellezza
02/02/2016
Pag. 42 N.7 - 8 febbraio 2016
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tiratura:147890
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Proteggono, idratano e nutrono la delicata mucosa della bocca. Con ingredienti quasi tutti naturali
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Repubblica Dominicana, aloe vera dalla Thailandia. In crema, contiene anche lanolina (in prima posizione),
olio di argan biologico e miele, per un elevato potere riparatore e idratante. USALO COSÌ Si applica con le
dita o dal tubetto; ha una consistenza ricca ma non appiccica, quindi lo stendi facilmente. Sapore goloso. il
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scorze naturali, mentre quello di mango è di sintesi. Confezione pratica. USALO COSÌ Piacevole da
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trasparente, quindi è piaciuto anche ai nostri tester di sesso maschile. Per svolgere bene la loro azione
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dolci...) o estratti idratanti. Poi le cere, che creano un film protettivo (d'api o candelilla, naturali, o
microcristallina, minerale). Meglio che non ci siano nano particelle: potrebbero entrare in circolo. No anche
ai derivati del petrolio, a meno che il balsamo non sia pensato per condizioni meteo estreme (ma deve
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formule troppo appiccicose. Bene sia il sapore, sia la texture morbida. L'unico neo, la rotellina che fa uscire
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pompelmo e limone e al miele. USALO COSÌ È in un vasetto di vetro e si stende con le dita: forse non il
massimo mentre si scia, ma le labbra restano morbide e protette a lungo. Quando aspetti lo skilift o fai una
pausa, approfittane per rinnovare l'applicazione. il migliore PER LA FORMULA BIO asis Sensitiv Balsamo
per le labbra di Lavera Bio , 4,5 g, 2,79 € . Nei super e negozi bio. PERCHÉ CI PIACE In prima posizione
c'è l'olio di ricino, seguito da quello di soia (quello di jojoba è in posizione alta), tutti da agricoltura biologica.
Tre cere di origine naturale formano il film protettivo. Gli estratti di olivello spinoso, arnica e calendula
svolgono un'azione lenitiva. Profumo delicato, texture non appiccicosa. USALO COSÌ L'aspetto è basic e il
colore giallino, ma tu applicalo anche sotto al rossetto, per farlo durare di più. La sua formula "verde" lo
rende adatto anche alle labbra delicate dei bambini.
il nostro food lab Umberto Borellini cosmetologo Chiara Libero giornalista Laurence Donnini giornalista
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STARBENE BELLEZZA
02/02/2016
Pag. 52 N.7 - 8 febbraio 2016
diffusione:97949
tiratura:147890
tutto in un cerotto
Ecco cinque rimedi da tenere nella valigetta del pronto soccorso. Sono pratici e di immediata efficacia
Michela Duraccio
Per le contratture Questi cerotti medicati sono utili per trattare il dolore di tendini, legamenti, articolazioni e
muscoli. Flector 180 mg di Ibsa Bouty , 20,90 €, 5 pezzi. «Agiscono sui punti colpiti da piccoli traumi o
contratture e su torcicollo, dolori muscolari e articolari. Sono utili anche in caso di problemi reumatici
accompagnati da stati infiammatori. Applicati sulle zone interessate (solo su cute sana), agiscono per 12
ore no stop. Non vanno tagliati, ma usati interi, per non alterare il corretto dosaggio del principio attivo»,
spiega la farmacista. Per mal di pancia e schiena Questo dispositivo medico CE è un cerotto
autoriscaldante senza medicinali che trasmette calore ai tessuti fino a 8 ore. Dolorelax® Med di
Parapharma , 6,95 €, 3 pezzi. «La terapia basata sul calore stimola la circolazione, favorendo
l'ossigenazione e riducendo l'infiammazione. Il cerotto, efficace anche contro i dolori mestruali, si usa per
problemi articolari, cervicali e muscolari. E per crampi, lombalgie e sciatalgie», sottolinea la dottoressa
Aicardi. Per disinfettare le ferite Ecco cerotti di tessuto non tessuto in varie misure, utili per la medicazione
di piccole lesioni. Sono un dispositivo medico CE. Quadra® Med di Master-Aid , 6 €, 40 pezzi, in 5 formati.
«Grazie al disinfettante incorporato nel tampone, controllano il microambiente dei tessuti escoriati. Sono
perfetti per le pelli sensibili e irritate, perché il collante utilizzato, privo di lattice e di solventi, è
ipoallergenico. Molto resistenti, si staccano facilmente, senza causare dolore», dice l'esperta. Per tagli e
abrasioni Sono cerotti specifici per tagli o abrasioni di mani e braccia. Lasciano traspirare la ferita e la
proteggono dall'acqua, dallo sporco e dai batteri, riducendo il rischio di infezioni. MySkin Cerotto Doppia
Azione di Pic Solution , 6,70 €, 5 pezzi. «Grazie alla pellicola microforata e alla particolare tecnologia
utilizzata, creano sulla pelle escoriata un ambiente umido che aiuta a guarire prima, evitando la formazione
di croste e cicatrici. Infatti, stimolano la naturale rigenerazione della pelle. Un cerotto dura tre giorni»,
spiega la farmacista. Per le ragadi È un cerotto liquido da applicare sulle dolorose lesioni della pelle,
causate da freddo e aggressioni chimiche. Ragadi Mani di Urgo , 11,20 €, flacone da 3,25 ml con spatolinaapplicatore. «Si ricopre la ragade con il liquido e si lascia asciugare qualche secondo. Così, si forma un film
protettivo e waterproof che isola le lesioni, alleviando il dolore ed evitandone la riapertura. Anzi, se ne
favorisce la cicatrizzazione, grazie all'olio di germe di grano, ricco di vitamina E», conclude la farmacista.
Foto: CONSULTA GRATIS IL NOSTRO ESPERTO dott. Mariasandra Aicardi farmacista titolare della
farmacia Aicardi di Bologna. Tel. 02-70300159 4 febbraio, ore 15-17
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 02/02/2016
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LA SALUTE DI STARBENE / IL FARMACISTA
02/02/2016
Pag. 75 N.7 - 8 febbraio 2016
diffusione:97949
tiratura:147890
AIUTALI CON I FIORI DI BACH
Una cura dolce che agisce sugli squilibri interiori, molto adatta anche a cani e gatti. E senza effetti
collaterali
Laura Zoccoli
I nostri pet possono essere trattati con i fiori di Bach, gli stessi che usiamo noi umani. La veterinaria Laura
Cutullo ha scritto un libro sull'argomento, Fiori di Bach per gli animali ( Xenia Edizioni ) e ci spiega come
possiamo utilizzare questi rimedi naturali con cani e gatti. «Consultare uno specialista è consigliabile
perché è difficile vedere con obiettività ciò in cui siamo coinvolti, ma se non sono problematiche complesse,
non è sempre indispensabile», dice l'esperta. Basandoti su un testo serio che descriva le proprietà dei
diversi fiori potrai anche fare da sola. «Se trovi il rimedio giusto aiuterai il tuo amico, se sbagli non ci
saranno effetti negativi». che cosa si può trattare con la floriterapia I fiori di Bach sono efficaci sui problemi
emotivi, che negli animali si esprimono con certi comportamenti: paura, attaccamento eccessivo, incapacità
di sopportare la solitudine... come si usano le gocce Puoi comprare i fiori nelle erboristerie e in alcune
farmacie. Dovrai diluire due gocce dell'essenza scelta in 30 ml di acqua pura e quindi versare 4-6 gocce di
preparato nella pappa dell'animale, oppure mettergliele direttamente in bocca. La boccetta con il preparato
può essere conservata in frigo o in un luogo fresco per due settimane. mimulus, aspen e chicory per la
paura Se il tuo pet ha timore di qualcosa di definito, come il buio o la folla, il fiore giusto è Mimulus; se ha
paura di tutto e non si rilassa, usa Aspen: succede per esempio a gatti che vivono con mici coi quali non
vanno d'accordo. Se il cane o il gatto ti sono attaccati in modo eccessivo, il rimedio di elezione è Chicory.
un mix per affrontare i cambiamenti Star of Bethlehem, Honeysuckle e Walnut usati insieme (2 gocce di
ciascuno in 30 ml di acqua) aiutano se il tuo animale deve cambiare ambiente per un trasloco o per una
vacanza, una delle situazioni più stressanti per lui. heather se non riesce a stare solo Il cane che chiede
continuamente attenzione e il gatto che non ti lascia mai in pace hanno bisogno di Heather. holly contro la
gelosia Ci sono pet che non sopportano di vedere il loro umano interagire con altri e li affrontano con mordi
o graffi. Spesso sono animali che hanno subito a loro volta delle violenze e che per questo sono diventati
aggressivi. Per fargli ritrovare la fiducia c'è Holly. white chestnut per i comportamenti ossessivi Il pet che
continua a leccarsi, fino a provocarsi delle lesioni cutanee, o quello che continua ad andare avanti e indietro
senza requie può trarre vantaggio da questo fiore.
perché funzionano sui pet? «La floriterapia agisce su emozioni e sentimenti», dice la veterinaria Laura
Cutullo. I rimedi di Bach (individuati da un medico inglese tra gli anni Venti e Trenta del Novecento) «sono
particolarmente efficaci sugli animali (così come sui bambini) perché le loro emozioni sono semplici, senza
maschere» spiega la dottoressa. E a questo proposito, cerca di capire quando lo stato d'animo del tuo cane
o del tuo gatto è solo il riflesso del tuo. «Per esempio, se piangi, è molto probabile che lui "senta" il tuo
dolore e venga ad accucciarsi accanto, quasi per consolarti», dice l'esperta.
Foto: Il sito della veterinaria Laura Cutullo naturaliter.it
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STILI DI VITA STARBENE
PERSONAGGI
3 articoli
02/02/2016
Pag. 1
diffusione:41112
tiratura:81689
Fassino rispolvera le tecniche di propaganda del Pci
MAICOL MERCURIALI
Mercuriali a pag. 12 Iselfie con i ragazzini quasi fosse Matteo Renzi, in piazza per Svegliati Italia e poi le
inossidabili inaugurazioni, le classiche visite ai cantieri e anche un'inedita vitalità sui social network. Per
Piero Fassino la campagna elettorale per riconfermarsi sindaco di Torino è proprio iniziata. Ma l'ex
segretario dei Ds non dimentica le sue origini, il suo passato sotto la falce e martello e quell'attivismo che,
nelle regioni rosse, avevano i militanti del Pci quando, in occasione delle elezioni, si mobilitavano e
iniziavano a battere il territorio a destra e a manca per raccogliere consensi. E così rispolvera l'idea della
propaganda porta a porta arruolando un esercito di volontari, i soldati di Piero, per ora circa duecento
persone che passeranno in rassegna i 23 quartieri di Torino per (ri)avvicinare i possibili elettori al motto
#noisiamoTorino. Ovviamente è molto più cool dire di ispirarsi alla seconda campagna elettorale di Barack
Obam a, ma riavvicinare i torinesi soprattutto in quei quartieri dove l'area del non voto è consis tente e dove
le preferenze potrebbero ricadere su Chiara Appendino, la candidata del Movimento 5 il modello a sinistra è
già piuttosto collaudato. Il presidente Usa aveva spedito i giovani casa per casa, Fassino invece accoglie
tutti, dagli studenti ai pensionati, e per far parte di questa rete di volontari è sufficiente iscriversi dal sito
internet del candidato sindaco. L'ingaggiare persone comuni per la campagna elettorale, una sorta di
«predicatori della politica», è una precisa strategia per tentare di Stelle di Beppe Grill o, la vera sfidante di
Fassino. Il sindaco, però, non smette di guardare al centro e in suo sostegno è nata la lista «Cantiere
Civico» promossa dal consigliere regionale Mario Giaccone, uomo di fiducia del governatore del Piemonte
Sergio Chiamparino. Sul fronte del centrodestra, intanto, Silvio Berlusconi pare aver dato il via libero alla
candidatura di Osvaldo Napoli. Sarà il suo nome che Forza Italia porterà al tavolo degli alleati: la Lega Nord
di Matteo Salvini che, dice a Repubblica, «lo conosco bene, lo stimavo come parlamentare», e Fratelli
d'Italia di Giorgia Meloni. Il Carroccio, però, era più propenso a una candidatura civica come quella del
notaio Alberto Morano, incontrato dal vice segretario federale Riccardo Molinari, e che Salvini potrebbe
presto vedere a sua volta, magari proprio per aver conferma dell'iniziale predilizione della Lega per il suo
profilo civico. © Riproduzione riservata
Foto: Piero Fassino
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 02/02/2016
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I SOLDATI DI PIERO
02/02/2016
Pag. 72 Ed. Bari
diffusione:24843
tiratura:35894
Il centrodestra si sfalda anche la Melini in dubbio
Il gruppo perde pezzi pure per l'effetto commissariamento
COMUNE Il consigliere Michele Pi c a r o NINNI PERCHIAZZI l Centrodestra al Comune di Bari alle prese
con smottamenti e scosse di assestamento, tra addii e riposizionamenti all'interno delle minoranze. Ad
azionare il possibile effetto domino nella instabile casa delle opposizioni consiliari è l'imminente nascita di
Area popolare, il nuovo gruppo di matrice simil moderata, gemmato da più rami della massima assise
cittadina con Romeo Ranieri (Ncd), Livio Sisto (Sud al centro ma eletto nel Movimento Schittulli) e l'ex b e rl
u s c o n e s Michele Picaro , capogruppo des i g n at o. Potrebbe trattarsi della prima mossa destinata a
generare un'inevitabile reazione a catena, coinvolgendo e forse travolgendo in primis Forza Italia, i cui labili
equilibri interni in quasi due anni di amministrazione Decaro ormai mostrano la corda. Via Picaro, che
peraltro era commissario cittadino forzista in coabitazione forzata con Irma Melini , restano i fedelissimi
«fittiani», Pa s q u a l e F i n o c ch i o e Fabio Romito , impossibilitati dal regolamento comunale a lasciare
l'egida «azzurra», pena il collocamento nel limbo del gruppo misto (per creare un nuovo schieramento ed
ottenerne il riconoscimento occorre essere in tre). Così, mentre il potenziale duo Cor (Conservatori e
riformisti) attende da tempo le mosse anche a livello nazionale di Raffaele Fitto , anche la Melini sembra
che abbia iniziato a guardarsi attorno a 360 gradi. Intanto, a conferma delle difficoltà del partito fondato da
Silvio Berlusconi, anche nei Municipi non è che le cose vadano meglio con numerosi consiglieri già
approdati nel gruppo misto o addirittura passati con la maggioranza. Col senno di poi, il declino locale di
Forza Italia sembra coincidere col commissariamento affidato all'on. Luigi Vi t a l i , nel pre-elezioni
regionali di due anni fa, con l'esau toramento degli allora vertici cittadini e provinciali (il sen. Luigi
D'Ambrosio Lettieri e l'on. Antonio Distaso ), sempre a causa della fedeltà all'ex governatore nello strappo
con «Sua Emittenza». La spaccatura formale all'ester no non ha fatto altro che ufficializzare liti, divisioni e
ambizioni (vicepresidenza del consiglio, presidenza delle commissioni) già presenti nel quartetto forzista a
Palazzo di città. Ad ulteriore conferma di un gioco di squadra mai nato, la scelta di Picaro di appoggiare un
altro candidato alle Regionali 2014, ma non la Melini, allora compagna di viaggio nella gestione del
commissariamento cittadino. Disarmonie e mancate condivisioni, la cui ulteriore conseguenza è stata la
graduale perdita di appeal del partito. Così a Palazzo di Città, col fuoco pronto a divampare in quel che
resta formalmente di Forza Italia, le opposizioni rischiano di perdere un altro pezzo - i tre di Area popolare -,
mentre Impegno Civile e Fratelli d'Italia assieme ai pentastellati, restano l'ultimo baluardo di una minoranza
sempre più risicata. E quando la maggioranza può vantare numeri pressoché bulgari, non è mai un bene
per la democrazia. qualcosa che si può realizzare? Difficile dirlo. Quanto alle pene, infine, «sembra poi
sempre più utile superare la scelta di applicare ai minori le stesse pene degli adulti oppure nessuna, in tale
seconda ipotesi dando al minore una illusoria e diseducativa convinzione di sostanziale impunità».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 02/02/2016
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PALAZZO DI CITTÀ Dopo l'abbandono di Picaro, passato nella compagine degli «alfaniani». Romito e
Finocchio fedeli a Fitto I NUOVI EQUILIBRI
02/02/2016
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MONZA (czi) Andrea Mandelli è stato eletto vicepresidente della Commissione Bilancio al Senato. Mandelli
(già capogruppo di Forza Italia a quel tavolo di lavoro), è stato eletto nel «mini rimpasto» che ha interessato
le commissioni permanenti al Senato, Finanze, Bilancio e Difesa. Per il senatore monzese un
riconoscimento importante dal momento che la sua elezione è avvenuta non attraverso un accordo tra
maggioranza e opposizione, ma dal libero voto dei parlamentari della V commissione Senato.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 02/02/2016
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Mandelli vicepresidente in Commissione Bilancio
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