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Le parole del tempo
Laboratorio Teatrale A Caval teatro di Torino
Che idea si fanno i bambini del tempo?
Cosa ne pensano, cosa si raccontano, come immaginano il tempo che
passa, il tempo a scuola e a casa e il loro futuro? Come arrivano a intuire
il concetto di tempo, come cercano di misurarlo o di rappresentarlo?
Quali sono i tipi e le quantità di simboli e di metafore che si possono
inventare, copiare e trasformare per rappresentare il tempo?
I bambini amano dare forma ai propri pensieri e comunicarli, ed è proprio la relazione tra questi pensieri che consente loro di
costruire le conoscenze e di interpretare la
realtà. La ricerca proposta dal laboratorio teatrale A Caval teatro ha permesso di individuare e raccogliere le riflessioni dei bambini
osservandoli mentre lavorano concentrati
sul progetto.
... e che siano sempre i bambini a dare forma alle
cose. E non le cose a dare forma ai bambini.
Loris Malaguzzi
Il progetto
Nel contesto del laboratorio teatrale A Caval
teatro del Centro di Cultura per l’Arte e la
Creatività di ITER di Torino1, alcuni bambini
di 3, 4 e 5 anni e i loro insegnanti hanno voluto indagare il tema del tempo, attraverso
lo sguardo dei piccoli, per poi provare a trasformarlo in azione teatrale.
Il progetto si proponeva di riflettere sul tempo, cercarne una definizione, misurarlo,
ricordarsi, immaginare, fare ipotesi, disegnare il futuro; aspettare, lasciare passare
il tempo, correre e fermarsi. Lo scopo consisteva nel fare un’esperienza concreta del
tempo, delle sue scansioni e dei suoi ritmi;
si trattava, infine, di metterlo in scena con
costumi, maschere e oggetti capaci di rappresentare le idee, i pensieri, i sentimenti
dei bambini e degli adulti che vi avevano
partecipato.
Il metodo si è basato sull’attenzione e sulla valorizzazione delle idee di tutti, di un
modo di essere e di sentire che dà a tutti
– bambini e adulti – la capacità di rappresentare, di fare supposizioni e verifiche,
di osservare e di riflettere e, ancora, di
formulare nuove ipotesi. I bambini hanno
riflettuto e sperimentato percorsi autonomi
8 Bambini in Europa
e sviluppato livelli di riflessione e astrazione emozionanti, commoventi. Hanno
discusso e dato libero sfogo all’immaginazione, così la scena del tempo è cresciuta
a ogni incontro grazie agli apporti di tutti,
in momenti di creazione e costruzione individuale e collettiva.
La finalità teatrale si è compiuta attraverso
l’organizzazione stessa dello spazio scenico e si è basata sulla produzione inventiva
e narrativa che questo evocava. Lo spazio
così costruito non era solo una decorazione
scenografica, ma il contenitore stesso della
rappresentazione simbolica e artistica del
tempo.
Cosa è il tempo?
Si riportano di seguito alcune definizioni
tratte dalle conversazioni con i bambini.
È accaduto spesso che questi discorsi, iniziati durante il momento dell’accoglienza al laboratorio, quando tutti
i bambini si trovavano in cerchio, occupassero buona parte della mattinata, perché le ipotesi si affastellavano
sviluppandosi senza interruzioni una
di seguito all’altra, spesso con una
verifica immediata. Così, per esempio,
mentre si parlava, sono stati via via improvvisati vari strumenti di misurazione: clessidre, metri a nastro o ritmi ci
sono serviti a scoprire durate inaspettatamente lunghe o brevi.
Non c’è tempo quando mamma lavora tanto e mi viene a prendere tardi a scuola.
Il tempo è lento e veloce e io lo disegno con
un cerchio e delle freccette.
Il tempo è una macchina che arriva presto,
diventa piccola e poi deve fermarsi.
Il tempo è quando fa caldo, il tempo passa e
poi arriva il vento.
La macchina del tempo
Il tempo è una spada che va veloce e parte
a caccia di tigri e di leoni.
Il tempo è quando non sei in ritardo... se perdi
l’orologio, sei in ritardo e non c’è più tempo.
Sbrigati, sbrigati, non c’è tempo: mamma ha
poco tempo... io non ne ho più.
Nello spettacolo c’era un tempo, un tempo
del prima di tutto, un tempo del prima delle
scarpe, del prima delle case, che poi si arriva solo a delle pietre e alla guerra.
Quando qualcuno non fa niente e aspetta
che un altro venga a giocare con lui.
È qualcosa che passa.
C’è anche una canzone che parla del tempo.
È un orologio che gira.
È una cosa dove non si fa niente.
Il tempo passa sempre, non dorme mai.
Il tempo va sempre avanti, non torna mai
indietro.
Di tempo ce n’è sempre.
Che passa... che viene di giorno e di notte
con le stelle, il pomeriggio... quando c’è il
sole e la luna, il vento e la pioggia.
È quello che è nel cielo, perché è l’aria.
Il sole va in cielo e comincia la giornata,
quando è notte capiamo che è finita.
Una cosa che segna l’ora.
L’orologio e la clessidra ci fanno capire che il
tempo passa, come il sole e la luna.
Solo il mago delle storie può fermare il tempo.
... ha un computer di bordo, un volante, delle ali ma non vola.
Come una macchina, ha anche delle porte... una per entrare,
l’altra per uscire. È come una grande scatola, ci si può stare
in tre... È come un ascensore... Serve a viaggiare nel passato.
Eleonora, 5 anni
Passato, presente e futuro
Il passato è la pancia di mamma,
il presente è l’ora più bella,
il futuro è astronauta.
Di seguito proponiamo alcuni esempi delle
suddivisioni temporali presenti nei bambini.
Non ci sono incertezze: ogni ipotesi definita
a forza di riflessioni e tentativi viene abbandonata senza rimpianto per abbracciare con
sicurezza una nuova definizione, proposta
dai compagni o dalla prova di una dimostrazione. Abbiamo chiesto ai bambini quali fossero i loro ricordi più lontani, cosa fosse il
presente e cosa il futuro.
Il passato
Quando c’erano mio nonno e mio cugino che
disegnava con lui e i disegni sono ancora lì.
La foto di mia mamma quando aveva
vent’anni.
Un anno fa, quando è nato il mio fratellino.
Quando non avevo ancora il cane e abbiamo sentito un lamento e abbiamo trovato un
cane che abbiamo chiamato Pippo, ed era
un incrocio tra un lupo e un cane da caccia.
La Prima Guerra Mondiale, me l’ha raccontata mio nonno.
Il nido.
Il presente
Il presente è il tempo che c’è ora.
Il presente sono le cose che ci sono là.
Facevate il teatro del tempo passato, lei raccontava e voi facevate i gesti.
Il futuro
Prendendo l’aereo o l’idrovolante, (il futuro)
vive nel cielo, bisogna aspettare fino a Pasqua.
Forse comincia quando nasci e quando sei
grande, prendi l’aereo e vai.
Sì, il tempo, le nuvole, la luna, il cielo, le stelle ci vivono.
Me lo immagino senza cose e senza animali.
1 ITER, Istituto Torinese per una Educazione
Responsabile, è un servizio della Città di Torino. Le attività proposte si rivolgono sia alle scuole sia alle famiglie,
attraversano quattro grandi domini pedagogici e si declinano nei servizi offerti dai Centri di Cultura per l’Infanzia
e l’Adolescenza, dislocati sul territorio. Il Centro di
Cultura per l’Arte e la Creatività è una struttura di formazione, un luogo fisico e mentale nel quale i processi e i
prodotti si fondono alla ricerca di nuove soluzioni e dove
l’adulto svolge un ruolo di sostegno, di facilitatore delle
esperienze. I laboratori, “luoghi del fare”, sono suddivisi
in sezioni tematiche, tra le quali figura il teatro.
La conclusione di questo lavoro è nel futuro. Non è un gioco di parole. La riflessione
sul tempo ha continuato a influenzare i progetti elaborati dal laboratorio in seguito a
questa esperienza. Altri gruppi di bambini,
insegnanti e genitori hanno continuato, nel
tempo, a interrogarsi sul tempo e a sperimentarlo partendo dalle proposte teatrali
formulate nel laboratorio. Questo progetto
ha una sorta di coda magica che è spuntata fuori inaspettatamente e continua a
disegnare comete, a produrre pensiero, a
concatenare ipotesi. Numerose scoperte
sono state affidate al quaderno Le parole
del tempo2 che cerca di sintetizzare e restituire la ricchezza cognitiva ed emotiva del
progetto, il riverbero fertile che questo ha
avuto in ciascuno dei partecipanti, a cominciare dalla piacevole sorpresa delle autrici
stesse. Lo svolgimento integrale dell’esperienza può essere visionato nel video La
scena del tempo 3.
2 Laboratorio teatrale A Caval teatro - ITER (a cura di),
Le parole del tempo, ITER, Città di Torino, 2008.
3 Laboratorio teatrale a A Caval teatro - ITER (a cura di),
La scena del tempo, DVD, 15’ 36’’, Centro di Cultura per
l’Espressività e la Comunicazione 0-6, Città di Torino,
2006.
Chi desiderasse avere copia delle pubblicazioni Le parole del tempo e La scena del tempo, può farne richiesta a:
Città di Torino - ITER, Centro di cultura per l’Arte e la
Creatività, via Domodossola 54, 10145, Torino, Italia.
Sonia Bellucci, Carla Massimetti, Stella Picello e
Gina Sverko sono insegnanti presso il laboratorio teatrale A Caval teatro.
Valeria Anfossi è responsabile del laboratorio A Caval
teatro e del Centro di Cultura per l’Arte e la Creatività di
ITER.
Manuela Ravecca è esperta di scritture di documentazione della Redazione del Centro promozione servizi di
ITER.
[email protected]
www.comune.torino.it/iter
Bambini in Europa 9
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