24/06/2016 La sicilia - Il casellante, mito in musica

"Il Casellante" a Spoleto
Il racconto di Camilleri in musica
con Moni Ovadia protagonista
"Il casellante", mito in musica
Moni Ovadia protagonista nel ruolo del narratore
insieme con Valeria Contadino e Mario Incudine
TEATRO
Debutta domani al
Festival di Spoleto lo
spettacolo tratto dal
racconto di Camilleri
con la regia di
Giuseppe Dipasquale.
Il 29 a Caltanissetta
OMBRETTA CRASSO
a lingua saporita e magica di Andrea Camilleri per raccontare
una orribile storia di violenza nel
piccolo universo di un casello ferroviario nella Sicilia arcaica e feroce degli
anni della guerra. La narra in scena un
cantore di popoli, uno strepitoso interprete che sa dare voce al dolore del
mondo, di ieri e dei nostri giorni, e
sbeffeggiare l'arroganza del potere.
Moni Ovadia è il narratore diretto dal
regista Giuseppe Dipasquale in un allestimento de // casellante tratto dall'omonimo racconto di Camilleri, con in
scena anche Mario Incudine e Valeria
Contadino (nei ruoli di Minica e del
marito, il casellante Nino), chedebutta
domani al Festival di Spoleto dove replicherà domenica, mentre il 29 sarà a
Caltanissetta, e nella prossima stagione in una tournée nazionale che si
chiuderà nel maggio 2017 al Sistina di
Roma.
«Camilleri ha una scrittura prodi-
L
giosa, una lingua originale ericca.Nasce da una radice che è la Sicilia, ma
poi viene trasfigurata, diventa lingua
letteraria, opera d'arte. E' già teatrale.
Mi ha emozionato misurarmi con la
sua lingua, un privilegio. Ho per il siciliano una passione bruciante, è un
tesoro immenso» racconta Ovadia
che proprio con Incudine ha firmato
una memorabile edizione de Le supplici al Teatro greco di Siracusa nel
2015 in cui rilegge la tragedia come
un cunto. «Credo molto in questo teatro che lancia una proposta culturale,
un teatro di radici ma proiettato nel
futuro».
//caseffanteèancora teatro musicale con le note originali di Incudine
«Canzoni di barberia, un piccolo scrigno magico - anticipa Ovadia - e brani
di toccante lirismo che si intrecciano
alla narrazione costruiti ispirandosi
anche alla Sicilia dei riti religiosi». La
storia affonda le radici nel mondo mitologico, mescola comicità e dolore,
poesia e speranza. «Ci parla della Sicilia degli anni 40 e anche dell'oggi, c'è
una violenza terrificante contro una
donna, Minica, uno stupro sadico,
quasi un femminicidio. Ma la rinascita avviene attraverso una metamorfosi naturale. Una resurrezione: un
bimbo di due mesi incolume dopo un
bombardamento riporta la vita. Come avviene con i bimbi migranti che
arrivano orfani sulle nostre coste e
portano una vita che la violenza non
può sopprimere».
Ovadia si moltiplica in più ruoli:
«Sono il narratore, la voce di Camilleri, e anche una mammana, donna Ciccina Pirro, descritta da Camilleri co-
MEDIA
me una "sittantina che aveva fatto
nasciri a menzu paisi", un giudice
dalla cadenza piemontese, il terribile
stupratore, e ancora il barbiere e il cavaleri Ingargiola, un gerarchetto fascista che mi sono divertito a fare. Il
fascismo viene ridicolizzato, fatto a
pezzi da Camilleri».
In scena con il tris di protagonisti ci
sono anche Sergio Seminara e Giampaolo Romania e i musicisti Antonio
Vasta e Antonio Putzu. «Canzoni bellissime: "Mancu na lacrima nta l'occhi di Minica, addivintò comu na petra lavica, non c'era chiantu, non c'era
un lamentu, non ci fu vuci, non ci fu
cchiù cantù..."» recita Ovadia al telefono.
Lo spettacolo, nato dalla collaborazione tra il Teatro Regina Margherita
di Caltanissetta, Promo Music - Corvino Produzioni e il Centro d'Arte
Contemporanea Teatro Carcano,
conclude la stagione diretta da Ovadia nel teatro nisseno. «Mi fa piacere
che tutto nasca nello splendore della
periferia da dove io credo possa partire il riscatto del Paese. Il bilancio è positivo: 13 spettacoli e due produzioni
tra cui la ripresa delle Supplici con 30
persone in palcoscenico». Resterà altri due anni, a titolo gratuito. «Cerchiamo di proiettare questa awentura ancora più avanti creando una rete
di teatri all'interno dell'Isola e magari
avanzare la proposta di un teatro stabile diffuso. Il tentativo di sminuire il
palcoscenico, di togliere ossigeno è
miope e suicida. C'è molto bisogno di
teatro. Nella Sicilia ferita dai roghi, alla distruzione di quanto di meglio ab-
biamo dobbiamo rispondere con la
cultura, l'unico veicolo di riscatto».
Personalità straripante e generosa,
protagonista critico e corrosivo del
dibattito, Ovadia si definisce «un teatrante outsider che non ha alcun interesse perla politica dei partiti», ma un
attivista che si mobiliterà «contro il
Ttip (il trattato di libero scambio tra
Usa e Uè), per il no al referendum,
contro i muri e per la politica dell'accoglienza». «Cosa ho da fare a 70 anni? Costruire il futuro, lavorare con i
giovani, realizzare un'alleanza di generazioni come abbiamo fatto con
Mario Incudine, un giovane di grande
talento che ha la metà dei miei anni, e
che considero un incontro importante di questa parte della mia vita». Proprio con lui Ovadia, ebreo sefardita
nato in Bulgaria, è al lavoro per realizzare «un grande affresco sulla Sicilia
ebraica. Sono perdutamente innamorato di quest'isola, i siciliani sono
gli unici che hanno tentato d i opporsi
all'espulsione degli ebrei voluta dalla
Corona spagnola. E lo hanno fatto con
tre suppliche meravigliose». Il futuro
è ancora nel segno delle tragedie
classiche. «Sogniamo di mettere in
scena, a nostro modo, Le troiane e /
persiani in un teatro all'aperto come
Siracusa, ma anche a Caltanissetta. Se
Moni
Ovadia,
Mario
Incudine e
Valeria
Contadino,
regia di
Dipasquale
MEDIA
non si spreca in teatro si possono fare
cose immense. Le istituzioni si mettano una mano sul cuore e pensino,
indipendentemente da Moni Ovadia,
che il teatro è un valore insostituibile
per la democrazia».
Lingua
prodigiosa per
una
tragedia
di ieri e
di oggi
16.1 spettacolo
"Il Casellante" a Spoleto
Il racconto di Camilleri in musica
con Moni Ovadia protagonista
OMBRETTA CRASSO
cultura, spettacoli, società, tendenze «</e personagg
ALTRI FILM
NELLE SALE
PRIME FILM. LO SCAMBIO
Poliziotti o malviventi? Le ambiguità di Salvo Cuccia
MARIA LOMBARDO
uce soffusa,voci sfumate, ralenti.
Situazione irreale. Eppure c'è
violenza, violenza vera, anche
nella vi t a r l i una donna che p i a n ge "u picciriddu". confinar/a nell'appartamento vuoto,
L
Lo scambio p r i m o l u n g o m e t r a g g i o
di finzione del p a l e r m i t a n o Salvo Cuccia d i e l'ha s c r i t t o assieme a l m a g i strato A l f o n s o Sabella, scava i n una
storia d i mafia d e g l i a n n i Novanta con
u n taglio psicologico abbastanza i n solito che a v v i l u p p a lo s p e t t a t o r e n e l la rete d i r a p p o r t i a p p a r e n t e m e n t e
c h i a r i f r a i personaggi d i e poi subiscono un c a p o v o l g i m e n t o d i p r o s p e t t i v a .
Poliziotti o m a l v i v e n t i che si t a n n o
passare per p o l i z i o t t i ? Filippo Luna è
il p r o t a g o n i s t a p r i n c i p a l e . Paolo B r i -
Filippo Luna è il
protagonista
principale, Paolo
Brigucjlio IMO
assistente,
Barbara Tabita,
sua moglie. Nel
cast anche
Vincenzo f i r rotta
guglio suo assistente. Barbara Tabita.
sua m o g l i e . Nel cast anche V i n c e n z o
Pirratta.
Si gira a t t o r n o a una realtà che è
complessa q u a n t o è complessa la
m e n t e u m a n a . Sospetti e certezze, i -
potesi e realtà o n i r i c a . Slamo a Palerm o m a una Palermo nascosta e sotterraiiea. La m a c c h i n a da presa i n q u a d r a
il cielo fra le ci me dei palazzi e d e g l i a l beri. Cos'ha i n m e n t e il c o m m i s s a r i o ?
Cos'ha i n m e n t e l'arrestato? Cosa na-
scondono ia faccia d i u n bravo la ragazzo e la sua boi -sa d ' i m p i e g a t o ? Dalla p e n o m b r a si esce in brevi i s t a n t i ,
con flashback. V i s i o n i o n i r i c l i e e scavo
psicologico r e n d o n o l'atmosfera aria
densa. Non interessa il d a t o c r o n a c h i srico bensì q u e l l o p r o f o n d o . U n v e c c h i e t t o m a n g i a noccioline d a v a n t i a l la sua bottega, u n a scatola d i c e r i n i esaurita v i e n e buttata p e r t e r r a ; p a r t i colari a p p a r e n t e m e n t e i n s i g n i f i c a n t i ,
tasselli a p p a r e n t e m e n t e scomposti. Il
personaggio p i ù Forte è q u e l l o della
d o n n a p r i g i o n i e r a del passalo. Eccellente prova d i Barbara Tabita che d i m o s t r a d'avere altre frecce al suo arco
o l t r e a q nelle già note.
11 film inciampa però su u n LISO esas pera to del d i a l e t t o e n o n riesce a l i b e rarsi del t u t t o d i a l c u n i s t e r e o t i p i d e l
genere.
TAORMINA. FESTIVAL LE TERRE DEL SOLE
Il "Bolero" di Picone
Stasera al Teatro antico
la kermesse si apre con
la grande danza. Il
celebre ballerino
interprete di "Carmina
Burana" e dell'opera di
Ravel di cui filma anche
le coreografìe
DANILA CIAQUIMTA
o n ha bisogno d i paiole, eppure lascia senza paiole. Classica
o moderna, la danza racconta,
accelera, emoziona attraverso
corpi e m o v i m e n t i che disegnano lo
spazio, trasmettono pensieri e sensazioni, trasformano braccia in ali e r e n dono possibile ogni angolazione, p e i
chi la fa e chi la guarda. Classica e m o derna è la danza dell'eroi le internazionale Giuseppe Picone che stasera al
Teatro antico di Taormina, spalancherà
i battenti de "Le Terre del Sole", festival
ideato dal pianista siciliano Gianfranco
Pappalardo Fiumara e con la direzione
artistica del baritono Alberto Gazale. La
rassegna prosegue doma ni e domenica
con il inediiometraggio Prologo Rusticano con musiche inedite di Luis Bacalov
(premio Oscar per la colonna sonora de
"Il p o s t i n o l e l'opera Cavallerìa Rusticariadi Pietro Mascagni, regia d i Gazale; e
il 27 giugno con Cannino Burana d i Cai I
Ort'f, con al pianoforte lo sresso Pappalardo Fiumara e Roberto Carnevale.
N
I n t a n t o si c o m i n c i a danzando. Circondati da o c c h i e c o n a l l e s p a l l e i ] m a re e l'Etna, q u a t t o r d i c i stelle p o r t e r a n no sulla scena un'antologia d i pagine
classiche e pezzi m o d e r n i . Quasi d u e
ore tra /torneo e Giulietta d i Tchaikovsky e Narciso d i Debussy n o i v G g r . i i H '
d i Maria Grazia Gare-fòli], Don Chisciotte (coreografia d i M a r i u s Petipa ),
Ut Syln/iirii?, la mone dei cigno ( c o r e o grafìa d i M i k l i a i l F o k i n e ) C f l n i i i n f l Bucano d i Cari Orff, per f i n i r e c o n Bolero
di Ravel. Degli u l t i m i due Giuseppe Picone è anche coreografo. «Alcuni sono
balletti classici s e n t i m e n t a l i che e m o z i o n a n t i pubblicoa livello i n t e r i o r e racconta Picone - a l t r i sono f u o c h i
d'ai riticio. i i i i i i all'eneigi.i, d i e a c c e n d o n o la voglia d i ballare ed e s p r i m o n o
la forza fisica d e l b a l l e r i n o . Come
quella danza m o d e r n a d i Cùmiimi Burana e Bolero. La p r i m a è una r i v i s i t a zione in chiave b a l l e t t i s e l a d i quel
classico, u n passoad uè, ladiscussione
di una coppia che si conclude con un
abbraccio. Nella seconda, lui si ritrova
d r c o n d a t o da specchi, alla fine cede,
non riesce p i ù a sostenere il c o i p o e
cade p e r t e r r a . Quelle nascoste d i e t r o
sono le sue a n i m e , tre d o n n e e tre u o m i n i , che d o p o vengono f u o r i m a finir a n n o per a b b a n d o n a r l o . Finché l u i
discute e i n t e r a g i s c e , c o n t i n u a a b a l l a re m a fatica a percepire e a m e t t e r e i n
atto quei consigli che, n e l bene e nel
male, gli t r a s m e t t o n o . L'idea è nata
come u n ' i l l u m i n a z i o n e . L'inaugurazione? Una responsabilità. Poi. una
volta che e n t r i i n scena ti e m o z i o n i e
fai d i t u t t o p e r tare e m o z i o n a r e il p u b blico».
Le scarpette a p u n t a d i v e n t a n o la
sua scelta di v i t a q u a n d o è ancora
barn bino. Napolerano, Giuseppe Picone, grande t a l e n t o d e l la danza, o s d h a
40annj,da3faancheilcoreog!aljene
aveva 9 q u a n d o è e n t r a t o nella Scuola
d i ballo del Teatro San Carlo d i N a p o l i .
Da allora ha danzato i n g i r o per i l
m o n d o - solista dell'English National
B a l l e t l d i Londra, p o i a l l ' A m e r i c a n
Ballet d i N e w York - v i v e n d o , da u n
p a i c o a un a l t r o , i p i ù i m p o r t a n t i ball e t t i del re pei t o n o classico, neoclassico e m o d e r n o e a n d a n d o i n scena sui
palcoscenici p i ù blasonati dal San Carlo, all'Arena di Verona, all'Opera d i Roma, e ancora al M e t r o p o l i t a n d i N e w
York, all'Opera d i Vienna, al C o v e i u
Garden d i Londra. E' stato ospite di ev e n t i tv da Sanremo al Concerto d i Capodanno. In S i d l i a t o r n e r à presto e a
T a o r m i n a «d sono già stato a l c u n i a n ni fa. Ballare a I Teatro a n t i c o è d a v v e r o
e m o z i o n a n t e , magico. M a m m a mia, il
posto è d i una bellezza u n i c a ! Fare i l
coreografo v u o l dire creare d e i passi,
inventare, ispirarti
mentalmente,
quasi c o m e sognare, m e n t r e da b a l l e r i n o i n t e r p r e t i ed esegui. Adesso sono
alle prese c o n la creazione d i u n a c o reografia per Lo Schiaccianoci che a n drà in scena al Teatro M a s s i m o di Palermoadirembre».
• KIKI E I SECRETI OEL SESSO
Bizzarrie sessuali e storie
d'amore. Una donna afFetta da
dacrifilia che si eccita vedendo
Il partner che piange, un'altra
che prova piacere sfiorando
soffici tessuti ed è efefilia. Un
u o m o affetto da sonnofilia che
ha strani desideri m e n t r e la
m o g l i e d o r m e e una ragazza
che soffre di arpaxofìlia e
raggiunge l'orgasmo q u a n d o
viene derubata. Al grido "chi
non ba mai a v u t o una piccola
perversione?". Paco Leon
confeziona "Kikl e 1 segreti del
sesso", c o m m e d i a campione
d'incassi in Spagna che vuol
essere un inno alla diversità.
Leggero e senza t r o p p e
pretese: per questo vince.
Vince una sfida che poteva
essere giocata sugli equivoci
dell'osceno e del pruriginoso,
sui d e t t a m i della spicciola
pornografia camuffata da
autorialità e. invece, rischia,
trova la giusta misura, azzarda
ma non pretende.
• MOTHEH'SDAY
Donne appena separate dal
m a r i t i che hanno risposato la
giovane di turno e danne
single per scelta; d o n n e che
non ci sono più e hanno
lasciato figlie che devono
riempire i v u o t i e donne che
amano altre d o n n e , donne che
cercano f i g l i e a b b a n d o n a t e e
donne che aspettano figli.
Donne di o g n i età. In ogni caso
m a m m e . 5ono loro le assolute
protagoniste del coralissimo
f i l m d i Garry Marshall,
"Mother's Day", che m e t t e
Insieme una folla di star, prime
fra t u t t e Jennifer Aniston e
Kate Hudson, nonché la Julia
Roberts che Marshall lanciò
nell i n d i m e n t i c a t o "Pretty
W o m a n " . quando nessuno
sapeva chi fosse. Ora l'ex p r e t t y
w o m a n è alla sua quarta volta
col regista e ha p o r t a t o a casa
la bellezza di 750.000 dollari al
g i o r n o per i pochi giorni d i
ripresa, d a t o che lei è solo una
tra le m a m m e , forse la più
triste.
SILVIA DI PAOLA
NOW YOU SEE ME 2
I MAGHI DEL CRIMINE
576.835
SIRACUSA
FESTE A R C H I M E D E E
Presentata ieti la quinta edizione delle
Feste Archimedee da domenica 26
giugno a domenica 3 luglio a Ortlgia. E
la vetsione extra-large delle feste è solo
una delle grandi novità di questa
edizione, e.Questa manifestazione - ha
detto Cado Gilistro. direttore artistico e
si •kriitifko delle Feste- l'ho immagina tu
alcuni anni addietro mentre ero in una
campagna toscana. Una rivoluzione che
coinvolgeva i giovani, che non vogliono
essere invisibili. I risultato piii
importante è che adesso questa
modello lo stiamo esportando ovunque
rendendolo Internazionale», «Abbiamo
immaginate due spazi, uno dedicato ai
pili piccali e un secondo ai più grandi.
Ma assolutamente da non petdeteè la
città infinita un allestimento che attiva
direttamente da Barcellona». A
sottolineare un'altra grande novità di
questa edizione è stato il direttore del
progetto Edda Cancelliere. «Le Feste
Archimedee accolgono il Festival della
Crescita dì cui noi stessi diventiamo
ambasciatori. Ma abbiamo portato le
Feste a Milano, Roma, Lucca dove
abbiamo raccontato chi siamo e cosa
facciamo. Ho scommesso su un
progetto: date vita ad un evento che
punti sulla felicità, sull'accoglienza e
sull'integrazione e che avesse come
obiettivo II cosiddetto "mondo
giovane"».
Gli eventi. Nel cortile del palazzo del
governo di via Roma Dante
multimediale: un viaggio virtuale nella
"Divina Commedia". Con Fabio Ferri, a
cura di Prospero Dente e Massimo
Arcangeli. E "Rinaldo e la grotta del
drago". Il f i l m . Versione
cinematografica di uno dei cavalli di
battaglia della Compagnia dei Pupari
Vaccaro Mauceri. Introduce Massimo
Arcangeli. E ancora "Intersezioni. La
felicità in versi, la felicità in musica",
diretto da Massimo Arcangeli, con la
partecipazione di rappere poeti.
All'ipogeo di piazza Duomo "lo sono
Luda che vede l'invisibile. La forza
simbolica delle sante martiri", un
progetto di Sabina Clufflni. Poi le serate
conclusive quando piazza Duomo
diventerà il centro delle Feste
Archimedee. Venerdì 1 luglio, Il Gran
Cala delle Feste Archimedee, regia di
Alfredo Lo Faro. Nel corso della serata
sarà assegnato il premio relativo al
concorso "Racconta il tuo talento".
Sabato 2 luglio ancora grandi ospiti sul
palco di piazza Dumo. Premi speciali
Feste Archimedee a Desirèe Rancatore.
Mauro ErmannoGiovanardl, Marco
Savatterl, Ernesto Marciar te. Luca
Vullo. Ospiti: Grande Orchestra delle
Feste archimedee. Domenico Riina &
Orchestra, Pietro Adragna, sezione
giovanile dell'Accademia d'arte del
dramma antìco della Fondazione Inda.
LO SCRITTORE CAPPELLANI INCONTRA ANTONIO PRESTI
u
Io sono il blu" all'Atelier sul Mare
D
omani alle 16sarà inaugurata la nuova stanza dell'Atelier sul Mare.il museo a l bergo d'aite contemporanea a Castel di T'usa: "IO SONO IL BLU" è u n'immersione nel colore e nell'aria, una visione che dona pace e
tranquillità, u n v u o t o b l u , r i e m p i to solo dalle parole che avvolgono
e accarezzano il corpo. La stanza
sarà inaugurata nell'ambito de "Il
Rito della Luce", lo straordinario
percorso di politica della Bellezza
MEDIA
e della Conoscenza, che r i t o m a
puntualecomeogniannoneigiorni del Solstizio d'Estate. Stavolta
l'appuntamento per il via g g i o d e l l'anima verso la Piramide del 38°
parallelo è fissato fino a domenica
(2S giugno).
D o m a n i q u i n d i , sarà i n a u g u rata la nuova stanza d e l l ' A t e l i e r
sul M a r e : " l o sono il b l u " è f r u t t o
della collaborazione p l u r i d e c e n nale t r a il mecenate A n t o n i o Presti e lo s c r i t t o r e Ottavio Cappel-
lani e rappresenta un " f i l o b l u "
tra un t e s t o - s c r i t t o i I a n n i la, i n
occasione della protesta che vide
Presti " c h i u d e r e s i m b o l i c a m e n t e " la "Finestra sul m a r e " d i Tano
Festa - e l'oggi. «Come allora d a f t l d a m m o a l Rito, al le parole e alla
condivisione come strumento di
protesta e d i riconoscenza spiega Cappellani - così oggi avv e r t i a m o il desiderio d i r i n n o v a re quel m o m e n t o per parlare del
presente e p r o i e t t a r c i verso il Fu-
t u r o . La stanza è s i m b o l o d i r i g e nerazione e resilienza». Oltre al
testo " l o sono il b l u " - affisso su
una delle p a r e t i - , lo scrittore ha
v o l u t o far nascere un n u o v o
scritto, che i v i s i t a t o r i p o t r a n n o
trovare tra le lenzuola del letto
posto al c e n t r a della stanza. «11
blu, il d o r m i r e , il Niente, lo Spazio, il V u o t o . E'una stanza d e d i cata al T e m p o e a l l o Spazio, la v e do c o m e una capsula spaziale»,
dice Cappellani,
spettacolo 1.19
Led Zeppelin assolti
Non copiarono l'arpeggio
in "Stairway to Heaven"
btyle
Los ANGELES. La storia della musica rock e quella dei Led Zeppelin
non dovranno essere riscritte. Stairway to Heaven. ballata inno di
un'intera generazione, non è stata copiata. À mettere la parola
fineauncasocheha tenuto in ansia milioni di apassionati in ogni
angolo della Terra è stara la giuria di un tribunale della California,
che ha scagionato Robert Plant ejirnmy Page, frontman e chitarrista della leggendaria band, dall'accusa di plagio. Nel mirino c'era l'introduzione del brano del 1971 divenuto il più famoso dei
Led Zeppelin: quel memorabile arpeggio di chitarra che apre
Stairway to Heaven, che secondo l'accusa sarebbe stato "rubato"
da Tbiirus, pezzo di un gruppo rock della scena losangelina della
fine degli anni '60. gli Spirit.
TEATRO
SIRACUSA
17 contro Tebe
Fenicie e Le Rane
nel cartellone
dell'Inda 2017
Debutta domani al
Festival di Spoleto lo
spettacolo tratto dal
racconto di Camilleri
con la regia di
Giuseppe Dipasquale.
H29aCaltanissetta
SIRACUSA. Le tragedie I setti'
coiirro Tebe di Eschilo e Le
Fenicie di Euripide e la commedia Le Rane di Aristofane
sono le tre opere inserite nel
programma dei ciclo numero 53 dì spettacoli classici al
Teatro Greco di Siracusa. Ad
annunciare ì tìtoli della stagione 2017, scelti dall'Inda
insieme alla commissione di
esperti formata da Massimo
Bray, Roberto Andò e Lucano Canfora, è stato il commissario straordinario Pier
Francesco Plnelli assieme alle maestranze dell'Inda, ieri
sera pochi minuti prima del
debutto di Fedra di Seneca,
l'opera latina affidata alla regìa dì Carlo Ceicìeilo.
OMBRETTA CRASSO
a lingua saporita e magica di Andrea Camilleri per raccontare
una orribile storia di violenza nel
piccolo universo di un casel lo ferroviario nella Sicilia arcaica e feroce degli
anni della guerra. La narra inscena un
cantore di popoli, uno strepitoso interprete che sa dare voce al dolore del
mondo, di ieri e dei nostri giorni, e
sbeft'eggiare l'arroganza del potete.
Moni Ovadia è il narratore diretto dal
regista Giuseppe Dipasquale in un ailesti mento de ilcnsellante tratto dall'omonimn racconto di Camilleri. con in
scena anche Mario Incudine e Valeria
Contadino (nei ruoli di Mimica e del
marito, il casellante Nino ),chedebutta
domani al Festival di Spoleto dove replichete domenica, mentre il 29 sarà a
Caltanissetta. e nella prossima stagione in una tournée nazionale che si
chiuderà nel maggio 2017 al Sistina di
Roma.
L
«Camilleri ha una scrittura prodigiosa, una lìngua originale e ricca. Nasce da una radice che è la Sicilia, ma
poi viene trasfigurata, diventa lingua
letteraria, opera d'arte. E' già teatrale.
Mi ha emozionato misurarmi con la
sua lingua, un privilegio. Ko per il sidliano una passione bruciante, è un
tesoro immenso» racconta Ovadia
che proprio con Incudine ha firmato
una memorabile edizione de Le supplici al Teatro greco dì Siracusa nel
2015 in cui rilegge la tragedia come
un cunto. «Credo molto in questo teatro che lancia una proposta culturale,
un teatro di radici ma proiettato nel
futura».
Il casellante è ancora teatro musicale con le note originali di Incudine
«Canzoni di barberia, un piccoloscrigno magico-anticipa Ovadia-e brani
di toccante lirismo che si intrecciano
alla narrazione costruiti ispirandosi
anche alla Sicilia dei riti religiosi». La
storia affonda le radici nel mondo mitologico, mescola comidtà e dolore,
poesia e speranza. «Ci parla della Sicilia degli anni 40 e anche dell'oggi, c'è
una violenza terrificante contro una
donna, Minica, uno stupro sadico,
quasi un femminicidio. Ma ia rinascita avviene attraverso una metamorfosi naturale. Una resurrezione: un
bimbo di due mesi incolume dopo un
bombardamento riporta la vita. Come avviene con ì bimbi migranti che
«Saranno Le Rane, a distanza di 15 anni dall'allestimento del 2002 affidato a
Luca Ronconi - ha detto Pìnelli - il fulcro del dclo di
spettacoli del prossimo anno».
"Il casellante", mito in musica
Moni Ovadia protagonista nel ruolo del narratore
insieme con Valeria Contadino e Mario Incudine
Mori
Ovadia,
Mario
Incudine e
Valeria
Contadino,
regia di
Di pasqua le
arrivano orfani sulle nostre coste e
portano una vita che la violenza non
può sopprimere».
Ovadia si moltìplica in più ruoli:
«Sono il narratore, la voce di Camilleri, e anche una mammana, donna Ciccina Pirro, descritta da Camilleri come una "sittantina che àvev^ latto
nascili a menzu paisi", un giudice
dalla cadenza piemontese, il terribile
stupratore, e ancora il barbiere e il cavaleri Ingargiola, un gerarchetto fascista che mi sono divertito a fare. Il
fascismo viene ridicolizzato, latto a
pezzi da Camilleri».
In scena con il tris di protagonisti ci
sono anche Sergio Seminara e Giampaolo Romania e i musiristi Antonio
Vasta e Antonio Putzu. «Canzoni bellissime: "Mancu na lacrima nta l'occhi di Minica, addivintò comu na petra lavica, non c'era chiantu, non c'era
un lamentìi, non ci fu vuci, non ci fu
ccliiù cantù..."!' recita Ovadia al telefono.
Lo spettacolo, nato dalla collaborazione tra ilTeatroRegina Margherita
di Caltanissetta. Promo Music - Corvino Produzioni e il Centro d'Arte
Conte mpora nea Ten tro Carca no,
conclude la stagione diretta da Ovadia nel teatro nisseno. «Mi fa piacere
che tutto nasca nello splendore della
periferia da dove io credo possa partirei! riscatto del Paese. Il bilancio è positivo: 13 spettacoli e due produzioni
tra cui la ripresa delle Supplici con 30
persone in palcoscenico^. Resterà altri due anni, a titolo gratuito. «Cerchiamo di proiettare questa awenturaancora piùavantì creando una rete
di teatri all'interno dell'Isola e magari
avanzare la proposta di un teatro stabile diffuso. Il tentativo di sminuire il
palcoscenico, di togliere ossigeno è
miope e suicida. C"è molto bisogno di
teatro. Nel la Sicilia lei ita dai roghi, alla distruzione di quanto di meglio abbiamo dobbiamo rispondere con la
cultura, l'unico veicolo di riscatto».
Lingua
prodigiosa per
una
tragedia
di ieii e
di oggi
Personalità straripante e generosa,
protagonista critico e corrosivo de!
dibattito, Ovadia si definisce «un teatrante outsìderche non ha alcun interesse perla politica dei partiti», ma un
attivista che si mobiliterà «contro il
Ttip (il trattato di libero scambio tra
Usa e Uè), per il no al referendum,
contro i muri e per la politica dell'accoglienza». «Cosa ho da fare a 70 anni? Costruire il futuro, lavorare con i
giovani, realizzare un'alleanza di generazioni come abbiamo fatto con
Mario Incudine, un giovane di givinde
talento che Ira la metà dei mìei anni, e
che considero un incontro importante di questa pane della mia vita». Proprio con lui Ovadia, ebreo sefardita
nato in Bulgaria, è al lavoro per realizzare «un grande affresco sulla Sicilia
ebraica. Sono perdutamente innamorato di quest'isola, i siciliani sono
gli unici che hanno tentato di opporsi
all'espulsione degli ebrei voluta dalla
Corona spagnola. E lo hanno Tatto con
tre suppliche meravigliose*. Il futuro
è ancora nel segno delle tragedie
classiche. «Sogniamo di mettere in
scena, a nostro modo, Le troiane e I
persiani in un teatro all'aperto come
Siracusa, ma anche a Caltanissetta. Se
non si spreca in teatro si possono fare
cose immense. Le istituzioni si mettano una mano sul cuore e pensino,
indipendentemente da Moni Ovadia.
che il teatro è un valore insostituibile
perla democrazia».
Lola Ponce: «Il successo della mia Esmeralda sarà eterno»
L'INTERVISTA.
La cantante-attrice protagonista del musical "Notre Dame de Paris", in luglio a Palermo e Agrigento
CLAUDIA FASCIA
ROMA. «Quindici stagioni di Notre Dame de
Paris... incredibile! E un successo che non so
spiegare, ma che credo sarà etemo. Quando
ho accettato di ritornare con tutto il cast originale per una nuova stagione, mi aspettavo
qualcosa di grande, ma ancora una volta il
pubblico mi ha sorpresa. È un regalo da noi a
loro, e da loro a noi». Lola Ponce si è rimessa
i panni di Esmeralda, la dolce ragazza usata
dalla penna di Victor Hugo e alla quale nel
2002 l'argentina cominciò a dare il volto e la
voce nello spettacolo musicato da Riccardo
Cocciante. Insieme a lei, per festeggiare i
quindici anni e uno show entrato di diritto
nella storia dei musical con oltre 2.5 milioni
di spettatori e circa mille repliche, c'è il cast
canto a Quasimodo, ma Lola rimane la più
amata dal pubblico, «È come se io avessi inaugurato una sorta di scuola di Esmeralde,
ma scherzi a parte mi emoziona sapere che
io sono il punto di riferimento, che sono fonte di ispirazione.
Il favore del pubblico se lo è guadagnato
anche vincendo, ne! 200S, un Festival di Sanremo, in coppia con l'amico e collega Giò Di
Tonno. «Siamo un'eterna famiglia, d unisce
un'amicizia vera e lavorare insieme è sempre come fosse la prima volta». La collaborazione tra i due, passerà anche per il prossimo
lavoro di Lola: un disco in uscita nei prossimi
mesi e nel quale ci sarà andie lo zampino di
Di Tonno. «Tutta la mia vita è fatta di musica,
non posso prescindere da questo. Ora c'è
questo nuovo progetto discografico. Tanti
originale, con Giò Di Tonno-Quasimodo.
«In questi anni io ed Esmeralda ci siamo
nutrite a vicenda: di Esmeralda ho il senso
della libertà, il non aver paura, la forza di
sostenere valori e pensieri fino alla fine. E lei
di me ha corpo, voce, anima. La nostra è una
simbiosi naturale!», racconta l'argentina che
vive a Miami e che sarà in tour per tutta l'estate in Italia con compagno, due figlie piccole (due e tre anni) e genitori al seguito.
«Non voglio tate, voglio seguire io le mie
bambine. Siamo noi genitori ad adeguarci ai
loro ritmi e non loro ai nostri. Giriamo con un
megavan da 12 posti per stare tutti insieme.
Giriamo il mondo con disciplina e organizzazione. L'amore? Il nostro segreto è essere amanti».
Dopo di lei, altre hanno preso il posto ac-
MEDIA
autori hanno scritto per me, stiamo scegliendo le canzoni».
Lola però un sogno nel cassetto ce l'ha: «Adoro da sempre Jovanotti, un personaggio
incredibile, un po'come Esmeralda fedele al
suo spirito. Beh, mi piacerebbe poter duettare con lui». Ma t progetti futuri non si fermano qui: in programma anche uno speciale
tv.
Notre Dame de Paris sarà in cartellone a
Roma, al Centrale Live del Foro Italico fino al
25 giugno, poi si sposterà a Parma, Palermo
[Teatro di Verdura dal 15 al 22 luglio, con
serata liliale il 24), Agrigento (Teatro della
Valle dei Templi dal 28 al 30 luglio), Cagliari,
Torre del Lago, Chieti, Verona, Palmanova.
Poi Genova, Acireale (Pal'Art Hotel dal 17 al
20 novembre) e Reggio Calabria.