"Il Casellante" a Spoleto Il racconto di Camilleri in musica con Moni Ovadia protagonista "Il casellante", mito in musica Moni Ovadia protagonista nel ruolo del narratore insieme con Valeria Contadino e Mario Incudine TEATRO Debutta domani al Festival di Spoleto lo spettacolo tratto dal racconto di Camilleri con la regia di Giuseppe Dipasquale. Il 29 a Caltanissetta OMBRETTA CRASSO a lingua saporita e magica di Andrea Camilleri per raccontare una orribile storia di violenza nel piccolo universo di un casello ferroviario nella Sicilia arcaica e feroce degli anni della guerra. La narra in scena un cantore di popoli, uno strepitoso interprete che sa dare voce al dolore del mondo, di ieri e dei nostri giorni, e sbeffeggiare l'arroganza del potere. Moni Ovadia è il narratore diretto dal regista Giuseppe Dipasquale in un allestimento de // casellante tratto dall'omonimo racconto di Camilleri, con in scena anche Mario Incudine e Valeria Contadino (nei ruoli di Minica e del marito, il casellante Nino), chedebutta domani al Festival di Spoleto dove replicherà domenica, mentre il 29 sarà a Caltanissetta, e nella prossima stagione in una tournée nazionale che si chiuderà nel maggio 2017 al Sistina di Roma. «Camilleri ha una scrittura prodi- L giosa, una lingua originale ericca.Nasce da una radice che è la Sicilia, ma poi viene trasfigurata, diventa lingua letteraria, opera d'arte. E' già teatrale. Mi ha emozionato misurarmi con la sua lingua, un privilegio. Ho per il siciliano una passione bruciante, è un tesoro immenso» racconta Ovadia che proprio con Incudine ha firmato una memorabile edizione de Le supplici al Teatro greco di Siracusa nel 2015 in cui rilegge la tragedia come un cunto. «Credo molto in questo teatro che lancia una proposta culturale, un teatro di radici ma proiettato nel futuro». //caseffanteèancora teatro musicale con le note originali di Incudine «Canzoni di barberia, un piccolo scrigno magico - anticipa Ovadia - e brani di toccante lirismo che si intrecciano alla narrazione costruiti ispirandosi anche alla Sicilia dei riti religiosi». La storia affonda le radici nel mondo mitologico, mescola comicità e dolore, poesia e speranza. «Ci parla della Sicilia degli anni 40 e anche dell'oggi, c'è una violenza terrificante contro una donna, Minica, uno stupro sadico, quasi un femminicidio. Ma la rinascita avviene attraverso una metamorfosi naturale. Una resurrezione: un bimbo di due mesi incolume dopo un bombardamento riporta la vita. Come avviene con i bimbi migranti che arrivano orfani sulle nostre coste e portano una vita che la violenza non può sopprimere». Ovadia si moltiplica in più ruoli: «Sono il narratore, la voce di Camilleri, e anche una mammana, donna Ciccina Pirro, descritta da Camilleri co- MEDIA me una "sittantina che aveva fatto nasciri a menzu paisi", un giudice dalla cadenza piemontese, il terribile stupratore, e ancora il barbiere e il cavaleri Ingargiola, un gerarchetto fascista che mi sono divertito a fare. Il fascismo viene ridicolizzato, fatto a pezzi da Camilleri». In scena con il tris di protagonisti ci sono anche Sergio Seminara e Giampaolo Romania e i musicisti Antonio Vasta e Antonio Putzu. «Canzoni bellissime: "Mancu na lacrima nta l'occhi di Minica, addivintò comu na petra lavica, non c'era chiantu, non c'era un lamentu, non ci fu vuci, non ci fu cchiù cantù..."» recita Ovadia al telefono. Lo spettacolo, nato dalla collaborazione tra il Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, Promo Music - Corvino Produzioni e il Centro d'Arte Contemporanea Teatro Carcano, conclude la stagione diretta da Ovadia nel teatro nisseno. «Mi fa piacere che tutto nasca nello splendore della periferia da dove io credo possa partire il riscatto del Paese. Il bilancio è positivo: 13 spettacoli e due produzioni tra cui la ripresa delle Supplici con 30 persone in palcoscenico». Resterà altri due anni, a titolo gratuito. «Cerchiamo di proiettare questa awentura ancora più avanti creando una rete di teatri all'interno dell'Isola e magari avanzare la proposta di un teatro stabile diffuso. Il tentativo di sminuire il palcoscenico, di togliere ossigeno è miope e suicida. C'è molto bisogno di teatro. Nella Sicilia ferita dai roghi, alla distruzione di quanto di meglio ab- biamo dobbiamo rispondere con la cultura, l'unico veicolo di riscatto». Personalità straripante e generosa, protagonista critico e corrosivo del dibattito, Ovadia si definisce «un teatrante outsider che non ha alcun interesse perla politica dei partiti», ma un attivista che si mobiliterà «contro il Ttip (il trattato di libero scambio tra Usa e Uè), per il no al referendum, contro i muri e per la politica dell'accoglienza». «Cosa ho da fare a 70 anni? Costruire il futuro, lavorare con i giovani, realizzare un'alleanza di generazioni come abbiamo fatto con Mario Incudine, un giovane di grande talento che ha la metà dei miei anni, e che considero un incontro importante di questa parte della mia vita». Proprio con lui Ovadia, ebreo sefardita nato in Bulgaria, è al lavoro per realizzare «un grande affresco sulla Sicilia ebraica. Sono perdutamente innamorato di quest'isola, i siciliani sono gli unici che hanno tentato d i opporsi all'espulsione degli ebrei voluta dalla Corona spagnola. E lo hanno fatto con tre suppliche meravigliose». Il futuro è ancora nel segno delle tragedie classiche. «Sogniamo di mettere in scena, a nostro modo, Le troiane e / persiani in un teatro all'aperto come Siracusa, ma anche a Caltanissetta. Se Moni Ovadia, Mario Incudine e Valeria Contadino, regia di Dipasquale MEDIA non si spreca in teatro si possono fare cose immense. Le istituzioni si mettano una mano sul cuore e pensino, indipendentemente da Moni Ovadia, che il teatro è un valore insostituibile per la democrazia». Lingua prodigiosa per una tragedia di ieri e di oggi 16.1 spettacolo "Il Casellante" a Spoleto Il racconto di Camilleri in musica con Moni Ovadia protagonista OMBRETTA CRASSO cultura, spettacoli, società, tendenze «</e personagg ALTRI FILM NELLE SALE PRIME FILM. LO SCAMBIO Poliziotti o malviventi? Le ambiguità di Salvo Cuccia MARIA LOMBARDO uce soffusa,voci sfumate, ralenti. Situazione irreale. Eppure c'è violenza, violenza vera, anche nella vi t a r l i una donna che p i a n ge "u picciriddu". confinar/a nell'appartamento vuoto, L Lo scambio p r i m o l u n g o m e t r a g g i o di finzione del p a l e r m i t a n o Salvo Cuccia d i e l'ha s c r i t t o assieme a l m a g i strato A l f o n s o Sabella, scava i n una storia d i mafia d e g l i a n n i Novanta con u n taglio psicologico abbastanza i n solito che a v v i l u p p a lo s p e t t a t o r e n e l la rete d i r a p p o r t i a p p a r e n t e m e n t e c h i a r i f r a i personaggi d i e poi subiscono un c a p o v o l g i m e n t o d i p r o s p e t t i v a . Poliziotti o m a l v i v e n t i che si t a n n o passare per p o l i z i o t t i ? Filippo Luna è il p r o t a g o n i s t a p r i n c i p a l e . Paolo B r i - Filippo Luna è il protagonista principale, Paolo Brigucjlio IMO assistente, Barbara Tabita, sua moglie. Nel cast anche Vincenzo f i r rotta guglio suo assistente. Barbara Tabita. sua m o g l i e . Nel cast anche V i n c e n z o Pirratta. Si gira a t t o r n o a una realtà che è complessa q u a n t o è complessa la m e n t e u m a n a . Sospetti e certezze, i - potesi e realtà o n i r i c a . Slamo a Palerm o m a una Palermo nascosta e sotterraiiea. La m a c c h i n a da presa i n q u a d r a il cielo fra le ci me dei palazzi e d e g l i a l beri. Cos'ha i n m e n t e il c o m m i s s a r i o ? Cos'ha i n m e n t e l'arrestato? Cosa na- scondono ia faccia d i u n bravo la ragazzo e la sua boi -sa d ' i m p i e g a t o ? Dalla p e n o m b r a si esce in brevi i s t a n t i , con flashback. V i s i o n i o n i r i c l i e e scavo psicologico r e n d o n o l'atmosfera aria densa. Non interessa il d a t o c r o n a c h i srico bensì q u e l l o p r o f o n d o . U n v e c c h i e t t o m a n g i a noccioline d a v a n t i a l la sua bottega, u n a scatola d i c e r i n i esaurita v i e n e buttata p e r t e r r a ; p a r t i colari a p p a r e n t e m e n t e i n s i g n i f i c a n t i , tasselli a p p a r e n t e m e n t e scomposti. Il personaggio p i ù Forte è q u e l l o della d o n n a p r i g i o n i e r a del passalo. Eccellente prova d i Barbara Tabita che d i m o s t r a d'avere altre frecce al suo arco o l t r e a q nelle già note. 11 film inciampa però su u n LISO esas pera to del d i a l e t t o e n o n riesce a l i b e rarsi del t u t t o d i a l c u n i s t e r e o t i p i d e l genere. TAORMINA. FESTIVAL LE TERRE DEL SOLE Il "Bolero" di Picone Stasera al Teatro antico la kermesse si apre con la grande danza. Il celebre ballerino interprete di "Carmina Burana" e dell'opera di Ravel di cui filma anche le coreografìe DANILA CIAQUIMTA o n ha bisogno d i paiole, eppure lascia senza paiole. Classica o moderna, la danza racconta, accelera, emoziona attraverso corpi e m o v i m e n t i che disegnano lo spazio, trasmettono pensieri e sensazioni, trasformano braccia in ali e r e n dono possibile ogni angolazione, p e i chi la fa e chi la guarda. Classica e m o derna è la danza dell'eroi le internazionale Giuseppe Picone che stasera al Teatro antico di Taormina, spalancherà i battenti de "Le Terre del Sole", festival ideato dal pianista siciliano Gianfranco Pappalardo Fiumara e con la direzione artistica del baritono Alberto Gazale. La rassegna prosegue doma ni e domenica con il inediiometraggio Prologo Rusticano con musiche inedite di Luis Bacalov (premio Oscar per la colonna sonora de "Il p o s t i n o l e l'opera Cavallerìa Rusticariadi Pietro Mascagni, regia d i Gazale; e il 27 giugno con Cannino Burana d i Cai I Ort'f, con al pianoforte lo sresso Pappalardo Fiumara e Roberto Carnevale. N I n t a n t o si c o m i n c i a danzando. Circondati da o c c h i e c o n a l l e s p a l l e i ] m a re e l'Etna, q u a t t o r d i c i stelle p o r t e r a n no sulla scena un'antologia d i pagine classiche e pezzi m o d e r n i . Quasi d u e ore tra /torneo e Giulietta d i Tchaikovsky e Narciso d i Debussy n o i v G g r . i i H ' d i Maria Grazia Gare-fòli], Don Chisciotte (coreografia d i M a r i u s Petipa ), Ut Syln/iirii?, la mone dei cigno ( c o r e o grafìa d i M i k l i a i l F o k i n e ) C f l n i i i n f l Bucano d i Cari Orff, per f i n i r e c o n Bolero di Ravel. Degli u l t i m i due Giuseppe Picone è anche coreografo. «Alcuni sono balletti classici s e n t i m e n t a l i che e m o z i o n a n t i pubblicoa livello i n t e r i o r e racconta Picone - a l t r i sono f u o c h i d'ai riticio. i i i i i i all'eneigi.i, d i e a c c e n d o n o la voglia d i ballare ed e s p r i m o n o la forza fisica d e l b a l l e r i n o . Come quella danza m o d e r n a d i Cùmiimi Burana e Bolero. La p r i m a è una r i v i s i t a zione in chiave b a l l e t t i s e l a d i quel classico, u n passoad uè, ladiscussione di una coppia che si conclude con un abbraccio. Nella seconda, lui si ritrova d r c o n d a t o da specchi, alla fine cede, non riesce p i ù a sostenere il c o i p o e cade p e r t e r r a . Quelle nascoste d i e t r o sono le sue a n i m e , tre d o n n e e tre u o m i n i , che d o p o vengono f u o r i m a finir a n n o per a b b a n d o n a r l o . Finché l u i discute e i n t e r a g i s c e , c o n t i n u a a b a l l a re m a fatica a percepire e a m e t t e r e i n atto quei consigli che, n e l bene e nel male, gli t r a s m e t t o n o . L'idea è nata come u n ' i l l u m i n a z i o n e . L'inaugurazione? Una responsabilità. Poi. una volta che e n t r i i n scena ti e m o z i o n i e fai d i t u t t o p e r tare e m o z i o n a r e il p u b blico». Le scarpette a p u n t a d i v e n t a n o la sua scelta di v i t a q u a n d o è ancora barn bino. Napolerano, Giuseppe Picone, grande t a l e n t o d e l la danza, o s d h a 40annj,da3faancheilcoreog!aljene aveva 9 q u a n d o è e n t r a t o nella Scuola d i ballo del Teatro San Carlo d i N a p o l i . Da allora ha danzato i n g i r o per i l m o n d o - solista dell'English National B a l l e t l d i Londra, p o i a l l ' A m e r i c a n Ballet d i N e w York - v i v e n d o , da u n p a i c o a un a l t r o , i p i ù i m p o r t a n t i ball e t t i del re pei t o n o classico, neoclassico e m o d e r n o e a n d a n d o i n scena sui palcoscenici p i ù blasonati dal San Carlo, all'Arena di Verona, all'Opera d i Roma, e ancora al M e t r o p o l i t a n d i N e w York, all'Opera d i Vienna, al C o v e i u Garden d i Londra. E' stato ospite di ev e n t i tv da Sanremo al Concerto d i Capodanno. In S i d l i a t o r n e r à presto e a T a o r m i n a «d sono già stato a l c u n i a n ni fa. Ballare a I Teatro a n t i c o è d a v v e r o e m o z i o n a n t e , magico. M a m m a mia, il posto è d i una bellezza u n i c a ! Fare i l coreografo v u o l dire creare d e i passi, inventare, ispirarti mentalmente, quasi c o m e sognare, m e n t r e da b a l l e r i n o i n t e r p r e t i ed esegui. Adesso sono alle prese c o n la creazione d i u n a c o reografia per Lo Schiaccianoci che a n drà in scena al Teatro M a s s i m o di Palermoadirembre». • KIKI E I SECRETI OEL SESSO Bizzarrie sessuali e storie d'amore. Una donna afFetta da dacrifilia che si eccita vedendo Il partner che piange, un'altra che prova piacere sfiorando soffici tessuti ed è efefilia. Un u o m o affetto da sonnofilia che ha strani desideri m e n t r e la m o g l i e d o r m e e una ragazza che soffre di arpaxofìlia e raggiunge l'orgasmo q u a n d o viene derubata. Al grido "chi non ba mai a v u t o una piccola perversione?". Paco Leon confeziona "Kikl e 1 segreti del sesso", c o m m e d i a campione d'incassi in Spagna che vuol essere un inno alla diversità. Leggero e senza t r o p p e pretese: per questo vince. Vince una sfida che poteva essere giocata sugli equivoci dell'osceno e del pruriginoso, sui d e t t a m i della spicciola pornografia camuffata da autorialità e. invece, rischia, trova la giusta misura, azzarda ma non pretende. • MOTHEH'SDAY Donne appena separate dal m a r i t i che hanno risposato la giovane di turno e danne single per scelta; d o n n e che non ci sono più e hanno lasciato figlie che devono riempire i v u o t i e donne che amano altre d o n n e , donne che cercano f i g l i e a b b a n d o n a t e e donne che aspettano figli. Donne di o g n i età. In ogni caso m a m m e . 5ono loro le assolute protagoniste del coralissimo f i l m d i Garry Marshall, "Mother's Day", che m e t t e Insieme una folla di star, prime fra t u t t e Jennifer Aniston e Kate Hudson, nonché la Julia Roberts che Marshall lanciò nell i n d i m e n t i c a t o "Pretty W o m a n " . quando nessuno sapeva chi fosse. Ora l'ex p r e t t y w o m a n è alla sua quarta volta col regista e ha p o r t a t o a casa la bellezza di 750.000 dollari al g i o r n o per i pochi giorni d i ripresa, d a t o che lei è solo una tra le m a m m e , forse la più triste. SILVIA DI PAOLA NOW YOU SEE ME 2 I MAGHI DEL CRIMINE 576.835 SIRACUSA FESTE A R C H I M E D E E Presentata ieti la quinta edizione delle Feste Archimedee da domenica 26 giugno a domenica 3 luglio a Ortlgia. E la vetsione extra-large delle feste è solo una delle grandi novità di questa edizione, e.Questa manifestazione - ha detto Cado Gilistro. direttore artistico e si •kriitifko delle Feste- l'ho immagina tu alcuni anni addietro mentre ero in una campagna toscana. Una rivoluzione che coinvolgeva i giovani, che non vogliono essere invisibili. I risultato piii importante è che adesso questa modello lo stiamo esportando ovunque rendendolo Internazionale», «Abbiamo immaginate due spazi, uno dedicato ai pili piccali e un secondo ai più grandi. Ma assolutamente da non petdeteè la città infinita un allestimento che attiva direttamente da Barcellona». A sottolineare un'altra grande novità di questa edizione è stato il direttore del progetto Edda Cancelliere. «Le Feste Archimedee accolgono il Festival della Crescita dì cui noi stessi diventiamo ambasciatori. Ma abbiamo portato le Feste a Milano, Roma, Lucca dove abbiamo raccontato chi siamo e cosa facciamo. Ho scommesso su un progetto: date vita ad un evento che punti sulla felicità, sull'accoglienza e sull'integrazione e che avesse come obiettivo II cosiddetto "mondo giovane"». Gli eventi. Nel cortile del palazzo del governo di via Roma Dante multimediale: un viaggio virtuale nella "Divina Commedia". Con Fabio Ferri, a cura di Prospero Dente e Massimo Arcangeli. E "Rinaldo e la grotta del drago". Il f i l m . Versione cinematografica di uno dei cavalli di battaglia della Compagnia dei Pupari Vaccaro Mauceri. Introduce Massimo Arcangeli. E ancora "Intersezioni. La felicità in versi, la felicità in musica", diretto da Massimo Arcangeli, con la partecipazione di rappere poeti. All'ipogeo di piazza Duomo "lo sono Luda che vede l'invisibile. La forza simbolica delle sante martiri", un progetto di Sabina Clufflni. Poi le serate conclusive quando piazza Duomo diventerà il centro delle Feste Archimedee. Venerdì 1 luglio, Il Gran Cala delle Feste Archimedee, regia di Alfredo Lo Faro. Nel corso della serata sarà assegnato il premio relativo al concorso "Racconta il tuo talento". Sabato 2 luglio ancora grandi ospiti sul palco di piazza Dumo. Premi speciali Feste Archimedee a Desirèe Rancatore. Mauro ErmannoGiovanardl, Marco Savatterl, Ernesto Marciar te. Luca Vullo. Ospiti: Grande Orchestra delle Feste archimedee. Domenico Riina & Orchestra, Pietro Adragna, sezione giovanile dell'Accademia d'arte del dramma antìco della Fondazione Inda. LO SCRITTORE CAPPELLANI INCONTRA ANTONIO PRESTI u Io sono il blu" all'Atelier sul Mare D omani alle 16sarà inaugurata la nuova stanza dell'Atelier sul Mare.il museo a l bergo d'aite contemporanea a Castel di T'usa: "IO SONO IL BLU" è u n'immersione nel colore e nell'aria, una visione che dona pace e tranquillità, u n v u o t o b l u , r i e m p i to solo dalle parole che avvolgono e accarezzano il corpo. La stanza sarà inaugurata nell'ambito de "Il Rito della Luce", lo straordinario percorso di politica della Bellezza MEDIA e della Conoscenza, che r i t o m a puntualecomeogniannoneigiorni del Solstizio d'Estate. Stavolta l'appuntamento per il via g g i o d e l l'anima verso la Piramide del 38° parallelo è fissato fino a domenica (2S giugno). D o m a n i q u i n d i , sarà i n a u g u rata la nuova stanza d e l l ' A t e l i e r sul M a r e : " l o sono il b l u " è f r u t t o della collaborazione p l u r i d e c e n nale t r a il mecenate A n t o n i o Presti e lo s c r i t t o r e Ottavio Cappel- lani e rappresenta un " f i l o b l u " tra un t e s t o - s c r i t t o i I a n n i la, i n occasione della protesta che vide Presti " c h i u d e r e s i m b o l i c a m e n t e " la "Finestra sul m a r e " d i Tano Festa - e l'oggi. «Come allora d a f t l d a m m o a l Rito, al le parole e alla condivisione come strumento di protesta e d i riconoscenza spiega Cappellani - così oggi avv e r t i a m o il desiderio d i r i n n o v a re quel m o m e n t o per parlare del presente e p r o i e t t a r c i verso il Fu- t u r o . La stanza è s i m b o l o d i r i g e nerazione e resilienza». Oltre al testo " l o sono il b l u " - affisso su una delle p a r e t i - , lo scrittore ha v o l u t o far nascere un n u o v o scritto, che i v i s i t a t o r i p o t r a n n o trovare tra le lenzuola del letto posto al c e n t r a della stanza. «11 blu, il d o r m i r e , il Niente, lo Spazio, il V u o t o . E'una stanza d e d i cata al T e m p o e a l l o Spazio, la v e do c o m e una capsula spaziale», dice Cappellani, spettacolo 1.19 Led Zeppelin assolti Non copiarono l'arpeggio in "Stairway to Heaven" btyle Los ANGELES. La storia della musica rock e quella dei Led Zeppelin non dovranno essere riscritte. Stairway to Heaven. ballata inno di un'intera generazione, non è stata copiata. À mettere la parola fineauncasocheha tenuto in ansia milioni di apassionati in ogni angolo della Terra è stara la giuria di un tribunale della California, che ha scagionato Robert Plant ejirnmy Page, frontman e chitarrista della leggendaria band, dall'accusa di plagio. Nel mirino c'era l'introduzione del brano del 1971 divenuto il più famoso dei Led Zeppelin: quel memorabile arpeggio di chitarra che apre Stairway to Heaven, che secondo l'accusa sarebbe stato "rubato" da Tbiirus, pezzo di un gruppo rock della scena losangelina della fine degli anni '60. gli Spirit. TEATRO SIRACUSA 17 contro Tebe Fenicie e Le Rane nel cartellone dell'Inda 2017 Debutta domani al Festival di Spoleto lo spettacolo tratto dal racconto di Camilleri con la regia di Giuseppe Dipasquale. H29aCaltanissetta SIRACUSA. Le tragedie I setti' coiirro Tebe di Eschilo e Le Fenicie di Euripide e la commedia Le Rane di Aristofane sono le tre opere inserite nel programma dei ciclo numero 53 dì spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa. Ad annunciare ì tìtoli della stagione 2017, scelti dall'Inda insieme alla commissione di esperti formata da Massimo Bray, Roberto Andò e Lucano Canfora, è stato il commissario straordinario Pier Francesco Plnelli assieme alle maestranze dell'Inda, ieri sera pochi minuti prima del debutto di Fedra di Seneca, l'opera latina affidata alla regìa dì Carlo Ceicìeilo. OMBRETTA CRASSO a lingua saporita e magica di Andrea Camilleri per raccontare una orribile storia di violenza nel piccolo universo di un casel lo ferroviario nella Sicilia arcaica e feroce degli anni della guerra. La narra inscena un cantore di popoli, uno strepitoso interprete che sa dare voce al dolore del mondo, di ieri e dei nostri giorni, e sbeft'eggiare l'arroganza del potete. Moni Ovadia è il narratore diretto dal regista Giuseppe Dipasquale in un ailesti mento de ilcnsellante tratto dall'omonimn racconto di Camilleri. con in scena anche Mario Incudine e Valeria Contadino (nei ruoli di Mimica e del marito, il casellante Nino ),chedebutta domani al Festival di Spoleto dove replichete domenica, mentre il 29 sarà a Caltanissetta. e nella prossima stagione in una tournée nazionale che si chiuderà nel maggio 2017 al Sistina di Roma. L «Camilleri ha una scrittura prodigiosa, una lìngua originale e ricca. Nasce da una radice che è la Sicilia, ma poi viene trasfigurata, diventa lingua letteraria, opera d'arte. E' già teatrale. Mi ha emozionato misurarmi con la sua lingua, un privilegio. Ko per il sidliano una passione bruciante, è un tesoro immenso» racconta Ovadia che proprio con Incudine ha firmato una memorabile edizione de Le supplici al Teatro greco dì Siracusa nel 2015 in cui rilegge la tragedia come un cunto. «Credo molto in questo teatro che lancia una proposta culturale, un teatro di radici ma proiettato nel futura». Il casellante è ancora teatro musicale con le note originali di Incudine «Canzoni di barberia, un piccoloscrigno magico-anticipa Ovadia-e brani di toccante lirismo che si intrecciano alla narrazione costruiti ispirandosi anche alla Sicilia dei riti religiosi». La storia affonda le radici nel mondo mitologico, mescola comidtà e dolore, poesia e speranza. «Ci parla della Sicilia degli anni 40 e anche dell'oggi, c'è una violenza terrificante contro una donna, Minica, uno stupro sadico, quasi un femminicidio. Ma ia rinascita avviene attraverso una metamorfosi naturale. Una resurrezione: un bimbo di due mesi incolume dopo un bombardamento riporta la vita. Come avviene con ì bimbi migranti che «Saranno Le Rane, a distanza di 15 anni dall'allestimento del 2002 affidato a Luca Ronconi - ha detto Pìnelli - il fulcro del dclo di spettacoli del prossimo anno». "Il casellante", mito in musica Moni Ovadia protagonista nel ruolo del narratore insieme con Valeria Contadino e Mario Incudine Mori Ovadia, Mario Incudine e Valeria Contadino, regia di Di pasqua le arrivano orfani sulle nostre coste e portano una vita che la violenza non può sopprimere». Ovadia si moltìplica in più ruoli: «Sono il narratore, la voce di Camilleri, e anche una mammana, donna Ciccina Pirro, descritta da Camilleri come una "sittantina che àvev^ latto nascili a menzu paisi", un giudice dalla cadenza piemontese, il terribile stupratore, e ancora il barbiere e il cavaleri Ingargiola, un gerarchetto fascista che mi sono divertito a fare. Il fascismo viene ridicolizzato, latto a pezzi da Camilleri». In scena con il tris di protagonisti ci sono anche Sergio Seminara e Giampaolo Romania e i musiristi Antonio Vasta e Antonio Putzu. «Canzoni bellissime: "Mancu na lacrima nta l'occhi di Minica, addivintò comu na petra lavica, non c'era chiantu, non c'era un lamentìi, non ci fu vuci, non ci fu ccliiù cantù..."!' recita Ovadia al telefono. Lo spettacolo, nato dalla collaborazione tra ilTeatroRegina Margherita di Caltanissetta. Promo Music - Corvino Produzioni e il Centro d'Arte Conte mpora nea Ten tro Carca no, conclude la stagione diretta da Ovadia nel teatro nisseno. «Mi fa piacere che tutto nasca nello splendore della periferia da dove io credo possa partirei! riscatto del Paese. Il bilancio è positivo: 13 spettacoli e due produzioni tra cui la ripresa delle Supplici con 30 persone in palcoscenico^. Resterà altri due anni, a titolo gratuito. «Cerchiamo di proiettare questa awenturaancora piùavantì creando una rete di teatri all'interno dell'Isola e magari avanzare la proposta di un teatro stabile diffuso. Il tentativo di sminuire il palcoscenico, di togliere ossigeno è miope e suicida. C"è molto bisogno di teatro. Nel la Sicilia lei ita dai roghi, alla distruzione di quanto di meglio abbiamo dobbiamo rispondere con la cultura, l'unico veicolo di riscatto». Lingua prodigiosa per una tragedia di ieii e di oggi Personalità straripante e generosa, protagonista critico e corrosivo de! dibattito, Ovadia si definisce «un teatrante outsìderche non ha alcun interesse perla politica dei partiti», ma un attivista che si mobiliterà «contro il Ttip (il trattato di libero scambio tra Usa e Uè), per il no al referendum, contro i muri e per la politica dell'accoglienza». «Cosa ho da fare a 70 anni? Costruire il futuro, lavorare con i giovani, realizzare un'alleanza di generazioni come abbiamo fatto con Mario Incudine, un giovane di givinde talento che Ira la metà dei mìei anni, e che considero un incontro importante di questa pane della mia vita». Proprio con lui Ovadia, ebreo sefardita nato in Bulgaria, è al lavoro per realizzare «un grande affresco sulla Sicilia ebraica. Sono perdutamente innamorato di quest'isola, i siciliani sono gli unici che hanno tentato di opporsi all'espulsione degli ebrei voluta dalla Corona spagnola. E lo hanno Tatto con tre suppliche meravigliose*. Il futuro è ancora nel segno delle tragedie classiche. «Sogniamo di mettere in scena, a nostro modo, Le troiane e I persiani in un teatro all'aperto come Siracusa, ma anche a Caltanissetta. Se non si spreca in teatro si possono fare cose immense. Le istituzioni si mettano una mano sul cuore e pensino, indipendentemente da Moni Ovadia. che il teatro è un valore insostituibile perla democrazia». Lola Ponce: «Il successo della mia Esmeralda sarà eterno» L'INTERVISTA. La cantante-attrice protagonista del musical "Notre Dame de Paris", in luglio a Palermo e Agrigento CLAUDIA FASCIA ROMA. «Quindici stagioni di Notre Dame de Paris... incredibile! E un successo che non so spiegare, ma che credo sarà etemo. Quando ho accettato di ritornare con tutto il cast originale per una nuova stagione, mi aspettavo qualcosa di grande, ma ancora una volta il pubblico mi ha sorpresa. È un regalo da noi a loro, e da loro a noi». Lola Ponce si è rimessa i panni di Esmeralda, la dolce ragazza usata dalla penna di Victor Hugo e alla quale nel 2002 l'argentina cominciò a dare il volto e la voce nello spettacolo musicato da Riccardo Cocciante. Insieme a lei, per festeggiare i quindici anni e uno show entrato di diritto nella storia dei musical con oltre 2.5 milioni di spettatori e circa mille repliche, c'è il cast canto a Quasimodo, ma Lola rimane la più amata dal pubblico, «È come se io avessi inaugurato una sorta di scuola di Esmeralde, ma scherzi a parte mi emoziona sapere che io sono il punto di riferimento, che sono fonte di ispirazione. Il favore del pubblico se lo è guadagnato anche vincendo, ne! 200S, un Festival di Sanremo, in coppia con l'amico e collega Giò Di Tonno. «Siamo un'eterna famiglia, d unisce un'amicizia vera e lavorare insieme è sempre come fosse la prima volta». La collaborazione tra i due, passerà anche per il prossimo lavoro di Lola: un disco in uscita nei prossimi mesi e nel quale ci sarà andie lo zampino di Di Tonno. «Tutta la mia vita è fatta di musica, non posso prescindere da questo. Ora c'è questo nuovo progetto discografico. Tanti originale, con Giò Di Tonno-Quasimodo. «In questi anni io ed Esmeralda ci siamo nutrite a vicenda: di Esmeralda ho il senso della libertà, il non aver paura, la forza di sostenere valori e pensieri fino alla fine. E lei di me ha corpo, voce, anima. La nostra è una simbiosi naturale!», racconta l'argentina che vive a Miami e che sarà in tour per tutta l'estate in Italia con compagno, due figlie piccole (due e tre anni) e genitori al seguito. «Non voglio tate, voglio seguire io le mie bambine. Siamo noi genitori ad adeguarci ai loro ritmi e non loro ai nostri. Giriamo con un megavan da 12 posti per stare tutti insieme. Giriamo il mondo con disciplina e organizzazione. L'amore? Il nostro segreto è essere amanti». Dopo di lei, altre hanno preso il posto ac- MEDIA autori hanno scritto per me, stiamo scegliendo le canzoni». Lola però un sogno nel cassetto ce l'ha: «Adoro da sempre Jovanotti, un personaggio incredibile, un po'come Esmeralda fedele al suo spirito. Beh, mi piacerebbe poter duettare con lui». Ma t progetti futuri non si fermano qui: in programma anche uno speciale tv. Notre Dame de Paris sarà in cartellone a Roma, al Centrale Live del Foro Italico fino al 25 giugno, poi si sposterà a Parma, Palermo [Teatro di Verdura dal 15 al 22 luglio, con serata liliale il 24), Agrigento (Teatro della Valle dei Templi dal 28 al 30 luglio), Cagliari, Torre del Lago, Chieti, Verona, Palmanova. Poi Genova, Acireale (Pal'Art Hotel dal 17 al 20 novembre) e Reggio Calabria.