EPATITI E ALTRE MALATTIE DEL FEGATO Dal documento dell'ASL, datato 22 febbraio 2010, richiesto dal nostro Comune per vagliare la mortalità tumorale a Casnigo risulta che, fra il 1999 e il 2007, per i tumori maligni del fegato rispetto alla media provinciale, si registra un eccesso di mortalità nei maschi del 123% e nelle femmine del 10%. Sintesi dell'incontro tenuto da Dr. Sergio Lazzaroni primario del reparto di Medicina Generale dell'Ospedale di Piario al Comitato Casnigo Salute e Territorio in data 31 maggio 2010 Epatite…una definizione L’epatite, come qualunque malattia che termina con la desinenza ite, è una forma di infiammazione, in particolare una infiammazione che interessa il fegato. Le epatiti possono essere di due tipi: • • NON VIRALI o Da alcool o Da fegato grasso (steatosi) o Da cibo (es. Funghi), farmaci, preparati di erboristeria... VIRALI (cioè causate da un virus) o Da virus minori: cioè causate da virus che provocano altre malattie e secondariamente colpiscono anche il fegato ( es. Virus della parotite, mononucleosi, Cytomegalovirus, Herpes). Guariscono sempre spontaneamente e non diventano mai croniche. o Da virus maggiori: cioè causate da virus che attaccano in modo specifico il fegato; sono classificati secondo le lettere dell’alfabeto: A, B , C, D (si legga Delta), E. ♣ Le più comuni da noi sono la A, B e C (la E è tipica dell’ India, sud-est asiatico). ♣ Il virus D è un virus difettivo, ovvero non è capace di stabilire un’infezione autonoma e richiede la contemporanea presenza del virus B, rispetto al quale poi diventa dominante. ♣ Il virus B è un virus a DNA (cioè ha un patrimonio genetico simile ad una altra cellula dell’organismo), è quindi più complesso ( tutti gli altri virus epatitici sono a RNA). Questa caratteristica gli permette di rimanere per sempre nella cellula del fegato, anche dopo la guarigione dell’ epatite. Tutte queste epatiti, ad eccezione dell’ epatite A, sono importanti per il rischio di cronicizzare cioè di non guarire spontaneamente trasformando il soggetto in un malato cronico. Per tale ragione nel mondo esistono almeno 500 milioni di colpite da questi virus. Vie di trasmissione Le epatiti si dividono in due gruppi in base alla loro modalità di trasmissione: • Trasmissione oro-fecale (per le epatiti A ed E) • Trasmissione parenterale (per le epatiti B, C e D): - tramite sangue e derivati - da madre a figlio - trasmissione sessuale Trasmissione oro-fecale La contaminazione del virus avviene tramite la via digestiva; si trasmette cioè con l’ingestione di acqua od alimenti contaminati dalle feci di soggetti malati. Per tale motivo l’epatite A è diffusa nei Paesi in via di sviluppo o in zone in cui si consumano frutti di mare provenienti da acque contaminate (una cozza filtra circa 200 litri di acqua al giorno e quindi alta è la possibilità di contaminazione se consumata cruda). Altre cause che favoriscono la diffusione del virus A sono le scadenti condizioni igienico-ambientali specialmente nella preparazione degli alimenti. Trasmissione parenterale: > tramite il sangue: la trasmissione del virus avviene attraverso il sangue e i suoi derivati. E’ tipica delle epatiti B, C e D, oltre che di altre infezioni come l’ AIDS. E’ stata favorita dalla aumentata medicalizzazione. Il virus B è stato scoperto nel 1965, mentre il virus C solo negli anni novanta e per questo ha avuto in passato una maggiore diffusione in quanto non riconosciuto. La trasmissione tramite il sangue è legata anche ad alcuni fenomeni sociali diffusi negli ultimi anni come la tossicodipendenza (scambio di siringhe), i piercing (strumenti non sterili) e alcune pratiche del passato come l’ impiego di siringhe riutilizzabili con semplice bollitura, le vaccinazioni di massa. Il virus B è un virus molto più resistente del virus C, quindi è anche maggiore la sua probabilità di trasmissione. La trasmissione all’ interno di un nucleo familiare può avvenire con l’ uso promiscuo di strumenti che possono contaminarsi di sangue come gli spazzolini da denti, i tagliaunghie, le lamette da barba, gli strumenti della manicure. Bisogna perciò sempre evitare lo scambio di questi oggetti, che devono rimanere strettamente personali. Il sangue infetto non penetra invece sulla cute integra. La saliva non è causa di contagio, quindi non vi è trasmissione coi baci o con lo scambio di stoviglie. > materno-infantile: la malattia viene trasmessa dalla madre al bambino durante la gravidanza, all’atto del parto. La B è facilmente trasmissibile con questa modalità e questo spiega la grande diffusione tra i bambini in alcuni paesi africani, mentre il virus C difficilmente si trasmette al bambino sia col parto che con l’ allattamento (solo pochissimi casi in cui il virus C era associato anche all’HIV). Da anni i bambini nati da madri che hanno il virus B vengono per prevenzione vaccinati alla nascita. > sessuale: la trasmissione avviene tramite atti sessuali. Il rischio per il virus C è basso mentre per il virus B è molto più alto, circa cinquanta volte di più. Per il virus B la via sessuale è la via di trasmissione oggi più frequente nel nostro Paese. Sintomatologia L’epatite nella fas e ac uta è molto s pes s o ASINTO MATICA (nes s un s intomo) oppure pres enta s intomi molto generic i (s tanc hez z a, inappetenz a, naus ea), c omuni a molte altre malattie c ome l’influenz a, e c he quindi non c ons entono di ric onos c erla. Il s intomo più s pec ific o, quando pres ente, è l’ittero, c ioè un c olorito giallo della pelle od almeno della parte bianc a dell’oc c hio, c he quindi as s ume un c olore giallognolo. Ciò c he inv ec e c i può aiutare in ambito diagnos tic o, perc hé s empre alterate, s ono le trans aminas i ( AST, ALT ) c he pos s ono es s ere v alutate tramite un s emplic e preliev o di s angue. L’epatite in fas e ac uta raramente è grav e, s e non quando v i s ia c ompres enz a di due v irus (A e C, B e C, B e D). Evolutività La progres s ione di malattia non è s c ontata. Q ues to v uol dire c he l’ev oluz ione dell’epatite c ronic a in c irros i e s uc c es s iv amente in tumore del fegato non s i v erific a s empre, ma s oltanto in alc uni s oggetti. Per l’ epatite C c irc a il 60% - 70% delle pers one c he c ontraggono il v irus ( infez ione ac uta ) s v iluppano una epatite c ronic a e di ques ti s oltanto il 20% pres enteranno una s uc c es s iv a ev oluz ione in c irros i, nell’ arc o di un lungo periodo, 20-30 anni, ridotto quando l’ infez ione v iene c ontratta in età av anz ata. Per la B la probabilità di c ronic iz z are dipende fortemente dall’età: s e l’ infez ione s i v erific a in età adulta il ris c hio di c ronic iz z az ione è inferiore al 5%, s e inv ec e l’ infez ione av v iene in età infantile o neonatale il ris c hio s upera il 90%. Anc he la c irros i una v olta ins taurata ha un lungo dec ors o, mediamente 10-20 anni, s e mantenuta s otto c ontrollo per prev enire e ric erc are le c omplic anz e. Diagnosi e quantificazione della malattia Il v irus infetta le c ellule del fegato. Il nos tro s is tema immunitario può tollerare anc he a lungo l’infez ione s enz a c ombatterla, poi per motiv i s c atenanti non s empre c hiari ( per il v irus B l’ av anz are dell’ età ) l’organis mo attac c a le c ellule infettate e le dis trugge ins ieme al v irus in es s e c ontenuto. Q ues to porta ad un danno del fegato, c he s i traduc e in un aumento delle trans aminas i nel s angue (c he quindi s ono l’ indic atore di s offerenz a epatic a). Nell’ epatite c ronic a da v irus C le trans aminas i s ono s olitamente s olo modes tamente elev ate, c on pos s ibilità di improv v is i rialz i, ma anc he c on lunghi periodi di normaliz z az ione, e pos s ono anc he es s ere s empre normali. In ques ti paz ienti la malattia puo’ s fuggire alla diagnos i s e non v engono s pec ific atamente ric erc ati nel s angue gli antic orpi c ontro il v irus od il v irus s tes s o. Ciononos tante in ques ti s oggetti la malattia e quindi il ris c hio di tras mis s ione e di danno al fegato s us s is tono. In pratic a c ioè non es is te per il v irus C lo s tato di portatore s ano. Anc he nell’ epatite c r onic a da v ir us B le tr ans aminas i pos s ono es s er e ris c ontrate normali, ma nel s oggetto malato s i v erific a almeno un innalz amento delle trans aminas i nel c ors o di un anno. Perc iò, s ottoponendos i a c ontrollo delle trans aminas i ad interv alli regolari di 2-3 mes i per un arc o di 12-18 mes i, il s oggetto Hbs Ag pos itiv o potrà es s ere definito un portatore malato s e pres enterà almeno un epis odio di rialz o delle trans aminas i od al c ontrario un portatore s ano ( inattiv o ) s e non lo pres enterà mai. Diagnosi Nel s os petto di infez ione s i es egue iniz ialmente per il v irus C la ric erc a nel s angue del s uo s pec ific o antic orpo ( HCV Ab ), mentre per il v irus B s i ric erc a l’ Hbs Ag, c omponente del v irus B. In c as o di pos itiv ità s i pas s a alla ric erc a diretta del v irus , dos ando l’ HCV RNA per il v irus C e l’ HBV DNA per il v irus B. Soltanto la pos itiv ità del v irus depone per pres enz a di malattia e di ris c hio di tras mis s ione del v irus . Per ques to l’ AVIS in oc c as ione delle donaz ioni effettua s empre la ric erc a di entrambi i v irus . Per dimos trare la pres enz a del v irus D s i effettua la ric erc a degli antic orpi s pec ific i dis ponibile la ric erc a diretta del v irus . ( Antidelta IgM ), non es s endo Quantificazione della malattia La quantific az ione della malattia av v iene tramite: a. Biopsia: in anes tes ia loc ale s i es trae c on un ago s pec iale un pic c olis s imo frammento di fegato c he v iene inv iato allo s tudio in Anatomia Patologic a b. Fibroscan: c on una s onda s pec iale ec ografic a s i mis ura l’elas tic ità del fegato, c he ris ulta c ompromes s a in maniera proporz ionale al grado di malattia. Q ues ta tec nic a, di rec ente introduz ione e c he non ric hiede puntura, non ha la s tes s a prec is ione della biops ia ( c he quindi non v iene c ompletamente s os tituita ) e in alc uni c as i non fornis c e datti c orretti, per es . s e il paz iente ha molto gras s o nel fegato o in c as o di epatite B, dov e quindi s i dev e anc ora es eguire la biops ia. c. Ecografia: es ame molto s emplic e per v alutare le alteraz ioni s trutturali del fegato ed ev entuali c omplic az ioni c he pos s ono ins orgere lungo il dec ors o della malattia. Non ha la s tes s a prec is ione della biops ia, ma la diagnos i di c irros i è fac ile c on l’ ec ografia s enz a ric orrere alla biops ia. Terapia Epatite C Il v irus C c ronic iz z a più fac ilmente del B, ma al momento attuale v i s ono più probabilità di ottenere una guarigione definitiv a dell’ epatite c ronic a da HCV. Il fattore princ ipale di ris pos ta è il G enotipo (ne s ono s tati indiv iduati 6): il più res pons iv o è il 2 ( guaris c e nell’ 80% dei c as i c on c ic lo di 6 mes i), mentre quello più diffic ile da trattare è il genotipo 1 (probabilità di guarigione del 40% c on terapia di 12 mes i). La terapia è una c ombinaz ione di INTERFERO NE, c he v iene s omminis trato in dos e s ettimanale s ottoc ute, e di RIBAVIRINA, farmac o c he c ons ente di ev itare le rec idiv e, s omminis trata in c ompres s e tutti i giorni. Il trapianto di fegato rimane l’ ultima terapia pos s ibile in c as o di malattia molto av anz ata e c omplic ata, ma nell’ epatite C s i v erific a s empre una ric aduta della infez ione da parte del v irus . Epatite B La probabilità di guarigione definitiv a dell’ epatite B è molto bas s a (c irc a il 15-20%). Come per l’ Epatite C, s i impiega l’ Interferone, da s olo e per un periodo lungo, da 1 a 2 anni. In alternativ a s i utiliz z ano dei Farmac i antiv irali ( terapia mutuata dall’es perienz a nel trattamento dei paz ienti infetti da HIV) c he non eliminano il v irus , ma lo tengono s otto c ontrollo, impedendogli di moltiplic ars i. Non es s endo una terapia definitiv a, ques ti farmac i dev ono es s ere s omminis trati per tutta la v ita, ric hiedendo ripetuti e frequenti c ontrolli per v erific are la c ompars a di effetti c ollaterali e l’ ins orgenz a di res is tenz a del v irus al farmac o, ev ento c he c os tringe alla s os tituz ione c on un altro antiv irale attiv o. O ttimi ris ultati s i raggiungono c ol trapianto in quanto per l’ epatite B, c ome anc he per la D, v i è la c onc reta pos s ibilità di prev enire la reinfez ione del fegato nuov o da parte dei v irus . Epatite D Non es is te una terapia farmac ologic a effic ac e. Si tratta in genere nello s tes s o modo del v irus B (es s endo un v irus c he ha bis ogno del B per s v iluppars i). Nelle fas i av anz ate di malattia s i ric orre al trapianto di fegato. Malattie verso le quali può evolvere lʼepatite cronica Cirrosi Epatica L’ Epatite c ronic a nel tempo può ev olv ere v ers o una c irros i, c ioè un grado av anz ato di alteraz ione del fegato c he ris ulta tras formato in noduli fibrotic i più o meno grandi. Q ues ta fas e della malattia dura v ari anni, ma c omporta dei ris c hi e delle c omplic az ioni, c he v anno opportunamente ric erc ate, trattate e prev enute. Le princ ipali s ono: -scompenso ascitico: formaz ione di liquido nell’ addome ed edemi ( gonfiori ) alle gambe. La ter apia c ons is te nell’ impiego di diur etic i, albumina ed ev entualmente parac entes i ( s v uotamento c on ago del liquido direttamente dall’ addome: il pr imo paz iente a s per imentar e ques ta tec nic a fu il mus ic is ta Beethov en ) -encefalopatia porto-sistemica: ac c umulo nel c erv ello di s os tanz e tos s ic he c he il fegato non è più in grado di eliminare dall’ organis mo. Il paz iente s i pres enta agitato o rallentato fino al c oma. La terapia può es s ere es eguita a domic ilio, ma s pes s o il paz iente dev e es s ere ric ov erato fino al ris v eglio dal c oma. -rottura di varici esofagee o gastriche: s i manifes ta c on v omito s c uro ( tipo fondo di c affè) e c on melena ( emis s ione di fec i nere c ome la pec e ). In ques to c as o il paz iente dev e es s ere urgentemente ac c ompagnato al Pronto Soc c ors o più v ic ino perc hé dev e es s ere s ubito s ottopos to a G as tros c opia per riparaz ione della v aric e rotta e per le tras fus ioni. Q ues ta c omplic az ione dev e es s ere poi s pec ific atamente prev enuta. Epatocarcinoma ( in s igla HCC ) Tumore s pec ific o del fegato c aus ato dall’ infez ione c ronic a del fegato e dal v irus ( s oprattuto il v irus B ). La probabilità di ins orgenz a di ques to tumore è proporz ionale alla s oprav v iv enz a del s oggetto c irrotic o, nel s ens o c he più dura la c irros i e più fac ilmente ins orge il tumore. Anc he i s oggetti c on Epatite C guariti c olla terapia mantengono un liev e ris c hio di s v iluppare s uc c es s iv amente il tumore, s e la malattia è durata a lungo e s e la terapia è s tata effettuata in età av anz ata. I paz ienti in terapia antiv irale per l’ epatite B hanno ris c hio per il tumore quas i c ome quelli non trattati. Q ues to tumore però s i s v iluppa lentamente, tranne in rari c as i, e rimane a lungo dentro il fegato, c ioè non dà metas tas i. Ciò c i c ons ente di diagnos tic arlo prec oc emente e quindi di c urarlo, c on s oprav v iv enz a anc he oltre diec i anni dal primo ris c ontro. L’ es ame fondamentale per tenere s otto c ontrollo ques to ris c hio è l’ ec ografia del fegato, c he il paz iente c irrotic o dev e as s olutamente es eguire ogni s ei mes i. In ques to modo il tumore potrà es s ere s c operto pic c olo e quindi fac ilmente c urato. Per i s oggetti c on epatite c ronic a di lunga data, ma non c irrotic i, e per quelli guariti in età av anz ata è s uffic iente c he l’ ec ografia v enga es eguita annualmente. Infine merita attenz ione una c ondiz ione c hiamata Steatosi epatica. Si c aratteriz z a per la pres enz a di goc c iole di gras s o all’ interno del fegato, c he può es s ere danneggiato in maniera molto s imile a quanto prov oc ato dai v irus dell’ epatite. In ques to c as o s i parla di s teatoepatite, c ioè un’ epatite c aus ata da ac c umulo di gras s o. E’ quindi una forma di epatite c ronic a, c he ha il ris c hio di ev olv ere in c irros i e di prov oc are il tumore del fegato. Si trov a nei s oggetti obes i, diabetic i ed in quelli c he es eguono s c ars o mov imento. Non es is te una terapia v eramente effic ac e, tranne ov v iamente la c ura del diabete. E’ molto importante c he il paz iente mantenga uno s tile di v ita c orretto, riduc endo la dieta ed il pes o e s v olgendo regolare attiv ità fis ic a.