OSPEDALI/CENTRO STUDI FEGATO
Terapie e ricerche
contro le malattie epatiche
Per qualcuno inizia all’improvviso, con sintomi che ricordano quelli
dell’influenza. In altri casi compare gradualmente, in un lungo periodo di
tempo. Ad accompagnare l’epatite, infiammazione del fegato provocata virus,
è però sempre una costellazione di sintomi che includono in modo variabile
stanchezza, febbricola, mal di testa, mal di gola, perdita di appetito, nausea,
vomito, dolore sotto il costato destro, vertigini o problemi alla vista. Si tratta di
una problematica che riguarda ormai una quota significativa della
popolazione. L’epatite B, contro cui dal ’91 è diventata obbligatoria la
vaccinazione, è tornata a farsi rivedere in Occidente tramite i flussi migratori.
L’epatite C colpisce invece quasi tre persone cento, anche se sono moltissimi
i portatori sani che non hanno alcun sintomo.
Proprio la definizione di linee guida per la diagnosi e la terapia di queste
complesse patologie, originate da virus diversi e sempre più diffuse tra la
popolazione, è uno dei temi al centro dell’impegno del Centro clinico per gli
studi sul fegato (Ccsf) primo esempio a livello nazionale di una struttura
capace di unire, in campo epatologico, la ricerca clinica e la cura dei pazienti
alla ricerca di base che venerdì 28 presenterà il bilancio delle sue attività in
un incontro che si aprirà dalle 10 nell’aula magna di Cattinara.
“Siamo tra le poche realtà italiane che, per questa patologia, dispongono di
protocolli basati sull’evidenza scientifica – spiega Claudio Tiribelli, direttore
del Csf – Attraverso questo lavoro, in costante aggiornamento, si riescono a
ottimizzare la diagnosi e la cura garantendo ai malati i farmaci più adeguati
ed efficaci razionalizzando la spesa. Si tratta di terapie molto lunghe che
hanno effetti collaterali seri che vanno dunque gestiti a livello di specialisti”.
Composto da una sezione clinica, sita all’ospedale di Cattinara, dove si
svolgono le attività di diagnosi, di cura e la ricerca clinica e da una sezione di
ricerca in Area science park, il Csf – che nel 2009 ha effettuato oltre 5 mila
500 prestazioni con 22 pazienti su cento provenienti da fuori Trieste e fuori
regione – è impegnato, sul versante diagnostico e terapeutico, anche nella
preparazione per il trapianto per il trattamento delle malattie di fegato. E alla
ricerca sulle malattie epatiche (tra cui la steatosi dismetabolica, le patologie
croniche, la cirrosi biliare primitiva, il tumore maligno del fegato) si abbina
un’intensa attività di formazione, che vede la partecipazione di studiosi da
altre regioni e paesi. Nato nel 2005 il Csf, che lavora in stretta connessione
con la Fondazione italiana per il fegato Onlus cui partecipano Ospedali riuniti
di Trieste, Regione Fvg, Area science park, Centro medicina biomolecolare,
Fondazione CrTrieste e altre realtà.