IL CONFLITTO ISRAELOPALESTINESE 1882 - 2010 Territorio del Regno di Israele delineatosi attorno al 1030 a.C. (Regno di salomone). In questo periodo il territorio ebraico comprendeva gli stati attuali di Siria, Libano, Giordania, Cisgiordania, Stato della Palestina, Stato d’Israele. La Palestina Ottomana nel 1800 Ò Ò Alla fine dell'Ottocento non esistevano né lo Stato di Israele (fondato nel 1948) né lo Stato di Palestina (i cui confini e giurisdizione sono tuttora incerti). L'area denominata Palestina faceva parte dall'Impero ottomano ed era divisa tra due diversi distretti amministrativi della Siria: il Vilayet di Beirut e il Sangiaccato di Gerusalemme. Ò Ò La popolazione palestinese ammontava a circa 600 mila persone, di cui 4/5 musulmani di fede sunnita e un 1/5 composto da cristiani di varie denominazioni (+50.000) e da ebrei (-50.000). L'economia era principalmente agricola e le terre appartenevano a grandi proprietari dell'élite palestinese, siro-libanese ed egiziana. Inizio dell'immigrazione ebraica in Palestina Ò Ò Ò Ò La maggioranza degli Ebrei del mondo alla fine dell’800 vive nell'Impero russo e in Europa orientale. Sotto Alessandro II, conosciuto come lo zar liberatore per l'abolizione nel 1861 della schiavitù in Russia, fu vietato agli di assumere servitori cristiani, possedere terreni e di spostarsi liberamente nel territorio dell'Impero. Dopo che gli ebrei furono ingiustamente accusati dell'assassinio di Alessandro II (1881), l'Ucraina fu interessata da una grande ondata di pogrom antisemiti. Nel 1886 fu emanato un Editto di espulsione contro gli ebrei di Kiev. Molti ebrei furono espulsi anche da Mosca nel 1891 Gli Ebrei russi iniziano allora una grande migrazione verso gli Stati Uniti (1 milione) e la Palestina (10.000), dove fondano la prima colonia agricola nel 1882. Le produzioni agricole negli insediamenti ebraici: i vini del Carmelo dal 1897 La nascita del Sionismo (1896-1914) Ò Ò Ò La nascita del sionismo (il nazionalismo ebraico) è da collegare alla figura di Theodor Herzl giornalista viennese ebreo. Sconvolto dall'antisemitismo in Europa (è a Parigi nel pieno del “caso Dreyfus”, un capitano ebreo francoalsaziano accusato, a torto, di alto tradimento) H. si convince che Ebrei per emanciparsi devono costituire uno stato proprio fuori d’Europa. Nel 1896 argomenta questa tesi in Der Judenstaat (Lo stato ebraico) e nel 1897 organizza a Basilea il I Congresso sionista, dove fu fondata l’Organizzazione sionista mondiale col compito d’istituire: “una casa in Palestina per il popolo ebreo garantita dal diritto pubblico legge”. FASE 2: LE ORIGINI DEL CONFLITTO 1914 - 1920 La Prima Guerra Mondiale e la Palestina: Britannici, Arabi e Ottomani Ò Ò Ò Nel 1914 l’impero ottomano in occasione della prima guerra mondiale entra in guerra a fianco della Germania. Ciò spinse l'Inghilterra a cercare un'alleanza con gli Arabi contro gli Ottomani. McMahon, Alto Commissario britannico al Cairo, cominciò nel 1915 a trattare con lo sceicco della Mecca, Hussein, promettendogli un futuro regno indipendente arabo (comprendente la Palestina) in cambio dell'appoggio contro gli Ottomani. Nel giugno 1916 gli Arabi di Hussein si rivoltano contro gli Ottomani e, con l’aiuto inglese (Lawrence“ d’Arabia” I), marciano a Nord verso la Siria. Ò Ò Nel 1916 Francia e Gran Bretagna, prima ancora della fine della Prima Guerra Mondiale, firmavano l’accordo segreto Sykes-Picot per spartirsi le province ottomane in caso di vittoria. Secondo l’accordo la Palestina sarebbe stata sotto il controllo internazionale congiunto di Gran Bretagna, Francia e Russia. Ò Ò Ò Presto l'Inghilterra ebbe bisogno anche del movimento sionista il cui capo, Chaim Weizmann, promise al ministro degli Esteri britannico Arthur Balfour l’appoggio degli ebrei americani in occasione dell’entrata in guerra degli Usa. In cambio Weizmann, ebbe l’impegno inglese per “la costituzione di un focolare nazionale per il popolo ebraico in Palestina” espresso nella Dichiarazione Balfour del 1917. A quest’epoca gli ebrei in Palestina sono l’8% e possiedono il 3% delle terre . La Dichiarazione di Balfour “Il Governo di Sua Maestà vede con favore lo stabilirsi in Palestina di una sede nazionale per il popolo ebraico [a national home for the Jewish people], e userà i suoi migliori sforzi per facilitare il raggiungimento di questo fine, essendo chiaramente inteso che nulla sarà fatto che possa pregiudicare i diritti civili e relgiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina o i diritti e lo statuto politico goduti dagli Ebrei in ogni altro paese.” 2 novembre 1917. (La GB inizia la conquista della P. nel marzo 1917 e la completa nell’ottobre 1918). Il Mandato inglese in Palestina dal 1920 Ò Ò Ò Ò La conferenza di Sanremo, riunì i rappresentanti delle quattro nazioni vincitrici della prima guerra mondiale (Gran Bretagna, Francia, Giappone, Italia). Nella riunione si determinarono i mandati che queste nazioni avrebbero assunto nei confronti dei territori derivanti dalla spartizione dell'Impero ottomano nel Vicino Oriente. Nel 1920 il Protocollo di S. Remo decide il regime con cui la Società delle Nazioni affida il mandato sulla Palestina alla Gran Bretagna. Il mandato è diverso da tutti gli altri sui paesi arabi: non indica date per l’avvio dell’indipendenza e ribadisce (art. 2 e 6) l’impegno preso con la «Dichiarazione di Balfour» a creare il "focolare nazionale ebraico", facilitando l'immigrazione e l'insediamento degli Ebrei in Palestina. FASE 3: L’INIZIO DEL CONFLITTO 1920 - 1947 Ebrei e Palestinesi negli anni del Mandato britannico Ò Ò Ò Ò Ò Durante gli anni del mandato britannico in Palestina si confrontano tre attori politici con interessi e forze diversi: Britannici Ebrei sionisti Palestinesi. Ò Ò I Britannici vogliono governare la Palestina mantenendo il sostegno al programma sionista senza ledere altri interessi nazionali britannici. Gli Ebrei vogliono realizzare il programma sionista di creazione di uno stato ebraico in Palestina e collaborano con i Britannici finché è utile. I Palestinesi vogliono l'indipendenza, l'abbandono del programma sionista e l'unione con la Siria. I palestinesi nel periodo del Mandato Ò Ò Ò I Palestinesi si oppongono al programma sionista, perciò non collaborano con le politiche prosioniste del mandato; il loro rifiuto impedisce la costituzione delle istituzioni unitarie di governo previste dal mandato. I Palestinesi si riuniscono invece in istituzioni alternative. Ma i notabili palestinesi di questi organismi sono divisi tra loro da interessi familistici; organizzazioni e leader palestinesi più rappresentativi emergono durante la rivolta del 1936-39, ma grazie anche all'intervento dei governi arabi i notabili tradizionali riprendono il controllo della società palestinese. Amin al-Husayni (ca. 1895-1974) Gli ebrei nel periodo del Mandato britannico Ò Ò Ò Ò Durante il periodo del mandato l’Organizzazione sionista mondiale intensifica l’immigrazione in Palestina. Nel 1922 gli Ebrei sono l’11% della popolazione (83.790 su 752.048), nel 1929 il 16%. Dopo l’arrivo al potere di Hitler nel 1933 molti più Ebrei vogliono abbandonare l'Europa, quasi tutti emigrano in Palestina perché dal 1936 gli Stati Uniti pongono dure restrizioni all'immigrazione. Nel 1936 gli Ebrei raggiungono il 30% circa (370.483 su 1.336.517 abitanti). Mappa delle colonie sioniste (in blu) in Palestina nel 1920 Ò Ò In Palestina gli ebrei collaborano con i Britannici, e la vita della comunità ebraica (Yishuv "comunità") è regolata da istituzioni proto-statali autonome (scuole, milizie ecc.). Viene portato avanti un progetto di acquisizione delle terre, che vengono vuotate dei loro residenti Palestinesi (nel 1945 gli Ebrei hanno acquisito circa il 13% delle terre coltivabili). I primi scontri tra ebrei e palestinesi (1920-1939) Ò Ò Ò I PALESTINESI si rivoltano al progetto ebraico in diverse occasioni (1920-22, 1928-29, 1933, 1936 e 1937-39), manifestando e attaccando Ebrei e Britannici. I BRITANNICI cercano di arginare il conflitto senza sconfessare il mandato, ma tutti i tentativi di rivedere la politica in Palestina falliscono o restano inapplicati, anche per le divisioni interne britanniche. Dal 1917 al 1939 i Britannici favoriscono i sionisti, nel 1939-41 (per ragioni di convenienza bellica) tornano a corteggiare gli Arabi; dal 1943-46 cercano di disimpegnarsi dalla Palestina. La rivolta palestinese del 1936-39 Ò Ò Ò Iniziata con lo sciopero generale palestinese del 1936, la rivolta provoca una escalation del conflitto, a cui per la prima volta partecipa la milizia sionista (Irgun) che compie attacchi terroristici contro Palestinesi e Britannici, per liberare Palestina e Transgiordania. I Britannici incoraggiano nel 1936 una mediazione dei governi arabi per la revoca dello sciopero, ma continua la rivolta rurale, duramente repressa militarmente nel 1938-39. L'intervento dei governi arabi in Palestina risponde alle pressioni popolari nutrite di nazionalismo arabo e continuerà da ora in poi. Il primo progetto fallimentare di spartizione (1937) Ò Ò Nel 1937 la Commissione Peele istituita dai Britannici propone come soluzione al conflitto un piano di divisione della Palestina (un terzo del territorio agli Ebrei, compresa la Galilea e la piana costiera), rifiutato da entrambe le parti. Nella Tavola rotonda di Londra del 1939 i Palestinesi e i governi Arabi (ad esclusione di Abdallah di Transgiordania) propongono invece uno stato unitario arabo-ebraico con garanzie per le minoranze, rifiutato dai rappresentanti sionisti. La II Guerra Mondiale e la Palestina Ò Ò Ò Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939 i Britannici aprono alle rivendicazioni arabe e adottano un programma decennale che prevede: uno stato unitario bi-nazionale indipendente in Palestina entro il 1949 e il blocco dell’immigrazione ebraica, anche per rinsaldare il controllo delle colonie ed impedire il sostegno arabo all’Asse italotedesco. I sionisti combattono per i Britannici contro i Tedeschi. Una parte degli Arabi, sostengono i nazifascisti in funzione antiinglese. La II Guerra Mondiale e la Palestina Ò Ò Ò Ò Intanto le organizzazioni sioniste americane si mobilitano per uno stato ebraico che copra tutta la Palestina e per la ripresa illimitata dell’immigrazione. Gli Stati Uniti inziano a fare pressione sulla Gran Bretagna, aqffinchè venga costituito uno Stato Ebraico. Nel 1946 nel Programma di Biltimore i sionisti Usa chiede l’impegno del governo prospartizione. Ad ottobre il presidente Usa Truman si dichiarazione a favore della spartizione della Palestina. La Conferenza di Biltmore (New York) dal 6 all’11 maggio 1942, nella quale i sionisti americani chiedeno al governo USA un impegno pro-spartizione IL PIANO DI SPARTIZIONE ONU (RISOLUZIONE 181) Ò Ò Ò Ò 1947: ad aprile Londra rimette la questione della Palestina alle Nazioni Unite. A maggio l'Onu crea un Comitato speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina UNSCOP che adotta un rapporto favorevole alla spartizione grazie al voto dell' Unione Sovietica e alle pressioni Usa. Il 29 novembre 1947 l'Onu approva la risoluzione n. 181 che prende che la Gran Bretagna rimetterà il proprio mandato il 1 agosto 1948 e approva una divisione della Palestina in due stati -uno arabo e uno ebraico- basata sul rapporto UNSCOP. La risoluzione passa con 33 voti a favore, 13 contrari e 10 astenuti. Contenuto del Piano di Spartizione ONU (Risoluzione 181) Il piano Onu assegnava: Ò allo Stato ebraico 56,47% del territorio (pop. 497.000 Ebrei, 498.000 Palestinesi); Ò allo Stato arabo-palestinese 42,88% del territorio allo stato arabo (pop. 725.000 Palestinesi, 10.000 Ebrei); Ò alla zona internazionale di Gerusalemme 0,65% del territorio (pop. 105.000 Palestinesi e 100.000 Ebrei). FASE 4: LA PRIMA GUERRA ARABO-ISRAELOPALESTINESE 1947 - 1949 La Guerra Civile israelo-palestinese: novembre 1947-maggio 1948 Ò Ò Ò Ò Territorio Popolazione araba % Arabi Popolazione ebraica % Ebrei Popolazione Totale Stato Arabo 725.000 99% 10.000 1% 735.000 Stato Ebraico 407.000 45% 498.000 55% 905.000 Zona Internazio nale 105.000 51% 100.000 49% 205.000 Totale 1.237.000 67% 608.000 33% 1.845.000 Novembre 1947: l'Alto comitato arabo proclama 3 giorni di sciopero contro il piano di spartizione Onu. Numerosi episodi di violenza, non efficacemente sedati dai Britannici, si trasformarono in guerra civile tra i Palestinesi, divisi in gruppi eterogenei, e gli Ebrei, inquadrati nell'Haganà, vero e proprio esercito dell’Agenzia ebraica. Di fronte alla guerra civile la Gran Bretagna annuncia (1 genn. 1948) l'evacuazione anticipata al 15 maggio 1948 e si rifiuta di facilitare la spartizione. Gli Stati Uniti chiedono (marzo 1948) la sospensione del piano di spartizione e l’istituzione di un’amministrazione fiduciaria Onu. LA GUERRA CIVILE ISRAELO-PALESTINESE: NOVEMBRE 1947-MAGGIO 1948 Ò Ò Ò Ò Marzo 1948: L’Haganà esegue le operazioni militari programmate (Piano Dalet). per difendere il territorio assegnato allo stato ebraico e conquistare le aree a maggioranza ebraica dello stato arabo. La guerra civile è piena di atrocità su entrambi i fronti, ma da parte israeliana è applicata una deliberata strategia di pulizia etnica per provocare l’esodo dei Palestinesi dai territori sotto controllo ebraico, come il massacro del villaggio arabo di Deir Yassin (9 aprile '48), dove i due gruppi ebraici estremisti (Stern e Irgun), sostenuti dall’Haganà, uccisero a sangue freddo 250 Palestinesi. Dal gennaio 1948: gruppi di volontari arabi armati (circa 3000, sostenuti dalla Lega araba) entrano in Palestina dai paesi arabi confinanti per sostenere i palestinesi; controllati politicamente dai paesi arabi si rivelano inefficaci militarmente. Una terra per due popoli 29 settembre 1947 l’ONU delibera la divisione della Palestina in due territori: É Stato di Israele (verde) con 500.000 ebrei e 400.000 arabi É Stato arabo (arancione) con 800.000 arabi e 10.000 ebrei É Gerusalemme amministrata dall’ONU. Dichiarazione di Indipendenza dello Stato di Israele: 14 maggio 1948 Ò Ò Ò L‘indipendenza dello Stato di Israele è dichiarata il 14 maggio 1948 dal leader dal Primo Ministro David ben Gurion. Al museo di Tel Aviv, alle ore 16 del 14 maggio '48: David ben Gurion legge la dichiarazione d'indipendenza di Israele. Il riconoscimento americano del nuovo stato arriva dopo solo 11 minuti, seguito da quello sovietico. 1948 Ebrei a Tel Aviv festeggiano la spartizione 1948 L'esodo dei Palestinesi La Prima Guerra Arabo-Israeliana maggio 1948 – gennaio 1949 Ò Ò Ò Otto ore dopo la dichiarazione d'indipendenza d'Israele truppe provenienti da cinque paesi arabi, Siria, Transgiordania, Iraq, Egitto e Libano, attaccano Israele con una coalizione politicamente divisa, militarmente impreparata e inferiore ad Israele. La Transgiordania si era in precedenza accordata segretamente con Israele: in cambio di una belligeranza tenera avrebbe ottenuto i territori a ovest del fiume Giordano. Le truppe egiziane si arrestano dopo l’ingresso in Israele. David ben Gurion LA PRIMA GUERRA ARABOISRAELIANA 1948-49 Ò Ò Israele risponde alla dichiarazione di guerra della Lega Araba conquistando l’80% della Cisgiordania 24 febbraio 1949 viene firmato l’armistizio: É la Cisgiordania è annessa a Israele É la parte rimanente è unita alla Giordania É la fascia di Gaza è annessa all’Egitto. La sconfitta della Lega Araba Ò Ò Ò Ò Ò Ò Ò Ò Alla firma degli armistizi del 1949 lo stato ebraico ha allargato notevolmente il suo territorio rispetto al piano di spartizione Onu. ► Israele ora controlla: 24% di più della terra assegnatagli dalla risoluzione Onu 181; 14 volte la terra posseduta dagli Ebrei nel ’47; 6 volte la terra occupata al momento dell’indipendenza (maggio ’48). ►il 78% della Palestina mandataria è occupato da Israele Il territorio del previsto stato palestinese è diviso tra la Cisgiordania, controllata dalla Transgiordania (che nel 1950 l’annetterà divenendo Giordania), e la Striscia di Gaza che rimarrà sotto amministrazione militare dell’Egitto sino al 1967. La sconfitta e la dispersione dei palestinesi Ò Ò Ò Ò Ò A seguito delle operazioni di pulizia etnica e delle conquiste militari israeliane: 700-800.000 palestinesi, più di metà della popolazione, hanno dovuto abbandonare le proprie case; 685 villaggi palestinesi sono spopolati. I profughi Palestinesi si rifugiano parte nei Territori palestinesi residui (Cisgiordania e Gaza), parte nei paesi arabi confinanti: Egitto, Transgiordania, Siria, Libano. La risoluzione Onu 194 del 1949, tuttora valida e inapplicata, stabilisce il diritto dei profughi palestinesi al ritorno o alla compensazione. Seconda guerra arabo-israeliana 1956: la Guerra del Sinai Ò Ò Ò Ò Ò Ò Il conflitto continua dopo il 1948 con azioni di guerriglia araba e rappresaglie israeliane Gli insediamenti di coloni israeliani nei territori arabi provocano, nel 1956, la reazione araba: chiusura del canale di Suez alle navi dirette in Israele Tel Aviv, risponde conquistando Gaza e il Sinai Francia e Inghilterra, a sostegno di Israele, occupano il canale di Suez La minaccia di intervento dell’Urss a fianco dell’Egitto costringe Francia e Inghilterra a ritirare le truppe Il Sinai è affidato alle truppe ONU. L’OLP: Organizzazione per la Liberazione della Palestina Ò Ò Ò Ò Ò Fondata nel maggio 1964 rivendica il diritto dei palestinesi ad uno stato autonomo e indipendente leader, dal 1968, è Yasser Arafat 1974: l’Olp è riconosciuta dagli stati arabi come unica organizzazione che rappresenta i palestinesi nel 1988 re Hussein di Giordania cede all’Olp i diritti sulla Cisgiordania, territorio che, occupato da Israele, deve costituire il nucleo di uno stato palestinese con indipendente capitale in Gerusalemme Terza e quarta guerra Arabo-Israeliana 1967 guerra dei Sei giorni Israele occupa il Sinai, le alture del Golan, la Cisgiordania 1973 Guerra del Kippur Egitto e Siria attaccano Israele che riesce a contenere l’invasione crisi del petrolio: ottobre 1973 – marzo 1974: i paesi arabi sospendono le forniture di petrolio agli stati che mantengono rapporti diplomatici con Israele 2.000.000 di profughi I primi insediamenti, attuati da israeliani laici soprattutto lungo i confini e sulle alture del Golan prospicienti la Siria, furono favoriti dal governo appunto per motivi di sicurezza: ma l’incremento della colonizzazione stessa fu opera soprattutto di movimenti religiosi, come il Gush Emunim (“Blocco della fede”), che installandosi a Gaza e in Cisgiordania volle rendere irreversibile l’annessione e il destino “biblico” di quelle terre. Fino al 1973 Washington aveva preso spesso le difese dello Stato ebraico sia nel contesto internazionale sia in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU, ma solo dopo lo smacco della guerra del Kippur, intensificò gli aiuti economici e militari. Artefice di questa rinsaldata alleanza fu il segretario di Stato americano Henry Kissinger, che volle così ristabilire l’equilibrio fra Israele e i più importanti paesi arabi (Egitto, Siria, Iraq), allora gravitanti, come la stessa OLP, nella sfera d’influenza sovietica. LA PACE IMPOSSIBILE • • • • • 1978: Accordi di Camp David aprono le consultazioni che portano al Trattato di Pace: 26 marzo 1979 1982 invasione israeliana del Libano (settembre: strage di Sabra e Shatila) 1983-86 Crisi nell’OLP azioni di terrorismo internazionale e rappresaglie israeliane 1987 dicembre: Intifada 1991 Guerra del Golfo] Gli accordi di Camp David sono stati firmati dal presidente egiziano Anwar al-Sadat e dal Primo Ministro israeliano Menachem Begin il 17 settembre 1978, dopo dodici giorni di negoziati segreti a Camp David. I due accordi sono stati firmati alla Casa Bianca sotto l'auspicio del Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter. Gli accordi hanno portato direttamente al Trattato di pace israeloegiziano del 1979. L'accordo ha portato anche gli Stati Uniti ad un impegno per diversi miliardi di dollari di sovvenzioni annuali per i governi di Israele e d'Egitto, i contributi, che continuano tutt'oggi, sono indicati come un miscuglio di sovvenzioni e aiuti che impegnano gli Stati Uniti all'acquisto di vario materiale. Dal 1979 (anno di accordo di pace) al 1997, l'Egitto ha ricevuto 1,3 miliardi di $ l'anno, che hanno anche contribuito a modernizzare l'esercito egiziano. In confronto, Israele ha ricevuto 3 miliardi di $ l'anno dal 1985 in sovvenzioni e aiuti militari. Cinque anni tra speranza di pace e terrorismo 1993 settembre: reciproco riconoscimento tra Olp e Israele 1994 É accordi per la costituzione graduale dello stato palestinese É strage di Hebron É terrorismo palestinese 1995 4 novembre: Rabin ucciso da un terrorista ebreo 1996 ondata di terrorismo palestinese 1997 il processo di pace è bloccato Ò Ò Ò Ò Il 13 settembre del 1993 il Primo Ministro israeliano firmò, insieme al leader dell'OLP, gli accordi di Oslo. L'accordo prevedeva il riconoscimento da parte di Israele dell'OLP come rappresentante del popolo palestinese e da parte dell'OLP il riconoscimento a Israele del diritto ad esistere. L'anno dopo Rabin fu insignito al Premio Nobel per la pace insieme a Shimon Peres, e al presidente della futura Autorità Nazionale Palestinese, Yāser ʿArafāt. La sera del 4 novembre 1995, dopo aver preso parte a un comizio in difesa della pace a Tel Aviv, fu assassinato da Ygal Amir, un colono ebreo estremista. Ai suoi funerali a Gerusalemme parteciparono circa un milione di israeliani e molti esponenti di rilievo della politica mondiale. Parteciparono anche molti leader arabi i quali non erano mai stati in Israele prima d'allora. A un passo dalla pace • Maggio 1999 elezione di Barak Primo Ministro. • 13 settembre 1999 Accordo Barak – Arafat per la costituzione dello stato palestinese • 13 settembre 2000 data prevista entro cui completare l’accordo. • Luglio 2000: fallito il Summit di Camp David il 13 settembre: Arafat annuncia la dichiarazione unilaterale di indipendenza: • Debolezza del governo Barak (al 50% in parlamento) debolezza di Arafat (frustrazione dei palestinesi per gli scarsi risultati del processo di pace) pressione di forze radicali contrarie alla pace (Hamas, Destra israeliana) L’atto che ferma la pace Ò Ò Ò Ò 28 settembre 2000 (giovedì): Sharon il primo ministro israeliano (1928-2014), scortato da militari armati, si reca, in segno di provocazione, sulla Spianata delle moschee. Scontri e feriti sul posto e in altre località della Cisgiordania 29 settembre: al termine della preghiera del venerdì nella moschea Al Aqsa, i palestinesi lanciano pietre sugli ebrei raccolti davanti al Muro del pianto, la polizia spara e sul terreno restano 7 morti. Ha inizio l’intifada chiamata Al Aqsa. Monte del Tempio, come lo chiamano gli ebrei, ovvero Spianata delle Moschee, come la chiamano i musulmani: la collina della discordia nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme, l'unico vero ostacolo rimasto sul tavolo delle trattative, ma finora apparentemente insormontabile. I problemi I coloni israeliani insediati sulle terre che gli accordi di pace hanno riconosciuto ai palestinesi: 155.000 israeliani in Cisgiordania, 6.000 a Gaza I profughi palestinesi: 1.100.000 nei campi profughi, altri 2.500.000 formalmente registrati come rifugiati