8. Equilibrio tra fasi estese Consideriamo un sistema termodinamico costituito da un singolo componente con due fasi estese α e β all’equilibrio. Per fasi estese si intende che la superficie di separazione tra α e β è un piano infinitamente esteso e quindi, nelle trasformazioni, i contributi energetici legati ad una variazione di estensione della superficie si possono trascurare. La variazione di energia libera di Gibbs per una trasformazione infinitesima è: dG = "SdT + Vdp + µ# dn# + µ$ dn $ . Poiché il sistema è in equilibrio e T e p sono costanti, allora dovranno essere ! dG = µ" dn" + µ# dn # = 0 e dn" = #dn $ , quindi: µ" (T, p) = µ# (T, p) . (8.1) ! ! L’eq.(8.1) implica che la pressione e la temperatura in ambedue le fasi siano uguali. Il requisito p" = p# = p è equivalente alla condizione che la superficie di separazione delle due ! fasi sia piana ovvero che le fasi siano infinitamente estese, come verrà chiarito in seguito. Assumiamo che la temperatura e la pressione varino di una quantità infinitesimale in modo ! che le due fasi rimangano all’equilibrio, cioè: µ" + dµ" = µ# + dµ# . (8.2) Dalle (8.1) e (8.2) segue che dµ" (T, p) = dµ# (T, p) . ! Poiché dalla equazione di Gibbs-Duhem (4.3) si ha (8.3) S V dµ = " dT + dp = "sdT + vdp , n n ! (8.4) dove s e v sono rispettivamente l’entropia molare ed il volume molare, la (8.3) può essere scritta come: ! "s# dT + v# dp = "s$ dT + v $ dp . (8.5) Dalla (8.5) si ottiene la nota Equazione di Clapeyron dp s" # s$ %s %h = = = , dT v " # v$ %v T%v ! (8.6) in cui "h è l’entalpia della transizione di fase " # $ . Consideriamo il caso in cui la fase α sia la fase condensata, ad esempio un liquido l, e la ! fase β sia la fase vapore v. In questo caso "h = hv # hl = "hev è l’entalpia di evaporazione, ! ! che è sempre positiva, e "v = v v # v l $ v v , essendo il volume molare del vapore v v sempre ! ! ! molto maggiore del volume molare del liquido v l . Assumendo che il vapore si comporti come un gas ideale, cioè pv v = RT , allora la (8.6) diventa dp "hev = p , ovvero dT RT 2 ! d ln p "hev , (8.7) = dT RT 2 ! ! che è a nota Equazione di Clapeyron-Clausius, la cui soluzione, nel caso considerato, rappresenta la curva p(T) di equilibrio tra la fase liquida e la fase vapore. ! Nel caso che la fase α sia un cristallo c, e la fase β sia la fase vapore v, la (8.7) diventa: d ln p "hsub , = dT kT 2 (8.8) dove "hsub è l’entalpia di sublimazione, e descrive l’equilibrio cristallo-vapore. ! Assumendo che "hev (o "hsub ) non dipenda dalla temperatura, integrando l’eq.(8.7) si ! ottiene ! ! * #h $ 1 1 ' p = p0 exp ," ev & " ) / , + R % T T0 ( . (8.9) che fornisce l’andamento della pressione di equilibrio p in funzione di T, dove p0 è il valore di equilibrio della pressione ad una certa temperatura T0 . ! Nel caso di equilibrio cristallo-liquido, l’entalpia è quella di fusione "h f , sempre positiva, e ! la temperatura T è la temperatura di fusione!Tf . Infine, si può costruire il diagramma di fase di un sistema a singolo componente, in ! coordinate p e T, come mostrato in Fig.8.1. ! L’entalpia di sublimazione del cristallo "hsub è maggiore dell’entalpia di evaporazione del liquido "hev e quindi, nel diagramma di fase, la pendenza della curva che da l’equilibrio ! cristallo-vapore è maggiore di quella liquido-vapore (vedi (8.6)). Il volume molare del ! liquido è maggiore di quello del cristallo (con eccezioni importanti, come l’acqua o il bismuto) ma la differenza è molto piccola per cui, in base alla (8.6), la pendenza è molto grande ed è positiva (con l’eccezione dei casi menzionati). P R E S S I 0 N E CRISTALLO LIQUIDO VAPORE TEMPERATURA Fig.8. O e O’ sono rispettivamente il punto triplo ed il punto critico. La fase vapore diventa supersatura o sotto-raffreddata rispetto alla fase cristallina se ci si muove rispettivamente lungo la linea AA’ o AA’’. La fase liquida diventa sottoraffreddata rispetto alla fase cristallina se ci si muove lungo la linea BB’’. "p e "T sono la supersaturazione ed il sotto-raffreddamento. 9. Formazione di nuove fasi da una fase infinitamente estesa ! ! Cristallizzazione da fase vapore: supersaturazione Quando ci si muove lungo le linee di separazione tra le diverse regioni in Fig. 8 le corrispondenti fasi sono in equilibrio e la eq. (8.1) è valida. Se la temperatura o la pressione è cambiata in modo da deviare dalle curve di equilibrio una o l’altra delle fasi diviene la fase stabile. Questo significa che il potenziale chimico della fase stabile diviene più piccolo di quello delle altre fasi. Ogni variazione di temperatura/pressione che porta ad una variazione della regione di stabilità, porta di conseguenza ad una transizione della sostanza da una fase all’altra. Così, a partire dalla curva di equilibrio, la diminuzione della temperatura o l’aumento della pressione conduce alla cristallizzazione oppure alla liquefazione del vapore; la diminuzione di temperatura porta alla solidificazione del liquido. µ pressione Fig. 9.1. Dipendenza del potenziale chimico del vapore, µv ,e del cristallo, µc ,dalla pressione quando ci si muove lungo la linea AA’ in Fig.8. P0 è la pressione di equilibrio in A. La Fig. 9.1 mostra la variazione del potenziale chimico del cristallo e del vapore con la pressione, a temperatura costante, in un punto (p0,T0) della curva di equilibrio cristallo/vapore. Per un vapore che si comporta come un gas ideale il potenziale chimico ha un andamento logaritmico con la pressione. Infatti, se µ0 è il potenziale chimico nello stato A= ( po ,T0 ) , per una variazione dp di pressione a T0 costante (AA’ in Fig.8) possiamo scrivere: ! RT dp p p µv " µv 0 = RT ln p0 dµv = v v dp = ! (9.1) Per il cristallo si ha invece: ! dµc = v c dp µc " µc 0 # v c ( p " p0 ) , (9.2) ovvero, il potenziale chimico dipende linearmente da p poichè il volume molare del cristallo, a T=T0 costante, è sostanzialmente invariato per piccole variazioni di p. Si noti che ! se A è un punto della curva di equilibrio cristallo-vapore, come in Fig. 8, allora in A, µc 0 = µv 0 = µ0 . ! (9.3) Dalla Fig.9.1 osserviamo che se il cristallo è in equilibrio con il suo vapore nel punto A= (p0,T0), a pressioni p < p0 il potenziale chimico del vapore è minore di quello del cristallo ed il cristallo tende a sublimare, mentre a pressioni p > p0 il potenziale chimico del vapore è maggiore di quello del cristallo ed il vapore tende a cristallizzare. La differenza dei potenziali chimici, che è funzione della pressione, rappresenta la “forza” termodinamica che produce la cristallizzazione. Si chiama supersaturazione la differenza "µ dei potenziali chimici della fase estesa (fase madre) e delle nuove fasi che si formano. Così definita la supersaturazione "µ è positiva. In realtà la variazione di potenziale chimico quando si forma una nuova fase è negativa, perchè ! la nuova fase ha un potenziale chimico più piccolo della fase madre (il potenziale chimico è ! una quantità negativa). Pertanto, il lavoro chimico per la cristallizzazione di dn moli da fase vapore è: "µv dn + µc dn = ( µc " µv ) dn = "#µdn , dove "µ = µv # µc . ! Per una trasformazione AA’ di una fase vapore estesa a partire dallo stato di equilibrio ! A=(p0,T0) ad uno stato A’=(p,T0) con la formazione di un nucleo cristallino (vedi figure 8 e 9.1), la supersaturazione è [ ] "µ = µv ( p) # µc ( p) = ( µv ( p) # µ0 ) # ( µc ( p) # µ0 ) = p = p p p $ v dp # $ v dp % $ v dp = kT ln p v p0 c p0 (9.4) v p0 0 dove si è tenuto conto delle eq. 9.1, 9.2 e 9.3 e del fatto che v c << v v . ! Cristallizzazione da fase liquida: sottoraffreddamento ! La figura 9.2 mostra la variazione di potenziale chimico delle fasi cristallina e liquida al variare della temperatura per un valore costante p0 della pressione . La supersaturazione, che in questo caso è detta sottoraffreddamento, è ancora data dalla differenza dei potenziali chimici della fase liquida estesa, µl , e della fase cristallina, µc . "µ = µl (T ) # µc (T ) Analogamente a quanto di equilibrio (fusione) nel punto ! fatto sopra, se Tm è la temperatura ! B di Fig.8, dove si ha µl (Tm ) = µc (Tm ) = µ0 , allora in B”, assumendo che l’entropia di ! fusione si ha indipendente da T, si ha: ! [ ] "µ = ( µl (T ) # µ0 ) # ( µc (T ) # µ0 ) = T $ sl dT # Tm T $ s dT = c Tm Tm (9.5) "h = $ "sm dT = "sm (Tm # T ) = m "T Tm T ! µ Temperatura Fig. 9.2. Dipendenza del potenziale chimico della fase liquida, µl , e della fase cristallina, µc ,dalla temperatura quando ci si muove lungo la linea BB” in Fig.8. Tm è la temperatura di fusione. L’equazione (9.5) è applicabile anche al caso di cristallizzazione da vapore sottoraffreddato (linea AA” in Fig. 8): in questo caso l’entalpia di fusione "hm è sostituita dall’entalpia di sublimazione "hs . Consideriamo, a titolo di esempio, il silicio e confrontiamo la supersaturazione per la ! crescita del cristallo da fase vapore (spostandosi lungo la linea AA”) con la supersaturazione ! (o sottoraffreddamento) per la crescita da fase liquida (spostandosi lungo la linea BB”). Il vapore di silicio consiste di Si, Si2 ed Si3 ma la concentrazione dei monomeri è molti ordini di grandezza maggiore delle molecole, che quindi possono venire trascurate. La crescita del cristallo da fase vapore avviene tipicamente ad una temperatura di circa 600 K con un flusso F di atomi dalla fase vapore incidenti sulla superficie dell’ordine di 1 ML (monolayer) per minuto, corrispondente a circa 1.1x1013 atomi/cm-2s . La pressione di equilibrio (tensione di vapore) del Si a 600 K è 1.3x10-32 atm (1atm " 10N /cm 2 " 10 5 N /m 2 ) ovvero circa 1.3 x 10-27N/m2, corrispondente ad un flusso Fe di atomi sulla superficie di ! Fe = p 1.3 # 10 $27 N /m 2 = % 2"mkT 2 # 3.14 # ( 4.66 # 10 $26 kg) # (1.38 # 10 $23 J /K ) # 600K % 6.5 # 10 $12 atomi /m 2 s = 6.5 # 10 $8 atomi /cm 2 s pertanto, "µ = kT ln p F 1013 = kT ln = 8,614 # 10 $5 # 600 # ln % 2.5eV . Ripetendo lo pe Fe 6,5 # 10 $8 ! stesso calcolo a temperature più alte (la pressione di equilibrio, Eq. 8.9, dipende esponenzialmente dalla temperatura) otteniamo che "µ = 1.2eV a 1000 K e diventa negativo, ! "µ = #0.2eV , a 1400 K. In altre parole a circa 1300 K, con il valore F del flusso incidente, il ! cristallo comincia ad evaporare piuttosto che crescere. ! Calcoliamo adesso il sottoraffreddamento necessario per crescere il cristallo di Si da fase liquida, sapendo che l’entropia di fusione è "sm = 30 J /mole# K . Si ottiene "µ # 3 meV con "T = 10 K . Paragonando le due stime raggiungiamo l’importante conclusione che, per ! condizioni tipiche di crescita, ovvero, relativamente bassa temperatura da fase vapore e vicino ! ! alla temperatura di fusione per crescita da fase liquida, la crescita del cristallo da fase vapore è molto più lontana dall’equilibrio di quanto non lo sia la crescita a partire dalla fase liquida (fusa). In altre parole la differenza di potenziale chimico tra la fase madre e la nuova fase è una misura della deviazione dalle condizioni di equilibrio termodinamico e determina il “rate” di transizione da una fase all’altra. ( osservazione: kJ·mol−1 è una unità di energia che si usa nelle transizioni di fase:1 kJ·mol−1 è uguale a 0.239 kcal·mol−1 o 1.04×10-2 eV per particella. A temperatura ambiente (25 °C, 77 °F o 298.15 K) 1 kJ·mol−1 è uguale a 0.4034 kBT). 10. Formazione di nuove fasi da una fase finita Nella sezione precedente abbiamo considerato l’equilibrio di due fasi in un sistema a un singolo componente assumendo che le fasi fossero sufficientemente (o infinitamente) estese o, in altre parole, che la superficie di separazione fra di esse fosse piana. Questo ovviamente non è il caso che si presenta all’inizio del processo di transizione di fase che ci interessa. Così nel caso di transizione da vapore a cristallo, da vapore a liquido o da liquido a vapore, il processo di formazione della nuova fase passa sempre attraverso la formazione di un piccolo cristallino, di una goccia di liquido o di una bolla di vapore. Chiariremo nel seguito due questioni: 1) l’equilibrio meccanico di una piccola particella con la fase ambiente o, in altre parole, la relazione tra le pressioni nelle due fasi quando l’interfaccia non è piatta; 2) la pressione di equilibrio di una particella in funzione della sua dimensione. Equazione di Laplace Consideriamo un recipiente a volume costante V e temperatura costante T contenente vapore a pressione pv e una goccia di liquido di raggio r e pressione interna pl . La condizione di equilibrio è data dalla minimizzazione della energia libera di Helmholz del sistema F(V,T,n) dF = " pv dVv " pl dVl + #dS = 0 , (10.1) dove, Vv e Vl sono i volumi della fase vapore e della goccia, σ la tensione superficiale del ! liquido (assumendo lo stesso valore della fase estesa) e S la superficie della goccia. Poiché V = Vv + Vl e dVv = "dVl , la (10.1) può essere scritta come: pl " pv = # ! dS . dVl (10.2) ! 4 Poichè S = 4 "r 2 e Vl = "r 3 , si ha: 3 ! d ( 4 "r 2 ) dS 8"r 2 = = = , # 4 3 & 4 "r 2 r dVl ! d% "r ( ! $3 ' (10.3) e la (10.2) diventa: ! pl " pv = 2# , r (10.4) nota come equazione di Laplace. Questa ultima afferma che la pressione in una piccola goccia (in equilibrio) è sempre superiore alla pressione del vapore che la circonda. La quantità 2" r è ! detta pressione di Laplace o di capillarità ed è uguale a zero quando la interfaccia tra le due fasi è piatta ( r "# ). In questo caso pl = pv = p" , come affermato nella Sez.8. In questo caso ! abbiamo usato la notazione p" invece di p0 per enfatizzare che l’interfaccia è piatta. ! ! ! ! pv pl dS σ Il significato dell’eq. (10.4) è più chiaro se si considera (vedi fig. sopra ) che su un elemento di superficie della goccia agiscono le forze dovute alla pressione esterna del vapore, pv, alla pressione interna del liquido, pl, e alla tensione superficiale lungo il contorno, σ. Come si vede la tensione superficiale da luogo ad una forza risultante che si aggiunge a quella dovuta alla pressione esterna. Per mantenere l’equilibrio è dunque necessaria una pressione del liquido superiore a quella esterna. Stimiamo ad esempio la pressione di una goccia d’acqua nella nebbia. La dimensione tipica di una goccia è 1µm; la tensione superficiale dell’acqua è " = 75 erg/cm2 = 0.075 N/m. Quindi 2" = 15 # 10 4 N /m = 1.5 atm, e pertanto, pl = 2.5 atm. r ! ! Equazione di Gibbs-Thomson ! Consideriamo lo stesso sistema del caso precedente, ovvero un recipiente a volume costante V e temperatura T costante contenente vapore a pressione pv costante e una goccia di liquido di raggio r. Minimizziamo l’energia libera di Gibbs ai fini dell’equilibrio termodinamico si ha: "G = µv dn v + µl dn l + #dS = 0 (10.5) dove nv ed nl sono il numero delle moli nella fase vapore e nella goccia di liquido, mentre µv ( pv ) e µl ( pv ) sono i potenziali chimici delle fasi estese del vapore e del liquido alla ! pressione costante pv. Poiché il sistema è chiuso, dn v + dn l = 0 , quindi: ! µv " µl = # ! dS dn l ! 3 4 "r 4 "r 2 e dn l = dr , si ha: Poiché , S = 4 "r , dS = 8"rdr , n l = 3v l vl ! 2#v l µv " µl = r (10.6) 2 (10.7) ! che è detta, equazione di Gibbs-Thomson. Osservazione: nell’equazione (10.7) i potenziali chimici µv e µl sono quelli alla pressione ! pv (costante) della fase vapore. La stessa equazione può essere scritta come 2"v µv ( pv ) = µl ( pv ) + ! l != µl ( pl ) r ! (10.8) dove pl è la pressione della goccia di liquido che rende uguali i due potenziali chimici all’equilibrio. Poiché il potenziale chimico cresce con la pressione, questo è in accordo con l’equazione di Laplace, ricavata nel paragrafo precedente, che stabilisce che, all’equilibrio, la pressione della goccia di liquido è maggiore di quella del vapore. Dimostriamo la relazione (10.8). Consideriamo la goccia di liquido in equilibrio a T costante e a numero di moli nl costante; abbiamo che Gl = µl n l e quindi µl = Gl . Poiché nl dGl = "SdT + Vdpl + µl dn l , a T ed n costante si ha: dGl = Vdpl e, dividendo per nl, dGl V = dµl = dpl = v l dpl . nl nl ! ! ! ! ! Poiché vl varia poco con pl, indicando con p0 la pressione dello stato di riferimento si ha, integrando: µl ( pl ) " µl ( p0 ) = v l ( pl " p0 ) . Consideriamo l’equazione di Laplace (10.4): pl = ! 2" + pv r Sottraiamo da ambo i membri p0 e moltiplichiamo per vl . Si ottiene: !v l ( pl " p0 ) = v l ( pv " p0 ) + 2# v r l Ovvero, in base alla (10.9) si ha la (10.8): µl ( pl ) = µl ( pv ) + ! (fine dell’osservazione) ! 2" v r l (10.9)