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Plotino
La vita, la formazione, il pensiero e le opere di Plotino
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1. LA VITA E
LAFORMAZIONE
1.1. La formazione e i
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trattati
2. PLOTINO E I
NEOPLATONISMO
3. IL PENSIERO
3.1. L’Uno
3.1.1. Dall’uno ai molti
3.1.2. Dai molti all’Uno
3.2. L’Intelletto
3.3. L’Anima
3.3.1. La strada del ritorno
e l’estasi
3.4. La materia e i corpi
3.4.1. La provvidenza
3.5. Mondo sensibile e
mondo soprasensibile
3.6. La natura del tempo
4. LE OPERE
4.1. LE ENNEADI
4.1.1. E’ IMPOSSIBILE
DEFINIRE L’UNO
4.1.2. LA BELLEZZA è
IL CAMMINO
DELL’ANIMA VERSO L’UNO
5. TESTI ANTOLOGICI
5.1. Il principio è l’Uno
5.2. L'Uno è tutte le cose
5.3. Sulla bellezza
6. AFORISMI
7.I FILOSOFI CORRELATI
7.1. Agostino e Plotino
1. LA VITA E LA FORMAZIONE
Plotino nasce a Licopodi in Egitto nel 205 d. C.
Inizia ad interessarsi di filosofia solo verso i 28 anni, interessandosi principalmente della filosofia platonica.
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Tale tradizione, tuttavia, ebbe diverse tappe e un percorso assai complesso. Dopo la fine dell’Accademia
come Istituzione (nel I secolo a.C.), ci fu un’importante rinascita platonica ad Alessandria in Egitto, dovuta,
soprattutto, a Eudoro e ad altri autori (nei secoli I e II d.C.). Con Plotino però nasce un nuovo modo di
interpretare Platone, un modo che cerca di unire metafisica con istanze di tipo ascetico-etico, e opera
un’importante rivalutazione del mondo spirituale e intelligibile, cioè, orientato verso una difesa più
consapevole della trascendenza.
In questo periodo Plotino si trasferisce ad Alessandria e deluso da vari filosofi, incontra il platonico Ammonio
Sacca, del quale divenne discepolo e al quale deve l’inizio del suo pensiero.
Sappiamo poco di questo filosofo, Ammoni Sacca, insegnò,
certamente, ad Alessandria fra il II e III secolo d.C., ma le
testimonianze sulla sua vita e sul suo pensiero sono povere e di
non facile interpretazione. Da alcune di esse possiamo ricavare
una visione della realtà divisa su tre piani: le realtà supreme (Dio
creatore, realtà celesti); le realtà intermedie (nature eteree e
demoni); le realtà più basse (le anime umane, gli altri animali
terrestri). Plotino ebbe un intenso rapporto di discepolato nei
confronti di Ammonio, per ben 11 anni.
Fra gli altri scolari di Ammonio, ci furono alcuni nomi importanti, come l’Origene platonico, Erennio e Longino
(che sarà maestro di Porfirio ad Atene); sembra anche ci sia stato anche Ammonio l’Origene cristiano.
Secondo la biografia di Porfinio (il discepolo di Plotino incaricato di pubblicare le Enneadi), nel 243 Plotino si
unì alla spedizione dell' imperatore Gordiano contro i Parti, per entrare in contatto con i sapienti di Persia e
India. Dopo l' uccisione di Gordiano la spedizione fallì, e Plotino dovette rifugiarsi ad Antiochia. Nel 244 andò
a Roma, dove raccolse intorno a sé amici e discepoli, con i quali leggeva e discuteva testi di Platone e
Aristotele e dei loro commentatori . Suoi discepoli furono filosofi come Amelio e Porfirio , ma anche medici ,
membri del Senato e donne di nobili famiglie , che non esitavano ad affidargli i figli in tutela e i beni da
amministrare . Pur senza essere un filosofo di corte, Plotino godette dell' amicizia dell' imperatore Gallieno e
della moglie Salomina con i quali pensava di far sorgere in Campania una città di filosofi , retta da leggi
platoniche, che avrebbe appunto chiamato Platonopoli; una città a cui Plotino che doveva diventare un rifugio
del filosofo e dei suoi compagni, una sorta di monastero o convento pagano . Ma il progetto sfumò per l'
opposizione di membri della corte.
Plotino aveva una innata sfiducia nella materialità, una caratteristica che eredito dalla filosofia platonica,
ritenendo che i fenomeni e le forme (eidos) fossero una pallida immagine o imitazione (mimesis) di qualcosa
“di più alto e comprensibile” che era anche “la parte più vera dell'autentico Essere”. Questa sfiducia si
estendeva al corpo, compreso il proprio; per esempio Porfirio racconta che una volta Plotino si rifiutò di
lasciar dipingere il proprio ritratto, probabilmente per questo scarso apprezzamento di se stesso. Inoltre
sembra che Plotino non parlò mai dei suoi avi, della sua infanzia, e del suo luogo e data di nascita. Anche se
Eunapio afferma che nacque a Licopoli in Egitto ed è possibile che fosse un egiziano ellenizzato. Da tutti i
resoconti biografici risulta che si mostrò sempre come una persona di altissime qualità morali e spirituali.
Nei primi dieci anni del suo soggiorno a Roma, sino al 253, Plotino insegnò soltanto attraverso conversazioni
orali. Plotino non scrisse nulla fino all'età di 49 anni, per adempiere una promessa fatta al suo maestro, di
non rivelare per iscritto la sua dottrina, o ad un patto fra Erennio, Origene platonico e Plotino. Tuttavia, dopo
che Erennio e Origene erano venuti meno a tale patto, anche Plotino si decise a mettere per scritto il suo
pensiero che sarebbero diventati dei saggi raccolti nelle Enneadi lungo un periodo di diversi anni, dal 253
circa fino a pochi mesi dalla morte, avvenuta diciassette anni più tardi. Nei 10 anni successivi, compose 21
libri, ma senza dare titoli ad essi . I rimanenti furono scritti negli anni successivi , per un totale di 54 trattati ,
che possediamo nella loro integralità.
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1.1. La formazione e i trattati
I Dialoghi di Platone rimangono un punto di riferimento costante per Plotino, una specie di “Bibbia” filosofica
dalla quale attingere le riflessioni e nella quale cercare risposte per i problemi essenziali del pensiero
umano. Accanto a Platone, come complemento ed arricchimento di esso, Plotino fa riferimento anche ad
alcuni testi di Aristotele.
Inoltre troviamo in Plotino anche altri elementi di diversa precedenza, specialmente il pensiero stoico e quello
degli gnostici.
Sono presenti in Plotino anche idee di precedenti pensatori del "medioplatonismo", per esempio sono Cronio,
Gaio, Attico, Severo e Numenio di Apamea.
Plotino considera se stesso come un semplice interprete e
commentatore di Platone, per
fino quando spiega il suo modo di concepire la processione di
tutte le realtà dall’Uno. Da parte sua Plotino non voleva essere
innovatore, piuttosto si sentiva erede di una tradizione filosofica,
ricevuta dai sapienti dell’Antichità, e credeva di pensare sempre
all’interno di essa.
Al tempo stesso egli voleva arrivare ad una sintesi sulle grandi questioni, con elementi originali, soprattutto,
per quanto riguarda il perché del principio, il perché e le modalità dell’originarsi della molteplicità dall’unità
originaria, in una prospettiva che in un certo modo si trova in continuità con la ricerca iniziata dai primi
pensatori greci, i ” presocratici”.
Nel 263 all' età di 30 anni entrò nella sua scuola Porfirio, che poi fu il futuro autore dei racconti sulla Vita di
Plotino ed editore anche degli scritti del maestro. Sembra inoltre che nel 268 , anno in cui Gallieno fu
assassinato, in preda ad una crisi , Porfirio meditò il suicidio, ma Plotino lo distolse, invitandolo a distrarsi con
un viaggio, così Porfirio si recò in Sicilia, ove nel 270 lo raggiunse la notizia della morte di Plotino, che,
ammalato, si era ritirato in Campania.
Plotino visse i suoi ultimi giorni in una proprietà in Campania lasciatagli dall'amico Zethos. Secondo il
racconto di Eustochio, che gli fu accanto al momento del trapasso, le sue ultime parole furono: “Sforzatevi di
restituire il Divino che c'è in voi stessi al Divino nel Tutto”. Eustochio racconta che un serpente strisciò sotto il
letto dove giaceva Plotino, e sgusciò via attraverso un buco nel muro; nello stesso istante che Plotino morì.
All' inizio del quarto secolo , Porfirio mise a punto un' edizione di dei saggi scritti negli ultimi anni da Plotino,
secondo un ordine sistematico, non secondo l' ordine cronologico della loro composizione .
Porfirio precisa che leEnneadi, prima di essere compilate e riordinate da lui stesso, erano solamente un
enorme accumulo di note e saggi che Plotino usava nelle sue lezioni e nei suoi dibattiti, piuttosto che un vero
libro.
Egli suddivise i 54 trattati in 6 gruppi di 9 ( da cui il titolo Enneadi ), raggruppandoli per temi secondo una
sequenza che espone l' itinerario del filosofo che si innalza dal mondo sensibile sino alla divinità .Un
itinerario che anche i discepoli devono ripercorrere sulla scia dell' insegnamento del maestro.
Inoltre sembra che Plotino fù il primo filosofo dell' antichità a scrivere di proprio pugno i suoi scritti, non
secondo la prassi abituale di dettare a un amanuense. Porfirio riferisce inoltre, che egli non modellava le
lettere, non curava l' ortografia, ne rileggeva quanto aveva scritto, anche per la sua debole vista . La sua
scrittura veniva di getto, quasi come se si limitasse a trascrivere complessi di pensieri già totalmente e
perfettamente organizzati nella sua mente.
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