Le scuole e la socializzazione
“L’individuo tuttavia non nasce membro della società. Egli nasce con
una predisposizione alla socialità, e diventa un membro della
società.” (Berger P., Luckmann T., La costruzione sociale della realtà, il
Mulino, Bologna 1969: p. 179)
“Con il termine socializzazione si vuole indicare proprio questo
processo complesso attraverso il quale l’individuo diventa un essere
pienamente sociale, si integra (in modo più o meno completo) in un
gruppo o in una comunità.” (Sciolla L., Sociologia dei processi culturali, il
Mulino, Bologna 2002: p. 219)
“La socializzazione è il processo attraverso il quale il bambino inerme
diviene gradualmente una persona consapevole di se stessa, preparata,
in grado di utilizzare efficacemente le capacità specifiche della
cultura in cui è nata”. (Giddens A., Sociologia, il Mulino, Bologna 1991:
p.68)
“I sociologi chiamano “socializzazione” quel processo di sforzi profusi
dei membri di una società che sono portatori dei suoi modi di vivere
dominanti al fine di plasmare i comportamenti e i valori dei suoi
membri meno integrati”. (Brint S., Scuola e società, il Mulino, Bologna
2007: p.151)
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“… Una continua identificazione reciproca tra noi: non solo viviamo
nello stesso mondo, ma partecipiamo l’uno nell’esistenza dell’altro …”
“L’individuo è un membro della società solo quando ha completato
questo grado di interiorizzazione. Il processo ontogenetico attraverso
cui ciò avviene è la socializzazione, che può, dunque, essere definita
l’insediamento, completo e coerente, di un individuo nel mondo
oggettivo di una società o di un suo settore.
La socializzazione primaria è la prima socializzazione che un
individuo intraprende nell’infanzia, attraverso la quale diventa un
membro della società.
Socializzazione secondaria è ogni processo successivo che introduce
un individuo già socializzato in nuovi settori del mondo oggettivo della
società.” (Berger P. e Luchmann T., La costruzione sociale della realtà, il
Mulino, Bologna 1969: p. 180)
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Socializzazione primaria – produce un mondo tout court – IL MONDO
BASE
Socializzazione secondaria – i sottomondi istituzionali o fondati su
istituzioni – realtà parziali caratterizzate dai componenti
NORMATIVE, AFFETTIVE E COGNITIVE: acquisizione della
conoscenza legata ad un RUOLO.
I ruoli sociali
- Diverse posizioni sociali → status
- Status ascritti ↔ status acquisiti
- I status → carattere statico → etichetta di riconoscimento
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- Il ruolo → comportamento legato ad un determinato status:
“L’insieme di modi di agire che di una data società sono considerati
caratteristici della condotta delle persone nell’esercizio di una
particolare funzione.”
(Rocher G., in Ghisleni M., Moscati R., Che cos’è la socializzazione?,
Carocci, Roma 2002: p. 43)
- ad ogni status → diversi ruoli → complesso /set di ruoli
“Perché un sistema sociale funzioni in modo coerente è necessario che
i suoi membri siano dotati di personalità, che hanno fatto propri i valori
e le norme di una cultura comune.” (Jedlowski P., Il mondo in questione,
Carocci, Roma 2002: p.215)
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- i ruoli  insiemi di comportamenti regolati da norme, attraverso i
quali l'individuo agisce con gli altri  gli status
- ruolo  carattere normativo, dimensione dinamica dello status
- status  insieme dei ruoli che un individuo ricopre  posizione
nella struttura sociale
- reciprocità nella interazione degli “status-ruoli”  unità del
sistema sociale  condivisione di simboli comuni
- il concetto di istituzione  sottounità del sistema sociale che
implicano più ruoli interagenti tra loro (famiglia, scuola …)
- Talcott Parsons, Il sistema sociale, Comunità, Milano, 1981: il
concetto delle variabili strutturali (pattern variables)
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Tipologia dei concetti detti “variabili strutturali” (pattern variables) per
distinguere diversi tipi di ruoli:
- ruoli universalistici → è richiesta l’applicazione delle regole generali
al di là dei contesti e delle persone con cui si interagisce
- ruoli particolaristici → i ruoli che si esercitano con l’instaurazione
di rapporti speciali caso per caso
ESPRESSIVE
(Gemeinschaft/comunità)
attribuzione/ascrizione
diffusione
affettività
particolarismo
collettività
STRUMENTALI
(Gesellschaft/società)
realizzazione/acquisizione
specificità
neutralità
universalismo
individuo
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Interazionismo simbolico
- capacità del singolo di immedesimarsi nella prospettiva del proprio
simile → interpretazione delle aspettative
- di conseguenza l’identità si presenta in quanto tendenzialmente
imprevedibile e mutevole
- Goffman E.: l’identità come maschera → rappresentazione teatrale
della realtà
- L’identità → il tessuto connettivo che tiene insieme le diverse parti
della personalità
- Distinzione tra CONCEZIONE DI SE’ (l’insieme dei valori e
aspirazioni di fondo percepiti dall’individuo) e IMMAGINE DI SE’
(l’apparire in una data circostanza)
- La crisi dell’individuo: incongruenza tra concezione di sé e
l’immagine di sé
- Identità personale (concreta) ↔ identità sociale (anonima)
- L’influenza della società nel consolidamento delle identità incerte
(donne, immigrati)
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Socializzazione primaria
-
primi anni di vita
inevitabilità / positività
identificazione della “casa propria”
identificazione con i modelli rappresentanti degli adulti → “l’altro
significativo”
componenti emotive → personalità di base
progressivo riconoscimento della rilevanza dei comportamenti e
atteggiamenti (ruoli) di importanza generale → “altro
generalizzato”
collocazione dell’individuo dentro la dimensione sociale
complessivamente intesa
formazione della personalità di base dell’individuo
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Socializzazione secondaria
- il primo ingresso del bambino / bambina nella scuola elementare
- adeguamento dell’individuo alle diverse realtà sociali con le quali
interagisce
- processi di interiorizzazione dei contesti istituzionali – identificazione
con i nuovi ruoli
- transizione da una realtà ad altra → “riti di passaggio” → momenti
di crisi
- l’implicazione affettiva diminuisce
- (tranne nei casi come il matrimonio)
- riconoscimento per la funzione istituzionale → anonimità del ruolo
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Scuola – agenzia di socializzazione secondaria
- componenti educative, formative, istruttive della socializzazione
Educazione: la trasmissione di orientamenti di valore, principi
normativi e criteri di condotta;
Formazione: l’acquisizione di abilità pratiche e strumentali;
Istruzione: l’apprendimento di conoscenze generali e astratte
(occorrenti per padroneggiare linguaggi, simboli, immagini e concetti)
di metodi conoscitivi e di schemi di pensiero.
(Bottani N. nel Schizzerotto A., Barone C., Sociologia dell’Istruzione, il
Mulino 2006: p. 14)
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- acquisizione delle competenze per svolgere un ruolo sociale adulto
- creazione delle persone capaci di adeguarsi al mondo di lavoro
impersonale e perseguire gli interessi assieme o contro le altre
persone che non sono ne familiari ne amici intimi
- codici e procedure
→
prestazione e strumentalità AUTODISCIPLINA
- figura dell’insegnante → ruolo specifico / caratteristiche oggettive
di competenza → dipendenza da un’autorità impersonale
- indicazione degli obiettivi di apprendimento da raggiungere e mezzi
adeguati per loro acquisizione
- valutazione delle prestazioni → riconoscimento positivo o negativo
- presenza di altri coetanei
→
confronto / cooperazione
/competizione
- costruzione dell’identità e dell’immagine del sé → forte influenza
nel processo di sviluppo del soggetto
- agenti socializzanti: corpo docente e personale amministrativo –
autorità scolastiche; studenti → socializzati.
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Tre tipi di socializzazione nella scuola
- COMPORTAMENTALE,
- MORALE,
- CULTURALE
CONFORMITA’ COMPORTAMENTALE:
- il tentativo di influenzare i comportamenti → alunni disciplinati
CONFORMITA’ MORALE
- il tentativo di influenzare i valori morali → alunni buoni
- senso di “azione giusta”, virtù e valori astratti
CONFORMITA’ CULTURALE
- il tentativo di influenzare gli stili culturali → alunni integrati
- acculturazione → apprendimento di stili e punti di vista
socialmente approvati
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La socializzazione in prospettiva storica e comparata (Tabella I)
Quattro tipi ideali:
-
da villaggio
industriale
burocratico – aziendale o del consumo di massa
società d’élite
Le transizioni
I transizione: da villaggio alla fabbrica
II transizione: socializzazione burocratica – aziendale / consumo di
massa
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La socializzazione in aula
- messaggi socializzanti verbali e non verbali → confini
comportamentali accettabili → pratiche scolastiche quotidiane volte
a plasmare i comportamenti, le credenze e gli orientamenti
- nucleo centrale: norme scolastiche, pratiche consolidate (compiti
esami, mettersi in fila, categorie scolastiche, sfere di identità
specializzate … ), sostenute dalle sanzioni → “programma occulto”
di socializzazione nel tessuto dell’istruzione
- anelli dell’educazione morale
 esplicita → virtù morali (scuola primaria)
 implicita → lezioni etiche di letteratura e di storia,
modello dell’insegnante
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Il nucleo
- socializzazione ad un ordine impersonale → confini della condotta
legittima
Pratiche consolidate
→ regole scolastiche → prerequisito della vita burocratica (lavoro,
interazione, autorità)
Programma occulto
→ pratiche consolidate e attività ricorrenti → abituarsi alla pazienza,
la negazione del desiderio, rinvio della gratificazione, gestione dei
ritardi, negazioni, interruzioni, distrazioni
→ valutazione in base alle prestazioni individuali
→ modello a tre fasi: compito/prestazione/valutazione → modello
sociale di successo
→ valutazioni: formali, pubbliche, cariche di conseguenze
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→ accettazione dell’autorità: obbedienza / sottomissione → “buone
abitudini di lavoro”
→ organizzazione temporale e spaziale della scuola → relazioni di
potere
Altri modi di orientamento
- appartenenza ad una categoria più ampia → distinzione tra le
persone e le posizioni sociali che esse occupano
- manifestazione delle parti specifiche della propria personalità →
definizione della situazione
- pratiche ricorrenti basate sulla varietà e sulla scelta → dimensione
consumistica
- importanza della scolarizzazione
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Le scuole e le famiglie come sedi di socializzazione (Tabella II)
- le aule scolastiche → le prime burocrazie orientate alle prestazioni,
autorità formali e relativamente distanti
- maestri come primi “datori di lavoro”, compiti come “prime
occupazioni”
- legami impersonali, maggiore distacco, discontinuità annuale della
vita in aula
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Gli anelli esterni: l’educazione morale
- valori tradizionali → operosità, perseveranza, gentilezza,
compassione, onestà, l’equità, puntualità, responsabilità, tenacia,
audacia, coraggio
- valori “nuovi”:


autostima → riconoscimento
rispetto per la diversità
→ confini curricolari intorno all’educazione morale
→ attribuzione del controlli sull’educazione morale
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- conformismo, poca attenzione alla libertà di espressione e al
dissenso; ai valori estetici e intellettuali
- l’educazione alla cittadinanza
- variazioni tra i paesi
- istruzione secondaria e complessità morale
- insegnanti come modelli
- conformità morale ma anche diffidenza o rifiuto
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La socializzazione fuori dall’aula
Il cortile → reti sociali informali
-
l’adulto → sorvegliante
i bambini si relazionano tra di loro più liberamente
comunanza delle coorti ma senza legame parentale o di vicinato
capacità di giudizio, sviluppo delle strategie
“lavoro politico” → presa delle posizioni, costituzione delle
alleanze, gestione dei conflitti latenti e manifesti
- ambiente non privo di stratificazione → visibilità maggiori di certi
tipi di disuguaglianze → divisioni sociali del cortile → sviluppo
delle abilità emotive
- arena di sperimentazione e cambiamento
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La società adolescenziale e le scuole
- il gruppo dei pari
- rapporto tra famiglia/scuola/comunità locale/gruppo amicale
- le fonti dello status
- culture antiscolastiche
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Tabella 1. Modelli di socializzazione e sistemi scolastici per tipi di ambiente
(Brint, 2006; p. 157)
Tipo di ambiente
Conformità
Conformità morale
Conformità culturale
comportamentale
Da villaggio/
rurale
Relativamente debole
Relativamente scarsa
Ritmi di vita rurali
Industriale
Importanza elevata ed
esplicita
Importanza elevata ed
esplicita
Produzione industriale,
costruzione delle
nazioni
Burocratica –
aziendale /
consumo di
massa
Radicata nelle regole e
nelle pratiche
Importanza
relativamente bassa,
pluralismo
Vita organizzativa
impersonale,
pluralismo culturale,
consumismo
Elitario
Largamente implicita
(influenza della
condotta)
Relativamente forte e
altamente ritualizzata
Preparazione per il
mondo del potere e
dello status elevato
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Tabella 2. Differenze strutturali fra aule scolastiche e le famiglie
(Brint, 2006, p.174)
Aule scolastiche
Famiglie
Promozione annuale
Nessuna promozione annuale
Dimensioni relativamente grandi
Dimensioni relativamente piccole
Composizione eterogenea
Composizione omogenea
Interruzione delle relazioni
Continuità delle relazioni
Elevato rapporto bambini/adulti
Basso rapporto bambini/adulti
Prevalenza di individui di età omogenea
Combinazione di individui di età diverse
Ventaglio ristretto di attività e eventi
Ampio ventaglio di attività ed eventi
Poca riservatezza e privacy
Qualche riservatezza e privacy
Trattamento specifico degli individui
Trattamento diffuso degli individui
Valorizzazione delle prestazioni
Valorizzazione degli effetti
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Tema per la tesina:
La scuola e le tre conformità: comportamentale, morale e culturale.
Analizzo diversi modelli della scuola primaria confrontando i racconti
dei miei nonni / di altre persone anziane a me vicine, con le mie
esperienze.
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