Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 14 Equilibrio economico generale (efficienza nello scambio) e fallimenti del mercato Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo Efficienza La parola efficienza ha vari significati: • EFFICIENZA PRODUTTIVA. Si ha quando non è possibile aumentare la quantità prodotta se non aumentando l’impiego di un input.. • EFFICIENZA ECONOMICA (O TECNICA). Si ha quando non è possibile aumentare la quantità prodotta se non aumentando il costo. La condizione che la identifica è SMST = prezzo relativo dei fattori. • EFFICIENZA ALLOCATIVA NELLA PRODUZIONE. • EFFICIENZA ALLOCATIVA NELLO SCAMBIO. Si ha quando non è possibile aumentare la produzione di un bene senza ridurre quella di un altro bene. Si ha quando, date le quantità dei beni possedute dagli individui (dotazioni), non è possibile scambiare beni in modo da aumentare l’utilità di un individuo senza ridurre quella di un altro. Il criterio di Pareto Le varie nozioni di efficienza che abbiamo visto forniscono dei criteri parziali per ordinare le allocazioni: in particolare, ogni allocazione inefficiente è “dominata” dalla corrispondente allocazione efficiente, che le è preferibile. Possiamo allora limitare il problema dell’ordinamento delle allocazioni alle sole allocazioni efficienti. Un passo avanti può essere fatto utilizzando il cosiddetto “criterio di Pareto ”. Esso afferma quanto segue: Un’allocazione A è superiore a un’altra allocazione B, se almeno un soggetto preferisce A a B e nessuno preferisce B ad A (e viceversa). Se qualcuno preferisce A a B e qualcun altro preferisce B ad A, le due allocazioni sono inconfrontabili. Il criterio non consente di ordinare tutte le allocazioni. Il diagramma “a scatola” La “scatola” è un rettangolo con base lunga e1 e altezza lunga e2. Viene costruita sovrapponendo due grafici cartesiani (il secondo “rovesciato” in modo che l’origine sia in alto a destra) Sul grafico con l’origine in basso sono misurate le quantità dei due beni distribuite al primo soggetto ; sull’altro grafico quelle distribuite al secondo soggetto. y12 Ogni punto della scatola, 0 come il punto A o il punto B e2 (o anche i punti sui bordi o y22 sui vertici), è un’allocazione A in cui si distribuisce tutto. y21 Ma solo alcuni punti sono B e1 “Pareto-ottimali”. Come possono essere 0 y11 identificati? Le allocazioni Pareto-ottimali Per vedere se un’allocazione (un punto della scatola) è o no Pareto-ottimale, si devono tracciare in quel punto le curve di indifferenza dei due soggetti (naturalmente, quelle del secondo soggetto sono “a rovescio”. L’allocazione A non è ottimale : ci sono allocazioni, come B, preferite da entrambi i soggetti (tutte quelle comprese tra le due curve di indifferenza). y12 0 E ci sono allocazioni, come C, preferite da un soggetto C e indifferenti per l’altro. y22 L’allocazione P è ottimale B P (anche se è inconfrontabile y21 A con le precedenti). Non esistono, infatti, allocazioni superiori a P. 0 y11 Riallocazioni e scambio Nel diagramma a scatola le allocazioni ottimali sono identificate dal fatto che le curve di indifferenza dei due soggetti sono tangenti. L’allocazione P è ottimale: qualunque “riallocazione” (spostamento da P) farebbe stare peggio uno dei due soggetti, o entrambi Non ci sono riallocazioni volontarie a partire da P. y12 Se invece si trovano in una 0 allocazione non ottimale come A, i due soggetti posy22 sono accordarsi per passare a un paniere preferito da B P y21 entrambi, come B. A Il modo per realizzare questa riallocazione è un 0 y11 atto di scambio. La curva dei contratti L’insieme di tutte le allocazioni ottimali presenti nel diagramma a scatola (tutti i punti in cui le curve di indifferenza dei due soggetti sono tangenti) viene chiamato “curva dei contratti”. Il nome è giustificato dal fatto che, se si parte da un altro punto della scatola (non ottimale) è sempre possibile raggiungerne uno sulla curva attraverso uno scambio di beni tra i due soggetti. Per esempio, se ci si trova y12 0 inizialmente nel punto A (non ottimale) si può C4 y22 arrivare con uno scambio in C3 C2 un punto sulla curva tra C1 e C1 C (compresi, al limite, y21 2 A 0 y11 questi due punti), dove le due curve di indifferenza sono tangenti. Pareto-ottimalità ed equilibrio generale Ci sono al riguardo due risultati importanti, che vengono chiamati il primo e il secondo teorema dell’economia del benessere: PRIMO TEOREMA: Data una qualsiasi distribuzione iniziale delle risorse, le allocazioni realizzate da un mercato perfettamente concorrenziale in equilibrio generale sono Pareto-ottimali. SECONDO TEOREMA: Data una qualsiasi allocazione Pareto-ottimale, è sempre possibile identificare una distribuzione iniziale delle risorse tra i soggetti, partendo dalla quale il mercato concorrenziale realizza quell’allocazione. I due teoremi dell’economia del benessere sono la versione moderna dell’intuizione smithiana della “mano invisibile ”: ovvero che il mercato conduce a un risultato non migliorabile. Il primo teorema della economia del benessere Vediamo innanzitutto l’idea di base. (1) Per avere una allocazione ottimale i saggi marginali di sostituzione dei vari soggetti devono essere uguali tra loro. (2) Questo perché − come abbiamo visto − nelle allocazioni ottimali le curve di indifferenza sono tangenti. (3) Nell’equilibrio del mercato concorrenziale i saggi marginali di sostituzione dei vari soggetti sono tutti uguali al prezzo relativo. (4) Perciò questi saggi marginali di sostituzione cui arriva il mercato sono tutti uguali tra loro. Per illustrare l’idea con maggiore dettaglio dobbiamo descrivere un modello di equilibrio generale di “puro scambio”, in cui ogni soggetto ha una dotazione di beni e può scambiarli con gli altri in un mercato perfettamente concorrenziale. Equilibrio generale: un modello di puro scambio Adattiamo il diagramma a scatola, assumendo che ci sia un gran numero (n) di soggetti del tipo 1 (identici tra loro) che possiedono ciascuno una data quantità del bene 1, e lo stesso numero (n) di soggetti del tipo 2 che possiedono il bene 2. La dotazione iniziale per ciascun soggetto è il punto E. Il prezzo relativo misura l’inclinazione della retta del bilancio (che passa per E). Dati i prezzi, i soggetti 1 scelgono d1 0 A e i soggetti 2 scelgono B. Perciò si ha d2 > s2 e d1 < s1. La legge della domanda e dell’offerta farà scendere il prezzo A d2 p1/p2 relativo; la retta del bilancio ruota verso il basso; s2 B i punti A e B si avvicinano; il processo va avanti fino a 0 s1 che A e B si sovrappongono. E Equilibrio e ottimalità Il risultato finale del processo di aggiustamento del lucido precedente (guidato dalla legge della domanda e dell’offerta) è illustrato nel grafico. I movimenti del prezzo relativo hanno condotto i soggetti del tipo 1 e del tipo 2 nel punto C, dove ciascuno ottiene il massimo della sua funzione-obiettivo e le decisioni sono compatibili: d1 = s1 e d2 = s2 (c’è equilibrio). d1 In C, per i soggetti 1 si ha SMS1 = 0 p1/p2; e per i soggetti 2 si ha SMS2 = p1/p2. Perciò si ha anche SMS1 = SMS2: allora l’allocazione C è ParetoC ottimale (le curve sono tangenti). s2 d2 Questo risultato non è stato voluto E da nessuno, ma il mercato ci è arrivato da solo (ciascun agente ha 0 s1 perseguito il proprio interesse). Il secondo teorema della economia del benessere Come abbiamo visto, il secondo teorema afferma un risultato simmetrico rispetto al primo teorema (di cui ci siamo occupati finora): questa volta si vuole realizzare una particolare allocazione ottimale, per esempio il punto A del grafico, e si vuol fare in modo che il mercato ci arrivi. È sufficiente distribuire le dotazioni 0 iniziali in modo da mettere i nostri soggetti nel punto di partenza adatto. E Questo è qualsiasi allocazione, come E, che si trova sulla retta che passa per A e che ha come A coefficiente angolare il comune valore dei due SMS. Partendo da E il mercato arriverà 0 ad A (abbiamo visto in che modo). Ancora su equilibrio generale e ottimalità Finora abbiamo discusso l’ottimalità delle allocazioni realizzate dal mercato in un modello di puro scambio (senza produzione). Quando si considera il fenomeno della produzione, un requisito necessario per avere un’allocazione ottimale è che la produzione sia efficiente (perché?). Il secondo requisito è che la composizione dei prodotti sia tale che non sia possibile, cambiandola, aumentare l’utilità di qualche soggetto senza ridurre quella di qualche altro soggetto. DUE ESEMPI. 1. Il “mondo” descritto in precedenza. La condizione per l’ottimalità è SMS = Pm (notare che il mercato la realizza). 2. Una quantità data di lavoro va distribuita per produrre due beni per tanti consumatori identici. La condizione è SMT = SMS (anche stavolta il mercato la realizza − provare). Fallimento del mercato Con l’espressione “fallimento del mercato” (market failure) si intende una situazione in cui l’allocazione realizzata dal mercato non è Pareto-ottimale PRINCIPALI CASI DI FALLIMENTO DEL MERCATO: 1. Concorrenza imperfetta. 2. Esternalità. 3. Beni pubblici. Esternalità c’è una esternalità ogni volta ogni volta che una decisione economica di un soggetto influenza l’utilità o il profitto di un altro soggetto per una via diversa da quelle del mercato. Le esternalità possono essere positive (accrescono l’utilità o il profitto) o negative (li riducono); possono essere anche reciproche. Le esternalità provocano fallimento del mercato perché rendono diverso il costo marginale sociale da quello privato e/o il beneficio marginale sociale da quello privato. p Cms ESEMPIO: una produzione che inquina. S Si ha Cms > Cm. Il prezzo rispecchia E Cm e non Cms. Il prezzo di mercato e p m) è minore del prezzo ombra (pe) e m M (p p la quantità prodotta (ym) è maggiore D di quella efficiente (ye). C’è una perdita sociale (area colorata). 0 ye ym y DEFINIZIONE: Effetti delle esternalità L’esempio precedente ha un significato generale: quando l’esternalità è negativa il mercato produce una quantità maggiore di quella ottimale (perché il mercato mette nel conto solo una parte dei costi: quelli privati e non quelli sociali). Vale anche il risultato reciproco: quando l’esternalità è positiva il mercato produce una quantità minore di quella ottimale (perché il mercato mette nel conto solo una parte dei benefici: quelli privati e non quelli sociali). p ESEMPIO: produzione di tecnologia. S Si ha Bms > D. Il prezzo rispecchia D E e non Bms. Il prezzo di mercato (pm) è pe Bms e) e la m M minore del prezzo ombra (p p quantità prodotta (ym) è minore di D quella efficiente (ye). C’è una perdita ym ye sociale (area colorata). 0 y Beni pubblici i beni pubblici sono identificati da due proprietà: (1) indivisibilità del beneficio : la stessa unità del bene può essere consumata da più di un soggetto senza che ciò riduca la sua utilità per i soggetti che la consumano; (2) non escludibilità dal beneficio : se una unità del bene viene offerta a un soggetto, viene automaticamente offerta (gratis) a tutti gli altri soggetti. Il Bms di un bene pubblico messo a disposizione di n soggetti è pari a n volte la sua domanda (basta che un solo soggetto lo compri ed esso è disponibile per tutti). Perciò il bene pubblico è una specie di super-esternalità positiva. Di solito il mercato non è in grado di produrre i beni pubblici (costano troppo rispetto a quel che il singolo è disposto a pagare) Per questo vengono prodotti (non sempre) dallo Stato (e finanziati col prelievo fiscale). DEFINIZIONE: