Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 16 2°Teorema economia benessere. Surplus produttore e consumatore. Esternalità e Beni pubblici Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza Economia del benessere (mercato e ottimalità) Il secondo teorema della economia del benessere 209 Come abbiamo visto (cf. LUCIDO 205), il secondo teorema afferma un risultato simmetrico rispetto al primo teorema (di cui ci siamo occupati finora): questa volta si vuole realizzare una particolare allocazione ottimale, per esempio il punto A del grafico, e si vuol fare in modo che il mercato ci arrivi. È sufficiente distribuire le dotazioni 0 iniziali in modo da mettere i nostri soggetti nel punto di partenza adatto. E Questo è qualsiasi allocazione, come E, che si trova sulla retta che passa per A e che ha come A coefficiente angolare il comune valore dei due SMS. Partendo da E il mercato arriverà 0 ad A (abbiamo visto in che modo). Corso di economia politica Economia del benessere (mercato e ottimalità) Ancora su equilibrio generale e ottimalità 210 Finora abbiamo discusso l’ottimalità delle allocazioni realizzate dal mercato in un modello di puro scambio (senza produzione). Quando si considera il fenomeno della produzione, un requisito necessario per avere un’allocazione ottimale è che la produzione sia efficiente. Il secondo requisito è che la composizione dei prodotti sia tale che non sia possibile, scambiandola, aumentare l’utilità di qualche soggetto senza ridurre quella di qualche altro soggetto. DUE ESEMPI. 1. La condizione per l’ottimalità è SMS = p1/p2 (notare che il mercato la realizza). 2. Una quantità data di lavoro va distribuita per produrre due beni per tanti consumatori identici. La condizione è SMST = SMS (anche stavolta il mercato la realizza − provare). Corso di economia politica Economia del benessere (valutare le allocazioni) Allocazioni “ottime” 104 Secondo il criterio di Pareto una allocazione è ottima quando non ci sono allocazioni superiori. DEFINIZIONE EQUIVALENTE: un’allocazione è ottima quando non è possibile far stare meglio un soggetto senza far stare peggio almeno un altro soggetto. (notare le analogie con le varie nozioni di efficienza) Chi decide se un soggetto sta meglio o peggio? È il soggetto stesso: il criterio fa riferimento alle sue preferenze. Ovvero, il criterio di Pareto non è “paternalista”. Perciò, per giustificare un cambiamento col criterio di Pareto occorre l’unanimità. Basta il veto anche di un solo soggetto perché il cambiamento non sia giustificato. Ovvero, il criterio favorisce lo status quo. Esistono infinite allocazioni ottime Corso di economia politica Economia del benessere (equilibrio parziale) 105 Surplus del consumatore Consideriamo una curva di domanda (individuale). Definiamo prezzo di riserva, e lo indichiamo con pd, il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare per acquistare una determinata quantità. Per esempio, per acquistare la prima unità del bene il prezzo di riserva è appena inferiore a pm; per acquistare la quantità ya il prezzo di riserva è pa. Se il prezzo di mercato è pa, il consumatore paga tutte le unità acquistate, tranne l’ultima, meno del loro prezzo di riserva (perciò ci guadagna). p Definiamo surplus del consumatore pm (Sc) la somma di tutti questi guadagni. Per ogni singola unità venduta è a A p d a data dalla differenza p − p . Può essere calcolato come l’area D(p) colorata del grafico: Sc = (pm − pa)ya/2. y 0 ya Corso di economia politica Economia del benessere (equilibrio parziale) Surplus del produttore 106 Consideriamo una curva di offerta (individuale). Definiamo prezzo di riserva dell’impresa, e lo indichiamo con ps, il prezzo minimo che essa è disposta ad accettare per vendere una determinata quantità. Di fatto il prezzo di riserva coincide col costo marginale; per vendere la quantità y* il prezzo di riserva è p*, ma per venderne di meno è inferiore (ps = Cm). Se il prezzo di mercato è p*, l’impresa incassa su tutte le unità vendute, tranne l’ultima, più del loro prezzo di riserva (perciò ci guadagna). p Definiamo surplus del produttore S(p) (Sp) la somma di tutti questi guadaA gni. Per ogni singola unità venduta è p* data dalla differenza p* − Cm. Può essere calcolato come l’area colorata del grafico: Sp = p*y*/2. y* y 0 Corso di economia politica Economia del benessere (equilibrio parziale) Il mercato concorrenziale e i due surplus 107 I due concetti di surplus valgono anche a livello di domanda e offerta di mercato (ne parleremo al plurale invece che al singolare). I due surplus sono sempre visualizzati dalle aree sotto la curva di domanda (quello dei consumatori) e sopra la curva di offerta (quello dei produttori). È facile verificare che il mercato concorrenziale, in equilibrio parziale, ha l’effetto di rendere massima la somma dei due surplus. Questo significa allora che l’alloca- p zione realizzata dall’equilibrio S(p) parziale concorrenziale è ottimale? E p * Per rispondere dobbiamo prima vedere come può essere identificata un’allocazione ottimale in un singolo D(p) y* y mercato. 0 Corso di economia politica Economia del benessere (equilibrio parziale) Prezzo ombra 108 Beneficio marginale sociale (Bms): è l’ammontare di risorse che la “società” è disposta a spendere per disporre di una unità in più del bene y. Costo marginale sociale (Cms): è l’ammontare di risorse che la “società” deve spendere se vuole disporre di una unità in più del bene y. Se si ha Bms > Cms, alla “società” conviene che la produzione del bene y venga accresciuta. Se invece si ha Bms < Cms, alla “società” conviene che la produzione del bene y venga ridotta. La quantità prodotta del bene y è perciò ottimale quando si ha Bms = Cms Prezzo ombra del bene y è il prezzo che, se venisse realizzato dal mercato, garantirebbe la produzione della quantità ottimale del bene y . È il comune valore di Bms = Cms. Corso di economia politica Economia del benessere (equilibrio parziale) Equilibrio del mercato e allocazioni ottimali 109 Il bene y è prodotto in un mercato perfettamente concorrenziale. Quanto costa alla società produrne una unità in più? Ovvero qual è il suo Cms? Risposta: quel che costa alle imprese che lo producono, ossia Cm. Dunque, in concorrenza si ha Cms = Cm. Perciò il grafico di Cms coincide con quello della curva di offerta. Quanto è disposta a pagare la società per una unità in più del bene y? Risposta: il prezzo(misurato sulla curva di domanda). p Perciò il grafico di Bms coincide con la curva di domanda. S = Cms Perciò il prezzo di equilibrio E p* coincide col prezzo ombra e l’allocazione realizzata dal D = Bms mercato (concorrenziale) è y* y 0 ottimale. Corso di economia politica Fallimento del mercato cap 12 - 16 Con l’espressione “fallimento del mercato” (market failure) si intende una situazione in cui l’allocazione realizzata dal mercato non è Pareto-ottimale PRINCIPALI CASI DI FALLIMENTO DEL MERCATO: 1. Concorrenza imperfetta (prossima lezione). 2. Esternalità. 3. Beni pubblici. Esternalità L’esternalità è l’effetto positivo o negativo di un comportamento di un soggetto su altri a fronte del quale non viene corrisposto alcun corrispettivo per il vantaggio o danno procurato. L’esternalità implica un problema di incompletezza dei mercati, dovuta dalla mancata assegnazione dei diritti di proprietà. Le esternalità possono essere positive (accrescono l’utilità o il profitto) o negative (li riducono); possono essere anche reciproche. Le esternalità provocano fallimento del mercato perché rendono diverso il costo marginale sociale da quello privato e/o il beneficio marginale sociale da quello privato. p Cms ESEMPIO: una produzione che inquina. S Si ha Cms > Cm. Il prezzo rispecchia E Cm e non Cms. Il prezzo di mercato e p m) è minore del prezzo ombra (pe) e m (p M p la quantità prodotta (ym) è maggiore D di quella efficiente (ye). C’è una ye ym y perdita sociale (area colorata). 0 Effetti delle esternalità L’esempio precedente ha un significato generale: quando l’esternalità è negativa il mercato produce una quantità maggiore di quella ottimale (perché il mercato mette nel conto solo una parte dei costi: quelli privati e non quelli sociali). Vale anche il risultato reciproco: quando l’esternalità è positiva il mercato produce una quantità minore di quella ottimale (perché il mercato mette nel conto solo una parte dei benefici: quelli privati e non quelli sociali). p ESEMPIO: produzione di tecnologia. S Si ha Bms > D. Il prezzo rispecchia D E e non Bms. Il prezzo di mercato (pm) è pe Bms e) e la m M minore del prezzo ombra (p p quantità prodotta (ym) è minore di D quella efficiente (ye). C’è una perdita ym ye y sociale (area colorata). 0 Diverse soluzioni 1. Pubbliche: attraverso la regolamentazione e l’imposizione di tasse; 2. Private: La definizione, l’assegnazione, la tutela e la commerciabilità dei diritti di proprietà ad inquinare è il fondamento di un “mercato delle esternalità”. • Lo Stato emana delle leggi che impongono di limitare l’emissione di sostanze inquinanti entro una certo limite o inserire l’obbligo dei biocarburanti per le flotte vincolate, con il risultato che le imprese reagiscono migliorando l’efficienza tecnologica che riduce le emissioni o porta al risparmio energetico, oppure investe in impianti di depurazione o impianti alimentati a fonti rinnovabili (IAFR). Soluzione privata • Il teorema di Coase è il presupposto teorico del protocollo di Kyoto che mostra come, a prescindere da chi detiene il diritto di proprietà se i costi di transazione sono irrilevanti, l’azione degli agenti inquinatori e inquinati con la negoziazione dei diritti permetta di raggiungere l’efficienza. 1. Regolamentazione dei flussi con imposizione di limiti di emissione per i paesi aderenti (applicato anche in UE ai diversi settori industriali attraverso il Piano Nazionale di Assegnazione); 2. Strumenti di flessibilità per creare un mercato dell’inquinamento con l’introduzione dei diritti negoziabili. Emission Trading System (ETS) • Un primo strumento di economia ambientale è ETS, un sistema Cap and Trade che prevede un limite di emissioni attraverso l’assegnazione di unità massime di emissioni che vengono distribuite ai paesi aderenti secondo criteri e periodi di temporali prestabiliti. • Operativo dal 2008, si basa su un rapporto di scambio di unità di emissioni tra stati nazionali. La commercializzazione, sebbene sia libera tra i partecipanti, vincola i paesi stessi a restituire a scadenza un numero di diritti ad inquinare (permessi) pari alle emissioni in eccesso registrate nel periodo di riferimento. • Se i permessi restituiti non fossero sufficienti a coprire le emissioni in eccesso vi sarebbero l’applicazione di sanzioni, mentre nel caso di surplus questi possono essere venduti o accantonati per gli anni successivi. Soluzioni Al fine del raggiungimento degli obiettivi ambientali l’Italia e le imprese soggette alla direttiva ETS hanno diverse tipologie di soluzioni: 1. Acquistare le unità di emissioni in difetto sul mercato borsistico (GME); 2. Effettuare interventi di Carbon Sink; realizzare progetti di efficienza energetica; investire in IAFR nel suolo nazionale, oppure all’estero attraverso i meccanismi di flessibilità previsti dal protocollo. Beni pubblici i beni pubblici sono identificati da due proprietà: (1) indivisibilità del beneficio : la stessa unità del bene può essere consumata da più di un soggetto senza che ciò riduca la sua utilità per i soggetti che la consumano; (2) non escludibilità dal beneficio : se una unità del bene viene offerta a un soggetto, viene automaticamente offerta (gratis) a tutti gli altri soggetti. DEFINIZIONE: Il Bms di un bene pubblico messo a disposizione di n soggetti è pari a n volte la sua domanda (basta che un solo soggetto lo compri ed esso è disponibile per tutti). Perciò il bene pubblico è una specie di super-esternalità positiva. Di solito il mercato non è in grado di produrre i beni pubblici (costano troppo rispetto a quel che il singolo è disposto a pagare) Per questo vengono prodotti (non sempre) dallo Stato (e finanziati col prelievo fiscale).