NUMERO SPECIALE / FUTURE AGING
inserto
mensile di
Dirigente
n. 4 / 2016
DIRIGIBILE
a cura di
Thomas Bialas
Segnali di futuro visti dall’alto #23
esploriamo il futuro grazie a:
FUTURE ECONOMY
p. 2/3
Sognando la nuova California
CENTO DI QUESTI ANNI
Non ho l’età?
Vado al massimo, vado a gonfie vele, cantava
Vasco Rossi. Come l’atleta pluridecorato nella
categoria master 100 Giuseppe Ottaviani:
cent’anni e non sentirli (li compie il 22 maggio).
Come la nonnina (da cronaca Usa) che per
festeggiare i suoi 90 anni si lancia con il
paracadute. Ultrasessantenni che prendono
lezioni di surf per imparare a cavalcare le
onde, che sfrecciano con casco e roller sulle
piste ciclabili, che entrano disinvolti in un
FUTURE OLDIES
p. 4/5
FUTURE SOCIETY
p. 6/7
Il nuovo vecchio in quattro profili
Controscenario:
Vivremo più a lungo?
centro di tatuaggi e piercing e che mandano
selfie dalla propria cabrio. Per non parlare del
Viagra, bestseller in tutto il mondo occidentale
per cui non pochi playboy ultra brizzolati ci
lasciano la pelle (o quasi) durante l’ennesimo
amplesso. Chi è giovane? Chi è vecchio? La
popstar Madonna va verso i sessanta. Lo
direste? Ma non è tanto una questione di
manifestazione esteriore ma di percezione
interiore: non sto invecchiando, al massimo
muoio! I nuovi free ager si liberano dal concetto
di terza età e gridano “la mia età non è terza a
nessuno”. La fine della civiltà industriale segna
anche la fine delle differenze generazionali
e dei cluster di appartenenza (nessuno fa
parte di nessun target, compresi i senior). Da
differenziazione a coetaneizzazione, insomma.
Segna anche la fine del “mi godo la pensione
e parto in crociera con la moglie”. E non tanto
perché la moglie ti molla per fare la donna
giaguaro (capita) ma perché siamo di fronte a
un cambio di paradigma. I giovani (quelli veri)
sanno che il diritto alla pensione e al lavoro
sono categorie esistenziali in via di estinzione
a cui non appellarsi più. Sanno che la vita
digitale è volatile e in continua evoluzione
o involuzione, fate voi. Di fronte a
quest’economia discontinua e complessa
non si risponde con il passato (dell’era
fordista) “largo ai giovani” ma con un
“largo a entrambi”. La futura impresa
ha bisogno che la giovinezza delle idee
si fonda con la saggezza delle decisioni
con team cross-generazionali. È ageless
management: la generazione di manager
senza generazioni. Il trionfo della gestione
trasversale. Siete pronti?
SAVE THE DATE
MINDUSTRY
MAI GESTITO OPERAI DEL PENSIERO?
5 MAGGIO 2016, MILANO
CFMT-FMT
HTTP://TINYURL.COM/HX4LH3V
Dirigente mensile di informazione
e cultura manageriale
editore Manageritalia Servizi
design: CoMoDo
2/3
FUTURE ECONOMY / SOGNANDO LA NUOVA CALIFORNIA
Tutti a parlare di anti aging (pratiche e cure anti età) e se invece parlassimo (ragionassimo) di pro aging:
l’invecchiamento non come un problema ma come una soluzione. Una nuova California dove tutto
diventa di nuovo possibile. Cosa? Il rilancio dell’economia. Sì, perché non le tecnologie ma l’invecchiamento della società sono l’opportunità di una nuova vitalità delle imprese. Un paradosso? In apparenza.
Solo con la saggezza dei vecchi possiamo affrontare e dominare le sfide della complessità del 21° secolo.
La sola energia dei giovani (peraltro spesso demotivati) non è sufficiente. L’imperativo del futuro è la
vecchia beatlesiana “all together now”.
LARGO ALL’
LARGO
INVECCHIAMENTO AI VECCHI
PRODUTTIVO
COLLABORATORI
La civiltà industriale ci ha abituato a
ragionamenti lineari: prima si studia, poi
si lavora, poi si fa carriera e poi si va in
pensione. Per mandare avanti la baracca
bastano e avanzano le nuove leve. In fondo
si tratta di perpetuare i soliti processi e
procedure della produzione di massa.
Eseguite e tutto andrà bene. Così si faceva.
Non più ora, nell’epoca di “disrupt or
die”. La futura multinazionale deve essere
multigenerazionale e senza schemi vecchio/
giovane e scatti di carriera/anzianità. La vera
innovazione sociale è un nuovo mindset
culturale di tutta la collettività: liberarsi
dalle sterili categorie vecchio/peso/problema
per approdare a una nuova economia
post-crescita più equilibrata e saggia che
si orienta a nuove concezioni di benessere
e convivenza sociale. E qui torna utile il
potenziale dei “grigi”, perché i nuovi vecchi
sono molto più flessibili dei loro antenati
dell’era fordista. Potremmo chiamarli
Silverpreneur: intraprendenti e con tanta
materia grigia.
http://tinyurl.com/jnts9xh
http://www.atto-tec.com
SCARICA LA MAPPA
Living longer. Aging well
http://tinyurl.com/zfvnc7j
L’economia complessa ha bisogno
della saggezza dei vecchi. Lo sa bene
l’imprenditore Loccioni (classe 1949),
che a casa sua, la sua azienda, spesso
citata a modello dai media, punta su
team crossgenerazionali incrociando
le età in modo anche radicale: neo
laureati ventiquattrenni con ex ingegneri
ottantenni. Giusto, perché farli lavorare
assieme produce la fusione fra entusiasmo
ed esperienza e dunque innovazione
ponderata. Giusto perché l’alleanza
generazionale non solo evita l’assurda
pratica della rottamazione applicata
al mondo animato ma evita anche
l’abbandono di cervelli spesso ancora in
ottima salute. Anche questa fuga va evitata.
DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
LARGO
AI VECCHI
IMPRENDITORI
LARGO
AI VECCHI
IMPROVVISATORI
Mi diverto, dunque lavoro, ancora. Mettersi
in proprio per la prima volta a 65 anni.
Why not? Sono molti i pensionati che
finita la carriera da dipendente avviano
imprese di successo, tra l’altro favorendo
nuova occupazione giovanile (un bel patto).
Uno di questi è Karl-Heinz Drexhage,
ex chimico ed ex docente dell’università
di Siegen che nel lontano 1999, dopo la
pensione, decise di tentare l’avventura
imprenditoriale. Oggi ha ottant’anni e
la sua creatura Atto-tec, specializzata in
vernici high tech, è sempre viva e vegeta.
Perché farlo? Per sentirsi vivi, per sentirsi
utili e per divertirsi. E non è lagnosa
retorica sdolcinata ma semplice verità.
La curiosità è il miglior farmaco contro
l’anzianità. Per giunta privo di effetti
collaterali.
Leonilda Tomasinelli è una signora di 96
anni ed è passata alla cronaca per avere
aperto il primo ristorante casalingo di
Genova. Tecnicamente “home restaurant”
(la propria casa diventa un ristorante
occasionale, aperto ai viaggiatori che
vogliono gustare la cucina casalinga
del posto). Insomma, nel suo caso, very
old sharing economy. Nuova economia
informale per i promotori, vecchia economia
illegale per i detrattori. Comunque sia,
nonna Leo ama preparare i piatti della
tradizione ligure: seppie con i piselli,
stoccafisso accomodato, panissa, polpettone,
varie torte di verdura, ravioli al tocco,
il minestrone di una volta, coniglio alla
genovese, focaccia al formaggio, farinata
e tanto altro ancora. Non è la sola. Molti
vecchi hanno capito che si può fare impresa
in modo non convenzionale anche non
sospettando che la formula, come business
model, si rifà a Uber o Airbnb, dove i
comuni mortali svolgono quello che
prima era riservato agli addetti ai lavori.
Concorrenza sleale? No, se la politica
riesce a regolamentare le nuove economie
improvvisate dai vecchi.
LARGO
AI VECCHI
CONSUMATORI
I vecchi aumentano e quindi aumentano
anche i consumatori vecchi con nuovi
bisogni da soddisfare. Per farlo bisogna
conoscerli. È possibile (in pillole di sintesi)
un glossario dei futuri comportamenti? Un
tentativo. Downaging: la vecchiaia percepita
scende e trasforma molti sessantenni in sani
e curiosi consumatori. Ageless Consuming:
l’età come criterio di differenziazione perde
rilevanza nelle scelte di consumo. Forever
Youngsters. Per la generazione “per sempre
giovani” la raggiunta età pensionistica
non è l’inizio della ritirata ma l’inizio di
nuove attività e sfide. E-health: la nuova
pratica della salute attraverso il supporto
e l’interazione di strumenti informatici
è molto praticata dai nuovi vecchi. Slow
Culture: si riscopre che il tempo e la lentezza
(contrapposti alla stressante era dell’iperflessibilità) sono il valore assoluto per
godersi la vita. Diversity: la molteplicità e
varietà (anche dell’età) come vera risorsa in
campo sociale e lavorativo. Liquid Youth:
mentre la società invecchia lo stile di vita
ringiovanisce (e questo in ogni ambito).
Healthness: la salute del corpo e della mente
come nuovo status symbol e mega mercato
del futuro.
4/5
FUTURE OLDIES /
IL NUOVO VECCHIO IN QUATTRO PROFILI
Come si comporta la futura terza età? A questa domanda cerca di rispondere il nuovo scenario
Digital Ageing, a spasso in una società senza età del Gottlieb Duttweiler Institute di Zurigo. In questa
infografica sintetizziamo i quattro profili da loro proposti. Potreste obiettare: ma in un’epoca priva di
segmentazioni e classificazioni socio-demografiche questi profili non sono cliché e dunque forzature?
Sì, lo sono, ma si rivelano comunque utili come stimolo di semplificazione dei comportamenti.
CONSERVATIVE AGING /
RITIRATA
VIVERE NELLE RETROVIE /
RESISTERE ALLA VECCHIAIA
Per loro gallina vecchia fa buon brodo. L’obiettivo è conservarsi senza
strafare e comportarsi in modo consono (se non ora quando?) per
l’età raggiunta. Non per forza devono collezionare francobolli e girare
impeccabilmente in giacca e cravatta, ma ci siamo capiti, no? Sono
i classici anziani. Indifferenti alle nuove tecnologie, poco flessibili,
radicati nelle abitudini della vecchia civiltà industriale e maldisposti
alle innovazioni. Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e
sociale l’unica è puntare su attività classiche come la cura dei nipoti o
nella migliore delle ipotesi come volontario “ammortizzatore sociale”.
REBEL AGING /
AUTOREALIZZAZIONE
VIVERE SOPRA LE RIGHE /
REINVENTARE LA VECCHIAIA
Per loro gallina vecchia fa casino. L’obiettivo è strafare e comportarsi
in modo spericolato (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per
forza devono avere piercing in ogni dove e girare vestiti da kitesurfer,
ma ci siamo capiti, no? Sono gli anziani che si ribellano all’età. Pronti
a sfruttare ogni ultimo attimo fuggente (compreso il sesso). Interessati
alle tecnologie ma solo come strumento per incrementare lo spasso
nel mondo analogico. Per utilizzare il loro potenziale a livello
economico e sociale bisogna coinvolgerli in sfide, anche in ambito
lavorativo, dove è richiesta energia e frizzante voglia di fare.
DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
PREDICTIVE AGING /
MANTENIMENTO
VIVERE IN PIENO CONTROLLO /
MONITORARE LA VECCHIAIA
Per loro gallina vecchia fa healthscore. L’obiettivo è monitorare le
prestazioni e comportarsi in modo predittivo (se non ora quando?)
per l’età raggiunta. Non per forza devono girare con gli occhi sempre
puntati sullo schermo dello smartphone per calcolare calorie, passi,
ore di sonno e predisposizioni genetiche, ma ci siamo capiti, no? Sono
anziani che “disciplinano” l’età grazie a big data e integratori. Disposti
a utilizzare ogni nuova tecnologia per prevenire (guai) o prevedere
(sempre guai). Per utilizzare il loro potenziale a livello economico
e sociale bisogna “egoisticamente” piazzare quelli più in forma in
posizioni dove la resistenza è richiesta (come per i giovani).
AGELESS AGING /
TRASFORMAZIONE
VIVERE OLTRE I LIMITI /
HACKERARE LA VECCHIAIA
Per loro gallina vecchia fa ingegneria genetica. L’obiettivo è alterare
le prestazioni e comportarsi in modo manipolativo (se non ora
quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono girare con protesi
cibernetiche o essere iscritti a qualche associazione transumanista,
ma ci siamo capiti, no? Sono anziani che rinnegano il concetto di età e
mortalità, pronti ad ogni esperimento per dominare l’invecchiamento
ed entusiasti degli investimenti della Silicon Valley in tecnologie
che promettono di prolungare la vita biologica. Per utilizzare il loro
potenziale a livello economico e sociale bisogna sfruttare la loro
predisposizione al cambiamento. L’unico problema: un eccesso di ego
(talvolta delirante).
6/7
FUTURE SOCIETY /
CONTROSCENARIO: VIVREMO PIÙ A LUNGO?
SEI VECCHIO
PER VIVERE
Anche se sei giovane. Dice il robot
insensibile alle beghe a cui è soggetto il
nostro corpo biologico. In primis il costante
litigio con i veleni che ci assillano. Sono
buone le fragole della Basilicata, ma se poi
ci finiscono i rifiuti tossici di qualche grande
impianto petrolifero (vedi recente scandalo
politico) beh, allora sono un po’ meno buone
e forse letali per la nostra salute.
Sono buone le mozzarelle della Campania,
ma se poi ci finiscono i rifiuti tossici della
terra dei fuochi (vedi perenne scandalo
politico) beh, allora sono un po’ meno
buone e forse letali per la nostra salute.
Niente di nuovo. Già nel 1923 quel
troppo spesso inascoltato Rudolf Steiner,
padre dell’antroposofia e dell’agricoltura
biodinamica, lanciò l’allarme: «Stiamo
avvelenando la terra e in futuro la terra
avvelenerà noi». La natura non è più da tanto
tempo la madre di tutte le cose che si offre
maternamente all’uomo, ma solo volgare
materia da stuprare. Può un sistema così
paradossalmente sbilanciato mantenere a
lungo se stesso? Probabilmente no. Vivremo
più a lungo? Noi no, ma loro (i futuri
replicanti alla Blade Runner) forse sì.
IL DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
LONGEVITÀ?
AH AH AH
Tutti gli scenari concordano: la vita media
aumenta di anno in anno. L’aspettativa di
vita cresce. C’è di che gioire credendoci.
E noi vogliano crederci. Perché dubitare e
mettere il dito nella piaga (o nelle pieghe)
della statistica (la pseudo scienza dei
furbetti)? La quale un pochino bara (o
semplifica) il confronto dei dati tra la vita
media attuale e quella dei secoli passati,
escludendo dai conteggi l’altissima mortalità
infantile, la morte per parto, le guerre,
l’estrema fatica cui era sottoposta la gente,
la poca igiene e la scarsa alimentazione. Ma
non è solo questo. Altri dati ci raccontano
un’altra storia. Ogni anno si ammalano in
Germania circa 500mila persone di tumore
(in Italia circa 400mila). In 10 anni fanno
5 milioni e in un secolo 50 milioni. Come
dire: un’intero paese malato. Per non parlare
della crescita esponenziale del diabete. E ci
fermiamo qui. Personalmente (non ha valore
statistico ma “me ne frego” privilegiando i
segnali deboli e fenomenologici) ho visto
in questi 10 anni morire un sacco di gente
intorno ai cinquanta-sessant’anni. Vivremo
più a lungo? Mah. Scienziati faciloni,
futurologi eccitati, transumanisti esaltati e
Silicon vallisti acclamati predicano la quasi
immortalità. Non subito, naturalmente.
Basta attendere, con pazienza, un pochino.
Il futuro e la longevità sono lì, a portata
di mano. Viene in mente uno scenario dei
primi anni 70 dell’allora più accreditato
istituto di futurologia del mondo, il
New York Hudson Institute, diretto da
Herman Kahn, che affermava che nel 2000
l’età media si sarebbe assestata sui 100
anni (fra l’altro con la forma fisica di un
trentenne). Voi ve ne siete accorti? E vi siete
accorti che la favola dei 100 anni circola
periodicamente con nuove enfasi fatte di
miracolose pillole che allungano la vita e
di miracolosi scienziati che accorciano il
dna (chi nasce oggi vivrà almeno 100 anni
titolano i giornali nelle pagine scientifiche
o di costume)? Qualcuno addirittura va
oltre dichiarando che nel 2045 gli umani
saranno immortali (storia di copertina di un
numero del Time). Beh, se poi anche Google
investe nella ricerca sull’invecchiamento
allora si può stare tranquilli, oppure no? Il
nostro pronostico (da leggere in futuro):
forse vivremo più a lungo, ma da malati e
passando un terzo dell’esistenza in uno stato
penoso dopati di farmaci. La vera domanda
del futuro non è infatti quanto vivremo, ma
quanto vivremo in salute.
BUON
APPETITO
Diceva il filosofo Feuerbach: “L’uomo
è ciò che mangia”. Complimenti allo
chef! In meno di mezzo secolo siamo
riusciti a devastare il corpo. Al grande
boom economico (accumulare denaro)
ha corrisposto fatalmente l’altrettanto
grande boom fisico (accumulare peso).
Non moriamo più di fame ma per troppa
fame. Non scoppiamo più di salute,
scoppiamo e basta. Non solo. Le grandi
conquiste della medicina che hanno (pare)
debellato molte malattie del passato sono
controbilanciate dalle nuove malattie della
civilizzazione e dell’alimentazione. Il cancro
(una delle principali cause di morte nelle
grandi metropoli occidentali) si alimenta
proprio con il cibo. Globesità: l’unica vera
globalizzazione che ha avuto finora luogo è
quella dell’obesità, equamente distribuita su
tutti i corpi del pianeta per un totale di circa
2 miliardi di persone in sovrappeso. Non
male. Di fatto una capitolazione. L’invasione
di cibi sospetti ha portato il corpo a una resa
incondizionata. Le allergie considerate un
tempo dai poeti un male aristocratico sono
diventate talmente popolari che in molti
paesi europei un bambino su tre ne è affetto.
Per non parlare delle più blande intolleranze
alimentari. Exit strategy? Mangiare di meno
per vivere di più.
COME INVECCHIARE SENZA DIVENTARE VECCHI
http://tinyurl.com/zbunm7e
LE ILLUSIONI DELLA SCIENZA
http://tinyurl.com/za2nchb
COCOON - L’ENERGIA DELL’UNIVERSO
http://tinyurl.com/j9b8tmr
DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
8
FUTURE AGING
I’M THE DIGITAL OLDIE
Lezioni d’invecchiamento digitale
La digitalizzazione della società comporta anche la digitalizzazione della vecchiaia a cui applicare le
stesse dinamiche di disintermediazione e smaterializzazione? E che vuol dire? Che le tradizionali fasi
della vita dell’era industriale (studio, lavoro, pensione) vengono scavalcate da una afasicità sociale.
I segnali non mancano. Intanto il futuro vecchietto digitale impartisce piccole lezioni.
LESSON 10
Non accetto lezioni da
nessuno. Autoapprendo
con lo scambio in rete.
LESSON 01
Vecchio lo dici a tuo nonno.
Io sono un “adulescente”
in piena forma.
LESSON 02
Non invecchio perché
periodicamente provvedo
all’upgrade delle mie facoltà.
LESSON 09
Volete fare qualcosa
di intelligente per me?
Investite nello smart aging.
LESSON 08
LESSON 03
Quotidianamente ridefinisco
il concetto di genere umano
sfruttando le tecnologie per
potenziare prestazioni fisiche
e intellettuali.
Per me non esiste un’età
pensionabile perché i raggiunti
limiti d’età non hanno senso.
LESSON 07
Sono generation e gender neutral
e la mia identità è un ibrido
svincolato da qualsiasi parametro
di classificazione.
LESSON 04
Ritirarsi? Fino alla fine voglio
imparare, lavorare e divertirmi.
LESSON 05
Da Airbnb a Uber: posso
guadagnare in molti modi
non “convenzionali”.
LESSON 06
Nessuno penserà a me:
né lo stato, né il welfare
e neppure la famiglia.
Diventare immortali in un corpo digitale
http://2045.com