Ilpensierodellabellezza18 ConKantilsoggettomodernodiventapienamentecoscientedisestesso.Ilmondonon parla,noncidicechecos’èecosadobbiamofare,perciòènecessariochelostabiliamo da noi, ma non in modo arbitrario. Come può esserci qualcosa stabilito da noi senza esserearbitrario?Nonèarbitrarioqualcosacheèvalidopertuttigliuomini.Oggettivoè dunque,insensonuovo,ciòcheèuniversalmentesoggettivo. Lo spettacolo della potenza del mondo è sublime, ma non divino. Dio non ci parla attraversoifenomeninaturali:ilfulminenoncicolpisceperpunircidellenostrecolpe.Il mondo èfenomeno, ci impressiona, ma non parla alla nostra coscienza: non ci giudica. Essa perciò si sente superiore alla natura, perché libera. E’ libera perché stabilisce oggettivamente(cioèinmodouniversalmentesoggettivo:ogniuomodiventalegislatore di tutta l’umanità) il proprio limite, la sua norma. Alla potenza creatrice di Dio fa da contraltarequellaautolimitatricedell’uomo.Perilrealismotradizionaleèilmondo(la realtà)checiparlaconlecoseecidicecomeè,lesueleggi.Noilericeviamo.ConKant invecel’uomodiventacoproduttoredellarealtà:ilmondonoilopercepiamonellospazio eneltempoequesteduecategorienonsonodelmondo,manostre.Sicchéilmondoche percepiamo (intuiamo) non è il mondo in sé (fuori dello spazio e del tempo), ma fenomeno.Cometale,cioècomefenomeno,possiamoconoscerlo(conoscerloinfattivuol direinserirneglieventineinostrischemispaziotemporali). Questa attività nella percezione della realtà pone l’uomo nella condizione di poter guardarealmondoinuncertomodo–epercosìdire‐allapari.Selaconcezionedella bellezzacambiainrapportoallacondizionechel’uomosentediaverenelmondo.Meno sisentedebole,menohabisognodiidentificarelabellezzaconunordinerassicurante dellecose,alpuntochepuòpercepirebelloildisordine,vedendolocomeoccasioneper affermare la sua forza ‐ libertà. La potenza soggettivizzata ‐ passata dalla natura all’uomo‐èlalibertà(nei termini che si è detto). Non è una potenza creatrice – come quellachecrealanatura–masiesprimenelporsidaséilpropriolimite.Allapotenza creatrice fa da contraltare la libertà morale. Ma qual è il carattere essenziale della moralità?L’autocoscienza:nonc’èagiremoralechenonsiacosciente. Lapotenzadivinaparlavadisestessaegiudicaval’uomoattraversoglieventinaturali. Oranonparlapiùdisé.Lanaturaènatura:nonpremiaopuniscegliuominiattraversoi fenomeni naturali. Può essere bella e sublime proprio perché non ha coscienza. Se l’avesse, se una tempesta o un fulmine fossero voluti dagli dei per punire gli uomini, alloralanaturasarebbenonbella,mabenevola,enonsublime,materribile.Maildivino nons’imponedasé,maèrichiestodalcuoredell’uomo. Così l’animo umano si conforta scoprendo un’analogia tra il principio morale e la bellezza:labellezzaèsimbolodellamoralità.Ilpensierosimbolicoidentificaleideedella ragione tramite intuizioni sensibili a esse analoghe (per es. quella di libertà con la vastità degli spazi, di potenza con l’immagine di una grande cascata, di tenacia con l’immaginediunalberoabbarbicatoauncostoneroccioso,ecc.).PerKantlalibertàsta nella morale e questa nell’autolimitazione della coscienza. Il piacere del bello sta nella scoperta di forme sensibili entro le quali l’anima‐ per così dire – sisenteacasasua.Il bello naturale è perciò piacevole (confortevole), mentre la moralità richiede fatica. Quellodelsublimederivadallasuperioritàchelacoscienzasentediaveresuifenomeni naturali.Mailbelloartistico?Essoèprodottodalgenio.Checos’èilgenio?Unelemento dinatura(unadisposizione)all’internodellacoscienza: “1)Ilgenioèiltalentodiprodurreciòdicuinonsipuòdareunaregoladeterminata,non un’attitudineparticolareaciòchepuòessereappresomedianteunaregola;per AlbertoMadricardo–Ilpensierodellabellezza2016‐20171di3 conseguenzal’originalitàèlasuaproprietà.2)Poichévipossonoessereanchestravaganti originali,isuoiprodottidevonoessereinsiememodelli,cioèesemplari;quindi,essistessi nonnatidaimitazione,devonotuttaviaservireperglialtriaciò,valeadirecomemisurae regola del giudizio. 3)Il genio stesso non può mostrare scientificamente come compie la suaproduzione,madarelaregolainquantonatura;perciòl’autorediunprodottononsa egli stesso come le idee se ne trovino in lui, né ha facoltà di trovarne a suo piacere o metodicamente delle altre, e di fornire agli altri precetti che li mettano in condizione di eseguireglistessiprodotti(…)Lanaturamedianteilgenionondàlaregolaallascienza, maall’arte,,eaquestasoltantoinquantodeveesserebella”I.Kant“Criticadelgiudizio,cit. p.166‐67) Dopo Kant questo dualismo per cui la nostra apprensione del mondo è l’effetto della sintesitraildatodiessoelenostrecategorieèmessoindiscussione.Lalibertànonpuò valeresoloperl’uomo,madevecostituirel’essenzadinamicadell’essere.Tuttol‘essere deve essere spirito, cioè processo di autosuperamento che dall’incoscienza va verso al coscienza.Essoèprodottodiunacoscienza(io)trascendentale(cioèapriori)chepone sestessa. Machecos’èlarealtà(costituitadamondoecoscienza)?RispondeFichte:èoriginaria, assolutaattivitàcreatrice,chiamataIotrascendentale(interessantequisegnalarechela potenza divina è intesa come produttrice di realtà e non come terrificante e punitrice). L’attivitàproduttricetrascendentalecreando,checosapone?Ilsuoopposto,cioèilNon –Io(l’oggetto) Posto che l‘Io sia il concetto supremo e che all’Io sia contrapposto un Non Io, è chiaro allorachequestononpotrebbeesserecontrappostosenzaesserepostoeanzinelconcetto supremo,nell’Io”(J.G.Fichte,“Dottrinadellascienza“Laterza,Bari1987,p.53) Mentre l’Io assoluto pone Io e Non ‐Io, (pone il Non –Io al quale si contrappone l’Io relativo)qualèl’attivitàdell’Iorelativo(cioèumano)?TogliereinfinitamenteilNon–Io, cioè superare sempre di nuovo le limitazioni della natura. L’universo è bello perché manifestazionedellapotenzadivina,lastessache,purlimitata,agiscenell’uomo. Il mondo è lo spettacolo della potenza creatrice. L’agire dell’uomo ne partecipa affermandolaproprialibertà.PerFichtelabellezzaèl'essenzainternaedassolutadiDio (l’Io assoluto, la libera forza creativa): la fonte originaria della bellezza è la forza creatricedell’Ioosoggettoassolutoedessasimanifestanell'animodicolorochenesono pervasi. L’attività creatrice (Io trascendentale) pone allo stesso tempo la realtà e la coscienza che deve percepirla (io empirico o coscienza umana) e si attua nel superamento,all’infinito,dell’ostacolodaessostessoposto. PerFichtelaconciliazionenelrapportotrasoggettoeoggettovienerinviataall’infinito. Resta la scissione tra natura e coscienza. Schelling invece pensa la conciliazione, l’identificazionetrasoggettoeoggetto:_ “possiamo chiamare natura l’insieme di tutto ciò che nel nostro sapere è meramente oggettivo; invece si chiama io o intelligenza l’insieme di tutto ciò che è soggettivo. I due concetti si sono contrapposti l’uno all’altro. L’intelligenza viene pensata originariamente come quel che esercita la sola funzione del rappresentare, la natura come quel che è semplicemente rappresentabile; quella come il conscio, questa come ciò che è privo di coscienza.(…) il concetto del soggettivo non è contenuto nell’oggettivo, anzi i due si escludonoavicenda.Ilsoggettivodevequindisopraggiungereall’oggettivo(…)Lanatura esisterebbe anche se non vi fosse nulla a rappresentarla” (“Sistema dell’Idealismo trascendentale”,Introduzione,§1EditoreRusconi,Milano1997p.53) perciò: “Il problema assume come primo la natura, o l’oggettivo. Quindi è indubbiamente un problemadellascienzadellascienzadellanatura,checosìprocede(…)Perfettateoriadella AlbertoMadricardo–Ilpensierodellabellezza2016‐20172di3 natura sarebbe quella in cui la natura si dissolvesse in un’intelligenza. I prodotti della naturainertieprividicoscienzanonsonochetentativifallitidellanaturaperrifletteresu se stessa; la cosiddetta natura morta è in generale un’intelligenza immatura, perciò nei suoifenomeniappare,ancoraincosciente,ilcarattereintelligente”(cit.p.55) L’assoluto,cioèl’identità tracoscienzaenatura,puòesserecoltosolonell’arte.Perché nell’arte, come aveva detto Kant a proposito del genio, l’elemento inconscio e quello consciosifondonoinsiemeinmodoindistinguibilenell’operadell’artista. L’arte ‐ secondo Schelling ‐ è la vera filosofia perché in essa si fondono ispirazione inconsapevoleedelaborazioneconsapevole.Anchel’artistanonconoscetuttiipossibili significati dea sua opera (come del resto chi agisce non può prevedere tutti i possibili effettidellasuaazione).Perl’artistal’accidentecheglivieneispiratoèsostanza.Lacosa (per, es. la statua) fisicamente plasmata dall’artista è per lui un oggetto, ma questo oggettoèlasuastessaanima.L’improntaperfettanellamateriadellospirito,siesprime nell’unità compiuta dell’opera d’arte. Nell’opera, l’artista “annienta” l’oggetto togliendoglilasuaestraneità:rovescialasuainterioritànell’esterioritàdellamateria. “se rifletto semplicemente sull’attività oggettiva come tale, nell’io vi è solo necessità naturale;seinveceriflettosolosuquellasoggettiva,c’èunicamenteunvolereassolutoil quale,secondolasuanatura,nonhoaltrooggettochel’autodeterminareinsé;infine,se rifletto sull’attività che, superate entrambe, determina simultaneamente l’attività sia oggettiva che soggettiva, allora nell’io vi è libero arbitrio e, con questo, la libertà del volere”(Schelling,cit.p.485) “l’oggetto sul quale si esercita l’agire e l’agire stesso sono un unico, cioè sono entrambi solounintuire”(ivi.p.489) “Ora,nelconcettodifelicità,seanalizzatorigorosamente,nonvieneconcepitoaltroche proprio l’identità di quanto è indipendente dal volere con il volere stesso(…) Entrambi devonoesseresemplicementeunacosasola,dimodochenonsiapossibiletraloroalcun rapportosintetico,simileaquellosussistentetracondizionanteecondizionato,maaltresì in una maniera tale che ambedue non possano esistere indipendentemente l’una dall’altro”(ivip.491) Lafelicitàstadunquenell’identitàtrasoggettoeoggetto,tracoscienzaemondo. AlbertoMadricardo–Ilpensierodellabellezza2016‐20173di3