LA CRISI DEI PITAGORICI LE RADICI QUADRATE E I NUMERI IRRAZIONALI di Vittoria Gattini 2^ G CHI ERANO I PITAGORICI? Il primo organico tentativo di dare una fondazione della matematica fu probabilmente quello della scuola pitagorica il cui assunto di partenza è che: alla base di tutto è il numero. Tutto è numero. La scuola pitagorica era una setta mistico-religiosa che si sviluppò in Grecia ed in Italia (Crotone), tra il 570 ed il 500 a.C., attorno ad un mitico personaggio chiamato Pitagora. Le idee di tale scuola sono di fondamentale importanza per la storia della cultura occidentale perche da esse iniziera quel processo che trasformera in una scienza razionale quelladisarticolata raccolta di risultati dettati dall'esperienza che era la scienza pre-ellenica. Naturalmente non bisogna immaginare i pitagorici come scienziati campioni di razionalismo. Il carattere mistico di questa scuola era fortissimo, siamo in presenza di una vera e propria setta religiosa (e politica) che credeva,tra le altre cose, che le anime dei morti si reincarnassero negli animali. Anche le "regole" di tale setta ci appaiono notevolmente bizzarre. LE REGOLE DEI PITAGORICI • Astieniti dalle fave • Non raccogliere ciò che è • • • • • • caduto Non toccare un gallo bianco Non spezzare il pane Non scavalcare le travi Non attizzare il fuoco con il ferro Non addentare una pagnotta intera Non strappare le ghirlande • Non sederti su di un boccale • Non mangiare il cuore • Non camminare sulle strade • • • • maestre Non permettere alle rondini di dividersi il tuo tetto Quando togli dal fuoco la pignatta non lasciare la sua traccia nelle ceneri, ma rimescolale Non guardare in uno specchio accanto ad un lume Quando ti sfili dalle coperte, arrotolale e spiana l'impronta del corpo. CHE COSA CRDEVANO I PITAGORICI? Nessuna menzogna accolgono in sé la natura del numero e l'armonia: non è cosa loro la menzogna. La menzogna e l'invidia partecipano della natura dell'illimitato, dell'intellegibile e dell'irrazionale. Nel numero non penetra menzogna, perche la menzogna è avversa e nemica della natura, così come la verita è connaturata e propria alla specie dei numeri...Nulla sarebbe comprensibile, né le cose in sé né le loro relazioni, se non ci fossero il numero e la sua sostanza. Tutte le cose che si conoscono hanno numero: senza il numero non sarebbe possibile pensare né conoscere alcunche. (Filolao) Da quel "tutte le cose che si conoscono hanno un numero" scaturiva poi il convincimento circa la struttura granulare e discreta delle figure geometriche e, più in generale, del mondo fisico. I Pitagorici si convinsero che l’universo si reggesse su accordi aritmetici. Tutto era riconducibile a semplici proporzioni ed era perfetto, cioè compiuto, dotato di capo e coda, come le corde della lira. Le misure con cui questi pensatori avevano trattato erano rappresentabili come interi o come parti ben delimitate di interi. Ad esempio, il numero 2/3 (due terzi) poteva essere visto come due lunghezze uguali allineate a formare un’unica lunghezza che poi veniva divisa esattamente in tre porzioni. Ovviamente, non è possibile nella pratica quotidiana dividere una lunghezza esattamente in tre parti; lo si può fare solo in via approssimativa. Questo tuttavia non conta; l’importante è sapere che la precisione può essere aumentata ad arbitrio e che, potenzialmente, quell’operazione perfetta è eseguibile. I Pitagorici, che sono stati tra i primi a scoprire il valore dell’astrazione matematica, sapevano bene queste cose. Ciò comportava, ad esempio, una concezione del segmento come insieme (finito) di puntiunità, punti che venivano intesi come veri e propri corpi con una determinata grandezza. Infatti era solo in base a tale ipotesi che i numeri interi potevano rappresentare lo strumento perfettamente adeguato alla descrizione della realtà, anzi, in un certo senso, venivano a coincidere con la realtà stessa. In tale modo la geometria non si considerava distinta dall'aritmetica e, in un certo senso, l'aritmetica assumeva una forma geometrica. Dei numeri infatti si dava una rappresentazione geometrica o, se si vuole, fisica, tramite una opportuna configurazione di punti-sassolino. Ad esempio i pitagorici avevano a che fare con numeri triangolari o quadrati o rettangolari... I NUMERI FIGURATI I NUMERI TRIANGOLARI E QUADRATI ALTRI NUMERI FIGURATI Numeri esagonali Numeri ottagonali I CONTRIBUTI ALLA MATEMATICA La chiarificazione della natura dei numeri si pose come domanda imprescindibile a Pitagora e ai suoi seguaci. Essi si interrogarono sulle proprietà dei numeri pari e dispari, dei numeri triangolari e dei numeri perfetti e lasciarono un'eredità duratura a coloro che si sarebbero occupati di matematica. Secondo il mito, ai pitagorici si devono le seguenti scoperte: che la somma degli angoli interni di un triangolo è pari a due angoli retti. Più in generale, nel caso di un poligono di n lati la somma degli angoli interni è uguale a 2n-4 angoli retti; che in un triangolo rettangolo, il quadrato costruito sull'ipotenusa è equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui cateti, ossia l'enunciato (ma non la dimostrazione) del teorema noto come teorema di Pitagora la soluzione geometrica di alcune equazioni algebriche; la scoperta dei numeri irrazionali; la costruzione dei solidi regolari IL TEOREMA DI PITAGORA LE COPPIE DI PRINCIPI Secondo i pitagorici esiste una coppia di principi. • L’Uno, o principio limitante • La Diade, o principio di illimitazione • I numeri hanno un principio: il pari e il dispari, fattori primordiali, da cui scaturiscono i numeri, a loro volta origine di tutte le cose. I numeri poi avevano una loro personalita: • i numeri dispari erano indissolubili, maschili, perfetti e benevoli; • i numeri pari erano invece scindibili e dunque femminili, imperfetti e doppi. • Un motivo è da ricercarsi nel fatto che i numeri erano disposti secondo una disposizione geometrica: i pari formano due file, mentre i dispari hanno sempre una punta. Una freccia allora potrebbe passare agevolmente fra i numeri pari, mentre sarebbe bloccata dai numeri dispari. I numeri pari allora, dando l'idea dell'illimitatezza, erano considerati imperfetti, mentre i numeri dispari, limitati, erano considerati perfetti. NUMERI PARI NUMERI DISPARI • I numeri pari, così disposti, fanno pensare ad un'"apertura": lasciando passare qualcosa che li attraversi danno l'idea dell'illimitatezza, e dunque erano considerati imperfetti, poiché solo ciò che è limitato è compiuto, non manca di nulla e quindi è perfetto. • Al contrario i numeri dispari sono chiusi, limitati, e dunque perfetti. GLI OPPOSTI PITAGORICI Poiché i numeri si dividono in pari e impari, e poiché i numeri rappresentano il mondo, l'opposizione tra i numeri si riflette in tutte le cose. La divisione tra i numeri porta quindi ad una visione dualistica del mondo, e la suddivisione della realtà in categorie antitetiche. Sono state individuate 10 coppie di opposti, conosciuti come opposti pitagorici: bene e male limite ed illimite dispari e pari rettangolo e quadrangolo 5. retta e curva 6. luce e tenebre 7. maschio e femmina 8. uno e molteplice 9. movimento e stasi 10. destra e sinistra 1. 2. 3. 4. I NUMERI IMPORTANTI Identificavano qualche attributo umano in molti numeri. $ l' uno era oggetto di una vera e propria venerazione, in quanto esprimeva l'unità originaria (monade) di cui tutti gli altri numeri, e quindi tutte le cose, erano composti. Esso non era considerato un numero dispari; $ il due, primo numero pari, esprimeva la contrapposizione al vero sapere, era considerato l'opinione; $ il quattro esprimeva la giustizia, perché era (escluso sempre l'uno) il primo quadrato perfetto; $ il cinque era considerato il matrimonio, in quanto unione del primo numero maschile e del primo femminile; $ il sei era associato al matrimonio ed alla salute perché è il prodotto del primo numero pari e del primo numero dispari; aveva inoltre il significato dell'equilibrio, simboleggiato da due priangoli accoppiati per le basi; $ il dieci (la sacra tetraktys, $$$$$$$$$), era l'unione dei primi quattro numeri (1 + 2 + 3 + 4). Ad essa i Pitagorici rivolgevano questa preghiera: «benedici noi, numero divino, tu che hai generato gli dei e gli uomini! Oh santa, santa Tetraktis, tu che contieni la radice e la fonte della creazione sempiterna! Poiché il numero divino inizia con l’unità pura e profonda, e raggiunge in seguito il Quattro sacro; poi genera la madre di tutto, la sacra decade che tutto comprende, il primo - nato, colui che non devia mai, e mai è stanco, il Dieci sacro che detiene la chiave di tutte le cose». MONADE PENTADE D I A D E TRIADE TETRADE DECADE GLI INCOMMENSURABILI Le concezioni dei pitagorici furono però ben presto messe in crisi dalla scoperta della esistenza di grandezze geometriche "incommensurabili". Ironicamente, tutto cio è conseguenza della geometria e dello stesso teorema di Pitagora. Quando Pitagora si rese conto che l'area del quadrato costruito sull'ipotenusa è la somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti era molto vicino alla verita che, sebbene le aree sono commensurabili, i lati non lo sono. PRESENTAZIONE POLYMATH SUI NUMERI REALI Fig. 50 Nel quadrato di lato unitario, 1 rappresenta la lunghezza del lato ed è, sulla retta numerica, la distanza dall'origine. La diagonale è lunga √2, ma è anche la distanza dall'origine, un numero che per i pitagorici non aveva diritto di esistere. Per loro, non trovava posto sulla retta numerica dove c'erano soltanto numeri interi e frazioni. Ma in questo modo scoprirono che la retta... era in realtà piena di buchi, molti inspiegabili buchi, fra un numero e l'altro. I NUMERI IRRAZIONALI • La scoperta dei numeri irrazionali viene tradizionalmente attribuita a Pitagora, o più precisamente al pitagorico Ippaso di Metaponto, che produsse una argomentazione dell'irrazionalità e di √ 2. Secondo la tradizione Ippaso scoprì i numeri irrazionali mentre tentava di rappresentare la √2 come frazione. • Tuttavia Pitagora credeva nell'assolutezza dei numeri, e non poteva accettare l'esistenza dei numeri irrazionali. Egli non era in grado di confutare la loro esistenza con la logica, ma le sue credenze non potevano tollerarne l'esistenza e, secondo una leggenda, per questo condannò Ippaso a morire annegato.. • Possiamo dimostrare l'irrazionalità di √2 con un origami La diagonale del quadrato di lato 12 è 12 √2 che è molto vicino a 17 Se √ 2 fosse un numero razionale , per esempio proprio 17/12 , la diagonale misurerebbe 17 , e piegando il lato sulla diagonale resterebbe un triangolo rettangolo isoscele di ipotenusa 7 e cateti 5 , per cui √2 sarebbe anche 7/5 ,mentre un numero razionale ammette un'unica rappresentazione sotto forma di frazione ridotta ai minimi termini,mentre qui 17/12 e 7/5 sono due numeri razionali distinti. Quindi √2 è un numero irrazionale Dimostrazione dell’irrazionalità di √2 Se √ 2 fosse un numero razionale , per esempio proprio m/n , la diagonale misurerebbe m, e riportando il lato sulla diagonale mediante un arco di circonferenza, resterebbe un triangolo rettangolo isoscele di ipotenusa n-(m-n) = 2nm e cateti m-n , per cui √2 sarebbe anche (2n-m)/(m-n) ,mentre un numero razionale ammette un'unica rappresentazione sotto forma di frazione ridotta ai minimi termini,mentre qui m/n e (2n-m)/(m-n) sono due numeri razionali distinti. Quindi √2 è un numero irrazionale Altra dimostrazione dell’irrazionalità di √2 Se m e n sono i più piccoli numeri primi tra loro tali che m2 = 2 n2 sovrapponendo i quadrati di lato n, risulta anche n2= 2 (m-n)2 mentre m e n erano gli unici per cui valeva m2 = 2 n2 quindi √2 è un numero irrazionale Costruzione di un segmento di lunghezza √ n Partiamo da un triangolo rettangolo isoscele con i cateti di lunghezza unitaria , l'ipotenusa sarà √2, facciamo diventare questa ipotenusa il cateto di un nuovo triangolo rettangolo con l'altro cateto unitario, ora l'ipotenusa sarà √ 3, ora facciamo diventare questa ipotenusa come cateto di un nuovo triangolo rettangolo con l'altro cateto unitario , l'ipotenusa sarà ora √4 ,ecc. Applicazione del teorema di Pitagora √2 √3 √4 √5 √6 √7 √8 √9 Rappresentazione geometrica di √n DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO • Nessun naturale ha come quadrato 2. Infatti,associando a ogni naturale il suo quadrato, si può notare che fra i quadrati il numero 2 non compare n 0 1 2 3 4 … n2 0 1 4 9 16 … • Nessuna frazione non apparente ha come quadrato 2. Supponiamo per assurdo che esista una frazione non apparente a/b, ridotta ai minimi termini, il cui quadrato sia uguale a 2, ossia tale che: (a/b)2=2 • Se a/b non è una frazione apparente,significa che a non è multiplo di b. • Ma allora neanche la frazione (a/b)2= 2a/2b può essere apparente; pertanto non può essere vera l’uguaglianza tra la frazione non apparente (a/b)2 e il numero naturale 2, che è una frazione apparente. POSSIAMO CONCLUDERE CHE NON ESISTE ALCUN NUMERO RAZIONALE IL CUI QUADRATO SIA UGUALE A 2; PERTANTO L’OPERAZIONE DI RADICE QUADRATA NON È INTERNA IN Q √2,√346,4√67.. FINE