Diapositiva 1 - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

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Corso di laurea in Servizio Sociale
Istituzioni di Economia
Consumatori, produttori,
efficienza e fallimenti dei mercati
(Capitolo 7 e
cenni ai capitoli 10, 11 e 22)
Equilibrio di mercato
Nella lezione precedente abbiamo studiato
come D e O determinano prezzo e quantità
di equilibrio.
Ma in equilibrio il benessere dei compratori e
venditori è massimizzato?
 L’equilibrio di mercato riflette il modo in cui i
mercati allocano le risorse scarse.
 L’economia del benessere analizza se
l’allocazione determinata dai mercati è
desiderabile.
Economia del benessere
L’Economia del benessere è lo studio del
rapporto tra l’allocazione delle risorse e
benessere economico.
Ci occuperemo di:
 Analizzare i benefici che compratori e venditori
traggono dal partecipare a un mercato.
 Determinare se l’equilibrio tra domanda e
offerta su un mercato massimizza il benessere
totale di venditori e compratori.
Economia del benessere
Occorre introdurre due concetti.
• Surplus o rendita del consumatore: misura il
beneficio che i compratori traggono dal
partecipare ad un mercato.
• Surplus o rendita del produttore: misura il
beneficio che i venditori traggono dal
partecipare ad un mercato.
Surplus del consumatore
Disponibilità a pagare è il massimo
ammontare che un compratore è
disposto a pagare per ottenere un
bene.
Misura il valore che il compratore
attribuisce al bene o al servizio.
Surplus del consumatore
Esempio: vendita di una copia
autografata di un disco di Elvis
Presley.
Indite un’asta e decidete di vendere il
disco a chi offre di più.
La disponibilità a pagare di quattro
potenziali acquirenti
Acquirente
Disponibilità a pagare
John
100
Paul
80
George
70
Ringo
50
Surplus del
consumatore
Iniziate l’asta partendo da 10 euro. Tutti sono
disponibili a pagare di più e il prezzo aumenta.
Arrivati a 81euro, solo John si offre di
acquistare il disco.
Il disco è finito nelle mani di chi attribuiva al
disco il valore più elevato.
Che beneficio ricava John dall’acquisto del disco?
Era disposto a pagare 100, paga poco più di 80,
avrà un SURPLUS di circa 20 euro.
Surplus del consumatore
Il surplus del consumatore è la
differenza tra il massimo che un
compratore è disposto a pagare per
un bene e il prezzo che paga
effettivamente.
Surplus del consumatore e curva di
domanda
Il surplus del consumatore è legato alla
curva di domanda.
La curva di domanda descrive le varie
quantità che i compratori sarebbero
disposti ad acquistare a differenti prezzi,
quindi, riflette la disponibilità a pagare
dei consumatori.
La disponibilità a pagare di quattro
potenziali acquirenti
Prezzo
Acquirenti
Quantità
Domandata
>100
Nessuno
0
tra 80 e 100
John
1
tra 70 e 80
John, Paul
2
tra 50 e 70
John, Paul, George
3
< 50
John, Paul, George,
Ringo
4
Misurare il surplus del
consumatore con la curva di
domanda
Prezzo
del disco
100
80
70
50
0
1
2
3
4
Quantità di
dischi
Misurare il surplus del consumatore con la curva
di domanda
Prezzo
del disco
100
surplus di John (20 euro)
80
70
P=80, Q=1
John era disponibile ad
acquistare per 100, paga 80,
ha un surplus di 20
50
0
1
2
3
4
Quantità di
dischi
Misurare il surplus del consumatore con la curva
di domanda
Prezzo
del disco
100
surplus di John (30 euro)
80
70
P=70
John era disponibile ad
acquistare per 100, paga 70,
ha un surplus di 30
50
0
1
2
3
4
Quantità
di dischi
Misurare il surplus del consumatore con la curva
di domanda
Prezzo
del disco
100
surplus di John (30 euro)
80
70
surplus di Paul (10 euro)
Ma se P=70 anche Paul è
interessato: era disponibile ad
acquistare per 80, paga 70, ha
un surplus di 10 euro.
50
0
1
2
3
4
Quantità
di dischi
Misurare il surplus del consumatore con la curva
di domanda
Prezzo
del disco
100
surplus di John (30 euro)
80
70
50
0
surplus di Paul (10 euro)
surplus del
consumatore
totale (40 euro)
1
2
3
4
Quantità
di dischi
Misurare il surplus del consumatore con la curva
di domanda
Prezzo
del disco
100
surplus di John (30 euro)
80
70
50
surplus di Paul (10 euro)
surplus del
consumatore
totale (40 euro)
Domanda
0
1
2
3
4
Quantità
di dischi
Surplus del consumatore e prezzo
Questo esempio ci permette di trarre la seguente
conclusione:
il surplus del consumatore è l’area compresa tra
la curva di domanda e il livello del prezzo.
 Un prezzo più basso farà aumentare il surplus
del consumatore.
 Un prezzo più alto farà ridurre il surplus del
consumatore.
Surplus del consumatore e prezzo
L’altezza della curva di domanda indica il valore
attribuito dal consumatore al bene, cioè la sua
disponibilità a pagare.
La differenza tra la disponibilità a pagare e ciò
che paga effettivamente è il SURPLUS.
Quindi, l’area sottesa alla curva di domanda
sopra il livello del prezzo rappresenta la
sommatoria di tutti i surplus di tutti gli
acquirenti del bene.
Surplus del consumatore e prezzo
I consumatori desiderano acquistare il
bene al prezzo più basso possibile.
Ma di quanto aumenta il benessere del
consumatore in seguito a una
riduzione di prezzo?
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
consumatore
Prezzo
Domanda
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
consumatore
Prezzo
P1
Domanda
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
consumatore
Prezzo
P1
A
B
C
Domanda
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
consumatore
Prezzo
P1
A
surplus
del
consumatore
iniziale
B
C
Domanda
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
consumatore
Prezzo
P1
A
surplus
del
consumatore
iniziale
B
C
P2
Domanda
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
consumatore
Prezzo
A
surplus
del
consumatore
iniziale
P1
B
P2
D
C
E
F
Domanda
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
consumatore
Prezzo
A
surplus
del
consumatore
iniziale
P1
B
P2
0
D
surplus
addizionale
dei
consumatori
iniziali
C
E
F
Domanda
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
consumatore
Prezzo
A
Surplus del
consumatore
iniziale
P1
P2
0
C
B
D
Surplus
addizionale
per il
consumatore
iniziale
E
Q1
F
Surplus dei nuovi
consumatori
che sono disposti ad
acquistare il bene perché il
prezzo è più basso.
Perciò quantità domandata
aumenta, passando da Q1 a
Q2.
Domanda
Q2
Quantità
Surplus del produttore
La disponibilità a vendere è il prezzo più basso
che ogni venditore è disposto ad accettare per
il proprio lavoro e che corrisponde al costo di
produzione del bene.
Esempio: siete proprietari di una casa e volete
farla tinteggiare. Vi rivolgete a 4 persone.
Ognuna è disposta ad eseguire il lavoro se il
compenso è maggiore del costo che sostiene
per eseguirlo
Il costo di quattro potenziali
venditori
Venditore
Costo
Mary
900
Louise
800
Carlo
600
Mimmo
500
Surplus del produttore
L’asta viene vinta da chi esegue il lavoro al
prezzo più basso.
Quando Mimmo offrirà poco meno di 600 (per
es. 599), rimarrà l’unico venditore sul mercato.
Quale beneficio ne ottiene?
Era disposto a lavorare per 500 euro, ne ottiene
poco meno di 600, ha un surplus di circa 100.
Surplus del produttore
Surplus del produttore è la differenza
tra il prezzo pagato al venditore e il
costo da lui sostenuto.
Surplus del produttore e curva di
offerta
Così come per il consumatore la curva di
domanda descrive la quantità che i compratori
sono disposti a acquistare a diversi prezzo, la
curva di Offerta descrive le quantità che i
produttori sarebbero disposti a vendere ai
differenti prezzi.
L’offerta può essere vista come misura del costo di
produzione. Poiché il costo del produttore è il più
basso prezzo che egli accetta, il costo è la misura
della sua propensione a vendere.
Tabella di offerta dei quattro
venditori
Prezzo
Venditori
Quantità
Offerta
< 500
Nessuno
0
Tra 500 e 600
Mimmo
1
Tra 600 e 800
Carlo, Mimmo
2
Tra 800 e 900
Louise, Carlo, Mimmo
3
>900
Mary, Louise, Carlo,
Mimmo
4
Misurare il surplus del produttore con la curva di
offerta
Prezzo della
tinteggiatura
900
800
600
500
0
1
2
3
Quantità di
case tinteggiate
Misurare il surplus del produttore con la curva di
offerta
Prezzo della
tinteggiatura
900
800
P=600, Q=1
Mimmo era disponibile a
lavorare per 500, ottiene circa
600, ha un surplus di 100
600
500
surplus di Mimmo (100 euro)
0
1
2
3
Quantità di
case tinteggiate
Misurare il surplus del produttore con la curva di
offerta
Prezzo della
tinteggiatura
P=800
Mimmo era disponibile a
lavorare per 500, ottiene 800,
ha un surplus di 300
900
800
600
500
surplus di Mimmo (300 euro)
0
1
2
3
Quantità di
case tinteggiate
Misurare il surplus del produttore con la curva di
offerta
Ma se P=800 anche Carlo è
interessato: era disponibile a
lavorare per 600, ottiene 800,
ha un surplus di 200 euro.
Prezzo della
tinteggiatura
900
800
surplus di Carlo (200 euro)
600
500
surplus di Mimmo (300 euro)
0
1
2
3
Quantità di
case tinteggiate
Misurare il surplus del produttore con la curva di
offerta
Prezzo della
tinteggiatura
$900
surplus del
produttore
totale (500 euro)
800
surplus di Carlo (200 euro)
600
500
surplus di Mimmo (300 euro)
0
1
2
3
Quantità di
case tinteggiate
Misurare il surplus del produttore con la curva di
offerta
Prezzo della
tinteggiatura
surplus del
produttore totale (500 euro)
Offerta
$900
800
surplus di Carlo (200 euro)
600
500
surplus di Mimmo (300 euro)
0
1
2
3
Quantità di
case tinteggiate
Surplus del produttore e prezzo
Questo esempio ci permette di trarre la seguente
conclusione:
il surplus del produttore è l’area compresa tra la
curva di offerta e il livello del prezzo.
 Un prezzo più alto farà aumentare il surplus del
produttore.
 Un prezzo più basso farà ridurre il surplus del
produttore.
Surplus del produttore e prezzo
L’altezza della curva di offerta misura il costo del
produttore, cioè la sua disponibilità a vendere.
La differenza tra la disponibilità a vendere e il
prezzo a cui effettivamente vende è il
SURPLUS.
Quindi, l’area sottesa alla curva di offerta sotto il
livello del prezzo rappresenta la sommatoria di
tutti i surplus di tutti i produttori del bene.
Surplus del produttore e prezzo
I venditori desiderano offrire il prezzo più
alto possibile dei beni che vendono.
Ma di quanto aumenta il benessere del
venditore in seguito a un aumento del
prezzo?
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
produttore
Prezzo
Offerta
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
produttore
Prezzo
Offerta
P1
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
produttore
Prezzo
Offerta
B
P1
surplus del
produttore
iniziale
C
A
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
produttore
Prezzo
Offerta
P2
B
P1
surplus del
produttore
iniziale
C
A
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
produttore
Prezzo
Offerta
P2
D
B
P1
surplus del
produttore
iniziale
E
C
A
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
produttore
Prezzo
surplus addizionale per
i produttori iniziali
P2
D
B
P1
surplus del
produttore
iniziale
E
Offerta
F
C
A
0
Q1
Q2
Quantità
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del
produttore
Prezzo
Offerta
Surplus addizionale per i
produttori iniziali
P2
P1
D
B
Surplus del
produttore
iniziale
E
C
F
Surplus dei nuovi produttori
che sono disposti a vendere
il bene perché il prezzo è
aumentato. Perciò la
quantità venduta aumenta
da Q1 a Q2
A
0
Q1
Q2
Quantità
Efficienza del mercato
Surplus del consumatore e del produttore sono gli
strumenti a cui ricorrono gli economisti per
misurare il benessere di compratori e venditori.
Surplus consumatore
Benessere compratori
Surplus produttore
Benessere venditori
Usandole insieme:
SURPLUS TOTALE
benessere complessivo
della società
Efficienza del mercato
Surplus consumatore =
valore per i compratori – prezzo pagato
Surplus produttore =
prezzo ricevuto dai venditori – costo per i venditori
SURPLUS TOTALE =
valore per i compratori – prezzo pagato
+
prezzo ricevuto dai venditori – costo per i venditori
Dato che P pagato dai compratori = P ricevuto dai venditori
Surplus totale = valore per compratori – costo per
venditori
Efficienza del mercato
Surplus totale =
valore totale dei beni per
compratori
–
costo sostenuto dai venditori per
produrre quei beni
Efficienza del mercato
Se il SURPLUS TOTALE è una misura del benessere
economico, questa misura ci aiuta a rispondere
alle seguenti domande:
l’allocazione delle risorse che si
determina in un libero mercato è
quella ottimale?
Siamo sicuri che il libero mercato porti
all’efficienza? O è necessario
l’intervento dello Stato per aumentare
il benessere economico?
Efficienza del mercato
Efficienza: la proprietà grazie alla quale
una società ottiene il massimo
possibile dalle proprie scarse risorse.
L’efficienza del mercato è raggiunta
quando l’allocazione delle risorse
massimizza il surplus totale.
Se un’allocazione non è efficiente, alcuni
benefici dello scambio tra compratori e
venditori non si realizzano.
Efficienza del mercato
Esempio: un’allocazione non è efficiente, se un
bene non viene prodotto al minor costo possibile.
In questo caso occorre spostare la
produzione da un produttore ad alto
costo a uno a basso costo.
Ciò fa diminuire il costo totale per i
venditori e quindi fare aumentare il
surplus.
(Surplus totale = valore per compratori – costo per venditori)
Efficienza del mercato
Esempio: un’allocazione non è efficiente, se un bene
non viene consumato dai compratori che gli
attribuiscono il massimo valore.
In questo caso, occorre trasferire il consumo
del bene dai compratori che lo valutano
poco a quelli che lo valutano molto.
Ciò fa aumentare il valore dei beni per i
compratori e quindi fa aumentare il surplus.
(Surplus totale = valore per compratori – costo per venditori)
Efficienza del mercato
Il mercato è efficiente se non c’è modo di
migliorare il benessere di qualcuno senza
peggiorare quello di un altro.
Dove c’è perfetta concorrenza e i mercati sono
completi, il benessere di una società è
misurato dalla somma del surplus del
consumatore e del surplus del produttore.
L’efficienza del mercato è raggiunta quando
l’allocazione delle risorse massimizza il
surplus totale.
Surplus del consumatore e surplus del
produttore in un mercato in equilibrio
Prezzo
A
D
Offerta
Prezzo di
equilibrio
E
Domanda
B
C
0
Quantità di
equilibrio
Quantità
Surplus del consumatore e surplus del
produttore in un mercato in equilibrio
Prezzo A
D
Offerta
Prezzo di
equilibrio
E
surplus del
produttore
Domanda
B
C
0
Quantità di
equilibrio
Quantità
Surplus del consumatore e surplus del
produttore in un mercato in equilibrio
PrezzoA
AE = compratori che
attribuiscono al bene un
valore>P;
acquistano il bene
surplus del
consumatore
Prezzo di
equilibrio
EB = compratori che
attribuiscono al bene un
valore<P;
non acquistano
D
Offerta
CE = produttori i cui costi<P;
vendono il bene
E
surplus del
produttore
ED= produttori i cui costi>P;
non vendono
Domanda
B
C
0
Quantità di
equilibrio
Quantità
Efficienza del mercato
Prima osservazione. Un libero mercato alloca l’offerta
di un bene a favore di quei compratori che gli
attribuiscono il valore più elevato, misurato in
termini di disponibilità a pagare.
Seconda osservazione. Un libero mercato alloca
l’offerta di un bene tra i venditori che possono
produrlo al costo più contenuto.
Terza osservazione. Un libero mercato produce la
quantità di beni che massimizza la somma del
surplus del consumatore e di quella del produttore.
Efficienza del mercato: prima osservazione
Un libero mercato alloca l’offerta di un bene a favore di quei
compratori che gli attribuiscono il valore più elevato, misurato in
termini di disponibilità a pagare
Prezzo
A
Consumatori con più alta disponibilità a pagare (A-E)
Offerta
Prezzo di
equilibrio
E
B
Domanda
0
Quantità di
equilibrio
Quantità
Efficienza del mercato: seconda osservazione
Un libero mercato alloca l’offerta di un bene tra i
venditori che possono produrlo al costo più contenuto
Prezzo
Offerta
D
Prezzo di
equilibrio
E
Domanda
Produttori con più basso costo (C-E)
C
0
Quantità di
equilibrio
Quantità
Efficienza del mercato: terza osservazione
Un libero mercato produce la quantità di beni che massimizza
la somma del surplus del consumatore e di quella del
produttore
Prezzo
In FG, valore compratore >
costo venditore.
Perciò, un aumento di Q fa
aumentare il surplus totale
L’equilibrio di mercato
(E) max il surplus totale
Offerta
Domanda
Prezzo di
equilibrio
In GH, Il valore compratore <
costo venditore.
Perciò, un aumento di Q fa
ridurre il surplus totale,
mentre una sua riduzione lo
fa aumentare
E
Valore per il
compratore
Costo per il
venditore
F
0
G
QE
H
Quantità
Efficienza del mercato:
conclusione
L’equilibrio di mercato massimizza surplus del
consumatore e del produttore: l’equilibrio è una
allocazione efficiente.
Pertanto, il mercato alloca le risorse in maniera
efficiente.
Perciò la maggior parte degli economisti
sostengono che il libero mercato sia il modo
migliore per organizzare l’attività economica.
Efficienza del mercato: La mano invisibile
Adam Smith sottolinea le virtù del mercato nel raggiungimento del bene
pubblico così:
“Siccome […] ogni individuo cerca per quanto possibile di
impiegare il suo capitale nel sostegno dell’industria
nazionale e di dirigere questa industria in modo tale che
il suo prodotto abbia il massimo valore, [egli] mira
soltanto alla sicurezza propria [...] e al guadagno
proprio; ed in questo [...] egli è guidato da una mano
invisibile a promuovere un fine che non rappresentava
alcuna parte delle sue intenzioni. Né è sempre un danno
per la società che quel fine non rientri nelle sue
intenzioni; nel perseguire l’interesse proprio egli
promuove quello della società più efficacemente che
quando realmente intenda promuoverlo” Smith (1776,
p.409)
67
Mercato, efficienza ed equità
La mano invisibile del mercato conduce
compratori e venditori ad allocare le risorse
in maniera efficiente.
MA i mercati garantiscono sempre
l’efficienza o possono “fallire”?
E l’efficienza garantisce anche l’equità?
Fallimenti del mercato
Per giungere alla conclusione che i mercati sono
efficienti, abbiamo fatto alcune ipotesi.
Ipotesi sono:
mercati concorrenziali
– concetto di concorrenza perfetta presuppone ampia numerosità degli
operatori, libertà di entrata/uscita, assenza di accordi, omogeneità dei
beni, perfetta informazione dei prezzi praticati.
completezza dei mercati
– La completezza dei mercati implica l’assenza di esternalità, beni
pubblici e asimmetria informativa
69
Fallimenti del mercato
Se queste ipotesi non vengono rispettate, la conclusione
potrebbe non essere valida e si verifica il “fallimento di
mercato”.
Pertanto, tali fallimenti derivano dal fatto che :
– difficilmente sono soddisfatte nelle economie concrete le
condizioni che garantiscono l’esistenza di un equilibrio di
concorrenza perfetta
– difficilmente i mercati sono completi per l’esistenza di
esternalità, beni pubblici e asimmetria informativa.
In questo caso il mercato non riesce a
raggiungere la condizione di efficienza.
Che fare in questo caso?
70
Fallimenti del mercato
Che fare in questo caso?
Per potere rispondere a questa domanda
occorre chiarire cosa si intende per:
• Assenza di concorrenza, ossia potere di mercato (1)
• Incompletezza dei mercati, ossia presenza di:
– Esternalità (2)
– Beni pubblici (3)
– Asimmetria informativa (4)
71
Fallimenti del mercato: Potere di mercato (1)
Se un mercato non è perfettamente
concorrenziale vi può essere potere di mercato.
 Il potere di mercato si ha quando
compratori o venditori sono in grado di esercitare un
controllo sui prezzi di mercato.
 Il potere di mercato può generare
risultati inefficienti e, di conseguenza,
fallimenti del mercato.
Ne parleremo in seguito ….. quando tratteremo il
monopolio
Fallimenti di mercato: esternalità (2)
Si ha un esternalità quando l’azione di un
soggetto influenza il benessere di un altro
soggetto senza che questo ultimo paghi o
riceva qualche compenso per tale effetto.
Quando l’impatto sul benessere di soggetti terzi è
dannoso, l’esternalità è detta esternalità negativa
(inquinamento, fumo, guida in stato di ubriachezza)
Quando l’impatto sul benessere di soggetti terzi è
benefico, l’esternalità è detta esternalità positiva
(attività di ricerca e sviluppo, vaccino contro malattie
infettive, giardino ben curato di un vicino)
Perché le esternalità portano al fallimento del
mercato?
 Gli individui operano con riferimento a costi e benefici privati;
 Costi e benefici privati e sociali divergono;
 Le esternalità rendono inefficace l’operare del mercato.
Risultato:
o in caso di esternalità negative il mercato produce una quantità
più elevata di quella socialmente desiderabile
o in caso di esternalità positive il mercato produce una quantità
più bassa rispetto a quella socialmente desiderabile
(Riferimento cap. 10 del libro)
74
Fallimento del mercato: Beni pubblici (3)
Beni con caratteristiche di:
– non rivalità
più soggetti possono beneficiare simultaneamente di quel bene
senza per questo ridurre l’utilità che essi traggono dal consumo
– non escludibilità
singoli individui non possono essere esclusi (o è molto costoso
farlo) dal consumo di tale bene
Esempi di beni non rivali e non escludibili



Un faro una volta che è costruito e funzionante, il suo utilizzo da
parte di una nave addizionale nulla aggiunge ai costi di gestione né
gli individui possono essere esclusi dal suo utilizzo.
La difesa nazionale: una volta che un paese ha provveduto alla
propria difesa, il costo aggiuntivo è nullo e tutti i cittadini ne
godono i benefici
Televisione pubblica …..
75
Perché la presenza di beni pubblici porta al fallimento
del mercato?
Sottoconsumo: anche se fosse possibile l’esclusione, richiedere
il pagamento di un bene non rivale impedisce ad alcuni di
godere di tale bene anche se il loro consumo del bene non
comporterebbe alcun costo marginale (inefficienza)
Offerta insufficiente: ma senza l’esclusione (cioè se non è
possibile imporre un prezzo) non vi sarà incentivo a produrlo
(inefficienza)
BISOGNA trovare dei metodi non di mercato per la
fornitura di questi beni.
(Riferimento cap. 11 del libro)
76
Fallimenti di mercato: informazione
imperfetta (4)
L’informazione è imperfetta o asimmetrica quando i
soggetti che partecipano allo scambio non hanno le
stesse informazioni: un contraente dispone di
informazioni che l’altro contraente non ha.
Esempi:
 A. Il contraente di una polizza assicurativa compie azioni
spericolate dopo avere firmato il contratto, senza che
l’assicuratore possa controllarlo.
 B. Un’impresa che assume un lavoratore non ha la possibilità
di controllare sistematicamente le sue azioni e il lavoratore
potrebbe chiacchierare invece di lavorare.
 C. Una società di assicurazione ha un problema di asimmetria
informativa se assicura la vita di un cliente senza sapere che è
malato di cuore.
Perché l’asimmetria informativa porta al fallimento del
mercato?
Il fallimento di mercato si concretizza in costi sociali legati all’esasperazione di
situazioni di rischio (esempio A) o all’assunzione di comportamenti
opportunistici individuali (esempio B) o ancora il prezzo di scambio
influenza la qualità dei soggetti nel senso che può condurre all’uscita
dal mercato dei soggetti di qualità migliore (esempio C)
A. Per esempio, nel settore delle assicurazioni la copertura assicurativa può
rendere le persone meno attente a prendere le precauzioni necessarie a
evitare un sinistro, cosa che aumenta la probabilità sociale dei sinistri.
B. Il comportamento opportunistico del lavoratore che non lavora produce
inefficienza che si ritorce su tutta la collettività.
C. Se una compagnia di assicurazione propone un premio che è una media
tra il premio per i soggetti ad alto rischio e quelli a basso rischio, gli individui
che hanno una bassa probabilità di ammalarsi (agenti migliori) tendono a
non assicurarsi, provocando un peggioramento della qualità scambiata sul
mercato.
Giustificazione dell’intervento
pubblico
La presenza dei fallimenti di mercato giustifica
l’intervento pubblico?
Si, ma è solo una delle motivazioni!
Se la politica economica fosse solo un correttivo di
fallimenti del mercato i suoi confini sarebbero molto
ristretti.
In realtà, vi sono almeno altre due ragioni che
giustificano un intervento pubblico più esteso:
• argomenti di natura etica: fornitura di beni meritori e
distribuzione equa;
• importanza delle istituzioni: garantire l’esistenza e il
funzionamento del mercato.
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Fornitura di beni meritori e distribuzione equa
Lo Stato, in quanto rappresentante di tutti i cittadini,
interviene nel mercato, anche a scapito
dell’efficienza, per promuovere obiettivi collettivi,
quali:
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–
sicurezza nella malattia,
formazione di capitale umano (istruzione)
controllo delle transazioni pericolose
sicurezza sociale
creazione di occupazione
regolamentazione di attività “sensibili” quali vendita di
droga, sangue, adozione, ecc.
Garantire l’esistenza e il funzionamento del mercato (1/2)
Vi è, infine, spazio per un terzo tipo di intervento:
l’attivazione di regole, leggi, organizzazioni, cioè istituzioni
capaci di generare nuovi mercati o migliorarne il
funzionamento.
Poiché questi interventi nella maggior parte dei
casi comportano una redistribuzione delle risorse
e dei diritti di proprietà, in uno stato democratico
debbono essere sostenuti da un processo
decisionale democratico, con sistema diretto o
rappresentativo.
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Garantire l’esistenza e il funzionamento del mercato (2/2)
Un esempio per chiarire il senso di queste politiche sono le
Politiche Regionali: attivazione di incentivi per lo
sviluppo economico di aree depresse.
Il diseguale grado di sviluppo tra Nord e Sud potrebbe non
derivare da un cattivo funzionamento del mercato, ma per
es. da diverse: dotazioni di risorse, attitudini all’attività
economica e istituzioni.
L’attivazione di incentivi per investire nel Mezzogiorno
(detassazione dei profitti reinvestiti, fiscalizzazione oneri
sociali, ecc.,) hanno l’obiettivo di modificare la convenienza
a investire al Sud, invece che al Nord.
Questi interventi non trovano giustificazione all’interno di una
logica di efficienza statica e sono redistributivi; sono,
invece, giustificabili in una prospettiva dinamica e di
sviluppo, poiché se hanno successo consentono di creare
maggiore sviluppo di cui beneficia nel lungo periodo tutto
il sistema economico.
Fallimenti del Mercato e dello Stato
Dall’analisi fin qui condotta è scaturita l’esigenza
dell’intervento dello Stato.
Una di queste motivazioni si riferisce al superamento
dei fallimenti del mercato.
L’idea è che lo Stato, avendo motivazioni e obiettivi di
natura pubblica anziché privata, sia capace di
superare i fallimenti stessi.
Si ipotizza, infatti, l’esistenza di un operatore che si fa
carico degli interessi dei singoli soggetti
economici, riflettendo in una funzione di
benessere sociale il pubblico interesse.
Fallimenti dello Stato (1/4)
Tale impostazione, però, non considera il
problema del grado di realismo delle ipotesi
sulle quali si basa.
Il sistema economico non è composto da cittadini
indistinti e quasi anonimi, così come si ipotizza, né i
responsabili della politica economica sono soggetti
anonimi.
Fallimenti dello Stato (2/4)
L’intervento pubblico nasconde spesso interessi di
parte dietro apparenti motivazioni di benessere
collettivo (teoria dei fallimenti dello Stato).
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–
Lo Stato non riuscirebbe ad esprimere un interesse
collettivo in quanto i gruppi d’interesse combattono per
ottenere con vari strumenti (lobbying, mezzi di
comunicazione, partecipazione diretta alla vita politica,
ecc.) diritti di proprietà su attività produttive, limiti ai
diritti altrui, risorse dal bilancio pubblico.
Anche i policy maker non sono soggetti anonimi, ma
politici e burocrati che possono perseguire i propri
interessi, confidando nella impossibilità da parte dei
cittadini di verificare la presenza di dolo o negligenza.
Fallimenti dello Stato (3/4)
In questo ambito sono state elaborate
varie teorie (la teoria della cattura; la
teoria del ciclo economico-politico;
la teoria economica della burocrazia)
che hanno il merito di far luce su
aspetti
importanti
dell’effettivo
operare dello Stato e danno sostegno
teorico alla politica di riduzione della
presenza pubblica.
Fallimenti dello Stato (4/4)
Fino a non molto tempo fa la dimensione e le
competenze dello Stato non erano poste in
discussione (almeno in Italia e Europa) MA
nell’ultimo quarto di secolo si è sviluppata una
critica sul ruolo dello Stato che ha condotto al suo
ridimensionamento ed a una nuova visione, oggi
piuttosto condivisa, secondo la quale è opportuno
lasciare più spazio alle scelte individuali e al
mercato, mentre l’intervento pubblico è giustificato
solo se aggiunge efficienza al sistema economico e
se assolve il proprio ruolo ridistribuivo.
Da una parte, la crisi economica ha spinto verso la direzione di
invocare un maggiore intervento dello Stato, d’altra, la
sempre maggiore sfiducia nella classe politica ha spinto in
direzione opposta.
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