Novara “re g i n a” tra le Città del Vino

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Corriere di Novara
LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015
CRONACA
LA CONVENTION DELL’ASSOCIAZIONE PER LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CUPOLA HA VISTO CENTINAIA DI DELEGATI DA TUTT’ITALIA
Novara “regina” tra le Città del Vino
La manifestazione ha toccato Vicolungo dove sono stati promossi i prodotti del territorio
n «Un ottima organizzazione
quella novarese che ha permesso di far conoscere a tutta
Italia un territorio forse fino
ad oggi considerato di nicchia
ma di gran qualità vinicola». Il
commento a fine di giornata di
Paolo Benvenuti direttore dell'Associazione “Città del Vino” sintetizza ben il successo
della giornata novarese, svoltasi ieri del sodalizio che raccoglie i Comuni enoici italiani. Ieri, domenica, Novara ha
infatti, ospitato l’Assemblea
Nazionale delle Città del Vino,
che ha visto riuniti i sindaci e
gli amministratori provenienti un po’ da tutta Italia, in rappresentanza degli oltre 450
Comuni associati nel nome
delle terre del vino. La riunione si è svolta nella Sala Arengo
del Broletto. I saluti del sindaco Andrea Ballarè, dell’assessore Sara Paladini, della rappresentante della Provincia
Milù Allegra e della senatrice
Elena Ferrara, membro della
Commissione
Agricoltura
hanno spiegato l’’orgoglio novarese nell’ospitare la manifestazione.
L’assemblea è stato l’atto conclusivo della Convention di
Primavera delle Città del Vino, tutta piemontese, che si era
aperta venerdì pomeriggio ad
Asti, con una serie incontri e
seminari intorno al tema dello
sviluppo sostenibile dei territori vitivinicoli anche in funzione di Expo.
Il perchè l’assemblea si sia svota a Novara lo spiegato Stefano
Vercelloni, vice sindaco di Sizzano ma anche Coordinatore
regionale delle Città del Vino
del Piemonte. «Il novarese è
terra di grandi vini – afferma
Foto di gruppo, al Broletto di Novara, per delegati dell’Associazione Città del Vino e autorità
Vercelloni – e con questo appuntamento abbiamo voluto
ribadire che il Piemonte può
vantare davvero tante eccellenze enologiche. Nei nostri
territori si coltivano vitigni
importanti, come il Nebbiolo,
che è alla base di denominazioni storiche quali Ghemme,
Boca, Fara, Sizzano e Colline
Novaresi. Per non parlare degli altri nostri vitigni autoctoni come Vespolina e Uva Rara
o Bonarda novarese. È un territorio che ha un ruolo importante nel mondo del vino piemontese e nazionale e la presenza delle Città del Vino lo
dimostra».
Sono 10 i Comuni della provincia di Novara associati alla
rete: Boca, Bogogno, Briona,
Fara Novarese, Ghemme,
Maggiora, Mezzomerico, Romagnano Sesia, Sizzano e Suno. Dieci realtà che nel corso
degli ultimi anni si sono rese
protagoniste di attività innovative che riguardano, in particolare, la gestione del territo-
rio e le scelte amministrative
sono state caratterizzate dall’applicazione di buone pratiche. Nel 2008 Sizzano è stata
protagonista nell’ambito della
programmazione urbanistica,
vincendo il premio per il miglior Piano Regolatore delle
Città del Vino, il progetto dell’Associazione che punta a
sensibilizzare le pubbliche
amministrazioni per l’adozione di indirizzi urbanistici che
tutelino il territorio rurale e
che valorizzino e regolino l’attività viticola dal punto di vista
della corretta gestione del territorio. «Va in questa stessa direzione – afferma ancora Vercelloni – anche l’ottenimento
nel 2014 da parte di 13 comuni
(tra cui 9 Città del Vino) dell’attestato di Buone Pratiche
Ambientali per la difesa e la tutela delle produzioni viticole
con politiche agronomiche a
basso impatto ambientale e
per la tutela delle antiche forme di allevamento della vite,
come il sistema di coltivazione
a “maggiorino”, antica forma
tipica di questa zona».
Nel 2014 Maggiora si è aggiudicata la finale del Palio Nazionale delle Botti: «Un successo – afferma Vercelloni –
che ha un grande significato
perché richiama la cultura del
vino e il suo legame con le tradizioni locali; un ulteriore elemento di valorizzazione portato avanti dall’Associazione
Città del Vino che è organizzatrice di questo evento a livello
nazionale».
Ma Novara, insieme al suo territorio, non è protagonista solo in campo vitivinicolo. Novara vuol dire anche riso (con
Vercelli, Pavia e Milano): «È
qui – ricorda Vercelloni – che
si coltiva e produce il 90% del
riso italiano, prodotto di alta
qualità. Novara è anche sede
del Consorzio tutela del formaggio Gorgonzola, e i caseifici novaresi ne producono
circa il 50% del totale».
Le Città del Vino sono una rete
che non si limita solo alle colli-
ne novaresi, per quanto guarda questo ambito di Piemonte.
«Infatti – conclude Vercelloni
– è giusto ricordare che lo stesso comprensorio viticolo
comprende anche i territori
dell’altra sponda del fiume Sesia, dove ci sono Città del Vino
altrettanto importanti come
Gattinara, Roasio, Brusnengo,
Lessona e Villa del Bosco, dove
si producono vini sempre base
Nebbiolo, di grande storia, fama e qualità: Gattinara, Bramaterra, Lessona e Coste della
Sesia».
L’assemblea nazionale delle
Città del Vino ha avuto un finale “gustoso” al Castello di
Vicolungo dove sono stati presentati agli ospiti provenienti
da tutta Italia i vini e i prodotti
tipici del territorio novarese.
La presidente dell’Agenzia
Turistica Locale (Atl) Maria
Rosa Fagnoni ha sottolineato
la propria soddisfazione «Per
l’ottima riuscita della manifestazione che ha permesso di
far conoscere in tutte le parti
d’Italia la nostra provincia.
Questo successo lo ritengo un
passaggio fondamentale per la
crescita turistica del Novarese.
sono orgogliosa di come sia
stato apprezzato il territorio».
Marzia Vicenzi, sindaco di Vicolungo che ha ospitato parte
dell manifestazione ha voluto
evidenziare l’importanza di
«aver offerto un eccellenza come il riso, abbinata al vino che
circonda la nostra zona. essere
stati coinvolti è l’esempio delle
sinergie fondamentali per la
promozione turistica del Novarese».
Un aspetto che Paolo Benvenuti ha ribadito in chiusura:
«Questa bellissima esperienza
sia l’occasione per far conoscere gli abbinamenti dei vini
del Nord Piemonte con i piatti
del territorio. A questo serve il
vino. Un alimento che promuove altri alimenti. Poi serviranno altre iniziative visto la
grande tradizioni storica perchè non un museo del vino?».
Massimo Delzoppo
ELENA GALLO, ASTROFISICA NOVARESE DI FAMA INTERNAZIONALE, OSPITE ALLA SERATA ORGANIZZATA DAL LIONS CLUB NOVARA
«Il satellite Kepler cerca pianeti adatti alla vita»
n In Italia si parla con frequenza del
fenomeno della “fuga dei cervelli”, persone di grande talento che si recano in
altri Paesi alla ricerca di opportunità e
raggiungono importanti traguardi,
portando l’italianità nel mondo.
Questo è sicuramente il caso di Elena
Gallo, astrofisica novarese di fama internazionale che martedì 19 maggio è
stata protagonista della serata organizzata dal Lions Club di Novara presso il
Club Unione intitolata “L’universo
sconosciuto: buchi neri e pianeti extra
solari”, con la partecipazione del Presidente del Lions Club Andrea Binda.
Laureatasi in fisica all’Università degli
Studi di Milano nel 2001, Elena Gallo
ha conseguito un dottorato in astronomia presso l’Università di Amsterdam
e negli anni successivi ha lavorato come ricercatrice presso la University of
California a Santa Barbara e il MIT di
Boston. Attualmente Elena Gallo ricopre il ruolo di assistant professor presso il dipartimento di Astronomia dell’Università del Michigan.
Uno degli argomenti più interessanti
per gli studiosi di astronomia è rappresentato dai buchi neri, corpi celesti esistenti nell’universo con un campo gravitazionale così intenso da catturare la
materia e liberare energia. Si può dire
che la storia dei buchi neri inizi nel
1784, quando John Mitchell ipotizza
l’esistenza di un oggetto la cui velocità
di fuga è maggiore della velocità della
luce e Pierre Laplace nel 1796 ipotizza
l’esistenza di questi oggetti nell’universo, ma è solo nel 1967 che John Wee-
Il professor Barbero ospite
al Kiwanis Club Monte Rosa
Un momento dell’intervento dell’astrofisica novarese Elena Gallo (foto Rosina)
lher conia la definizione di buco nero
in riferimento a queste realtà.
«Nell’universo - ha spiegato Elena Gallo – esistono due famiglie di buchi neri,
i buchi neri super massivi e i buchi neri
stellari, si pensa siano presenti in ogni
galassia, anche nella Via Lattea, e dal
punto di vista fisico sono semplici, dalla gravità così estrema che neppure la
luce può sottrarsi. I buchi neri super
massivi, i più affascinanti e difficili da
studiare, catturano materia dal nucleo
della galassia, mentre i buchi neri stellari la catturano dalla superficie della
stella compagna. Il processo di caduta
della materia in un buco nero, chiamato accrescimento, genera energia con
un’efficienza superiore a centinaia di
volte quella della fissione nucleare.
Questo processo rende i buchi neri le
sorgenti più brillanti del cosmo».
Di recente interesse per la comunità
scientifica sono i pianeti extra solari,
corpi celesti che non appartengono al
sistema solare. Attualmente sono confermati 1021 pianeti, mentre ne sono
stimati 17 miliardi nella sola Via Lattea, in un universo tutto da scoprire:
«Esistono miliardi di pianeti e migliaia
di galassie – ha detto Elena Gallo – e si
pensa che ogni galassia abbia un sistema solare. Nel 2009 è stato lanciato il
satellite Kepler, che fa parte del Nasa
Discovery Program, per scoprire pianeti adatti alla vita e simili alla Terra,
ad esempio il Kepler 22-b, il pianeta
extrasolare più simile alla terra con
temperatura di 22 C e una zona abitabile ben definita, uno dei tanti pianeti
extra solari esistenti, che sono molti di
più di quanti ne vediamo».
Benedetta Rosina
n (be.ro.) I difficili rapporti
tra Islam e Occidente al centro
della conviviale organizzata
dal Kiwanis Club Monte Rosa
ad aprile all’Albergo Italia. E’
intervenuto il professor Alessandro Barbero, storico di fama internazionale, collaboratore di programmi Rai, ordinario di Storia medioevale
presso il Dipartimento Studi
Umanistici dell’Università
del Piemonte orientale, che ha
parlato del tema “Dalle Crociate a Lepanto fino all’Isis – I
difficili rapporti tra Islam e
mondo occidentale”. Nei testi
sacri della religione ebraica,
cristiana e musulmana si parla di guerra di religione, tuttavia risulta fondamentale l’interpretazione delle parole delle scritture, che può cambiare
a seconda del contesto storico
e portare anche ad uno scontro di civiltà in determinate
epoche. Partendo da questo
presupposto il professor Barbero ha via via ripercorso il
lungo percorso storico per arrivare ai giorni nostri con una
domanda fondamentale. In
questo difficile scenario è possibile che il mondo occidentale e quello islamico tornino ad
una pacifica convivenza? «Attualmente – ha risposto Barbero –manca il dialogo e la conoscenza di base dei testi, che
non sono un punto di partenza delle persone, oltre ad un
approccio a tutto ciò che si ha
in comune, siamo di fronte ad
una vera sfida, ma cristiani e
musulmani, se lo vogliono,
possono convivere».