Esercitazione XI - Miscellanea Esercizio 1 Uno shuttle di massa m = 10 kg compie a motori spenti un' orbita circolare intorno alla terra ad una quota h = 500 km . Si calcoli quanto lavoro devono compiere i motori dello shuttle per portarlo su di una seconda orbita circolare in cui il tempo di rivoluzione risulti raddoppiato. (R = 6375 km, M = 5, 98 × 10 kg, G = 6, 67 × 10 ) 6 T T −11 m3 kgs2 24 Soluzione Durante un orbita circolare a motori spenti, l' energia meccanica totale dello shuttle e' data dalla somma della sua energia cinetica e dell' energia potenziale gravitazionale: 1 mM E = mv − G (1) 2 r Sara' suciente quindi trovare la dierenza di energia meccanica tra la prima e la seconda orbita per trovare il lavoro compiuto dai motori 2 T L = E2 − E1 L' energia meccanica dello shuttle dipende dal raggio dell' orbita e dal modulo della velocita' dello shuttle. In un orbita circolare, il modulo della velocita' si puo' determinare osservando che l' accelerazione centripeta a necessaria per compiere il moto di rivoluzione e' fornita dalla forza gravitazionale F : r mv mM = , da cui v = GMr F = ma G r r Possiamo ora sostituire nella (1) l' espressione trovata per la velocita', ottenendo una formula per l' energia meccanica che dipende solo dal raggio dell' orbita: c g 2 T g c E= T 2 mMT 1 mMT mMT 1 mMT 1 mv 2 − G = G −G =− G 2 r 2 r r 2 r Conoscendo i raggi, potremo quindi calcolare l' energia meccanica dello shuttle relativa alle due dierenti orbite. Il raggio della prima orbita si ricava subito sommando la quota dello shuttle al raggio terrestre r = h + R . Per ricavare il raggio r della seconda orbita, sapendo che il periodo di rivoluzione T e' doppio rispetto al periodo T della prima orbita, si puo' sfruttare la terza legge di Keplero: T T 4T = = da cui r = √4 r r r r Possiamo ora calcolare l' energia meccanica dello shuttle per le due orbite e quindi il lavoro svolto dai motori 1 T 2 2 1 2 1 3 1 2 2 3 2 1 mMT E1 = − G 2 r1 L = E2 − E1 = 2 1 3 2 3 2 1 1 mMT 1 mMT E2 = − G =− G√ 2 r2 2 3 4r1 1 mMT 1 1 mMT 1 G (1 − √ )= G (1 − √ ) = 1, 1 × 1013 J 3 3 2 r1 2 h + R 4 4 T 1 Esercizio 2 Cinque moli di ossigeno vengono compresse in una trasformazione isoterma, raddoppiando la pressione iniziale. Di quanto diminuisce l'entropia del sistema? Soluzione Lungo una trasformazione isoterma ∆S = n R log Dato che n = 5 e P /P i f = 1/2 si ha Vf Pi = n R log Vi Pf 1 J ≈ −28.8 . 2 K ∆S = 5 R log Come atteso, l'entropia diminuisce. Ciò non viola il secondo principio della termodinamica, in quanto si avrà un corrispondente aumento dell'entropia dell'ambiente, che ristabilisce la disuguaglianza ∆Suniverso ≥ 0. Esercizio 3 Una mole di un gas ideale monoatomico si trova nello stato A caratterizzato da una pressione P , un volume V e una temperatura T . Compiendo una trasformazione isobara esso triplica il proprio volume. In seguito, con una trasformazione isocora, raggiunge lo stato B, caratterizzato da una temperatura doppia rispetto a quella in A. Calcolare la variazione di entropia ∆ S e dire se il sistema possa passare spontaneamente dallo stato A allo stato B. A A A AB Soluzione L'entropia è una funzione di stato, dunque la sua variazione tra uno stato e l'altro non dipende dalla particolare trasformazione termodinamica seguita, ma solo dagli stati iniziale e nale. La formula generale che fornisce la variazione di entropia in funzione delle variabili termodinamiche degli stati iniziale e nale è la seguente: V T ∆AB S = n cV log B TA + n R log B VA . (Questa formula può essere letta come la somma delle variazioni di entropia di due trasformazioni che legano gli stati A e B. Il primo termine corrisponde ad una isocora, il secondo ad una isoterma; due stati A e B qualunque possono sempre essere collegati da al piú una isocora ed una isoterma.) Sostituendo nella formula i dati del problema TB = 2 TA . VB = 3 VA n=1 3 cV = R 2 2 si ottiene 3 J R log 2 + R log 3 ≈ 17.8 . 2 K ∆AB S = Come si vede, il procedimento è indipendente dalle due particolari trasformazioni termodinamiche date dal problema (isobara e isocora). Può essere istruttivo risolvere il problema anche seguendo strettamente queste due trasformazioni, e vericare che il risultato sia lo stesso. La trasformazione è quella in gura. La variazione di entropia tra A e B è la somma di quella tra A e C e di quella tra C e B: Lungo l'isobara: ∆AB S = ∆AC S + ∆CB S. ∆AC S = n cP log ma allora, dal momento che V B = VC , TC VC = n cP log ; TA VA ∆AC S = n cP log Lungo l'isocora: VB = n cP log 3. VA ∆CB S = n cV log TB ; TC il rapporto T /T può essere scritto in funzione delle due temperature T e T (il cui rapporto è dato dal problema) osservando che per la legge dei gas perfetti B C A TC = Quindi 3 PA VA PC VC = = 3 TA . nR nR ∆CB S = n cV log TB 2 = n cV log . 3 TA 3 Inne la variazione di entropia tra A e B è la somma ∆AB S = n cP log 3 + n cV log 3 2 3 B che può essere semplicata ponendo n = 1 (come dato dal testo) e usando le formule dei gas monoatomici c = 5/2R e c = 3/2R; in denitiva si ottiene P V ∆AB S = log 3R 2(3/2)R ≈ 17.8 J K che coincide con quanto ottenuto sopra. Una dierenza di entropia positiva indica che l'entropia in B è maggiore che in A, e che dunque questo è il senso naturale della trasformazione spontanea. Notare inne che se anche la trasformazione seguita tra A e B non fosse reversibile, nulla cambierebbe nel calcolo di ∆ S, in quanto l'entropia dipende solo dagli stati A e B, e non dalla trasformazione (reversibile o irreversibile) che li unisce. AB Esercizio 4 Una grondaia a 10 m dal suolo ha raccolto una grossa quantità di acqua piovana. Attraverso un tubo la grondaia viene interamente svuotata e l'acqua raccolta in una vasca all'altezza del suolo. Determinare l'aumento di temperatura dell'acqua nel corso dell'operazione, supponendo che non vi sia dispersione di energia. Soluzione Tra la condizione iniziale (acqua a 10 m dal suolo alla temperatura T ) e quella nale (acqua al suolo alla temperatura T ) l'energia meccanica viene trasformata in calore, che va appunto a scaldare l'acqua. Fissando lo zero dell'energia potenziale della forza peso al livello del suolo, l'energia meccanica iniziale è i f Ei = m g h (dove m è la massa di acqua raccolta, e h = 10 m), mentre l'energia nale è nulla; l'energia cinetica è zero sia all'inizio che alla ne. Dunque E si trasforma interamente in calore, il quale viene ceduto all'acqua. L'aumento di temperatura è allora (chiamando c il calore specico dell'acqua) i ∆T = mgh gh Ei = = ≈ 0.0234K. mc mc c Il risultato come si vede non dipende dalla massa d'acqua. 4