STORIA GRECA DALLE GUERRE PERSIANE AI REGNI

STORIA GRECA
DALLE GUERRE PERSIANE AI REGNI ELLENISTICI
Dal 560 a.C. al 478 a.C.
L’IMPERO PERSIANO E LE GUERRE MEDICHE
Creso re di Lidia ,successore di Gige, assoggettò la ionia ,in particolare Mileto,
imponendo loro un tributo da corrispondere. Creso era noto per l’atteggiamento
filellenico nei confronti dei Greci ,intento ad ingraziarsi la popolazione con donativi e
ambascerie presso i più importanti santuari (Apollo a Delfi) .Egli sfruttò la situazione
a proprio favore per garantirsi amicizie importanti all’interno della più potente Lega
del tempo ,quella peloponnesiaca. Nel frattempo il re persiano Ciro il Grande,
intraprendeva la campagna di espansione del suo impero e scontrandosi e
sconfiggendo il re dei Medi Astiage, conquistando la città di Ecbatana . Arriva il
momento dello scontro tra il re dei persiani e il re dei lidi .con la capitolazione di
quest’ultimo durante lo scontro che portò la città di Sardi e tutta la Lidia sotto il
dominio di Ciro. Sardi divenne il centro del potere persiano. Molte popoli soggetti
alla lidia fuggono dal potere persiano mentre Mileto resta sottomessa preservando le
clausole di sottomissione. Nel giro di pochi anni Ciro riporta numerose vittorie in
Asia centrale concludendo il suo progetto con la conquista di Babilonia. Nel 529,
quando morì, ormai aveva posto sotto il suo dominio l’Asia e il mediterraneo. A
succedergli fu il figlio Cambise che, con la vittoria riportata sul faraone Psammetico
III, porta a termine l’unificazione del Medioriente . Alla morte di Cambise , il regno
di Persia passa in mano al fondatore della dinastia Achemenide, Dario. Prima della
sua ascesa ci fu un periodo turbolento che solo con Dario si ristabilì. Infatti egli era
fermamente intenzionato a riprendere la politica espansionistica dei suoi predecessori
,guidando alcune spedizioni in India con esiti positivi tra il 519 e il 518. Dario ideò
un modo per controllare la riscossione dei tributi (phoroi) dalla città sottomesse al suo
potere istituendo dei distretti amministrativi guidati da garanti della fedeltà al re,
ovvero le Satrapie. I satrapi si stanziavano all’interno di ogni satrapia garantendo
anche la requisizione di viveri e libagioni per la tavola del re nonché fornitura di
contingenti per incrementare le sue forze navali e militari. Il suo progetto lo conduce
in Scizia, dove trova non poca difficoltà nel sottomettere la regione. Costretto a
tornare in patria, incarica il suo comandante Megabazo a stazionare il suo contingente
in zona concludendo la spedizione nel 512 con una vittoria .Nel 500 ,quindi, i
persiani hanno il totale controllo ,politico e militare, su tutto il bacino orientale del
Mediterraneo ,dal Nilo alla Propontide e alle coste egee della Tracia. Nonostante il
dominio assoluto, i persiani si mostrano filelleni che, come prima di loro il re lidio
Creso, rispettano l’identità religiosa e culturale della popolazione greca. Continua il
progetto di Dario che porta nel 499 al preludio di quella che sarà la miccia della
guerra tra greci e persiani. Infatti, il satrapo di Mileto, Aristagora, intenzionato a
portare sotto il dominio del Gran Re, l’isola di Nasso, ma ,poiché l’isola resistette a
lungo alla pressione dei persiani , intascò una bruciante sconfitta. Intimorito di un
eventuale punizione di Dario, Aristagora depone la tirannide e instaura l’isonomia
nella città di Mileto, scatenando una rivolta che coinvolgerà le altre città della Ionia e
delle coste dell’Asia minore. La popolazione risponde prontamente ribellandosi e
invocando la libertà dal dominio persiano. Nel frattempo il rivoltoso Aristagora si
reca nella Grecia continentale per richiedere presso le corti di Sparta e Atene . La
prima si rifiuta categoricamente ,mentre Atene ,con Eretria decide di inviare
rispettivamente 20 e 5 navi alla volta di Sardi. Il contingente raggiunse il cuore
dell’impero ,distruggendo la città e il sacro tempio di Cibele. Dario non accettò
questo affronto che colpì duramente l’identità religiosa e l’autorità dell’impero e
giurò vendetta, preparando una prima spedizione punitiva dei colpevoli. Nel
frattempo alla rivolta si accodarono le genti della Caria, della Licia e qualche cipriota
che fu riportato in riga dal contrattacco dei persiani riassoggettando Cipro con una
decisiva vittoria terrestre. I persiani continuano la loro avanzata. Intenti ad infliggere
una lezione ai rivoltosi di Mileto, la circondano , convergendo per terra e per mare.
L’imponente forza di Dario dà i suoi frutti costringendo i milesii a sottomettersi al
suo potere mentre gli ioni delle altre città organizzano un attacco navale che in
seguito si rivelerà fallimentare facendo capitolare la città di Mileto, saccheggiata e
data alle fiamme compreso il santuario di Didima, centro di culto di Mileto per
vendicare l’affronto subito a Sardi. La popolazione ,così, cadde in schiavitù e morte.
La rivolta ,dunque , permise al re persiano di considerare una politica più incisiva
nell’area egea. Nel 491 ,mentre erano in corso i preparativi militari persiani, il gran re
pensò bene di inviare alle città greche richieste di “terra e acqua” come segno di
sottomissione. Mentre molte di esse risposero acconsentendo ,addossandosi l’accusa
di “medizzare”, Sparta e Atene reagirono uccidendo gli araldi inviategli
impegnandosi ,con questo atto sacrilego ,alla guerra. L’ispiratore di questa decisione
fu probabilmente Milziade ,rientrato ad Atene dai suoi possedimenti nel Chersoneso
Tracico ,deciso fautore di una politica antipersiana. Gli eventi che collegano alla
rivolta ionica seguono con la spedizione militare di Dati e Artaferne , che nel 490,
aveva come obiettivo oltre alla punizione di Atene ed Eretria, anche l’espansione del
dominio persiano nelle acque e sulle isole dell’Egeo. La flotta era composta da 300
triremi che entrando nell’Egeo toccarono dapprima le isole di Rodi e Samo.
Inaspettatamente , punta su Nasso, che dopo aver resistito al tentativo di
sottomissione al tempo di Aristagora, ora tornava sotto il mirino persiano. Viene colta
alla sprovvista , conquistata e incendiata. Dopo varie tappe, alla fine dell’agosto dello
stesso anno raggiungono Eretria che viene investita e cinta d’assedio .Dopo poco
tempo cade definitivamente a causa di un tradimento interno alla città e conosce
anch’essa il saccheggio e l’incendio. Dalle coste euboiche le forze di Dati sbarcano a
Maratona. Alla notizia, gli ateniesi si affrettano a richiedere agli alleati spartani un
contingente ,che però sarebbe arrivato qualche giorno più tardi. Così gli ateniesi
decisero di non aspettare l’arrivo degli alleati e di intervenire. Le forze oplitiche
ateniesi constavano di 9000 uomini al comando dell’arconte polemarco Callimaco e
di 10 strateghi tra cui Milziade. Insieme alle truppe inviate da Plateesi raggiunsero, a
marce forzate, il borgo di Maratona che riuscirono a salvare. Impazienti attaccarono i
persiani alla prima occasione .Lo scontro durò giorni e all’alba del 19 settembre,
colpirono la fanteria persiana che si era attardata nelle operazioni notturne di governo
degli animali, aggredendoli frontalmente determinandone l’immediata e precipitosa
fuga verso le navi. Sul campo muoiono circa 6000 uomini dell’esercito persiano e
solo 192 di quello ateniese tra cui Callimaco .Ai caduti ,Atene erigerà trofei e tumuli
funerari .La battaglia di Maratona segna un momento decisivo per la giovane
democrazia diventando simbolo della stagione felice della vita della polis. D’altra
parte i Persiani non tornarono totalmente con le mani vuote, poiché la punizione ad
Eretria la inflissero, ora restavano solo Atene e Sparta che contribuirono a suggerire
al re Dario, che non fosse sufficiente attaccare per via mare ma che fosse necessario
un attacco terrestre per sovrastare i nemici. E così si avviò il nuovo progetto del Gran
Re.
Gli ateniesi, usciti vittoriosi dallo scontro a Maratona, ne approfittano del momento
per ridefinire gli assetti politici nell’area cicladica. Milziade, quindi, viene incaricato
a guidare una spedizione contro Paro, che rimasta fedele ai persiani ,resistette con
tutte le sue forze provocando la disfatta della flotta ateniese. Milziade rimasto ferito
nello scontro muore poco dopo, non prima di essere condannato per corruzione e al
pagamento di una multa .Dopo la morte di quest’ultimo Atene conosce un periodo
convulso e anni di ostracismi, tra cui spiccano nomi importanti come Megacle,
Santippo (padre di Pericle) e Aristide (483/82). In quegli anni emerge con particolare
evidenza lo scontro politico tra Aristide e Temistocle ,emerso dalle lotte come leader
nella cui figura e azioni si esprimono le istanze della nuova democrazia di Atene. La
scoperta di giacimenti argentiferi nel Laurio a Maronea ,innesca il dibattito e lo
scontro fra quanti proponevano di distribuire le nuove entrate tra i cittadini e
Temistocle, che sosteneva che dovessero essere impiegate per la costruzione di una
flotta di 200 triremi per prepararsi ad una eventuale offensiva persiana.
La vittoria di Temistocle provocò l’ostracismo di Aristide.
Nel frattempo ,nell’orizzonte persiano ,si avviavano i preparativi di Dario per una
nuova spedizione contro Atene che però vengono interrotti bruscamente dalla rivolta
grave egiziana e dalla morte del re. A succedergli fu il suo erede e figlio, Serse che ,
una volta domata la rivolta (484) riprese il progetto del padre ampliando e
preparando, su consiglio di Mardonio, una formidabile spedizione terrestre e navale
che avrebbe condotto contro la Grecia . Nel 483 allora iniziò ad avviare i cantieri di
costruzione di una via per attraversare l’Athos, il monte che circumnavigato da
Mardonio durante una tempesta gli portò via molti uomini (492). Serse spinto da
quanto accaduto fece costruire delle strade e gettare dei ponti. La sua armata era
completa. Probabilmente superava di gran lunga l’armata greca e alla notizia dei
preparativi e della marcia di avvicinamento del re, indusse i greci alla paura .
All’oracolo di Delfi ,a cui molti greci si affidarono, Temistocle diede una sua
interpretazione che indusse Atene a resistere ai Persiani . Su invito di Sparta, si
riunirono a congresso presso l’istmo di Corinto e decisero di federarsi in una Lega
difensiva antipersiana col nome di “hoi Hellenes” ,la cui direzione politica veniva
affidata a un Consiglio dei rappresentanti degli stati membri che avrebbero avuto il
comando delle forze sul campo dei contingenti militari delle varie città. Il comando
generale( forze navali e terrestri) veniva conferito a Sparta. Venne proclamato anche
una pace, furono richiamati gli esuli tra cui Aristide e giurarono che chiunque avesse
“medizzato” sarebbe stato punito. Questa Lega aveva bisogno di forze alleate per
poter contrastare i nemici persiani, quindi furono inviate delle ambascerie ad Argo,
Corcira e Sicilia. Le risposte non si fecero aspettare. Argo e la Sicilia, pretesero e
rivendicarono il comando della Lega. Ovviamente i greci rifiutarono. Solo Corcira
acconsentì ad inviare un contingente navale che arrivò troppo tardi. Infatti Serse ,
nella primavera del 480 , muove da Sardi e si dirige verso Abido .Da lì attraversando
l’ellesponto procede lungo le coste della Tracia fino a giungere in Macedonia.
Proseguendo senza incontrare resistenza alcuna si attesta al passo delle Termopili.
Qui, la seconda linea di difesa terreste della Lega guidata dal prode re Spartano
Leonida al comando di un’avanguardia di 4000 opliti tra cui 300 spartani. Nel
frattempo la flotta navale greca si attestava presso Capo Artemision ,dove i greci
riuscirono a respingere i primi attacchi persiani. Sulla terra ferma lo situazione prende
una brutta piega. Gli sforzi di Leonida e del suo esercito vengono vanificati dalla
presenza di un sentiero mal difeso e segnalato al re persiano dal disertore greco
Epialte .A quel punto Leonida costringe alla ritirata parte del contingente greco
restando sul campo con i suoi 300 spartani e reggere l’urto dell’armata persiana. Ciò
che spinse Leonida a compiere un tale atto di sacrificio fu l’onore di aver ricevuto
dalla sua città l’incarico di difendere la patria dagli invasori.