guerre persiane

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L’IMPERO ACHEMENIDE
Verso la fine del II millennio, nelle regioni dell’attuale IRAN, si insediarono due
popoli nomadi: i MEDI E I PERSIANI, che erano allevatori e guerrieri a
cavallo. Successivamente i Medi si allearono con i Babilonesi e riuscirono a
sconfiggere gli Assiri nel 612 a.C.
Ma pochi anni dopo nel 550 a.C. i Persiani, che per lungo tempo erano stati
sottomessi ai Medi, si ribellarono sotto la guida di CIRO, un giovane principe
della nobile famiglia degli ACHEMENIDI.
Ciro sposò la figlia del re dei Medi e unificò i due regni.
Ciro governò dal 559-529 a.C e, con una serie di vittoriose guerre, costruì un
impero molto grande: conquistò
1. la LIDIA,
2. l’ANATOLIA,
3. l’IMPERO BABILONESE (dove autorizzò gli Ebrei, che erano stati
deportati, a tornare nella loro terra, cioè in Palestina)
Successivamente il figlio CAMBISE conquistò l’EGITTO, ma il suo regno durò
solo pochi anni (529-522), perché morì all’improvviso.
Gli successe DARIO I (522-486 a.C.) che decise di organizzare meglio
questo impero così grande; infatti
 divise il regno in 20 SATRAPIE
governatori = SATRAPI. Questi
avevano grandi poteri ma erano
un funzionario che riscuoteva le
del re.
(cioè province) che vennero affidate a
erano scelti tra le famiglie più nobili,
affiancati da un comandante militare e
tasse, ed erano controllati da ispettori
 Per unificare l’impero furono costruite TANTE STRADE, tutte pavimentate
e sorvegliate; la strade più importante era quella REALE che collegava la
capitale del regno, SUSA, alla città di EFESO.
 Dal punto di vista economico Dario unificò i pesi e le misure, fece coniare
monete d’oro e d’argento
 Fece scrivere molte leggi, così da unificare anche la legislazione
 Dal punto di vista culturale Dario I non soffocava i popoli sottomessi ma
diede loro AMPIA AUTONOMIA; inoltre rispettava le loro lingue e
tradizioni, per questo si fece chiamare RE DEI RE (per indicare che il suo
impero era un insieme di popoli diversi).
 Dal punto di vista religioso i Persiani seguivano la religione di
ZARATHUSTRA, secondo il quale il dio Ahura Mazdah era il creatore
del mondo e dell’uomo, e costituiva il principio del BENE.
A questo si contrapponeva il dio del MALE, mentre l’uomo era in mezzo
e doveva scegliere da che parte stare; quindi mentre l’uomo greco era
sottomesso al Destino e agli Dei, l’uomo, per i persiani, era libero.
LA PRIMA GUERRA PERSIANA
Dario, oltre a organizzare l’Impero, cercò di estenderlo e conquistò verso est la
valle dell’Indo e verso Ovest la Tracia (una regione vicino alla Grecia); per
questo le poleis greche iniziarono a preoccuparsi.
Nel 499 la città ionica di Mileto si ribellò al governo persiano e venne aiutata
dalle città di Atene ed Eretria.
Dario inviò l’esercitò, soffocò la rivolta e distrusse Mileto.
Per punire le città di Atene ed Eretria che avevano aiutato Mileto nella rivolta,
nel 490 a.C. Dario organizzò una spedizione in Grecia.
Dopo aver distrutto la piccola Eretria sbarcò a Maratona con la sua flotta di
20000 uomini; Atene schierò il suo esercito formato da circa 6 – 7000 opliti,
guidati da Milziade. Egli fu molto abile, perché schierò l’esercito sulle alture e
lanciò l’attacco dall’alto contro i persiani, che furono costretti a fuggire.
Dopo la VITTORIA DI MARATONA, Atene aumentò il suo prestigio/importanza
tra le poleis greche e, dopo aver trovato una miniera d’argento, decise di
investirlo per la costruzione di una grande flotta, così come aveva proposto
TEMISTOCLE, che venne nominato stratega.
LA SECONDA GUERRA PERSIANA
Dopo la morte di Dario I, prese il potere il figlio SERSE (485-465 a.C.) che
cercò nuovamente di conquistare la GRECIA.
Le poleis di fronte alla minaccia persiana cercarono di formare un’alleanza,
mettendo da parte le divisioni interne, e costituirono la lega panellenica, alla
quale però aderirono solo 32 poleis.
Serse, però, cercò di sfruttare le rivalità tra le poleis e alleandosi con i
“tradizionali” nemici dei greci, cioè i Cartaginesi e gli Etruschi, decise di
attaccare su due fronti
A occidente
e
a Oriente
Di fronte all’avanzata dei persiani Sparta schierò il suo esercito e inviò 300
opliti guidati da Leonida, alle Termopili per bloccarne l’avanzata.
Il sacrificio degli Spartiati fu vano, perché Serse e il suo esercito riuscì a
sconfiggerli e proseguì verso Atene.
Gli ateniesi furono costretti a lasciare la città, che venne distrutta dai persiani,
e si rifugiarono sull’isola di Salamina.
Intanto TEMISTOCLE, stratega ateniese, attirò la flotta nemica nello stretto
bacino di mare di fronte all’isola, dove le agili imbarcazioni greche (triremi)
ebbero la meglio sulle pesanti navi persiane.
Dopo la sconfitta di Salamina (480 a.C.) Serse tornò in Persia, ma il suo
esercito riprese lo scontro l’anno successivo. Tuttavia venne definitivamente
sconfitto a PLATEA nel 479 a.C.
Anche gli scontri nella colonie della Magna Grecia terminarono con una
sconfitta dei Cartaginesi e degli Etruschi da parte di Siracusa.
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