CELIACHIA E BUONA ALIMENTAZIONE Parte prima La celiachia è un’ intolleranza permanente al glutine; in particolare ad una proteina vegetale, la gliadina, della categoria delle prolamine, presente nel glutine. Il glutine è un complesso proteico che si trova in alcuni cereali: frumento, orzo, segale, farro, grano Khorasan (kamut). La tossicità dell’ avena è ancora dibattuta, perché infatti l’ avena pura non contiene glutine, ma sono frequenti le contaminazioni con altri cereali tossici. La celiachia non è una “malattia”, ma può essere considerata un’ anormale risposta immunologica dovuta all’ ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti, che determina un’ alterazione infiammatoria della mucosa intestinale con conseguente malassorbimento, che può manifestarsi sia nell’ infanzia che nel corso della vita anche in età adulta o avanzata. L’eliminazione del glutine nella dieta ha come rapido effetto quello di un ritrovato benessere psicofisico e di una riduzione della sintomatologia gastrointestinale e di tutte le altre affezioni derivanti dal malassorbimento, la qual cosa consente di definire la celiachia come un’ affezione trattabile con il solo intervento dietetico, infatti l’ inizio di una dieta senza glutine determina la normalizzazione dell’ architettura mucosale dell’ intestino tenue, della densità minerale ossea, del metabolismo delle monoamine e della fertilità, così da porre in risalto l’ importanza dell’ educazione alimentare e della pratica della Buona Alimentazione. Vivere con la celiachia non è facile e va oltre la semplice esclusione del glutine dalla dieta; è importante che nel tempo il celiaco con l’ aiuto dei familiari, degli amici e degli esperti riesca a superare la sensazione di sentirsi diverso ed a convivere in un mondo apparentemente “pericoloso” per la presenza pervasiva del glutine negli alimenti comunemente consumati. E’ probabile che la sicurezza di un’ alimentazione priva di glutine sia correlata più alla sua composizione in nutrienti che all’ eventuale presenza di tracce di prolamine tossiche. Infatti il rigore nell’ evitare anche quantità innocue di glutine può, in casi particolari, favorire lo sviluppo di un comportamento ossessivo, che può condurre ad un’ alimentazione squilibrata in sostanze nutritive. E’ indispensabile che gli alimenti naturalmente senza glutine siano consigliati per la composizione della propria dieta, evitando forme fobiche nei confronti di prodotti non inseriti nel Prontuario degli Alimenti dell’ A.I.C. (Associazione Italiana Celiachia). Nella composizione della tabella dietetica va presa in attenta considerazione la quantità del colesterolo (max mg. 300 al giorno) ed anche dei grassi saturi, che non deve superare il 10% delle Kcalorie totali, proprio per prevenire i danni legati ad un errato metabolismo lipidico, infatti i prodotti specifici per i celiaci sono molto più ricchi di grassi e zuccheri degli analoghi prodotti indirizzati ai non celiaci. Per il celiaco è particolarmente importante analizzare il contenuto in grassi dei prodotti da forno senza glutine, che talvolta vengono consumati in quantitativi troppo elevati sia dal punto di vista calorico e glucidico (particolarmente per i glucidi semplici), ma ancor più dal punto di vista lipidico. Il calcolo dei quantitativi di sali minerali e vitamine è inerente a quelli più significativi per la nutrizione umana e deriva da un’ adeguata assunzione di verdura e frutta che devono essere sempre presenti quotidianamente anche per garantire un adeguato apporto di fibre, lo stesso discorso vale anche per i legumi, che devono essere introdotti nella dieta saltuariamente. CELIACHIA E BUONA ALIMENTAZIONE Parte seconda Si corre il rischio, se l’ educazione alimentare non è stata fatta e recepita in modo corretto, di credere che l’ utilizzo di prodotti da forno senza glutine, e perciò con il marchio della SPIGA SBARRATA (marchio che sottintende l’ approvazione del prodotto da parte dell’ Associazione Italiana Celiachia), o quello degli stessi prodotti preparati dagli stabilimenti autorizzati e sottoposti a procedura di notifica di etichetta , che riportano la dicitura “ prodotto dietetico senza glutine”, autorizzata dal D.Lgs. nr. 111 del 27 gennaio 1992, sia sempre valido. Non si pensa che il posto nel quale si collocano questi prodotti in un’ alimentazione equilibrata è quello della colazione e degli spuntini, e da ciò consegue che le quantità debbano essere modeste e non assolutamente indispensabili. Inoltre per evitare problemi di irrancidimento, che si verificherebbero utilizzando per l’ impasto dei prodotti da forno grassi insaturi, che alle alte temperature di cottura svilupperebbero perossidi e perciò radicali liberi, spesso si utilizzano grassi idrogenati, che sono grassi concreti ottenuti tramite processo di idrogenazione da grassi liquidi. Il processo di idrogenazione produce però acidi grassi “trans” molto dannosi per la salute. Gli altri grassi utilizzati nei prodotti da forno vengono definiti “grassi vegetali” e questa formula solitamente si identifica con una miscela a base di olio di palma, quest’ ultimo avendo una composizione chimica con un’ alta percentuale di acidi grassi saturi preserva il prodotto dall’ irrancidimento, rendendolo più stabile all’ ossidazione, ma la sua incerta provenienza e la mancanza di controllo igienicosanitario oltre che la scarsità di evidenza scientifica sulla sua salubrità per la salute umana lo rendono un ingrediente non nutrizionalmente valido. Occorre poi che si promuova l’ utilizzo dei cereali naturalmente senza glutine come il riso ed il mais, che possono comporre ottimi primi piatti od essere inseriti in elaborati di cucina appetibili e con buon valore nutritivo e che si insegni anche ad utilizzare ed apprezzare l’ avena ed il grano saraceno, come prodotti fonte di buoni apporti vitaminici, salini, proteici e glucidici, evitandone la demonizzazione per le presunte tracce di altri cereali, che possono contaminarli durante la lavorazione. Da ciò deriva che il consumo eccessivo di prodotti da forno “autorizzati” possa causare al celiaco una serie di danni alla salute pur avendo ottemperato al rispetto di un’ alimentazione “senza glutine”. Altrettanto importante è controllare il consumo di glucidi semplici o zuccheri; infatti spesso per compensare le “privazioni” che deve affrontare il celiaco abusa di prodotti dolciari fatti da farine senza glutine, ma ricchi di zuccheri il cui quantitativo nella dieta deve essere molto limitato (10/12% dell’ energia totale della dieta) proprio per evitare malattie degenerative e metaboliche oltre al aumento di peso. Qui si inserisce l’ interesse del mondo scientifico rivolto negli ultimi anni all’ applicazione della dietistica nella celiachia e, soprattutto, l’ interesse verso i limiti della dieta senza glutine, che è molto aumentato. Ci sono sempre più evidenze di patologie correlate ad un’ alimentazione errata e sovrabbondante come: diabete di 2° tipo, obesità, dislipidemie, ipertensione epatopatie non alcooliche anche in celiaci, specialmente nei casi con diagnosi tardiva. Infatti appare sempre più importante motivare il celiaco una volta effettuata accuratamente la diagnosi a seguire un’ alimentazione corretta a 360° e questo fine lo si può conseguire solo tramite educazione del paziente e della famiglia a condurre una dieta priva di glutine in armonia con il proprio stile di vita ed un equilibrato e sano regime alimentare. Insomma, oggi davvero, imparando la Buona Alimentazione :