Data: 24/05/2017 | Pagina: 28 | Autore: di Paolo Campostrini Categorie: EURAC Il Nobel Amartya Sen «Etnia e identità sono una trappola» Eurac: tutto esaurito per l’intervento tra etica ed economia «È un mondo di fake-news con gli artigiani del malcoltento» di Paolo Campostrini ◗ BOLZANO Ha ottantaquattro anni Amartya Sen e ha vinto un Nobel, è salito sulle cattedre di Oxford, ha camminato per i corridoi della facoltà di economia di Cambridge, insegna ad Harvard, ha parlato con Gandhi, si è bagnato nei fiumi sacri dell' India ma ha fatto professione di laicità che ancora era ragazzo, ha scritto, ha letto ma quello che è ancora viva nei suoi occhi è l'immagine di un povero suo compatriota di fede islamica che aveva avuto la ventura di entrare in un quartiere indù negli anni della drammatica divisione post coloniale tra India e Pakistan. E' morto nel giardino di casa sua quell'uomo, dopo essere stato linciato. E ieri, davanti a cinquecento persone strette nell'auditorium Eurac, l'economista che ha sotterrato il pil come indicatore di felicità e ha inventato la formula matematica per la via sostenibile al benessere di tutti, ha detto: "Uccidere per appartenenza etnica è la cosa più drammatica a cui posso pensare. Odiare senza sapere nulla di lui, dell'altro. Solo che ha una religione diversa o parla un'altra lingua. Questo mi sconvolge ancora...". Ma è proprio questa, ha sillabato "la trappola dell'identità". Allora la mettevano in pratica i bengalesi o i pakistani per trovare consenso e tracciare confini. Ma "è un pericolo che ancora ci attanaglia". Ecco la sua lezione. Quella di un Nobel. Che ha sempre colto le connessioni tra economia e filosofia, tra politica e sociologia tentando di trovare un unico percorso che tutto tenga insieme. Un nuovo umanesimo che, magari, potrebbe tornare utile anche per l'Alto Adige, terra di confini e di tensioni ancora vive e col pericolo di sempre nuove "trappole identitarie". E' stata una serata di grande intensità quella organizzata da Eurac e Fondazione Cassa di Risparmio. Della serie "un incontro coi Nobel" iniziato tanti anni fa con Rita Levi Montalcini e proseguita con l'economista indiano. Che ha parlato anche dei nuovi pericoli del nuovo millennio. Come le "fake news", le bugie della rete a cui tanti abboccano, manovrate dagli innumerevoli movimenti populisti che ammorbano il pianeta. Anche durante la guerra civile indiana c'erano, così li ha chiamati, "gli artigiani del malcontento". Gli agitatori. E ,mutatis mutandis, sono quelli che cavalcano l'odierno malcontento "accusando di volta in volta - ha spiegatol'Europa o il sistema. O la stessa democrazia". Ma il colpevole, per Sen "non è la democrazia , è il suo cattivo uso". Come per la Ue e la Brexit, agitate dalle "fake" dove non sempre la democrazia fa rima con referendum. "Anche Marine Le Documento generato da EURAC press il 24/05/2017 alle 14:16:38 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tutto esaurito all’Eurac per il premio Nobel Amartya Sen (foto Kemenater) Pen mi ha arruolato tra i suoi perchè avevo criticato l'euro ha sorriso il Nobel - ma la soluzione non è la Le Pen, come i suoi amici in Italia o altrove, è tornare allo spirito politico e non solo economico dell'Europa, da Spinelli a Ventotene". Ricordando poi che fame e carestie spesso, se non sempre, nella storia del mondo, dalla Cina alla Corea del Nord fanno rima con dittatura. "Senza mass media liberi e controllo del parlamento e delle opposizioni, tutto sembra sempre an- dar bene, mentre la gente invece muore...". E cosa serve oggi, a tutti noi? Per Amartya Sen " soprattutto una leadership laica", governi e uomini politici che sappiano indicarci i pericoli insiti "nell'enfatizzare l'aspetto religioso o identitario delle questioni", perchè questo porta alla regressione e dunque alla povertà. La libertà, ecco una delle chiavi dell' economia felice. "Mentre fa paura chi getta benzina sul fuoco come sta facendo, ad esempio Trump. E senza di- menticare Erdogan e tutti quelli che insistono nel cercare divisioni, primogeniture, assolutezza". Insomma, in un mondo complicato, le risposte non possono essere mai semplici e soprattutto non devono guardare indietro. "Basta bugie, combattere gli agitatori di professione, guardare ai bisogni di tutti, all'ecologia e alla sostenibilità economica" . Perchè ognuno possa trovare la propria strada verso la felicità. Dimenticando il vecchio pil. ©RIPRODUZIONERISERVATA Pagina 1/1