Botswana
AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010
BOTSWANA
1.
QUADRO MACROECONOMICO
a)
Andamento congiunturale e rischio Paese
BOTSWANA: PIL REALE
(variazioni percentuali)
12.0
10.0
8.0
6.0
4.0
2.0
0.0
-2.0
-4.0
-6.0
-8.0
9.8
9.0
6.3
5.9
3.5
6.0
5.1
1.6
4.8
6.3
5.1
3.1
-6.0
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
(*)
(**)
(*) stime
(**) previsioni
Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010
Il Botswana si e’ guadagnato una positiva reputazione internazionale come caso esemplare di
economia africana di successo. Un territorio piccolo e senza sbocco al mare, con una
popolazione di poco piu’ di un milione e mezzo di abitanti, era uno dei paesi piu’ poveri
dell’Africa. Con un PIL pro-capite di circa 70 dollari al raggiungimento dell’indipendenza dal
Regno Unito nel 1966, ha sperimentato una crescita senza precedenti ancorata fermamente su
principi di governo democratico e di stabilita’ macroeconomica. Per trenta anni successivi
all’indipendenza, il Botswana ha registrato la piu’ elevata crescita economica al mondo,
addirittura superiore a quella delle “tigri” asiatiche, con un ritmo medio annuale di espansione
pari al 9% che ha consentito al Paese di rientrare nel novero dei paesi a medio reddito, secondo
le classificazioni internazionali delle economie in via di sviluppo.
I significativi risultati conseguiti sono riflessi nel miglioramento delle infrastrutture sociali ed
economiche e nelle elevate posizioni occupate nell’ambito delle graduatorie internazionali
relative al buon governo, all’ambiente per la condotta degli affari ed agli indicatori di liberta’
economica ed il Paese sta compiendo progressi verso il raggiungimento degli obiettivi inscritti
nell’ambito dei Millennium Development Goals. Tuttavia, il Botswana deve continuare ad
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
affrontare notevoli sfide di sviluppo di lungo periodo che riguardano l’ampia sperequazione
nella distribuzione della ricchezza, tra le piu’ elevate al mondo, l’elevata disoccupazione
strutturale, pari a circa il 20% e diffusa soprattutto fra le generazioni piu’ giovani della
popolazione attiva, la scarsita’ cronica di risorse umane qualificate e la fortissima incidenza
dell’epidemia di HIV/AIDS che rappresenta un ostacolo incombente sul futuro sviluppo
economico del paese.
Principale forza trainante dell’economia continua ad essere il settore minerario dei diamanti, che
da sempre domina la struttura economica del paese e contribuisce per circa il 40% alla
formazione del PIL, nonostante gli sforzi del governo finalizzati a realizzare necessari processi
di diversificazione. La produzione e’ stata sospinta dagli investimenti effettuati negli ultimi anni
in una serie di grandi progetti, come quello della miniera diamantifera di Orapa. Il Botswana e’
il principale produttore mondiale. La produzione di diamanti e’ cresciuta rapidamente
nell’ultimo decennio, raggiungendo un volume di circa 34 milioni di carati nel 2007, ma
mostrandosi nel 2008, e ancor piu’, nel 2009, in fortissima contrazione.
Oltre che ai diamanti, il mantenimento degli elevati livelli della produzione mineraria e’
ascrivibile anche all’oro (grazie all’entrata in funzione, alla fine del 2004, della miniera di
Mupane), al rame e al nickel, materie prime che hanno registrato una rapida ascesa delle
quotazioni internazionali. In continua crescita risultano anche i servizi (in particolare quelli
finanziari, turistici, i trasporti e le telecomunicazioni), quale riflesso della robusta intonazione
della spesa governativa e dei consumi privati e grazie ai continui sforzi per proporre il paese
quale centro finanziario nonche’ meta turistica internazionale. Il contributo dell’agricoltura alla
formazione del PIL, un tempo preponderante, si e’, invece, via via ridotto, a causa delle
periodiche crisi di siccita’, delle inondazioni, delle patologie degli animali, della scarsa
produttivita’ ma anche dei sempre piu’ intensi fenomeni di urbanizzazione. Lo sviluppo del
settore manifatturiero procede con lentezza rispetto alle aspettative, non avendo ancora
recuperato l’impatto negativo delle chiusure degli stabilimenti di assemblaggio dei veicoli da
parte della Hyundai e della Volvo e le tensioni nelle relazioni industriali occorse in diverse
fabbriche, circostanze che segnalano le difficolta’ oggettive di procedere, in tempi relativamente
brevi, alla costruzione di una significativa struttura industriale in Botswana. Peraltro, nel
dicembre 2009, si e’ assistito alla cessazione di un’altra attivita’ manifatturiera, quella
dell’impresa tessile Caratex Botswana, con chiusura di sei fabbriche ed il licenziamento di 5000
lavoratori, con ulteriore ricaduta negativa sul settore.
Con un PIL pro-capite stimato dal Fondo Monetario in 6.407 dollari nel 2009, a prezzi e tassi di
cambio correnti, pur in flessione di oltre il 15% rispetto al 2008, quinto maggiore livello tra i
paesi africani dopo Guinea Equatoriale, Gabon, Seychelles e Mauritius, il Botswana e’ uno dei
pochi paesi del continente ad essere classificati a medio reddito. Il governo, grazie ad una
politica economica e finanziaria equilibrata, ha gestito finora in maniera prudente le risorse del
Paese, attraendo significativi flussi di investimenti ed investendo in capitale fisico ed umano.
Ciononostante, non e’ stato possibile realizzare una generalizzata ed equa distribuzione della
ricchezza; anzi, oltre un terzo della popolazione, su un totale di soli 1,8 milioni di abitanti, vive
ancora in condizioni critiche di sviluppo. Soltanto il 3% della manodopera viene impiegata nel
settore minerario, mentre la principale fonte di occupazione del Botswana e’ rappresentata dalle
strutture pubbliche o parastali che, dopo il settore minerario, forniscono il maggior contributo
alla ricchezza prodotta dal paese e agli investimenti interni.
A partire dall’inizio del decennio, il ritmo di crescita economica del paese ha manifestato un
netto rallentamento, registrando una crescita media annuale del PIL intorno al 4,5%. Dopo aver
mostrato un tasso di incremento del PIL reale del 3,1% nel 2008, nel 2009 si e’ verificata una
netta contrazione del 6%, la peggiore recessione da quarant’anni, principalmente quale
conseguenza della crisi economica internazionale che ha provocato una drastica riduzione della
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1^ sem. 2010
domanda di diamanti, contribuendo ad un significativo deterioramento della performance
economica del Botswana. Nel 2010, l’attivita’ economica si e’ mostrata in ripresa, grazie al
progressivo rafforzamento della domanda internazionale che ha favorito la produzione di
diamanti che, nel primo semestre, e’ raddoppiata rispetto allo stesso periodo del 2009.
Parallelamente si e’ assistito ad un incremento degli investimenti nel settore minerario
dell’uranio, dei diamanti e del rame. Anche il settore manifatturiero si e’ mostrato in ripresa,
ancorche’ alcuni settori, come il tessile-abbigliamento, restino sotto forti pressioni competitive,
soprattutto al graduale venir meno dei contributi governativi di sostegno, mentre il turismo ha
beneficiato della pubblicita’ positiva associata ai campionati del mondo di calcio in Sud Africa.
Nel World Economic Outlook del mese di aprile 2010, il Fondo Monetario stima una crescita
del 6,3% per l’economia del Botswana nel 2010.
Nel 2009, l’inflazione, che nel 2008 ha fatto registrare un netto rialzo rispetto al passato, ha
mostrato un sostanziale rallentamento diminuendo dal 12,8% del mese di gennaio al 5,8% di
dicembre, per una media dell’8,2% nel 2009, rispetto al 12,6% nel 2008. Dal momento che i tre
quarti delle importazioni del Botswana, paese privo di sbocchi al mare, provengono dal Sud
Africa, la riduzione della dinamica dei prezzi al consumo in quest’ultimo, unitamente al
rallentamento della crescita dei prezzi dei prodotti alimentari, che rappresentano circa il 22% del
paniere, ed al ridimensionamento di quelli petroliferi, hanno contribuito a tale rallentamento.
Nel 2010, il tasso di crescita dell’indice dei prezzi al consumo si e’ stabilizzato, facendo
registrare il 7,7% nel mese di giugno 2010 ed il 6,7% nel mese di agosto, ancora leggermente al
di sopra dell’intervallo obiettivo del 3-6% della banca centrale, grazie anche all’effetto
calmierante della bassa inflazione in Sud Africa da cui il Botswana dipende per
l’approvvigionamento dei beni di consumo.
A partire dalla meta’ del 2008 e per tutto il 2009, i tassi di interesse hanno mostrato una
consistente riduzione, in linea con la traiettoria dell’inflazione. Nel contempo, l’indebolimento
economico ha rappresentato causa di preoccupazione e la politica monetaria e’ diventata
maggiormente accomodante al fine di stimolare la crescita. Il tasso di sconto e’ stato ridotto di
550 punti base dal picco del 15,5% del periodo giugno-novembre 2008 al 10% nel mese di
dicembre 2009, mantenuto su tale livello per i primi nove mesi del 2010. Il prime rate e’ sceso
all’11,5% nel settembre 2010, essendo in media stato pari al 13,8% nel 2009.
L’industria mineraria contribuisce tradizionalmente per la maggior parte delle entrate fiscali,
con le entrate per royalties, dividendi e tasse pari a circa la meta’ delle entrate fiscali totali.
Altra importante fonte di entrate fiscali e’ costituita dalle entrate daziarie dell’unione doganale
SACU. Il governo ha adottato una regola fiscale secondo la quale gli introiti minerari devono
essere devoluti all’espansione della base produttiva dell’economia piuttosto che alla spesa per
consumi. I surplus nel bilancio pubblico, prima della crisi economica internazionale del 2008,
costituivano la norma in Botswana, in parte ascrivibili alla bassa capacita’ di spesa in conto
capitale, in parte all’incremento delle entrate minerarie e di quelle doganali associate alla South
African Customs Union (SACU). Tuttavia, dopo aver fatto registrare un surplus pari al 4,8% nel
2007/08 (aprile/marzo), nel 2008/09 il bilancio pubblico ha mostrato un deficit del 5,4% del
PIL, a causa delle ripercussioni della crisi internazionale e della contrazione delle esportazioni
diamantifere che hanno provocato una drastica riduzione delle entrate fiscali, mentre nel
2009/10 il disavanzo ha registrato una sensibile espansione al 15,1% del PIL. Nonostante tale
situazione, il governo intende confermare il proprio impegno relativamente ai propri programmi
di spesa, finalizzati a promuovere la diversificazione economica, la creazione di occupazione e
la riduzione della poverta’ accanto all’intensificazione delle politiche per combattere l’AIDS.
Tuttavia, e’ costretto necessariamente a riconsiderare le proprie priorita’, alla luce della
drammatica riduzione delle entrate associate alla vendita di diamanti. Le stesse agenzie di rating
internazionale Standard & Poor’s and Moody’s hanno espresso riserve di fronte alla politica
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1^ sem. 2010
fiscale espansiva programmata dal governo, riducendo gli indicatori di credito sovrano del
paese. Nel frattempo, il Paese e’ stato costretto, nel mese di giugno 2009, a ricorrere ad un
prestito di 1,5 miliardi di dollari della Banca Africana di Sviluppo, il prestito piu’ elevato da
essa mai concesso, a favore del processo di diversificazione economica. Nel mese di ottobre
2009, la Banca Africana ha inoltre approvato un nuovo prestito di 153 milioni di euro al
governo per finanziare specifiche componenti del progetto di centrale elettrica Morupule B ed
associate infrastrutture di trasmissione. Anche la Banca Mondiale ha fornito un prestito di 186
milioni di dollari per finanziare il Botswana’s Integrated Transport Project.
La politica di sviluppo economico di lungo periodo del Botswana e’ articolata nel documento
governativo “Vision 2016, Long Term Vision for Botswana, Towards Prosperity for All”. Il
Botswana celebrera’ i cinquant’anni dell’indipendenza nel 2016. Vision 2016 ambisce a
triplicare per il 2016 il reddito pro-capite. A tal fine, e’ necessario raggiungere un tasso di
crescita del 7,9%, con un contributo del settore manifatturiero pari al 30% del PIL, rispetto
all’attuale 4%. Il piano corrente di breve periodo, inscritto in Vision 2016, e’ il National
Development Plan 10 che copre il periodo da aprile 2009 fino a marzo 2016 il cui fine e’ di
accelerare la crescita economica, ridurre la poverta’, diversificare la base economica e creare
maggiori opportunita’ di lavoro sostenibili.
A partire dal maggio 2005, le autorita’ monetarie hanno operato un cambiamento fondamentale
nella politica del tasso di cambio, introducendo il passaggio ad un sistema di cambi
convenzionalmente noto come “crawling peg” (parita’ mobile), in base al quale gli
aggiustamenti, rispetto ad un paniere di valute dominato dal rand sudafricano, vengono
effettuati sistematicamente e gradualmente e non piu’ periodicamente, con l’obiettivo di
eliminare l’insorgenza di shock inattesi all’economia derivanti da svalutazioni repentine e
sporadiche e perseguire un obiettivo di stabilizzazione del tasso di cambio effettivo reale. Nel
2009, il tasso di cambio medio del pula rispetto al dollaro e’ stato di 7,15, rispetto a 6,83 pula
del 2008. Tale indebolimento e’ da ascivere principalmente ai differenziali di inflazione fra il
Botswana e i suoi principali partner commerciali. Nel 2010, il pula si e’ mantenuto
sostanzialmente stabile, venendo scambiato, nel mese di settembre 2010, a 6.60 contro il dollaro
e a 9 contro l’euro.
Le prospettive per l’economia del Botswana continuano a dipendere fortemente dall’andamento
della domanda internazionale di diamanti e dai suoi riflessi sulle entrate fiscali e quindi sulla
domanda interna, insieme alla possibilita’ per il paese di mantenere invariati i propri programmi
di investimento. Paradossalmente la crisi sperimentata dal paese nel 2009 ha chiaramente
riaffermato la necessita’ di procedere con vigore lungo il processo di diversificazione
dell’economia. Finora gli sforzi tesi in questa direzione non hanno ancora prodotto risultati
apprezzabili ed il sistema economico resta ancora fortemente suscettibile agli shock asimmetrici
esterni. Anche l’enfasi posta sullo sviluppo dei servizi, finalizzata a rendere il paese un centro
finanziario e turistico internazionale, ha prodotto finora risultati inferiori alle attese. Tra gli
aspetti maggiormente critici del futuro sviluppo economico vi sono il problema dell’AIDS, della
disoccupazione e della carenza di risorse umane qualificate che rischiano di rappresentare un
vincolo all’ulteriore rapido sviluppo del paese. Per il 2011 il Fondo Monetario prevede un tasso
di incremento del 5,1% del PIL reale del Botswana nel 2011.
b)
Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
L’economia possiede un elevato grado di apertura al commercio internazionale, essendo il
Botswana costretto ad importare la maggior parte dei beni capitali e di consumo per alimentare i
propri fabbisogni interni. Nel 2009, la somma di esportazioni ed importazioni di merci e servizi
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1^ sem. 2010
e’ stata pari al 79,9% del PIL, rispetto all’84,9% del 2008. La principale fonte di esportazioni e’
costituita dai diamanti, pari a circa il 75% del valore totale delle vendite estere.
Botswana: esportazioni ed importazioni
in percentuale del PIL
100
34.4 36.5 34.6
30.7 36.1
80
41.3
43.9 42.6
60
45.4 44.2 51.4
47 48.6
43.6 36
36.2
200 200
200 200
200 200
3
4
200 201
5
6
7
8
9 0 (*)
Esportazioni di merci e servizi
40
20
0
Importazioni di merci e servizi
Fonte: FMI – Sub-Saharan Africa Regional Economic Outlook – Aprile 2010
Dal momento che le ragioni di scambio risultano a favore del paese, dato l’elevato valore medio
unitario dei diamanti, confrontato al relativamente piu’ basso valore delle importazioni, il
Botswana normalmente registra ampi surplus mercantili che sono sufficienti a piu’ che
compensare i deficit nella bilancia delle partite invisibili, prevalentemente indotti dai costi di
trasporto ed assicurazione associati alle merci importate. Tuttavia, dopo aver visto ridotto il
surplus ad un valore pari al 4,9% del PIL nel 2008, rispetto al 15,4% del 2007, nel 2009 la netta
flessione delle esportazioni di diamanti, indotta dalla debolezza della domanda mondiale, ha
influenzato negativamente il segno del saldo delle partite correnti, come pure il continuo
incremento delle importazioni sia di merci, in particolare di beni capitali destinati ai progetti di
sviluppo delle infrastrutture, sia di servizi, anch’essi associati agli investimenti fisici in corso di
realizzazione. Nell’ambito della bilancia dei redditi, i flussi in entrata, associati ai rendimenti
finanziari delle riserve e dei fondi pensione del paese investiti nel mercato dei capitali
prevalentemente sudafricano, hanno risentito negativamente della situazione dei mercati
finanziari internazionali, pur compensati dalla riduzione dei rimpatri dei profitti da parte delle
aziende minerarie. Infine, anche i trasferimenti sono risultati in contrazione a causa della
riduzione delle entrate doganali di fonte SACU.
BOTSWANA: SALDO PARTITE CORRENTI IN % DEL PIL
20.0
15.0
10.0
5.0
0.0
-5.0
-10.0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(**)
2011
(**)
(*) stime
(**) previsioni
Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
In sintesi la bilancia delle partite correnti per il 2009 ha fatto registrare un deficit pari al 5,1%
del PIL. La stima per il 2010 da parte del Fondo Monetario, formulata nel mese di aprile, indica
un’espansione del deficit al 7,6% del PIL per un valore di circa un miliardo di dollari.
Negli ultimi dieci anni, la bilancia dei pagamenti ha mostrato robusti saldi positivi, dovuti sia
agli avanzi di parte corrente sia a quelli del conto finanziario, questi ultimi grazie al cospicuo
flusso di investimenti diretti esteri che ha piu’ che compensato gli ampi deflussi dovuti ai fondi
pensione investiti all’estero. Questa circostanza ha facilitato una rapida accumulazione di
riserve ufficiali che, alla fine del 2009, consentono una copertura di diciannove mesi di
importazioni. Fino al 2008, il Botswana presentava anche la caratteristica di un basso livello di
debito estero, pari al 3% del PIL, tuttavia balzato all’11,7% del PIL nel 2009, a seguito dei
nuovi prestiti contratti con le istituzioni finanziarie internazionali.
La bilancia mercantile indica che, dopo aver fatto registrare un avanzo di 380 milioni di dollari
nel 2009, in sensibile contrazione rispetto a oltre un miliardo dell’anno precedente, nei primi
quattro mesi del 2010, le esportazioni di merci hanno fatto registrare un incremento dell’89%,
rispetto allo stesso periodo del 2009, mentre le importazioni sono diminuite del 13.8%,
determinando un surplus di 230 milioni di dollari rispetto al deficit di 19 milioni di dollari
registrato nel periodo gennaio-aprile 2009.
Botswana: Bilancia commerciale1
(valori in migliaia di dollari, variazioni e saldi normalizzati in percentuale)
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Valori
Esportazioni 1.743.114 1.775.255 2.174.508 2.686.100 2.912.545 3.213.915
Importazioni 291.259 269.942 345.740 428.073 431.340 472.221
Saldo
1.451.855 1.505.313 1.828.768 2.258.027 2.481.205 2.741.694
Saldo
71,4
73,6
72,6
72,5
74,2
74,4
normalizzato
(%)
Variazioni sull'anno precedente
Esportazioni
123,6
1,8
Importazioni
-5,8
-7,3
Saldi
(variazioni
assolute)
981.499
53.458
22,5
28,1
23,5
23,8
8,4
0,8
323.455
429.259
223.178
2007
2008
2009
248.857
267.492
-18.635
-3,6
470.495
230.653
239.842
34,2
-70,2
-1,8
89,1
-13,8
260.488 -1.211.153 -462.658 -689.487 -581.681
258.477
10,3
9,5
2.268.514 1.920.183 1.251.937
737.973 852.300 873.541
1.530.541 1.067.883 378.396
50,9
38,5
17,8
2009
2010
gen-apr gen-apr
-29,4
56,3
-15,4
15,5
-34,8
2,5
Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS
Circa i due terzi del valore delle esportazioni di merci del Botswana e’ costituito dai diamanti.
Rame e nickel ne rappresentano un ulteriore 19%.
Il Regno Unito e’ tradizionalmente il principale mercato per le esportazioni del Botswana, dal
momento che la maggior parte dei diamanti del paese viene commercializzata a Londra dalla De
Beers TDC per poi venire riesportata in altri paesi che spesso, nelle statistiche ufficiali,
1
Si tratta di cd “mirror statistics” della banca dati FMI-DOTS in quanto il Botswana non e’ paese
dichiarante (si considerano, quindi, come importazioni i flussi di esportazioni dei paesi dichiaranti verso il
paese).
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
registrano questi acquisti come importazioni dirette dal Botswana, creando confusione circa
l’effettivo profilo geografico delle esportazioni del paese.
Il Botswana dipende fortemente dalle importazioni per i propri fabbisogni interni e, per lungo
tempo, la principale voce di importazione e’ stata rappresentata dai prodotti alimentari. Dalla
fine degli anni novanta, a causa della crescita degli investimenti produttivi, macchinari e
impianti hanno assunto importanza preminente, mentre l’aumento dei redditi familiari ha
stimolato la crescita delle importazioni dei beni di consumo durevoli, come quelle di
elettrodomestici ed autoveicoli. Le importazioni del Botswana provengono, per la maggior
parte, dall’area SACU, in particolare dal Sud Africa. L’Europa e’ la seconda fonte geografica,
mentre lo Zimbabwe sta riducendo le proprie vendite in Botswana a causa della sua difficile
situazione politica ed economica interna ma anche dei rapporti politici recentemente non
idilliaci tra i governi dei due paesi.
A partire dal 2002, il Botswana ha attratto significativi flussi di investimenti diretti esteri la
maggior parte dei quali ha riguardato il settore minerario, seguito da quelli relativi al settore
manifatturiero e finanziario e della distribuzione commerciale all’ingrosso e al dettaglio,
quest’ultima caratterizzata dal predominio delle imprese sudafricane. Principali aree di
provenienza degli investitori sono i paesi dell’Europa occidentale, il Sud Africa e gli Stati Uniti.
Nel 2009, i flussi di investimenti in entrata hanno fatto registrare una battuta d’arresto in quanto,
a causa della crisi economica internazionale, molti nuovi progetti di investimento sono stati
differiti, in attesa della ripresa del ciclo e di una nuova fase di incremento delle quotazioni
internazionali di materie prime.
Botswana: investimenti diretti esteri in entrata
2000
57
2001
31
2002
403
(milioni di dollari)
2003 2004 2005 2006
418
391
279
486
2007
495
2008
521
2009
234
Fonte: UNCTAD – World Investment Report 2010
c)
Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti
esteri bilaterali
I flussi commerciali tra Italia e Botswana assumono valori assoluti molto modesti. Nel 2009,
l’avanzo mercantile dell’Italia, dopo aver fatto registrare il proprio valore massimo di 6,1
milioni di euro nel 2008, si e’ ridotto a 3,7 milioni di euro per effetto di una riduzione del 41%
del valore delle esportazioni italiane sul mercato, associato ad un quasi totale annullamento del
valore delle importazioni dell’Italia.
Nei primi sei mesi del 2010, il valore delle esportazioni italiane in Botswana e’ quasi
raddoppiato, mentre il valore delle importazioni e’ aumentato, ancorche’ calcolato su livelli
molto marginali, di circa il 50%, rispetto al primo semestre 2009. Di conseguenza nei primi sei
mesi del 2010, l’Italia ha registrato un surplus mercantile di circa 3 milioni di euro e, data
l’esigiota’ delle importazioni, un avanzo normalizzato prossimo al suo valore massimo del
100%.
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
Italia: bilancia commerciale con il Botswana
(valori in migliaia di Euro e variazioni in percentuale)
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007 2008
2009
2009
2010
gen-giu gen-giu
Esportazioni
11.953
4.118
3.059
4.671
2.281
3.151
6.149 6.291
3.710
1.482
2.948
Importazioni
6.593
3.419
4.437
3.355
2.124
1.653
150
28
13
19
Saldo
Saldo
normalizzato
(%)
5.360
28,9
698
9,3
-1.378
-18,4
1.316
16,4
156
3,5
1.499
31,2
5.529 6.141
81,7 95,3
3.682
98,5
1.470
98,3
2.930
98,7
2,3
-41,0
-51,3
98,9
-81,4
-62,3
48,8
612 -2.459
-1.543
1.460
Valori
620
Variazioni sull'anno precedente
Esportazioni
127,1
-65,6
-25,7
52,7
-51,2
38,2
Importazioni
38,4
-48,1
29,8
-24,4
-36,7
-22,2
-62,5 -75,8
4.860
-4.662
-2.077
2.694
-1.160
1.342
4.030
Saldi
(variazioni
assolute)
95,1
Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
Italia: bilancia commerciale con il Botswana
(milioni di euro)
15.0
10.0
5.0
0.0
-5.0
Gen-Giu Gen-Giu
2009
2010
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Esportazioni
5.3
12.0
4.1
3.1
4.7
2.3
3.2
6.1
6.3
3.7
1.5
2.9
Importazioni
4.8
6.6
3.4
4.4
3.4
2.1
1.7
0.6
0.2
0.0
0.0
0.0
Saldo
0.5
5.4
0.7
-1.4
1.3
0.2
1.5
5.5
6.1
3.7
1.5
2.9
Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
Nel primo semestre 2010, la categoria dei motori, generatori e trasformatori elettrici ha
rappresentato il principale gruppo merceologico delle esportazioni italiane in Botswana per un
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1^ sem. 2010
totale di circa 1,8 milioni di euro euro. Altri principali prodotti esportati dall’Italia in Botswana
nel 2009 sono state forniture aeronautiche e macchinari.
Botswana: principali prodotti esportati dall'Italia
(valori in migliaia di Euro)
Esportazioni
271 - Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la
distribuzione e il controllo dell'elettricità
303 - Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi
289 - Altre macchine per impieghi speciali
282 - Altre macchine di impiego generale
281 - Macchine di impiego generale
325 - Strumenti e forniture mediche e dentistiche
201 - Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie
plastiche e gomma sintetica in forme primarie
2009
gen-giu
2010
gen-giu
Var %
19
1.753
+++
.
396
495
73
96
2
364
292
135
88
52
47
.
-26,2
-72,7
21,0
-46,1
+++
Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
I dati di importazione dell’Italia dal Botswana, per il primo semestre 2010, mostrano come gli
acquisti italiani, precedentemente quasi esclusivamente rappresentati da prodotti in cuoio, si
siano ridotti a valori pressoche’ nulli.
Botswana: principali prodotti importati dall'Italia
(valori in migliaia di Euro)
Importazioni
910 - Prodotti delle attività di biblioteche, archivi, musei e di altre attività
culturali
310 - Mobili
222 - Articoli in materie plastiche
2009
gen-giu
2010
gen-giu
Var %
10
9
-6,9
.
.
8
1
.
.
Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
Non esistono investimenti rilevanti effettuati da grandi o medie imprese italiane in Botswana.
Tuttavia, nel paese sono presenti impenditori di nazionalita’ italiana, alcuni di essi attivi nel
settore delle costruzioni e dei servizi turistici con imprese di successo.
2.
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO
a)
Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale
La stabilita’ macroeconomica e politica, il perdurante processo di crescita, gli elevati livelli di
reddito pro-capite e la forte dipendenza dalle importazioni giustificherebbero una presenza
maggiormente diffusa dei prodotti italiani sia di consumo che di investimento. Si tratta - invero
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- di un mercato dalle dimensioni molto limitate ma con opportunita’ di sviluppo indotte anche
dalla circostanza che il paese e’ stato prescelto da molte imprese, soprattutto sudafricane, per
processi di delocalizzazione produttiva e decisionale di attivita’ con proiezione regionale. Esso
e’ anche stato prescelto come sede del Segretariato della comunita’ di integrazione economica
SADC ed ospita numerosi uffici di organizzazioni internazionali. Tuttavia, dal punto di vista
meramente commerciale, il Botswana non offre grandi opportunità per le imprese italiane. Si
tratta di un paese relativamente esteso (all’incirca quanto la Francia), ma con una popolazione
ridotta e con una quota marginale di consumatori di fasce reddituali e relativo potere d’acquisto
tali da rappresentare un mercato dall’elevato potenziale di assorbimento di offerta italiana di
prodotti di consumo. Esistono, peraltro, opportunità di nicchia per esportazioni di macchinari
ed altri beni strumentali, subordinate all’auspicata intensificazione degli investimenti del paese
per sviluppare la propria industria manifatturiera, al fine di diversificare l’economia
pesantemente basata sulla produzione di risorse minerarie. I settori nei quali esistono
interessanti margini per una maggiore penetrazione italiana riguardano i macchinari utensili, le
attrezzature per l’industria mineraria, i mezzi di trasporto e le attrezzature per
telecomunicazioni, le attrezzature per il settore energetico convenzionale ed alternativo, i
macchinari agricoli, i prodotti alimentari, i prodotti in metallo, in gomma e plastica, le
attrezzature medicali e le forniture ospedaliere, i prodotti chimici e farmaceutici, i prodotti
tessili e dell’abbigliamento.
b)
Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia
Il Botswana, piu’ che attrarre interessi prettamente commerciali, potrebbe rappresentare un
potenziale polo di attrazione di investimenti diretti, considerato anche il notevole fenomeno di
delocalizzazione di imprese sudafricane. Inoltre, lo sviluppo che l’economia ha registrato negli
ultimi anni, insieme con la forte crescita del reddito pro-capite, la stabilizzazione dei parametri
macroeconomici e la parallela crisi dello Zimbabwe, rendono il paese una interessante base
logistica per servire i mercati della regione.
Il turismo e’ stato identificato dal governo del Botswana come uno dei principali motori di
sviluppo socio-economico del paese ed un elemento fondamentale della politica di
diversificazione dell’economia che sta attivamente perseguendo. Il settore rappresenta già una
quota consistente del PIL, pari al 10,3%, e nel prossimo futuro si intendono incoraggiare
investimenti diretti e canalizzare risorse del settore privato per favorire l’ulteriore sviluppo delle
attrezzature turistiche, al fine di attrarre i segmenti elevati del mercato turistico internazionale.
Come affermato, finora gli investimenti nel paese da parte di imprese medio-grandi italiane
sono stati relativamente scarsi. Esiste invece la presenza di imprenditori individuali di successo,
prevalentemente operanti nel campo delle costruzioni e del turismo.
c)
Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori
ad alto contenuto tecnologico
Il Botswana e’ uno dei paesi con la struttura economica tra le più avanzate dell’Africa e, come
tale, potrebbe aver la necessita’ di sostenere investimenti nei settori ad elevato contenuto
tecnologico al fine di promuovere sviluppo e competitività. Occorrerà pertanto monitorare
attentamente l’evoluzione delle politiche infrastrutturali del paese ed i progetti di sviluppo nei
segmenti ad elevata intensità tecnologica (militare, aeronautico, telecomunicazioni) per
verificare eventuali opportunità di futura cooperazione bilaterale.
d)
Suggerimenti per l’attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo
pubblico per SACE e SIMEST
Il Botswana e’ collocato nella categoria 3 della scala di valutazione del rischio da parte della
SACE che lo configura quindi come paese relativamente a basso rischio verso il quale non
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esistono particolari restrizioni per il supporto ad operazioni di assicurazione di crediti
all’esportazione e di investimenti o di agevolazione finanziaria di esportazioni e di investimenti
da parte della Simest. Occorre stimolare le imprese italiane a guardare al paese con una visione
strategica di lungo periodo e con una proiezione di mercato regionale, considerando che esso
gode dei benefici del programma AGOA, di trattamento preferenziale per le esportazioni verso
gli Stati Uniti, ed ha firmato gli accordi preliminari Economic Partnership Agreement con
l’Unione Europea, potendo candidarsi ad ospitare imprese manifatturiere a vocazione
esportatrice.
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3.
POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO
a)
Barriere tariffarie
La polica commerciale di natura tariffaria del Botswana si inscrive nell’ambito degli accordi
dell’Unione Doganale SACU (Southern African Custom Union), alla quale appartiene insieme
al Lesotho, alla Namibia, al Sud Africa e allo Swaziland. Come tale, non esistono barriere
doganali all’interno dei paesi SACU, mentre alle importazioni dal resto del mondo si applicano
tariffe e accise comuni. Gli introiti doganali affluiscono in un fondo comune, controllato dal
Sud Africa, che lo redistribuisce ai vari paesi dell’Unione secondo uno schema di ripartizione
concordato. A partire dai negoziati dell’Uruguay Round nel 1994, i paesi SACU, guidati dal
Sud Africa, hanno riformato e semplificato la loro struttura daziaria, conseguendo una
consistente riduzione del tasso medio di protezione tariffaria.
Il Botswana e’ membro della comunita’ di integrazione economica SADC (Southern African
Development Community) che ha creato un’area di libero scambio nel 2008 e si propone la
realizzazione di un’unione doganale per il 2010 ed un mercato comune entro il 2015. Il
Segretariato della SADC ha sede nella capitale del Botswana, Gaborone.
b)
Barriere non tariffarie
Il Ministero del Commercio e dell’Industria e’ titolare delle principali responsabilita’ di
formulazione e di attuazione delle politiche commerciali ed industriali del paese, soprattutto
nelle aree non trattate dall’accordo doganale SACU. All’interno del Ministero, il Department of
Trade and Consumer Affairs tratta la politica commerciale estera e rilascia le licenze di
importazione. Il Department of Industrial Affairs formula ed attua la politica industriale,
comprese le associate misure di sostegno, rilascia le licenze di produzione che vengono
approvate dalla National Industrial Licensing Authority, in conformita’ con l’Industrial
Development Act del 1998, di cui rappresenta il Segretariato. Tali licenze sono subordinate a
vincoli di localizzazione, sanitari ed ambientali. Recentemente il paese ha riformato la propria
legislazione doganale per renderla compatibile con i requisiti imposti dagli Stati Uniti
nell’ambito dell’AGOA.
Tutte le importazioni da paesi extra-SACU, ad eccezione del Malawi, sono soggette a licenza.
Le importazioni di alcuni prodotti agricoli necessitano di preventiva approvazione da parte del
Ministero dell’Agricoltura prima di ottenere licenza da parte del Department of Trade and
Consumer Affairs. E’ proibita l’importazione di alcuni prodotti per ragioni sanitarie, di
sicurezza, ambientali e morali. E’ proibita l’importazione di carne fresca di maiale, mentre le
importazioni di volatili sono ammesse solo in presenza di scarsita’ sul mercato interno. Le
importazioni di prodotti vegetali, carni e prodotti lattiero-caseari sono soggette a divieti
stagionali.
Gli standard del Botswana sono basati su norme internazionali o su quelle dei principali partner
commerciali, soprattutto il Sud Africa. Il Botswana Bureau of Standards, riconosciuto dalla
ISO, e’ stato fondato nel 1997 ed e’ responsabile della standardizzazione e del controllo di
qualita’. Il BBS partecipa alle iniziative di standardizzazione regionali ed internazionali, anche
se non ha firmato nessun accordo di mutuo riconoscimento. Ogni ente pubblico o privato, il cui
prodotto soddisfa i requisiti standard, puo’ richiedere di ottenerne certificazione al Bureau of
Standards.
Tutti gli standard che abbiano impatto sulla salute, la sicurezza e l’ambiente sono obbligatori
(gas derivati dal petrolio, prodotti pre-confezionati destinati ai consumatori, granaglie per
consumo alimentare, mangimi animali, abbigliamento e acqua potabile), gli altri standard sono
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volontari. Il Botswana non possiede un consolidato sistema di test di conformita’, tuttavia
riconosce standard e risultati di collaudi effettuati all’estero ed utilizza spesso laboratori
stranieri accreditati per condurre prove non effettuabili nel paese.
Specifici requisiti esistono per l’etichettatura dei prodotti pre-confezionati e le informazioni
relative alla preparazione degli alimenti ma anche alla presentazione dei prodotti e alla loro
pubblicita’.
c)
Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale
Negli ultimi anni, il paese ha compiuto notevoli progressi nella protezione dei diritti di
proprieta’ intellettuale, allo scopo di uniformarsi agli standard internazionali. Nel 1996, e’ stata
emanata la legislazione di tutela della proprieta’ industriale, che riguarda brevetti, licenze e
marchi. Nel 1998, il paese e’ diventato membro delle Convenzioni di Berna (proprieta’ artistica
e letteraria) e di Parigi (proprieta’ industriale), principali accordi internazionali che regolano i
diritti di proprieta’ intellettuale. Nel 2000 e’ stata emanata la legge di tutela dei diritti di autore
che regolamenta la produzione artistica, letteraria, teatrale e cinematografica, il software, le
organizzazioni televisive e di registrazione musicale.
Nella legislazione del Botswana esistono alcune lacune: la legge non definisce le indicazioni di
origine geografica, gli schemi di configurazione dei circuiti integrati e le informazioni
confidenziali. Inoltre, contrariamente ad altri paesi, non sono esclusi dalla brevettabilita’ i
risultati di processi biologici animali e vegetali.
d)
Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese
Il governo del Botswana ha effettuato degli sforzi considerevoli finalizzati a creare un ambiente
economico adeguato ad attrarre investimenti diretti esteri, sforzi che hanno prodotto risultati
positivi, considerato il giudizio favorevole del paese nel rating di agenzie internazionali come
Moody’s o S&P. Tali rating pongono il Botswana ad un livello superiore a tutti gli altri paesi
africani, nella stessa posizione di altre economie emergenti di successo come il Cile, l’Arabia
Saudita, la Corea del Sud. Sin dall’indipendenza, il governo ha attuato una seria politica di
stabilizzazione macroeconomica che ha consentito all’economia di realizzare tra i piu’ elevati
tassi di crescita al mondo nei trent’anni dal 1966 al 1998. Attualmente il governo e’ impegnato
nello sforzo di promuovere uno sviluppo industriale trainato dalle esportazioni e di diversificare
l’economia verso la produzione di merci non tradizionali, come tessili e abbigliamento, prodotti
in pelle, prodotti in vetro, informatica e telecomunicazioni, prodotti farmaceutici e turismo.
Nel 1998 e’ stata fondata la Botswana Export Development and Investment Authority (BEDIA),
ente che ha il compito di promuomere gli investimenti nel paese, con particolare enfasi sulle
industrie manifatturiere orientate alle esportazioni e che rappresenta il punto di riferimento
focale per tutti gli investitori del paese, esteri e nazionali. Funziona da sportello unico per la
fornitura di servizi ex ante ed ex post alle attivita’ di investimento e concentra su di se’
l’espletamento delle procedure per l’ottenimento delle necessarie licenze amministrative per
poter operare nel paese.
Il Botswana e’ stato il primo fra tutti i paesi africani ad abolire tutti i controlli valutari e sono
stati effettuati importanti progressi nella lotta alla corruzione e al crimine e nel miglioramento
del sistema giudiziario.
Tutti gli investitori stranieri devono registrare la propria impresa in Botswana secondo le norme
del Companies Act e attenersi alla legislazione in vigore per quanto concerne i trasferimenti di
tecnologia e di capacita’ promuovendo il coinvolgimento della popolazione locale nell’ambito
dei vari livelli di responsabilita’ gestionale, pur senza prescrivere obblighi di trasferimento della
proprieta’.
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Se, da un lato, il paese e’ aperto agli investimenti stranieri, dall’altro, riserva ai propri cittadini
determinati settori, alcuni dei quali esclusi alla partecipazione straniera, mentre in altri si
possono stabilire joint venture ma solo se controllate da cittadini del Botswana. In tutti gli altri
settori, esiste apertura agli investimenti diretti che siano in conformita’ con il Codice degli
Investimenti Esteri. Le licenze per gli investimenti turistici vengono rilasciate dal Ministry of
Trade, Wildlife, Industry and Tourism dopo un processo di verifica trasparente.
Il sistema legale del Botswana consente una completa tutela dei diritti degli stranieri ed un’equa
risoluzione delle controversie commerciali.
4.
POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO
CONGIUNTO
a)
Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema
produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l’ICE intendono realizzare
nel corso del secondo semestre del 2010
Ambasciata d’Italia in Zambia e ufficio ICE di Johannesburg, competenti territorialmente per il
paese, garantiscono la normale attivita’ di monitoraggio delle opportunita’ economiche del
Botswana, al fine di effettuarne opportune segnalazioni alla comunita’ imprenditoriale italiana,
ed offrono servizi di assistenza alle imprese italiane che richiedano supporto operativo alle
proprie attivita’ di internazionalizzazione nel paese.
b)
Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economicocommerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici ,degli Istituti di Cultura e delle
Camere di Commercio Italiane all’estero
Al momento, non sono previste iniziative interistituzionali per il Botswana.
c)
Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative
promozionali nel corso del 2011
Non sono previsti eventi promozionali sul mercato del Botswana nel 2011.
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