Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c (ultima modifica 22/03/2010) Energia e Forze elettrostatiche P F R12 Q2 + Q1 + ∝ Il lavoro richiesto nel vuoto per portare una carica Q2 lentamente, (perché possano ritenersi trascurabili sia l’energia cinetica che gli effetti di radiazione), dall’infinito in senso contrario alla direzione del campo dovuto a una carica Q1, alla distanza R12 dalla carica Q1, è: Q 2 Q1 Q1 W2 = F ⋅ R 12 = F ⋅ R 12 cos 0° = ⋅ R 12 = Q 2 = Q 2 V2 2 4πε o R 12 4πε o R 12 Poiché il campo elettrostatico è conservativo il lavoro W2 è indipendente dal percorso fatto dalla carica Q2, per portarsi alla distanza R12 da Q1, posizione alla quale è associata una energia potenziale legata alla distanza R12. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 1 Mettendo in evidenza Q1 si può ottenere un’altra forma della espressione precedente é: Q2 W2 = Q1 = Q1 V1 4πε o R 12 Questo lavoro viene immagazzinato nell’assemblare le due cariche in una configurazione alla quale è associata una energia potenziale. Combinando le due relazioni precedenti si dimostra che la l’energia elettrostatica mutua del sistema delle due cariche, è: Q2 Q1 Q1V1 + Q 2 V2 = Q1 + Q2 = 2W2 4πε o R 12 4πε o R 12 da cui : 1 W2 = (Q1V1 + Q 2 V2 ) 2 M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 2 1 W2 = (Q1V1 + Q 2 V2 ) 2 L’energia elettrostatica mutua (o di posizione) del sistema di due cariche, corrisponde al lavoro che è necessario fornire per passare da: una situazione in cui l’interazione delle cariche è nulla, ↓ ad una nuova situazione in cui le cariche sono state portate a interagire mutuamente tra di loro. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 3 Se si suppone che un’altra carica Q3 sia portata dall’infinito in un punto che dista R13 da Q1 e R23 da Q2, sarà richiesta una quantità di lavoro: ⎛ Q1 Q2 ⎞ ⎟⎟ ∆W = Q3V3 = Q3 ⎜⎜ + ⎝ 4πε o R13 4πε o R23 ⎠ La somma di ∆W e W2 rappresenta l’energia potenziale immagazzinata nell’assemblare le tre cariche Q1, Q2, e Q3: 1 ⎛ Q1Q2 Q1Q3 Q2 Q3 ⎞ ⎜⎜ ⎟⎟ + + W3 = W2 + ∆W = 4πε o ⎝ R12 R13 R23 ⎠ M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 4 La relazione può essere riscritta nella seguente forma: Q3 ⎞ 1 ⎛ Q2 ⎟⎟ + W3 = [Q1 ⎜⎜ + 2 ⎝ 4πε 0 R12 4πε 0 R13 ⎠ ⎛ Q1 Q3 ⎞ ⎟⎟ + Q2 ⎜⎜ + ⎝ 4πε 0 R12 4πε 0 R23 ⎠ ⎛ Q1 Q2 ⎞ ⎟⎟] = Q3 ⎜⎜ + ⎝ 4πε 0 R13 4πε 0 R23 ⎠ 1 = (Q1V1 + Q2V2 + Q3V3 ) 2 Il potenziale V1 nella posizione della carica Q1 é diverso da quello che si stabilisce nello stesso punto quando sono presenti contemporaneamente le sole cariche Q1 e la carica Q2. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 5 Estendendo la procedura per n cariche discrete localizzate in N punti: 1 We = 2 N ∑Q k k =1 Vk [J ] e Vk = 1 4πε o N ∑R j =1 j ≠k Qj jk Dove Vk è il potenziale elettrico nel punto in cui è posizionata la carica Qk, dovuto alla presenza di tutte le altre cariche. • We può essere negativa (per due cariche è < 0, se queste sono di segno contrario). In questo caso il lavoro per portare Q2 dall’infinito, è compiuto dal campo (non contro il campo) generato da Q1, • We rappresenta l’energia di interazione (mutua energia) e non comprende il lavoro richiesto per assemblare le singole cariche puntuali (auto energia). M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 6 L’unità di misura prevista dal sistema internazionale joule [J], è troppo grande per la fisica delle particelle elementari, per cui si utilizza l’elettronvolt [eV]. Un elettronvolt è l’energia o il lavoro richiesto per spostare un elettrone in presenza di una differenza di potenziale di 1 volt: 1 eV = 1.60 × 10 −19 J In presenza di una distribuzione di cariche continua di densità ρ, l’espressione della We ,valida per per una distribuzione di cariche discrete, deve essere così modificata (all’operatore di sommatoria si sostituisce l’operatore di integrazione): 1 1 N We = ∑ Q k Vk [J ] ⇒ We = ∫ ρVdv' [J ] 2 V' 2 k =1 •V è il potenziale nel punto dove la densità di carica è ρ e •V’ è il volume della regione dove ρ esiste. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 7 Energia elettrostatica in funzione delle grandezze di campo Ricordando che , ∇ ⋅ D = ρ We = ed essendo: 1 ρVdv 2 ∫ [J ] V' si può scrivere: We = 1 2 ∫ (∇ ⋅ D ) Vdv [J ] V' Applicando le proprietà del calcolo vettoriale, si dimostra che tale espressione integrata per un volume sferico, di raggio tendente all’infinito, che comprende tutte le cariche, diventa: We = 1 D ⋅ E dv 2 ∫ [J ] V' M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 8 Se il mezzo è lineare, essendo, D = ε E si ha: 2 1 1 D ε E 2 dv = We = dv 2 2 ε ∫ ∫ V' [J ] V' Si può anche definire una densità di energia elettrostatica we, tale che : ∫ We = w e dv [J ] da cui : V' 2 1 1 1 D we = D ⋅ E = ε E2 = 2 2 2 ε M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c ⎡ J ⎤ ⎢⎣ m 3 ⎥⎦ 9 Forze elettrostatiche Un metodo per il calcolo delle forze elettrostatiche agenti su un oggetto sottoposto alle azioni di un in un campo elettrostatico, è quello basato sul principio dello spostamento virtuale (o principio dei lavori virtuali) nei due casi: 1. Sistema isolato che non può avere scambi di energia con l’esterno e quindi con cariche costanti (Qtot=cost); 1. Sistema non isolato di corpi conduttori collegati rispettivamente a potenziali fissi (morsetti di batterie) per cui i loro potenziali siano costanti( V=cost). M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 10 Sistema di corpi con cariche costanti Si immagini che le forze elettriche abbiano indotto uno spostamento elementare dl in uno dei corpi (spostamento virtuale), per cui il lavoro meccanico compiuto dal sistema sarà: dW = F Q ⋅ d l Dove FQ è la forza elettrica totale che agisce sul corpo nella ipotesi di cariche costanti. Poiché il sistema è isolato il lavoro meccanico è fatto a spese della energia elettrostatica immagazzinata, che è: dW = −dWe = F Q ⋅ d l M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 11 Poiché la variazione differenziale di uno scalare dovuta alla variazione di posizione dl è uguale al prodotto scalare del gradiente dello scalare per dl: dWe = (∇We )⋅ d l dal confronto delle due relazioni si ha che la forza elettrostatica nella ipotesi di cariche costanti é: −dWe = F Q ⋅ dl ⎫ ⎪⎪ ⎬ ⇒ ⎪ dWe = ∇We ⋅ dl ⎪⎭ ( ) F Q = −∇We [ N] In coordinate cartesiane: (FQ )x = − ∂We , (FQ )y = − ∂We , (FQ )z = − ∂We ∂x M. Usai ∂y Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c ∂z 12 Se il corpo è vincolato a ruotare intorno ad un asse, per esempio l’asse z, il lavoro meccanico fatto dal sistema per uno spostamento virtuale angolare dφ sarà: dW = (TQ )z dφ , Dove (TQ )z è la componente z della coppia agente sul corpo nella ipotesi di carica costante e con una procedura analoga si giunge alla seguente espressione: (TQ )z = − ∂∂Wφe M. Usai [N ⋅ m] Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 13 Sistema di corpi con potenziali costanti Uno spostamento dl dovuto a un corpo conduttore comporta una variazione della energia elettrostatica totale. Affinché i potenziali dei corpi conduttori siano mantenuti costanti ci deve essere un trasferimento di cariche dalle sorgenti ai conduttori. Il lavoro fatto dalle sorgenti per mantenere il potenziale Vk del corpo k costante, fornendo una carica dQk, è: Vk dQk e se i corpi sono N, la totale energia fornita dalle sorgenti al sistema sarà: N dWS = ∑Vk dQk k =1 M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 14 Il lavoro meccanico fatto dal sistema per lo spostamento virtuale è: dW = F V ⋅ dl dove F V è la forza elettrica sul corpo conduttore nella ipotesi di potenziali costanti. Il trasferimento di cariche varia anche l’energia elettrostatica del sistema di una quantità dWe: 1 dWe = 2 ∑ k 1 Vk dQk = dWS 2 Per il principio della conservazione della energia si ha che la totale energia fornita dalle sorgenti al sistema : dW + dWe = dWS M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 15 Sostituendo le espressione determinate, la forza elettrostatica con i potenziali costanti risulta: ( ) Fv ⋅ dl = dWs - dWe = dWe = ∇We ⋅ d l da cui: ( Fv = ∇We ) [N] Se il corpo conduttore è vincolato a ruotare intorno all’asse z , la componente z della coppia elettrostatica è: (TQ )z M. Usai ∂We = ∂φ [N ⋅ m] Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 16 Carica costante FQ = −(∇We ) (T ) Q z δW =− e δφ Potenziale costante [N] FV = ∇We ( ) [ N] [ N ⋅ m] δ We (TV ) z = δφ [ N ⋅ m] Dal confronto delle espressioni delle forze e delle coppie nei due casi si vede come l’unica differenza nelle espressioni, sia il segno. • Infatti nel primo caso (a cariche costanti), il lavoro è stato fatto a spese della energia elettrostatica del sistema, mentre • nel secondo caso (a potenziali costanti), il lavoro è stato fatto a spese della energia fornita da un sistema esterno. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 17