Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3d Soluzioni di problemi elettrostatici I problemi elettrostatici riguardano lo studio degli effetti delle cariche elettriche fisse. I principi dei campi elettrostatici possono essere applicati in differenti modi, in base ai dati inizialmente noti. La risoluzione di tali problemi richiede la determinazione: • del potenziale elettrico V; • della intensità del campo elettrico E e/o della distribuzione delle cariche elettriche ρ. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 1 Se è nota la distribuzione delle cariche elettriche possono essere determinati sia il potenziale elettrico, che l’intensità del campo elettrico. In diversi problemi pratici non è nota l’esatta distribuzione delle cariche e le formule studiate per determinare queste grandezze non possono essere applicate in maniera diretta. Esistono diversi metodi di risoluzione per risolvere i problemi pratici elettrostatici, come: •Il metodo delle immagini; •Il metodo della separazione delle variabili; •Metodi di trasformazione; •Metodi numerici. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 2 Equazione di Laplace e di Poisson Le due equazioni fondamentali della elettrostatica valide per ogni mezzo sono: ∇⋅D = ρ ∇× E = 0 e per la irrotazionalità del vettore campo elettrico, si può definire un potenziale elettrico V tale che: E = −∇V In un mezzo isotropo e lineare: D = ε E ⇒ ∇ ⋅ D = ρ ⇒ ∇ ⋅ (ε∇V ) = -ρ Da cui sostituendo nella relazione precedente si ha: ∇ 2V = − ρ ε essa è l’espressione della equazione di Poisson e ∇ ⋅ ∇ è l’operatore Laplaciano, che equivale alla:“divergenza del gradiente di” M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 3 La risoluzione della equazione di Poisson comporta la risoluzione di una equazione di secondo grado alle derivate parziali calcolabile in ogni punto dello spazio, dove esiste la derivata di secondo ordine. In coordinate cartesiane: ρ ∇ V = ∇ ⋅ ∇V = − ε 2 ∂ ⎞ ⎛ ∂V ∂V ⎞ ∂ ∂V ⎛ ∂ + az + ay = ⎜ax + ay + az ⎟ ⋅⎜ax ⎟ ∂z ⎠ ⎝ ∂x ∂z ⎠ ∂y ∂y ⎝ ∂x che diventa: ∂ 2V ∂x 2 M. Usai + ∂ 2V ∂y 2 + ∂ 2V ∂z 2 =− ρ ε Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c ⎡V ⎤ ⎢⎣ m 2 ⎥⎦ 4 In coordinate cilindriche: 1 ∂ ⎛ ∂V ⎞ 1 ∂ 2V ∂ 2V ∇V= + 2 ⎜r ⎟+ 2 2 r ∂ ⎝ ∂r ⎠ r ∂φ ∂z 2 In coordinate sferiche: 1 ∂ ⎛ 2 ∂V ⎞ 1 1 ∂ 2V ∂ ⎛ ∂V ⎞ 2 ∇V= 2 ⎜R ⎟+ 2 ⎜ sinθ ⎟+ 2 R ∂R ⎝ ∂R ⎠ R sinθ ∂θ ⎝ ∂θ ⎠ R sin 2 θ ∂φ 2 Nei punti di un mezzo semplice nei quali non è presente alcuna carica ossia: ρ = 0, l’equazione di Poisson si riduce alla Equazione di Laplace: 2 ∇ V =0 Con questa equazione è possibile risolvere problemi inerenti un insieme di conduttori mantenuti a potenziali diversi (condensatori). M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 5 Unicità delle soluzioni elettrostatiche In molti casi semplici si ottiene la soluzione dei problemi elettrostatici attraverso l’integrazione diretta delle equazioni di Laplace o di Poisson. Nei casi più complicati possono essere usati altri metodi di risoluzione. Teorema della unicità La soluzione della equazione di Poisson (o per il caso particolare di Laplace) che soddisfa le condizioni al contorno date, è unica. Su questa asserzione si basano diversi metodi di risoluzione dei problemi elettrostatici. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 6 Inoltre poiché le superfici equipotenziali sono perpendicolari alle superfici equiflusso, si può applicare ai campi il principio di dualità: Se un campo ha come superfici equipotenzali le superfici che sono equiflusso per un secondo campo, come conseguenza diretta le equipotenziali di questo secondo campo risultano le equiflusso del primo. Ciò consente di applicare direttamente i risultati ricavati per una certa configurazione ( per esempio con il contorno formato da equipotenziali), ad una configuarzione duale (con lo stesso contorno formato da equiflusso). M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 7 In diversi problemi le condizioni al contorno da soddisfare per risolvere direttamente le equazioni di Poisson e o di Laplace sono difficili da definire. Ma è possibile che le condizioni sulle superfici di contorno possano essere stabilite attraverso delle opportune cariche immagine equivalenti e le distribuzioni del potenziale possa possano essere determinate in maniera semplice. Questo metodo è il metodo delle immagini e può essere usato per ottenere soluzioni di problemi facili, per lo studio di campi in regioni spaziali delimitate da contorni rettilinei o circolari. In particolare il metodo si presta bene nel caso di cariche isolate. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 8 Si consideri il caso di una carica positiva Q, posta alla distanza d al di sopra di un piano conduttore collegato a terra (a potenziale zero): y Q(0,d,0) x z Piano conduttore collegato a terra a potenziale zero Si voglia determinare il potenziale in ogni punto al di sopra del piano conduttore. Con la procedura formale occorre risolvere l’equazione di Laplace in coordinate cartesiane: 2 ∇ V= M. Usai ∂ 2V ∂x 2 + ∂ 2V ∂y 2 + ∂ 2V ∂z 2 =0 Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 9 La soluzione V(x,y,z) deve soddisfare le seguenti condizioni: • In tutti i punti del piano collegato a terra il potenziale deve essere uguale a zero: V(x,0,z)=0. • Nei punti prossimi a Q il potenziale tende a quello della sola carica puntiforme (R è la distanza da Q ): Q V→ , come R → 0 , 4πε o R • Nel punto molto lontano da Q (x→±∞, y →+∞, z →±∞) il potenziale tende a zero. • La funzione potenziale è pari rispetto alle coordinate x e z, cioè: V(x,y,z)=V(-x,y,z) e V(x,y,z)=V(x,y,-z). Una soluzione che soddisfi queste condizioni non è immediata. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 10 Per giungere alla soluzione si può ragionare nel seguente modo: la carica +Q per y = d, indurrebbe cariche negative sulla superficie del conduttore piano, con una distribuzione di carica superficiale ρS. Il potenziale nei punti che stanno al disopra del piano conduttore applicando il principio di sovrapposizione degli effetti sarà: V(x, y, z) = Q 4πε o x 2 + (y − d)2 + z 2 + ρS 1 ds ∫ 4πε o S R1 dove il secondo addendo tiene conto della densità di carica superficiale sul piano conduttore, R1 é la distanza del punto in considerazione dalla superficie elementare ds. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 11 L’integrale superficiale contenuto nella formula precedente può essere risolto solo se si conosce con esattezza la distribuzione della carica sulla superficie del piano conduttore. La condizione di potenziale nullo sul piano è soddisfatta se invece del piano conduttore si pone in y=-d una carica immagine y uguale e opposta: P(x,y,z) R+ +Q R- d x o z -d -Q M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 12 Il potenziale in un punto P qualsiasi è così dato: V(x, y, z) = Q 2 2 4πε o x + (y − d) + z 2 − Q 4πε o x 2 + (y + d) 2 + z 2 • Questa relazione soddisfa la condizione di potenziale nullo lungo il piano y=0, e fornisce il potenziale in ogni punto al di sopra del piano. • L’espressione non è valida per y<0, poiché all’interno del conduttore il potenziale deve essere ovunque zero. • Se il piano è a potenziale diverso da zero, il valore di tale potenziale costante viene aggiunto a quello ottenuto con l’immagine di Q e la relazione fornisce così l’espressione del potenziale in ogni punto per y>0. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 13 Da questo esempio si vede come il metodo delle immagini consente di semplificare notevolmente questo tipo di problemi. Tale metodo facilita lo studio di campi prodotti in un mezzo con costanti dielettriche diverse, riconducendolo allo studio di campi in mezzi omogenei. Per applicarlo si definisce una configurazione di cariche che non è quella reale, ma tale da produrre lo stesso effetto relativo alla configurazione reale. L’entità e la distribuzione delle cariche virtuali devono soddisfare la legge della rifrazione: tan gα 1 ε 1 = tan gα 2 ε 2 in corrispondenza delle superfici di separazione dei dielettrici. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 14 Per comprendere la potenzialità di questo metodo si consideri il campo prodotto da una carica elettrica Q, posta nel punto P di un mezzo 1 a costante dielettrica ε1, separato da una superficie piana, da un mezzo 2 con permettività ε2. Lo studio di questo caso elementare si potrà estendere a un numero di cariche n. Q P a ε1 α1 ε2 E1 α2 E2 Su tale superficie per la legge della rifrazione si ha: M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c tan gα 1 ε 1 = tan gα 2 ε 2 15 Si possono verificare i seguenti casi: a) se ε 1 / ε 2 = 0 il campo è normale alla superficie dal lato del mezzo 2 e questa è equipotenziale: b) se ε 1 / ε 2 = ∞ il campo è tangente (radente) alla superficie dal lato del mezzo 1 e questa è una superficie equiflusso. Il campo nel mezzo 1 risulta univocamente determinato da queste condizioni al contorno e non si altera se si sostituisce nel mezzo 2 una disposizione di cariche, che conservi per la superficie di separazione la condizione di equipotenzialità ( o equiflusso), ponendo in P’, punto immagine del punto P rispetto alla superficie di separazione una carica: • – Q se la superficie deve risultare equipotenziale e • + Q se deve risultare equiflusso. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 16 c) Nel caso generico in cui la superficie di separazione non è ne equipotenziale, ne equiflusso e si comporta nei riguardi della carica Q, come una superficie parzialmente riflettente; ε1 /ε 2 ≠ 0 e ε1 /ε 2 ≠ ∞ si può dimostrare che la legge della rifrazione risulta soddisfatta se il campo nel mezzo 1 è rappresentato dal campo, in un mezzo omogeneo comprendente tutto lo spazio, con costante dielettrica ε1, dovuto: • alla carica Q e ⎛ ε1 − ε 2 ⎞ ⎟ posta nel punto P’, immagine di P e • alla carica Q’ = Q ⎜ ⎝ ε1 + ε 2 ⎠ M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 17 il campo nel mezzo 2 è rappresentato dal campo in un mezzo omogeneo, comprendente tutto lo spazio, con costante dielettrica ε2, dovuto ad una carica: ⎛ 2ε 2 ⎞ Q" = Q ⎜ ⎟ ⎝ ε1 + ε2 ⎠ • +Q P a a posta nel punto P. +Q’ P’ Q +Q” P 4πε 1 r 2 E1 E2 = Q' ε1 M. Usai ε2 4πε 1 r 2 Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c ε1 Q" 4πε 2 r 2 ε2 18 Queste cariche sono infatti quelle che danno, per ogni punto della superficie di separazione, indipendentemente dalla sua posizione, i valori di D e di E che soddisfano alle leggi della rifrazione. Dalle seguenti considerazioni si deduce inoltre come: il principio delle immagini consente quindi di ridurre lo studio di alcuni tipi di campi in mezzi con costante dielettrica diversa, allo studio di campi in mezzi omogenei. In tale modo si riconduce la soluzione di un problema a quella relativa a un problema più semplice con risoluzione nota. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_3c 19