GENERALITA’ I carboidrati vengono introdotti nell’organismo con l’alimentazione, ma possono anche essere prodotti da altre sostanze nel corso di svariati processi metabolici ( (neoglicogenesi li i e glicogenolisi). li li i) Le principali funzioni di questi composti consistono: • nella completa degradazione ossidativa con liberazione di energia necessaria per il metabolismo cellulare; • nella loro utilizzazione per la biosintesi di altri composti, come acidi grassi, alcuni aminoacidi, ecc.; • nella formazione di altre sostanze biologiche, quali i glicolipidi, le glicoproteine, gli acidi nucleici, ecc. I disaccaridi (saccarosio, lattosio, ecc.) e i polisaccaridi (amido e glicogeno) contenuti nei vari alimenti vengono trasformati in monosaccaridi (glucosio, fruttosio, galattosio) in seguito all’intervento d li enzimi degli i i contenuti t ti rispettivamente i tti t nella ll saliva li (amilasi), nel succo pancreatico (amilasi) e nelle cellule della mucosa intestinale (disaccaridasi). Altri monosaccaridi presenti a livello intestinale sono il mannosio, che deriva dalle glicoproteine e i pentosi, ribosio e desossiribosio, desossiribosio che derivano dalla digestione degli acidi nucleici. Dopo l’assorbimento nel circolo portale, i monosaccaridi, prima di pervenire nella circolazione sistemica, passano attraverso il fegato. Scaricato da www.sunhope.it 1 Alcune attività funzionali del fegato tendono a far diminuire la quantità di glucosio immessa nella circolazione sistemica: • la trasformazione del glucosio in glicogeno (glicogenosintesi) e suo deposito nel fegato; • l’utilizzazione del glucosio da parte del fegato ((ossidazione)) per la produzione di energia; g • l’utilizzazione del glucosio per la sintesi di altri composti, come acidi grassi, aminoacidi, ecc. Altre funzioni del fegato, invece, tendono a far aumentare la quantità di glucosio nella circolazione sistemica: • la trasformazione in glucosio del fruttosio o del galattosio da parte degli epatociti; • la trasformazione del glicogeno epatico in glucosio (glicogenolisi); • la sintesi di glucosio nel fegato a partire da sorgenti diverse (gliconeogenesi) come aminoacidi, glicerolo, acido lattico, ecc. Una volta giunto nella circolazione sistemica, il glucosio diviene disponibile per la utilizzazione da parte dell’organismo. Scaricato da www.sunhope.it 2 Profilo glicemico giornaliero normale ~ costante, nonostante la discontinuità di introduzione del glucosio con l’alimentazione, ’ per la capacità del fegato f di utilizzare glucosio nei periodi di glicemia elevata e produrre glucosio quando viene meno l’apporto alimentare. glicemia 70-110 mg/100 ml siero OMEOSTASI DELLA GLICEMIA La concentrazione del glucosio nel sangue (glicemia) viene mantenuta entro limiti abbastanza ristretti. Il meccanismo omeostatico è mediato da diversi ormoni; tra questi l’insulina tende ad abbassare la concentrazione del gl cosio ematico, glucosio ematico mentre altri ormoni tendono ad aumentarla, come l’ormone della crescita GH e il glucacone (in condizioni normali), e i glicocorticoidi e l’adrenalina (nel digiuno protratto e nello stress). I meccanismi attraverso cui questi ormoni sono in grado di controllare la glicemia possono coinvolgere varie vie metaboliche (glicogenosintesi, (glicogenosintesi glicogenolisi, glicogenolisi neoglucogenesi, neoglucogenesi utilizzazione alternativa di altre fonti energetiche). L’effetto degli ormoni sulla omeostasi glicemica non dipende solo dalla loro concentrazione assoluta, ma soprattutto dai rapporti di concentrazione (bilanciamento) con gli ormoni che esercitano un effetto opposto (ormoni antagonisti). Scaricato da www.sunhope.it 3 Dopo un periodo adatto di digiuno (almeno 4 ore) la glicemia attesa è 65-110 mg/dl. Durante le prime due ore dopo il pasto, o dopo assunzione di glucosio, si realizza l’assorbimento intestinale di glucosio con aumento della glicemia. L’i L’immediata di t conseguenza è l’aumento l’ t di 10-15 10 15 volte lt dei d i tassi insulinemici e la caduta di concentrazione del glucagone e del GH. L’interazione di questi differenti parametri determina un incremento della glicemia fino ad un valore massimo che si verifica dopo circa un’ora dal pasto e che in genere non supera il valore di 160180 mg/dl. In seguito la glicemia inizia a diminuire fino a valori di 120 mg/dl alla seconda ora; tra la seconda e la quarta ora dopo il pasto, la glicemia continua a diminuire progressivamente pur mantenendosi a valori lievemente superiori a quello basale. Quando il digiuno si protrae oltre le 4 ore, il tasso insulinemico diminuisce notevolmente e diventano allora preminenti gli effetti degli ormoni antagonisti che stimolano la produzione di glucosio da parte del fegato attivando la glicogenolisi e la glucogenesi. glucogenesi Nella situazione di digiuno protratto, il 60% circa del glucosio prodotto dal fegato serve al metabolismo cerebrale, mentre il rimanente viene utilizzato dgli eritrociti e dai muscoli. L’altro effetto degli ormoni antagonisti, glucocorticoidi e GH, è rappresentato dallo stimolo della lipolisi, con aumento in circolo degli g FFA che vengono g utilizzati a scopo p energetico g soprattutto dal tessuto muscolare, con risparmio di glucosio; si ha però un aumento nella concentrazione di acetil-CoA che, trovandosi in eccesso, tende a dar luogo alla formazione dei corpi chetonici. Scaricato da www.sunhope.it 4 Se poi la glicemia si abbassa a valori inferiori al normale (ipoglicemia), entra in funzione un meccanismo di emergenza addizionale, costituito cost tu to da dalla a sec secrezione e o e d di ad adrenalina, e a a, c che e attiva ulteriormente la glicogenolisi e stimola la produzione di ACTH, con successivo aumento degli ormoni corticosteroidi e attivazione della gluconeogenesi. In ultima analisi, una funzionalità corretta e bilanciata delle isole del Langerans, dell’adenoipofisi, della corteccia e della midollare del surrene, consente di mantenere l’omeostasi glicemica in modo rapido e efficiente. Ormoni che controllano la glicemia Organo Ormone Azione Effetto su glicemia Insulina ↑ Ingresso glucosio (tranne fegato, cervello, RBC) ↑ glicolisi, glicogenosintesi epatica e sintesi ac. grassi ↓ Lipolisi Li li i e gluconeogenesi l i ↓ Glucagone ↑ glicogenolisi e gluconeogenesi epatiche ↑ Lipolisi ↑ Somatostatina ↓ rilascio di insulina, glucagone e ormoni ipofisari (impedisce oversecrezione) Adrenalina ↑ Glicogenolisi muscolare e lipolisi ↑ Cortisolo ↑ Gluconeogenesi da aa. Antagonista dell’insulina ↑ Ipofisi ACTH ↑ Rilascio di cortisolo e lipolisi ↑ GH Antagonista dell’insulina ↑ Tiroide Tiroxina ↑ Glicogenolisi e gluconeogenesi epatica ↑ Assorbimento intestinale di zuccheri ↑ Pancreas Surrene Scaricato da www.sunhope.it 5 Principali cause di iper- (>120 mg%) e ipo-glicemia (<50 mg%) Iperglicemia Ipoglicemia Transitoria Stress emotivo/fisico acuto Shock Infarto miocardio Convulsioni Epatopatia grave Feocromocitoma Farmaci (salicilati, b bloccanti) Alcolismo Sepsi Epatopatia grave Glicogenosi Persistente Insulinoma Gli Glicogenosi i tipo ti I Diabete mellito Sindrome Si d di Cushing C hi (iperattività surrene) Acromegalia (ipersecrez. GH) Ipertiroidismo Obesità Diabete Mellito - DM Condizione clinica causata da diverse eziologie e caratterizzata da iperglicemia p g Scaricato da www.sunhope.it 6 Diabete- classificazione • • • • Diabete tipo 1 (o Insulino-dipendente) Insulino dipendente) Diabete tipo 2 (o Non-insulino dipendente) Altre specifiche forme di diabete Diabete Mellito Gestazionale Il diabete mellito è la causa + frequente di iperglicemia persistente ! Tipo di diabete Patogenesi Manifestaz. cliniche Trattamento InsulinoDipendente (IDDM) o Tipo I Distruzione autoimmune cellule β (autoanticorpi anti-insulina/cell. β nel 95% dei casi) Deficit insulinico assoluto (risp. a glucagone): ↑↑ gluco-neogenesi e lipolisi → chetosi Poliuria polidipsia polifagia dimagrimento chetosi → acidosi Coma chetoacidosico Insulina, dieta, attività fisica, monitoraggio glicemia: auto test 3xdie auto-test glicemia a digiuno Hb glicosilata ogni 4-6 mesi Insulinoindipendente (NIDDM) o Tipo II Insulino-resistenza associata a ridotta secrez. insulinica Deficit insulinico relativo (no chetoacidosi) Asintomatico, esordio graduale (faticabilità, infezioni ricorrenti, storia di diabete gestazionale) No chetosi Coma iperosmolare non acidosico Ipoglicemizzanti orali o insulina; dieta, regolare attività fisica, monitoraggio: auto-test glicemia a digiuno Hb glicosilata ogni 4-6 mesi Scaricato da www.sunhope.it 7 Segni chimico-clinici del diabete di tipo I Omeostasi Glicemica Nel digiuno, la glicogenolisi epatica e, successivamente, la neoglicogenesi epatica ed, ed in minor misura, misura renale immettono glucosio nel siero. Dopo il pasto, il glucosio assorbito è convertito in glicogeno epatico e muscolare e quello che avanza, in grassi e depositato nel terssuto adiposo. L’ampia oscillazione sia nell’apporto che nel consumo di glucosio, contrasta con gli stretti limiti entro cui oscillano le concentrazioni di glucosio nel sangue: questo è il risultato di una attenta modulazione ormonale dei movimenti del glucosio sia in entrata che in uscita dal sangue. Normalmemte, l’effetto ipoglicemizzanmte dell’insulina è bilanciato da quello iperglicemizzante del glucagone, dell’adrenalina, del cortisolo, dell’ormone della crescita. Scaricato da www.sunhope.it 8 La normale utilizzazione del glucosio dipende: a) dalla capacità del pancreas a secernere insulina; b) dalla capacità dell’insulina a promuovere il trasporto del glucosio nei tessuti periferici; c) dalla capacità dell’insulina di inibire la produzione epatica di glucosio (glicogenolisi e neo-glicogenesi). Gli organi “bersaglio” più importanti, dell’insulina sono il fegato, il muscolo e il tessuto adiposo ma con importanti differenze funzionali. Nel muscolo e nel tessuto adiposo, l’insulina promuove il trasporto del glucosio, attivando il trasportatore GLUT4, nel fegato inibisce la produzione di glucosio ( glicogenolisi e neo glicogenesi) OMEOSTASI GLICIDICA INSULINA ormone prodotto dalle cellule B del pancreascome pre-pro-ormone che a seguito di clivaggio forma Insulina (ormone attivo) e Peptide C (inattivo). Insulina v.n. 4-18 mU/L (variazioni per gravidanza, acromegalia, uremia, cirrosi epatica, ipercorticosurrenalismo, etc.) Peptide C: v.n. 05-3 ng/ml. Indice di sintesi endogena di insulina, utile nelle ipoglicemie e talora nel diabete tipo 2. GLUCAGONE ormone prodotto dalle cellule A del pancreas e in piccola quantità dal SNC. v.n.500-1000 pg/ml. Scaricato da www.sunhope.it 9 Criteri diagnostici per l’iperglicemia • Glicemia casuale >200mg/dl + sintomi = Diabete • Glicemia a digiuno > 126 mg/dl = Diabete da confermare • Glicemia a digiuno tra 100 e 125 mg/dl = Ridotta tolleranza Forme di Diabete • Tipo 1: Da insufficienza di insulina per distruzione delle cellule B pancreatiche. • Tipo 2: da difetto di secrezione insulinica (progressiva) con insulino resistenza. • Altre:Da difetti genetici delle cellule B, della funzione dell’insulina, da endocrinopatie, da patologie del pancreas, farmaci, infezioni, da gravidanza, etc. Scaricato da www.sunhope.it 10 Diagnostica di laboratorio • Test est statici: stat c : Glicemia, G ce a, G Glicosuria, cosu a, Chetoni, C eto , Emoglobina og ob a e/o proteine glicate, Insulina, Peptide C, Glucagone, Ormoni (controinsulari e regolatori). • Test dinamici: OGTT, Digiuno, test all’arginina, etc. • Altri: Microalbuminuria,, ICA,, IAA,, GADA • Test genetici: Tipizzazione HLA, MODY(diabete monogenico giovanile), MIDD(Diabete mitocondriale). Test Statici • Glicemia: Metodica enzimatica ((calcolo del substrato trasformato da una quota fissa di glucosio ossidasi o altro enzima specifico per il glucosio). V.n. 65-100mg/dl • Glicosuria: Metodica enzimatica; v.n. >30-50mg/urine 24 ore. Usato attualmente per la valutazione della risposta terapeutica e/o per il grado di compenso in soggetti non in grado di seguire il controllo domiciliare della glicemia (Self monitoring blood glucose o SBMG con glucometer da 4 a 7 volte al di, prima e 90 min. dopo i pasti pricipali e prima di dormire v.n. pre=90-130mg/dl, post<180, bed-time tra 110 e 150mg/dl). • Chetonemia: Utile nel diabete tipo 1, gestazione e gravidanza con preesistente diabete, ma anche in tutte le malattie acute, stress, iperglicemie >300mg/dl, sintomi di chetoacidosi (nausea, vomito, dolori addominali). Scaricato da www.sunhope.it 11 Emoglobina Glicosilata (Hb-A1c, GHb): Utilissimo indice terapeutico che valuta la glicemia media degli ultimi 60 giorni (emivita dell’Hb). La reazione di glicosilazione è una reazione lenta non enzimatica tra Hb e glucosio. glucosio Utile come indicatore predittivo delle complicanze croniche del diabete. v.n. 4-6% valore raccomandato: <7% Proteine glicate: Tutte le proteine possono subire glicosilazione come l’Hb. Comportamento e significato analogo, ma diverso il periodo di riferimento: es. Fruttosamina o albumina glicosilata relativa al compenso glicemico degli ultimi 14-20 giorni. V.n. <2,8mg/dl (utile nelle anemie emolitiche, gravidanza e rilevanti modifiche terapeutiche). OGTT (Oral Glucose Tollerance Test) • S Si eeffettua ettua dopo 10 0 ooree ddi ddigiuno, g u o, • dopo tre giorni di dieta libera (150-200g carboidrati al di • Somministrare 75g di glucosio in 200 ml acqua • Prelievi: T0; T30; T60; T90; T 120. 1,75g/Kg peso nei bambini (sino a 50g) 100 g (1 tappa) o 50g + 100g (2 tappe) in gravidanza INDICAZIONI: oltre 45 anni, obesi, familiarità, aumentato rischio, ipertesi, dislipidemici, gravidanza (ripetere tra la 24° e la 28° settimana e 6° settimane dopo parto) Scaricato da www.sunhope.it 12 Criteri interpretativi della OGTT Popolazione Glicemia a 2 ore • Normale: < 140mg/dl • Ridotta tolleranza tra 140 e 199mg/dl g • Diabete > 200mg/dl Altri test dell’omeostasi glicidica • Microalbuminuria: Determinazione della escrezione urinaria delle urine per la diagnosi precoce della nefropatia diabetica (Alb.U/crea.U; Alb.u/24h; Alb.u/4-12 ore). Alla diagnosi ogni anno per diabete tipo1; Dopo 5 anni dalla diagnosi di diabete tipo 2. Test positivo per 2 valori patologici in 3-6 mesi. Normali:<30mg Microalbuminuria = 30-299mg Albuminuria clinica > 300mg • ICA: Ab anti cellule insulari. Immunofluorescenza indiretta su sezioni di pancreas umano. Poco specifici e variabili. • IAA: Ab anti Insulina. RIA. Presenti in molte malattie autoimmuni e non sono da ricercare dopo terapia insulinica. • GADA: Ab anti ac.glutammico decarbossilasi. RIA. Persistenti dopo l’esordio della malattia. malattia • IA2-A: Ab anti componenti cellule pancreatiche.RIA. Segnalano una rapida evoluzione verso l’insulino-dipendenza. Utili per diagnosi precoce, differenziazione tra diabete 1 e 2, screening trapianto del pancreas. Scaricato da www.sunhope.it 13 Test genetici: • Tipizzazione HLA: Si associano al diabete tipo 1: HLA DQα (Arg 52+) / β (Asp 57-) HLA DRB1 0401 e 0405 • MODY(diabete monogenico giovanile): Informazioni prognostiche meno gravi (mutazioni glucochinasi) e più aggressive (mutazioni del gene del fattore nucleare epatico HNF-1α) • MIDD(Diabete mitocondriale): Trasmissione materna, ipoacusia bilaterale, mutazione 3243 del DNA mitocondriale. SINDROMI IPOGLICEMICHE • Ipoglicemia + sintomi di attivazione adrenergica (ansia, tremori, sudorazione, tachicardia) • Ipoglicemia + neuroglicopenia (cefalea, ridotta concentrazione, diplopia, confusione, confusione convulsioni, confusione, convulsioni obnubilamento del sensorio sino al coma) Scaricato da www.sunhope.it 14 Diagnosi di ipoglicemia Triade di Whippe • Ipoglicemia dopo 72 ore di digiuno Maschi < 50mg/dl Femmine <45 mg/dl N Neonato t < 30 mg/dl /dl • Sintomi • Remissione sintomatologia dopo terapia • Ipoglicemie spontanee o a digiuno Ipoglicemia dopo 5 ore dal pasto; Test: glicemia, Insulina, Peptide C, Test del digiuno. a) Con eccesso di Insulina: I li esogena, Sulfaniluree, Insulina S lf il Factitia, F i i Autoimmune, A i Insulinoma, I li Pentamidina b) Insulina normale: Tumori extrapancreatici, Gravi malattie epatiche, Riduzione di ormoni controregolatori, Glicogenosi. Ipoglimie reattive o postprandiali: Ipoglicemia p g prima p di 5 ore dopo p ppasto. Test: Dopo 12 ore da un pasto misto (550Kcal) determinazione di Insulina, Glicemia e cortisolo ogni 30’ x 2h e poi ogni 60’ per 5 ore. Alimentari, Funzionali, Deficit enzimatici (intolleranza alla leucina o al fruttosio). Scaricato da www.sunhope.it 15 Scaricato da www.sunhope.it 16 Scaricato da www.sunhope.it 17 Scaricato da www.sunhope.it 18 Scaricato da www.sunhope.it 19 Scaricato da www.sunhope.it 20 Scaricato da www.sunhope.it 21 Scaricato da www.sunhope.it 22 Scaricato da www.sunhope.it 23 Scaricato da www.sunhope.it 24