Articolo Il Resto del Carlino di Modena

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MODENA
VENERDÌ 11 OTTOBRE 2013
MEDICINA VIA LIBERA EUROPEO A DUE FARMACI REALIZZATI DALLA MODENESE GENZYME
Nuovi freni alla sclerosi multipla
«Terapie rivoluzionarie per efficacia e modi di somministrazione»
L’INIZIATIVA
Salute mentale
e guarigione
AVRÀ inizio venerdì 18 ottobre la
terza edizione di Màt, la settimana
della salute mentale. Il filo
conduttore di quest’anno sarà la
guarigione, tema che ha come scopo
riuscire a scardinare questo enorme
pregiudizio della presunzione di
inguaribilità dalle malattie mentali.
Perché, come sottolinea Fabrizio
Starace, direttore del Dipartimento
Salute Mentale e Dipendenze
Patologiche dell’Usl, la guarigione
non deve più essere un tabù.
L’assessore alle Politiche sociali,
Francesca Maletti, definisce Màt
come un’eccellenza tra le numerose
eccellenze della città di Modena.
Mariella Martini, Direttore Generale
dell’Azienda Usl, spiega che dietro
una sola settimana di eventi, vi è alle
spalle il lavoro di un anno. Saranno
più di 80 gli appuntamenti che
coinvolgeranno tutta la provincia
Modenese. Moltissimi gli ospiti di
grande spessore, anche
internazionale, come Shekar Saxena,
Direttore della Divisione di Salute
Mentale dell’OMS. Per il
programma completo è possibile
visitare il sito www.ausl.mo.it/mat.
Francesca Cabri
di VALERIO GAGLIARDELLI
LA SPERANZA, per tutto il
mondo, arriva da Modena, dal
civico 136 di via Scaglia Est.
Dove un’azienda specializzata
in ‘farmaci orfani’, utili cioè
per le malattie rare, ha messo a
punto due nuove terapie potenzialmente rivoluzionarie contro la sclerosi multipla. A base
di farmaci che, è bene dirlo subito, se non rappresentano una
cura, ancora lontana, potrebbero però segnare un passo avanti
clamoroso nel rallentamento
della malattia, così come nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
Le medicine partorite della ricerca Genzyme, società con sede italiana nella nostra città che
fa parte del colosso Sanofi, sono Teriflumide ed Alemtuzumab. Farmaci diversissimi tra
loro, sotto ogni aspetto, ma entrambi approvati di recente dalla Commisione europea che ne
autorizza il commercio. Anche
se in Italia potrebbe volerci un
annetto per poterli acquistare,
visto che l’Aifa prima e le Regioni poi — almeno quelle, come la nostra, che esigono un altro step dovuto al prontuario
— dovranno dare l’ok su prezzo e modalità di vendita.
Ad ogni modo gli affetti da sclerosi multipla — patologia nella
quale il proprio sistema immu-
Da sinistra, Mauro Ninci e Riccardo Palmisano, rispettivamente
medical affairs director e vicepresidente di Genzyme
COME AGISCONO
Disarmano i linfociti T e B
riducendo il numero
e l’intesità degli ‘attacchi’
nitario attacca e danneggia la
guaina mielinica che avvolge
gli assoni trasmettitori di segnali tra le cellule nervose — in Italia sono circa 60mila, quasi 5mila solo in Emilia-Romagna e oltre 2 milioni nel mondo. In
maggioranza donne, anche molto giovani. Ecco spiegati, dunque, i riflettori su questi nuovi
farmaci.
Teriflumide, ad esempio, durante i test su 5mila pazienti si
è dimostrato spesso efficace nel
ridurre drasticamente il numero e l’intensità degli ‘attacchi’,
o recidive, che normalmente
nel decorso della malattia si fanno sempre più frequenti e invalidanti. Di fatto va ad inibire
un enzima di attivazione dei
linfociti T e B nel sistema nervoso centrale, quelli che attaccano le guaine mieliniche. Portando così a una loro diminuzione,
ma senza compromettere il patrimonio linfocitario non ancora attivato dell’organismo. Ma
il vero punto di forza di Teriflu-
mide è un altro. «Si somministra per via orale — spiega Riccardo Palmisano, vicepresidente di Genzyme —: è una pillola
da prendere una volta al giorno. Considerato che tante terapie finora si basano su iniezioni
quotidiane, è evidente che siamo di fronte a un cambiamento
epocale sulla percezione del paziente, sempre più al centro della nostra ricerca».
Alemtuzumab, però, è forse ritenuto una molecola ancor più
promettente. È un anticorpo
monoclonale che aggancia in
circolo solo i linfociti T e B già
‘armati’ e toglie loro le ‘munizioni’. Evitando allo stesso tempo di colpire, se non in modo
blando, l’arsenale di globuli
bianchi ‘buoni’ in dotazione al
sistema immunitario. «Nei test
— precisa Mauro Ninci, medical affairs director di Genzyme
— la sua capacità di frenare la
malattia e di favorire un recupero di funzionalità ha superato
anche del 60% l’Interferone beta-1A, ritenuto finora il farmaco più efficace contro la sclerosi
multipla. In più, Alemtuzumab
si somministra per endovena,
ma non quotidianamente: 5
iniezioni consecutive subito e
altre 3 un anno dopo. E basta.
Finora, in 5 anni, molti pazienti non hanno più avuto recidive
sono, ma non è detto che l’effetto non sia ancor più duraturo».
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