18/07/’08 ADNKRONOS Pag. Docente alla prestigiosa John Hopkins University, è nell staff di McCain Anne Krueger: "L'America rallenta, ma non c'è ombra di crisi" L'ex numero due del Fondo monetario Internazionale sarà al Meeting di Rimini per proporre la sua tesi in controtendenza sulla crisi dei mercati. "Economia finanziaria ed economia reale" la sua lezione per Comunione e Liberazione Roma, 17 lug. - (Ign) - Parlare di recessione in America? Nemmeno per sogno. Parola di Anne Krueger, che non crede affatto in una crisi dei mercati d'oltreoceano, ma preferisce parlare di un "rallentamento" dell'economia a stelle e strisce, soffocata dalla crisi dei mutui subprime e dall'eccesso di liquidità in circolazione. "La recessione si ha quando per due trimestri consecutivi l'attività economica è negativa. E io sarei sorpresa se avessimo tre trimestri negativi". La Krueger, ex numero due del Fondo Monetario Mondiale, capo economista alla Banca Mondiale negli anni ’80, professoressa di Economia internazionale alla prestigiosa scuola di studi internazionali (SAIS) della John Hopkins University, nonché consigliere del candidato repubblicano alla Casa Bianca, John McCain, sarà ospite quest'anno della XXVI edizione del Meeting di Rimini, in programma dal 24 al 30 agosto 2008, dal titolo “O protagonisti o nessuno” La nota economista, una delle voci più autorevoli in fatto di finanza e mercati globali, il 29 agosto terrà una lezione dal titolo “Economia finanziaria ed economia reale”, durante la quale proporrà una teoria in parziale controtendenza rispetto alle voci che dominano la scena internazionale. Per la professoressa, infatti, anche se si considera la folle corsa del prezzo del petrolio, la debolezza del dollaro e la crisi scaturita dai mutui subprime, non si può parlare di una vera e propria crisi in America. C’è stato un rallentamento, ma questo non implica che gli Stati Uniti stiano vivendo una fase di recessione. La crisi dei mutui subprime, che secondo la Kruger non ha colpito solo le fasce più povere, è stata generata dall’eccesso di liquidità, che ha prodotto in alcune fasce di reddito la volontà di speculare, senza che le banche si facessero pagare adeguatamente il rischio che stavano sostenendo. Ma questo non vuol dire che la gente non possa più ottenere mutui e investire: ciò avverrà ancora, ma con una maggiore differenziazione nei tassi d’interesse. In seguito, per uscire dall’empasse di questi mesi, sarà necessario ridare fiducia agli investitori applicando più rigidamente i contratti. Quali saranno allora i nuovi protagonisti della scena economica considerata la delicata fase di transizione dell’economia americana? Per Anne Kruger la risposta è semplice: “nessuno”. Perché quando i mercati funzionano, nessuno può governarli, anche se si è in presenza di una crisi. “I protagonisti sono tutti”.