Speciale Pubblicità INCHIESTA: IL BOOM DEI TESTIMONIAL NELLE CREATIVITÀ DELLA MODA L’altra faccia del brand: nota, anzi notissima! Sempre più spesso e volentieri volti noti ammiccano dalle pagine delle campagne pubblicitarie più patinate. Non solo attrici e attori famosi o sportivi, ma anche personaggi televisivi di vario livello, politici, registi, musicisti.... Se sino ad alcuni anni fa il ricorso a testimonial celebri costituiva piuttosto uno strumento per elevare l’immagine dei brand di livello medio o medio-basso, ora sono corteggiati anche da marchi altisonanti che parrebbero non averne bisogno. Impossibile elencarli tutti: c’è Monica Bellucci, da Intimissimi a Dior, Vanessa Paradis per Miu Miu, Patrick Dempsey per Versace, Alessandro Gassman per Harmont & Blaine, Ashton Kutcher per Pepe Jeans, Bryan Adams per Guess, Simona Ventura per i gioielli Details, giusto per citarne alcuni. Una maniera semplice per catalizzare anche gli sguardi distratti, una sorta di co-branding, visto che all’immagine dei personaggi in questione sono legati business a grandi cifre, ma anche il rischio che il testimonial surclassi il prodotto ed il brand nella percezione dei consumatori. Una formula vincente, dunque? Parrebbe di si, anche se i pubblicitari non sono poi così convinti dell’incidenza positiva dei personaggi famosi che sponsorizzano prodotti. “Spesso il testimonial rappresenta una scorciatoia per velocizzare la notorietà del marchio, ma non sempre funziona, perché ci si ricorda il personaggio e non il In alto a sinistra: Alessandro Gassman per Harmont & Blaine, Paolo Maldini per Sweet Years, Ashton Kutcher per Pepe Jeans, Fabio Capello e Patrick Dempsey per Versace. Nell’altra pagina: Sofia e Francis Ford Coppola per Louis Vuitton, Simona Ventura per DetailsBinda e Jennifer Lopez per Yamamay. 9 8 settembre 2008 Speciale Pubblicità prodotto”, spiega Elisabetta Tangorra, responsabile cis Ford e Sofia Coppola: un ritratto da cui traspare Luxury Box di Mc.Cann and Ericsson. “Il volto noto l’essenza di un rapporto speciale tra padre e figlia e infatti resta la strada più sicura per quelle aziende che che evoca il retaggio di Louis Vuitton con il knowinvestono grandi cifre nell’immagine e non voglio- how che passa da una generazione all’altra. no correre rischi. Credo che l’ampio ricorso ai volti Estremamente oculata deve essere dunque la scelta del testimonial, dal monoti da parte dei luxury mento che l’emoziobrand sia volto a colpire nalità del messaggio è il cosiddetto pubblico “l’ampio ricorso ai volti noti da parte legata all’immaginario aspirazionale, sempre dei luxury brand sia volto a colpire collettivo che gli sta più vasto, sia per fasce il cosiddetto pubblico aspirazionale” intorno. “Il testimonial sociali che geografiche, deve essere funzionale che una volta all’anno Elisabetta Tangorra, Luxury Box - Mc.Cann and Ericsson ad una forte e chiara acquistano una borsa strategia di comunicagriffata sentendosi parzione e non viceversa” te di un mondo, di quel mondo agognato che i protagonisti dello star system ci dice Peter Grosser, AD dell’agenzia pubblicitaria ben incarnano.” Continua Tangorra “Un encomio alle Cayenne. “Quando si ricorre ad un personaggio solo campagne pubblicitarie volte a veicolare valori più per la sua notorietà, è inutile e a volte perfino dannoprofondi in qualche modo legati al viaggio, e in cui so”. il prodotto è solo apparentemente in secondo piano, Ma cosa succede ad un brand che ha sempre usato come nel caso di Louis Vuitton”. A proposito del mar- testimonial quando poi smette? C’è il rischio che si chio francese e della scelta di trasmettere valori che indebolisca e diminuisca le vendite? “Una strategia di vadano oltre l’estetica, è significativa la scelta di Fran- comunicazione efficace vive con o senza testimonial; è solo in mancanza di un posizionamento preciso che il volto prevarica il brand che ne diventa schiavo, rischiando di subire un tracollo nel momento in cui il rapporto finisce” continua Grosser. E interpellando alcune aziende pare proprio che i criteri di scelta non siano casuali, anzi. Ecco cosa ci dice chi di testimonial se ne intende, ricorrendo ampiamente a celebrities internazionali per i propri spot. E’ Gianni Pieraccioni, AD di Binda che, ci spiega che “più i testimonial sono famosi, più sono riconoscibili e quando si lavora su brand globali è necessario avere personaggi con una notorietà internazionale (il gruppo è presente in circa 70 paesi n.d.r.). Per questo abbiamo scelto Charlize Theron, bella, determinata e vincitrice di un Oscar, per Breil che è la nostra marca internazionale, mentre per Details, venduta solo sul mercato italiano, abbiamo voluto Simona Ventura, una delle donne più amate nel nostro Paese. Il ruolo centrale della comunicazione spetta però sempre al prodotto: lo scopo del testimonial è quello di rafforzarne l’immagine, non di prevaricarla”. Un volto che non passa inosservato è quello di Demi Moore nella pubblicità dei gioielli Rosato. “Volevo per i miei gioielli un’immagine che fosse sensuale, ma anche concreta, divertente e irriverente”, spiega Simona Rosato, “ecco perché ho scelto Demi Moore, star bellissima e desiderabile, ma anche moglie e madre, una donna che piace alle 10 8 settembre 2008 Speciale Pubblicità donne. Ed il ritorno che abbiamo avuto in termine di su una comunicazione contemporanea che ci permetvendite e popolarità è stato incredibile per il connubio tesse di relazionarci in maniera efficace con le donche si è creato tra il marchio e il personaggio, carisma- ne”, sottolinea Sandro Veronesi, Presidente del gruppo tico ma non così distante”. In alcuni casi poi il testi- Calzedonia. monial non si limita a prestare il volto, ma si fa artefice Ma è sempre solo una questione economica a spingedi una linea, cosicché il senso di vicinanza al suo mon- re un personaggio famoso ad accettare un contratto do si fa ancor più evidente, come nel caso di Jennifer pubblicitario? Forse non è sempre così. Ad esempio Lopez per Yamamay, con Fabio Capello, ora CT una licenza triennale di della nazionale di calcio “Certo è innegabile che la loro esclusiva mondiale, scelta inglese (e inserito nelper il suo spirito eclettico la lista degli uomini più notorietà abbia influito sul e Milla Jovovich, Peneeleganti del mondo dalla successo del marchio, ma occorre lope Cruz ed Elizabeth rivista americana Esquipoi acquisire una credibilità...” Hurley per Mango, per re) ha prima conosciucui hanno realizzato, in to gli occhiali Zerorh+ Mauro Russo, AD di Sweet Years tempi diversi, collezioni prodotti da Allison “li ho andate a ruba. Diverso comprati perchè mi piaè il caso del marchio Sweet Years, in cui sono stati i cevano”, afferma l’allenatore, “per come mi stanno, per testimonial ad averlo reso celebre. Parliamo di Paolo la pulizia delle linee e il fatto che siano davvero made Maldini e Christian Vieri, che sono anche tra i soci in Italy; non ho cercato un rapporto di sponsorizzafondatori del marchio. “Certo è innegabile che la loro zione con l’azienda, che è venuto piuttosto a consenotorietà abbia influito sul successo del marchio, ma guenza del legame di stima ed amicizia creatosi con i occorre poi acquisire una credibilità che non ha nulla titolari, che hanno voluto conoscermi sapendo quanto a che fare con le facce che lo reclamizzano, piuttosto apprezzassi i loro occhiali”. “Il ricorso a volti noti nelle con un lavoro serio ed un prodotto curato ed appeti- campagne pubblicitarie risponde alla ricerca, da parte bile, che sia intelligentemente ruffiano”, spiega Mauro dell’azienda, di sfumature emotive volte in qualche Russo, AD di Sweet Years. modo a differenziare il prodotto”, ci dice infine Al“Il rapporto che si è poi sviluppato con altre celebrities berto Vergani, titolare dell’agenzia di comunicazione è piuttosto una conseguenza del successo del marchio: Opinion Leader, “anche se, sempre più di frequente, se le proposte piacciono, le indossano volentieri, vei- l‘unicità si fa conformità, in quanto la si raggiunge mecolandone l’immagine giovane e spigliata”, continua diante un percorso comune a tutti e molto battuto. Russo. Talvolta è il mezzo televisivo ad enfatizzare le Sarebbe auspicabile dunque cercare un percorso alsuggestioni che un brand vuole trasmettere, come nel ternativo per fra breccia sul consumatore in maniera caso di Intimissimi, che ha scelto una star come Mo- meno conforme”. nica Bellucci e un regista come Gabriele Muccino, per Come dire che, in un mondo in cui tutto viene bruciaun video carico di sensualità. “Produrre questo film è to sempre più velocemente, anche il ricorso ai testimostata per noi l’occasione per varcare le nuove frontiere nial potrebbe diventare una mossa scontata, sempre della multimedialità. Abbiamo voluto coinvolgere il meno in grado di colpire ed emozionare i consumatori nostro target in un’esperienza a 360°, sintonizzandoci dei prodotti moda e lusso. Staremo a vedere... Simona Rosato, Peter Grosser, Gianni Pieraccioni, Sandro Veronesi e Elisabetta Tangorra ANCHE SU WWW.PAMBIANCONEWS.COM 11 8 settembre 2008