BIOGRAFIA Roberto Calasso è nato a Firenze nel 1941. Si è laureato in letteratura inglese con Mario Praz con una tesi dal titolo I geroglifici di Sir Thomas Browne. A 21 anni entra nella casa editrice Adelphi, introdotto da Bobi Bazler, suo amico e maestro. Nel 1971 diventa direttore editoriale dell’Adelphi e nel 1990 ricopre la carica di consigliere delegato. Dal 1999 assume l’incarico di presidente della prestigiosa casa editrice. Viene quindi nominato visitor professo” per la cattedra Weidenfeld di letteratura europea comparata presso l’Università di Oxford. Parallelamente alla sua attività editoriale prosegue la sua carriera di narratore e di saggista, che lo designa come uno dei più originali autori italiani. I suoi libri, tradotti in molte lingue, indagano il mito e il passato per raccontare il presente dell’uomo. A partire dall’inizio degli anni Ottanta, si dedica a un’opera in varie parti, di cui finora sono stati pubblicati cinque volumi: La rovina di Kasch (1983), libro composito che ha al suo centro la figura di Talleyrand e una teoria del sacrificio; Le nozze di Cadmo e Armonia (1988), visione della Grecia antica attraverso la narrazione di alcuni suoi miti, nel loro intreccio con la storia, il pensiero e la letteratura; Ka (1996), libro in cui lo stesso procedimento delle Nozze viene applicato alla materia indiana, dai Veda al Buddha; K. (2002), sull’opera di Kafka; Il rosa Tiepolo (2006), che ha al suo centro Giambattista Tiepolo. Nel 2000 è stato visiting professor a Oxford, dove ha tenuto le Weidenfeld Lectures poi raccolte in La letteratura e gli dèi (2001). Per Le nozze di Cadmo e Armonia, tradotto in ventitré lingue e venduto a oggi in Italia in cinquecentomila copie, ha ricevuto nel 1991 il Prix Veillon e il Prix du Meilleur Livre Etranger. Nel 1993 viene nominato Literary Lion, a New York, e nel 2000 diventa Foreign Honorary Member della American Academy of Arts and Sciences. I libri di Roberto Calasso sono tradotti in 25 lingue e 26 paesi. Il Rosa Tiepolo (2006) Dopo La rovina di Kasch, Le nozze di Cadmo e Armonia, Ka e K., Il rosa Tiepolo si presenta come quinto pannello di un’opera in corso dove tutte le parti elaborano materie molto diverse e tutte sono strettamente connesse fra loro, mentre nessuna è assegnabile a un genere canonico. Qui, fra l’altro, più di ottanta immagini fanno da contrappunto al testo, in una sorta di osmosi fra parola e figure. Tiepolo passò la vita a eseguire opere su commissione in chiese, palazzi, ville. Talvolta affrescando vasti soffitti, come per la Residenz di Würzburg o per il Palazzo Reale di Madrid. Intorno scorreva la vita di un’epoca – il Settecento – che lo apprezzò e ammirò, ma senza troppo preoccuparsi di capirlo. Così fu più facile per Tiepolo sfuggirgli, quando volle dedicarsi a effigiare il suo segreto, che tale è rimasto, in una sequenza di trentatré incisioni: i Capricci e gli Scherzi. Ciascuno di quei fogli è il capitolo di un romanzo nero, abbagliante e muto, popolato da personaggi disparati e sconcertanti: efebi fiorenti, Satiresse, Orientali esoterici, gufi, serpenti – e anche Pulcinella e Morte. Oltre che un intermezzo smagliante nella storia della pittura, Tiepolo fu un modo di manifestarsi delle forme, un certo stile nell’ostentarsi della loro sfida. Le sue figure rivelavano una fluidità senza ostacoli e senza sforzi. Accedevano a tutti i cieli, senza dimenticare la terra, incarnando per un’ultima volta quella virtù suprema della civiltà italiana che è stata la sprezzatura. Non c’è artista più adatto a mostrare ciò che Nietzsche chiamava «l’Olimpo dell’apparenza».