Sulle tracce dei Tiepolo - cenni artistici

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Sulle tracce dei Tiepolo - cenni artistici
domenica 7 aprile
Le opere che decoravano la residenza di Zianigo dei pittori sono state trasferite a Ca’ Rezzonico nel museo del
‘700 veneziano.
A Mirano, la chiesa parrocchiale che domina la grande
piazza centrale ospita la pala di Giambattista Tiepolo dedicata a sant’Antonio.
A Venezia, nel XVIII secolo, numerosi sono i pittori che
vanno ricordati per la loro importanza: Bellotto, Canaletto
e Guardi con le loro vedute, Rosalba Carriera con i suoi
ritratti a pastello o Pietro Longhi “cronista” di tanti momenti di vita quotidiana. è su questo palcoscenico che si
presenta Giambattista Tiepolo.
Nato sul finire del ‘600 da umile famiglia, ben presto scopre in sè il talento artistico e a soli 20 anni già opera a
Venezia. è il preludio di una sfolgorante carriera che lo
renderà famoso in tutta Europa. I suoi dipinti spaziano dal
sacro, numerose le pale d’altare o le rievocazioni dall’Antico Testamento, al profano come negli affreschi del ciclo
di Cleopatra di palazzo Labia a Venezia. Trasferitosi a Zianigo, nel 1727 nasce il figlio Giandomenico che diverrà
famoso pittore e prezioso collaboratore del padre. Ed è
proprio nella chiesa arcipretale che possiamo ammirare due sue importanti opere: la decorazione del soffitto,
compromessa purtroppo da un crollo nel secolo successivo e rimaneggiata ai primi del ‘900, e la pala dedicata a
san Francesco di Paola nel transetto sinistro.
La pala, databile al 1778, è un esempio dello stile di Giandomenico nel periodo successivo alla morte del padre al suo
ritorno dalla Spagna, quando, per assolvere a commissioni di carattere religioso e celebrativo, il pittore si serve di
spunti compositivi tratti dal repertorio paterno (le figure di
San Francesco di Paola e di San Giovanni Nepulocemo). Il
ricorso a modelli preesitenti comporta, in questo caso, l’assenza di coordinazione delle figure e la conseguente debolezza dell’intera composizione, cui non giova l’incombente
colonnato classicheggiante sulla sinistra e la ripetitività delle
fisionomie, Tipica di questo momento stilistico di Giandomenico è anche la scelta cromatica, tenuta su una gamma di
colori tenui e freddi.
La forza evocativa dell’opera è imperniata sull’ampio gesto
del santo la cui mano si profila contro il cielo ed è accentuata dai contrasti cromatici: la colorazione uniforme del saio
su cui spicca il bianco del panno dove è deposto il piede; il
rosso vivo della giacca del giovane affiancato all’azzurro dei
calzoni in contrasto con le tinte più chiare degli abiti della
madre e degli altri spettatori. L’intera composizione assume
una connotazione scenica, come spesso avviene nel Tiepolo, che qui viene resa con la collocazione dei protagonisti
come su una ribalta teatrale e con la disposizione delle archittetture come fossero delle quinte.
Altre opere di Giambattista Tiepolo le possiamo trovare
nelle vicinanze nella villa Baglioni a Massanzago.
La villa Pisani di Stra ospita gli affreschi del salone da ballo, ultima fatica di Giambattista Tiepolo prima della sua
partenza per Madrid alla corte di Carlo III che rappresentano il momento più alto della decorazione del grandioso
edificio. Egli si avvalse della collaborazione del quadraturista Pietro Visconti per l’ideazione e la realizzazione delle
architetture dipinte, e del figlio Giandomenico e di Jacopo
Guarana cui affido le figurazioni pittoriche delle pareti, riservandosi a sè la grandiosa scena del soffitto.
La complessa composizione del soffitto celebra la gloria della famiglio pisani, riunendo assieme le più varie figurazioni
allegoriche e rappresentando insolitamente tra le apparizioni
celesti anche dei membri viventi della famiglia. Il significato
globale dell’apotesi dei Pisani si può riassumere nell’esaltazione dell’esercizio delle Virtù e delle Arti in tempo di pace, di
cui la Fama dà notizia alle quattro parti del mondo mettendo
in fuga la Guerra e il Vizio. L’opera vede dispiegata tutta la
capacità creativa dell’artista che si esprime negli elementi
compositivi e cromatici e illusionistici, unificati nell’apparente
facilità e naturalezza dell’esito pittorico dell’affresco. Grazie
alle notevoli dimensioni del soffitto da affrescare, il Tiepolo
può riunire è disporre in modo vario, nella spaziosità del cielo
luminoso, tutto il repertorio della sua pittura: dalle suntuose
figure femminili, alle scene di battaglia, dall’armonia dell’idillio campestre all’acutezza e immediatezza del ritratto.
Ricordiamo per concludere la rassegna che si sta tenendo
a villa Manin di Passariano, presso Udine.
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