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Oltre l’ovvio
Tiepolo, Fetonte chiede ad Apollo il carro del sole, Villa Baglioni,
Massanzago
Se ben ricordate, quest’ultimo genere troverà
riscontro nel secolo successivo con i paesaggisti inglesi. Artisti come Constable e Turner
porteranno gli scenari della natura ai massimi
livelli (vedi INCAMPER, n. 127 maggio-giugno
2009, pag. 12-15).
Tra i pittori di una certa importanza precedenti
il Tiepolo, vorrei citare Sebastiano Ricci (uomo
coltissimo e viaggiatore indefesso per il quale
la pittura di storia, mitologica in particolare, è
considerata un escamotage decorativo, in cui
trovano felice sintesi sia la preziosità del colore
sia l’agilità plastica) e Gianbattista Piazzetta,
personalità antitetica rispetto al primo. Infatti,
non il virtuosismo del Ricci, ma un paziente
lavoro di scavo interiore, non evasione dalla
realtà, ma severità morale, che si esprime nella
forte plasticità delle immagini, in cui i dettagli
sono quasi del tutto eliminati, non un viaggiatore, come il Ricci, ma un sedentario che
studia coscienziosamente il patrimonio artistico nostrano. Tanto è vero che si oppone al
gusto rococò per aderire a una rappresentazione essenziale, la cui impostazione pittorica
si articola sulle diagonali e sulla contrapposi-
zione di colori e masse plastiche. Tra l’altro,
la sua bottega è frequentatissima dai giovani e
quando fu istituita l’Accademia veneziana nel
1750 ne fu il primo Direttore. Lo stesso Tiepolo
all’inizio della sua carriera ne è influenzato.
Carissimi lettori, è tempo adesso di parlare del
nostro protagonista: Giovan Battista Tiepolo.
Egli nasce a Venezia alla fine del ’600, 1696,
quando già il Barocco si era evoluto in Rococò
(corrente, come avete constatato in precedenza,
nata in Francia e fondata sulla grazia, sull’eleganza e la ricchezza decorativa) e quando si
affacciava quella straordinaria epoca dell’Illuminismo che sottoponeva tutto alla luce della
ragione.
La formazione del nostro Tiepolo presso la
bottega di Gregorio Lazzarini, modesto pittore
da cui presto si distacca, è barocca e influenzata, come dicevamo, dalle pitture del Piazzetta
che insieme con il Bencovich avevano dato
luogo a una corrente drammatica, che ebbe la
sua massima espressione nei contrasti di chiaroscuro.
Ma anche Paolo Veronese (1528-1588) eserciterà la sua influenza soprattutto in relazione al
rapporto luce-colore, che il Nostro sfrutterà in
modo assai originale.
A quanto sopra sono da aggiungere le straordinarie capacità prospettiche dell'artista. Infatti,
entrambi questi fattori costituiranno il perno
della sua arte. Non bisogna anche dimenticare
che fu uno studioso molto coscienzioso dei
pittori a lui anteriori, che copiò e ricopiò da
giovane, imponendo lo stesso esercizio ai numerosi allievi della sua bottega, figli compresi:
Giandomenico e Lorenzo.
Sin dalle prime commissioni il Tiepolo si servirà
di uno schema decorativo che utilizzerà spesso
nella sua carriera, cioè affrescherà completamente non solo il soffitto ma anche le pareti,
in modo da dare l’illusione dello sfondamento
delle stesse, per creare uno spazio infinito. Per
rendervi conto di quanto detto osservate l’immagine di una delle prime commissioni a lui
affidate dall’editore Baglioni nella sua villa di
Massanzago, presso Padova.
Qui entrano in gioco gli equilibri tra luce-colore
e il virtuosismo prospettico a cui si devono
aggiungere la contrapposizione e l’equili-
Nuove direzioni • n. 15 maggio-giugno 2013
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