CHENOPODIACEAE
Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione:Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Famiglia: Chenopodiaceae
Generi: Chenopodium (v. farinaccio selvatico)
Le Chenopodiacee comprendono piante annue o perenni spontanee, erbacee e arbustive,
con foglie alterne o opposte quasi ubiquitarie. La maggior parte delle Chenopodiacee ha
adattamenti alla vita su terreni a pH anomalo o salini, molte specie sono tipicamente
alofite e vivono in ambienti difficili come deserti e steppe aride, spiagge, stagni salati e,
in generale, su terreni in cui si hanno periodici o costanti accumuli di sali o apporti di
acque salse. Erba infestante nei luoghi aridi, ruderali, incolti, in macerie e terreni appena
rimossi e nelle discariche. La specie che si incontra con più facilità è Chenopodium album
L.. (Farinaccio),presente sia nelle spiagge sia nei coltivi abbandonati. Altre specie:
Spinacia oleracea (Spinacio), che è largamente coltivata per uso commestibile; Kochia
scoparia (Belvedere granata) che è diffusa su tutto il territorio sia in pianura che in
collina.
Alla famiglia delle Chenopodiacee appartengono generi importanti dal punto di vista
alimentare, come il genere Beta vulgaris (barbabietola
da
zucchero).
L'apparato
vegetativo
delle
Chenopodiaceae è spesso succulento e le foglie, che
possono anche essere ridotte o subnulle, sono opposte o
alterne.
Polline:
polipantoporato
(40-70
pori),
apolare,
sferoidale, 25-33 mm di diametro. Esina finemente
granulata con microechine; intina sottile.
Allergie da polline: La famiglia delle Chenopodiaceae
che essendo molto simile a quella delle Amaranthaceae
per periodo di pollinazione, caratteristiche del polline, e
cross-reattività allergica, viene spesso indicata come
Polline di Chenopodium sp.
unica famiglia: Cheno-Amarantacee.
CHENOPODIUM
Sono piante erbacee, o arbusti, che crescono anche
in
luoghi ruderali e incolti, ma
soprattutto in luoghi salati, quali spiaggie e stagni
costieri(da cui l'attributo di alofile), lungo le vasche delle
saline o sui depositi di alghe (Poseidonia) in putrefazione.
Negli ultimi anni però si e fatta sempre più frequente la
presenza di queste piante in luoghi dove non erano mai
cresciute in precedenza, quali per esempio zone secche e
cumuli di detriti formatisi a seguito della costruzione di
frangiflutti, moli e opere edificate sul mare che hanno
alterato l'ecosistema dei litorali: ciò deve far riflettere
non poco sul peso che l'intervento umano nel territorio ha
nei confronti dell' aumento anche delle malattie
allergiche. Hanno fiori piccoli ma numerosissimi e riuniti a
grappolo, producono abbondante polline di piccole
dimensioni e dal caratteristico aspetto a palla da golf per
la presenza di numerosi pori sulla superficie. Il periodo di
pollinazione è l'estate, ma nelle zone più calde del bacino
(Foto da www.bellquel.bo.cnr.it/scuole
mediterraneo questo periodo è anticipato e coincide con
/serpieri/erbario)
quello dell'Olivo (metà aprile - fine Maggio). Bisogna
stare quindi attenti a non sottovalutarne l'incidenza sui sintomi allergici tenendo a
ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli
soprastimare la contemporanea responsabilità dell'olivo. La sintomatologia è quasi
sempre a carico delle alte vie aeree con riniti e congiuntiviti, e in rari casi crisi asmatiche.
Possono essere responsabili di pollinosi autunnali.
Foglie: semplici, alterne, ovate o lanceolate, leggermente dentate, lunghe 3-6 cm verdi
e farinoso-biancastre sulla superficie inferiore.
Fiori: ermafroditi. Fiori bianco verdastri molto piccoli radunati in infiorescenze simili a
una spiga. Fioritura tra giugno e ottobre.
Frutti: acheni avvolti da tepali persistenti
Portamento: erbaceo, fusto eretto ramificato a piramide conica, che raggiungono anche
i 150 cm di altezza; nodi poco evidenti.
Usi: Resti di questa pianta sono stati trovati
in villaggi neolitici di tutta Europa. I suoi
semi facevano anche parte dell'ultimo pasto
rituale che era stato somministrato all'uomo
di Tollund, cioè l'uomo preistorico il cui
cadavere, perfettamente conservato, era
stato ritrovato (incluso il contenuto dello
stomaco) in uno stagno in Danimarca, nel
1950. Più o meno l'intera pianta è buona e
gustosa: gli Indiani nordamericani ne
mangiavano i semi maturi, macinandoli nel
cibo. Si possono anche usare nell'impasto
per fare il pane. Le foglie sono molto buone
in insalata, aggiungendovi anche i semi
della pianta stessa. I nuovi germogli si
possono sempre racco-gliere,
anche
dalla cima di una pianta matura. L'unico che
può risultare un po' indigesto e quindi non si
presta a essere cucinato è il gambo. Come
proprietà farmaceutiche, contiene ferro e
vitamina B1 ma non è usata in erboristeria.
(Foto da www.bellquel.bo.cnr.it/scuole/serpieri/erbario)
Calendario pollinico delle Chenopodiaceae: medie mensili biennio 2007-2008
STAZ. PORTICI
0,50
dic
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STAZ. POLICASTRO
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ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli
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n° pollini/mc aria
STAZ. NAPOLI